L’Impermanenza per Sviluppare una Forte Motivazione a Praticare il Dharma

Durante la Vita e alla Morte: il Dharma è la Nostra Guida

Continueremo ora con l’Addestramento su Come Meditare sull’Impermanenza, Scritto in Versi:

(24) Il Dharma è la tua guida su un sentiero sconosciuto; il Dharma è il tuo cibo in un viaggio, arduo e lungo. Il Dharma è il tuo protettore in un regno pericoloso, quindi impegnati nel Dharma - con il corpo, la parola e la mente- da ora in poi.

Questo è un modo per descrivere quanto sia importante il Dharma nella nostra vita. Quando parliamo di Dharma, possiamo andare molto in profondità e in vastità. La gente preferisce sempre cose portatili, facili da portare in giro. Altrimenti, ci vuole molto sforzo. La cosa più portatile è la nostra mente – la portiamo con noi sempre. La cosa più bella riguardo al Dharma non è altro che riconoscere come funziona la nostra mente. Come disse il Buddha, una volta che possiamo tenere questo elefante pazzo, la nostra mente, con consapevolezza, allora non ci sarà alcun danno. Se lasciamo l’elefante pazzo scatenato, allora certamente ci saranno grossi problemi. Per riconoscere quanto sia potente la mente, basta guardare tutti i conflitti nel mondo. Quasi tutto, forse il 90% dei nostri problemi, è fatto dai nostri fratelli e sorelle umani, dai loro atteggiamenti e modi di pensare. Specialmente i fratelli!

Ovunque andiamo, la mente è con noi. Anche se cambiamo il nostro corpo- cosa della quale non abbiamo altra scelta quando rinasciamo- la mente ancora è lì. Con la pratica del Dharma, il nostro comportamento crea impronte positive nella nostra mente. La nostra coscienza continua nella prossima vita con queste impronte. E così che a volte anche un bambino piccolo può ricordare la sua vita precedente. O come, in una famiglia con gemelli identici, uno è molto gentile mentre l’altro è cattivo. Ci sono così tante cose diverse che la scienza ha ancora difficoltà a descrivere. Un vantaggio del riconoscere la natura della mente è che anche quando le persone non hanno ricchezza, possono essere felici studiando la mente.

Riconoscere il Valore della Mente   

Ho un caro amico che lavora per me. Alcuni giorni fa, ha avuto un problema con il suo cellulare, e mi ha detto che avrebbe voluto avere un telefono con uno schermo. Gli ho detto che gliene avrei dato uno. Poi, senza il permesso dei miei assistenti, gliene ho dato uno. Prima di allora, era molto felice. Veniva al lavoro in orario. Tutti i miei assistenti lo ammiravano: talentuoso, puntuale e così via. Gli ho dato questo apparecchio e poi è diventato viziato! Da allora non è più venuto al lavoro in orario. Ora ha più preoccupazioni di prima. Mi chiede costantemente di ricaricare il suo telefono. Questa mattina, gli ho dato un consiglio: ”Prima, non avevi niente ed eri più felice. Ora che hai questo telefono, stai davvero soffrendo”. Allora lui ha detto: ”È vero, ma non posso accettarlo!”. Quindi, un grosso problema!

Una volta che riconosci il valore interiore della mente, è per sempre con te. Questa è l’unica speranza. Tutte le altre cose sono molto temporanee. Da tempo senza inizio e fino alla piena illuminazione ed oltre, tutti noi abbiamo una mente. Attraverso questa, possiamo sapere cos’è la vera felicità. Se non riconosciamo la natura della mente, è molto difficile.

Se ricordate, ho detto che metterò le strofe in tre categorie. Questa è l’ultima categoria che è il sentirci indegni. Quante volte diciamo:”Non sono degno”, o “Sono veramente solo”? Dipendiamo così tanto dai nostri amici e dalla famiglia, dalle altre persone. Se il nostro amico non è lì per noi, ci sentiamo soli. Se non abbiamo la persona che amiamo tanto vicino, ci sentiamo molto tristi. Perché? Perchè dipendiamo troppo da loro! Se dipendiamo e ci concentriamo sulla nostra mente, possiamo pensare: ”Ho sempre questo dentro di me”.

