Miti Stranieri Errati su Shambhala

Introduzione

Molti miti stranieri si sono sviluppati intorno alla leggenda di Shambhala presente nella letteratura del Kalachakra. Alcuni sono stati diffusi per ottenere sostegno militare o politico, come l’identificazione della Russia, della Mongolia o del Giappone con Shambhala. Altri sono apparsi all’interno di movimenti occulti e hanno mescolato idee buddiste con concetti tratti da altri sistemi di credenze. Alcuni di essi hanno persino dato vita a spedizioni per trovare la terra favolosa. 

Tra le versioni occulte sono sorti due schieramenti. Una parte considerava Shambhala come un paradiso utopico il cui popolo avrebbe salvato il mondo. Il romanziere britannico, James Hilton, rientra in questo campo. La sua opera del 1933, Lost Horizon (LOrizzonte Perduto), descrive Shangrila come un paradiso spirituale che si trova in una valle inaccessibile e nascosta del Tibet. Shangrila è senza dubbio una corruzione romantica di Shambhala. L’altra parte raffigurava Shambhala come una terra dal potere malefico. Diversi resoconti del dopoguerra sul legame tra il nazismo e l’occulto presentano questa interpretazione. È importante non confondere nessuna di queste distorsioni con il buddismo stesso. Ripercorriamo il fenomeno.

Teosofia

Madame Helena Blavatsky (1831-1891) nacque in Ucraina nella nobiltà russa. Dotata di poteri extrasensoriali, viaggiò per il mondo alla ricerca di insegnamenti occulti e segreti e trascorse molti anni nel subcontinente indiano. Dal 1867 al 1870, studiò il buddismo tibetano con maestri indiani, molto probabilmente provenienti dalle regioni culturali tibetane dell’Himalaya indiano, durante il suo presunto soggiorno al monastero di Tashilhunpo in Tibet.

Blavatsky incontrò il buddismo tibetano in un’epoca in cui l’erudizione orientale europea era ancora agli albori e poche erano le traduzioni o i resoconti disponibili. Inoltre, potè apprendere solo frammenti disarticolati dei suoi vasti insegnamenti. Nelle sue lettere private scrisse che, poiché il pubblico occidentale all’epoca conosceva poco il buddismo tibetano, decise di tradurre e spiegare i termini di base con concetti più conosciuti dell’induismo e dell’occulto. Per esempio, tradusse tre delle quattro isole-mondo (quattro  continenti) intorno al Monte Meru come le isole perdute e sommerse di Iperborea, Lemuria e Atlantide. Allo stesso modo, presentò le quattro razze umanoidi menzionate negli insegnamenti dell’abhidharma e del Kalachakra (nate dalla trasformazione, dall’umidità e dal calore, dalle uova, e dai grembi) come le razze di queste isole-mondo. La sua convinzione che gli insegnamenti esoterici di tutte le religioni del mondo formino un unico corpo di conoscenza occulta rafforzò la sua decisione di tradurre in questo modo e si propose di dimostrarlo nei suoi scritti.

Insieme allo spiritualista americano Colonnello Henry Steel Olcott, Madame Blavatsky fondò la Società Teosofica nel 1875 a New York. La sede internazionale si trasferì poco dopo a Madras, in India. Quando il suo collega Alfred Percy Sinnett identificò la Teosofia con il buddismo esoterico in Esoteric Buddhism (Buddismo Esoterico) (1883), Blavatsky confutò la sua affermazione. Secondo le Letters of H.P.Blavatsky to A.P. Sinnett (Lettere di H.P.Blavatsky ad A.P. Sinnett), pubblicate postume, la posizione della Blavatsky era che la Teosofia trasmettesse “gli insegnamenti occulti segreti del trans-Himalaya”, non gli insegnamenti del buddismo tibetano. Tuttavia, grazie ai suoi scritti, l’Occidente iniziò ad associare Shambhala all’occulto e in seguito molti confusero questa connessione con i veri insegnamenti del buddismo.

Nel 1888, Blavatsky menzionò Shambhala nella sua opera principale, La Dottrina Segreta, i cui insegnamenti diceva di aver ricevuto telepaticamente dai suoi maestri in Tibet. In una lettera scrisse che sebbene i suoi maestri fossero “byang-tzyoobs” o “tchang-chubs” reincarnati (Tib. byang-chub, Skt. bodhisattva), li aveva chiamati “mahatma”, poiché questo termine era più familiare agli inglesi in India.

