Introduzione
I termini Hinayana (Theg-dman) e Mahayana (Theg-chen), che significano veicolo modesto o "minore" e veicolo vasto o "maggiore", apparvero per la prima volta nei Sutra sulla consapevolezza discriminante di vasta portata (Sher-phyin-gyi mdo, scr. Prajnaparamita Sutra; Sutra della perfezione della saggezza), come un modo per esprimere la superiorità del Mahayana. Storicamente ci furono diciotto scuole che precedettero il Mahayana, ciascuna con la propria versione leggermente diversa delle regole della disciplina monastica (‘dul-ba, scr. vinaya). Sebbene alcuni abbiano suggerito nomi alternativi per riferirsi alle diciotto nel loro insieme, useremo per esse il termine più noto Hinayana, senza alcuna intenzione di connotazione peggiorativa.
Theravada (gNas-brtan smra-ba, scr. Sthaviravada) è l'unica delle diciotto scuole Hinayana attualmente esistenti, e fiorisce in Sri Lanka e nel sud-est asiatico. Quando i testi mahayana indiani e tibetani presentano le opinioni filosofiche delle scuole Vaibhashika (Bye-brag smra-ba) e Sautrantika (mDo-sde-pa), queste due scuole Hinayana sono divisioni di quella Sarvastivada (Thams-cad yod-par smra-ba), un’altra delle diciotto. Le regole della disciplina monastica tibetana provengono dalla scuola Mulasarvastivada (gZhi thams-cad yod-par smra-ba), un'altra divisione di Sarvastivada. Non bisogna dunque confondere la presentazione tibetana dell’Hinayana con il Theravada.
Le tradizioni buddhiste dell'Asia orientale seguono le regole monastiche della disciplina della scuola Dharmaguptaka (Chos-srung sde), un'altra delle diciotto.
Shakyamuni Buddha
Il principe Siddhartha, che divenne Buddha Shakyamuni, visse nel centro dell'India settentrionale dal 566 al 486 a.C. Dopo aver ottenuto l'illuminazione all'età di 35 anni vagò come un mendicante, insegnando agli altri. Una comunità di cercatori spirituali celibi si radunò presto intorno a lui e lo accompagnò durante i suoi viaggi. Alla fine, quando si presentò la necessità, il Buddha stabilì delle regole di disciplina per questa comunità. I “monaci” si incontravano quattro volte al mese per recitare queste regole e purificarsi di eventuali infrazioni che potevano essersi verificate.
Circa vent'anni dopo la sua illuminazione, Buddha cominciò a seguire l'usanza dei monaci di restare in un luogo ogni anno per un ritiro di tre mesi durante la stagione delle piogge. La costruzione di monasteri buddhisti si è evoluta da questa usanza. Alcuni anni prima di morire, Buddha diede inizio anche a una tradizione di monache.
Il primo concilio buddhista
Buddha insegnò nel dialetto prakrit (Tha-mal-pa) del Magadha (Yul Ma-ga-dha), ma durante la sua vita non fu scritto nulla. In effetti, gli insegnamenti del Buddha furono trascritti per la prima volta solo all'inizio del I secolo a.C. e furono quelli dalla scuola Theravada, scritti in Sri Lanka in lingua pali. Nei secoli precedenti, i monaci preservarono gli insegnamenti del Buddha memorizzandoli e recitandoli periodicamente.
L'usanza di recitare a memoria gli insegnamenti di Buddha iniziò pochi mesi dopo la sua morte, durante il primo concilio buddhista tenutosi a Rajagrha (rGyal-po'i khab, l'attuale Rajgir), con la partecipazione di cinquecento discepoli: i racconti tradizionali riportano che tutti i partecipanti erano arhat (dgra-bcom-pa), esseri liberati.
Secondo la versione Vaibhashika, tre arhat recitavano gli insegnamenti a memoria e, se tutti gli altri membri dell'assemblea erano d'accordo sul fatto che ciò che essi recitavano fosse esattamente ciò che aveva effettivamente detto Buddha, ciò avrebbe confermato l'accuratezza degli insegnamenti.
- Ananda (Kun-dga’-bo) recitò i sutra (mdo) - i discorsi riguardanti vari temi della pratica.
- Upali (Nye-bar 'khor) recitò il vinaya - le regole della disciplina monastica.
- Mahakashyapa ('Od-bsrung chen-po) recitò l'abhidharma (chos mngon-pa), riguardante argomenti speciali di conoscenza.
Queste tre divisioni degli insegnamenti del Buddha formarono Le tre raccolte simili a canestri (sDe-snod gsum, scr. Tripitaka, Tre canestri).
