Riaffermare la motivazione
Dobbiamo avere una motivazione adeguata per ascoltare gli insegnamenti, altrimenti perderemo un'opportunità per accumulare molta forza positiva e incorporare questo insegnamento nel nostro continuum mentale. Cerchiamo di non essere motivati dal voler migliorare la nostra situazione in questa vita, le nostre vite future o anche dal voler ottenere la liberazione solo per noi stessi. Piuttosto, cerchiamo di avere la piena motivazione dell'obiettivo di bodhichitta, desiderando di raggiungere l'illuminazione a beneficio di tutti gli esseri “Non li ascolto solo per il mio bene o per la mia liberazione, sto aprendo il mio cuore a tutti gli esseri per il desiderio di beneficiarli e di raggiungere l'illuminazione per loro” e “Proverò sicuramente a integrare tutti questi insegnamenti nel mio continuum mentale e a riconoscere tutti i miei stati mentali incontrollati, correggendoli gradualmente il più possibile”.
Se pensiamo a questi insegnamenti come semplicemente teorici, non saranno di grande beneficio. Invece, se li confrontiamo con i nostri stati d'animo e le nostre attitudini e pensiamo, “Sicuramente migliorerò me stesso; proverò davvero a capire i miei difetti e mi applicherò per correggerli”, questo sarà sicuramente di grande beneficio e un'esperienza molto più profonda.
La struttura di base del testo
L'addestramento dei nostri atteggiamenti è articolato in sette punti, il primo dei quali riguarda le pratiche preliminari. In tibetano, abbiamo i termini "struttura supportante" e "ciò che è supportato da essa". È come una casa, gli arredi e le persone all'interno. Allo stesso modo, in un mandala il palazzo del mandala è la struttura supportante e le figure all'interno sono ciò che è supportato da esso. Nel nostro caso, i preliminari sono come il palazzo del mandala e gli insegnamenti principali sono come le figure di divinità supportate da questi. Quindi non pensare che i preliminari costituiscano solo la fase iniziale, qualcosa di cui possiamo dimenticarci in seguito: sono le basi che supportano tutto il resto degli insegnamenti e sono sempre presenti. In questo caso, il principale insegnamento vero e proprio è lo sviluppo di bodhichitta. Questo è il secondo dei sette punti.
Esistono bodhichitta convenzionale (bodhichitta relativa) e bodhichitta più profonda (bodhichitta ultima). Bodhichitta convenzionale è una mente o un cuore finalizzato alla verità convenzionale (relativa, superficiale, apparente) di tutti gli esseri e dell'illuminazione; mentre bodhichitta più profonda è una mente mirata alla loro verità più profonda, al loro vuoto o alla totale assenza di modi impossibili di esistere. Questi sono i due stati mentali e atteggiamenti nei confronti della vita che sicuramente svilupperemo nei nostri continua mentali.
Mentre praticheremo queste due bodhichitta per tutta la vita incontreremo circostanze diverse, a volte favorevoli a volte no. Se non abbiamo coraggio, quando incontriamo circostanze che non sono favorevoli, potremmo scoraggiarci e pensare di arrenderci. In quel caso, è necessario disporre di menti e cuori molto saldi e stabili, in modo da poter far fronte alla situazione. Dobbiamo pensare e sentire: “Bene, circostanze così brutte come queste accadono nella vita. Cosa aspettarsi dal samsara? Ma posso gestirle. Non sono un grosso problema, un grande pericolo". Se le nostre menti sono stabili in questo modo, possiamo gestire qualsiasi circostanza difficile che possa sorgere senza essere mai scoraggiati. Se possiamo trasformare nel percorso tutte queste circostanze negative e non favorevoli, diventeranno parte del nostro sentiero spirituale. Quindi, ovviamente, non sono pericolose, non possono farci del male e diventiamo molto stabili nella nostra pratica. Questo è un metodo estremamente vantaggioso ed esteso.
Gli altri cinque dei sette punti sono:
- Trasformare le circostanze avverse in un percorso verso l'illuminazione
- Condensare la pratica in una vita
- La misura dell’aver allenato i propri atteggiamenti
- Le pratiche strettamente connesse per l'allenamento mentale
- I punti in cui allenarsi per l'allenamento mentale.
Con questo arriviamo al testo radice dell’Allenamento mentale in sette punti. Come struttura di base per questi insegnamenti sull'allenamento dell'atteggiamento e come parte dei preliminari, ci occuperemo prima della preziosa rinascita umana, quindi della morte e dell'impermanenza, della causa e dell'effetto comportamentali, e quindi dei problemi e della sofferenza del samsara. Questi sono i quattro punti dei preliminari che costituiscono la base di supporto per la formazione dei nostri atteggiamenti. Sono comunemente conosciuti come i "quattro pensieri che rivolgono la mente al Dharma".
Un testo di allenamento dell'attitudine di Panchen Yeshe Gyaltsen presenta i preliminari in stile kadam, dalla sofferenza degli stati di rinascita peggiori e poi, dopo averci riflettuto, al prendere una direzione sicura nella vita. In questo stile, la direzione sicura si inserisce nella discussione dei vari stati di rinascita. Con vari metodi come questo, possiamo includere tutti gli insegnamenti di lam-rim sugli stadi graduali del percorso all'interno della struttura di questi quattro preliminari.
Esistono diverse presentazioni e modi per ordinare i punti del lam-rim, penso che tutto dipenda dalle varie disposizioni dei discepoli. Ad esempio, ne I tre aspetti principali del sentiero (Lam-gtso rnam-gsum) Tsongkhapa presenta due livelli di rinuncia: l’allontanarsi definitivamente dal completo coinvolgimento da questa vita e quindi l’allontanarsi definitivamente dal completo coinvolgimento dai benefici delle vite future. Nei suoi testi di lam-rim più estesi Tsongkhapa presenta tre livelli di motivazione, uno dei quali è la rinuncia e non parla di due livelli di rinuncia.
Quindi, anche se in alcuni lam-rim il pensiero della sofferenza degli stati di rinascita peggiori ci porta immediatamente a prendere una direzione sicura qui, quando pensiamo ai diversi punti, siamo portati direttamente a bodhichitta. Pensiamo alla preziosa rinascita umana che ci conduce direttamente a bodhichitta, quindi pensiamo alla morte e all'impermanenza e anche questo ci porta direttamente allo sviluppo di bodhichitta. La presentazione di tutte le varie sofferenze generali e specifiche dei diversi reami possono anch’esse portarci alla realizzazione di bodhichitta. Questo è un modo speciale di presentare i vari punti del lam-rim nei testi di allenamento mentale.
Lo schema si riferisce alla pratica durante la sessione di meditazione e tra le sessioni. Ciò significa che non ci impegniamo nella pratica del Dharma solo quando siamo seduti a gambe incrociate e recitiamo varie preghiere ma poi per il resto del tempo ce ne dimentichiamo e la scartiamo. Manteniamo la pratica sia durante la nostra seduta formale che dopo.
È come caricare una batteria. Quando siamo effettivamente seduti nelle nostre sessioni rendiamo le nostre menti, i nostri cuori e i nostri atteggiamenti più chiari e più forti in modo da poterli usare in seguito, così come ricarichiamo una batteria in modo da poterla usare in seguito. Proprio come c'è il momento in cui carichiamo la batteria e il momento successivo quando usiamo la sua energia elettrica, c'è il momento in cui facciamo le nostre sessioni di meditazione accumulando la nostra carica di energia e poi il tempo in cui la usiamo, durante la nostra vita quotidiana. Non è che siamo religiosi durante le nostre sessioni di meditazione e poi agiamo in modo totalmente irreligioso nel mezzo; dobbiamo essere coerenti e cercare di portare le nostre menti, a tutti i diversi livelli, a comportarsi in accordo agli insegnamenti.
