Panoramica di causa ed effetto

Fenomeni contaminati 

La presentazione buddhista di causa ed effetto è estremamente complicata e richiede un’introduzione. Abbiamo ulteriori divisioni di fenomeni, una è quella dei fenomeni contaminati (zag-bcas) e non contaminati (zag-med). Un fenomeno contaminato deriva da emozioni o atteggiamenti disturbanti (nyon-mongs) e causa l'insorgere di ulteriori fenomeni contaminati. Include tutti i fenomeni non statici, eccetto la quarta nobile verità - i veri sentieri mentali o vere comprensioni della realtà -, quindi tutti i fenomeni non statici eccetto la corretta comprensione della realtà che non deriva da un'emozione disturbante e non porta a ulteriore confusione. 

I fenomeni incontaminati sono queste comprensioni corrette (non sono statiche) più tutti i fenomeni statici. I fenomeni statici non derivano da nulla; non sono causati e non sono creati da qualcosa.

I fenomeni contaminati sono divisi in tre tipi in base al loro stato etico, che non si tratta di giudizio morale, di bene e male. Non abbiamo questo concetto nel Buddhismo. Non c'è giudice, e poiché non c'è giudice, non c'è colpa. 

La divisione in tre: fenomeni distruttivi (mi-dge-ba), fenomeni costruttivi (dge-ba) e fenomeni non specificati (lung ma-bstan) – questi ultimi sono fenomeni che Buddha non ha specificato come costruttivi o distruttivi, quindi sono eticamente neutrali. Assumono lo status etico di ciò che accompagnano. Dobbiamo stare attenti qui a come traduciamo: non è "non specifico", ma è "non specificato". 

Fenomeni distruttivi 

Per quanto riguarda i fenomeni distruttivi, ce ne sono di vari tipi. Non c'è bisogno di elencarli tutti, ma una delle divisioni importanti riguarda certe cose che sono distruttive per loro natura essenziale (ngo-bo-nyid-kyis mi-dge-ba), quindi sono naturalmente distruttive. Un fenomeno distruttivo è definito come un fenomeno non statico, qualcosa che è influenzato da cause e condizioni, che matura in danno o sofferenza, infelicità e difficoltà per se stessi. Questo è distruttivo. Alcune cose sono autodistruttive, quindi non è un giudizio morale. Ciò che è naturalmente distruttivo sono le "tre emozioni velenose" (dug-gsum). 

Il primo (ce ne sono delle varianti) è il desiderio (’dod-chags) per qualcosa che non abbiamo. Si basa sull'esagerazione delle buone qualità di qualcosa ed è sostenuto dall'afferrarsi a un grande e solido "io" - "Devo averlo". O se lo abbiamo già, attaccamento "Non voglio lasciarlo andare". Anche se ne abbiamo una certa quantità, avidità "Ne voglio di più". Forse una parola più forte per il desiderio è "lussuria". Desideriamo ardentemente qualcosa, che si tratti di un tipo di cibo, di corpo, denaro, qualsiasi cosa sia. 

La seconda emozione velenosa è la rabbia o l'ostilità (zhe-sdang), la repulsione. Esageriamo le qualità negative di qualcosa e dobbiamo liberarcene. 

La terza è l'ingenuità (gti-mug). Semplicemente non sappiamo o comprendiamo in modo errato causa ed effetto in termini di comportamento, realtà o entrambi. Siamo ingenui. Se ti dico qualcosa di molto crudele urlando ma sono ingenuo, penso che non avrà alcun effetto su di te. Oppure arrivo tardi e penso che non importi, che non avrà alcun effetto su di te. Sono totalmente ingenuo che ti farà male. Questa è ingenuità ed è distruttiva. Oppure sono ingenuo riguardo alla realtà. Non penso che tu abbia emozioni e sentimenti, quindi non le prendo nemmeno in considerazione nel modo in cui ti tratto. Come ho detto prima, l'ingenuità ha due forme: o "non lo so" o "ho capito male". 

Queste tre emozioni velenose sono naturalmente distruttive, e tutto ciò che accompagna una qualsiasi delle tre (altri stati mentali o modi di comportarsi) è anch'esso distruttivo. Quindi, è il pacchetto completo. 

Inoltre, naturalmente distruttivi sono altri due fattori mentali che accompagnano ogni comportamento distruttivo: nessun senso dei valori (ngo-tsha med-pa) e nessuno scrupolo (khrel med-pa). Nessun senso dei valori significa nessun rispetto per le qualità positive o per le persone che le possiedono. Nessuno scrupolo significa non trattenersi dall'agire in modi grossolanamente negativi: non rispettiamo le persone oneste e non abbiamo assolutamente alcun ritegno nel mentire loro, per esempio. Non abbiamo esitazioni perché pensiamo che sia perfettamente normale. Ovviamente, c'è anche un po' di ingenuità.

