Lo sforzo, la presenza mentale, e la concentrazione giuste

Panoramica

Stiamo considerando i tre addestramenti e il modo in cui ci possono aiutare nella vita quotidiana, attraverso la pratica dell’ottuplice sentiero. I tre addestramenti riguardano:

  • L’autodisciplina etica
  • La concentrazione
  • La consapevolezza discriminante

Noi mettiamo in pratica la parola, l’azione, il comportamento e il sostentamento giusti per sviluppare l’autodisciplina etica. Possiamo ora considerare l’addestramento nella concentrazione, che comporta il giusto sforzo, la giusta presenza mentale (ritenzione mentale) e la giusta concentrazione.

Il giusto sforzo consiste nel liberarsi dai flussi di pensieri distruttivi e sviluppare stati mentali favorevoli alla meditazione.

La presenza mentale (ritenzione mentale) è come una colla mentale che trattiene e non lascia andare qualcosa, così ci impedisce di dimenticare qualcosa:

  • Non dimenticare la natura effettiva del nostro corpo, sensazioni, mente e fattori mentali, affinché non ci distraggano
  • Non perdere l’adesione alle nostre varie linee guide etiche, i precetti o, se li abbiamo presi, i voti
  • Non lasciare andare o dimenticare un oggetto di concentrazione.

Dunque se stiamo meditando abbiamo ovviamente bisogno della ritenzione mentale per non perdere l’oggetto su cui ci stiamo concentrando. Se stiamo parlando con qualcuno, abbiamo bisogno della ritenzione mentale per mantenere l’attenzione sulla persona e su ciò che sta dicendo.

La concentrazione stessa è un piazzamento mentale su un oggetto di concentrazione. Così, quando stiamo ascoltando qualcuno, ciò significa che la nostra concentrazione è focalizzata su quello che sta dicendo, sul suo aspetto, su come agisce, ecc. La ritenzione mentale ci aiuta a mantenere la concentrazione, essendo la colla mentale che ci mantiene lì, così non diventiamo intorpiditi o distratti.

Sforzo

Questo è il primo fattore dell’ottuplice sentiero che noi usiamo per aiutarci a sviluppare la concentrazione. Ci sforziamo di liberarci dai pensieri che ci distraggono e dagli stati emotivi che non sono favorevoli alla concentrazione, nonché di provare a sviluppare qualità positive. In generale, se vogliamo realizzare qualunque cosa nella nostra vita, dobbiamo sforzarci. Le cose proprio non giungono dal nulla e nessuno ha detto che sia facile. Ma se abbiamo sviluppato un po’ di forza lavorando con l’autodisciplina etica in termini di come ci comportiamo, parliamo e interagiamo con gli altri, ciò ci darà la forza di metterci impegno nel lavoro sui nostri stati mentali ed emotivi.

Sforzo scorretto

Lo sforzo scorretto consiste nell’indirizzare la nostra energia verso flussi di pensiero dannosi e distruttivi, che ci distraggono e rendono difficile, se non impossibile, la concentrazione. Ci sono tre tipologie principali di modi di pensare distruttivi:

  • Pensare con bramosia
  • Pensare con cattiveria
  • Pensare in un modo distorto con antagonismo.

Pensare con bramosia

Pensare con bramosia si riferisce al pensare con gelosia su ciò che gli altri hanno ottenuto o ai piaceri e ai beni materiali di cui godono. Tu pensi, “Come me lo posso procurare?”. Questo sorge dall’attaccamento. Non riusciamo a tollerare che qualcun altro abbia qualcosa che noi non abbiamo, che sia il successo, un bel partner, una nuova macchina: potrebbe davvero essere qualunque cosa. Ci pensiamo sempre, ed è uno stato mentale molto disturbante. Ciò ci impedisce completamente di concentrarci, o no?

Il perfezionismo può rientrare in questa categoria: cerchiamo sempre di poter superare noi stessi. È quasi una gelosia di sé stessi!