Ovviamente tutti vogliono essere felici e cercano di seguire dei metodi diversi per realizzare quella felicità. Naturalmente tutti hanno delle necessità di base, tuttavia cerchiamo proprio di eliminare i tentativi di voler realizzare questa felicità attraverso metodi indisciplinati, che fanno del male agli altri, cercando di trarne vantaggio. Dobbiamo pensare a ciò che stiamo facendo: se siamo molto arroganti, sfruttiamo e inganniamo gli altri per ottenere qualche profitto per noi stessi, dobbiamo pensare “Qual è il vantaggio reale a lungo termine? Mi porterà la felicità che desidero? Se ottengo questo profitto ingannando gli altri, mi aiuterà davvero a lungo termine?” In questo modo ci si convince “L’usare metodi disonesti come questo si rivolterà contro di me. Quando le persone agiscono in modo molto arrogante, cercando di trarre vantaggio dagli altri, tutti le considereranno molto volgari, nessuno vorrà stare dalla loro parte o sarà d'accordo con quello che stanno facendo". Questo è abbastanza chiaro. Possiamo vedere gli svantaggi che ci sono nell'essere una persona ingannevole e disonesta.
Dopo che avremo finito le nostre sessioni e incontreremo gli altri, potremmo avere l'impulso di agire con arroganza o inganno: proprio allora dobbiamo essere consapevoli di ciò a cui abbiamo riflettuto durante le nostre sessioni e pensare “Oh, no! Ho visto nelle mie sessioni di meditazione che non va bene se agisco in modo disonesto nei confronti di questa persona e provo a imbrogliarla. Non è di beneficio per alcuno” e quindi ci tratteniamo. In quel momento ci tratteniamo dall'agire in modo negativo o distruttivo: questa è la pratica effettiva tra le sessioni, quando usiamo effettivamente le buone abitudini che abbiamo sviluppato durante le nostre sessioni di meditazione. Se agiamo con molta attenzione e integriamo bene la meditazione e il periodo post meditativo, scopriremo che la meditazione servirà a migliorare il nostro comportamento tra le sessioni, e le attività post meditative contribuiranno a migliorare le nostre meditazioni. Giorno dopo giorno, riscontreremo un miglioramento.
Dobbiamo esaminare il nostro comportamento. Se beviamo alcolici o fumiamo sigarette, dobbiamo cercare di migliorare noi stessi e sbarazzarci di queste attività negative che sono così autodistruttive. Se ogni volta che vediamo una sigaretta pensiamo ai suoi svantaggi, la metteremo da parte, decideremo di ridurre a una o due sigarette al giorno e alla fine raggiungeremo un punto in cui, dal fumare sempre meno, diventiamo disgustati anche dall'odore del fumo di sigaretta. Se ci pensiamo, il fumo è un grande spreco di tempo e denaro: pensate allo spreco di tutti i soldi che spendiamo per questo, il tempo trascorso a parlarne o, quando incontriamo qualcuno che fuma, fumare e spettegolare. A tutti i livelli, l'abitudine al fumo è inutile.
Lo stesso vale per gli alcolici, così come per tutti i tipi di tratti odiosi della personalità che potremmo avere come essere prepotenti, arroganti o ingannevoli. Cerca di ridurli il più possibile e alla fine sbarazzartene vedendoli come abitudini negative.
Cosa fare prima di iniziare una sessione di meditazione
All'inizio della sessione di meditazione è molto importante esaminare la nostra motivazione del perché stiamo meditando. Dobbiamo riaffermare la direzione sicura della nostra vita come indicata da Buddha, Dharma e Sangha, e riaffermare il nostro obiettivo di bodhichitta. Lo facciamo visualizzando gli oggetti della direzione sicura e così via, in accordo al lignaggio di Lama Serlingpa. Così prima esaminiamo e riaffermiamo le nostre motivazioni e poi, in un luogo adeguato alla meditazione, prepariamo il nostro sedile di meditazione.
Pulire il luogo ove si medita
Innanzitutto dobbiamo pulire il luogo in cui mediteremo. Questo fa una grande differenza nella chiarezza delle nostre menti, nel livello di rispetto che proviamo e mostriamo agli oggetti della nostra meditazione, e influenza anche la nostra salute. È molto importante mantenere pulite le nostre case, le nostre stanze e predisporre una sorta di offerta. Mentre spazziamo e puliamo, vari pensieri possono aiutarci come "Mentre pulisco questo pavimento, pulisco la mia mente". Non dobbiamo pensare che lo stiamo solo rendendo piacevole per noi stessi, ma anche per mostrare rispetto agli oggetti di rifugio e la pratica.
Allestire un altare e organizzare le offerte
Quando allestiamo l’altare e le offerte non lo facciamo per impressionare gli altri ma per contribuire al processo di miglioramento di noi stessi al fine di beneficiare tutti gli esseri senzienti, vale a dire tutti gli esseri limitati. Dovremmo avere altari umili con rappresentazioni di corpo, parola e mente dei Buddha. Se abbiamo ciotole d’oro e d’argento, allora metà della nostra mente penserà al valore di questi oggetti preziosi e solo metà di essa alla pratica.
C'è una famosa storia di Geshe Benkungyal, che viveva in una grotta meditando. Una volta, quando il suo maestro stava andando a trovarlo, predispose offerte molto speciali. Poi esaminò la sua motivazione e vide che lo stava facendo solo perché tutti potessero dire che grande praticante fosse. Realizzando questo, gettò della cenere su tutte le sue offerte e il suo maestro quando lo vide disse che Geshe Benkungyal aveva gettato la cenere alle otto situazioni transitorie della vita e aveva fatto un'offerta molto pura.
Prima di diventare un grande praticante di Dharma, Ghesce Benkungyal fu un noto ladro. Dopo essere diventato un praticante, un giorno si recò a casa di un benefattore che aveva preparato delle offerte e poi era uscito. A causa del suo istinto di ladro, Geshe Benkungyal vide che la sua mano era protesa per rubare gli oggetti, allora la afferrò immediatamente e gridò: "Vieni presto, ho catturato un ladro".
Questo è esattamente il modo in cui dobbiamo praticare il Dharma. Quando notiamo che stiamo cedendo a una tendenza negativa, dobbiamo coglierci in flagrante e smettere di agire in quel modo. Il punto principale del Dharma consiste nell’adottare misure preventive e, non appena ci accorgiamo che stiamo per fare qualcosa che sappiamo essere improprio, nel fermarsi. Così se riusciamo a ricordare "Sua Santità ha detto, durante quel discorso, di non fare qualcosa del genere", allora quando ti sorprendi a farlo, puoi fermarti.
È come l'esempio del bere, che è la radice e la causa di così tanti problemi, anche se ovviamente è molto delizioso. Se pensiamo "Non mi interessa niente" diventeremo viziosi, ci abitueremo a fare cose negative e ad essere insensibili. Questo perché quando ci ubriachiamo, agiamo in modo tale da non essere nemmeno consapevoli di ciò che stiamo facendo. Poi quando la gente dice "Quando eri ubriaco parlavi così male, dicevi bugie oltraggiose e agivi in modo davvero scandaloso, e ora non ricordi niente" è estremamente imbarazzante. Ci prendiamo completamente in giro quando siamo ubriachi.
Il punto principale del Dharma è l'adozione di misure preventive e, non appena ci accorgiamo che stiamo per fare qualcosa di sbagliato o improprio, dobbiamo fermarci o impedirci di farlo. Dobbiamo applicare tutto ciò che sappiamo, come l'esempio molto calzante di Geshe Benkungyal. La sua pratica del Dharma era molto chiara e ovvia: immediatamente e in un modo piuttosto drammatico si fermava dall’agire in modo negativo.
Il punto principale nel Dharma è lavorare costantemente sul miglioramento delle qualità interne, non sul miglioramento esterno. Quindi, per quanto riguarda le offerte non è necessario che siano esteriormente così impressionanti da sviluppare orgoglio. Milarepa fece le migliori offerte: non aveva nulla di esterno da dare, ma mise il suo cuore totalmente nella pratica del Dharma.