Ci sono altre definizioni in altri testi, ma non rendiamo la questione più complicata del necessario. 

Con questo schema di emozioni e atteggiamenti naturalmente distruttivi, ora abbiamo un quadro per comprendere la discussione sulla causalità perché l'argomento principale di causa ed effetto è il karma (las) e il nostro comportamento compulsivo guidato dal karma. Non riguarda le leggi della fisica riguardanti le relazioni di causa ed effetto della materia fisica e dell'energia. L'attenzione principale è su ciò che chiamo "causa ed effetto comportamentali". Quali sono le cause nel nostro comportamento che influenzano la nostra esperienza? Quell'area di causalità è ciò di cui si occupa realmente l'argomento di causa ed effetto.

Karma 

Per proseguire nella nostra discussione abbiamo bisogno di una breve introduzione sul karma che, come potete immaginare, è un argomento enorme. Ci sono due presentazioni generali nei testi buddhisti che i tibetani studiano. Discuterò quella più semplice. 

Innanzitutto, cos'è il karma? Secondo questo schema è un fattore mentale (sems-byung), un modo di essere consapevoli di qualcosa (shes-pa) che accompagna la nostra coscienza in un momento di cognizione. È equivalente a un impulso mentale (sems-pa). È diverso da un'intenzione (’dun-pa), che è il fattore mentale dell'intento, il desiderio di raggiungere un obiettivo, spesso in relazione a una persona o un oggetto. Un impulso mentale è il fattore mentale impellente che spinge la coscienza mentale e i suoi fattori di accompagnamento, come l'intenzione e un'emozione, a pensare di commettere un'azione distruttiva, costruttiva o non specificata con il nostro corpo o la nostra parola. È anche, quindi, il fattore mentale compulsivo che spinge la coscienza corporea, insieme all'intenzione, all'emozione e così via, a impegnare il corpo o la parola in qualche metodo per far sì che quell'azione abbia luogo. Questo secondo tipo di impulso karmico della mente ci spinge a iniziare l'azione, a sostenerla e a terminarla. 

Mi seguite? Ad esempio, siamo seduti qui e, all'improvviso, abbiamo voglia di bere un bicchiere di succo, sorge questo pensiero. Sorge l'intenzione di andare al frigorifero e prendere un bicchiere di succo. Questo è ciò che vorremmo fare, ciò che vogliamo fare e ciò che intendiamo fare. Potremmo agire o meno ma, quando decidiamo effettivamente di farlo, ci alziamo, andiamo al frigorifero, prendiamo il succo e lo beviamo. Gli impulsi mentali che spingono la nostra mente a pensare e decidere di prendere il succo e poi a impegnare il corpo in ognuno di questi passaggi - alzarsi e così via - questi impulsi mentali impellenti che ci spingono durante tutto questo processo sono karma, impulsi karmici.

Gli impulsi karmici non sono la stessa cosa di un'azione, anche se molti lo traducono come "azione". Il karma si riferisce agli impulsi mentali che spingono le nostre menti e i fattori mentali che li accompagnano a pensare e eseguire azioni. Le azioni guidate da loro sono chiamate i "sentieri degli impulsi karmici" (las-lam); non sono gli impulsi karmici stessi.  

Le nostre azioni o il nostro comportamento possono essere fisiche, verbali o mentali. Sono tutte azioni. Possiamo comunicare in modi non verbali ma fisici - linguaggio dei segni e cose del genere - quindi quella sarebbe un'azione fisica. In realtà, questo potrebbe essere oggetto di dibattito. Quando scuotiamo la testa, è un'azione verbale o fisica? Continuiamo. Questi sono i tipi di cose di cui i tibetani amano discutere. In breve, c'è un impulso mentale e c'è un'azione provocata da questo. L'impulso mentale di un impulso è il karma. 

Oltre agli impulsi karmici, ci sono i potenziali karmici positivi (bsod-nams) e negativi (sdig-pa). Di solito vengono tradotti come "merito" e "peccato", che sono traduzioni inappropriate. Non si tratta di accumulare abbastanza punti e, alla fine, vinciamo la partita. O peccato, in termini di giudizio morale. Non c'è giudizio, quindi, semplicemente potenziale karmico positivo e negativo. 

Il potenziale karmico positivo è costruttivo. Il potenziale karmico negativo è distruttivo. Includono sia l'azione stessa sia ciò che resta nel nostro continuum mentale (sems-rgyud) dopo che le azioni hanno raggiunto i loro risultati. 