- Il canestro Vinaya conteneva gli insegnamenti sull'autodisciplina etica superiore,
- Il canestro Sutra, quelli sulla concentrazione assorbita superiore,
- Il canestro Abhidharma, gli insegnamenti sulla consapevolezza discriminante superiore o "saggezza" superiore.
Il resoconto Vaibhashika include il punto che non tutti gli insegnamenti sull'abhidharma di Buddha furono recitati in questo primo concilio, alcuni furono trasmessi oralmente al di fuori della giurisdizione del concilio e furono aggiunti in seguito.
Secondo la versione Sautrantika, gli insegnamenti dell'abhidharma recitati al concilio non erano affatto le parole del Buddha, e i sette testi dell'abhidharma inclusi in questo canestro furono in realtà composti da sette arhat.
Il secondo concilio buddhista e la fondazione della scuola Mahasanghika
Il secondo concilio buddhista ebbe luogo a Vaishali (Yangs-pa-can) nel 386 o 376 a.C., riunendo settecento monaci in assemblea con lo scopo di risolvere dieci questioni riguardanti la disciplina monastica. La decisione principale sui cui concordarono fu che i monaci non potevano accettare l'oro, o in termini attuali non sono autorizzati a maneggiare denaro. Il concilio poi recitò Il canestro del vinaya per riconfermare la sua purezza.
Secondo il resoconto theravada, la prima scissione nella comunità monastica avvenne in questo concilio. Alcuni monaci in disaccordo si staccarono per formare la scuola Mahasanghika (dGe-‘dun phal-chen-po), mentre gli anziani che rimasero divennero noti come la scuola Theravada. "Theravada" in pali significa "seguaci delle parole degli anziani"; "Mahasanghika" significa "la comunità maggioritaria".
Secondo altri resoconti, l'effettiva scissione avvenne più tardi, nel 349 a.C. e il punto della contesa non verteva su questioni di disciplina monastica, ma piuttosto su opinioni filosofiche, se cioè un arhat - un essere liberato - fosse limitato o meno.
- Gli anziani Theravada ammettevano che gli arhat sono limitati nella loro conoscenza. Ad esempio, potrebbero non conoscere le indicazioni stradali durante il viaggio e potrebbero ricevere a tal proposito informazioni da altri; tuttavia, sanno tutto sulle questioni del Dharma. Gli arhat potrebbero persino avere dubbi sui propri conseguimenti, anche se non potrebbero degenerare. I theravada tuttavia insistevano che gli arhat sono completamente privi di emozioni disturbanti, come il desiderio.
- Il Mahasanghika o "gruppo di maggioranza" non era d'accordo a proposito delle emozioni disturbanti, e affermavano che gli arhat possono ancora essere sedotti nei sogni e avere emissioni notturne, perché gli arhat hanno ancora una traccia di lussuria, e perciò il Mahasanghika operò una chiara distinzione tra un arhat e un Buddha.
I seguaci della scuola Theravada gravitavano nella parte occidentale dell'India settentrionale, quelli Mahasanghika invece in quella orientale e poi si diffusero nell’Andhra, nella parte orientale dell'India meridionale, dove in seguito emerse il Mahayana. Gli studiosi occidentali vedono il Mahasanghika come un precursore del Mahayana.
Il terzo concilio buddhista e la fondazione delle scuole Sarvastivada e Dharmaguptaka
Nel 322 a.C., Chandragupta Maurya fondò l'impero Maurya nella regione centrale dell'India settentrionale già conosciuta come Magadha, la patria del Buddhismo; l'impero crebbe rapidamente, raggiungendo la sua massima estensione sotto il dominio dell'imperatore Ashoka (Mya-ngan med-pa), 268-232 a.C., dall'attuale Afghanistan orientale e dal Belucistan fino all'Assam, coprendo la maggior parte dell'India meridionale.
Durante il regno dell'imperatore Ashoka, nel 237 a.C., anche la scuola Sarvastivada si staccò da Theravada, a proposito di alcune questioni filosofiche. Nella circostanza di questa rottura fu tenuto il terzo concilio promosso dalla scuola Theravada sotto il patrocinio imperiale nella capitale Maurya, Pataliputra, l'attuale Patna, per quanto essi lo datino al 257 a.C., vent'anni prima della datazione della scissione secondo Sarvastivada: questo perché, secondo i Theravada, fu solo dopo che questo concilio riaffermò la purezza della visione Theravada, che l'imperatore Ashoka inviò l’anno successivo delle missioni per introdurre il Buddhismo in nuove regioni, sia nel suo impero che oltre i confini; attraverso queste missioni, il Buddhismo Theravada fu introdotto nell'attuale Pakistan (Gandhara e Sindh), nell'attuale Afghanistan sud-orientale (Battria), nel Gujarat, nella parte occidentale dell'India meridionale, nello Sri Lanka e nella Birmania. Dopo la morte dell'imperatore Ashoka, suo figlio Jaloka introdusse il Sarvastivada in Kashmir, e da lì alla fine si diffuse nell'attuale Afghanistan.