Non dovremmo fare di tutto per ostentare i nostri altari acquistando immagini molto costose, in questo modo perdiamo completamente il punto. Il Dharma serve per migliorare le nostre menti, non per inscenare un grande spettacolo esteriore. Se riceviamo in dono varie immagini, ovviamente possiamo esporle. Migliore è l'offerta, maggiore è beneficio. Tuttavia non dovremmo fare del nostro meglio solo per impressionare le persone – specialmente con i dipinti delle thangka tibetane, come souvenir per impressionare le persone. Cerca di comprare solo quelle che hanno le proporzioni e le caratteristiche standard adeguate, se compriamo qualcosa che non è in accordo con la tradizione, allora se qualcuno potrebbe dire "Questa immagine di Buddha è molto brutta" e noi accumuleremo forza e potenziale negativi perché siamo la causa di tali parole. Dobbiamo essere molto precisi con le immagini corrette e tradizionali, ma non per impressionare le persone. Se i nostri preparativi e le nostre disposizioni sono molto semplici, possiamo semplicemente porvi una foto del nostro mentore spirituale. Ciò renderà le nostre menti molto felici e noi mostreremo rispetto.
Sedere con la postura corretta
Dobbiamo sedere su sedili adeguati, nella posizione corretta. La cosa migliore sarebbe riuscire a restare seduti nella posizione completa del loto o del vajra, ma se questa fosse scomoda possiamo semplicemente sedere a gambe incrociate, il modo usuale in cui la maggior parte di noi si siede, e se anche questa è scomoda possiamo sederci su una sedia. Il punto principale è lavorare sulle nostre menti, non necessariamente sui nostri corpi. Ma se possiamo sederci a gambe incrociate, è molto meglio.
Non oscillare avanti e indietro o inclinarti a destra e a sinistra, ma piuttosto siediti dritto e fermo. Naturalmente se non ci sentiamo bene è un’eccezione, ma fondamentalmente dobbiamo sedere diritti senza agitarci. Soprattutto quando facciamo le nostre pratiche dobbiamo sederci molto dritti e non muoverci: se ci muoviamo dondolando avanti e indietro mentre proviamo a concentrarci, il movimento oscillatorio provocherà un’oscillazione nelle nostre menti e avremo una maggior deviazione mentale. Spesso riscontriamo che quando recitiamo testi a memoria, dondoliamo avanti e indietro, la maggior parte di noi tibetani lo fa, ma non siamo i soli: anche molti musulmani fanno così quando recitano il Corano. Quando gli stranieri vedono i tibetani recitare testi, lo trovano molto strano perché alcuni oscillano avanti e indietro, mentre altri vanno da una parte all'altra.
Circa quindici anni fa c'era un geshe che era un grande yogi e che aveva vissuto sulle montagne del Tibet. Quando venne in India, mi chiese di dargli alcune iniziazioni: io fui terribilmente impressionato dal fatto che durante l'intera iniziazione non si fosse mosso nemmeno un po’: se ne abbiamo la capacità dobbiamo mantenere questo tipo di postura che viene dalla forza dell’assorbimento concentrativo.
Se portiamo gli occhiali possiamo esaminare se notiamo qualche differenza nell’indossarli o meno durante la meditazione. Ad esempio io quando indosso gli occhiali ho maggiore chiarezza, ma quando non li porto provo una maggiore stabilità e posizione della mia mente. Prova a osservare che differenza fa.
Prendere una direzione sicura e riaffermare la nostra motivazione
Successivamente esaminiamo i nostri stati mentali e, da uno stato mentale particolarmente positivo, prendiamo una forte direzione sicura e riaffermiamo il nostro obiettivo di bodhichitta. Pensiamo: "Sto prendendo una direzione forte e sicura nella mia vita con il rifugio. Dedico il mio cuore all'obiettivo di bodhichitta, all'illuminazione, all'aiutare tutti gli esseri, e compirò questa pratica per costruire una forte forza positiva per raggiungere tale obiettivo".
Poiché è utile avere una sorta di aiuto visivo, visualizziamo gli oggetti della direzione sicura, che possono essere immagini molto elaborate e particolareggiate o semplicemente un Buddha, e immaginiamo di ricevere ondate di ispirazione da loro. Un aiuto visivo che rende la ricezione dell'ispirazione grafica aiuta a creare una sensazione più forte.
La vera direzione sicura è indicata dai veri arresti (vere cessazioni) e dai veri sentieri della mente (veri sentieri) dei continua mentali degli arya, gli esseri altamente realizzati. Indipendentemente dal fatto che siamo in grado di visualizzare chiaramente il campo dei meriti o meno, dobbiamo tenere a mente quali sono gli aspetti principali che costituiscono la direzione sicura nella vita: le vere cessazioni e i veri sentieri della mente. Possiamo visualizzare vari tipi di campi per costruire una forza positiva (campi di merito), ma la cosa principale è mantenere una sensazione molto forte di avere una direzione sicura verso cui andare; non solo pronunciarne le parole, ma per avere una forte fiducia in ciò che è reale, ovvero che le Tre Gemme preziose e rare indicano la direzione più sicura da prendere nella vita e noi intendiamo totalmente continuare a proseguire in quella direzione.
In Tibet seguiamo una combinazione di Hinayana, sutra Mahayana e Tantrayana. Quando prendiamo una direzione sicura nel tantra, dobbiamo pensare che stiamo ricevendo anche tutte le iniziazioni dagli oggetti della direzione sicura. Ecco perché iniziamo la formula del rifugio con "Prendo la direzione sicura nei lama, nei guru". Questo perché immaginiamo di ricevere l’iniziazione da loro. I nostri maestri spirituali sono coloro che ci prendono per mano, ci sostengono e ci portano lungo il sentiero nella direzione sicura e affidabile indicata dalle Tre Gemme. Così iniziamo con il mentore spirituale con il quale abbiamo effettivamente un coinvolgimento personale e che ci mostra la direzione sicura del rifugio, e quindi prendiamo la direzione sicura in Buddha, Dharma e Sangha. Poi, per distinguere la nostra pratica come Mahayana, riaffermiamo il nostro obiettivo di bodhichitta.
Offrire la preghiera in sette rami
Iniziamo quindi con la direzione sicura, continuiamo con l'obiettivo di bodhichitta e proseguiamo visualizzando il campo dei meriti offrendo la preghiera in sette rami: prostrazioni, offerte e così via. Esistono molti modi diversi di compiere questa preghiera in relazione alla pratica del sutra o del tantra. Possiamo anche offrire la preghiera in sette rami in relazione ai vari tipi di guru-yoga e ai vari Buddha (divinità, yidam). La tradizione Gelug, ad esempio, li offre nel contesto di Le cento divinità di Tushita (dGa-ldan lha rgya-ma), in cui la figura principale visualizzata è Tsongkhapa.
In alternativa, possiamo visualizzare semplicemente il nostro maestro spirituale o il Buddha, oppure possiamo fare la pratica nel contesto dello yoga in sei sessioni: ci sono molti modi per farlo. Alcuni delle strofe dell'offerta in sette rami provengono da sutra che si occupano del comportamento del bodhisattva, in particolare dal Sutra della ghirlanda fiorita (mDo Phal-cher, scr. Avatamsaka Sutra). Qualunque sia la preghiera in sette rami che usiamo, dobbiamo focalizzare chiaramente le nostre menti sui diversi punti e sul loro significato, e quindi concludere con una preghiera di dedica. Queste sono le procedure insegnate da Lama Serlingpa, il maestro di Atisha.
In ultimo facciamo varie richieste per essere in grado di volgere le nostre menti al Dharma, per essere in grado di trasformare tutto in un sentiero di Dharma e per essere effettivamente in grado di mettere in pratica tutto ciò.
Offrire un mandala
Per quanto riguarda la presentazione del mondo che offriamo come un mandala, tradizionalmente consiste nel monte Meru, nei quattro continenti e così via, come nelle scritture indù. Ricordo che una volta durante un pellegrinaggio in India mi sono imbattuto in un tempio indù che non ricordo esattamente dove fosse; aveva un murale del monte Meru e dei quattro continenti, abbastanza simile al nostro. Quindi offriamo gli oggetti disposti davanti a noi e immaginiamo il monte Meru, i continenti e così via, e offriamo anche questi: non è necessario avere un piatto di mandala molto elaborato e nemmeno la visualizzazione deve essere del tutto fedele ai testi di abhidharma. Potrebbe essere come il mondo reale.
