I benefici di una sana relazione con un maestro spirituale

Dopo aver esaminato attentamente il maestro, i testi classici sul sentiero graduale (lam-rim) parlano dei benefici o dei vantaggi di avere una sana relazione con un maestro spirituale ed anche degli svantaggi dell'allontanarsene. È importante ricordare l'esempio di Atisha che si recò a Sumatra ed esaminò il maestro Serlingpa per molto tempo prima di iniziare effettivamente a studiare con lui. Alcuni testi dicono addirittura che maestro e discepolo devono esaminarsi l'un l'altro per dodici anni prima di impegnarsi seriamente nella relazione. Certamente, questo attento esame è essenziale, e una volta che ci impegniamo e ci affidiamo a un maestro nel modo giusto, allora ne sperimentiamo i numerosi benefici.

Al fine di aiutare a sviluppare l'aspirazione a ottenere qualcosa, un metodo generale che si trova nel Dharma è descrivere i vantaggi di averla e avvertirci dei pericoli quando, una volta che è stato preso un impegno, voltiamo le spalle e mostriamo invece disprezzo o rabbia pensando di aver preso una decisione stupida. Il notare i pericoli non deve spaventarci, bensì farci capire che non dovremmo prendere alla leggera questo tipo di connessione a proposito dell’atteggiamento verso il maestro: è un punto importante ed entrare troppo prematuramente in questa relazione e rendersi poi conto di aver fatto una sciocchezza ci lascia in uno stato mentale davvero terribile, motivo per cui è necessario stare attenti in anticipo.

Inoltre non dobbiamo considerare questi elenchi di vantaggi e svantaggi come i pro e i contro che potrebbe propinarci un venditore di auto usate, non si tratta di pubblicità che ci spinge a desiderare qualcosa poiché tanto grandi ci appaiono i vantaggi, non è affatto questo l'atteggiamento corretto: nel Dharma tutto è basato su causa ed effetto e se stiamo per entrare in una relazione studente-maestro di Dharma, dobbiamo pensare a quale ne sarà l'effetto, a quale sarà l’influenza e cosa potrà accadere, dobbiamo entrare nella situazione con gli occhi aperti, senza aspettarci nulla di magico.

Di seguito è riportato l'elenco di questi vantaggi. Esaminiamoli per assicurarci di avere una corretta comprensione e vedere come si applicano effettivamente nella vita reale.

I vantaggi di una sana relazione con i nostri maestri spirituali

Ci avvicineremo allo stato di Buddha

Il primo vantaggio, abbastanza ovvio, è che ci avviciniamo allo stato di Buddha: se il maestro ci spiega come diventare un Buddha e noi seguiamo le istruzioni, allora naturalmente ci avvicineremo all'obiettivo. Ciò significa essere disposti a mettere in pratica ciò che egli ci dice e valutare ciò che attualmente è realistico per noi: un abile maestro ci istruirà su ciò per cui siamo effettivamente più portati e pronti; ovviamente tutto ciò dipende dall'avere un rapporto personale con l'insegnante, e questo non è così facile.

Dobbiamo stabilire una relazione personale biunivoca, cosa che possiamo fare in vari modi, ad esempio, trascrivendo o traducendo per il maestro e se già stiamo facendo qualcosa del genere, possiamo sempre fare un po’di più: Serkong Rinpoche mi insegnò questo dicendo: "Non importa quanto sei stanco, puoi sempre farlo per altri cinque minuti". Un buon allenatore in un fitness club fa la stessa cosa, spingendoci ad aumentare le ripetizioni o il peso: ovviamente se per noi è troppo, allora dobbiamo parlare al maestro e spiegare che al momento non siamo in grado di farlo e chiedere quindi qualcosa che ci aiuti a raggiungere quello stadio.