Pensare con cattiveria

Pensare con cattiveria vuol dire [pensare] a come danneggiare qualcuno, per esempio: “Se questa persona dice o fa qualcosa che non mi piace, saremo pari”. Potremmo pensare a cosa fare o dire la prossima volta in cui vedremo quella persona, pentendoci di non averle risposto nel momento in cui ci ha detto qualcosa. Non riusciamo a togliercelo dalla testa, ci pensiamo tantissimo.

Pensare in modo distorto con antagonismo

Pensieri distorti e antagonistici avvengono quando, per esempio, se qualcuno sta cercando di migliorarsi o di aiutare gli altri e noi pensiamo, “È stupido – quello che sta facendo è inutile. È ridicolo tentare di aiutare qualcuno”.

Ad alcuni non piace lo sport e pensano che quelli che praticano e guardano il calcio in tv o vanno a vedere una partita siano completamente stupidi. Ma non c’è nulla di dannoso nella passione per lo sport. Pensare che sia stupido o che sia una perdita di tempo è uno stato mentale molto antagonistico.

Oppure qualcun altro cerca di aiutare un mendicante donando dei soldi e tu pensi, “Oh, sei veramente stupido a farlo”. Se pensiamo costantemente a quanto gli altri siano stupidi e a quanto qualunque cosa facciano sia irrazionale, non saremo mai in grado di concentrarci. Questi sono i pensieri di cui vogliamo liberarci.

Giusto sforzo

Il giusto sforzo consiste nell’indirizzare la nostra energia lontano da flussi di pensiero nocivi e distruttivi e verso lo sviluppo di qualità benefiche. Per questo parliamo di ciò che sono chiamati “i quattro sforzi corretti” nella lingua pali. Nelle letterature sanscrita e tibetana sono chiamati i “quattro fattori per ottenere la corretta liberazione” – in altre parole, per liberarci dei nostri difetti – i cosiddetti “quattro abbandoni puri”:

  1. Prima ci sforziamo nel prevenire il sorgere delle qualità negative che non abbiamo ancora sviluppato. Per esempio, se abbiamo un tipo di personalità facilmente soggetta alla dipendenza, potremmo voler evitare di far parte di un servizio di streaming di film online, dove finiremmo per trascorrere l’intera giornata guardando serie dopo serie. Sarebbe piuttosto dannoso e condurrebbe alla perdita di concentrazione.
  2. Poi, dobbiamo metterci impegno per liberarci dalle qualità negative che già possediamo. Così, se siamo dipendenti da qualcosa, sarà per noi positivo cercare di limitarne [l’uso]. Per esempio, noi tutti conosciamo persone così dipendenti dal loro iPod, che non possono andare da nessuna parte senza ascoltare della musica. È quasi come se avessero paura di stare in silenzio, paura di pensare a qualunque cosa, così devono sempre avere della musica. Naturalmente la musica ad alto volume può essere utile per mantenersi svegli quando si guida a lungo o per mantenere il ritmo mentre ci si allena, e della musica dolce può aiutare a stare calmi mentre si lavora, ma la musica di certo non aiuta a concentrarsi su qualcuno durante una conversazione. Distrae, inevitabilmente.
  3. Dopo questo, dobbiamo coltivare delle qualità positive nuove.
  4. Poi, ci sforziamo nel mantenere e rafforzare le qualità positive che sono già presenti.