Non possiamo negare che il mondo sia rotondo. Noi stessi possiamo effettivamente vedere la curvatura della terra. Il modo in cui il mondo è descritto nei tempi moderni è confermato dalla nostra percezione, dai nostri occhi; sarebbe assurdo negarlo e insistere sul fatto che il mondo sia esattamente come descritto nella Tesoreria della conoscenza (mDzod, scr. Abhidharmakosha). Ciò di cui ci occupiamo qui non è tanto la confutazione della presentazione scientifica del mondo o di quella nella Tesoreria della conoscenza, il punto è offrire il mondo nel suo aspetto più splendido e bello, offrire qualcosa di molto piacevole, sviluppare forza positiva e uno stato mentale costruttivo. Dobbiamo tenere a mente questo atteggiamento quando offriamo un mondo come mandala. Dal momento che il nostro maestro spirituale e le migliaia e milioni di Buddha sono conosciuti come il campo più grande o particolarmente illustre per la creazione di forza positiva, offriamo loro il mandala.
La sana relazione con il maestro spirituale
Questo ci porta a una relazione salutare e a un’appassionata dedizione verso il nostro maestro spirituale (devozione al guru), ai vantaggi di un tale impegno e agli svantaggi dell’andare contro di esso.
Se vogliamo imparare ora a cucire o dipingere immagini di Buddha, dobbiamo impararlo da qualcuno osservandolo mentre lo fa in modo da poter seguirne l'esempio e provare a farlo da soli: abbiamo bisogno di un insegnante. Questo vale anche per l'allenamento spirituale: è estremamente importante fare affidamento su un insegnante, un mentore spirituale, in modo sano, con un impegno sincero nei suoi confronti. Per fare questo, dobbiamo meditare profondamente al fine di sviluppare una convinzione e una fiducia molto forti verso il nostro mentore spirituale, in relazione all’aspetto del metodo o della saggezza della nostra pratica. Se sviluppiamo questa convinzione di fiducia in relazione all’aspetto della saggezza e della consapevolezza discriminante, allora dobbiamo esaminare le varie ragioni della necessità di sviluppare piena fiducia e speranza in lui o in lei.
Solo se abbiamo piena fiducia e speranza in un mentore spirituale, saremo in grado di trarre ispirazione da lui o lei, altrimenti al di là dell’impegno che porremo nella consapevolezza discriminante, non avremo alcuna ispirazione per svilupparla. Non importa quali buone qualità e qualifiche un maestro spirituale possieda, se non abbiamo la ferma e fiduciosa convinzione che le possieda effettivamente non trarremo ispirazione da lui. Non importa quante offerte facciamo o quante preghiere gli rivolgiamo, i nostri cuori non saranno ispirati o toccati.
Prima dobbiamo conoscere i requisiti per avere una salutare e appassionata dedizione nei confronti del maestro spirituale. Nei suoi testi di lam-rim Tsongkhapa espone le qualità e le qualifiche del mentore spirituale e del discepolo, la misura e i benefici del fare affidamento su di lui in modo sano, e gli svantaggi di non farlo.
In primo luogo ci sono le qualifiche del maestro spirituale che bisogna conoscere molto bene per poi verificarle. Quali sono le sue qualità di corpo, parola e mente, le sue realizzazioni, è erudito? Che cosa pratica? I maestri spirituali non sorgono semplicemente da sé: è sbagliato pensare che si siano generati da sé, nessuno di loro è già istruito dalla nascita.
Un'incarnazione (tulku) non è necessariamente un lama e un lama non è necessariamente un'incarnazione. Non esiste una pervasione logica tra i due. "La (bla)", la prima sillaba di "lama", la traduzione tibetana della parola sanscrita guru, mentore spirituale, significa "alto", "superiore" o "grande", come nell'espressione "lana-mepa (bla-na med-pa)" che significa "niente di più alto" o "niente di più grande". Indica qualcuno che ha realizzazioni altissime e grandiose, un insegnante superiore, qualcuno con grandi qualità, non solo qualcuno grasso che è grande in peso! Un lama è qualcuno con grandi capacità e qualità, non solo qualcuno con un grande nome o titolo.
Le qualifiche del mentore spirituale devono essere complete, sia in termini di conoscenza scritturale che di realizzazione effettiva. Un maestro qualificato deve possederle entrambe, e non deve essere qualcuno incline alla rabbia, anche se conosce molto bene i testi. Abbiamo bisogno di qualcuno che abbia tutte le buone qualità e la conoscenza, che viva secondo gli insegnamenti e che possa spiegarli chiaramente agli altri.
Il lam-rim dice "Un maestro spirituale è qualcuno che è disciplinato, con una mente calma, stabile e una profonda comprensione, ha qualità superiori, è entusiasta, conosce molti insegnamenti, comprende pienamente il vuoto, è abile nel spiegarlo, è amorevole, e perseverante”. Allo stesso modo, i discepoli devono avere un interesse sincero nell'apprendimento e nel migliorare sé stessi. I testi dicono di non insegnare il Dharma a coloro che non sono sinceramente interessati o che hanno solo curiosità intellettuale.
Cerchiamo di realizzare il guru yoga. "Yoga" in questo contesto significa integrarsi con la cosa reale, cioè integrare i nostri corpo, parola e mente con le buone qualità di corpo, parola e mente del nostro maestro spirituale e del suo lignaggio di maestri spirituali, che sono "la cosa reale". Facciamo richieste per essere in grado di sviluppare lo stesso tipo di realizzazioni, comprensioni e ottenimenti del nostro maestro spirituale. Il guru yoga è questo: integrarsi con la cosa reale rappresentata dal guru.
Per entrare pienamente in questa pratica dobbiamo riflettere sui benefici del fare affidamento su un mentore spirituale qualificato in modo sano, con fiducia e impegno, e sugli svantaggi di non averlo, di perderlo o abbandonarlo.
Dobbiamo poi pensare a quali potrebbero essere i modi effettivi di relazionarsi e fare affidamento su un mentore spirituale in modo sano, con un impegno sincero. Questo riguarda le nostre menti o gli atteggiamenti nei suoi confronti, il nostro modo di comportarci, le nostre azioni. In termini di menti o atteggiamenti, dobbiamo avere una stabile fiducia che il maestro spirituale sia un Buddha, sapendo cosa significa effettivamente, e quindi essere consapevoli della sua gentilezza, con profondo apprezzamento e gratitudine. In termini di azioni, fondamentale è mettere in pratica esattamente ciò che ci consiglia, mostrare rispetto e aiutarlo. Come disse Milarepa "Non ho oggetti materiali da offrire al mio mentore spirituale, ma posso mostrare il mio apprezzamento per la sua gentilezza impegnandomi a praticare esattamente ciò che dice". Un maestro mahayana è qualcuno che non è interessato a ricevere offerte materiali bensì una pratica sincera dal discepolo.
Praticare esattamente ciò che consiglia il maestro implica che lui possieda delle qualifiche assolute, totali e complete. Tuttavia è difficile trovare una tale persona: come si dice negli insegnamenti, non guardare la persona ma ciò che dice. Il mentore spirituale potrebbe essere qualcuno senza molte o elevate realizzazioni, ma dobbiamo esaminare ciò che dice e vedere se è significativo.
Dobbiamo controllare i suoi insegnamenti e testarne qualità e qualifiche. Non è bene accettare un insegnante spirituale come nostro mentore e poi scoprire che ha dei difetti e commette errori, e a causa di ciò poi allontanarsene: questa è una situazione molto dolorosa e sfortunata. Dobbiamo esaminarlo molto attentamente fin dall'inizio, come si dice negli insegnamenti, prima di impegnarci con qualcuno.
La mente senza inizio
Il testo continua dicendo che, dopo questi preliminari e durante le nostre sessioni di meditazione, dobbiamo riflettere che da tempo senza inizio siamo sotto il potere e l'influenza delle nostre menti e le nostre menti sono sotto il potere e l'influenza di emozioni e atteggiamenti disturbanti.
