Creare una società sana

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Introduzione

Uno dei principi più importanti del Buddhismo tibetano è il sorgere dipendente. Niente esiste o può accadere indipendentemente, senza essere correlato ad altri fattori e in dipendenza da questi. Inoltre, tutto si sviluppa a partire da un insieme complesso di numerose cause e condizioni; niente deriva da una causa singola, né può sorgere senza che vi sia una causa. Ad esempio, un corpo sano è determinato, al suo interno, dal corretto e armonioso funzionamento di tutti i suoi organi ed apparati, l'uno in relazione con l'altro. Sul piano esteriore, una buona salute dipende anche dalla medicina, dalla nutrizione, dalla gentile attenzione da parte degli altri, dall'ambiente, e così via. Allo stesso modo, una società sana sorge, al suo interno, dalla cooperazione di ciascuno dei suoi gruppi di membri, e dal lavorare insieme in modo armonioso. Sul piano esteriore, il benessere della società dipende da fattori economici, politici e ambientali, così come dalla situazione generale del mondo.

Anche l'etica gioca un ruolo cruciale nel determinare la salute individuale e sociale. Se le persone non esercitano l'autodisciplina etica per astenersi da stili di vita e comportamenti non sani ed impegnarsi, invece, in alternative maggiormente salutari, finiscono per ammalarsi. Allo stesso modo, se i vari gruppi all'interno di una società non rispettano i principi etici condivisi, pure la società si ammala. Il più importante fra questi principi etici è quello di astenersi da una condotta egoistica ed impegnarsi, invece, in comportamenti altruistici con sincero interesse verso il benessere degli altri.

All'interno di società multiculturali, ciascun membro di un gruppo possiede la propria particolare religione o filosofia che informa e guida il suo comportamento etico, ed alcuni membri della società non seguono invece nessuna religione o una particolare filosofia. I metodi per ridurre atteggiamenti egocentrici e coltivare l'altruismo possono essere diversi per ciascun gruppo, ma se l'obbiettivo è lo stesso – creare una società multiculturale armoniosa e felice – tale società sorgerà in base alla comprensione reciproca, al rispetto e alla cooperazione di tutti i membri dei vari gruppi.

Per illustrarvi questo punto, immaginiamo di essere uno dei passeggeri che si trovavano a bordo della nave di ricerca che si incagliò nel ghiaccio al largo delle coste dell'Antartide nel dicembre del 2013. Cinquantadue scienziati e turisti rimasero bloccati lì per dieci giorni, e l'equipaggio della nave rimase bloccato per ancor più tempo dopo che i passeggeri vennero tratti in salvo per via aerea da una nave cinese che giunse a soccorrerli. Durante questa esperienza traumatica, nessuno sapeva per quanto tempo sarebbero rimasti intrappolati prima di essere soccorsi. L'unico modo che il gruppo aveva per sopravvivere all'ambiente ostile e alle limitate riserve di cibo, fu che i passeggeri cooperassero l'uno con l'altro. Se ognuno avesse pensato egoisticamente a se stesso, sarebbe stato un disastro. La chiave per la sopravvivenza di queste persone fu che ognuna rispettasse alcuni principi etici fondamentali, nonostante la diversità delle proprie origini religiose e culturali.

Immaginiamo che tra i passeggeri vi fossero a bordo alcuni capi spirituali delle comunità buddhista tibetana, islamica, cristiana e confuciana, e pure un capo laico rispettato da tutti, inclusi coloro che non seguono alcuna religione o filosofia organizzata. In che modo ognuno di questi leader avrebbe affrontato la sfida? Quale sarebbe stato il modo di pensare di ciascuno di loro, e in che modo avrebbero consigliato gli altri del gruppo? In definitiva erano tutti preoccupati e spaventati, e alcuni dei passeggeri erano anche infuriati di fronte a quanto successo, o erano diventati aggressivi, e la maggioranza era depressa.

Metodi per lo sviluppo dell'etica basati sul Buddhismo tibetano

Il capo spirituale buddhista avrebbe probabilmente ricordato agli altri buddhisti del gruppo le parole del grande maestro buddhista indiano Shantideva sulla pazienza: “Se c'è una soluzione, perché cadere in uno stato d'animo negativo per via di qualcosa? E se non c'è una soluzione, a cosa serve cadere in uno stato d'animo negativo per via di questo?” In altre parole, se si può fare qualcosa per uscire da una situazione difficile, allora non vi è motivo di essere turbati, basta farlo. Ma se non vi è nulla che si possa fare, allora perché arrabbiarsi? Questo non aiuterà. Anzi, ci farà sentire ancora peggio. Pertanto, non c'è motivo d'arrabbiarsi o deprimersi. Piuttosto, bisogna sviluppare pazienza e coraggio per poter affrontare la sfida.