Costruiremo forza positiva

Il vantaggio successivo è che ci avviciniamo allo stato di Buddha sviluppando una forza positiva attraverso cose come fare offerte al nostro insegnante e aiutandolo/a. Un maestro spirituale è come un Buddha, e un Buddha non ha realmente bisogno delle offerte; l'atteggiamento che dovrebbe avere, per citare i testi, dovrebbe essere "come una tigre con l'erba": una tigre non è interessata a mangiare l'erba. Se guardiamo gli insegnamenti sulla natura di Buddha - i fattori che ci consentiranno di diventare un Buddha - uno di questi è una rete di forza positiva, una cosiddetta "raccolta di merito": aiutare l'insegnante in tutti i modi possibili, senza infastidirlo diventando troppo invadenti, accumula un'enorme quantità di forza positiva.

Questo in realtà non significa guadagnare merito accumulando un certo numero di punti per poi vincere la partita e forse un esempio tratto dalla mia esperienza personale potrà chiarirlo: quando ero giovane ero abbastanza egoista ed egocentrico ed ebbi l'opportunità di stare per nove anni con Serkong Rinpoce, un uomo più anziano e piuttosto in sovrappeso, e io naturalmente volevo aiutare, sorreggendolo, a entrare e uscire dalla macchina e in ogni modo possibile. Questo mi allontanò dal pensare solo a me stesso ed invece mi indirizzò ad aiutare un’altra persona, mi preoccupai maggiormente del suo benessere che del mio e con quale risultato finale? Attraverso quel processo appresi a prendermi cura non solo di lui, ma anche di tutti gli altri, imparai ad aiutare chiunque: aiutarlo fu come costruire la forza positiva e l'abitudine per iniziare a essere più preoccupato per il benessere e la felicità altrui che per la mia.

Funziona proprio così, almeno in base alla mia esperienza: la relazione con il maestro spirituale rafforza l’importanza del prendersi cura degli altri e mostra che possiamo effettivamente farlo. Ovviamente potremmo apprendere questo anche prendendoci cura dei nostri figli: naturalmente come genitori ci preoccuperemo più del benessere di nostro figlio che del vostro, ma è assai diverso poiché quello è nostro figlio, siamo possessivi, mentre non possiamo esserlo con il nostro maestro spirituale; un bimbo piccolo che si coccola con noi è molto dolce e carino, ma di certo il maestro non lo farà.

Soddisferemo i Buddha

Un altro vantaggio è che compiaceremo i Buddha; ma cosa significa davvero questo? I Buddha hanno equanimità, non si arrabbieranno se non pratichiamo correttamente né ci diranno quanto meravigliosi siamo se lo facciamo: fare qualcosa per compiacere il nostro maestro e ricevere una pacca sulla testa e scodinzolare poi come un cane è davvero sciocco. Dobbiamo analizzare di cosa parlano i Buddha, cioè di aiutare gli altri a vincere la sofferenza e ottenere la liberazione e l'illuminazione: se pratichiamo, ci avviciniamo a loro nel senso di avvicinarci alle speranze che hanno nei nostri confronti.

Forse potrebbe funzionare per alcune persone che cercano di compiacere il proprio maestro, come voler accontentare i propri genitori, non voler essere rimproverati e simili; cerchiamo tuttavia di non avvicinarci a questo con il punto di vista di un bambino: come genitori noi cerchiamo di insegnare ai nostri figli un senso dei valori universali e a essere persone oneste e perbene e quando vediamo che lo sono, proviamo un senso di soddisfazione. Non stiamo quindi parlando di vantarci con tutti i nostri amici dei nostri figli, ma constatare che i nostri bambini sono diventati persone gentili ci dà la sensazione di essere stati dei buoni genitori: è questa l'idea alla base di questo punto di soddisfare tutti i Buddha.

Come già abbiamo detto, quello che soddisfa il nostro maestro è seguire davvero le sue istruzioni e cercare di emulare le buone qualità che ha, cose assai più importanti di cosa gli piaccia mangiare o simili.

Non saremo disturbati da demoni o cattive compagnie

A seguire nell’elenco c’è il fatto che non saremo disturbati da demoni o cattive compagnie: non dobbiamo pensare ai demoni come a delle piccole creature con corna, zanne e così via, ma a forze demoniache. Quando pratichiamo adeguatamente il cosiddetto "guru-yoga", ci proteggiamo dalle influenze negative immaginando che il nostro maestro sia con noi in ogni momento: questo è il punto centrale di immaginare il maestro nelle nostre teste o nei nostri cuori; anche se il nostro maestro è già morto, i suoi valori sono ancora presenti nei nostri cuori, proteggendoci dalle influenze negative.