La fonte tibetana degli insegnamenti in The Secret Doctrine (La Dottina Segreta), sosteneva Blavatsky, è The Stanzas of Dzyan (Le Stanze di Dzyan), il primo volume di commentari ai sette fogli segreti di Kiu-te. Kiu-te trascrive il tibetano “rgyud-sde”, che significa ”divisione tantra”, ed è il titolo della prima sezione del Kangyur, la traduzione tibetana delle parole del Buddha. “Dzyan” trascrive il sanscrito “dhyana” (giapp. zen), che significa stabilità mentale. Blavatsky era a conoscenza del fatto che il Tantra di Kalachakra fosse la prima voce della divisione tantra del Kangyur, poiché lo menzionò in uno dei suoi appunti. Spiegò, tuttavia, che i sette fogli segreti non facevano effettivamente parte del Kiu-te pubblicato, e quindi non troviamo nulla di simile alle Stanze di Dzyan in quella raccolta.

Non è chiaro in che misura Blavatsky abbia effettivamente studiato direttamente i testi del Kalachakra. Il primo materiale occidentale sull’argomento è un articolo del 1833 intitolato “Nota sulle Origini dei Sistemi del Kalachakra e dell’Adhi-Buddha” dello studioso pioniere ungherese Alexander Csomo de Körös (Körösi Csoma Sandor). De Körös compilò il primo dizionario e grammatica del tibetano in una lingua occidentale, nel 1834. Il Tibetan-Russian Dictionary and Grammar (Dizionario e Grammatica Tibeto-Russa) di Jakov Schmidt seguì a breve distanza nel 1839. Gran parte della familiarità della Blavatsky con il Kalachakra, tuttavia, derivava dal capitolo intitolato “Il Sistema Kalachakra” presente nel testo Buddhism in Tibet (Buddismo in Tibet) (1863) di Emil Schlagintweit, come dimostra il fatto che la scrittrice prende in prestito molti passaggi da quel libro nelle sue opere. Seguendo il suo principio di traduzione, tuttavia, ha reso Shambhala in termini di concetti simili nell’induismo e nell’occulto.

La prima traduzione inglese de Il Vishnu Purana, ad opera di Horace Hayman Wallace, era apparsa nel 1864, tre anni prima della presunta visita della Blavatsky in Tibet. Di conseguenza, spiegò Shambhala nei termini della presentazione indù in questo testo: è il villaggio dove apparirà il futuro messia, il Kalki Avatar.

Il Kalki, scrisse Blavatsky, è “Vishnu, il Messia del Cavallo Bianco dei Bramini; Maitreya Buddha dei buddisti; il Sosiosh dei parsi; e Gesù dei cristiani”. Ha anche affermato che Shankaracharya, il fondatore dell’Advaitya Vedanta all’inizio del XIX secolo, “vive ancora nella Fratellanza di Shamballa, oltre l’Himalaya”.

Altrove, ha scritto che quando Lemuria affondò, una parte del suo popolo sopravvise ad Atlantide, mentre una parte dei suoi eletti migrò nell’isola sacra di “Shamballah” nel deserto del Gobi. Né la letteratura del Kalachakra né il Vishnu Purana, tuttavia, fanno alcuna menzione di Atlantide, Lemuria, Maitreya, o Sosiosh. L’associazione di Shambhala con loro, tuttavia, continuò tra i seguaci della Blavatsky.

La collocazione di Shambhala nel deserto del Gobi da parte della Blavatsky non sorprende poiché i mongoli, comprese le popolazioni buriate della Siberia e i calmucchi della regione del Volga inferiore, erano forti seguaci del buddismo tibetano, in particolare dei suoi insegnamenti del Kalachakra. Per secoli, i mongoli di tutto il mondo hanno creduto che la Mongolia fosse la Terra del Nord di Shambhala e Blavatsky era senza dubbio a conoscenza delle credenze dei buriati e dei calmucchi in Russia.