Ieri abbiamo parlato della divisione dei fenomeni non statici (mi-rtag-pa) in forme di fenomeni fisici (gzugs), modi di essere consapevoli di qualcosa (shes-pa) e cose che cambiano e influenzano ciò che sperimentiamo ma che non rientrano in nessuna di queste due categorie. In breve, chiamiamo quest'ultimo "nessun fenomeno" (ldan-min ’du-byed). Un esempio che ho fatto è l'età. Tuttavia, questi potenziali che rimangono nel nostro continuum mentale dopo che il risultato delle nostre azioni è stato raggiunto sono un altro esempio. Un potenziale è un ‘nessun fenomeno’: non è fisico, non è qualcosa che possiamo vedere nel nostro continuum mentale, non è un modo di essere consapevoli di qualcosa, quindi non cercare di pensarlo in termini di cose consce e inconsce; è totalmente irrilevante qui. Abbiamo questo termine tecnico qui - lo sentirete molto nel Buddhismo - è un fenomeno di imputazione sulla base dei fenomeni mentali. Un fenomeno di imputazione è qualcosa che non può esistere e non può essere conosciuto indipendentemente da una base. L'età, ad esempio, non può esistere o essere conosciuta indipendentemente dall'essere l'età di qualcosa. 

Come possiamo intendere questo in termini di potenziale? Abbiamo una causa e un effetto. Oppure possiamo pensare in termini di un caso di urlare a qualcuno e di un caso successivo di urlare a qualcuno. Cosa collega questi due episodi nell'intervallo intermedio? C'è un potenziale karmico e una tendenza (sa-bon) per un altro caso di urla. Una tendenza è simile a un potenziale karmico, tranne per il fatto che una tendenza è un fenomeno non specificato, mentre un potenziale karmico è distruttivo o costruttivo. Sia una tendenza che un potenziale karmico per urlare sono fenomeni di imputazione sulla base di questi due episodi. Non possono né esistere né essere conosciuti indipendentemente dai due e spiegano la connessione tra di loro. 

L'esempio che uso spesso, dato che mi piace il caffè, è "Ho bevuto caffè ieri; ho bevuto caffè stamattina; ho bevuto un caffè appena prima della lezione e molto probabilmente ne berrò un'altra tazza durante la pausa". Cosa collega o mette in relazione questi fenomeni tra loro? Sono totalmente estranei l'uno all'altro? No.  

Esistono potenziali e tendenze? Certo che sì. Possiamo saperlo in modo accurato e decisivo? Sì, certo. Tuttavia, non sono qualcosa di fisico dentro la mia testa o da qualche parte. Non c'è un'immagine di una tazza di caffè da qualche parte che esce e ora berrò una tazza di caffè. Inoltre, non è un modo di essere consapevoli di qualcosa, non penso sempre "caffè, caffè, caffè". Per quelli di voi che hanno una formazione matematica è come il primo integrale. Abbiamo una serie di punti ed è come la linea che collega i punti. C'è una linea? Sì, c'è una linea. Esiste e può essere conosciuta indipendentemente dalla serie di punti? No. Una linea è un fenomeno di imputazione spaziale e un potenziale o una tendenza è un fenomeno di imputazione temporale. Si basa su una sequenza di occorrenze piuttosto che su una sequenza di punti. 

Abbiamo questi potenziali karmici positivi e negativi, includono le nostre azioni karmiche e ciò che resta nei nostri continua mentali dopo di esse. Ci sono anche tendenze, che iniziano solo dopo l'azione; non includono l'azione e non sono specificate: non sono né distruttive né costruttive. Ciò che resta dopo che abbiamo fatto qualcosa e ciò che aiuterà a far sì che qualcosa si ripeta o che si verifichi un risultato saranno questi potenziali positivi o negativi, che sono distruttivi o costruttivi, e tendenze che sono neutre (non specificate). 

Quando questi potenziali e tendenze karmici maturano, deve esserci una serie di circostanze che aiutano a farlo accadere. "Maturare" significa produrre un risultato. Non stiamo parlando di maturazione nel senso di un frutto su un albero che diventa sempre più maturo, e quando è veramente maturo, allora cadrà. Stiamo parlando di maturazione nel senso del frutto che cade effettivamente dall'albero. Quando tutte le circostanze sono riunite, allora il potenziale e la tendenza matureranno: produrranno il risultato. Possono produrre solo un'occorrenza del risultato o possono continuare a produrre una sequenza di risultati.

Ci sono molte circostanze qui perché io possa bere la prossima tazza di caffè: il fatto che il programma è strutturato in modo tale che avremo una pausa; il fatto che c'è una macchina per il caffè in corridoio; il fatto che c'è il caffè; il fatto che l'acqua funziona, quindi c'è acqua; c'è l'elettricità. Ci sono molte circostanze che devono essere riunite insieme affinché io possa bere la prossima tazza di caffè. 