Il punto è che, avendo stabilito questa relazione con il nostro maestro spirituale, siamo seriamente intenzionati a migliorare noi stessi, abbiamo sinceramente preso l’impegno con lui/lei a proposito dei nostri atteggiamenti, del modo in cui interagiamo, e non vogliamo affatto comportarci da ipocriti, anche se intorno a noi tutti gli altri si ribellano noi non ne verremo “disturbati” – questo è il termine usato nel testo – né verremo gettati fuori rotta da tutte queste cose negative intorno a noi, poiché siamo molto sicuri della direzione della nostra vita e il nostro impegno ci protegge da queste influenze negative "demoniache".

In realtà queste influenze negative sono solo le nostre menti deboli, la nostra debole determinazione, ed è per questo che dobbiamo essere davvero fermi a proposito di quello che stiamo facendo: questo tipo di fermezza si basa su un fermo esame e sull’analisi preliminare: siamo davvero pronti e disposti ad affidarci a questo maestro spirituale?

Metteremo automaticamente fine a tutte le emozioni disturbanti e alle cattive azioni

L'elenco continua affermando che metteremo automaticamente fine a tutte le nostre emozioni disturbanti e alle cattive azioni, a tutti i nostri comportamenti distruttivi negativi. Quando abbiamo voglia di fare o dire qualcosa di negativo o stupido, pensiamo a come sia possibile agire così se davvero abbiamo un tale rispetto per il nostro maestro e per il sentiero: quando siamo con il nostro maestro non ci mettiamo le dita nel naso, tanto per fare un esempio sciocco, ma desideriamo agire correttamente a causa del senso di rispetto nei suoi confronti e per la situazione. Come possiamo arrabbiarci o essere avidi? Quando mangiamo con il nostro maestro, divoriamo forse tutto il cibo e la torta sul tavolo?

Ricordo ad esempio una volta in cui feci visita al vecchio Ling Rinpoce, il precettore senior di Sua Santità il Dalai Lama, che fu il maestro di Vajrabhairava (Yamantaka), una figura di Buddha davvero potente. La maggior parte delle persone in realtà era piuttosto spaventata da lui perché aveva una presenza incredibilmente forte e potente, ma in effetti Ling Rinpoce era molto gentile quando lo si conosceva: anche prima di poter comprendere bene il tibetano andavo a trovarlo e quando ero con lui, solo grazie alla forza del suo Manjushri - Manjushri è nel cuore di Vajrabhairava - la mia mente diventava più chiara e riuscivo a comprendere la maggior parte di quello che stava dicendo; esercitava una forza davvero potente.

Una volta quando gli feci visita lui era seduto su una bassa piattaforma ricoperta da un tappeto, mentre io sedevo su una simile, a lui perpendicolare. Tutto d’un tratto un grande scorpione apparve sul pavimento di fronte a noi e Ling Rinpoce si è voltò verso di me con un gesto drammatico quasi teatrale e mi chiese se non ne avessi paura. Risposi: “Come potrei avere paura in presenza di Vajrabhairava?” ed egli rise e basta.

Chiamò il suo attendente, che venne, mise un pezzo di carta sotto lo scorpione con una tazza sopra e lo portò fuori, come se fosse stato inscenato per una lezione. Ma la verità era come poteva qualcuno, in presenza di un così grande maestro, farsi prendere dal panico, reagire in modo eccessivo e saltare sulla piattaforma urlando per uno scorpione? Io non avrei potuto farlo. Questo è un esempio molto chiaro di quanto dicono i testi, che smettiamo automaticamente di agire in modi ridicoli e infantili.