Indipendentemente da quando si tenne il concilio, il suo lavoro principale fu analizzare gli insegnamenti del Buddha e confutare ciò che gli anziani ortodossi Theravada consideravano opinioni errate. Il monaco capo del concilio, Moggaliputta Tissa, compilò queste confutazioni analitiche come Terreni di disputa (Pali Kathavatthu), che divenne il quinto dei sette testi nel Canestro abhidhamma Theravada.
Altre tradizioni Hinayana non documentano questo concilio nello stesso modo in cui lo fa Theravada. In ogni caso, uno dei principali punti filosofici motivo della scissione fu l'esistenza dei fenomeni passati, presenti e futuri.
- Sarvastivada affermava che tutto esiste: le cose che non accadono più, le cose che accadono in questo momento e le cose che non stanno ancora accadendo, e questo perché gli atomi di cui sono fatte le cose sono eterni, e cambiano solo le forme che assumono. Pertanto le forme che assumono gli atomi possono trasformare da cose che non stanno ancora accadendo in cose che accadono adesso e poi in cose che non accadono più. Ma gli atomi che costituiscono ciascuna di queste cose sono gli stessi atomi eterni.
- Theravada ed anche Mahasanghika affermavano che esistono solo le cose che accadono in questo momento, così come quelle cose che non accadono più che non hanno ancora prodotto i loro risultati, e queste ultime esistono perché possono ancora svolgere una funzione.
- Sarvastivada tuttavia concordava con Mahasanghika sul fatto che gli arhat hanno dei limiti sotto forma di tracce di emozioni disturbanti.
Nel 190 a.C. anche la scuola Dharmaguptaka si separò dal Theravada.
- Dharmaguptaka era d’accordo con il Theravada sul fatto che gli arhat non hanno emozioni disturbanti.
- Tuttavia come il Mahasanghika, il Dharmaguptaka tendeva ad elevare Buddha. Affermava che è più importante fare offerte a Buddha che ai monaci, ed enfatizzava in particolare la pratica di fare offerte a stupa - monumenti che contengono le reliquie dei Buddha.
- Dharmaguptaka aggiunse una quarta raccolta simile a un canestro, Il canestro dharani. Un "dharani" (gzungs), che significa "formula di ritenzione", è una sequenza sanscrita devozionale di parole o sillabe che, quando cantate, aiutano il praticante a conservare le parole e il significato del Dharma, in modo da sostenere fenomeni costruttivi ed eliminare quelli distruttivi. Questo sviluppo dei dharani presentò delle somiglianze con lo spirito devozionale dei tempi segnato dall'emergere del classico indù, la Bhagavad Gita.
La scuola di Dharmaguptaka mise radici nel Gandhara, la regione che copre l'attuale Pakistan nord-occidentale e l'Afghanistan nord-orientale. I primi documenti scritti buddhisti rinvenuti, risalenti al I secolo a.C., sono nella sua lingua, gandhari prakrit, e per lo più provengono dalla scuola Dharmaguptaka. Gandhari prakrit fu scritto in caratteri kharoshti, il cui alfabeto era chiamato "a ra pa ca na" dalle sue prime lettere. È interessante notare che il mantra più comune per Manjushri, la figura buddhista che incarna la consapevolezza discriminante dei Buddha, è Om arapacana dhih. La scuola Dharmaguptaka si diffuse dal Gandhara all'Iran, all'Asia centrale e alla Cina. I cinesi adottarono la versione dharmaguptaka dei voti dei monaci e delle monache. Nel corso dei secoli, questa versione delle regole della disciplina monastica venne trasmessa a Corea, Giappone e Vietnam.
Il quarto concilio buddhista
Le scuole Theravada e Sarvastivada tennero ciascuna il proprio quarto concilio.
La scuola Theravada lo tenne nel 29 a.C. in Sri Lanka: nonostante vari gruppi si fossero separati dal Theravada per le differenze nell'interpretazione delle parole del Buddha, Maharakkhita e 500 anziani Theravada si incontrarono per recitare e trascrivere le parole del Buddha al fine di preservare la loro autenticità, e in quell’occasione lo fecero utilizzando la lingua pali. Questa versione di Le tre raccolte simili a canestri, Il Tipitaka, è comunemente nota come Il canone pali. Ciononostante, le altre scuole Hinayana continuarono a trasmettere gli insegnamenti in forma orale.