La nostra mente può fare così tanto. Se possiamo vivere o meno con il nostro nemico dipende dal nostro atteggiamento, dalla nostra mente. Anche se possiamo sopravvivere senza cibo, a volte questo pure dipende dalla forza della nostra mente. C’era una volta una carestia in Tibet, con niente che cresceva nei campi, niente da mangiare. Una madre con due bambini li incoraggiò dicendo: ”Guardate intorno a tutti quelli che sono morti. Non dobbiamo arrenderci. Abbiamo qualcosa da mangiare in questa pentola, ma non la apriremo fino a che non ci sentiremo sul punto di morire. Non arrendetevi”.

Prese la pentola d’argilla e la legò a una corda. Andò a cercare del cibo e non tornò per due o tre giorni. I bambini stavano aspettando a casa, affamati da morire. Improvvisamente, ci fu una folata di vento, che liberò la pentola dalla corda, gettandola a terra. La pentola rotta rivelò che dentro c’era solo sabbia. Immediatamente, i bambini morirono perchè avevano perso la speranza. 

Non so se questa storia sia vera, ma di sicuro mostra quanto sia forte la mente. Per la maggior parte, non ci concentriamo sul nostro valore interiore. Ci focalizziamo su altre cose, che vanno e vengono. Questa è la realtà. Ed è la ragione principale dietro la nostra solitudine e paura.

Una Mente Stabile è Importante al Momento della Morte

(25) Se, in questo momento, quando hai il potere per la felicità ultima, non costruisci una base sicura, cosa farai quando esalerai il tuo ultimo respiro, e la tua mente isterica non troverà un luogo di riposo?

Da questo verso, possiamo dedurre che al momento della morte, ciò di cui abbiamo bisogno è una mente stabile. Una mente stabile dipende dall’avere una pratica quotidiana, qualcosa che facciamo ogni giorno. Molte persone praticano per tutta la vita, facendo molte buone azioni. Tuttavia, la loro pratica può non essere molto stabile. Al momento della morte, che ho detto ieri è la prova finale, potrebbero fallire. E questo creerà grandi problemi. Ma il potere è nelle nostre mani. Dovremmo pensare che quando lasceremo questo mondo, moriremo in un modo più straordinario. Questo dovrebbe essere il nostro impegno. Questo impegno diventa poi molto forte nella nostra pratica. Ogni notte, quando andiamo a dormire, è come se morissimo ogni volta. Ci sono così tante somiglianze tra il sonno e la morte. Andare a dormire, nell’oscurità, è un dono per noi.

Ho letto in un articolo che se una persona dovesse vivere fino ad 80 anni e dormisse per otto ore a notte, quanti anni avrebbe dormito? Credo quasi trent’anni! Il miglior dono che possiamo fare a noi stessi è cercare di mantenere la consapevolezza, quando andiamo a dormire, della nostra coscienza che a poco a poco si dissolve in qualcosa che non conosciamo, una specie di oscurità, ed entra lentamente in una fase di sogno. Per me, i sogni non vengono spesso. A volte faccio sogni molto belli di Sua Santità che dà insegnamenti. Altre volte, mi addormento dopo aver visto un film e faccio sogni orribili. Prima di andare a dormire, direi che abbiamo circa l’80 per cento di controllo sul tipo di sogno che possiamo fare. Non abbiamo il pieno controllo sui nostri sogni, e non abbiamo controllo sulle nostre prossime vite. Ma comunque possiamo cercare di influenzarle. Questa è la nostra speranza.

Ricordate la donna canadese che era nell’hospice? L’ho incoraggiata a fare questo tipo di pratica. Così non si sarebbe preoccupata se fosse andata in coma. Ricordate, stiamo parlando di impermanenza. Se siamo in una macchina che va molto veloce e i freni smettono di funzionare, allora siamo nei guai! In questa situazione, non c’è tempo di fermarsi e pensare al Dharma o per prepararsi per una qualsiasi cosa. La nostra sola speranza è di aver esercitato una qualche influenza sulla nostra mente. Dobbiamo avere una certa esperienza e una forte determinazione.