Ora, quel che aiuta in una situazione difficile come quella di trovarsi su questa nave bloccata dal ghiaccio, è avere un atteggiamento realistico. In primo luogo, la situazione è stata determinata da numerosi fattori; non vi è un'unica persona o fattore sui quali far ricadere la colpa o con i quali arrabbiarsi. Il fatto che ciascuno di noi si trovi su questa nave è dovuto ad una moltitudine di fattori. In primo luogo, ognuno di noi aveva diverse ragioni per prender parte alla spedizione, e tali ragioni erano legate al fatto che ciascuno aveva sviluppato competenze in una qualche area scientifica, o aveva l'interesse, il denaro, e il tempo per essere qui. Ci sono state poi le cause karmiche dalle vite passate che sono maturate in modo tale da farci vivere queste circostanze nella vita presente. Vi è stata anche un'influenza da parte degli altri non solo nell'unirsi alla spedizione, ma anche nella nostra capacità di unirci alla spedizione, come il fatto che i nostri familiari o i nostri datori di lavoro non abbiano sollevato obiezioni. Ci sono state poi ragioni legate al motivo della spedizione, ragioni per le quali era stata decisa quella specifica data per la partenza, ragioni legate alle condizioni della nave e ai motivi per cui era stata scelta, alla posizione geografica dell'Antartide, alle condizioni meteorologiche, e via dicendo. Il fatto di ritrovarsi bloccati nel ghiaccio è sorto in base a tutti questi fattori. Questa è la realtà. Se fosse mancato uno qualsiasi di questi fattori, noi non ci saremmo trovati in questa situazione. Dove, dunque, in questa rete enorme di cause e condizioni, trovate qualcosa di specifico su cui far ricadere la colpa e con cui arrabbiarvi? Quando notate che state per arrabbiarvi o infastidirvi, oppure quando avete un sacco di pensieri disturbanti di preoccupazione, calmatevi concentrandovi sul vostro respiro, respirate lentamente attraverso il naso e, se volete, contate i vostri respiri in cicli di undici.

Ricordate che, fino a che le condizioni del tempo non migliorano ed una nave da soccorso ha il tempo di arrivare, non c'è nulla che qualcuno possa fare per accelerare i soccorsi. È una favola pensare che ciascuno di noi possa avere il controllo della situazione, in quanto ciò che accade, come anche il modo in cui tutti noi affrontiamo la cosa, dipenderà da una quantità enorme di fattori. Inoltre, la realtà è che ci troviamo tutti assieme in questa situazione. Non è solo un problema mio, o tuo. Il problema della sopravvivenza è un problema di tutti, ed è necessario quindi andare oltre i propri egocentrici punti di vista, e pensare a come tutti possano affrontare questa situazione difficile. Non possiamo controllare il tempo, né l'arrivo di una nave da soccorso, ma possiamo agire sul nostro stato mentale, in particolare sul modo in cui ci trattiamo a vicenda.

Un modo per superare l'atteggiamento egoistico è riconoscere come tutti siano stati nostre madri e nostri padri in qualche nostra vita precedente, e ci abbiano trattato con gentilezza ed amore. Guardate, dunque, ciascuna persona qui come vostra madre o vostro padre perduti da tanto tempo, che non avete visto per numerose vite. Con una profonda gratitudine per la gentilezza che avete ricevuto in passato da ciascuna delle persone che si trova a bordo, svilupperete naturalmente un sentimento di caloroso affetto ogni volta che vedrete una di loro. Portate oltre questo sentimento d'affetto, e sviluppate il desiderio che ciascuna di loro sia felice e non provi alcuna sofferenza, dal momento che tutti, dopotutto, abbiamo lo stesso desiderio. Proprio come noi, ogni persona vuole essere felice, e nessuno vuole essere infelice. Siamo tutti uguali in questo senso. Inoltre, ciascuno ha lo stesso diritto di essere felice e di non soffrire. Come con le nostre riserve di cibo limitate, tutti allo stesso modo desiderano e hanno bisogno di mangiare. Noi stessi non vogliamo morire di fame, e così nessun altro. Con questi atteggiamenti d'amore e comprensione, fondati sull'equità fra i propri atteggiamenti nei confronti di se stessi e nei confronti degli altri, ci si prende la responsabilità di cercare di portare felicità ad ognuno e di alleviarne tutte le sofferenze. Questo significa preoccuparsi del benessere dell'intero gruppo in questa situazione difficile, ed essere d'aiuto il più possibile, nello stesso modo in cui lo si farebbe per la propria madre e il proprio padre di questa vita.

