Definire le emozioni e gli atteggiamenti disturbanti
Come definito dal Buddhismo, la gelosia è “un’emozione e atteggiamento disturbante" – stati mentali o d’animo che ci fanno perdere la pace mentale, ci rendono incapaci e ci fanno perdere l'autocontrollo. Se ci pensate, quando siamo davvero attaccati a qualcosa o a qualcuno, siamo arrabbiati o gelosi, non proviamo certamente tranquillità, non è così? In un certo senso perdiamo l’autocontrollo perché sorge in noi ogni sorta di folle impulso a fare o dire cose di cui spesso poi ci pentiamo. Queste emozioni e atteggiamenti disturbanti possono farci agire in modi veramente distruttivi e dannosi per gli altri, anche autodistruttivi: alla fine siamo noi i perdenti.
Naturalmente, culture diverse definiscono e specificano le emozioni in modo diverso e queste emozioni comprendono una vasta gamma di sentimenti differenti. È come tagliare una torta in molte porzioni di varie dimensioni. Ad esempio, in lingua tibetana, che spesso deriva dalle definizioni buddhiste indiane, si parla solo di gelosia, mentre in occidente abbiamo differenziato la gelosia e l'invidia.
La gelosia è parte di un problema più grande
Quando analizziamo i rimedi suggeriti dal Buddhismo per affrontare la gelosia, vediamo che affrontano solo una piccola parte di un problema più ampio. Dobbiamo esaminare attentamente di cosa parla ogni cultura – perché potremmo applicare metodi buddhisti che non rientrano nella categoria della gelosia – per affrontare i problemi di fondo più grandi.
Il Buddhismo definisce la gelosia come parte dell'ostilità, dove ci si concentra sui successi degli altri, buone qualità, proprietà, famiglia e posizione, con l'incapacità di sopportare tali risultati. Quando siamo gelosi, non possiamo sopportare che altri abbiano compiuto o posseggano determinate cose, perché siamo in realtà molto attaccati alla nostra situazione. Pertanto, quando siamo gelosi, ci concentriamo specificamente o in generale sulle buone qualità altrui come l’intelligenza, il bell'aspetto, la ricchezza, il successo. Potrebbe essere che abbiano un figlio maschio e noi no. È insopportabile per noi e l'elemento emotivo più forte è il risentimento che l'altra persona abbia tutto ciò. Dato che siamo attaccati alla nostra situazione, in pratica siamo solo dispiaciuti per noi stessi. Questo è ciò che il Buddhismo intende per gelosia, il cui opposto è il rallegrarsi per il successo dell'altra persona.
Invidia: una combinazione di gelosia e bramosia
Ovviamente, le nostre esperienze di gelosia possono essere più ampie di così, e potremmo chiamare quanto sopra solo un tipo di gelosia. Pensando ad altri tipi, potremmo anche includere quella che chiamiamo "invidia". Nel Buddhismo questa è definita come un'altra emozione disturbante, la bramosia: un desiderio eccessivo, un desiderio davvero eccessivo per qualcosa che qualcun altro possiede.
Se cerchi "invidia" in un dizionario inglese, troverai che è una consapevolezza dolorosa e piena di risentimento per un vantaggio di cui gode qualcun altro, unita al desiderio di godere dello stesso vantaggio. Oltre ad essere incapaci di sopportare i risultati degli altri, vogliamo averli anche noi. Spesso, anche se non sempre, comporta anche qualcosa di più cattivo. L'invidia, come combinazione di gelosia e bramosia, porta spesso alla competitività. Alcuni di voi potrebbero avere familiarità con la presentazione di Chögyam Trungpa Rinpoche del quadro di consapevolezza dello spazio Maitri, in cui egli discute la gelosia come l'emozione disturbante che ci spinge a diventare altamente competitivi e a lavorare fanaticamente per superare gli altri o persino noi stessi.
Inoltre, potrebbe esserci un ulteriore desiderio che gli altri siano privati di ciò che hanno, come se non lo meritassero. Ad esempio, potremmo pensare: "Perché dovrebbero avere quel lavoro? Merito di averlo io, non loro!”. Non è così a volte? Secondo il Buddhismo, questa è un'emozione disturbante diversa e dobbiamo cercare in una diversa categoria per scoprire come affrontarla.
Chiaramente, quando sperimentiamo una di queste emozioni disturbanti potremmo etichettarvi "gelosia" e dobbiamo analizzare i nostri sentimenti al fine di elaborare una strategia per affrontarla e superarla. Quali sono tutti gli ingredienti dei nostri sentimenti? In altre parole, la "gelosia" è un po' troppo vasta; include così tanti aspetti e vedremo che copre anche più di quanto abbiamo discusso finora.