Ecco perché il grande Konchog Tenpe Dronme spiega che se vogliamo o meno praticare il Dharma, una volta che lo pratichiamo, dovremmo farlo seriamente e costruire una solida base. Se facciamo più o meno ciò che i nostri guru e i Buddha ci consigliano di fare, allora diventa facile per loro raggiungerci. Quando si parla di samaya, un legame stretto, tra un guru e uno studente, esso deriva dal fatto che lo studente fa ciò che i guru e i Buddha consigliano. Se quel legame c’è e il guru prega, gli studenti ottengono ancora più benefici dalla loro pratica. Credo che funzioni così. L’energia non viene dalla mano di Dio per darci una buona rinascita. Non è così. Tutto dipende da cause e condizioni, giusto? Questo è il modo in cui lo capisco.

Ricordare l’impermanenza per Costruire una Forte Motivazione a Praticare il Dharma

(26) Questo è un canto dell’impermanenza, una meditazione: ”Una grande luce per l’illuminazione della Via di Mezzo”. Il suo scopo è quello di rafforzare la determinazione della mente per il Dharma dall’inizio, nel mezzo, fino alla liberazione finale.

Come ho detto prima, lo scopo di avere questa classe è di parlare di qualcosa di molto bello, uno strumento che possiamo usare per tenerci stretti i preziosi insegnamenti di Sua Santità e di altri grandi lama. Qualcosa che ci aiuti a tenere a mente tutti i consigli dei grandi guru. Se non abbiamo la motivazione per fare qualcosa, allora perderemo tutto. Sarà come avere una macchina che produce oro in casa mia, ma sono così pigro che non la uso nemmeno. E poi, dico ancora: ”Sono così povero, non ho niente!”. Invece, con una forte motivazione dovremmo pensare: ”Conosco la natura della mente” e “Conosco la vera natura, che è la vacuità”. Poi possiamo pensare: “Questa cosa preziosa, la verità ultima, la posso usare per raggiungere la liberazione e la piena illuminazione per condividere e guidare gli altri”. Ci sono tutte queste cose belle che possiamo pensare e introdurre nella nostra vita quotidiana.

A volte andiamo agli insegnamenti di Sua Santità e sentiamo fortemente che dovremmo metterli in pratica. Ma dopo due o tre ore, diciamo: “Oh, andiamo a prendere un caffè“, e torniamo subito al nostro comportamento normale. Quindi, abbiamo bisogno di più incoraggiamento. Negli insegnamenti di Prajnaparamita, c’è il sentiero della preparazione. Si parla di aver bisogno di due tutori per raggiungere quel sentiero. Uno è il tutore esterno e uno è il tutore interno. Il tutore esterno serve ad aiutarvi a raggiungere l’illuminazione. Ma il tutore interiore è il più importante perché è sempre con noi: l’auto-tutore della consapevolezza. Questo ci fa fermare: “Ora non dovrei dire questo. Non dovrei fare questo. Non dovrei pensare così. Ora dovrei praticare”. Ma senza pensare all’impermanenza, è molto difficile.

Quando si parla di bodhicitta, potremmo pensare che sia molto bello, ma non proprio facile da realizzare. Ne sono sicuro al 100%, perché se siete come me, ogni volta che ricevo i voti di bodhisattva da Sua Santità,  pochi minuti dopo sono spariti! Questo succede ogni volta. E sul tema della vacuità, ho studiato con i miei insegnanti che sono tutti superbi. A volte, sento che se ho la guida di questi insegnanti, non ho bisogno del Buddha. Quando i miei insegnanti parlano della vacuità, riesco davvero a sentire qualcosa. È uno dei miei argomenti preferiti. Sono sempre contento quando dicono qualcosa sulla vacuità, sento che sono così gentili a spiegarla. Subito dopo l’insegnamento, mi sento molto diverso. E poi guardo le altre persone, e le compatisco: “Non conoscono davvero la verità ultima!”

Ma la compassione è davvero utile. Voglio condividere qualcosa con voi. Quando parliamo di compassione, ce ne sono tre tipi. Qui stiamo parlando della grande compassione. La compassione che abbiamo al momento è solo ordinaria. Non c’è molta capacità con questo tipo di compassione. Cosí, diciamo: “Oh, quel povero cane non ha una gamba”. O pensiamo: “Poverino tizio e caio in una situazione difficile”. Questa è compassione ordinaria perché non raggiungerà un uomo ricco che vediamo uscire da una BMW. Non pensiamo. “Oh, povero uomo ricco”. Ma anche quest’uomo ricco è soggetto all’impermanenza. E poi c’è la verità ultima: poiché non conosce la verità ultima, è costretto a girare incontrollabilmente nel samsara. Pensando così, allora le lacrime cadranno dai nostri occhi quando penseremo davvero a quest’uomo ricco. Quindi, la compassione è molto preziosa, credo.