Blavatsky potrebbe anche aver ricevuto conferma della sua collocazione di Shambhala nel deserto del Gobi dagli scritti di Csoma de Körös. In una lettera del 1825, egli scrisse che Shambhala era come una Gerusalemme buddista e che si trovava tra i 45 e i 50 gradi di longitudine. Sebbene ritenesse che Shambhala si trovasse probabilmente nel deserto di Kizilkum, in Kazakistan, anche il Gobi rientrava in queste due longitudini. Anche altri in seguito l’avrebbero localizzata all’interno di questi parametri, ma nel Turkestan orientale (Xinjiang, Sinkiang) o sui monti Altai.

Sebbene la stessa Blavatsky non abbia mai affermato che Shambhala fosse la fonte de La Dottrina Segreta, diversi teosofi successivi fecero questo collegamento. Prima fra tutti Alice Bailey in Letters on Occult Meditation (Lettere sulla Meditazione Occulta) (1922). Anche Helena Roerich, nelle sue Collected Letters (Lettere Raccolte) (1935-1936), scrisse che Blavatsky era una messaggera della Fratellanza Bianca di Shambhala. Inoltre, riferì che nel 1934 il sovrano di Shambhala aveva richiamato in Tibet i mahatma che avevano trasmesso alla Blavatsky gli insegnamenti segreti.

L’Affermazione di Dorjiev sulla Russia come Shambhala

Il primo grande sfruttamento della leggenda di Shambhala a fini politici coinvolse anche la Russia. Agvan Dorjiev (1854-1938) era un monaco mongolo buriato che studiò a Lhasa e divenne maestro compagno di dibattito (Aiuto-Precettore) del Tredicesimo Dalai Lama. Di fronte alle  macchinazioni britanniche e cinesi per il controllo del Tibet, egli convinse il Dalai Lama a rivolgersi alla Russia per ottenere sostegno militare. Secondo Ekai Kawaguchi, Three years in Tibet (Tre Anni in Tibet), lo fece dicendogli che la Russia era Shambhala e lo zar Nicola II era la reincarnazione di Tsongkhapa, il fondatore della tradizione Gelug. Dorjiev si recò in diverse missioni alla corte imperiale russa, ma non riuscì mai ad ottenere alcun aiuto. Riuscì, tuttavia, a convincere lo zar a costruire un tempio buddista a San Pietroburgo.

La prima cerimonia pubblica nel tempio ebbe luogo nel 1913. Si trattava di un rituale per la lunga vita della dinastia Romanov in occasione del suo 300° anniversario. Secondo Albert Grünwedel, esploratore tedesco dell’Asia Centrale, in Der Weg nach Shambhala (La Via per Shambhala) (1915), Dorjiev parlò della dinastia Romanov come dei discendenti dei sovrani di Shambhala.

Mongolia, Giappone, e Shambhala

Il successivo sfruttamento politico della leggenda di Shambhala è avvenuto in Mongolia. Il barone von Ungern-Sternberg, un tedesco che viveva in Russia, era un accanito antibolscevico. Durante la Guerra Civile che seguì la Rivoluzione Russa del 1917, combattè in Siberia con le forze della Russia Bianca (zarista). Invase con successo la Mongolia Esterna nel 1920 per liberarla dai cinesi. Noto per la sua crudeltà, Ungern massacrò migliaia di cinesi, collaboratori mongoli, bolscevichi russi, ed ebrei, guadagnandosi il soprannome di “Barone Pazzo”. Ungern credeva che tutti gli ebrei fossero bolscevichi.

Sukhe Batur istituì il Governo Provvisorio Comunista Mongolo in Burazia e guidò un’armata mongola contro Ungern. Radunò le sue truppe dicendo loro che lottando per liberare la Mongolia dall’oppressione, sarebbero rinati nell’esercito di Shambhala. Con l’aiuto dell’Armata Rossa sovietica, Sukhe Batur prese Urga (Ulaan Baatar), la capitale mongola, alla fine del 1921. La Repubblica Popolare della Mongolia fu fondata nel 1924.

Dopo la presa da parte dei giapponesi della Mongolia Interna nel 1937, anche il Giappone sfruttò la leggenda di Shambhala per guadagno politico. Per cercare di conquistare la fedeltà dei mongoli, diffuse la propaganda che il Giappone fosse Shambhala.