La corsa dei cavalli
Poiché siamo gelosi o invidiosi di ciò che gli altri hanno realizzato, spingiamo noi stessi o coloro che lavorano per noi a fare sempre di più. Un buon esempio è la concorrenza estrema che troviamo negli affari e nello sport, soprattutto in quest’ultimo! Il Buddhismo discute questo aspetto della competitività usando il simbolo di un cavallo per rappresentare la gelosia. Quando un cavallo corre contro altri cavalli, non può sopportare che un altro stia correndo più veloce. La visione buddhista accosta questo comportamento più al risentimento che alla gelosia, in cui il cavallo si risente davvero perché l'altro corre più veloce. In realtà non si parla in termini di una vera competizione per vincere, è più “Perché quel cavallo dovrebbe correre più veloce di me? Io devo essere il più veloce”. Ecco perché corrono.
Sebbene nel Buddhismo la gelosia sia strettamente legata alla competitività, non porta sempre alla competizione. Ad esempio, siamo davvero in competizione con quella donna o quell’uomo per conquistare la persona che vogliamo? Cosa potrebbe essere coinvolto qui? Se abbiamo una bassa autostima, potremmo essere gelosi degli altri senza nemmeno provare a competere, con un atteggiamento del tipo: “Non sono riuscito a trovare qualcuno che mi ami, quindi perché provarci? Non riesco proprio a trovare un buon lavoro, quindi perché candidarmi?” ma siamo comunque gelosi di quelli che hanno un buon lavoro.
D'altra parte, potremmo essere competitivi ma senza necessariamente essere spinti dalla gelosia. Ad esempio, ad alcune persone piace competere negli sport solo per divertimento ma non tengono il punteggio; non competono con nessuno. Tuttavia, il più delle volte associamo gelosia e competitività anche se nel Buddhismo scopriamo che sono considerate in modo molto diverso da quello in cui di solito pensiamo.
L'importanza di vedere gli altri in modo imparziale
Il grande maestro indiano Shantideva offre una presentazione in cui di solito siamo gelosi di coloro in una posizione più elevata, in competizione con i nostri pari e arroganti verso coloro in uno stato inferiore. L'intera discussione sul superamento della gelosia si inserisce nel contesto di imparare a vedere tutti allo stesso modo. Il vero problema è che non consideriamo tutti allo stesso modo. Questo è probabilmente molto diverso da come potremmo pensare di affrontarlo.
Io sono speciale
Fondamentalmente dobbiamo scendere al nostro concetto di "me", perché il Buddhismo sottolinea che il vero problema è che tutti noi pensiamo “sono speciale, sono migliore di tutti, sono il peggiore, gli altri pensano che io sia il peggiore ma si sbagliano”. L’ineguaglianza consegue dal pensare di essere speciali, il che significa che io non sono uguale a tutti gli altri e loro non sono uguali a me.
Possiamo considerarlo in termini di gelosia pensando di essere l'unica persona in grado di svolgere bene o correttamente un determinato compito, come insegnare al nostro amico a guidare così diventiamo gelosi quando qualcun altro glielo insegna. Oppure se siamo in classe e pensiamo di essere gli unici in grado di rispondere a una domanda diventiamo gelosi e feriti quando qualcun altro lo fa. Tutto ciò accade perché riteniamo di essere speciali. Dovrei farlo io, nessun altro. Questo comunque non porta necessariamente alla competitività.
Un altro esempio è quando pensiamo e sentiamo: “Sono l'unico che dovrebbe andare avanti nella vita. Dovrei essere io quello che vince, io sono quello che dovrebbe essere ricco”, diventando invidiosi se qualcun altro ci riesce. Quindi diventiamo competitivi e dobbiamo superare l'altra persona, anche se abbiamo già un certo successo.
C'è una grande differenza qui e dobbiamo analizzarla: quando non abbiamo qualcosa che un'altra persona ha, allora siamo gelosi. È leggermente diverso rispetto a quando abbiamo qualcosa ma siamo gelosi che l'altro ne abbia di più. In questo caso sono presenti avidità e competizione, e quindi useremmo una strategia diversa per affrontarlo. In ogni caso, dietro tutto ciò c'è un forte sentimento di "me" e una forte preoccupazione solo per "me": la realtà è che non consideriamo gli altri come facciamo con noi stessi. Noi siamo speciali.
Il rimedio è l'imparzialità
C'è una strategia che il Buddhismo offre per contrastare tutta questa gelosia, competitività e arroganza: vedere tutti uguali. In realtà non c'è niente di speciale in "me", perché tutti hanno le stesse abilità di base, cioè tutti noi abbiamo la stessa natura di Buddha, la capacità di svilupparci al massimo potenziale. Inoltre, tutti hanno lo stesso desiderio di essere felici e avere successo, e il desiderio di non essere infelici o fallire. Ognuno ha lo stesso diritto di essere felice e lo stesso diritto di non essere infelice. Non c'è niente di speciale in "me" in questo senso.
L’amore: che tutti possano essere felici e avere le cause della felicità
Colleghiamo tutto ciò con l'amore, definito nel Buddhismo come il desiderio che tutti siano ugualmente felici e abbiano le cause della felicità. L'amore è in realtà il modo di superare la gelosia. Quando capiamo che siamo tutti uguali nel possedere la natura di Buddha e iniziamo ad aprirci all'amore, siamo più aperti per vedere come ci relazioniamo con tutte le varie persone, sia che abbiano più successo di noi, sia che non l’abbiano affatto.