È importante per noi ricordare gli insegnamenti sulla morte. Come ho detto, il Buddha ci ha lasciato. I grandi maestri non sono più con noi. Il più grande messaggio che possiamo trarre da questo è che loro nascono e muoiono, ma lo hanno fatto in buone condizioni. Noi dovremmo seguire lo stesso percorso. Prima di morire, il modo migliore per avere una forte motivazione è pensare all’impermanenza.

Avere una Visione Imparziale degli Insegnamenti di Dharma  

(27) Quando la tua mente diventa ben inclinata verso il Dharma, molti sentieri hanno la pretesa di essere profondi. Ma l’autentica tradizione del Vittorioso Lozang Dragpa mostra l’intenzione essenziale di ogni potente Buddha.
(28) Dalla spiegazione orale e dalla meditazione profonda degli insegnamenti di sutra e di tantra, conosci bene il sentiero, in tutti i suoi aspetti, completamente intatto, senza errori, e poi ogni giorno, senza interruzione, crea impronte positive con la meditazione stabile.

Qui, Konchog Tenpe Dronme sta dicendo: “Io sono un Gelugpa”. I Gelugpa hanno le loro qualità specifiche. Quando vediamo qualità specifiche in qualcosa, di solito la nostra mente pensa: “Questo è il migliore”. Nel Dharma se formuli questo tipo di giudizio, non essere prevenuto! Io sono un Gelugpa, ma non studio e pratico solo gli insegnamenti Gelugpa.

Uno dei miei insegnanti è Nyingmapa, con una forte devozione a Guru Rinpoche. La prima volta che sono entrato nella sua stanza, ho notato una grande thangka di Guru Rinpoche. A quel tempo, ho pensato: “Sono il vero Gelugpa”, anche se non avevo alcuna conoscenza. Beh, ancora non ho nessuna conoscenza, ma a quel tempo era peggio! Sono andato dentro a guardare il suo santuario. Notai Guru Rinpoche. Entrai nella sua camera da letto e vidi un’immagine di Sua Santità il Dalai Lama con indosso il cappello di Guru Rinpoche. Ho pensato: “Oh, questo è un Nyingmapa forte!”. Sono andato da lui perché aveva studiato all’IBD (Istituto di Dialettica Buddista), il cui curriculum è basato sugli studi Gelugpa. Ha dato una spiegazione completa dei punti di vista di Je Rinpoche e di quelli di molto altri maestri.

I Gelugpa osservano spesso come i Nyingmapa descrivono  vari punti. Quindi, avevo una forte curiosità di sapere come i Nyingmapa avrebbero descritto i punti di vista Gelug. Egli ha gentilmente condiviso tutta la sua conoscenza con me. 

Un giorno disse: “Rispetto veramente Lama Tsongkhapa. Attraverso di lui, la mia devozione a Guru Rinpoche è diventata molto forte”. Io esclamai: “Cosa?! Non può essere vero!” Perché storicamente, c’è stato un bel po’ di conflitto.

Col tempo, ho studiato con lui le Parole Chiarite di Chandrakirti. La spiegazione era molto difficile da capire, e lui ne spiegava delle parti in un modo molto Nyingma. A volte non ero davvero sicuro di cosa stesse parlando, perché i Gelugpa non lo descrivono nello stesso modo. Così, chiesi: “Questo è lo stile Nyingma?” Lui rispose: “Si”.

Nel Sutra del Cuore, quando arriviamo ad analizzare la vacuità e diciamo: “Nessun naso, né orecchi, e così via”, ho una forte abitudine Gelugpa. Ci concentriamo su un oggetto e diciamo che non esiste intrinsecamente, ma esiste come sorgere dipendente, quindi è lì. Ma prima di studiare con il mio insegnante Nyingma, la mia conoscenza della vacuità non era di grande aiuto nella mia vita.