Aumenteranno le nostre intuizioni e realizzazioni sui livelli e sui sentieri spirituali 

Le nostre intuizioni e realizzazioni sui livelli e sui percorsi spirituali aumenteranno. Se siamo sempre con il nostro maestro e siamo testimoni di come lui o lei affronta le situazioni difficili, ovviamente la nostra comprensione e le nostre realizzazioni aumenteranno quanto più pratichiamo cercando di essere così. Se traduciamo per i nostri maestri, o facciamo loro da autisti, o qualunque altro compito al quale possiamo contribuire, vediamo come effettivamente gestiscono le situazioni quotidiane della vita reale. Ho visto come Serkong Rinpoce interagiva con Papa Giovanni Paolo ma anche con un ubriaco per strada e il modo in cui ha gestito queste situazioni mi ha dato davvero un'idea di come relazionarmi con gli altri.

Non saremo privati di guide spirituali nelle nostre future rinascite

Questo vantaggio si riferisce ad avere guide spirituali costruttive e positive in tutte le nostre future rinascite, ed apprezzarlo o meno dipende ovviamente dal credere nella rinascita, cosa che per molti non è così semplice. Se tuttavia pensiamo all'esempio di essere istintivamente attratti da un maestro spirituale o anche solo di volerlo trovare, tali istinti permarranno e diventeranno ancora più forti nelle vite future: essi provengono dalle vite precedenti e se noi in questa vita sviluppiamo ulteriormente tali istinti sicuramente si manifesteranno ancora una volta nelle vite future, sempre, chiaramente, se avremo una preziosa rinascita umana e non rinasceremo come scarafaggi!

Non cadremo nei regni inferiori

I testi affermano che non cadremo nei regni inferiori. Un comportamento distruttivo è la causa dei peggiori stati di rinascita, mentre la disciplina etica aggiunta agli altri atteggiamenti di vasta portata, le "paramita", sono la principale causa di una preziosa rinascita umana. Naturalmente all’interno di una corretta relazione con un maestro spirituale agiamo in modo etico e pratichiamo gli altri atteggiamenti di vasta portata:

  • Generosità: aiutiamo il nostro maestro, essendo generosi in ogni modo possibile.
  • Autodisciplina etica: quando siamo con il nostro insegnante non agiamo mai in modo negativo per il grande rispetto verso di lui/lei.
  • Pazienza e perseveranza: considerando che è davvero difficile seguire e imparare da un maestro spirituale come intimo discepolo, per farlo dobbiamo impegnarci e avere molta pazienza, e cioè non arrabbiarci con il nostro maestro o per le difficoltà lungo il percorso spirituale, e questa è una delle cose che dobbiamo veramente esaminare prima di entrare in questa relazione studente-maestro, è uno degli aspetti più importanti di questa sorta di contratto: qualunque cosa faccia il nostro maestro dobbiamo impegnarci a considerarla come un insegnamento e a non arrabbiarci.

Serkong Rinpoce mi diede dell’idiota senza pietà e in ogni momento, perfino di fronte a diecimila persone, ma io mai mi arrabbiai con lui, nemmeno una volta, e in effetti aveva ragione, perché io ero un idiota e desideravo profondamente di non esserlo; di solito la mia reazione era una risata nervosa, e a dire il vero tutti i tibetani pensavano che il modo in cui rispondevo fosse meraviglioso: non stavo affatto ridendo di lui, ma quella era la mia risposta automatica. Se ci arrabbiamo con il nostro maestro la relazione non funzionerà affatto: non arrabbiarsi mai con il maestro significa essere veramente convinti che lui o lei sia interessato solo al nostro benessere, e se abbiamo una tale fiducia, possiamo sviluppare più facilmente pazienza e perseveranza.