Cosa intendono i vari insegnamenti dicendo "da tempo senza inizio"? Altri sistemi che parlano della creazione del mondo presentano un inizio, la creazione; qui invece le cose non sono presentate come aventi un inizio assoluto: "da un tempo senza inizio" significa dalle infinite rinascite precedenti.
C'è una bambina di tre anni nel Punjab che ricorda con precisione molti dettagli della sua vita precedente: la sua famiglia, cosa è successo e così via. Ci sono molti altri casi simili a questo di bambini che ricordano o riconoscono chiaramente cose e persone delle loro vite passate: sono alcune prove dell'esistenza di vite passate.
Quando parliamo di vite senza inizio, parliamo di mente senza inizio, del continuum mentale. La mente è definita come pura chiarezza e consapevolezza, ma il semplice conoscerne la definizione non è sufficiente; in realtà è importante essere in grado di riconoscere e identificare questa funzione di chiarire, nel senso di formare apparenze o rappresentazioni mentali delle cose, ed esserne consapevoli nel senso di impegnarsi cognitivamente in esse. Anche la mente è qualcosa che non ha inizio. È importante stabilire la sua esistenza e la sua relazione con il corpo fisico: non è qualcosa di fisico, ma è legata al corpo fisico; non è una sostanza, né un prodotto fisico. Inoltre ci sono diversi livelli mentali, da grossolani a molto acuti. È il continuum del suo livello più sottile che risale a innumerevoli vite, senza un inizio.
Buddha disse che se la mente fosse qualcosa creata ex novo, o al contrario un fenomeno effimero che va e viene, o creato da un dio, sarebbe molto difficile domarla e controllarla. D'altra parte se pensiamo che la mente esista da un tempo senza inizio e le esperienze derivino da impulsi karmici basati su azioni precedenti, allora possiamo applicare vari metodi per domarla.
Dobbiamo esaminare i processi effettivi di come acquisiamo informazioni e arriviamo a conoscere i fenomeni. Può sembrare che l'informazione arrivi dall'esterno, da qualcosa che i nostri occhi vedono, che le nostre orecchie ascoltano o qualcosa del genere. Come ora, sono seduto qui e guardo questo monaco anziano dai capelli bianchi di fronte a me. Sembra che ci sia una sorta di coscienza che sta osservando, stabilendo la connessione con le informazioni visive e accertando l'oggetto specifico visto. Questo perché mentre guardo quell'oggetto, posso vedere cose che sono nella mia visione completa e chiara. Ma la mia mente non percepirà l'oggetto con certezza se sta pensando a qualcosa che mi è successo stamattina. Sebbene tutto appaia intorno a me, la mia mente non sarà diretta a ciò. Quindi le informazioni sembrano provenire dai vari sensi e sembra esserci anche un certo fattore di prestare attenzione, che ovviamente implica un processo mentale.
Non dobbiamo affidarci, tuttavia, a quanto descritto dai testi ma dobbiamo esaminare i fenomeni in base alla nostra esperienza prendendo in considerazione anche la moderna spiegazione scientifica dei fenomeni, in termini di presentazione del cervello, del suo funzionamento attraverso i sensi, di come le sue diverse parti sono coinvolte con diverse funzioni mentali e così via. Dobbiamo cercare di capire come funziona la mente in termini di esperienza personale in aggiunta alla spiegazione scientifica. Ciò richiederà sicuramente molte indagini.
È sicuramente possibile ottenere una prova di come funziona l'intero processo in accordo alla spiegazione del Buddha e alla presentazione scientifica del cervello e tutto il resto. Lo stesso vale per come funziona la memoria e la relazione tra mente e materia. Ad esempio sebbene in tibetano la prima sillaba delle due parole Cina e India sia la stessa ("Gyanag" e "Gyagar"), la seconda sillaba è differente: quando noi tibetani le ascoltiamo, pur non essendoci davvero nulla di fisico in esse che possa influenzare la nostra risposta, immediatamente, semplicemente ascoltando la parola Cina, ci sentiamo tesi, mentre ascoltando la parola India, le nostre menti si sentono un po’ più rilassate. Allo stesso modo udendo le parole Tenzin Gyatso immediatamente le vostre menti si sentono felici e pensate "fantastico". Se sentite le parole Mao Zedong pensate: "Quel bastardo". In ogni caso, non c'è nulla di fisico in ciò tranne suoni di consonanti e vocali, ma c'è una sorta di relazione con il modo in cui funzionano i nostri sentimenti e le distinzioni che abbiamo compiuto in passato e i concetti che conosciamo.
È estremamente importante indagare su ciò, comprese le immagini visive e il modo in cui ci appaiono. È simile a ciò che accade quando si sente il nome "Tenzin Gyatso" e le sensazioni che lo accompagnano. Prova ad indagarlo scientificamente ed osserva come avviene. Anche se in realtà non è presentato in questo modo negli insegnamenti buddhisti, osserva quale processo avviene nel cervello, poiché sembra che il cervello sia molto coinvolto in tutto questo, ed altre parti diverse sono coinvolte nella percezione visiva e uditiva. Osserva cosa succede nei sogni. Non possiamo negare questi aspetti che coinvolgono le funzioni cerebrali, perché sono tutti stabiliti attraverso la scienza. Come quando qualcuno dorme e non avverte un piccolo rumore, ma se il suono è forte allora c'è qualche reazione fisica anche se la persona dorme. Dobbiamo indagare e vedere chiaramente come tutto funziona effettivamente in base ai risultati della scienza e come questi si possano adattare agli insegnamenti.
Anche il cervello è sicuramente coinvolto nella memoria, e accade lo stesso per la percezione extrasensoriale, come la percezione di ciò che potrebbe accadere in futuro, che deriva dall'ottenere un assorbimento concentrativo (samadhi). Tali argomenti sono spiegati nelle scritture e in realtà ci sono persone che le sviluppano. Un continuum mentale che ha sperimentato qualcosa che è accaduto in precedenza è in grado di avere alcuni avvertimenti su ciò che accadrà in seguito, ma solo se quel continuum ha una relazione interdipendente con i due eventi. È possibile sviluppare la chiaroveggenza e fornire alcune previsioni per il futuro, ma se non c'è relazione tra un evento futuro e la continuità della coscienza, allora non si è in grado di prevedere nemmeno un accenno di futuro. La chiaroveggenza non nasce dal nulla; si basa sulle varie cause e circostanze nel continuum mentale dell'individuo che la possiede.
Evoluzione
Quando studiamo i diversi livelli di coscienza è bene non fermarci solo al livello di sutra ma considerare anche il tantra, che descrive il livello più sottile della mente che viene dalle vite precedenti e passa alle successive. Ad esso è connesso il livello più sottile del corpo, che è il vento energetico più sottile che accompagna sempre quel livello della mente. Il "me" è qualcosa che può essere etichettato su entrambi come base per la definizione, ed è questa combinazione che viaggia dalle vite passate alla presente e a quelle future.
In ogni vita la mente e il corpo più sottili, attraverso un processo di evoluzione, diventano progressivamente più grossolani man mano che iniziano a connettersi con gli elementi della materia grezza. In termini di evoluzione generale nel contesto di questa era del mondo, le scritture descrivono come, all'inizio, gli esseri originali vivessero solo di concentrazione assorbita e non avessero bisogno di mangiare. Alla fine tuttavia mangiarono cibi sempre più grezzi e acquisirono corpi progressivamente più grossolani. Ora dobbiamo indagare se questo riguarda proprio tutti nel momento in cui la vita inizia a emergere in un'era del mondo o solo determinati esseri in un dato momento.