Nei Quattrocento Versi di Aryadeva, si dice che se non abbiamo la persona giusta che ci spiega la vacuità, allora potremmo comprenderla in modo sbagliato. Se abbiamo l’insegnante giusto e capiamo correttamente, non avremo paura della vacuità. Ma se la capiamo solo un po’, potremmo svilupparne la paura. Per me, tredici, quattordici, quindici, persino vent’anni di studio della vacuità: niente, nessuna paura dentro! Ho chiesto anche ad alcuni miei amici, e tutti hanno detto: nessuna paura. Mi chiedevo se ero un bravo studente, o forse lo studente più stupido che non aveva capito niente. Poi ho incontrato questo insegnante che mi ha mostrato lo stile Nyingmapa, e wow! Per un momento, con l’ispirazione e la benedizione di questo insegnante, anch’io sono arrivato ad avere un po’ di paura. E ancora questo tipo di paura a volte viene.

Ma la mia paura si riduce quando guardo il Lamrim Chenmo di Lama Tzong Khapa. Ti aiuta a comprendere l’essenza del sorgere dipendente. Noi diciamo: “A causa del sorgere dipendente, c’è la vacuità. A causa della vacuità, c’è il sorgere dipendente”. Da quel punto in poi, il mio rispetto per Guru Rinpoche è molto forte. È come se Lama Tzong Khapa e Guru Rinpoche lavorassero insieme nel mio cervello. Questo è incredibile per me. Tutte le parti della mia esperienza si mescolano.

Chi pratica già da molti anni, ha già esperienza. Per i principianti occidentali, bisogna fare molta attenzione. Non dirò: “Sono un Gelugpa”, perché non è importante dirlo. Quando diventiamo un Gelugpa, Nyingmapa, Kagyupa, o Sakyapa, c’è una limitazione, credo. Non c’è nessuno che dice: “Sono un Umapa [seguace della Via di Mezzo]! Nessuno dice: “Sono un Semtsampa-pa [Seguace di Cittamatra]!” Perchè? Dopo tutto, le persone dicono: “Sono un puro Nyingmapa”, o, “Sono un puro Sakyapa”, con molta enfasi.

Questo è qualcosa a cui dovremmo lavorare insieme per cambiare. Non c’è niente di sbagliato nell’essere un Sakyapa, Gelugpa, Kagyupa, o Nyingmapa. Ma il pericolo è che sviluppiamo una visione egoistica della tradizione che scegliamo, e non riusciamo a vedere oltre. Chissà, nella nostra vita passata potremmo essere stati un grande praticante della tradizione Sakya. Prima di morire, potremmo aver pregato di incontrare in futuro il giusto maestro in modo da poter continuare nella prossima vita. Poi siamo rinati e ora seguiamo la scuola Gelug. Se diventiamo settari e ci isoliamo da tutto il resto, compresi gli insegnamenti Sakya, ci lasciamo senza accesso a tutto il lavoro fatto nella nostra vita passata. Assolutamente no! Dovremmo stare molto attenti a queste cose.

La Pratica del Tantra Richiede il Fondamento degli Insegnamenti del Sutra 

Dalla spiegazione orale e dalla meditazione profonda degli insegnamenti di sutra e di tantra – è molto chiaro qui quando questo verso menziona il tantra. Come Sua Santità e gli altri grandi maestri ci dicono sempre, se vogliamo veramente che la nostra pratica del tantra sia molto pura, non funzionerà senza l’aiuto degli insegnamenti del sutra. Senza il fondamento degli insegnamenti del sutra, se facciamo la pratica tantrica, è come se stessimo praticando l’induismo. Sua Santità ci dice sempre che in Tibet i grandi maestri davano molti impegni con le iniziazioni tantriche. Ora, Sua Santità il Dalai Lama è molto compassionevole. Non dà troppi impegni perché sa che, all’inizio, ci addormenteremo nel farli. 

Li faremo senza alcuna conoscenza. Ma una volta avuto un assaggio di bodhicitta e vacuità, non ci addormenteremo ma vorremo praticare sempre di più. Questo è sicuro.

Ecco perché, quando Sua Santità dà le iniziazioni, dice che questo o quel mantra include la pratica di bodhicitta e vacuità senza separazione. Nei sutra, bodhicitta e vacuità sono insegnate per essere praticate in unione. Nella pratica tantrica, si insegna che sono inseparabili. Questo è qualcosa di nascosto qui dentro.

(29) Dai preliminari fino alla conclusione, esegui bene la parole di Je Lama. In questo modo prenderai la vera essenza del cuore di questa vita di libertà e opportunità.