Una volta che tutte le circostanze sono state riunite allora, prima di tutto, ciò che matura è un pensiero: "Ho voglia di prendere un'altra tazza di caffè". Poi arriva il desiderio di prenderla. Quel desiderio è chiamato "intenzione". Ho intenzione di prendere una tazza di caffè, questo è l'obiettivo a cui sto puntando, ciò che vorrei e voglio fare. È solo perché ho la tendenza a bere caffè che vorrei berne un'altra tazza. In realtà, potrei voler prendere una tazza di caffè anche prima che le circostanze siano tutte complete, ma stiamo parlando di ciò che porterà immediatamente all'impulso karmico che mi porterà a quella macchina del caffè. Quell'impulso karmico può o non può essere preceduto da un altro impulso karmico che guida l'azione mentale di pensarci e decidere definitivamente di prendere una tazza di caffè. 

Vedete, ci sono vari passaggi che si verificano. Possiamo fermare il processo in diversi di questi punti: quando sorge il pensiero, "Ho voglia di prendere un'altra tazza di caffè" o dopo che sorge l'intenzione "Vorrei prendere un'altra tazza di caffè; è quello che voglio". Ci sono molte cose che vorremmo avere: "Vorrei avere un milione di euro". Ciò non significa che le otterremo o agiremo per ottenerle, vero? Ad esempio, siamo a dieta, ma abbiamo voglia di mangiare un bel pezzo di cioccolato. Ovviamente, abbiamo voglia di mangiare del cioccolato, ma ciò non significa che vogliamo davvero prenderlo e mangiarlo, o che lo faremo davvero. 

Una volta che vogliamo un'altra tazza di caffè, questa è la nostra intenzione, il karma entra in azione. Il karma si riferisce all'impulso compulsivo della mente che la spinge a impegnare il nostro corpo per alzarsi e andare alla macchina del caffè, preparare una tazza e berla. Questi atti possono o meno essere preceduti da un impulso impellente della mente che la spinge a pensarci su e decidere di fare tutto ciò. In qualsiasi punto di questa sequenza possiamo impedirne la continuazione, anche se una volta che iniziamo a bere il caffè, è difficile fermarsi. 

Seguite? In realtà è molto importante in termini di comportamento compulsivo. Mi hai detto qualcosa di cattivo e io ho voglia di dire qualcosa di cattivo a te la prossima volta che ti vedrò. Sebbene sia quello che ho voglia di fare potrei non dirlo davvero. Anche pensarci e decidere di dire qualcosa di cattivo è un atto distruttivo, e naturalmente dirlo è anche distruttivo. Gli impulsi mentali che ci spingono a impegnare prima la mente quando ci pensiamo e decidiamo di dire qualcosa di cattivo e poi a impegnare la nostra parola per dire parole cattive sono anche distruttivi. Entrambe le azioni, mentale e verbale, funzionano come un potenziale per ripetere l'azione di dire parole dure e cattive e lasciano il potenziale di ripeterlo dopo che ogni episodio di parlare in quel modo finisce. Gli impulsi karmici stessi non sono un potenziale. 

I vantaggi e la necessità di analizzare causa ed effetto 

Abbiamo solo mezz'ora a disposizione per discutere dei diversi tipi di cause ed effetti, ma non possiamo comprenderlo appieno senza questo schema di karma, di potenziali e tendenze karmiche. 

Per quanto riguarda le fonti testuali, ci sono due testi indiani di abhidharma (chos mngon-pa) su argomenti speciali di conoscenza, uno di Vasubandhu e uno di Asanga. Vasubandhu spiega sei tipi principali di cause. Nella versione di Asanga, prende il primo di questi sei e lo divide in 20 tipi. 

Qual è una delle cose principali che possiamo imparare da un'analisi così complessa prima che io ve la illustri? È un metodo molto buddhista: prima di studiare qualcosa, dobbiamo essere motivati a studiarla, quindi dobbiamo sapere quali sono i benefici dell'apprendere qualcosa. Se capiamo quali sono, allora saremo più interessati ad apprenderla. Questo è un metodo didattico buddhista piuttosto intelligente, che ovviamente potremmo applicare se stiamo cercando di insegnare qualcosa a qualcuno o semplicemente cercando di impararla noi stessi. 

Il punto è che le cose accadono nella nostra esperienza per una moltitudine di cause. Non è che ci sia una sola causa. Non ricordo se ho fatto questo esempio qui o solo in una discussione privata con qualcuno, ma uno dei miei studenti è venuto da me e mi ha detto che c'era questa grande discussione tra i suoi genitori, e lui ha detto qualcosa alla madre per cercare di aiutarla a gestire la situazione, e la madre ha avuto un attacco di pressione molto alta. Il mio studente ha pensato "È colpa mia. Ho causato questa malattia a mia madre", sentendosi in colpa. 