Guardando il Tibet pensiamo a noi stessi come ai discendenti di varie divinità che si sono accoppiate con le scimmie e che le persone si sono evolute da costoro. La scienza parla di forme di vita più semplici che si evolvono in forme più complicate ed è così che si sono evoluti gli umani. Io stesso ho fiducia in entrambe queste teorie sull'evoluzione. Per quanto riguarda le date delle prime persone in Tibet, ci sono prove scientifiche che le persone erano lì prima del tempo del Buddha Shakyamuni. Gli scavi archeologici hanno trovato ossa umane e altri resti a Chamdo e Kongbo, risalenti a tremila anni fa. Al contrario, Buddha predisse che duecento anni dopo la sua morte una nuova generazione di esseri avrebbe vissuto nella Terra delle Nevi. Come è possibile conciliarle?
È anche provato che un tempo ci fosse un lago nella regione di Lhasa, perché nel 1956 un gruppo di rilevamento geologico rinvenne fossili di vita vegetale, delle foglie di un albero cadute nel lago e preservate nel fango sul fondo: c'era ovviamente un lago e una foresta ai suoi margini; il lago si ritirò gradualmente e alla fine si prosciugò e sulle sue ultime vestigia fu eretto il tempio Tsuglagkang. La previsione del Buddha non negava ci fossero state persone oltre i confini del lago, indicava solo che una nuova generazione di persone sarebbe venuta nella regione e avrebbe vissuto sulla terraferma che sarebbe emersa dal centro del lago, e questo non contraddice le prove scientifiche di uomini preistorici a Chamdo e in altri luoghi del Tibet prima di quel periodo. In tal maniera dobbiamo indagare il significato di questi fatti nelle scritture e nella scienza.
Per quanto riguarda la teoria dell'evoluzione che insegna lo sviluppo progressivo di forme di vita complesse partendo da quelle più semplici, Buddha Shakyamuni venne per insegnare come raggiungere uno stato mentale beato e duraturo, non per insegnare se il mondo era rotondo, quadrato o triangolare. All'interno del corpus degli insegnamenti del Buddha ci sono alcuni commenti sulle origini di popoli e luoghi specifici, ma questo non è l'argomento principale. I punti principali riguardano il karma, la coscienza umana e come generare felicità duratura all'interno di quel flusso mentale. Un Buddha insegna sempre in termini di ciò che è in accordo con la disposizione delle persone e il loro modo di pensare. Se si adatta al loro modo di pensare può insegnare che le cose hanno un'esistenza permanente, mentre ad altri insegnerà che non ce l’hanno.
In precedenza in Occidente le persone si uccidevano a vicenda per il giusto concetto che avevano del mondo: nessuno avrebbe creduto che il mondo fosse rotondo, ritenevano fosse piatto e per questo si uccisero. Il punto dell'insegnamento del Buddha non è assolutamente di generare una mente che crede che il mondo sia piatto o rotondo, ma centrale nei suoi insegnamenti sul tempo senza inizio è il concetto che la mente è senza inizio. Se non stesse parlando della mancanza di inizio della mente, non avrebbe molto senso discutere la sua mancanza di inizio in generale. È sulla base della mente senza inizio che deriva la discussione della relazione della mente con il corpo in termini di karma. Nella continuità generale della mente senza inizio vari tipi di corpi vanno e vengono, sia a livello individuale che a livello mondiale. La discussione sulle vite senza inizio e sulla mente senza inizio deve basarsi sulla logica e sul ragionamento, ed è qualcosa che in tal modo può essere verificato con certezza. È importante fare un grande sforzo per investigare questi punti con la logica.
Assorbire la mente in stati positivi
Dal momento che ognuno di noi ha un continuum mentale individuale e senza inizio, in quale direzione sta andando? Quali sono i fattori che influenzano il contenuto della sua esperienza? Constatiamo che da tempo senza inizio siamo stati sotto l'influenza di attaccamento, ostilità e ingenuità, quello cioè che si intende con l'espressione "alimentato da altro" o "essere sotto l'influenza di altri fattori": in altre parole, la mente non è sotto il nostro controllo ma è controllata da questi altri fattori, varie emozioni disturbanti, afflizioni, inconsapevolezza (ignoranza) e così via. Poiché le nostre menti non sono domate, compiamo ogni sorta di azioni distruttive che portano diverse conseguenze karmiche, le quali perpetuano questi schemi di comportamento e aggiungono ulteriori problemi. Sperimentiamo l'infelicità e la sofferenza come ciò che matura dalla forza karmica negativa, giunta come conseguenza delle nostre azioni distruttive: abbiamo agito in quel modo a causa degli impulsi karmici distruttivi sorti nelle nostre menti, per il fatto che queste non sono sotto il nostro controllo. Quindi è necessario tenere sotto controllo le nostre menti, non lasciarle vagare sotto l'influenza di emozioni e atteggiamenti disturbanti ma, al contrario, nutrire comportamenti costruttivi e positivi.
Per poter applicare le nostre menti a scopi costruttivi, dobbiamo renderle flessibili e funzionali in modo da poterle applicare a piacimento a qualsiasi cosa desideriamo. Per renderle funzionali abbiamo bisogno di impiegare le varie tecniche di allenamento della mente attraverso la meditazione che, attraverso la ripetizione e la familiarizzazione, sviluppa come un'abitudine certi stati mentali positivi, che rendono flessibili le nostre menti in modo da poterle applicare ad altri stati costruttivi.
Tuttavia, se vogliamo farlo, le nostre menti devono essere stabili: indipendentemente dall'oggetto o dallo stato mentale che mettiamo a fuoco, se le nostre menti non restano concentrate su di esso con stabilità, non saremo in grado di familiarizzarle con questo stato e integrarlo come parte delle nostre menti.
Ad esempio, se stiamo cercando di sviluppare un’inclinazione alla compassione, le nostre menti devono effettivamente rimanere concentrate, con stabilità, su quello stato: se la mente è totalmente immersa in un'emozione, un atteggiamento o uno stato d'animo in generale, costruisce una grande forza per rimanere in quella direzione. Quando attraverso la meditazione proviamo a fortificare l’inclinazione verso la compassione, se sorgono pensieri di impermanenza o di sofferenza e problemi, questi interferiscono nel momento particolare del tentativo di concentrarsi sulla compassione, sebbene ciò in linea teorica possa essere di aiuto. Dobbiamo immergere le nostre menti e assorbire la nostra concentrazione totalmente, in modo univoco, nell'oggetto della meditazione.
Prima di essere in grado di immergere e assorbire le nostre menti nello stato che vogliamo sviluppare come abitudine positiva, dobbiamo prima accertarne la vera natura, sapere di cosa si tratta, correttamente e con certezza. Solo sulla base di un forte riconoscimento e accertamento di questo stato possiamo sentirci sicuri di immergere le nostre menti in esso. Allo stesso modo dobbiamo avere una forte fiducia nella necessità di sviluppare questo stato mentale. Consideriamo l'esempio della compassione: con una meditazione discriminante (analitica) dobbiamo pensare in anticipo: "La compassione è qualcosa che devo assolutamente sviluppare per queste ragioni"; quando poi le esaminiamo una ad una, svilupperemo una convinzione molto forte e sicura della compassione. Solo così possiamo assorbire completamente le nostre menti durante la meditazione concentrativa e provarne la reale utilità.
Il testo discute i benefici del compiere tre sedute di meditazione durante il giorno e tre di notte, della necessità di trovarsi in un luogo isolato e tranquillo durante le sedute e nei momenti tra le stesse: se udiamo rumori forti che ci causano pensieri disturbanti, le nostre menti saranno agitate e non saremo in grado di concentrarci correttamente. Inoltre, come dico ai monaci e alle monache, dobbiamo occuparci dello stato delle nostre menti in generale: a tal proposito, il testo afferma anche che un'altra circostanza favorevole alla meditazione è non cenare. Naturalmente è una situazione ben diversa se constatiamo che i nostri corpi non stanno ricevendo abbastanza nutrimento e ci sentiamo molto deboli per il non mangiare dopo pranzo: dobbiamo prendere in considerazione le realtà fisiche dei nostri corpi. Se tuttavia ne siamo capaci, allora sarebbe più favorevole alla meditazione digiunare alla sera, come spiegato in maggior dettaglio nei due testi lam-rim di Tsongkhapa.