Je Lama è Lama Tsongkhapa, ma non importa quale setta o tradizione voi seguiate. Se avete più devozione per Guru Rinpoche, mettetelo nel verso al posto di Lama Tsongkhapa. Oppure, per i Sakyapa, potete usare Sakya Pandita. Per quelli che seguono la tradizione Kagyu, forse il Karmapa, Marpa, o Milarepa. Qualunque cosa facciate, prima di metterli lì, dovete concentrarvi fortemente sulle qualità uniche che quel guru ha. Non è solo: “Perché sono Kagyupa, devo metterci il Karmapa”. Vedere prima le loro qualità e poi metterli lì è perfetto. Ma la maggior parte di noi mette solo il lama principale della setta alla quale appartiene e dimentica il resto. Una cosa molto riprovevole è che ci dimentichiamo di mettere Buddha Shakyamuni! È molto stupido, vero? Perché il lignaggio comincia lì. Dimentichiamo il Buddha e dimentichiamo i nostri fratelli e sorelle.

Uno dei motivi per cui l’India ci sta mettendo così tanto a svilupparsi è perché non c’è unità. L’unità dipende dall’educazione e dalla sincerità. Senza di questo, possiamo vedere che non si sta sviluppando molto bene. Noi buddisti ci raccogliamo tutti a Bodh Gaya, con i Sakyapa in un posto, i Nyingmapa in un altro. Non c’è unità. Questo è vero, dal profondo del mio cuore. Non c’è unità. Sua Santità dice sempre: ”La tradizione tibetana è la stessa della tradizione di Nalanda”. Questa è l’unità in realtà. Pensateci. Il grande maestro Kagyu Marpa, il suo guru era Naropa, che era a Nalanda. Per i Nyingmapa, Guru Rinpoche. Tutti provengono da lì. Se diamo valore alla tradizione di Nalanda, allora questa è l’unità. Quando questa unità lavorerà insieme, Buddha Shakyamuni tornerà a brillare.

Ho fatto la pratica di ngondro delle 100.000 prostrazioni a Bodhgaya due anni fa. Al mattino, la colazione gratuita veniva servita regolarmente. Una volta, c’era un pericolo di terrorismo durante gli insegnamenti di Sua Santità. Gli addetti alla sicurezza sono venuti a cambiare i tappetini su cui facevamo le prostrazioni. Volevano che li cambiassimo con quelli trasparenti, cosí potevano controllare bene. Sono arrivati e hanno cambiato tutto.

Molte persone hanno foto con immagini dei protettori di fronte ai loro tappetini, ed alcune con Tara, Lama Tsongkhapa, Guru Rinpoche e così via. Così tante immagini. Un uomo anziano che serviva la colazione stava lavorando con la sicurezza e ha detto a tutti: “Non prendetela sul personale. Tutti voi venite per avere tempo con Buddha, quindi non so perché avete bisogno di avere un secondo oggetto davanti a voi, e poi aggiungerne sempre più. È una cosa personale e non voglio dirvi di non portarli domani, ma per favore pensateci bene”.

Ho pensato tra me e me: “Si, questo è giusto!”. A volte tutto ciò può essere un ostacolo allo sviluppo della pura devozione. Diventa molto stretto. L’ego fa diventare tutto molto angusto. Abbiamo un detto tibetano che dice: “Se metti dell’acqua su una roccia, non rimarrà”. Se una persona ha un forte ego, non può più imparare. Dovremmo davvero controllare come funziona la nostra mente. Questo è forse andare troppo fuori tema, quindi non parlerò più!

Il Regno del Senza Morte 

(30) Per la forza dell’energia positiva costruita in questo modo, possa il ladro della visione dell’autopermanenza perdere tutto il suo potere di afferrare la vera esistenza e possano tutti raggiungere il regno del senza morte. 

Questa è la dedica. La domanda qui è: come possiamo raggiungere questo regno del senza morte? La risposta è nella terza riga: Perdere tutto il suo potere di afferrare la vera esistenza. Perché prendiamo continuamente rinascita nel samsara? Perchè la nostra mente ignorante si aggrappa alla vera esistenza, anche se questa non esiste.

Al momento della morte ci preoccupiamo, cosa mi succederà adesso? Continuiamo a cercare ciò che verrà dopo. Abbiamo l’attaccamento che viene innaffiato dall’afferrare e dal desiderio, che porta alla rinascita. D’altra parte, i Buddha e i bodhisattva prendono rinascita non con l’attaccamento, ma attraverso le loro preghiere. Non c’è ignoranza nella loro mente compassionevole, con la quale rinascono.