All'interno della scuola Sarvastivada emersero gradualmente varie differenze di interpretazione degli insegnamenti: il primo ad apparire fu il predecessore della scuola Vaibhashika, ed in seguito attorno al 50 d.C. si sviluppò quella Sautrantika, e ognuna aveva le proprie asserzioni riguardo a molti punti dell'abhidharma.
Nel frattempo la situazione politica nell'India settentrionale, nel Kashmir e in Afghanistan era sul punto di subire un grande cambiamento, con l'invasione dall'Asia centrale degli Yuezhi (Wade-Giles: Yüeh-chih), un popolo indoeuropeo che viveva originariamente nel Turkistan orientale e che, conquistando una vasta area a ovest e poi a sud alla fine del II secolo a.C., diede infine inizio alla dinastia Kushan, che durò fino al 226 d.C. Al suo apice l'Impero Kushan si estendeva dall'attuale Tagikistan, Uzbekistan, Afghanistan e Pakistan, attraverso il Kashmir e l'India nord-occidentale, fino all'India settentrionale centrale e all'India centrale; collegando la Via della Seta con i porti marittimi alla foce dell’Indo, questa dinastia permise al Buddhismo di venire a contatto con molte influenze straniere e di giungere in Cina.
Il più famoso dei sovrani Kushan fu il re Kanishka, che secondo alcune fonti governò dal 78 al 102 d.C., mentre secondo altre dal 127 al 147 d.C. Durante il suo regno si tenne il quarto concilio della scuola Sarvastivada, nella sua capitale Purushapura (l'odierna Peshawar) o a Srinagar, Kashmir: il concilio rifiutò l’abhidharma sautrantaka e codificò il proprio ne Il grande Commentario (scr. Mahavibhasha), e supervisionò anche la traduzione dal prakrit al sanscrito della versione Sarvastivada de Le tre raccolte simili a canestri e la trascrizione di questi testi sanscriti.
Tra il quarto e il quinto secolo d.C. dalla corrente principale vaibhashika Sarvastivada nel Kashmir si diramò la scuola Mulasarvastivada, e alla fine dell'VIII secolo d.C., i tibetani adottarono la sua versione delle regole della disciplina monastica. Nei secoli successivi si diffuse dal Tibet alla Mongolia e alle regioni mongole e ad alcune turche della Russia.
Diramazioni della scuola Mahasanghika
Nel frattempo la scuola Mahasanghika, situata principalmente nell'India meridionale orientale, si ramificò in cinque scuole, che concordavano tutte sul fatto che gli arhat fossero limitati e che i Buddha fossero supremi, e ognuno di esse sviluppò ulteriormente questa affermazione, aprendo la strada al Mahayana. Per quanto riguarda le tre scuole principali:
- La scuola Lokottaravada (‘Jig-rten ‘das-par smra-ba) affermava il Buddha come un essere trascendente, il cui corpo è al di là di quelli deperibili di questo mondo. Questa affermazione costituì la base per la spiegazione Mahayana dei tre corpi di un Buddha. La scuola Lokottaravada si diffuse in Afghanistan dove, tra il III e il V secolo d.C., i suoi seguaci costruirono i colossali Buddha a Bamiyan, riflettendo la loro visione dei Buddha trascendenti.
- La scuola Bahushrutiya (Mang-du thos-pa) affermava che Buddha aveva impartito sia insegnamenti mondani che insegnamenti al di là di questo mondo, e questo portò alla divisione Mahayana tra il corpo delle emanazioni di un Buddha (sprul-sku, scr. nirmanakaya) e il corpo di completo godimento (longs-sku, scr. sambhogakaya).
- La scuola Chaitika si staccò dal Bahushrutiya e affermava che Buddha era già illuminato prima di apparire in questo mondo e stava solo dimostrando la sua illuminazione per mostrare agli altri il percorso. Questa affermazione venne in seguito accettata anche dal Mahayana.
L'apparizione del Mahayana
I sutra mahayana apparvero per la prima volta tra il I secolo a.C. e il IV secolo d.C. nell’Andhra, nell'India meridionale orientale, l'area in cui era fiorente Mahasanghika. Secondo i racconti tradizionali buddhisti, questi sutra erano stati insegnati dal Buddha, ma erano stati trasmessi oralmente in modo più privato di quanto lo fossero state le opere Hinayana, alcuni erano stati persino salvaguardati in regni non umani.