  • Concentrazione: se siamo con il nostro insegnante, non possiamo lasciar vagare la mente, non possiamo chiedere: "Cosa hai detto? Non stavo prestando attenzione”, non funziona così. Serkong Rinpoce mi insegnò ad essere il suo traduttore, e in qualsiasi momento del giorno o della notte quando era con lui, si fermava e mi chiedeva di ripetere quello che lui o io avevamo appena detto: è stato un allenamento fantastico, non mi sono mai arrabbiato né ho gridato: “Adesso no!”. Abbiamo bisogno di quel livello di attenzione e consapevolezza se vogliamo essere dei traduttori.
  • Consapevolezza discriminante - Serkong Rinpoce fu bravissimo nell'insegnarla e c'è un meraviglioso esempio a cui penso sempre. Una volta Rinpoce insegnava a Nalanda, un monastero occidentale in Francia, e gli chiesero di insegnare il nono capitolo del testo di Shantideva Impegnarsi nella condotta del bodhisattva (Bodhisattvacharyavatara), il capitolo della saggezza o della consapevolezza discriminante, e a tale scopo furono destinate solo poche sessioni, tanto che Rinpoce pensò che fosse assolutamente ridicolo e pretenzioso pensare che questo intero capitolo, molto avanzato e difficile, potesse essere trattato in due o tre sessioni. Iniziò spiegando qualcosa di totalmente sbagliato, e tutti i monaci occidentali lo scrissero molto diligentemente; poi, dopo la pausa tè, tornò e disse: “Siete tutti degli idioti. Vi ho appena insegnato qualcosa di completamente sbagliato, non ve ne siete accorti? Non esaminate quanto dice la gente? Forse questo concordava con il testo, con quanto avete già studiato prima? Imparate la consapevolezza discriminante!"

Per il resto delle sessioni spiegò solo un verso dell’intero capitolo in un modo molto elaborato, per mostrare loro che dovevano essere seri nel voler studiare questo argomento e mai pensare che sarebbe stato facile.

Raggiungeremo con facilità tutti gli obiettivi a breve e lungo termine

A seguire i testi affermano che raggiungeremo senza sforzo tutti gli obiettivi a breve e lungo termine. Questo non significa essere passivi, sedersi e aspettare che tutto ci piova dal cielo; ma causa ed effetto karmici funzionano davvero, Buddha non mentì a proposito: costruiamo molta forza positiva servendo e aiutando il nostro maestro, e come conseguenza le cose si sviluppano molto più facilmente per noi e siamo in grado di ottenere molto di più.

Guardo questo punto considerando la mia vita e ciò che è stato realizzato con il mio sito web, e all’incredibile risultato di aver avuto l'anno scorso più di un milione di visitatori. Credo che gran parte di questo successo sia il risultato della forte relazione che ho avuto e ancora ho con i miei maestri spirituali, e dalla grande quantità di impegno e lavoro che ho messo nell’aiutarli a renderli disponibili per molti altri. Il fatto che gli insegnamenti di Sua Santità e dei suoi maestri fossero straordinariamente incredibili fu ciò che mi motivò a diventare traduttore ed interprete: però nei primi giorni in cui andai in India per la prima volta, o non erano affatto tradotti o erano tradotti male, e sentii che dovevo fare qualcosa al riguardo. Con una simile decisione di voler aiutare, otteniamo una perseveranza simile a un'armatura: "Non importa quanto possa essere difficile, ce la farò! Mi eserciterò per essere in grado di tradurre in modo che le persone possano accedere a questi insegnamenti, troppo meravigliosi per essere preclusi ai più".

Per quanto riguarda la mia esperienza con il sito web, tutto è "caduto dal cielo", come mi piace definirlo: qualcuno si presentò e si offrì di impostare la versione iniziale del sito per me; quando la prima versione fu online mi contattarono persone da tutto il mondo per aiutarmi, alcuni importanti sostenitori offrirono finanziamenti per pagare le varie persone necessarie per lavorarci. Non ho chiesto nulla, non sono andato a cercare nessuno, loro si sono avvicinati a me.

In questo senso è stato senza sforzo: il karma c’è e se noi creiamo le cause karmiche, ne conseguono dei risultati, funziona davvero! Sebbene la maggior parte dei risultati karmici maturi nelle vite future, ci sono alcuni tipi di comportamenti karmici che daranno risultati in questa vita, come aiutare coloro che ci hanno aiutato di più. Questo vale in particolare per i maestri spirituali e i nostri genitori: in base alla mia esperienza posso affermare che questi vantaggi si verificano davvero e che non si tratta solo di una bella favola.