Ossendowski e Agharti

Nel libro del 1922 Beasts, Men and Gods (Bestie, Uomini e Dei), Ferdinand Ossendowski (1876-1945), uno scienziato polacco che trascorse la maggior parte della sua vita in Russia, scrisse dei suoi recenti viaggi nella Mongolia Esterna durante le campagne del barone von Ungern-Sternberg. Ossendowski raccontò che diversi lama mongoli gli avevano parlato di Agharti, un regno sotterraneo sotto la Mongolia, governato dal Re del Mondo. In futuro, quando il materialismo rovinerà il mondo, scoppierà una terribile guerra. In quel momento, il popolo di Agharti verrà in superficie e contribuirà a porre fine alla violenza. Ossendowski riferì di aver convinto Ungern della sua storia e che, in seguito, Ungern inviò due volte delle missioni alla ricerca di Agharti, guidate dal principe Poulzig. Le missioni non ebbero successo e il principe non ritornò mai dalla seconda spedizione.

Kamil Gizycky era un ingegnere dell’esercito polacco che aveva anche combattuto contro i bolscevichi in Siberia e si era poi unito alle forze di Ungern in Mongolia. Nel suo resoconto degli eventi dell’epoca, Poprzez Urjanchej i Mongolie (Attraverso Uriankhai e Mongolia) (1929) non fa alcun riferimento ad Agharti. È interessante che ha raccontato che Ossendowski aiutò il Barone Pazzo offrendogli la formula per la produzione di gas velenoso.

Sebbene i testi del Kalachakra non abbiano mai descritto Shambhala come un regno sotterraneo, il resoconto di Ossendowski è chiaramente parallelo al racconto di Kalachakra del sovrano Kalki di Shambhala che viene in aiuto del mondo per porre fine a una guerra apocalittica. L’apparizione qui di Agharti, tuttavia, è degna di nota. Il nome non compare né nella letteratura del Kalachakra né nelle opere di Madame Blavatsky.

La prima apparizione di Agharti (Agharta, Asgartha, Agarthi, Agardhi) risale al romanzo francese Les Fils de Dieu (I figli di Dio) scritto nel 1873 da Louis Jacolliot. Un altro autore francese, Joseph-Alexander Saint-Yves d’Alveidre, rese popolare la leggenda di Agharti nel suo romanzo del 1886 Mission de l’Inde en Europe (Missione dell’India in Europa). Lí, lo descrive come un regno sotterraneo con un’università depositaria di conoscenze segrete. Originariamente situato ad Ayodhya in India, fu spostato in un luogo segreto sotto l’Himalaya 1800 anni prima dell’Era Comune. Il suo re, un “mahatma”, ne custodisce i segreti e non li ha rivelati, perché consentirebbero alle forze dell’Anticristo di costruire armi potenti. Una volte distrutte le forze del male, i mahatma riveleranno i loro segreti a beneficio dell’umanità.

Saint-Yves d’Alveidre potrebbe aver effettivamente preso in prestito diversi elementi della sua storia dalla discussione sul Kalachakra di Shambhala. Il numero 1800 appare ripetutamente come motivo nella letteratura Kalachakra e i testi classici riportano che i leader di Shambhala possedevano la conoscenza per costruire armi per sconfiggere le forze di invasione. Tuttavia, i due francesi hanno chiaramente scritto opere di fantasia.

In Ossendowski und die Wahreit (Ossendowski e la Verità (1925), l‘esploratore svedese del Tibet, Sven Hedin, respinge le affermazioni di Ossendowski di aver sentito parlare di Agharti dai lama mongoli. Scrisse che lo scienziato polacco aveva preso il mito di Agharti da Saint- Yves d’Alveidre e lo aveva adattato alla sua storia per attirare un pubblico di lettori tedeschi con una certa familiarità con l’occulto. Hedin riconosceva, tuttavia, che il Tibet e il Dalai Lama erano i protettori della conoscenza segreta.