È molto interessante esaminarli e cercare di trovare delle applicazioni pratiche. Un esempio personale è che ho una cattiva abitudine quando si tratta del mio sito web. Ho circa 110 persone che ci lavorano, che mi mandano email tutto il tempo con le loro traduzioni e i file revisionati – ne ricevo tante, proprio tante, ogni giorno. La mia cattiva abitudine era che scaricavo tutto in una cartella, piuttosto che organizzarlo in cartelle appropriate e facilmente trovabili da me e dal mio assistente. Era veramente una brutta abitudine, perché la mia inefficienza ci impediva di concentrarci sul nostro lavoro con questi file, a causa della grande perdita di tempo utilizzato per cercarli e ordinarli. Quindi, quale sarebbe la qualità positiva qui? Quella di stabilire un sistema, così non appena arriva qualcosa, subito va nella cartella giusta. Questo accumula un’abitudine a mettere sempre le cose al posto giusto all’inizio, invece di essere pigri e lasciare che tutto vada ovunque.

In questo esempio, abbiamo trovato una qualità negativa, un’abitudine molto improduttiva, e anche una qualità positiva. Così ci impegniamo ad evitare la qualità negativa e creare un sistema di file appropriato, così da evitare che continui. Questo è ciò di cui stiamo parlando a un livello di pratica molto semplice.

Superare i cinque ostacoli alla concentrazione

Il giusto sforzo comporta anche il lavorare per superare i cinque ostacoli alla concentrazione, che sono:

L’intenzione di perseguire uno qualunque dei cinque tipi di oggetti sensoriali desiderabili

I cinque oggetti sensoriali desiderabili sono forme, suoni, fragranze, sapori e sensazioni fisiche molto gradevoli. Questo ostacolo che ci sforziamo di superare è quando cerchiamo di concentrarci su qualcosa, per esempio sul nostro lavoro, ma la nostra concentrazione è distratta da pensieri come, “Voglio vedere un film” o “Voglio aprire il frigo”. Così qui stiamo considerando i piaceri o i desideri sensoriali, come il voler mangiare, ascoltare della musica, ecc. Dobbiamo sforzarci di non andare alla ricerca di cose quando sorgono sensazioni del genere, così da rimanere concentrati.

I pensieri di ostilità

Questo è il pensare di ferire qualcuno. Se pensiamo sempre in un modo maligno, “Questa persona mi ferisce, loro non mi piacciono, come posso vendicarmi?”, questo è un grande ostacolo alla concentrazione. Dobbiamo sforzarci di evitare di generare pensieri sgradevoli e dannosi non solo nei confronti degli altri ma anche verso noi stessi.

Mente annebbiata e sonnolenza

Questo avviene quando la nostra mente è annebbiata, siamo svagati e non possiamo pensare con chiarezza. La sonnolenza è ovviamente l’essere assonnati. Dobbiamo cercare di combatterla. Sia che tu lo faccia con del caffè, sia con dell’aria fresca, dobbiamo sforzarci di non arrenderci a questi stati. Ma se veramente diventa troppo difficile concentrarsi, dobbiamo porre un confine, un limite. Se lavori a casa, “Farò un pisolino o una pausa per venti minuti”. Se sei in ufficio, “Farò una pausa caffè per dieci minuti”. Stabilisci un limite e poi ritorna al tuo lavoro.

Volubilità della mente e rimorsi

L’incostanza della mente è quando la nostra mente fugge verso Facebook, YouTube o qualcos’altro. Avere rimorsi è quando la mente vola via verso sensazioni di colpa, “Mi sento così male per aver fatto questo o quello”. Queste sono cose che ci distraggono molto, impedendoci davvero di concentrarci.

Titubanza indecisa e dubbi

L’ultima cosa che dobbiamo sforzarci di superare è la titubanza indecisa e i dubbi. “Cosa dovrei fare?”, “Cosa dovrei mangiare a pranzo? Forse dovrei mangiare questo. O forse dovrei mangiare quello?”. Il non essere in grado di decidere spreca un’enorme quantità di tempo. Non possiamo concentrarci e portare avanti delle cose se siamo sempre pieni di dubbi e indecisioni, così dobbiamo sforzarci di risolvere questo aspetto.