La scuola Vaibhashika e credo anche la scuola Sautrantika, vedono il Buddha come una persona ordinaria che divenne pienamente illuminato dopo sei anni di duro lavoro. Poi è morto, sparito per sempre. Ma i Cittamatra up, credono che il Buddha sia parte del Sambhogakaya, cioè il Buddha era già pienamente illuminato ed è venuto qui in questo mondo per darci un esempio.

Una volta che abbiamo realizzato la vacuità direttamente, in modo non concettuale, non possiamo rinascere nel samsara. Non c’è più alcuna rinascita samsarica. Ma comunque, i bodhisattva possono tornare per aiutarci. Questo è il motivo per cui crediamo che Sua Santità sia straordinario. Guardate la sua energia e la sua visione. A partire dal primo fino all’attuale quattordicesimo della sua linea, egli è quello che ha sofferto di più, ed è anche il più famoso di tutti i Dalai Lama. Nella sua situazione, la maggior parte delle persone sarebbe più preoccupata per i Tibetani e per ciò che accadrà loro. Ma lui ora parla meno dei tibetani e più del mondo intero, invece. Questo è meraviglioso, quanto sia vasta la sua compassione.

Quando si parla di bodhicitta ci possono essere molte spiegazioni. In inglese come si traduce “bodhicitta?”

Mente dell’illuminazione.

Mente dell’ illuminazione? Molto semplice. In tibetano, si dice anche “semkye”. Questo si riferisce alla mente che si espande sempre di più. Questo è fantastico. Avere la mente dell’illuminazione per gli altri con l’espansione. L’espansione manca nella traduzione inglese. Questo è il grande problema qui. Come ha detto Aryadeva, avere qualche dubbio sulla vera esistenza o sull’esistenza intrinseca può di per sè rompere il guscio del samsara. Molto potente! Una volta che si vede direttamente che non c’è vera esistenza di per sé, una realizzazione diretta non concettuale, allora non abbiamo bisogno di preoccuparci. Siamo liberati dal samsara. Niente più rinascite future. Ma dobbiamo ancora preoccuparci un po’ del nostro karma passato.

Non Lasciare che la Nostra Conoscenza e Pratica Vadano Sprecate

Come disse Konchog Tenpe Dronme in questo verso, Dai Preliminari fino alla conclusione, esegui bene le parole di Je Lama. In questo modo prenderai la vera essenza del cuore di questa vita di libertà e opportunità – questo è molto importante. Non si tratta di credere. Noi prendiamo l’essenza della nostra preziosa vita usando la logica e il ragionamento. Tutti i grandi maestri di Nalanda erano famosi per la loro logica e il loro ragionamento.

Per studiare questo testo sull’impermanenza non è necessario essere buddisti. Uno dei più grandi contributi di Sua Santità il Dalai Lama è che ha preso il Kangyur e il Tengyur e ha diviso il contenuto in tre categorie. Dice che c’è la scienza buddista, la filosofia buddista, e la pratica buddista o religione. La pratica buddista è solo affare dei buddisti. Ma le prime due, egli dice, sono aperte a tutti. La scienza buddista parla della mente. La filososofia buddista riguarda la vacuità e la compassione. La compassione nella mia esperienza è sempre qualcosa di bello. Non ho dubbi. Forse mi hanno fatto il lavaggio del cervello, perché dico sempre: “La compassione è così bella”.

Vi ricordate il terremoto in Nepal? Ero in Canada a studiare in quel periodo. La mia insegnante lì ha detto: “Qualcuno ha sentito questa brutta notizia?”. Mentre andava a scuola, aveva sentito che un terremoto aveva colpito il Nepal. Gli studenti stavano discutendo su quanto fosse orribile. È accaduto di notte. Stavano ancora recuperando così tanti cadaveri. Ne abbiamo parlato per molto tempo, forse trenta o quaranta minuti.