Un’ulteriore spiegazione, comunque, potrebbe essere che Ossendowski abbia usato il mito di Agharti, per guadagnarsi il favore di Ungern. Ungern avrebbe indubbiamente identificato le forze materialistiche dell’Anticristo, che Agharti avrebbe aiutato a sconfiggere, con i bolscevichi, contro i quali stava combattendo. Dal momento che Sukhe Batur stava radunando le sue truppe con la promessa di Shambhala, Ungern avrebbe potuto analogamente utilizzare la storia di Agharti per il proprio tornaconto. Se così fosse, potremmo risalire da qui alla versione della leggenda di Shambhala che descrive Shambhala in una luce sfavorevole.

Roerich, Shambhala e l’Agni Yoga

Nikolai Roerich (1874-1947), pittore russo e ardente studente di Teosofia, aveva fatto parte del comitato di costruzione del Tempio Buddista di San Pietroburgo e ne aveva disegnato le vetrate. Sua moglie, Helena, fu la traduttrice de La Dottrina Segreta della Blavatsky in russo. Tra il 1925 e il 1928 guidò una spedizione dall’India, attraverso il Tibet, alla Mongolia Esterna e alla regione dei Monti Altai in Siberia, a nord del Turkestan orientale. L’obiettivo dichiarato era quello di studiare le piante, l’etnologia, e le lingue, e di dipingere. Il suo scopo principale, tuttavia, era di trovare Shambhala.

Secondo diversi resoconti teosofici, la missione di Roerich era quella di restituire a Shambhala un chintamani (gemma che esaudisce i desideri) a lui affidata dalla Società delle Nazioni. Il suo gruppo sosteneva di aver localizzato Shambhala nella regione dell’Altai. Ancora oggi, i seguaci di Roerich continuano a credere che i Monti Altai siano un grande centro spirituale, collegato in qualche modo a Shambhala.

La ricerca di Roerich di Shambhala fu forse in parte ispirata da Der Weg nach Shambhala (La Via per Shambhala) di Grünwedel, che conteneva una traduzione di The Guidebook to Shambhala (La Guida di Shambhala) (Tib. Sham-bha-la’i lam yig), scritta a metàdel XVIII secolo dal VI Panchen Lama (1738-1780). Il Panchen Lama, tuttavia, spiegava, che il viaggio fisico verso Shambhala poteva portare solo fino a un certo punto. Per raggiungere la terra leggendaria, era necessario eseguire un’enorme quantità di pratiche spirituali. In altre parole, il viaggio per Shambhala era in realtà una ricerca interiore. Questa spiegazione, tuttavia, non sembrò scoraggiare intrepidi avventurieri come i Roerichs dal cercare di raggiungere Shambhala con un semplice trekking.

Nel 1929, i Roerichs crearono l’Agni Yoga, incorporando gli insegnamenti teosofici come base. Forse seguirono anche il modello della Blavatsky di tradurre la terminologia buddista con immagini e termini più familiari dell’induismo e dell’occulto. I Roerichs, del resto, affermavano, che Shambhala era la fonte di tutti gli insegnamenti indiani. Inoltre, chiamavano i suoi governanti “I Signori del Fuoco che combatteranno i Signori delle Tenebre”.

Agni è la parola sanscrita per fuoco- in particolare, il sacro fuoco purificatorio dei Veda. Di conseguenza, Roerich spiegò che i maestri di Shambhala ne sfruttano i poteri per la purificazione. I praticanti dell’Agni Yoga scelgono il Buddha, Gesù o Maometto come guida per la pratica spirituale. Concentrandosi sulle guide scelte, pregano per la pace mentre eseguono semplici visualizzazioni di purificazione degli ostacoli. 

Nella pratica del tantra buddista, i meditanti concludono ritiri intensivi con le cosiddette “puje del fuoco”. In questi rituali, offrono diversi grani e burro nel fuoco per purificare e pacificare gli ostacoli che potrebbero sorgere a causa degli errori commessi durante la meditazione. Nelle fiamme, visualizzano la divinità del fuoco Agni, una figura chiaramente mutuata dall’induismo. Roerich potrebbe aver assistito a tali puje nel tempio buddista di San Pietroburgo o durante i suoi viaggi nelle regioni mongole e averne tratto la sua idea di Agni Yoga.