Shantideva insegna che sebbene qualcuno abbia molto più successo di noi, se desideriamo davvero che tutti siano felici, dovremmo rallegrarci ed essere felici del suo successo. Dovremmo anche cercare di aiutare i nostri pari affinché abbiano successo, piuttosto che competere con loro; ad esempio aiutando nello studio di un esame i nostri compagni di classe, piuttosto che prendere i libri dalla biblioteca solo per noi stessi in modo che non possano leggerli. Dovremmo cercare di aiutare coloro che hanno meno successo di noi a raggiungerlo invece di gongolarci e arrogantemente sentirci migliori di loro.
Emozioni che sorgono automaticamente e quelle basate sulla dottrina
Questi metodi buddhisti sono in realtà molto avanzati e sono particolarmente difficili da applicare. Questo perché ci sono due forme di emozioni disturbanti: quella che sorge automaticamente e che tutti, anche i cani, sperimentano. Se arriva in casa un nuovo bambino, il cane di famiglia può diventare geloso. Poi ci sono le emozioni disturbanti basate sulla dottrina, che si imparano da qualche sistema e che potrebbero provenire dalla propaganda, dalla religione, dalla cultura o da qualcosa nella società che ci insegna a essere gelosi. Il sistema insegna un certo modo di guardare il mondo che fa emergere la gelosia e la rende ancora più forte.
Se osserviamo ciò che sorge automaticamente, scopriamo che a quasi tutti i bambini spontaneamente piace vincere e piangono quando perdono; ciò è presente in modo innato in quasi tutte le culture. In occidente è difficile, perché la gelosia e la competitività sono incoraggiate, rafforzate e persino premiate da molti dei nostri valori culturali. Ad esempio, la cultura occidentale insegna il capitalismo come una forma naturalmente migliore di una società democratica, il che contamina il nostro modo di pensare, anche nelle relazioni personali. Alla base di ciò c'è la teoria della sopravvivenza del più forte che non mettiamo mai in discussione ma supponiamo che sia assolutamente corretta. Questo pone la competizione come forza trainante di base della vita piuttosto che, ad esempio, la convinzione buddhista che l'amore e l'affetto siano le forze dominanti.
Le difficoltà rinforzate nella cultura occidentale
Questa enfasi culturale occidentale sulla sopravvivenza del più forte supporta l'importanza del successo e della vittoria. Questa ossessione è ulteriormente rafforzata dagli sport agonistici e dalla glorificazione dei migliori atleti e delle persone più ricche del mondo. Questo non è qualcosa di nuovo; l'esaltazione dei ricchi e dei migliori atleti (pensa ai giochi olimpici) risale a molto tempo addietro nella nostra cultura e pervade ogni livello della società. Siamo ossessionati dal calcio e i giocatori di calcio sono i nostri eroi. È davvero divertente – non è Buddha il nostro eroe, bensì degli atleti. È divertente pensare che abbiamo un campione mondiale di boxe dei pesi massimi, ma non un campione mondiale di compassione. Sarebbe davvero interessante avere una Coppa del mondo di compassione!
Tutto questo pensiero è ancora più insidioso quando guardiamo al nostro sistema occidentale di votazioni per i nostri leader, che pure è basato sulla gelosia, sulla concorrenza e sulla vendita di sé stessi come candidati, pubblicizzando quanto siamo migliori dei nostri rivali. Anche questo metodo è considerato lodevole e come qualcosa che il mondo intero dovrebbe adottare.
È interessante immaginare cosa succederebbe se provassi a trasporre questi valori nella società tibetana. La società tibetana ama l'umiltà e non apprezza chiunque dica di essere migliore di qualcun altro: farlo è considerato un tratto davvero brutto della persona. La democrazia e la campagna elettorale per i voti sono qualcosa di totalmente alieno e non funzionano in quel tipo di società; nessuno voterebbe mai qualcuno che dica "Sono migliore di quella persona", invece, probabilmente dovresti dire: "Non sono così qualificato, non sono così bravo". È davvero molto diverso! Ciò sottolinea quanto siano culturalmente specifici i nostri valori, non sono universali. Sentiamo che il Dalai Lama si descrive come un semplice monaco che non sa nulla. È il Dalai Lama che lo dice!
Chiaramente, quando la gelosia, la competizione e l'orientamento al successo sono stati così fortemente incoraggiati dalla propaganda della nostra cultura che risale agli antichi greci e oltre, è difficile passare istantaneamente ai metodi buddhisti del gioire delle vittorie degli altri. Nei metodi di allenamento mentale buddhista, la pratica è quella di dare la vittoria agli altri e accettare totalmente la sconfitta su noi stessi. È una pillola davvero difficile da ingoiare per noi occidentali!