Gli ho spiegato che ci sono molte cause per cui sua madre ha avuto questo attacco di pressione alta. Prima di tutto, la situazione tra la madre e il padre, poi il suo stato di salute, il suo stato emotivo e così via. Molte cause e condizioni. Lui ha solo contribuito a creare una circostanza per cui si è verificato questo attacco di pressione alta, ma ci sono molti altri fattori coinvolti. È assolutamente assurdo, irrazionale pensare che "L'unica causa di questo sono io e quindi sono colpevole". Lui ha contribuito, ma non è l'unica causa. 

È molto utile, quindi, analizzare tutti i fattori causali per comprendere perché le cose accadono a noi o a chiunque altro, per decostruire la nostra esperienza in modo da non nutrire sensi di colpa e accuse fuori luogo verso gli altri che ci causano solo un'enorme quantità di sofferenza e problemi. Questo è il vantaggio di comprendere i vari tipi di causa ed effetto.

Tipi di cause 

Innanzitutto, ci sono le cause agenti (byed-rgyu), tutti i fenomeni diversi dal risultato stesso che non impediscono la produzione del risultato. Cosa implica questo? L'interconnessione di ogni cosa. Quali sono le cause agenti per cui sono in grado di bere questa tazza di caffè durante la pausa? Tutto ciò che è accaduto ed è esistito nell'universo sin dal tempo del Big Bang, non è vero? Se non ci fosse stata la formazione del nostro sistema solare, non potrei bere quella tazza di caffè. Se non ci fosse stata l'evoluzione della vita su questo pianeta, non potrei bere quella tazza di caffè. Se ci pensiamo, se in passato delle persone dall'Europa non fossero andate in Arabia o in Sud America, non potrei bere quella tazza di caffè. Immaginate le persone che hanno capito che bruciando questo chicco ne sarebbe nata una bevanda. Anche queste persone sono cause agenti per cui io posso bere una tazza di caffè, non è vero? Così come le persone che hanno costruito le strade per portare il caffè qui e i camion per portarlo al negozio, e le persone che gestiscono il negozio - tutto, tutte queste sono cause agenti. 

Vedere che questa categoria può essere divisa in 20 diversi tipi di cause agenti ci fa intuire l'interdipendenza di ogni cosa - una visione buddhista fondamentale. Tutto è interconnesso. La sua applicazione è particolarmente importante per sviluppare la preoccupazione per gli altri. Lo vediamo quando, ad esempio, pensiamo a quante persone e animali e così via sono coinvolti, hanno lavorato e fatto in modo che io possa avere quel caffè – chi l’ha piantato, raccolto, trasportato, confezionato, venduto, costruito le strade che ne hanno permesso il trasporto, ecc. Tutto ciò che abbiamo e utilizziamo è il risultato di un'incredibile quantità di lavoro di un numero incredibile di esseri. Essere consapevoli di ciò è la base per apprezzare il loro lavoro. Che lo abbiano fatto intenzionalmente per trarne beneficio o meno è irrilevante. Pertanto, è appropriato che ci preoccupiamo di loro e li aiutiamo. 

Usiamo un esempio per illustrare questi sei tipi di cause che, si spera, renderà il tutto un po' più chiaro. Abbiamo urlato a qualcuno, detto parole crudeli e abbiamo un potenziale e una tendenza a farlo di nuovo. Quel potenziale e quella tendenza sono tipi di cause agenti. Ci sono due cose che sperimenteremo come risultato di queste. Una è il piacere di urlare a qualcuno come ciò che preferiamo fare quando fa qualcosa che non ci piace. L'altra è essere inconsapevolmente attratti da persone e situazioni in cui saremo sgridati. Ci sono così tante altre cause agenti anche qui: tutti i fattori che hanno portato al nostro incontro con questa persona in particolare e che hanno causato la discussione in modo che sperimentiamo loro che ci urlano contro e noi che urliamo a loro. Anche le persone che hanno costruito la strada dove ci siamo incontrati sono cause agenti.

Quindi, ci sono cause che sorgono simultaneamente (lhan-cig ’byung-ba’i rgyu). Queste sono cause che sorgono simultaneamente con i loro risultati. Stiamo urlando a questa persona, quindi abbiamo un corpo che sta facendo vari gesti ed emettendo vari suoni; le cause che sorgono simultaneamente sono gli elementi del nostro corpo. Se non avessimo una gola, una bocca, corde vocali, un cuore che batte e così via, non potremmo urlare a questa persona, vero? 

Questo corpo e tutte le sue parti si verificano simultaneamente con le nostre urla. Sono una causa delle nostre urla. Anche il vederli e sentire cosa dicono sono cause che sorgono simultaneamente per le nostre urla. Stanno accadendo nello stesso momento. Se non li vedessimo o non sentissimo cosa dicono, sarebbe molto difficile urlare contro di loro. Quando iniziamo ad analizzare, queste sono cose a cui non pensiamo mai come fattori causali ma, senza di esse, l'esperienza di urlare e di essere sgridati non potrebbe verificarsi. 