Pertanto, l’associazione principale che Roerich fece a Shambhala fu quella di un luogo di pace. In Shambhala: In Search of a New Era  (Shambhala: Alla Ricerca di Una Nuova Era) (1930), Roerich descrive Shambhala come una città santa a nord dell’India. Il suo sovrano rivela gli insegnamenti del Buddha Maitreya per la pace universale. Ogni tradizione descrive Shambhala secondo la propria concezione e così la leggenda del Sacro Graal, ad esempio, è una versione della storia di Shambhala. Costantino il Grande, Chinggis Khan (Genghis Khan), e Prester John sono tra coloro che hanno ricevuto messaggi di insegnamenti dalla  “Misteriosa Dimora e Fratellanza Spirituale nel cuore dell’Asia”.

Roerich coniò persino il termine “Guerrieri di Shambhala”, poi adottato negli anni Ottanta da Chogyam Trungpa Rinpoche, un lama incarnato tibetano dei lignaggi Karma Kagyu e Nyingma che adattò ed espresse le idee buddiste in un moderno linguaggio americano. Trungpa scrisse, tuttavia, che la sua idea del guerriero di Shambhala non aveva nulla a che fare con gli insegnamenti del Kalachakra o con Shambhala stessa. Era una metafora per indicare una persona che si sforzava di migliorare se stessa a  beneficio degli altri. Roerich, invece, usò il termine per i “Fratelli dell’Umanità”, che porteranno la pace nel mondo da Shambhala.

Dopo il ritorno dall’Asia, Roerich si recò a New York dove, nel 1929, fu determinante per la promulgazione del Patto Roerich, un trattato internazionale per la protezione dei monumenti culturali mondiali. La bandiera della pace proposta da Roerich aveva tre cerchi, che, spiegò, si trovano in tutte le tradizioni spirituali, inclusa quella dei “Rigden Jyelpos”, i Re di Shambhala. Nulla di simile, tuttavia, si trova nei testi del Kalachakra. Numerosi paesi del mondo firmarono il patto, compresi gli Stati Uniti nel 1935. Il simbolo dei tre cerchi fu in seguito adottato come insegna indossata sui bracciali delle persone con disabilità fisiche per indicare la necessità di un trattamento delicato.

In Shambhala: In Search of a New Era, (Shambhala: Alla Ricerca di Una Nuova Era) Roerich accennò anche a una somiglianza tra Shambhala e Thule, la terra nascosta al Polo Nord, che, come vedremo più avanti, ispirò i tedeschi nella loro ricerca di una terra segreta. Ha anche menzionato l’associazione di Shambhala con la città sotterranea di Agharti (Agharthi), raggiungibile attraverso tunnel sotto l’Himalaya. I suoi abitanti emergeranno al “tempo della purificazione”. Nelle sue Collected Letters (Lettere Raccolte) (1935-1936), Helena Roerich ha sottolineato che Saint-Yves d’Alveidre aveva erroneamente identificato Shambhala con Agharti, ma non si tratta dello stesso luogo. 

Jocelyn Godwin, in Arktos, The Polar Myth in Science, Symbolism and Nazi Survival (Il Mito Polare nella Scienza, nel Simbolismo e nella Sopravvivenza Nazista) (1993), identificò il potere agni con il vril. Il vril è il potere psicocinetico protetto dagli abitanti di Thule, che i nazisti cercarono di ottenere per contribuire al rafforzamento della loro super razza ariana. Roerich, tuttavia, non fece mai questa associazione.

Steiner, l’Antroposofia e Shambhala

In contrapposizione alle presentazioni di Blavatsky e Roerich di Shambhala come terra benevola che aiuterà a stabilire la pace nel mondo, versioni alternative hanno enfatizzato l’aspetto apocalittico delle leggenda. Esse associavano Shambhala principalmente alle forze distruttive della rigenerazione che elimineranno i vecchi modi di pensare obsoleti e stabiliranno un nuovo ordine mondiale di pace. Quindi, la forza distruttiva di Shambhala è in definitiva benevola. Anche queste versioni affondano le loro radici nella Teosofia.