Il capo spirituale buddhista avrebbe anche potuto suggerire agli altri buddhisti del gruppo di sviluppare la forza e il coraggio di aiutare gli altri per mezzo della pratica del “dare e ricevere.” Diverse volte, nell'arco di ciascuna giornata, avrebbe detto loro di sedersi in meditazione e d'iniziare a calmare le loro menti concentrandosi sul respiro e riaffermando la loro motivazione d'amore e compassione. Con un forte desiderio compassionevole che gli altri siano liberi dalle loro sofferenze, immaginate che le paure e le preoccupazioni abbandonino ognuno di loro nella forma di una luce nera, ed entrino in voi attraverso il vostro naso, mentre inspirate diverse volte lentamente. Immaginate che questa luce scenda nel vostro cuore e si dissolva nella calma e nella chiarezza della vostra mente. Restate in questo stato di calma e chiarezza per un breve tempo.

Quindi, con la calma felicità che si svilupperà in modo naturale dall'avere alleviato il tumulto mentale delle vostre madri e dei vostri padri, immaginate che questo calmo senso di felicità, calore e amore, nella forma di una luce bianca, fuoriesca dal vostro cuore attraversando il naso, mentre espirate lentamente. Questa luce bianca di amore e felicità entra in ogni persona e ne riempie il corpo, ed ora immaginate che tutti abbiano una mente calma ed un atteggiamento allegro, positivo. Mentre fate tutto ciò, se recitate il mantra “Om mani padme hum,” questo vi aiuterà a mantenere la vostra mente calma e concentrata, e a rimanere consapevoli della compassione.

Sebbene questa meditazione possa non avere alcun effetto diretto sugli altri che stanno a bordo della nave, vi conferirà la forza, il coraggio e la fiducia per affrontare la situazione, e svilupperete voi stessi, in modo naturale, pace mentale e un atteggiamento allegro e positivo. Tale pratica avrà tuttavia un effetto indiretto sugli altri, poiché il modo in cui vi comporterete e interagirete con loro, a causa della vostra meditazione, sarà un buon esempio che potrà essere d'ispirazione per gli altri.

Metodi basati sull'Islam

Il capo spirituale islamico avrebbe dunque parlato alle altre persone di fede islamica presenti a bordo. Avrebbe spiegato loro come il fatto di trovarsi tutti bloccati dal ghiaccio fosse una volontà di Dio. Non è possibile controllare ciò che succederà; la nostra salvezza o la nostra morte sono ora nelle mani di Dio. Ma ricordate, Dio è per natura misericordioso, in particolare verso coloro che si pentono dei propri errori. Pertanto, se avete perso fede in Dio, e avete iniziato a dubitare, pentitevi e chiedete a Dio di perdonarvi. Con piena fiducia nella giustizia di Dio, non vi è motivo di preoccuparsi.

Potrebbe aver detto loro di ricordare le tre dimensioni della religione islamica: sottomissione o abbandono a Dio e alla Sua volontà, fede in Dio basata sull'umiltà di fronte a tutte le creazioni di Dio, ed eccellenza sia nel carattere sia negli atti di servizio nei confronti di tali creazioni di Dio. Potrebbe aver incoraggiato le persone ricordando loro che se si è convinti della propria fede nella volontà di Dio, ci si sentirà completamente in pace. Non vi è nulla di cui dubitare o di cui preoccuparsi.

Potrebbe inoltre aver detto loro che Dio ha creato tutti noi col Suo Spirito nei nostri cuori, in uno stato di purezza primordiale, e ha dotato ognuno di noi delle sue buone qualità, come l'amore. L'amore di Dio per tutti noi è il Suo Sentimento di vicinanza verso tutta l'eccellenza che Egli ha creato. Il modo migliore per esprimere il nostro amore per Dio è quello di onorarlo attraverso i nostri atti eccellenti di servizio alle Sue creazioni, in particolare con i nostri atti di gentilezza e aiuto verso tutti i nostri compagni di viaggio. Dopotutto, il Corano ci insegna che Dio ama coloro che fanno ciò che è virtuoso e giusto, coloro che si mantengono puri, coloro che agiscono in maniera corretta secondo la legge e le loro responsabilità, come quello di pregare cinque volte al giorno, e coloro che sono equi e giusti.

Quando si sviluppa l'amore per gli altri nella sua forma più pura, il nostro amore non è per queste stesse persone, ma è l'amore per Dio che ha creato l'eccellenza e il buon carattere in loro. Si deve combattere dunque contro le proprie paure, i propri dubbi, i propri pensieri egocentrici. La lotta più grande, dopotutto, è contro gli ordini negativi dei propri confusi cuori, i quali portano a dimenticarci di Dio e ci incitano ad avere pensieri ed atteggiamenti distruttivi.

Metodi basati sul Cristianesimo

In seguito, il capo spirituale cristiano si sarebbe rivolto ai cristiani presenti a bordo. Anch'egli avrebbe ricordato loro che Dio, nostro Padre, ha creato tutti in virtù del suo amore. Più siamo consapevoli di questo amore, più ci sentiremo vicini a Dio. Il modo migliore per sentire questa vicinanza a Dio è di aderire all'etica e ai valori che sono fondati sull'amore con il quale noi siamo stati creati. Dio ha creato tutti noi a Sua immagine, con la scintilla del Suo amore in ognuno di noi. Dunque tutti noi abbiamo la potenzialità di esprimere tale amore.