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Gli svantaggi di voltare le spalle ai nostri maestri spirituali

Come accennato, dal venir meno all’impegno preso verso il nostro maestro spirituale derivano anche alcuni pericoli, se ce ne andiamo con rabbia, mostrando disprezzo verso il maestro, maledicendo e nutrendo un grande odio interiore, pentendoci di esserci fatti coinvolgere da quel maestro o dal Buddhismo in generale: nell’elenco dei possibili pericoli si fa riferimento a questo genere di situazioni, non al fatto di aver commesso un errore nel seguire le istruzioni del nostro maestro o di essere troppo pigri per fare ciò che ci ha chiesto di fare. Non dobbiamo fraintendere che le parole della traduzione “una rottura della devozione al guru" si riferiscano a ciò.

Perdere la capacità di fidarsi 

Cerchiamo di capirlo in generale senza esaminare l'intero elenco: se ci apriamo fidandoci di qualcuno, in un certo senso diventiamo molto vulnerabili. Ad esempio, un bambino che si fida implicitamente di un genitore o di un insegnante ma poi subisce abusi sessuali o fisici da parte loro, nella maggior parte dei casi ne resterà danneggiato emotivamente per il resto della vita e, sebbene possibile, sarà molto difficile per chiunque superarlo: non si fiderà mai più di nessuno e la sua capacità di fidarsi sarà persa poiché ci sarà sempre la diffidenza a non aprirsi, a non lasciarsi coinvolgere, a non farsi mai più ferire e questo è un ostacolo enorme.

C'è l'esempio estremo di un insegnante che abusa degli studenti, e cose del genere purtroppo accadono; ci sono alcuni esempi di persone che fingono di essere ottimi insegnanti mentre in realtà perfino abusano o si approfittano degli studenti e ciò è estremamente dannoso. I testi non spiegano però questo tipo di situazione quando spiegano gli svantaggi o l’allontanarsi dal maestro spirituale, i pericoli non si riferiscono agli esempi estremi di cui sopra, quando un insegnante abusa sessualmente degli studenti o li sfrutta in termini di potere e denaro e quel genere di cose: in quelle situazioni il consiglio è di essere rispettosi di qualunque beneficio avremmo potuto ricevere da tali insegnanti e andarcene. È importante, tuttavia, riconoscere che, anche se abbandoniamo un simile maestro violento e dallo stato mentale molto disturbato, arrabbiato e negativo, ne saremo comunque danneggiati in quanto saremo poi bloccati dall’aprirci ancora in futuro.

In questo elenco degli svantaggi di allontanarci dal nostro maestro, stiamo parlando tuttavia di abbandonare un maestro qualificato e autentico. Se ce ne allontaniamo con uno stato mentale molto negativo, profondamente arrabbiati, pensando a quanto il maestro sia stato terribile e che tutto ciò che abbiamo praticato fosse stupido, il risultato è che non siamo aperti al sentiero buddhista, e di solito nemmeno a nessun altro sentiero spirituale: non ci fideremo più di nessuna guida spirituale, anche se iniziassimo a lasciarci coinvolgere da qualche pratica spirituale saremo paranoici, aspettandoci sempre che accada qualcosa di brutto. Come spiegato nell’elenco, qualunque buona qualità dovessimo aver sviluppato scemerebbe assai rapidamente poiché avremmo un atteggiamento davvero negativo rispetto a tutto ciò che abbiamo fatto, come se tutto venisse gettato alle ortiche.

Cadere nelle rinascite peggiori

Il punto successivo nell'elenco degli svantaggi è che cadiamo in peggiori rinascite infernali, e questo punto davvero ha bisogno di essere compreso correttamente. Per prima cosa non stiamo assolutamente dicendo che come in una setta dobbiamo obbedire e fare tutto ciò che il nostro maestro afferma poiché in caso contrario andremo all'inferno, che dobbiamo avere paura di sbagliare per timore dell’inferno, qui non intendiamo nulla del genere.

Cosa significa inferno nel contesto buddhista, visto che nel Buddhismo ci sono molti inferni? Seguendo il consiglio di Serkong Rinpoce, dobbiamo esaminare l’idea e la connotazione dei termini sanscriti e tibetani per riuscire a comprenderlo.