In breve, il giusto sforzo consiste nello sforzarsi di:

  • Evitare modi di pensare disturbanti e distruttivi
  • Liberarci di cattive abitudini e difetti che potremmo avere
  • Sviluppare le buone qualità che già possediamo e quelle in cui siamo carenti
  • Liberarci degli ostacoli alla concentrazione.

Presenza mentale (ritenzione mentale)

L’aspetto successivo dell’ottuplice sentiero che è coinvolto nella concentrazione è la giusta ritenzione mentale:

  • La ritenzione mentale è essenzialmente una colla mentale. Quando ti stai concentrando, la tua mente resta aggrappata a un oggetto. Questo trattenere, la ritenzione mentale, ti evita di mollare.
  • Questa è accompagnata dalla vigilanza, che rileva se la tua attenzione sta deviando, o se diventi assonnato o intorpidito.
  • Allora usiamo la nostra attenzione, che è il modo in cui consideriamo l’oggetto di concentrazione.

Qui prestiamo attenzione a come considerare il nostro corpo, sensazioni, mente e fattori mentali vari. Vogliamo evitare di trattenere e non lasciare andare i modi scorretti di considerare il nostro corpo e le nostre sensazioni, perché quando non li lasciamo andare, diventiamo distratti e incapaci di concentrarci. Ora, diamo uno sguardo rispettivamente alle forme di ritenzione mentale scorrette e corrette.

Rispetto al nostro corpo

Quando parliamo del corpo, in generale si riferisce proprio al nostro corpo e alle varie sensazioni fisiche o aspetti del nostro corpo. Una considerazione scorretta del corpo sarebbe che, per natura, il nostro corpo sia piacevole, oppure pulito e bello. Trascorriamo un’enorme quantità di tempo distratti o preoccupati per il modo in cui appariamo: i nostri capelli e il trucco, come ci vestiamo, ecc. Naturalmente è bene essere puliti e presentabili, ma quando raggiungiamo l’estremo di pensare che l’apparenza del corpo sia una fonte di piacere e che debba sempre essere perfetto, così da poter attirare gli altri, ciò non permette di avere molto tempo per la concentrazione su nulla di più significativo.

Consideriamo il nostro corpo realisticamente. Se stai seduto troppo a lungo, ti senti scomodo e devi muoverti. Se sei disteso, una posizione diventa scomoda, e così anche la seguente. Ci ammaliamo, il corpo invecchia. È importante prendersi cura del corpo e assicurarsi di essere in buona salute facendo attività fisica e avendo una buona alimentazione, ma essere troppo concentrati su questo – quest’idea che il corpo sarà una fonte di piacere duraturo – è un problema.

Questa ritenzione mentale scorretta è ciò di cui dobbiamo liberarci. Dobbiamo lasciar andare l’idea che i nostri capelli siano la cosa più importante in assoluto, o che dobbiamo sempre indossare i colori perfettamente coordinati, e che questo ci darà felicità. Smettiamo di afferrarci a questo, coltivando la ritenzione mentale corretta, che è “I miei capelli e i vestiti non sono veramente una fonte di felicità. Pensarci troppo mi fa sprecare il tempo e mi impedisce di concentrarmi su qualcosa di più significativo”.

Rispetto alle nostre sensazioni

Qui parliamo delle sensazioni di infelicità o felicità, che sono fondamentalmente connesse alla fonte della sofferenza. Quando siamo infelici abbiamo la cosiddetta “sete” – siamo assetati di porre fine alla fonte dell’infelicità. In maniera simile, quando proviamo un po’di felicità, abbiamo davvero sete di averne di più. Questa è essenzialmente la fonte dei problemi.

Quando consideriamo l’infelicità come la cosa peggiore del mondo, questo crea problemi alla concentrazione. Come? “Sono un po’a disagio”, “Non sono di buon umore”, oppure “Sono infelice”, bene, e allora? Semplicemente continua con qualunque cosa tu stia facendo. Se pensi veramente che il tuo cattivo umore sia la cosa peggiore del mondo e ti afferri a quello, è un serio ostacolo a concentrarsi su qualunque cosa tu stia facendo.