Nel 1884, il dottor Wilhelm Hübbe–Schleiden fondò la Società Teosofica Tedesca. Dopo un primo fallimento, Annie Besant invitò Rudolf Steiner (1861-1925), uno spiritualista austriaco, a rifondarla nel 1902. Steiner lasciò la società nel 1909 soprattutto perché non poteva condividere la dichiarazione, da parte di Besant e C.V. Leadbetter, del sedicenne Krishnamurti come messia. In una serie di conferenze tenute a Berlino e a Monaco nel 1910 e nel 1911, Steiner insegnò quella che alcuni hanno definito “una versione cristianizzata della Teosofia”. Steiner, tuttavia, sosteneva che i suoi insegnamenti derivavano dalla sua lettura chiaroveggente dei “registri akaschici”, non dalla Teosofia.

Akhasha è la parola sanscrita che indica lo spazio, e questi registri occulti contengono presumibilmente tutta la saggezza dell’umanità. I testi del Kalachakra si riferiscono al livello più sottile e completamente purificato dell’attività mentale che è la base della consapevolezza onnisciente di un Buddha, come “lo spazio vajra che pervade lo spazio”. Non lo presentano, tuttavia, come un archivio di tutta la conoscenza che può essere attinta con mezzi psichici.

Secondo Steiner, Cristo, il vero profeta rivelerà la Terra di Shamballa (Shambhala) con la sua Seconda Venuta. Shambhala, scomparsa da tempo, è la sede di Maitreya. In una conferenza intitolata “Maitreya– Christ oder Antichrist (Maitreya – Cristo o Anticristo)”, Steiner ha spiegato che “qualsiasi cosa uscirà dalle labbra di Maitreya verrà attraverso il  potere di Cristo”.

Steiner enfatizzò il conflitto tra bene e male, personificato da Lucifero e Ahriman. Blavatsky aveva già differenziato Lucifero da Satana. Secondo La Dottrina Segreta, Lucifero è il “Portatore di Luce”, la “Luce Astrale” all’interno di ciascuna delle nostre menti che è al tempo stesso il nostro tentatore e liberatore dal puro animalismo. Serve sia a creare che a distruggere, e si manifesta nella passione sessuale. Sebbene Lucifero possa sollevare l’umanità a un piano superiore, gli scolastici latini lo avevano trasformato nel Satana puramente malvagio.

Blavatsky scrisse anche del dualismo zoroastriano e della lotta tra Ahura Madza e Ahriman, come forze della luce e delle tenebre. Steiner, tuttavia, fece un passo avanti rispetto alla Blavatsky e trasformò il dualismo in un antagonismo tra Lucifero e Ahriman. In Occult Science, An Outline (Scienza Occulta, Uno Schema), Steiner caratterizzò Lucifero come un essere di luce, il ponte tra l’uomo e Dio, che ci avvicina a Cristo. “I figli di Lucifero”, quindi, sono tutti coloro che aspirano alla conoscenza e alla saggezza. Ahriman, al contrario, conduce l’umanità verso il basso alla sua natura inferiore, materiale, carnale e animalesca.

Steiner si definiva un luciferiano, e secondo la sua logica, Maitreya è l’Anticristo. Poiché gli uomini hanno pervertito i veri insegnamenti di Cristo, Maitreya, in quanto Anticristo, verrà da Shambhala e purificherà il mondo dalle loro macchie e insegnerà il vero messaggio di Cristo. Nel 1913, i seguaci di Steiner fondarono la Società Antroposofica, anche se Steiner stesso non vi aderì fino a quando non la ricostituì nel 1923.

Secondo il Tantra di Kalachakra, Raudrachakrin, il 25° Kalki sovrano di Shambhala, sconfiggerà gli invasori non indiani che cercheranno di conquistare il mondo. Questi invasori seguiranno gli insegnamenti di una linea di otto profeti: Adamo, Abramo, Noè, Mosè, Gesù, Mani, Maometto e Mahdi. L’analisi storica suggerisce che il modello di questi invasori siano le forze sciite ismailite di Multan (l’attuale Pakistan) della fine del X secolo, alleate dell’impero egiziano dei Fatimidi. I Fatimidi con il loro messia Mahdi, cercavano di conquistare il mondo islamico prima della prevista apocalisse e della fine del mondo cinquecento anni dopo Maometto. Le popolazioni di tutta la regione vivevano nella grande paura di un’invasione, compresa la regione buddista-indù-musulmana dell’Afghanistan, dove probabilmente si sono sviluppati gli insegnamenti storici del Kalachakra. La previsione del conflitto e della sconfitta degli invasori, tuttavia, era una metafora spirituale della battaglia interna contro la paura e l’ignoranza. Presentava un metodo efficace per le popolazione terrorizzate dell’epoca al fine di superare le forti ansie che provavano.