Rivalutazione dei valori culturali
Come occidentali, un buon modo per iniziare è rivalutare la validità dei nostri valori culturali insieme alle forme di gelosia e competizione basate sulla dottrina che abbiamo. Se analizziamo in profondità, possiamo vedere come ciò contamina le nostre relazioni personali e il modo in cui ci relazioniamo agli altri. Con la competizione, dobbiamo avere successo; pertanto, nelle relazioni personali, dobbiamo riuscire a ottenere il principe o la principessa più belli sul cavallo bianco, solo allora tutti gli altri ci ammireranno. Pensaci, quanti dei nostri genitori sarebbero davvero felici se sposassimo qualcuno davvero ricco, se scegliessimo qualcuno senza soldi ma davvero simpatico, forse non sarebbero così felici. Penso che molti in occidente, possono essere abbastanza gelosi quando qualcun altro ha un partner ricco e anche i genitori possono essere alquanto gelosi di famiglie i cui figli hanno sposato qualcuno di ricco.
Prima di tutto, è una buona idea rivalutare i nostri valori culturali, vedere se sono davvero cose che vogliamo accettare o se è solo una propaganda molto antica.
Un esempio che ci può aiutare a vedere la relatività della nostra gelosia e competizione basata sulla cultura è un mercato o un bazar indiano. In India e in Medio Oriente, e anticamente anche in occidente, si trovano mercati in cui vi sono file e file di bancarelle che vendono le stesse cose, dai vestiti, ai gioielli alle verdure e così via. Si siedono tutti uno accanto all'altro, bevono tè e chiacchierano tutto il giorno. Lo spirito è che tutto dipende dal karma, se andrà bene o no. Se va bene è per il karma e anche se non va bene è il karma.
Non pensano: "Come posso superare gli altri?". È una cosa basata sulla cultura. In realtà esiste una legge tedesca per cui non si può aprire un negozio accanto a un altro che vende esattamente lo stesso articolo; si può fare causa al proprietario per aver affittato quello spazio per lo stesso tipo di negozio. Ciò è molto relativo alla cultura. Potremmo pensare che il modo in cui facciamo le cose sia il modo in cui tutto il mondo le fa o dovrebbe farle. Dobbiamo superare questa idea.
Gelosia come intolleranza alla rivalità o all'infedeltà
Tutti noi proviamo una sorta di gelosia sul lavoro, con gli amici e così via. Tuttavia in occidente parliamo di una forma leggermente diversa di gelosia che ci provoca più sofferenza. Se cerchi "sofferenza" nel dizionario, troverai che è "intolleranza alla rivalità o all'infedeltà". Ad esempio, ci sentiamo gelosi se i nostri partner flirtano o passano molto tempo con altri, c'è intolleranza come se l'altra persona fosse infedele e volesse solo stare con qualcun altro, che è un rivale.
Un altro esempio che abbiamo già menzionato è quello del cane quando un nuovo bambino arriva in casa: il bambino rappresenta un rivale per l'attenzione del padrone, che dà le ossa al bambino e non al cane. Come nella gelosia così come definita nel Buddhismo, vi è un elemento di risentimento, con l'aggiunta di un forte senso di insicurezza e sfiducia.
Insicurezza
Come affrontare l'insicurezza è una discussione completamente diversa nel Buddhismo. Se siamo insicuri, quando un partner o un amico è con qualcun altro, diventiamo gelosi. Siamo insicuri di noi, della nostra autostima e del loro amore per noi. C'è anche una sfiducia nei confronti del nostro partner e il timore che questo "io" venga abbandonato.
Ancora una volta, per affrontare questo tipo di gelosia, dobbiamo prendere coscienza dell'uguaglianza di tutti, ma da un punto di vista leggermente diverso. In realtà, questo è un po' più facile da gestire per noi occidentali perché non è rinforzato culturalmente come altri aspetti. È qualcosa che sorge automaticamente e quindi non abbiamo bisogno di occuparci del bagaglio culturale, nessuno ci insegna a essere insicuri, anche se sono certo che alcune persone diranno che la nostra infanzia ha qualche influenza. Ad esempio, un bambino che viene costantemente portato sulla schiena o sul fianco dalla madre, come di solito avviene in Asia, si sentirà molto più sicuro di un bambino lasciato solo in una culla. Immagina cosa significa essere un bambino in un passeggino mentre la madre attraversa la strada: vedi tutte queste grandi macchine rumorose che passano, ma non vedi tua madre. Come può sentirsi sicuro il bambino? In un certo senso, l'insicurezza naturale è rafforzata culturalmente, ma questa è una discussione completamente diversa.
Rispetto all’insicurezza, dobbiamo pensare all'uguaglianza di tutti in termini di un certo aspetto della nostra natura di Buddha. Questo fattore è che il cuore ha la capacità di amare tutti. Questo può aiutarci molto con la gelosia perché vediamo che è perfettamente naturale per un amico o un partner avere la capacità di amare ed essere molto amichevole con molte persone, non solo con una. Per favore, non prendete questo come una legittimazione alla promiscuità. Invece di pensare che "io" sono quello speciale esclusivo che dovrebbe avere il posto più importante nel cuore del mio partner o amico, allarghiamo la situazione. In molti modi dobbiamo sviluppare compassione quando ci sentiamo così, perché non capiamo la capacità della natura di Buddha che permette di essere amichevoli e calorosi con tutti.