Pensiamo a Gesù, il quale, senza interesse per il proprio conforto e la propria sicurezza, soffrì per la salvezza di noi tutti, morendo in croce e risorgendo poi per salvarci dai nostri peccati. Se crediamo in Gesù, seguiamo il suo esempio altruistico di prendersi cura dei malati, dei poveri e dei bisognosi, con l'amore disinteressato di Gesù. Dio creò anche tutte queste persone, e deve aver avuto un motivo per farlo. Pertanto, dobbiamo rispettare tutti, soprattutto i bisognosi, in quanto figli di Dio. Inoltre, Dio ci ha mandati in questa situazione di trovarci bloccati nel ghiaccio per mettere alla prova la nostra fede. Ci saranno molte persone a bordo in preda alla paura e alla depressione. Riaffermiamo la nostra fede prendendoci cura di questi bisognosi figli di Dio, dal momento che Gesù si sarebbe preso cura di loro, con amore ed affetto.

Metodi basati su principi confuciani

Il capo spirituale confuciano avrebbe quindi parlato ai passeggeri che condividevano il suo credo. Anch'egli avrebbe detto loro di non preoccuparsi. Dobbiamo agire con yi (), equità verso tutti, potrebbe aver detto, secondo li (), ciò che è giusto e opportuno quando si affrontano momenti difficili. Se si sopravvive o si muore, è il risultato del ming (), destino, ma fintanto che si fa ciò che è giusto, non si avranno rimpianti. La cosa giusta da fare è seguire tutte le procedure ufficiali della nave per affrontare le emergenze. Secondo i principi dello zhengming (正名), la rettifica dei nomi, se il capitano agisce come dovrebbe, e anche i passeggeri agiscono come dovrebbero, e se i compagni di viaggio si comportano l'uno verso l'altro come dovrebbero, allora saremo in armonia con quello che la situazione richiede.

Tutti noi abbiamo “ren” (), la capacità interiore di fare ciò che è bene, ciò che è giusto in relazione con gli altri. Ren è la fonte di tutte le qualità benevoli come l'amore, la saggezza, la sincerità e l'onestà nel relazionarsi con tutti. Bisogna coltivare questa capacità interiore di bontà, poiché senza di essa non saremo in grado di sopportare le difficoltà, non saremo in grado di fare ciò che è giusto.

Alla domanda su cosa fosse tale capacità interiore, Confucio disse: 

Non appena si presentano delle difficoltà, affrontarle: questo si chiama 'ren.'

 In altre parole, quando ci si trova di fronte ad una situazione difficile come quella in cui ci troviamo ora, saremo in grado di prendere in mano la situazione ed affrontarla in una maniera corretta e benevola, con correttezza nei confronti di tutti, coltivando la nostra capacità interiore di fare ciò che è giusto. Un'altra maniera alternativa per comprendere questo detto è: 

essere il primo quando ci sono difficoltà, e l'ultimo quando si tratta di ottenere qualcosa: questo viene chiamato ren.

Ciò sta ad indicare che in situazioni di difficoltà, si fa quel che è giusto semplicemente perché è giusto, senza alcun interesse di prendersi il merito di questo, o di ottenere qualcosa in cambio.

Possiamo imparare come coltivare questa capacità interiore guardando nella storia agli esempi di uomini che sono stati elogiati per aver fatto ciò che era eticamente corretto di fronte ad un disastro sociale. Confucio disse: 

Una persona che ha coltivato la sua capacità interiore di bontà, quando desidera, per se stesso, tutte le circostanze per una vita prosperosa, prepara per gli altri tutte le circostanze per una vita prosperosa, e quando desidera, per se stesso, di avere successo, fa in modo che le persone abbiano successo.

Confucio disse inoltre: 

Superare l'egoismo e seguire ciò che è giusto, questa è la capacità interiore della bontà. Se per un giorno potete superare l'egoismo e seguire ciò che è giusto, tutti sotto il cielo torneranno al ren.

Ad una ulteriore domanda su cosa fosse il ren, Confucio disse che è amare le persone. Chi ha ren, spiegò, è coraggioso e audace. Pertanto, coltiviamo la nostra capacità interiore di fare ciò che è giusto, come dei corretti passeggeri dovrebbero fare, seguiamo le corrette procedure indicate dal capitano, e poi non ha importanza quel che succederà, non avremo nulla di cui vergognarci.