  • Il termine sanscrito naraka ha la connotazione di "senza gioia". Non c'è gioia, solo infelicità, tristezza e dolore. Se abbiamo un atteggiamento molto negativo verso il nostro maestro e verso qualsiasi cosa abbiamo fatto per cercare di migliorare noi stessi, certamente avremo uno stato mentale davvero infelice; aver lasciato il nostro maestro con una mente così negativa, arrabbiata e piena di odio, rimpianto e risentimento, non comporta uno stato mentale felice, bensì totalmente privo di gioia: non ci rallegriamo affatto per tutte le cose positive che abbiamo fatto e imparato ma pensiamo sia stata solo una stupida perdita di tempo.
  • L’implicazione del termine tibetano nyelwa (dmyal-ba) è che è molto difficile uscire da questo stato, in un certo senso siamo "intrappolati", e sperimentiamo questa sensazione di sentirci intrappolati in questo stato mentale negativo e senza gioia.

Chiaramente questa è la descrizione di uno stato mentale infernale, assai negativo e completamente privo di gioia, in cui siamo intrappolati e da cui non possiamo uscire: pensando a questo, se crediamo nelle vite future e in un reale luogo infernale, ovunque sia, possiamo capire quanto sarebbe orribile quello stato mentale, e possiamo anche capire con la logica come ciò possa derivare da questo atteggiamento molto negativo verso il fare affidamento su qualcuno e fidarci di lui per aiutarci a migliorare.

Cerchiamo di non bloccarci né di preoccuparci dell’inferno Vajra o dell’inferno Avici, o quanto sia più in basso di Bodhgaya, o quanto sia più caldo rispetto a questo o quello: non è affatto questo il punto e come spesso dice Sua Santità, il Buddha non è venuto per insegnarci la geografia, ma per insegnarci come evitare e vincere la sofferenza.

Se abbiamo un atteggiamento molto negativo nei confronti del tentativo di migliorare noi stessi, come faremo a migliorare? Ovviamente è questo il grande pericolo: se non abbiamo esaminato scrupolosamente il nostro maestro e noi stessi prima di impegnarci con lui in una relazione maestro-discepolo e in una seria pratica di Dharma, dobbiamo davvero farlo a fondo ora, perché non vogliamo correre il rischio di voltare le spalle rimanendo con un atteggiamento negativo, impediti dal beneficiare in futuro degli insegnamenti buddhisti. Immaginiamo di essere così disillusi da qualcosa di positivo e dalle persone che cercano di essere positive, da non avere nessuno a cui guardare: non ci sarebbe alcuna speranza e sarebbe la descrizione di una situazione infernale, ci sentiremmo intrappolati e tutto sarebbe davvero orribile e miserabile.

Cerchiamo di considerare che non stiamo parlando della dannazione eterna: perfino una rinascita infernale è impermanente e avrà una fine. Tuttavia ci sono molti pericoli nell’essere prima coinvolti e poi infrangere questo tipo di relazione e pratica spirituale in cui ci siamo impegnati, è una questione seria, e non smetteremo mai di sottolineare che non si tratta certo di dover seguire le regole per paura della punizione se non lo facciamo.

Avere una sana paura degli svantaggi

Sentiamo spesso la discussione del termine "paura", principalmente nel contesto del rifugio. "Rifugio" significa dare una direzione positiva alla nostra vita, non solo pregare Buddha che ci salvi e protegga: cercando rifugio stiamo andando nella direzione del significato più profondo del Dharma, per raggiungere una vera cessazione della sofferenza e delle cause della sofferenza e per conseguire i veri sentieri, i veri stati mentali che porteranno a tale cessazione e che da essa ne derivano, che i Buddha hanno pienamente raggiunto e l'Arya Sangha in parte. Questa è la direzione verso cui vogliamo dirigere le nostre vite e lavorare, ed ovviamente il maestro spirituale ci aiuta a svilupparci in questo modo.

Secondo i testi le cause che ci inducono verso questa direzione nella vita sono la paura di peggiori rinascite in futuro e la fiducia che possiamo evitarle andando in questa direzione sicura, questo rifugio.

