Preliminari
Mi piace iniziare gli insegnamenti con alcuni preliminari. Questi sono dei metodi che ci consentono di calmarci e raggiungere uno stato d’animo adatto alla meditazione o all’ascolto degli insegnamenti. Per poterci addentrare completamente in qualche cosa, dobbiamo avere un approccio graduale ed adeguato: questa è lo scopo dei preliminari.
Ci sono molti modi differenti per raggiungere uno stato d’animo che ci consente di meditare o ascoltare. Normalmente scelgo una tra varie possibilità: in questo metodo incominciamo contando il respiro. Quando siamo molto distratti emozionalmente o mentalmente, per via del nostro lavoro, del viaggio per venire qui o di qualsiasi altra cosa, è molto importante come prima cosa calmarci in uno stato neutrale. Questo ci aiuta a rilassarci. Per fare questo respiriamo attraverso il naso in modo normale, cioè né troppo rapidamente, né troppo lentamente; né troppo profondamente, né troppo superficialmente. Facciamo un ciclo partendo dall’espirazione, facciamo una piccola pausa e poi, siccome abbiamo fatto una piccola pausa, in modo naturale inspiriamo più profondamente. Questa è una maniera molto più rilassata per ottenere una respirazione profonda, rispetto a respirare profondamente in modo consapevole. Quando inspiriamo di nuovo, contiamo mentalmente “uno”. Poi, senza trattenere di nuovo il respiro, espiriamo. Ripetiamo questo ciclo undici volte e poi contiamo di nuovo fino a undici, due o tre volte, a seconda della nostra velocità. In realtà i numeri non contano: possiamo contare fino a qualsiasi numero, non c’è bisogno di farne una superstizione. Il punto principale è tenere occupata l’energia verbale della nostra mente con un oggetto, in modo tale che non pensiamo ad altro mentre ci concentriamo sul respiro. Ora proviamo a farlo, per favore.
Una volta che ci siamo calmati, cerchiamo di dare una direzione positiva alla nostra energia, alla nostra mente e alle nostre emozioni. Il modo per farlo è affermare la nostra motivazione: perché siamo qui? Cosa vogliamo ottenere o raggiungere stando qui, o meditando? Siamo qui per imparare nuovi metodi da applicare a noi stessi per vivere in modo migliore. Non siamo qui solo per divertimento o per intrattenerci o per acquisire un sapere intellettuale. Siamo qui per imparare qualcosa da mettere in pratica. Quando meditiamo, è la stessa cosa: non è solo per rilassarsi o per hobby o per sport. Meditiamo per cercare di sviluppare abitudini benefiche da utilizzare nella nostra vita. Non lo facciamo per fare contento il nostro maestro. Lo facciamo perché siamo convinti che ci faccia bene. Vogliamo ascoltare qualcosa che abbia un risvolto pratico, vogliamo imparare a gestire in maniera migliore le difficoltà che incontriamo nella nostra vita e non soltanto diventare un po’ migliori, ma addirittura arrivare fino al punto di liberarci completamente da tutte le difficoltà che abbiamo. Vogliamo imparare dei metodi che ci insegnino a diventare dei Buddha in modo che possiamo veramente essere di aiuto a tutti nel modo migliore.
Quando riaffermiamo la nostra motivazione, non ci riferiamo soltanto a quello che stiamo facendo qui in questi insegnamenti: è importante considerare anche lo scopo finale. Anche se desideriamo raggiungere la liberazione o l’illuminazione, certo questo non avverrà dall’oggi al domani e generalmente i miracoli non avvengono. Il Dharma non è magia. Non siamo qui per imparare dei metodi miracolosi che ci libereranno all’improvviso da tutta la nostra sofferenza. Non impariamo un metodo per cui giorno dopo giorno le cose andranno sempre meglio. Dobbiamo essere realistici: come sappiamo dalla nostra esperienza quotidiana, gli umori e gli eventi nella nostra vita vanno su e giù e continueranno ad andare su e giù. Possiamo sperare che le cose andranno meglio nel lungo termine, ma nella vita di tutti i giorni, continueremo ad avere momenti difficili. Non è che tutto d’un tratto non saremo mai più irritati. Se riusciamo a mantenere un approccio realistico e con i piedi per terra verso l’apprendimento dei metodi del Dharma e verso la maniera di metterli in pratica durante la meditazione e nella vita di tutti i giorni, allora non saremo scoraggiati. Anche quando nella nostra vita ci saranno circostanze veramente difficili e anche se andremo ancora in crisi, tuttavia questo non ci distoglierà dal nostro percorso. Questa è la nostra motivazione. Questo è il nostro scopo. Questa è la comprensione di quello che possiamo guadagnare dal seguire gli insegnamenti, dal meditare e dal praticare.
È importante tenere a mente queste cose passandole in rassegna una ad una e riflettendoci su. Supponiamo di essere molto agitati prima di una sessione di meditazione. Invece di rifugiarci nel cibo, negli amici, nel sesso, nella televisione o nella birra, prendiamo rifugio nel Dharma e meditiamo per cercare di uscire da questo stato di agitazione. Ma anche in questa situazione dobbiamo fare attenzione a non aspettarci che sarà come prendere una dose di eroina, come se potessimo stare seduti in meditazione ed essere su di giri e pieni di gioia mentre i nostri problemi spariscono completamente. Se questo succede, dobbiamo stare in guardia. Se meditiamo nella maniera giusta, certamente ci sentiremo meglio. Ma non ci farà sentire al 100% meglio. A meno che non siamo meditatori super-esperti, il cattivo umore probabilmente tornerà. Io lo ripeto spesso: “cosa vi aspettate dal samsara?”
Quando riaffermiamo la nostra motivazione, ci diciamo: “Ok, sono qui per far qualcosa che mi farà bene. Cercherò di mettere in pratica queste cose nel modo giusto per liberarmi da questa difficoltà che sto sperimentando in questo momento, e in prospettiva per essere d’aiuto anche agli altri”. Il punto importante non è se stiamo meglio nella prossima mezz’ora oppure no. Questo non è il nostro scopo. Stiamo andando in una certa direzione nella nostra vita e siamo qui per fare un passo avanti in questa direzione. Continuiamo ad andare avanti, nonostante gli alti e i bassi. Questo è un approccio realistico. Riaffermiamolo per un istante.
In seguito, prendiamo la decisione consapevole di meditare con concentrazione. Questo significa che se la nostra attenzione divaga, la riporteremo indietro sull’oggetto di meditazione; se ci viene sonnolenza, cercheremo di restare svegli. Per aiutare la nostra mente a restare più chiara, stiamo seduti dritti e per aiutare ad essere più concentrati possiamo adottare la visualizzazione di un obiettivo fotografico che viene messo a fuoco.
Poi c’è qualche piccolo aggiustamento che possiamo fare. Se ci sentiamo un po' appesantiti e la nostra energia è debole, cerchiamo di elevare le energie nel nostro corpo. Per fare ciò, ci concentriamo sul punto in mezzo alle nostre sopracciglia, rivolgendo gli occhi verso l’alto ma lasciando la testa dritta.
Invece, se abbiamo bisogno di ancorare le nostre energie perché queste sono un po' fuori controllo e siamo un po' stressati, ci concentriamo sul nostro ombelico, puntando gli occhi verso il basso, ma sempre mantenendo la testa dritta. Inspiriamo normalmente e tratteniamo il respiro finché non abbiamo bisogno di espirare.