Non solo uno
Ho imparato per la prima volta questa interessante intuizione dall'astrologia. Siamo sempre alla ricerca di quello speciale e con l'astrologia potremmo abbinare i pianeti scoprendo quali pianeti fanno un buon aspetto per il nostro Venere. Ma se ci pensate, ci devono essere milioni e milioni di persone il cui Venere fa un aspetto positivo con il nostro Venere. Cosa c'è di così speciale in uno in particolare? Perché c'è solo un principe o una principessa là fuori che potrebbe amarmi?
È davvero importante imparare ad avere il cuore aperto a tutti. Se il nostro partner non è così, allora dovremmo provare compassione per lui; è qualcosa che deve imparare. Quando apriamo i nostri cuori, quella persona di cui siamo così gelosi quando sta con qualcun altro diventerà molto più piccola nelle nostre vite. Non sono gli unici al mondo che possiamo amare. Con il cuore aperto possiamo avere una quantità incredibile di amore per i nostri amici, per il nostro partner, per i nostri animali domestici, per i nostri genitori. Possiamo amare il nostro paese, le nostre persone, la natura, il nostro Dio, il nostro hobby, il nostro lavoro e la lista continua.
Possiamo occuparci di tutti questi oggetti del nostro amore perché il nostro cuore è in realtà abbastanza grande per tutti. Possiamo esprimere il nostro amore – e questo è un punto importante – in modo appropriato a ogni persona o cosa che amiamo. Ovviamente non esprimiamo il nostro amore per il nostro cane nello stesso modo in cui lo esprimiamo a nostro marito, a nostra moglie o ai nostri genitori. Non si sai mai, ma di solito non si hanno rapporti sessuali con tutti loro. In realtà, se il nostro partner sessuale è infedele o, anche se non fa sesso con altre persone, trascorre tutto il tempo fuori casa con altri amici, non è mai una risposta emotiva utile sentirsi gelosi o possessivi. Non aiuta la situazione.
Quando rispondiamo con gelosia e possessività è in parte influenzato culturalmente. Pensa a una moglie giapponese tradizionale e a una moglie occidentale tradizionale: sperimenterebbero in modo abbastanza diverso emotivamente la situazione in cui il marito esce molto con i suoi colleghi. La cultura è diversa, quindi dovremmo considerare quanto la risposta dipenda dalla cultura e quanto sia una risposta automatica e naturale. Questo può essere molto importante nei matrimoni di culture miste. Spesso tendiamo a minimizzare le influenze culturali nelle nostre emozioni. Questo è rilevante anche quando c'è una coppia composta da partner di diverse generazioni, perché potrebbero avere anche valori diversi.
Aprire i nostri cuori
È gelosia se pensiamo che l'amore e l’amicizia stretta possano essere esclusivamente con una persona e quindi, se quella persona ha un altro amico, allora non c'è posto per me. Dovremmo riconoscere che tutto questo si basa su un solido "io" che è speciale. Ma come è un Buddha che ama tutti gli esseri allo stesso modo?
Quando un Buddha è con una persona si concentra al cento per cento su quella persona. Sua Santità il Dalai Lama è un eccellente esempio di amore uguale per tutti, è con così tante persone diverse ogni anno, anche ogni giorno. Tutti coloro che lo incontrano esprimono la sensazione che quando sono con lui, è assolutamente concentrato su di loro e non in uno di quegli intensi modi inquietanti di fissare. Il suo cuore è totalmente, al cento per cento con te. Anche se si guarda intorno tra il pubblico, c'è in qualche modo questa sensazione di ‘wow’; ti fa quasi sentire speciale, ma non in modo strano ed egocentrico. È semplicemente perché è concentrato al cento per cento con il cuore su ogni persona che incontra, senza diluirlo solo perché ci sono moltissime persone. Ti senti quasi catturato dall’energia d'amore quando Sua Santità ti guarda; questo è ciò a cui dovremmo mirare!
È un punto incredibilmente importante: Sua Santità sottolinea sempre che il modo di superare emozioni come la gelosia, il risentimento e così via, è davvero attraverso la compassione e l’aprire i nostri cuori.
Ma è comunque difficile per la maggior parte di noi sul palco aprire i nostri cuori anche a una sola persona, quando non siamo sicuri che ci faranno del male così difficilmente li apriamo. Come possiamo passare da questo all’aprirci a tutti gli esseri nell'universo? Se lo facciamo lentamente e ci rendiamo conto che non c'è nulla di cui aver paura, che possiamo amare più di una persona, allora il dolore che una determinata persona non ci ama non sarà così grave. Dopotutto, non tutti amavano Buddha Shakyamuni, quindi cosa ci aspettiamo, che tutti ci ameranno?