Quindi, abbiamo cause di pari stato (skal-mnyam-gyi rgyu) per cui i risultati sono momenti successivi nella stessa categoria di fenomeni in cui si trovano. Diciamo qualcosa di cattivo, quindi le prime parole che diciamo sono la causa di pari stato delle parole successive nella frase che stiamo dicendo, non è vero? C'è una connessione, una sequenza e rimangono nello stesso stato che qui è distruttivo. 

Oppure possiamo osservare la sequenza del comportamento distruttivo. Abbiamo molti casi di urla agli altri, separati da un potenziale di urla, e tutti sono distruttivi. Un caso di urla è la causa di stato uguale del potenziale di urlare e il caso successivo di urla. Sono tutti distruttivi. Lo stesso vale per i ripetuti casi di rabbia che accompagnano le nostre urla ripetute.

Poi, ci sono cause congruenti (mtshungs-ldan-gyi rgyu). "Congruente" significa condividere certe cose insieme al risultato. È una sottocategoria di cause che agiscono simultaneamente. Ciò di cui si parla sono i fattori mentali, come l'attenzione, che accompagnano una coscienza, come la coscienza visiva. Quando vediamo qualcuno mentre gli urliamo contro, l'attenzione che accompagna la nostra coscienza visiva è una causa congruente di quella coscienza visiva. Sta accadendo nello stesso momento. 

Quel prestare attenzione condivide cinque cose con la coscienza visiva che vede la persona mentre urliamo. Vederla e prestarle attenzione hanno (1) lo stesso oggetto focale: entrambi sono focalizzati sul corpo della persona a cui stiamo urlando. O se stiamo parlando di sentirla urlare contro di noi, la nostra coscienza uditiva e la nostra attenzione sono entrambe focalizzate sul suono della sua voce. Condividono (2) lo stesso aspetto mentale (rnam-pa), che si riferisce a un ologramma mentale della forma della persona. Quando vediamo qualcosa, la luce dell'oggetto colpisce la retina, si trasforma in impulsi elettrici che si trasformano in un'immagine mentale, un "ologramma mentale" di una forma dalla corteccia visiva del nostro cervello. Sia l'attenzione che la coscienza visiva condividono lo stesso ologramma mentale che sorge. 

Poi, entrambi si basano sugli (3) stessi sensori cognitivi, le cellule fotosensibili degli occhi per vedere. Entrambi si verificano (4) nello stesso momento. Vederla e prestarle attenzione avviene nello stesso momento, non è vero? Possiamo aumentare l'attenzione ma un certo livello di attenzione si verifica contemporaneamente alla nostra vista. Ognuno di loro condivide anche la caratteristica di provenire dalla propria (5) classe omogenea (ris-mthun). In altre parole, proprio come la coscienza visiva è l'unica coscienza in questa cognizione, il livello di attenzione in essa è l'unico livello di attenzione in essa.

Poi, ci sono cause onnipresenti (kun-’gro’i rgyu). Sono onnipresenti in tutto l'universo. Ad esempio, queste sono le emozioni e gli atteggiamenti disturbanti che generano altre emozioni e atteggiamenti disturbanti successivi. Mentre urliamo contro di loro c'è un'emozione disturbante di rabbia, non è vero? Può essere la causa onnipresente per generare un'altra emozione disturbante, come serbare rancore ed essere vendicativi. 

Poi, ci sono le cause di maturazione (rnam-smin-gyi rgyu). Hanno una definizione difficile: sono i fenomeni distruttivi o costruttivi contaminati che, insieme al desiderio, hanno il potere di produrre i fenomeni non specificati contenuti nel corpo e nella mente di una futura rinascita e che non ostacolano il nostro raggiungimento della liberazione. L'infelicità, ad esempio, è un fenomeno non specificato - non è né costruttiva né distruttiva - e non ostacola il nostro raggiungimento della liberazione o dell'illuminazione. 

Una delle cose che stiamo sperimentando in questo momento di urlare a qualcuno oltre alla rabbia, oltre al vederlo, oltre a prestargli attenzione e oltre agli elementi del nostro corpo, è una sensazione di infelicità. Siamo infelici. La causa maturante di questa infelicità è il comportamento distruttivo che abbiamo commesso nelle vite precedenti che si traduce nell'esperienza di infelicità. Se sperimentiamo infelicità, è certo che è il risultato di un comportamento distruttivo. C'è almeno una discussione di cinque o sei ore sul perché sia così, ma non abbiamo tempo per questo. È uno dei principi fondamentali del karma. 