I preliminari: la preziosa rinascita umana
Il primo dei sette punti per allenare la mente sono i preliminari, che sono la base portante e che sono:
- la preziosa rinascita umana,
- la morte e l’impermanenza,
- causa ed effetto comportamentale o karma,
- le sofferenze o i problemi dell'incontrollabile ciclo dell’esistenza, il samsara.
Il testo ora parla del primo preliminare, la preziosa rinascita umana. Per prima cosa dobbiamo riconoscere le otto libertà e le dieci ricchezze. Le libertà, o fortune, sono stati temporanei di libertà dalle otto situazioni sfortunate.
[Nota: tra le otto situazioni sfortunate che impediscono la pratica del Dharma, le quattro situazioni non umane sono le rinascite come
- un essere intrappolato in un regno senza gioia (creatura infernale),
- uno spirito che si afferra disperatamente (fantasma affamato),
- una creatura strisciante (animale),
- un essere divino dalla lunga vita (dio).
Le quattro situazioni umane sfortunate sono le rinascite
- come un barbaro in una regione di confine selvaggia,
- in una terra dove il Dharma non è presente,
- con gravi difficoltà di apprendimento,
- con una istintiva visione distorta della vita che nega ciò che è vero.
Tra le dieci situazioni che arricchiscono che consentono la pratica del Dharma (le dieci ricchezze), le cinque situazioni personali sono la rinascita
- come un umano,
- in una regione buddhista centrale,
- con facoltà complete,
- senza dover sperimentare le ripercussioni dell'aver commesso le azioni distruttive più estreme,
- con istintiva fiducia in ciò che è vero.
Le cinque situazioni sociali che consentono la pratica del Dharma sono la rinascita
- in un luogo e un tempo in cui sia giunto un Buddha,
- ove abbia insegnato il Dharma,
- ove il Dharma sia ancora preservato,
- con una comunità monastica che segue l'esempio del Buddha,
- con altri che supportano compassionevolmente la comunità monastica.]
La prima di queste situazioni sfortunate è quella di pensare in maniera distorta e contraria: coloro che affermano che la chiaroveggenza è impossibile – o nemmeno considerano la possibilità di rinascere in una situazione in cui siano presenti gli insegnamenti del Buddha – sono del tutto incapaci di perseguire la pratica del Dharma, e talvolta diventano disperati al punto di suicidarsi.
Fortunatamente non è il nostro caso: siamo in salute, con un corpo florido e una sana intelligenza per poter capire. Ad esempio, qui con noi ci sono alcuni occidentali; in tibetano li chiamiamo "persone dai capelli biondi", ma alcuni sono mori, altri rossi e alcuni addirittura calvi! Ed anche le persone nate in Cina potrebbero non avere l'opportunità di praticare il Dharma eppure gli stranieri qui presenti, sebbene nati in un paese in cui non sia ancora presente, hanno sentito parlare del Dharma e dei suoi vantaggi e sono venuti qui per imparare.
Sorge un dibattito, se coloro che vengono dall'America provengano dal continente settentrionale poiché in tal caso gli ostacoli karmici sono molto pesanti, ma ciò non è in discussione. Secondo i sutra, le persone del continente settentrionale non hanno proprietà né possedimenti – e in America le persone sono molto possessive riguardo la loro ricchezza e status materiale! Sembra inoltre che ci sia un grande interesse verso il Buddhismo negli Stati Uniti a causa della forte immigrazione da luoghi come Cina, Giappone e Vietnam e del retaggio buddhista dei genitori, ma ci sono anche molti americani che sono entrati in contatto con il Buddhismo tibetano e in loro è sorto l’interesse.
Tutto questo fa parte della discussione di una delle situazioni sfortunate da cui il prezioso corpo umano è libero. La rinascita con un tale corpo è difficile da raggiungere, e se anche rinascessimo come esseri umani le possibilità di incontrare il Dharma sarebbero poche e, se perfino avessimo incontrato il Dharma, potremmo perderne l’opportunità se fossimo gravemente handicappati o con serie difficoltà di apprendimento e, anche se non fossimo gravemente disabili, potremmo ancora essere nati con un atteggiamento estremamente distorto e antagonista, e ciò ostacolerebbe davvero la nostra possibilità di sviluppo.
È utile osservare ognuna di queste diverse situazioni sfortunate e pensare con quanta facilità saremmo potuti nascere in un tale stato e quanto siamo fortunati ad esserne liberi: quando riflettiamo fermamente su questa situazione di libertà da una condizione sfortunata, allora sviluppiamo un grande senso di felicità e sollievo che fa parte di questa meditazione.
Tra le dieci ricchezze, nascere come umani, in un'area centrale e così via, ci sono quelle che riguardano la sfera personale e anche quelle che coinvolgono la sfera sociale, come nascere in un momento in cui un Buddha è giunto, in cui prosperano i suoi insegnamenti, in cui ci sono mecenati e persone che li praticano.
Noi tutti abbiamo queste otto situazioni fortunate, o libertà, che sono le più importanti; potrebbe invece essere difficile soddisfare tutte le qualifiche delle dieci ricchezze: ecco perché in vari testi spesso si parla di questo corpo di grande libertà e fortunato, perché questo è ciò che tutti noi possediamo. Il punto fondamentale è che abbiamo questa grande opportunità, questa preziosa vita umana che non dobbiamo sprecare, ma farne buon uso.
Come possiamo effettivamente trarre vantaggio da questo prezioso corpo umano? Le persone del continente settentrionale sono escluse da queste ricchezze e libertà – solo quelle degli altri tre continenti. Pensando all'importanza di questa preziosa base operativa che abbiamo, possiamo raggiungere con essa tutti gli stati purificati di bodhi: vale a dire gli stati purificati di un arhat o un essere liberato della classe shravaka o pratyekabuddha, o lo stato purificato di un Buddha. Questo prezioso corpo umano è la base da cui si può effettivamente raggiungere uno di questi grandi obiettivi spirituali; al di fuori di esso non esiste altra base con cui poter sviluppare un forte obiettivo di bodhichitta; è qualcosa di assolutamente essenziale per praticare i sentieri tantrici, come spiegato nella presentazione degli stadi dal grande maestro Nagabodhi, discepolo di Nagarjuna.
La preziosa vita umana che abbiamo in questo continente è un corpo di azioni. Viviamo in questa terra di azioni – questo continente meridionale – ove, in base alle diverse azioni, siamo in grado di avere una vita più breve o più lunga e possiamo raggiungere varie cose in questa vita: questa preziosa vita umana è qualcosa di estremamente potente e, se in aggiunta possediamo le otto buone qualità maturate, allora quando pensiamo alle loro cause individuali e alla loro natura, aumenteremo la nostra capacità di raggiungere tutti i nostri obiettivi. Avere un tale potenziale e gettarlo via è un vero spreco, è come possedere un prezioso cimelio d'oro da poter usare come base finanziaria per sostenere le nostre vite ed invece sprecarlo: sarebbe triste.
[Nota: le otto buone qualità maturate (rnam-smin-gyi yon-tan brgyad) per una preziosa rinascita umana sono:
- avere una lunga vita,
- un piacevole aspetto fisico,
- un’eccellente origine familiare o casta,
- ricchezza,
- parola attendibile,
- potere e influenza,
- un corpo fisico forte, una grande resistenza e una mente forte o una grande forza di volontà,
- essere maschio, che in una società tradizionale significa avere maggiori opportunità.]
Quando ci rendiamo conto che sprecare questo prezioso corpo umano, anche solo per un momento, sarebbe una perdita estrema, siamo consapevoli della nostra preziosa rinascita umana. Le scritture si riferiscono ai grandi vantaggi della preziosa rinascita umana come al seme per coltivare ogni tipo di qualità e a un grande gioiello che ci conduce ad ogni ottenimento. Come Shantideva disse ne Impegnarsi nella condotta del bodhisattva: “Se avendo ottenuto una fortuna del genere non creo l’abitudine ad essere costruttivo, non c’è auto inganno e stoltezza più grandi di questo… Avendo ottenuto una rinascita fortunata, così difficile da trovare, se (ora) che sono in grado di discriminare cado ancora una volta nei reami senza gioia, significherebbe non aver avuto una mente adesso, sarebbe come essere stregati da un incantesimo di un mantra. Se non so che cosa mi causa tanta stupidità che cosa c’è dentro di me?”.