I più importanti sutra Mahayana che apparvero apertamente a quel tempo furono:
- Durante i primi due secoli, I sutra sulla consapevolezza discriminante di vasta portata (scr. Prajnaparamita Sutra) e Il sutra che istruisce su Vimalakirti (Dri-ma med-pa grags-par bstan-pa'i mdo, scr. Vimalakirti-nirdesha Sutra) - il primo riguarda il vuoto (vacuità) di tutti i fenomeni, mentre il secondo descrive il bodhisattva laico.
- Intorno al 100 d.C., Il sutra della gamma della (pura) terra della beatitudine (bDe-ba-can-gyi bkod-pa'i mdo, scr. Sukhavati-vyuha Sutra) - che introduce la Terra Pura Sukhavati di Amitabha, il Buddha di Luce Infinita.
- Intorno al 200 d.C., Il Sutra del loto del venerato Dharma (Dam-pa'i chos padma dkar-po'i mdo, scr. Saddharmapundarika Sutra) – che, con una presentazione molto devozionale, enfatizza la capacità di ognuno di diventare Buddha e quindi combina insieme il veicolo di insegnamenti di tutti i Buddha come mezzi capaci.
All'interno del Mahayana, anche le scuole Madhyamaka (dBu-ma) e Cittamatra (Sems-tsam-pa) apparvero la prima volta nell’Andhra, nell'India meridionale.
- La scuola Madhyamaka risale a Nagarjuna, che visse nell’Andhra tra il 150 e il 250 d.C. e commentò i Sutra prajnaparamita. Secondo i resoconti tradizionali, Nagarjuna recuperò questi sutra dai fondali marini dove i naga li avevano custoditi dal tempo in cui Buddha li aveva insegnati sul Picco dell’avvoltoio (Bya-rgod phung-pa'i ri, scr. Grdhrakuta) vicino a Rajagrha, nell’India settentrionale centrale. I "naga" sono esseri per metà umani e per metà serpenti che vivono sotto la terra e sotto gli specchi d'acqua.
- La scuola Chittamatra si basò sul Sutra della discesa nel Lanka (Lan-kar gshegs-pa’i mdo, scr. Lankavatara Sutra). Sebbene questo sutra sia apparso per la prima volta ad Andhra, gli insegnamenti Chittamatra furono ulteriormente sviluppati da Asanga, che visse durante la prima metà del IV secolo d.C. a Gandhara, l'attuale Pakistan centrale, e che li ricevette attraverso una visione del Buddha Maitreya.
Lo sviluppo delle università monastiche e del tantra
La prima università monastica buddhista, Nalanda, fu costruita vicino a Rajagrha all'inizio del II secolo d.C.; vi insegnò Nagarjuna, così come molti successivi maestri Mahayana. Il periodo di maggior fioritura di queste università monastiche avvenne tuttavia con la fondazione della dinastia Gupta all'inizio del IV secolo d.C. Il loro corso di studi enfatizzò lo studio dei sistemi di scuole filosofiche e i monaci si impegnarono in un rigoroso dibattito con i sostenitori delle sei scuole indù e giainiste sviluppatesi tra il III e il VI secolo d.C.
Anche il tantra emerse tra il III e il VI secolo d.C., facendo la sua prima apparizione ancora una volta nell’Andhra, nell'India meridionale, con Il tantra di Guhyasamaja (dPal gSang-ba 'dus-pa'i rgyud), al quale Nagarjuna scrisse diversi commenti. Secondo la tradizione buddhista i tantra erano anche stati trasmessi oralmente dal momento in cui Buddha li insegnò, ma in forma più privata di quanto avessero fatto gli insegnamenti mahayana del sutra.
Presto il tantra si diffuse a nord: dalla metà dell'VIII alla metà del IX secolo d.C., fiorì in particolare a Oddiyana (U-rgyan), l'odierna valle dello Swat nel nord-ovest del Pakistan. L'ultimo tantra ad apparire fu Il tantra di Kalachakra (dPal Dus-kyi 'khor-lo'i rgyud), a metà del X secolo d.C.
Le università monastiche buddhiste raggiunsero il loro apice durante la dinastia Pala (750 - fine del XII secolo d.C.) nell'India settentrionale, e molte di quelle nuove, come Vikramashila, furono costruite con il patrocinio reale. Lo studio del tantra fu introdotto in alcune di queste università monastiche, in particolare Nalanda, ma lo studio e la pratica fiorirono maggiormente al di fuori dei monasteri, specialmente con la tradizione degli 84 mahasiddha (grub-thob chen-po), tra l'VIII e il XII secolo d.C. I "Mahasiddha" sono praticanti del tantra con elevate realizzazioni.