Dobbiamo decostruire questa esperienza che abbiamo di urlare a qualcuno. Le cause delle nostre urla sono innumerevoli, risalgono al Big Bang e oltre, giusto? Tutte le cose che sono accadute a quell'altra persona prima che ci incontrassimo e litigassimo, tutte le circostanze che ci hanno portato a incontrarla, tutte forniscono circostanze per la nostra rabbia e per le nostre urla. Ma incontrarla non è l'unica causa della nostra rabbia e delle nostre urla; è stata solo la circostanza per questo episodio. Quelle altre cause risalgono molto indietro nel nostro continuum. Il modo in cui i nostri genitori ci hanno trattato, la nostra salute e così via sono tutti ulteriori fattori causali e ogni fattore ha le sue cause. La nostra tendenza a urlare deriva da una certa causa. La rabbia che proviamo deriva da un altro tipo di causa. L'infelicità che proviamo deriva da un altro tipo di causa ancora. 

Quindi, iniziamo a decostruire e scopriamo che ci sono così tante cose che accadono nel processo causale. Questo è molto più utile che creare una cosa così solida e orribile di questo litigio. Le cose che hanno immediatamente preceduto ciò che è successo - abbiamo bruciato il nostro cibo e tutto ciò che ci ha reso di cattivo umore - influenzano il nostro urlare a questa persona. Ci sono così tante cause. 

Tipi di condizioni 

Ci sono anche molti tipi di condizioni che influenzano un risultato. Ci sono condizioni causali (rgyu’i rkyen). Dei sei tipi di cause che abbiamo appena descritto, le condizioni causali si riferiscono ai cinque tipi diversi dalle cause agenti. 

Poi, ci sono le condizioni immediatamente precedenti (de-ma-thag rkyen). Si riferiscono al momento di consapevolezza immediatamente precedente che è la condizione affinché sorga il momento di consapevolezza successivo.

Poi ci sono le condizioni focali (dmigs-rkyen). Una condizione focale è l'oggetto su cui ci stiamo concentrando. Ciò che si presenta per diventare il nostro oggetto di attenzione e per generare un ologramma mentale di esso. È il corpo della persona quando la vediamo o il suono della voce quando la sentiamo. Questa è una condizione per urlare contro di loro. 

Ci sono anche condizioni dominanti (bdag-rken). Quando vediamo la persona mentre le urliamo contro, la condizione dominante sono i nostri sensori oculari. Poiché ci affidiamo a queste cellule fotosensibili degli occhi, esse dominano ciò che stiamo sperimentando. Qui, stiamo sperimentando sia la forma che l'udito della persona, quindi per l'udito la condizione dominante sono le cellule sensibili al suono delle orecchie. Il fatto che la nostra mente stesse lavorando il momento prima che urlassimo è la condizione immediatamente precedente affinché si verifichi quel momento di urlare contro di loro. Li stiamo vedendo mentre urliamo, quindi ciò che sta dominando quella vista sono i sensori oculari.

C'è anche un altro insieme di condizioni, oltre a queste quattro. Ci sono, prima di tutto, cause di ottenimento (nyer-len-gyi rgyu), quelle da cui otteniamo il risultato e che cessano di esistere quando il risultato sorge. Un seme è la causa di ottenimento per un germoglio. Dal seme otteniamo il germoglio e, quando lo otteniamo, il seme non esiste più. A volte questo è tradotto come "causa materiale"; non è proprio accurato. Non si parla della sostanza di cui è fatto qualcosa, quella è la causa che sorge simultaneamente. Quella non è questa causa. Un altro esempio è l'impasto crudo che è la causa di ottenimento per la pagnotta. Al momento della pagnotta l'impasto crudo non esiste più. La farina, l'acqua e il lievito sono le cause che sorgono simultaneamente del pane, non le loro cause di ottenimento.

Qui, la causa che ci porta a urlar è la tendenza lasciata dalle nostre precedenti urla. Da quella tendenza otteniamo questo successivo caso di urla, e così via. La tendenza a urlare può dare origine a molti episodi di urla ma, quando ha esaurito tutto il suo potenziale, cessa di esistere. 

Poi, ci sono condizioni che agiscono simultaneamente (lhan-cig byed-pa’i rkyen). Queste sono cose che devono esistere prima del sorgere di qualcosa e che aiutano a far sì che il sorgere accada ma che non si trasformano in ciò che sorge. L'esempio classico: l'acqua, il terreno e il calore per il germoglio. Devono esistere prima del germoglio, ma non si trasformano nel germoglio; aiutano il sorgere del germoglio. 