Questa citazione di Shantideva assomiglia a ciò che disse Aryashura: “Una volta che abbiamo questa preziosa opportunità non dobbiamo gettarla perché, se dovessimo cadere in uno stato insopportabile, come quello di un essere intrappolato in un regno infernale senza gioia, non avremmo alcuna possibilità di migliorare la nostra condizione”. Quindi dobbiamo pensare a quanto siamo fortunati, che siamo in una situazione in cui possiamo effettivamente fare qualcosa per quello che ci accade.
Se questo prezioso corpo umano con le sue otto libertà e i dieci ricchezze fosse qualcosa facilmente ottenibile più e più volte, non sarebbe così triste: come un bambino, potremmo pensare: "Se non lo comprendo oggi o domani, sarò in grado di farlo comunque presto". Se così fosse sarebbe diverso, ma la realtà è che una preziosa vita umana è estremamente rara e difficile da ottenere. Per capirlo dobbiamo prima esaminare la causa e l'effetto: se le cause non fossero rare, nemmeno il risultato lo sarebbe, ma purtroppo le cause stesse sono molto rare.
La filosofia e la visione di base del Buddhismo è che tutto nasce in modo dipendente da qualcos'altro: tutte le cose provengono da cause. Una preziosa rinascita umana non è qualcosa che nasce dal nulla, ma come risultato di cause: gli esseri umani viventi provengono dagli spermatozoi e dagli ovuli dei loro genitori, che a loro volta provengono da spermatozoi e ovuli precedenti e così via, attraverso il processo di evoluzione. Gli esseri si sono sviluppati nel contesto di un universo emergente che a sua volta è nato da un periodo precedente in cui un tale universo ancora non esisteva. Procedendo così attraverso cicli che seguono a cicli via via più remoti, tutti questi risultati derivano da molteplici cause, in base al diverso karma di quei vari esseri. E come le diverse forme di vita nell'universo trovano la loro origine in diverse cause, lo stesso vale per i nostri continua mentali individuali e le forme di vita che assumono: le azioni che abbiamo compiuto in passato hanno determinato, come effetto delle stesse, le nascite che abbiamo avuto, e ciò che facciamo in questa vita determinerà le nostre rinascite future.
Il nostro continuum mentale non rimane sempre lo stesso. È diverso per un laico e un monaco o una monaca che hanno preso i voti: costoro hanno un interesse speciale nel dedicare tutta la loro vita al Dharma, e quello che compiono è l'effetto dei voti sul loro continuum mentale, i vari allenamenti, restrizioni e così via, che provengono dai Buddha. Ciò avviene attraverso un processo di cause: un monaco potrebbe ad esempio pensare che, se anche come monaco segue determinate discipline, se la sua mente è afflitta da atteggiamenti disturbanti, potrebbe perdere questa opportunità. Dobbiamo fare un uso adeguato del tempo e delle opportunità che abbiamo: non appena ci svegliamo la mattina, ripetiamo e recitiamo le nostre preghiere, e se la nostra mente inizia a vagare, proviamo a riportarla indietro. Non possiamo perdere l'occasione, anche a costo di doverci schiaffeggiare la faccia per tornare al punto della meditazione!
Dovremmo in particolare stare attenti alla rabbia: se ci arrabbiamo con gli altri, come dice Shantideva in Impegnarsi nella condotta del bodhisattva, questo devasta tutta la forza positiva che abbiamo accumulato nel nostro continuum mentale; dice anche che le cause della rabbia sono molte perché non solo ci arrabbiamo con le persone che ci irritano, ma diventiamo anche insofferenti con gli uccelli che cinguettano ad alta voce! Ci arrabbiamo così facilmente senza motivo che dobbiamo fare attenzione a essere consapevoli di questa nostra tendenza alla rabbia: vediamo qualcosa di sfavorevole e ci arrabbiamo, i cani ci tengono svegli di notte e ci arrabbiamo con loro per non averci fatto dormire! Tuttavia, con i comunisti cinesi che cercano di giustificare l'uccisione, la tortura e la sofferenza che infliggono alla gente, non siamo così cattivi: almeno facciamo un tentativo di essere religiosi, di compiere cose buone e di essere sul sentiero giusto.
Potremmo aver studiato e di conseguenza provare un grande orgoglio pensando che conosciamo molto bene i testi, che siamo dei grandi insegnanti, che tutto può cadere sulle nostre spalle, che potremo insegnare a tutti: se abbiamo quel tipo di mente orgogliosa, e soprattutto se la nostra motivazione all’insegnamento è arricchirsi e diventare molto famosi, sprechiamo completamente il nostro apprendimento e tutto sarà stato inutile. Le persone che non seguono correttamente il percorso spirituale sono come un asino esausto che si ferma lungo il sentiero e non può muoversi o fare ulteriori progressi.
I cinesi, che non affermano alcuna religione e si criticano a vicenda, non sono peggiori di alcuni di noi monaci qui, che si suppone siano immersi in pratiche religiose e invece passano il tempo criticando quel monaco lì che ha fatto questo o quello, e quel monaco là che ha fatto quest'altro. Agire in questo modo crea un potenziale ancora più negativo dei cinesi che fanno lo stesso ma senza affermare alcuna religione.
Se non consolidiamo le cause in questa vita per ottenere una preziosa rinascita umana in futuro, tale rinascita sarà molto difficile da ottenere. Possiamo esaminarne la rarità sia in termini naturali che numerici, come ad esempio il fatto che ci siano molti più insetti rispetto agli umani. Anche senza prendere in considerazione gli esseri intrappolati nei regni senza gioia (esseri infernali) e gli spiriti che si afferrano (spiriti famelici), dal momento che non possiamo effettivamente vederli, non è ancora possibile contare con precisione il numero di animali e insetti in questo mondo: dal punto di vista del numero effettivo di individui in ciascuna forma di vita, possiamo osservare quanto piccolo sia il numero di coloro che hanno una preziosa vita umana.
La popolazione umana globale stimata è di 4,8 miliardi. Quanti di loro hanno una preziosa rinascita umana pienamente qualificata, sia in termini statistici che di cause? Dobbiamo chiederci se in realtà abbiamo in noi le condizioni e le cause complete per avere una preziosa nascita umana. Se pensiamo in questo modo possiamo apprezzare la sfida di quante poche preziose nascite umane ci siano e di quanto sia difficile accumulare le cause per raggiungerne una.
Per quanto riguarda l'istituzione del Dharma, esso è stato creato non per il beneficio degli stessi Buddha ma per il beneficio di coloro che vogliono la felicità e non vogliono soffrire – esseri come noi, ed è stato insegnato per permetterci di controllare e domare le nostre menti. Quali sono le circostanze favorevoli a questo? Se abbiamo la circostanza esterna di avere un mentore spirituale pienamente qualificato e quella interna di una preziosa rinascita umana, avremo la capacità di fare progressi e raggiungere questi obiettivi. Se pensiamo a un livello ancora più profondo, in termini di natura di Buddha, abbiamo davvero tutti i fattori essenziali che ci consentiranno di evolverci completamente in Buddha. Con tutte le basi, le cause e le circostanze in atto, non c'è motivo per cui non possiamo raggiungere i nostri obiettivi. Il monito di non sprecare questo tempo è qualcosa a cui dobbiamo prestare ora attenzione, non "l'anno prossimo" o in un vago futuro: non possiamo perdere questo momento! Questo perché la vita può essere piuttosto breve e il modo migliore per approfittare della nostra preziosa rinascita umana è sviluppare un obiettivo di bodhichitta.
Riflettiamo profondamente su quanto rara e breve possa essere una preziosa vita umana. Decidiamo fermamente di usarla nel miglior modo possibile, facendo preghiere e richieste per farlo sviluppando un obiettivo di bodhichitta. Questo completa il primo preliminare.