Quando siamo felici, non dovremmo essere distratti, desiderando che la felicità cresca e duri per sempre. Questo può accadere quando mediti e cominci a sentirti davvero bene, e ti distrai per via di quanto sia meraviglioso. O se sei con qualcuno che ti piace, o stai mangiando qualcosa di delizioso, la ritenzione mentale scorretta è l’afferrarsi a “Questo è talmente fantastico”, ed esserne distratti. Goditelo per quello che è, senza farne una cosa importante.

Rispetto alla nostra mente

Sarà difficile concentrarsi se pensiamo che la nostra mente sia per sua natura colma di rabbia, stupidità o ignoranza, pensando che ci sia qualcosa di intrinsecamente sbagliato o difettoso in essa. Spesso pensiamo di non essere buoni a sufficienza: “Non sono questo. Non sono quello. Sono una nullità”. Oppure “Non posso capire”, ancora prima di averci provato. Se ci afferriamo a queste idee, allora non c’è molta speranza. Invece con la giusta ritenzione mentale, che è quando noi pensiamo, “Bene, al momento potrei non capire, potrei essere confuso, ma non significa che questa sia la natura della mia mente”, ciò ci dà la fiducia di usare la concentrazione per affrontarlo.

Rispetto ai nostri fattori mentali

La quarta è sul piano dei nostri fattori mentali, come intelligenza, gentilezza, pazienza, ecc. La ritenzione mentale scorretta è il pensare che siano fissi e che “È semplicemente il mio modo di essere e gli altri lo devono accettare. Non c’è nulla che io possa fare per cambiare o per coltivarli”. La ritenzione mentale corretta è sapere che tutti questi fattori non sono semplicemente paralizzati a un certo livello, ma possono essere sviluppati e coltivati, in questo contesto, per incrementare la concentrazione.

Prendere il controllo di noi stessi

È strano, quando analizziamo noi stessi per vedere come affrontiamo l’essere veramente di cattivo umore, o quando ci sentiamo in colpa, scopriamo che noi semplicemente ci aggrappiamo all’umore e ci rimaniamo incastrati. O con il senso di colpa, rimaniamo intrappolati negli errori che abbiamo fatto. Ok, siamo esseri umani e tutti noi commettiamo errori. La ritenzione mentale scorretta è quando ci aggrappiamo a questo e non molliamo, e ci bastoniamo per quanto cattivi pensiamo di essere. La ritenzione mentale corretta è sapere che l’umore cambia, perché sorge da cause e condizioni che cambiano sempre anch’esse; nulla rimane lo stesso per sempre.

Un consiglio molto utile che troviamo negli insegnamenti buddhisti è essenzialmente “prendi il controllo di te stesso”. È come svegliarsi la mattina, quando sei sdraiato nel letto e non vuoi veramente uscirne perché è così confortevole e tu sei così assonnato. Bene, prendi semplicemente il controllo e ti alzi, o no? Abbiamo l’abilità di farlo, altrimenti la metà di noi non si alzerebbe mai di mattina! È la stessa cosa quando siamo di cattivo umore o solo ci sentiamo un po’ giù. Possiamo assumere il controllo di noi stessi – “Dai, fallo!” – non arrendendoci, ma semplicemente continuando con ciò che dobbiamo fare.

Altri aspetti della ritenzione mentale

In generale, la ritenzione mentale è effettivamente molto importante. Ci evita di dimenticare le cose. Se ci sono cose che dobbiamo fare, la ritenzione mentale corretta ci aiuta a concentrarci su di esse. La ritenzione mentale ha a che fare con il ricordare, così ti potresti ricordare che il tuo programma televisivo preferito sarà in onda stasera. Ma questo è ricordarsi qualcosa non di così importante, che poi ti fa dimenticare altre cose più importanti.