Metodi basati su valori etici umani fondamentali

Il capo laico si sarebbe poi rivolto all'intero gruppo di passeggeri. Avrebbe detto loro che benché ci siano seguaci del Buddhismo, dell'Islam, del Cristianesimo e del Confucianesimo tra di noi, in molti non seguono alcuna religione o filosofia organizzata. Noi tutti dobbiamo agire nei confronti degli altri in modo etico affinché sia possibile sopravvivere a questa esperienza traumatica. Questo include anche i non-credenti. Se combattiamo l'uno contro l'altro, non potremo mai sopravvivere. Coloro che seguono un sistema religioso o filosofico hanno fede e credono negli insegnamenti del proprio sistema, guidandoli nel loro comportamento etico: questo è fantastico. Sebbene le ragioni di ciascuno ad agire in modo etico possano differire, ciononostante la propria convinzione conferisce la forza interiore necessaria per agire in modo amorevole verso gli altri. Tutti questi sistemi religiosi e filosofici ci insegnano a provare amore, compassione, perdono, contentezza, e a ridurre i propri deleteri atteggiamenti egocentrici. Comunque, anche coloro che non hanno alcuna fede in un sistema organizzato ritengono che sia utile coltivare questi valori. Sono chiamati “valori etici umani fondamentali.”

Se pensiamo al livello di questi valori umani fondamentali, tutti noi abbiamo una base condivisa per il nostro comportamento etico, e questa sarà la chiave per la nostra sopravvivenza come gruppo. È necessario mantenere la pace, l'armonia e lo spirito di cooperazione tra di noi, tuttavia la pace esteriore dipende da quella interiore. Ovvero la pace esteriore dipenderà dal fatto che ciascuno di noi mantenga una mante calma, pacifica. La pace della mente è molto legata all'atteggiamento che si ha nei confronti degli altri. Se nutriamo pensieri di rancore verso gli altri, e pensiamo unicamente a noi stessi e al modo in cui possiamo avere successo, allora quando interagiamo con gli altri saremo spaventati all'idea che possano ferirci in qualche modo, o impedirci di avere successo. Non ci fidiamo, pertanto siamo pieni di paura e di sospetto. Gli altri, dal canto loro, percepiranno questo in noi, e di conseguenza nemmeno loro si fideranno. Questo crea una distanza fra noi e gli altri; crea una barriera che ci impedisce di avere una reale comunicazione con loro. Questa distanza e questa barriera ci fa sentire insicuri e soli. Sentendoci insicuri, non abbiamo fiducia in noi stessi nel momento in cui dobbiamo fronteggiare le sfide della nostra difficile situazione. Diventiamo depressi. D'altro canto, più ci sentiamo vicini agli altri del gruppo, più ci sentiremo di far parte di una comunità. Ci sentiamo di appartenere al gruppo, e questo ci fa sentire più sicuri. Una volta che ci sentiamo più sicuri, acquisiamo, naturalmente, maggiore fiducia in noi stessi.

Noi esseri umani siamo animali sociali. Proprio come quando un animale sociale, come la pecora, si separa dal gregge e si sente molto a disagio e spaventata, ma quando si riunisce al gregge si sente nuovamente felice, allo stesso modo anche noi soffriamo quando siamo isolati dagli altri. Spesso, tuttavia, anche quando siamo in compagnia degli altri, se la nostra mente è piena di diffidenza e sospetto, il nostro atteggiamento ci impedisce di ricevere qualsiasi supporto e sostegno da parte del gruppo. Per cui, comprendiamo che il nostro benessere mentale e la nostra capacità di mantenere la speranza in un risultato felice in questa situazione in cui siamo bloccati dal ghiaccio, dipendano dal nostro atteggiamento verso gli altri del gruppo. Quando sviluppiamo un sentimento di vicinanza verso ciascuno del gruppo, questo sentimento ci conferisce forza interiore e fiducia in noi stessi. Non ci sentiamo più deboli e sospettosi. La nostra autostima e senso di sicurezza ci permettono di fidarci l'uno dell'altro, e la fiducia porta ad una genuina amicizia.

Alcune persone pensano che avranno più amici se avranno più denaro o più potere. Ma amici come questi sono amici soltanto del vostro denaro e potere. Quando i soldi e il potere se ne andranno, anche questi amici se ne andranno. I veri amici non sono così. Le amicizie genuine, che portano gioia e felicità, sono costruite sulla base di una reciproca fiducia. Quando si è aperti e sinceri l'uno con l'altro non solo ci si sente più sicuri, ma anche la propria mente è più rilassata. In questo stato, si possono unire le forze di ognuno ed affrontare le difficoltà in cui tutti, come gruppo, ci troviamo al momento. Dopotutto, non sono solamente io ad essere bloccato nel ghiaccio, o solo tu; piuttosto, siamo tutti noi ad essere bloccati nel ghiaccio.