Trovo questo esempio di Buddha Shakyamuni molto utile. Ci sono così tante storie su suo cugino Devadatta che lo odiava davvero; fu sempre geloso di Buddha e cercò in tutti i modi di fargli del male. È bene pensarci. Quando qualcuno ci critica o non gli piacciamo, cosa possiamo aspettarci? Guarda l'esempio moderno di Sua Santità il Dalai Lama e i cinesi. Immagina di avere un'intera nazione, un intero governo e tonnellate di propaganda in tutto il mondo che incoraggiano all’odio della nostra persona. Non è un grosso problema se non piacciamo a una persona o se se ne va con qualcun altro. Quando ne vedi la relatività, non è la fine del mondo. Pensa all'espressione inglese "l’oceano è pieno di pesci".
Senza paura
A volte c'è l'idea che, se apriamo i nostri cuori a molte persone, le nostre relazioni personali saranno meno appaganti. Ma non c'è nulla da temere. Saremo solo meno appiccicosi e meno dipendenti da ogni relazione affinché siano totalmente soddisfacenti. Potremmo trascorrere meno tempo con ogni individuo, ma ognuno sarà pienamente coinvolto.
Arriveremo anche a renderci conto che è come l’amore del nostro amico per noi. Non c'è motivo di pensare che se ha altri amici significa che il suo amore per noi è in qualche modo diluito. Perché le persone non dovrebbero avere molti amici? Ciò non significa che ce ne sarà meno per noi, come se l'amore fosse del cibo in un frigorifero, non è affatto così.
Smantellare il mito
Ancora una volta, è qualcosa di culturale l’avere questo mito secondo cui una persona sarà la combinazione speciale e perfetta per noi, l'altra nostra metà che ci completerà in ogni modo, con cui possiamo condividere ogni aspetto della vita. È un mito irrealistico che proviene dall'antico filosofo greco Platone, che disse che in origine eravamo tutti interi, ma a un certo punto fummo tagliati a metà. Questo fa sì che l'obiettivo nella vita sia quello di trovare l’altra metà perfetta che ci renderà di nuovo interi. Pare sia questo il mito sottostante all'intera storia occidentale del romanticismo. Sfortunatamente, proprio come babbo natale e il coniglietto pasquale, è un mito. Qui c’è il principe azzurro sul cavallo bianco, che è il concetto occidentale di romanticismo, ma non è lo stesso in altre culture.
Proiettiamo l'aspettativa che questa altra persona sarà la nostra metà. Così, quando non si fonde con noi, non trascorre tutto il suo tempo o non condivide tutti i segreti con noi, diventiamo gelosi, ci risentiamo e ci arrabbiamo. Se condivide qualcosa di minuscolo della sua vita con qualcun altro, diventiamo molto gelosi. Ma se ci pensiamo, è davvero piuttosto irragionevole aspettarsi di poter condividere ogni aspetto della vita con una sola persona. È più realistico trovare un gruppo che potrebbe condividere un nostro interesse, come lo sport. Perché dovremmo aspettarci che nostra moglie condivida il nostro interesse per il calcio?
È più interessante quando non condividiamo ogni singolo aspetto con una sola persona. Ci sono così tanti interessi diversi che le persone hanno ed è bello condividerli con persone diverse. In questo modo impariamo qualcosa; se non abbiamo questa mitica aspettativa di una relazione onnicomprensiva, allora riduciamo la nostra suscettibilità alla gelosia.
Smontare la gelosia
Abbiamo esaminato alcuni modi per iniziare a smontare i nostri problemi emotivi. Quando abbiamo un'emozione disturbante come la gelosia possiamo iniziare ad analizzarla, invece di renderla grande e solida. Se così facciamo, diventa qualcosa di solido e pesante tuttavia, quando iniziamo ad analizzare, vediamo che la gelosia è composta da parti diverse, come risentimento, avidità, aspettative irragionevoli. Qualcosa proviene dalla nostra cultura, c'è competizione, un po' di bassa autostima, insicurezza. Possiamo smontare queste componenti e non è più così pesante, non è più un grande mostro. Applichiamo strategie diverse per affrontare i diversi aspetti coinvolti.
La medicina potente per aprire il cuore
Nel Buddhismo, la comprensione della vacuità e di come esistono "io" e "tu" è considerata la medicina più potente che si possa applicare. Un'altra medicina potente, come sottolinea sempre Sua Santità, è quella di aprire il proprio cuore perché ci permette di vedere che abbiamo la capacità di amare tutti. Non si tratta di fare sesso con tutti, bensì di intessere una relazione calorosa, amichevole, aperta e soddisfacente con molte persone. Così, se una relazione non funziona, va bene. Possiamo sentirci tristi per l'altra persona in quanto non si rende conto che il cuore può essere aperto a molti. Un'ora con qualcuno in cui siamo totalmente lì con tutti i nostri cuori è molto più appagante di un'intera vita trascorsa con qualcuno quando i cuori sono totalmente chiusi.
Domande
Come possiamo aiutare una persona gelosa?