Se stiamo seguendo qualche tipo di allenamento, c’è la ritenzione mentale corretta per continuarlo. Se stiamo facendo degli esercizi, dobbiamo continuare gli esercizi ogni giorno. Se siamo a dieta, dobbiamo mantenere la ritenzione mentale di questo così non prendiamo quella fetta di torta quando ci viene offerta.

La ritenzione mentale è non mollare ciò che stiamo facendo, e non essere distratti da tutte le cose marginali e poco importanti.

Mantenere la ritenzione mentale quando siamo in famiglia

Molte persone trovano molto più difficile essere coscienti dell’etica quando sono in famiglia, piuttosto che con amici ed estranei. Se anche per noi è così, il consiglio generale è di stabilire all’inizio un’intenzione molto forte. Se stai per incontrare i tuoi parenti, puoi generare l’intenzione, “Cercherò di mantenere il controllo. Cercherò di ricordare che sono stati molto gentili con me. Mi sono vicini, e il modo in cui li tratto influenzerà i loro sentimenti”. Questo è molto importante all’inizio.

Dobbiamo anche ricordarci del fatto che sono esseri umani. Non dovremmo solo identificarli nel ruolo di madre, padre, sorella, fratello, o qualunque tipo di relazione abbiamo con loro. Se li consideriamo in un determinato ruolo, allora tendiamo a reagire a quello che fanno con tutte le nostre proiezioni di cosa sia una madre o un padre, e con tutta la storia, le aspettative e le delusioni che abbiamo avuto con loro. È meglio relazionarsi con loro da essere umano ad essere umano. Se non sono consci di questo e ancora ci trattano come dei bambini, allora noi non cadiamo nella dinamica dell’agire in quel modo. Ricordiamo che sono esseri umani e non giochiamo a quel gioco; dopo tutto, per ballare il tango bisogna essere in due.

Recentemente mia sorella maggiore è venuta a trovarmi per una settimana. Lei andava a letto piuttosto presto la sera e poi, come se fosse stata mia madre, mi diceva “Vai a dormire ora”. Ma se io avessi reagito come un bambino e detto, “No, è troppo presto, non voglio dormire, voglio stare alzato, perché mi stai dicendo di andare a dormire?”, allora sarebbe come giocare allo stesso gioco e ci saremmo arrabbiati entrambi. Così ho dovuto ricordarmi del fatto che lei mi stava dando un consiglio perché si prende cura di me, non perché mi vuole far arrabbiare. Lei pensa che sia meglio per me andare a letto presto. Così dobbiamo provare ad avere una visione molto più realistica di ciò che sta accadendo, invece di proiettare semplicemente le nostre idee.

Così, prima di incontrare i nostri familiari, possiamo essere consapevoli della nostra motivazione, che significa:

  • Il nostro obiettivo: l’obiettivo è quello di avere una buona interazione con la nostra famiglia, a cui teniamo e la quale tiene a noi.
  • L’emozione che l’accompagna: prendersi cura della nostra famiglia, come esseri umani.

Un’altra prospettiva, invece di pensare che sia una prova orribile, è vederla come una sfida e un’opportunità per crescere: “Posso arrivare alla fine della cena con la mia famiglia senza perdere il controllo?”.

E quando la tua famiglia inizia ad assillarti, come fanno spesso i genitori, “Perché non ti sposi? Perché non trovi un lavoro migliore? Perché non hai ancora dei figli?” (La prima cosa che mi disse mia sorella quando mi vide fu “Hai bisogno di tagliarti i capelli!”.), allora noi riconosciamo che ci chiedono tutte queste cose perché sono interessati a noi, e noi possiamo semplicemente dire, “Grazie per essere interessati!”.