Poi l’insegnante ha detto: “Chiudiamola qui. Abbiamo un sacco di cose da recuperare. Togliete questo argomento dalla vostra mente ”. Io dissi: “Perché?” Lei disse: “Su dai. Ho così tante cose di cui preoccuparmi nella mia vita, non posso prendere tutta la sofferenza del mondo sulle mie spalle”. Volevo dirle qualcosa, ma non potevo. Se la gente non ha il tipo di metodi che ha il buddismo, che mostrano come fermare l’esistenza ciclica del samsara, non c’è modo di descrivere come prendere tutta la sofferenza su di sé. Come potevo spiegarglielo? Così, ho tenuto la lingua a freno. Lei poi ha continuato a spiegare tante  cose di grammatica ed era molto confuso. Pensavo: “Come faccio a dirglielo? Sarebbe davvero scortese”. Alla fine, non ho detto nulla.

È una buona domanda, in realtà. Perché dovresti prendere altre sofferenze, se ne hai già così tante. Questa è una cosa che ho imparato in Canada! Non potevo impararla in India, perchè tutti i miei insegnanti e compagni dicono naturalmente: “La compassione è molto grande.” Se non pensiamo in questo modo, non possiamo effettivamente dire: “Dovremmo sempre pensare agli esseri senzienti e a tutte la sofferenze”. Per favore, investigate dentro di voi come rispondere alla mia insegnante. Grazie in anticipo! 

Allora, ho fatto un piccolo sforzo per spiegarvi questo.

Se sia davvero utile per tutti voi o meno, non lo so. Ma è davvero utile per me. Ricordate questa bellissima citazione di Shantideva? Il messaggio è: “Sto scrivendo questo libro per conoscere la virtù. Non ho una motivazione che possa aiutare molte persone. L’ho scritto per familiarizzare con la virtù, facendo di queste cose una mia abitudine. Attraverso questo,  potrebbe esserci un piccolo beneficio”. È bellissimo come l’ha scritto, quindi mi dispiace per la mia traduzione. Shantideva sarà molto arrabbiato con me!

Abbiamo già così tanta conoscenza dentro di noi.

Prima che vada sprecata, dobbiamo innaffiarla. La compassione è una cosa così meravigliosa. Per i principianti, abbiamo bisogno di compassione. Nel mezzo, le persone sul sentiero hanno bisogno di compassione. E una volta che si è completamente illuminati, si ha bisogno di compassione. Per il principiante, è molto importante, perché la compassione è la base, come la terra. La compassione sul sentiero, è come innaffiare le piante. Infine, la grande compassione del Buddha – se non ce l’hai, non darai insegnamenti a beneficio degli altri.

Anche questa pratica dell’impermanenza, non la praticheremo se non abbiamo compassione. Senza la pratica, dobbiamo tornare al samsara con condizioni peggiori. Per i praticanti, dobbiamo pensare in questo modo. Per i principianti, che non si preoccupano molto delle vite passate e future, dobbiamo anche affrontare questa realtà. Non dobbiamo essere una Madre Teresa o anche una persona religiosa, ma possiamo comunque fare molte buone azioni. Poi, al momento della morte, con una mente calma, possiamo concentrarci sulle grandi cose che abbiamo fatto in questo mondo. Con questa mente calma, possiamo lasciare questo mondo senza problemi. 

Ci sono molti benefici in questo, giusto? È per questo che vi chiedo di pensare all’impermanenza. Forse ci saranno grandi benefici in futuro. E il secondo scopo è che, per le persone che andranno agli insegnamenti di Sua Santità, riceveremo da lui molte informazioni. Avremo la possibilità di trattenerle!

Abbiamo un’espressione tratta da un racconto popolare tibetano. C’è un grande mercante che viaggia lontano nell’oceano e riporta indietro un gioiello che esaudisce i desideri. Dice che, se andate lontano nell’oceano, non andate via a mani vuote. Per tutte le persone che andranno agli insegnamenti di Sua Santità, riceverete qualcosa da portare con voi. Ora dovete tenerla al sicuro. Per questo, abbiamo bisogno dell’aiuto di questa meditazione sull’impermanenza. Vi ringrazio molto per la vostra attenzione ed impegno, e per aver trascorso il vostro tempo qui.

Come consiglio d’addio, ricordate questa citazione: 

Questo raduno di persone care, servi e dipendenti, è come un cumulo formato da foglie cadute da un albero - una folata di vento le spargerà per colline e valli, e una volta disperse, non convergeranno più.

Chissà se ci incontreremo ancora, o non ci incontreremo più. Questo è un momento molto bello, vero? Grazie mille.

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