Esistono due tipi di paura, uno molto distruttivo o devastante, la paura che ci fa sentire assolutamente impotenti e credere che non ci sia speranza, che porta uno stato mentale assai disturbante e devastante, in cui crediamo che non ci sia nulla che possiamo fare e in cui siamo totalmente paralizzati dalla paura. Invece la paura che ci spinge a dare una direzione sicura alla nostra vita è molto diversa, perché ci rendiamo conto che c'è un modo per evitare queste peggiori rinascite, e c'è una grande speranza: da questo punto di vista è un sano senso di paura.

Prendiamo l'esempio dell’attraversare una strada trafficata: abbiamo paura di essere investiti da un'auto, ma sappiamo che se guardiamo in entrambe le direzioni e stiamo molto attenti, possiamo attraversare in sicurezza; invece senza la speranza di attraversare la strada in sicurezza, resta solo la paura di essere travolti e non proveremo nemmeno ad attraversarla; quando tuttavia sappiamo che esiste un modo per evitare di essere investiti, un sano senso di paura ci rende attenti. A volte adopero il termine "timore" anziché "paura": c'è qualcosa che vogliamo davvero evitare, non è un tipo di paura paralizzante.

La stessa distinzione si applica allo stato mentale che sviluppiamo leggendo o ascoltando gli svantaggi di abbandonare il rapporto con il nostro maestro spirituale in uno stato di disprezzo e rabbia: temiamo i risultati che ne deriverebbero, ma non siamo paralizzati dalla paura. Al pari di voler evitare di essere investiti da un'auto, vogliamo anche evitare l'orribile stato mentale in cui ci troveremmo se avessimo un tale atteggiamento negativo verso i maestri, il Buddhismo o la pratica spirituale in generale: non ci lascerebbe niente, però sappiamo che possiamo evitare questo pericolo.

Non lo evitiamo comportandoci come soldatini ciecamente obbedienti nell’esercito, salutando sbattendo i tacchi e poi facendo quello che dice il nostro insegnante, ma esaminando seriamente in anticipo sia il maestro che noi stessi, la nostra prontezza, le nostre capacità e così via: dobbiamo stare molto attenti quando ci impegniamo in una relazione con un maestro spirituale.

Diventare disillusi

Qual è la principale funzione dei maestri spirituali? Possono fornirci informazioni, ma possiamo ottenerle facilmente anche da Internet o dai libri; possono rispondere alle nostre domande e correggere i nostri errori, ma non è necessario che siano così spiritualmente avanzati per poterlo fare. L'attività principale dei veri mentori spirituali, oltre a dare voti ecc., è di ispirarci: guardiamo con ammirazione a simili persone come esempi di ciò che stiamo cercando di diventare, sono i nostri modelli e siamo ispirati dai loro esempi.

Se veniamo totalmente disillusi da loro come modelli e poi voltiamo loro le spalle con disprezzo e ostilità, l'intero ideale ispiratore che avevamo in mente viene completamente distrutto e ci ritroviamo invece con un atteggiamento negativo e disfattista e sentiamo di essere stati così stupidi a provarci.

Ancora una volta il modo per evitarlo è quello di esaminare davvero molto bene in anticipo e poi seguire le varie procedure che sono indicate nei testi: se il nostro maestro agisce in modo un po’ strano o ci chiede di fare qualcosa di sconcertante, dobbiamo chiedere educatamente il perché e che ce ne spieghi le ragioni.

Ancora una volta penso all'esempio ispiratore di Serkong Rinpoce. Lama Zopa disse una volta: "Se vuoi trovare un esempio di un vero mentore spirituale, questi è Serkong Rinpoce”.

Ricordo che una volta ci fu un caso legale che coinvolgeva un pezzo di terra in Nepal che Serkong Rinpoce aveva o qualcuno gli aveva dato: non ricordo bene tutti i dettagli, forse era per un convento di monache o qualcosa del genere, e a riguardo giravano alcune storie strane e pettegolezzi. Serkong Rinpoce fu incredibilmente gentile perché un giorno mi prese da parte nella sua stanza e mi spiegò l'intera situazione in modo che in me non sorgesse mai alcun dubbio o qualche strano pensiero a causa di tutte le complicazioni che nascevano. Questa è la cosa reale: un insegnante premuroso molto preoccupato che io diventassi disilluso nei suoi confronti.

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