Possiamo anche considerare il retaggio da cui provengono, che è quello in cui molti dei loro amici gli chiederanno, “Cosa fa tuo figlio? Cosa combina tua figlia?”, e devono interagire socialmente con i loro amici. Non stanno domandando per cattiveria perché non sei ancora sposato, ma perché sono interessati alla tua felicità. Il primo passo è riconoscere questo e apprezzare la loro premura. E, se vuoi, puoi anche spiegargli con calma il motivo per cui non ti sei sposato!

Con una ritenzione mentale inappropriata, spesso ci attacchiamo a cose che non sono affatto produttive. Possono essere storie passate, come “Perché hai fatto questo dieci anni fa?” oppure “Tu hai detto questo trent’anni fa”. Ci afferriamo a questo e non offriamo nessuna possibilità, impedendoci di concentrarci su come sono adesso. Ci afferriamo al pregiudizio che “Questo sarà orribile. Stanno arrivando i miei genitori”, in cui abbiamo già deciso che sarà terribile. Ciò ci renderà molto tesi prima di cena! Così, capovolgiamo questo con una ritenzione mentale corretta, pensando a ciò come a un’opportunità per vedere come sono, e una possibilità di rispondere nei termini della situazione per come si sviluppa, senza pregiudizi.

Consigli pratici per mantenere la ritenzione mentale

Come manteniamo la nostra ritenzione mentale in situazioni difficili? Abbiamo bisogno di coltivare:

  • L’intenzione – la forte intenzione di cercare di non dimenticare
  • La familiarità – insistere ripetutamente sullo stesso processo così da ricordarcelo automaticamente
  • La vigilanza – il sistema d’allarme che rileva il momento in cui abbiamo perso la ritenzione mentale.

Tutto ciò è basato su un atteggiamento di premura, in cui ti preoccupi degli effetti del tuo comportamento su te stesso e sugli altri. Se davvero non ti interessa come ti comporti, ciò non manterrà la ritenzione mentale perché non ci sarà nessuna disciplina. Perché mi dovrebbe interessare? Perché sei un essere umano. Tua madre e tuo padre sono esseri umani. E tutti noi vogliamo essere felici. Nessuno vuole essere infelice. Il modo in cui ci comportiamo e parliamo con gli altri influenza i loro sentimenti, così dovremmo preoccuparci di come agiamo.

Abbiamo bisogno di esaminare noi stessi e la nostra motivazione. Se vogliamo essere buoni soltanto per piacere agli altri, è un po’ infantile. È un po’ stupido. La ragione migliore per essere consapevoli e mantenere la ritenzione mentale è che ci prendiamo cura degli altri, mossi da un atteggiamento di premura.

Concentrazione

Il terzo aspetto dell’ottuplice sentiero che noi applichiamo alla concentrazione è chiamato giusta concentrazione (sì, la concentrazione stessa). La concentrazione è il vero e proprio piazzamento mentale su un oggetto. Quando afferriamo qualunque cosa su cui vogliamo concentrarci, la ritenzione mentale lo mantiene lì così non lo perdiamo. Ma afferrare innanzitutto l’oggetto è quello su cui si basa la concentrazione.

Noi usiamo l’attenzione per portare la concentrazione su qualcosa. Ciò che sta succedendo attualmente, sempre di più rispetto al passato, è che abbiamo un’attenzione divisa, così che non siamo mai completamente concentrati su nulla. Quando guardiamo le notizie in tv, al centro dello schermo c’è una persona che comunica i fatti del giorno, nello spazio sottostante scorrono le altre notizie e poi negli angoli ci potrebbero essere altre cose. Non possiamo prestare attenzione o concentrarci appieno su uno qualsiasi di essi. Anche se pensiamo di essere in grado di compiere più azioni contemporaneamente, nessuno è capace – a meno che tu non sia un Buddha – di concentrarsi al 100% su tutte le cose che si stanno compiendo simultaneamente.