Ci sono molti esempi in termini del nostro caso di urlare a qualcuno. Per esempio, il loro arrivo in nostra presenza avviene prima che le urliamo contro, ma questo non si trasforma nel nostro urlare contro di loro. Tuttavia, ha fatto sì che ciò accadesse e contribuito a ciò che abbiamo fatto. 

Poi, ci sono cause di famiglia simile (rigs-’dra’i rgyu). Queste sono cose che servono da modelli per il risultato. Urleremo parole cattive. C'è un intero insieme di parole cattive che potremmo dire che abbiamo già sentito prima, e quindi sceglieremo qualcosa da quelle. Questa è una causa di famiglia simile, è un modello per quello che diremo.

Infine, ci sono le fonti natali (rdzas), qualcosa da cui nasce qualcos'altro come l'utero di una madre per un bambino o un forno per la pagnotta. Nel nostro esempio di urla, potrebbero essere le corde vocali da cui nasce il suono della nostra voce che urla. Ci sono così tante cose che influenzano questo urlare. Se perdessimo la voce, se fossimo rauchi, se ci fosse qualche problema con le nostre corde vocali, non potremmo urlare. 

Risultati 

Ci sono anche cinque tipi di risultati. In primo luogo, ci sono i risultati maturati (rnam-smin-gyi ’bras-bu), fenomeni non specificati (neutri) che non ostacolano la liberazione o l’illuminazione, che sono congiunti al nostro continuum mentale (corpo, coscienza, le sensazioni di felicità o infelicità e così via), e provengono tutti da una causa di maturazione anche congiunta al nostro continuum mentale. Le cause di maturazione sono le cose costruttive distruttive e contaminate nel nostro continuum mentale. Ciò che matura da loro, i loro risultati maturati, sono come il nostro corpo quando nasciamo, o qualche malattia che abbiamo o la sensazione di infelicità, questo genere di cose. Questi sono fenomeni neutri; maturano da queste cause di maturazione. Al momento della nostra morte, siamo attratti ad averli nella nostra prossima rinascita .

Poi, ci sono risultati che corrispondono alla loro causa (rgyu-mthun-gyi ’bras-bu). Hanno due varietà: nel nostro comportamento (byed-pa rgyu-mthun-gyi ’bras-bu) e nella nostra esperienza (myong-ba rgyu-mthun-gyi ’bras-bu). Nel nostro comportamento: urlando agli altri, il potenziale e la tendenza lasciati da questo maturano in qualcosa di simile alla causa. Preferiamo urlare quando qualcosa che non ci piace. I risultati che corrispondono alla loro causa nella nostra esperienza sono il nostro essere inconsapevolmente attratti dall'esperienza di altre persone che ci urlano contro. Non è che il loro urlare a noi derivi dai nostri potenziali karmici ma deriva da tutti i tipi di cause in loro così come da circostanze esterne. Ciò che matura in noi è che siamo attratti dall'esperienza che loro ci urlano contro; questo è ciò che matura. Il fatto che siamo vicini a loro è dovuto a diverse cause, tra cui le persone che hanno costruito la strada in cui ha avuto luogo il nostro incontro. 

Poi ci sono i risultati dominanti (bdag-’bras), a volte tradotto come "risultati completi". È il nostro essere attratti quando moriamo a rinascere in un certo tipo di ambiente o società in cui sperimentiamo guerre o disastri naturali, per esempio, o in cui certe cose accadono ai nostri oggetti, come i nostri beni, per esempio sono di scarsa qualità e si rompono sempre. Ciò deriverebbe da vari tipi di cause in questa vita prima di morire. Siamo attratti a rinascere in una società in cui le persone urlano e ci sono discussioni e disarmonia. Le cose che abbiamo si rompono, quindi ci infastidiamo sempre e ce la prendiamo con gli altri urlando. Questo è un risultato dominante e non colpisce solo noi ma anche altre persone. 

Poi ci sono i risultati artificiali (skyes-bu byed-pa’i ’bras-bu), quelli che di solito associamo a causa ed effetto fisici. Abbiamo sbattuto il piede contro la sedia e il risultato è che proviamo dolore. Ci sono cause karmiche per cui sbattiamo il piede e ci sentiamo infelici quando ciò accade, ma la vera relazione causa-effetto tra il colpo del piede e il livido e la sensazione fisica del dolore che proviamo è un risultato artificiale. 

I risultati che sono stati di separazione (bral-’bras), l’essere separati da qualcosa. Questo è un fenomeno statico, quindi non è veramente un risultato ma è classificato come tale. È quando ci siamo liberati, per sempre, della nostra confusione o delle nostre emozioni disturbanti, è quello stato di separazione in cui non sorgeranno mai più. Quello stato stesso, quel risultato, è questo tipo di risultato ed è statico, non cambia. Ciò che è non statico e quindi deriva da cause è il raggiungimento di questo stato di separazione, ma non lo stato stesso. 

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