Dipende se la loro gelosia è rivolta a noi – non dedichiamo loro abbastanza tempo, ecc. – o a qualcun altro. Il rimedio generale per qualcuno che è geloso di noi, ad esempio, è turbato dal fatto che non trascorriamo mai abbastanza tempo insieme ma stiamo con altri, consiste nell’avere il nostro cuore completamente impegnato quando siamo con lui. Possiamo spiegargli: "Sto facendo molte cose, ma posso darti del tempo". È un modo per dire di no e fissare determinati limiti senza che si senta abbandonato. Certo, se sei sposato con qualcuno, allora è diverso; dovresti provare a fare colazione o qualcosa del genere ogni giorno. Potrebbe non essere molto, ma almeno possiamo dedicare al nostro coniuge un po’ di tempo.
Mia sorella mi chiede costantemente di chiamarla e io non lo faccio; la chiamo ogni sabato a una certa ora e su questo può contare, così parliamo per un'ora e io sto pienamente con lei per quell'ora. Anche così, durante la settimana mi chiede sempre di telefonarle e le dico semplicemente che le parlerò sabato. In questo modo non si sente abbandonata o respinta. Trovo che sia il modo migliore per affrontarla. Concedi a una persona un certo periodo su cui sa che può contare; durante il periodo in cui sei con lei non guardare sempre l'orologio, chiedendoti quando puoi andartene perché sei così impegnato. Invece, stai con lei al cento per cento, con il tuo cuore completamente lì. Questo aiuta molto. Le parole chiave sono "questo è il nostro momento speciale".
In una situazione in cui c'è competizione, non vuoi davvero passare un momento speciale con quella persona, specialmente se ho realizzato qualcosa o mi è stato assegnato qualcosa e lei ne è gelosa. Cosa fare?
È importante qui smontare l'identificazione dell'io con questa cosa. Il premio è solo un piccolo aspetto. Forse hai ricevuto un premio per lo sport, per l’università o per l'arte, ma puoi sempre notare che ci sono atleti, studiosi o artisti migliori di te. Ci sono milioni di qualità e qualcuno sarà sempre migliore nella maggior parte di loro rispetto a te. Inoltre, fai sapere che non è l'unica cosa che ti riguarda: “Mi conosci. Ci sono molte altre cose su di me oltre a questa per cui ho vinto un premio”.
Ma cosa succede se ci sono commenti maligni?
I commenti maligni di solito arrivano quando c'è una sensazione di bassa autostima. Indicando le aree in cui sono migliori di noi, rafforziamo la loro autostima. Ci sminuiscono solo perché si sentono attaccati perché loro non valgono nulla. Potresti voler sottolineare il prezzo che hai dovuto pagare per vincere il premio. Supponiamo che tu abbia dovuto allenarti in modo incredibile per vincere un evento sportivo, studiare o lavorare moltissimo e avresti voluto avere il tempo di fare quello che loro fanno. Non è che dovresti vantartene, "Io ho lavorato così tanto e tu no", ma rendilo più realistico, “Guarda, non è stato grandioso, ho fatto tanti sacrifici, non è stato così straordinario vincere”. Lo rendi relativo, abbassandolo dal livello elevato dove tutto è così meraviglioso. Inoltre, se ammiri in loro qualcosa che non hai, li poni al tuo stesso livello.
È anche importante non trasformarti in una vittima. Vi farò un esempio della mia vita: ho realizzato molto in termini di viaggi, studi e di lavoro. Spesso vecchi amici d’infanzia e delle superiori mi dicono che avrebbero voluto poter fare quello che ho fatto e realizzare quello che io ho. Dicono che tutto ciò che hanno fatto è stato creare un'azienda di successo e crescere una famiglia, cose del genere. Dico loro: "Però guarda il prezzo che ho pagato: non mi sono mai sposato, non ho mai avuto una famiglia" e loro dicono: "Beh, non è così importante". E io dico sempre: "Sì, anche questo è importante nella vita. Se metti tutta la tua energia in una cosa, non puoi metterla in qualcos'altro. Ammiro che tu abbia avuto le tue esperienze di vita. In questo modo puoi condividere con me ciò che hai imparato e io posso condividere con te ciò che ho imparato".
Quindi siamo su una base uguale, non c'è un "povero me" solo perché non mi sono mai sposato. Sono perfettamente felice della mia vita. Ma, mettendoci entrambi allo stesso livello, per il fatto che entrambi abbiamo raggiunto qualcosa, allora la gelosia e l'invidia sono totalmente diminuite. La chiave è avere e mostrare loro rispetto. In nessun modo sono una persona migliore per quello che ho fatto. Dobbiamo aiutare l'altra persona a vedere le sue qualità.
Questo è anche un aspetto salutare della gelosia. Ti fa lavorare per qualcosa o mettere in discussione il modo in cui hai fatto le cose prima.