A volte, quando siamo con qualcuno che sta parlando con noi, il nostro piazzamento mentale è sul nostro cellulare. Questo è un piazzamento mentale scorretto, perché quella persona ci sta parlando e non le stiamo nemmeno prestando attenzione. Anche se la nostra mente è collocata su qualcosa, è veramente difficile sostenerla. Ora siamo così abituati al fatto che le cose cambino così velocemente e a guardare una cosa dopo l’altra, che ci annoiamo molto facilmente. Avere questo tipo di concentrazione – un attimo lì, pochi secondi là – è un ostacolo. È una concentrazione scorretta. Essere capaci di concentrarsi adeguatamente vuol dire essere capaci di concentrarsi per tutto il tempo necessario, senza annoiarsi e passare oltre perché non siamo più interessati.

Uno degli ostacoli principali è che vogliamo essere intrattenuti. Questo si riaggancia alla ritenzione mentale scorretta, pensando che il piacere momentaneo ci soddisferà, invece di creare più sete. Gli studiosi di scienze sociali hanno scoperto che quante più possibilità ci sono di fare o di guardare qualcosa – e Internet offre illimitate possibilità del genere – tanto più annoiati, tesi e stressati diventiamo in realtà. Quando stai guardando qualcosa, stai pensando che ci possa essere qualcosa ancora più interessante e hai paura di perderla. In questo modo, continui all’infinito e non rimani concentrato su nulla. Anche se è difficile, è davvero una buona idea cercare di semplificare la tua vita, affinché non avvengano troppe cose contemporaneamente. Man mano che la tua concentrazione si sviluppa, sarai in grado di ampliare la portata di ciò che puoi gestire.

Se hai una buona concentrazione, allora ti puoi concentrare su questo e poi su quello; ma solo uno alla volta, senza essere distratto. È come un dottore, che ha bisogno di visitare un paziente alla volta, e di concentrarsi totalmente su di lui, non pensando al paziente precedente o al successivo. Sebbene un dottore possa vedere molti pazienti durante il giorno, sono sempre totalmente concentrati su una cosa alla volta. Questo è molto meglio per la concentrazione.

È tuttavia molto impegnativo. Per quanto mi riguarda, mi occupo di un’enorme quantità di compiti diversi per il sito web, per le varie lingue, ecc. È veramente difficile rimanere concentrati su una cosa sola. Ci sono così tante cose che arrivano contemporaneamente. Chiunque lavori in un business complicato prova le stesse cose, ma la concentrazione può essere sviluppata per gradi.

Sommario

Liberarsi dagli ostacoli alla concentrazione è [un’attività] con molte sfaccettature. Un semplice metodo potrebbe essere di spegnere il cellulare quando stiamo lavorando, o scegliere un momento particolare, una o due volte al giorno, per controllare la posta elettronica, così da poterci concentrare appieno su ciò che dobbiamo fare. È come i professori o i medici che hanno degli orari d’ufficio; non possiamo andarci sempre, ci sono delle ore specifiche in cui sono disponibili. Possiamo e dovremmo fare così anche con noi stessi, perché ci aiuterà a coltivare la nostra concentrazione.

È interessante guardare allo sviluppo della società. In passato, gli ostacoli principali alla concentrazione erano i nostri stessi stati mentali: divagazione mentale, sogni ad occhi aperti, ecc. Ora ce ne sono molti di più, e la gran parte di questi provengono da fonti esterne come i telefoni cellulari, Facebook e le email. Ci vuole davvero dello sforzo per non esserne sopraffatti e per essere in grado di farlo dobbiamo proprio riconoscere le caratteristiche nocive di questi media. Quella più ovvia è che molte persone potrebbero sperimentare che la durata dell’attenzione stia diventando sempre più breve. Twitter ha un numero limitato di caratteri e il riassunto del contenuto di Facebook è in costante aggiornamento. È tutto così rapido che si accumula un’abitudine terribile che è dannosa alla concentrazione, perché non puoi mantenere la concentrazione su nulla; tutto deve cambiare costantemente. Questo è qualcosa da tenere d’occhio.

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