Anche quando usciremo da questa situazione, se manteniamo questo atteggiamento positivo e aperto nei confronti degli altri, continueremo ad avere calorose e fidate amicizie. Ci saranno sempre difficoltà nella vita. È ingenuo pensare che non dovremo mai più affrontare problemi in futuro. Tuttavia con l'apertura, la sincerità, l'autostima e la fiducia derivanti dalle amicizie, saremo pronti ad unirci agli altri, e gli altri saranno maggiormente disposti ad unirsi a noi nell'affrontare qualsiasi cosa accada, buona o cattiva.

Se chiedete quale sia la ragione di essere etici, la risposta è perché, semplicemente, siamo esseri umani. Dobbiamo essere etici perché viviamo insieme e dipendiamo l'uno dall'altro per vivere. Se non ci interessano la felicità e il benessere degli altri, e causiamo invece problemi, saremo noi stessi a soffrirne alla fine, essendoci isolati dagli altri e privati della loro attenzione e del loro interesse.

Ci sono due tipi di attenzione e di interesse che possiamo avere per gli altri. Uno è basato sulle emozioni, ed è maggiormente orientato verso se stessi e verso quanto si può ottenere dagli altri. Fintanto che gli altri sono gentili con noi, o si comportano bene in generale, allora li vogliamo bene e ci interessiamo alla loro felicità. Non vogliamo che soffrano o che siano infelici. Tuttavia, non appena iniziano a comportarsi scorrettamente e magari a ferirci, oppure anche semplicemente a non essere d'accordo con noi, il nostro atteggiamento nei loro confronti cambia. Non ci piacciono più e non ci interessa più se sono felici oppure no. Li rifiutiamo per via del loro comportamento. In questo caso si tratta di un'amore e di una compassione basati sull'emotività, e non possono mai rappresentare una base solida per una vera amicizia.

Il secondo tipo di attenzione ed interesse per gli altri non dipende dai loro comportamenti o atteggiamenti. Si basa semplicemente sul fatto che loro, proprio come noi, sono esseri umani. Noi stessi desideriamo essere felici, indipendentemente dal modo in cui agiamo o dal nostro stato mentale. Ed è soltanto per il fatto che vogliamo essere felici che ci prendiamo cura di noi stessi; facciamo attenzione al nostro benessere. Ma lo stesso è vero per qualsiasi altra persona, compresi coloro che ci potrebbero non piacere per via dei loro atteggiamenti o comportamenti. Ciononostante, anche loro vogliono essere felici; anche loro si nutrono di attenzioni e di amore. Per quanto riguarda il desiderio di essere felici, siamo tutti uguali. Tutti vogliono essere felici. Non soltanto siamo tutti uguali nel desiderare di essere felici, ma tutti noi abbiamo lo stesso diritto ad avere una vita felice; ed una vita felice deriva da un sincero interesse per gli altri e prendersi cura che siano anche loro felici. Si basa sull'avere una sincera amicizia con tutti, non importa con chi uno sia.

Soltanto gli esseri umani hanno la capacità di preoccuparsi anche di chi si comporta in modo scorretto. Soltanto gli esseri umani hanno la capacità di prendersi cura del loro benessere. Questa capacità può derivare dalla nostra intelligenza, oppure dalla nostra fede in un qualche sistema di credenze religiose o filosofiche. Gli animali non hanno nessuna di queste due cose: non hanno l'intelligenza umana, né la fede. Se un altro animale li minaccia o li ferisce, semplicemente attaccano. In quanto esseri umani, tuttavia, sebbene non tutti abbiano fede in un sistema religioso o filosofico, abbiamo tutti una fondamentale intelligenza umana. Dobbiamo utilizzare questa intelligenza per comprendere i motivi per cui l'interesse per la felicità e il benessere degli altri è la chiave per la nostra stessa felicità.

Che si creda in un creatore, o nelle vite passate, o in una forte influenza dei propri avi, nessuno può negare che tutti noi proveniamo da nostra madre. Senza le cure e l'affetto di nostra madre, o di chi si prese cura di noi quando eravamo neonati, non saremmo sopravvissuti. Gli scienziati hanno dimostrato come le persone che hanno ricevuto più amore ed affetto da bambini si sentano maggiormente sicure, più sicure di se stesse e felici, nell'arco di tutta la loro vita; mentre coloro che sono stati trascurati o abusati da piccoli si sentono sempre insicuri, indipendentemente da ciò che accade loro. Si sentono sempre a disagio. Sentono interiormente, profondamente, che qualcosa nelle loro vite è mancato, e per questo sono fondamentalmente infelici. Alcuni medici hanno anche dimostrato come il contatto fisico affettuoso di una madre sia essenziale per un corretto sviluppo del cervello del neonato. Inoltre hanno anche documentato come rabbia, paura ed odio costanti divorino il sistema immunitario.