Suppongo che potrebbe funzionare con alcune persone, potrebbe esserci un aspetto salutare della gelosia che fa sì che una persona lavori di più, una sorta di competizione. Non nego che questo potrebbe funzionare con alcune persone. Ma dobbiamo stare attenti qui perché stiamo giocando con il fuoco. Potrebbe facilmente portare a una pesante gara di competizione, dove cerchiamo di superare gli altri o noi stessi. Potremmo essere spinti a fare sempre meglio e a raggiungere il nostro meglio. Questo è un po' pericoloso perché rafforza fortemente il senso di "me": “Devo fare di meglio”. Perché? A causa del "me".
Nel Buddhismo c’è l’obiettivo di raggiungere l'illuminazione, il più alto stato di evoluzione possibile. La motivazione, tuttavia, non è mai perché vogliamo essere il meglio di ciò che possiamo essere. Siamo spinti a migliorarci in modo da poter aiutare meglio gli altri, non per gelosia, per competere con noi stessi. Questo è molto più sano e porta a emozioni meno disturbanti. Quando vogliamo fare sempre meglio per noi stessi, ciò aumenta le emozioni disturbanti; ci puniamo sforzandoci senza sapere quando riposarci. Certamente c'è molta saggezza in tutto il percorso mahayana.
In alternativa, una motivazione competitiva e gelosa è molto pesante dal punto di vista emotivo. Il senso di "non sono abbastanza bravo, avrei dovuto fare di meglio" è legato alla colpa. Raggiungere l'illuminazione per aiutare gli altri non è una gara. È utile avere modi strutturali per smontare le nostre emozioni in modo da poter vedere cosa è realmente coinvolto. Una volta fatto ciò, non dovremmo chiuderci in categorie, ma affrontare realmente le nostre vite.
Posso condividere la storia di una mia cara amica, una psichiatra di Philadelphia. Lavora con alcune persone molto violente tra i diciotto e i ventiquattro anni, che vivono nelle aree più depresse della città. Questa è la sua specialità ed è la più brava nel riuscire a gestire queste persone che la adorano e non vedono l'ora di parlare con lei. Sono dei senzatetto che hanno già diversi figli all'età di diciotto anni, alcuni hanno problemi di droga, prostituzione e altri sono sieropositivi. Nessun altro è in grado di connettere con queste persone, solo lei.
Naturalmente i suoi colleghi sempre si domandano quale sia il suo segreto, come può avere così tanto successo nel comunicare con questi giovani. Prima di tutto, dice, quando è con loro, è al cento per cento con loro e non ha limiti di tempo. Se tu dovessi semplicemente dire "Ok, il tuo tempo è scaduto, per favore vattene", non saprai mai se uno di loro prenderà una pistola e ti sparerà, perché possono essere davvero violenti. Quindi la prima regola è quella di stare davvero con loro; uno dei loro maggiori problemi è che nessuno ha mai avuto tempo per loro.
Quindi lei dice che non li mette in categorie; l'intero sistema psichiatrico si basa sulla compilazione di moduli per la compagnia assicurativa, perché è necessario compilare una diagnosi. Questa persona è schizofrenica e quella è qualcos'altro. Le categorie apprese a scuola possono essere utili non solo a fini assicurativi ma come utili linee guida su come affrontare i diversi disturbi. Tuttavia non è efficace pensare alle persone come a categorie; devi dimenticare tutto questo e avere a che fare con la persona, essere aperto ed esaminare la loro situazione individuale.
È lo stesso con i nostri problemi emotivi: c’è un'analisi o una strategia generale, ma poi ci occupiamo di noi stessi come semplici esseri umani. Non siamo una categoria standard ma esseri umani. È come se fossimo alcolisti, è importante identificare "Sono un alcolizzato", ma ciò che accade spesso è che siamo così bloccati nell'identità di alcolizzato che diventiamo dipendenti da gruppi di aiuto e così via. Siamo terrorizzati all’idea di lasciare i gruppi e andare avanti con le nostre vite. Sebbene all'inizio sia utile condividere la terapia con gli altri, è tuttavia cruciale che le persone si rendano conto di essere umani con molti aspetti e che bisogna andare avanti con la vita. Non dovremmo rimanere bloccati in una categoria ma vivere le nostre vite.
In sintesi
Se vogliamo superare le nostre emozioni disturbanti come la gelosia è davvero importante analizzare prima le nostre sensazioni. Esistono vari tipi di gelosia e, naturalmente, ognuno richiederà un metodo diverso per contrastarla.
Quando osserviamo più in profondità, arriviamo a renderci conto che la gelosia è in realtà solo un sintomo di un problema molto più grande. È solo perché siamo fondamentalmente confusi su come noi esistiamo e su come gli altri esistono che possiamo eventualmente diventare gelosi. A causa di questa confusione, diventiamo veramente attaccati alla nostra situazione, pensando che siamo sempre i perdenti e gli altri sono sempre i vincitori, o che gli amici dovrebbero sempre avere tempo per noi e non stare con gli altri.
Quando apriamo i nostri cuori e le nostre menti, capendo effettivamente come "io" esisto e come "tu" esisti, possiamo iniziare a creare una vita piena di relazioni soddisfacenti con una varietà di persone, facendo sì che diminuiscano i nostri sentimenti di gelosia.