Tutti si prendono cura di avere un corpo sano, e per questo fine è necessario che si presti maggiore attenzione ad avere una mente calma e sana. La domanda importante è come si possa ottenere una mente sana e calma. Anche nel caso in cui si sia cresciuti come figli unici, e si abbia ricevuto molto affetto ed attenzioni, nel momento in cui ci si trova di fronte alla grande pressione legata alla difficoltà di ottenere successo in una società competitiva, a scuola o al lavoro, ci si potrebbe sentire comunque insicuri e stressati. Ma se si sente di dover sconfiggere gli altri per avere successo, per cui la propria mente è piena di sfiducia, paura e invidia, allora come risultato la propria mente sarà disturbata e instabile. Questo stato mentale di disagio danneggerà non soltanto le proprie opportunità di avere successo, ma anche la propria salute.

Se, d'altro canto, nel cercare di fare del nostro meglio, ci preoccupiamo anche del benessere degli altri, realizziamo che proprio come noi vorremmo ricevere da loro incoraggiamento, aiuto e sostegno amichevole e affettuoso, loro vorrebbero ricevere lo stesso da noi. Se sviluppiamo una compassione sincera per loro – il desiderio che non falliscano, ma anche che abbiano successo – questo ci conferisce la forza interiore e la sicurezza in noi stessi per impiegare tutti i nostri sforzi nel compito di lavorare per il successo di tutti. Mostrare compassione e interesse per gli altri è un segno di forza, non di debolezza. In realtà, è fonte di forza e calma mentale.

La stessa analisi si presta alla nostra situazione di trovarci bloccati qui in mezzo al ghiaccio. Se non ci fidiamo l'uno dell'altro e discutiamo, e competiamo tra di noi per accaparrarci le limitate risorse che abbiamo a disposizione, ne soffriremo tutti. Diventeremo tutti più deboli. Se sviluppiamo un interesse reciproco sincero, e ci confortiamo a vicenda quando qualcuno di noi è sconvolto, allora succederà come quando una madre conforta il bimbo che piange: entrambi, madre e figlio, si sentiranno molto meglio. Con le menti calme e un senso di appartenenza ad un gruppo affettuoso di amici sinceri, avremo tutti la forza per sopravvivere.

Quindi, usiamo la nostra intelligenza umana. Quando qualcuno comincia ad infastidirci, e noi iniziamo ad arrabbiarci e avremmo voglia di urlargli contro, ricordiamo che far questo renderebbe le cose ancora più difficili. Turberà il nostro stesso stato mentale, così come l'umore collettivo dell'intero gruppo. Tutti noi siamo spaventati e preoccupati, e se qualcuno di noi si comporta male, è perché si sente insicuro e spaventato. Cerchiamo dunque di far sentire queste persone più sicure e di fare in modo che non perdano la speranza, mostrando loro attenzione e comprensione.

La felicità deriva dalla speranza in un futuro migliore, e la speranza deriva dal supporto di amici affini ed affettuosi. In breve, dunque, sulla base di questi valori umani fondamentali e condivisi saremo in grado di agire in un modo etico. Se la nostra fede religiosa o le nostre credenze filosofiche rinforzano questi valori etici, ciò è davvero meraviglioso. Se non abbiamo questa fede, ci appoggiamo interamente alla nostra intelligenza umana e a questi valori etici umani fondamentali. Con l'armonia religiosa tra di noi, e la promozione di questi valori umani fondamentali da parte di tutti, sopravviveremo a questa esperienza traumatica, e ne usciremo come esseri umani migliori, grazie a questa esperienza condivisa.

Sommario

Possiamo osservare da quest'analisi che ciascuna di queste religioni, filosofie e visioni laiche arriva alla conclusione che nell'affrontare una situazione difficile all'interno della società, la chiave della sopravvivenza è l'autodisciplina etica. Ciò significa superare l'egocentrismo, la paura e la depressione, e cooperare l'uno con l'altro sulla base dell'amore, della compassione, della gentilezza e del rispetto. Ciascuna di queste cinque visioni – buddhista tibetana, islamica, cristiana, confuciana e non religiosa – possiede i suoi metodi per lo sviluppo di tali qualità:

  • I buddhisti tibetani ritengono che le situazioni difficili sorgano in base a un numero enorme di cause e di condizioni. Nessun singolo fattore o persona può avere il controllo del risultato, benché tutti possano contribuire con qualcosa di positivo che influirà sui successivi sviluppi. Tutti vengono considerati alla pari, sia per il fatto di essere stati nostri genitori in vite precedenti, sia per il fatto di voler essere felici e non soffrire.
  • I musulmani ritengono che le difficoltà derivino dalla volontà di Dio, e che la risoluzione dei problemi risieda nelle mani di Dio. Si sottomettono alla volontà di Dio e lo onorano attraverso atti eccellenti di servizio a favore di tutte le creazioni di Dio.
  • I cristiani vedono le situazioni difficili come sfide mandate da Dio per metterci alla prova, e seguono l'esempio di Gesù nel servire i poveri e i bisognosi.
  • Coloro che seguono i principi del Confucianesimo vedono le difficoltà come cose che di tanto in tanto inevitabilmente accadono. Quel che succede dipende dal nostro destino. Per far fronte alle difficoltà, seguono le corrette procedure secondo le istruzioni del capitano della nave, e coltivano il loro senso interiore di benevolenza e bontà per trattare tutti in modo equo, con buone maniere e amore.
  • Coloro che seguono solo i valori etici umani fondamentali, comprendono che indipendentemente da quanto le cose possano essere difficili, tutti apprezzano l'amore e le cure affettuose. In quanto animali sociali, dobbiamo cooperare l'uno con l'altro per sopravvivere, e se ci prendiamo cura l'uno dell'altro, acquisiamo la forza e la fiducia in noi stessi per superare ogni difficoltà.

Pertanto, ciascuno di questi cinque gruppi possiede il suo sistema di principi etici; ciononostante, chi segue in modo sincero gli insegnamenti e i consigli di ciascun sistema ottiene lo stesso risultato. È in grado di accettare la situazione senza provare rabbia. Anche nel caso in cui si scoprisse che uno dei passeggeri si comporta in un modo che minaccia il benessere dell'intero gruppo, ad esempio mettendo da parte del cibo, e fosse necessario prendere misure disciplinari per far fronte al problema, ciascuno di questi sistemi di valori etici aiuterebbe le persone a far ciò non per rabbia, ma per interesse verso l'intero gruppo di passeggeri. Manterrebbero una mente pacifica e contribuirebbero positivamente al benessere di tutti quelli che stanno a bordo. Come risultato di ciò, non soltanto la comunità sopravviverebbe alla situazione, ma i suoi membri si avvicinerebbero ancora di più l'uno all'altro, per via dell'esperienza condivisa nella quale si son presi la responsabilità del benessere di ognuno.

Conclusione

L'esempio della nave bloccata nei ghiacci dell'Antartide rappresenta un'utile analogia per comprendere come una società multiculturale possa affrontare al meglio, in modo sano, le sfide e le difficoltà che inevitabilmente sorgono nel corso della vita. Per ottenere questo, è necessario che le persone conoscano quelle che sono le culture e le credenze di tutti i maggiori gruppi della loro società. La paura e la sfiducia negli altri derivano da una mancanza di conoscenza delle loro credenze. Attraverso un'adeguata educazione, possiamo apprendere come tutte le religioni e le filosofie abbiano un sistema di principi etici, e che questi sistemi condividano anche i valori umani fondamentali che tutti, inclusi i non credenti, possono accettare. Si tratta dei valori dell'amore, della compassione, e dell'attenzione affettuosa per gli altri, con profondo interesse per il loro benessere.

Quando l'espressione di questi valori umani fondamentali è sincera, indipendentemente dal sistema di credenze attraverso cui ciascuna persona arriva ad essi, allora la società funziona in modo armonioso, in buoni e cattivi tempi. Questo perché ciascun gruppo rispetta l'altro sulla base della comprensione reciproca; e dal reciproco rispetto basato sulla comprensione reciproca deriva una reciproca fiducia. Quando persone di culture diverse si rispettano e si fidano gli uni degli altri, vivono senza aver paura gli uni degli altri. Questo rende una società sana e armoniosa, basata sui principi etici fondamentali che ognuno condivide.

Per cui, dal momento che una società sana sorge in base a numerosi fattori – l'economia, l'ambiente, i sistemi sociale, legale e scolastico e, come abbiamo visto, l'armonia etica e religiosa – se uno qualsiasi di questi fattori è debole, la società non prospererà. Dobbiamo cominciare dal livello individuale, specialmente per quanto riguarda il campo dell'etica e del rispetto per gli altri e delle loro credenze. Se sviluppiamo una mente calma e un atteggiamento compassionevole nei confronti degli altri, ed estendiamo questo alle nostre famiglie, ai nostri amici, alla nostra comunità, gradualmente costruiremo una società sana. La salute dell'intera società sorgerà in base allo sviluppo di una mente sana e di un senso etico da parte di ciascuno dei suoi membri. Ciò è particolarmente vero per le società multiculturali, e per il mondo multiculturale in generale.

Ciascuna delle maggiori religioni e filosofie del mondo, come abbiamo visto nel caso del Buddhismo tibetano, dell'Islam, del Cristianesimo e del Confucianesimo, condivide una serie di valori etici umani fondamentali che anche coloro che non appartengono ad alcuna religione o filosofia possono affermare. Dobbiamo educare i nostri figli secondo questi valori etici umani fondamentali, in modo che gradualmente l'intero mondo possa diventare un luogo più sano per il beneficio di tutti. Grazie.

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