Steiner probabilmente non era a conoscenza del contesto storico e del  significato metaforico della leggenda di Shambhala. Quindi, lui e molti altri nei decenni successivi considerarono Shambhala come la sede del potere spirituale da cui sarebbe nata la riforma del cristianesimo. L’enfasi di Steiner su Maitreya e Shambhala come vere fonti della riforma cristiana del futuro riflette probabilmente anche il suo disappunto per la promozione teosofista di Krishnamurti come nuovo salvatore.

I testi del Kalachakra non menzionano nemmeno gli insegnamenti del cristianesimo. Tuttavia, indicano metodi per induisti e musulmani in cerca di significati alternativi alle dottrine delle loro religioni che permetteranno loro di formare un fronte spirituale unito con i buddisti per affrontare il terrore di un’invasione. Vengono anche indicati gli  insegnamenti dati dal Buddha che sono paralleli ad alcune affermazioni induiste e musulmane. Se i seguaci di queste religioni fossero interessati, potrebbero usare le loro credenze come trampolino di lancio per raggiungere il sentiero buddista. Tuttavia, i testi del Kalachakra non affermano che gli insegnamenti buddisti contengano i veri significati dell’induismo o dell’islam. Né affermano in alcun modo che Shambhala sarà la fonte di riforma che riporterà le persone alle vere dottrine dei fondatori di queste due religioni, né tanto meno agli insegnamenti puri di Cristo.

Alice Bailey e la “Forza di Shambhala”

La Teosofa britannica Alice Bailey (1880-1949) era una medium che sosteneva di canalizzare e ricevere lettere occulte da un maestro tibetano. Dopo aver perso la battaglia con Annie Besant per la leadership del movimento teosofico, nel 1920 fondò negli Stati Uniti il Lucifer Trust. Inizialmente chiamato Loggia Tibetana, nel 1922 ne cambiò nuovamente il nome in Lucis Trust. Le sue conferenze e i suoi scritti diedero origine al movimento New Age. La chiamò sia Età dell’Acquario che Età di Maitreya.

In Initiations, Human and Solar (Iniziazioni, Umane e Solari) (1922), Letters on Occult Meditation (Lettere sulla Meditazione Occulta) (1922), A Treatise on Cosmic Fire (Trattato sul Fuoco Cosmico) (1925) e A Treatise on White Magic (Trattato sulla Magia Bianca) (1934), Bailey scrisse ampiamente sulla “Forza di Shambhalla”. Ricordando Roerich,  Bailey considerava Shambhala “la sede del Fuoco Cosmico”, che è una forza di purificazione. Tuttavia, invece di concepire questa forza come un agni benevolo, seguì l’esempio di Steiner e la associò a Lucifero. Così, ne parlò come di una fonte di potere distruttivo per espellere le forme degenerate di insegnamento e stabilire una Nuova Era pura.

La Forza di Shambhala, spiegò Bailey, è l’energia altamente volatile della volontà personale. Di per sé è estremamente distruttiva e può essere la fonte del “Male”. Tuttavia, se vista come Volontà Divina, gli iniziati possono sfruttarla per il “Bene” supremo. Una “Gerarchia” di Shambhala, guidata da Maitreya, protegge la Forza e, al momento opportuno, inizierà i maturi ai “Misteri delle Ere”, al “Piano”. Ci si chiede se le sue idee abbiano ispirato la visione della “Forza” di Guerre Stellari, come un potere che può essere sfruttato per il bene o per il male e che è custodito da una confraternita di guerrieri Jedi.

Come Steiner, Bailey ha adottato il concetto non solo di Lucifero, ma anche dell’Anticristo, associandolo questa volta alla Forza di Shambhala. Prendendo in prestito i concetti teosofici, disse che la Forza di Shambhala aveva già fatto sentire la sua presenza due volte nella storia. La prima volta fu durante l’Era Lemuriana, annunciando l’individualizzazione dell’umanità. La seconda fu “durante i giorni atlantidei di lotta tra i Signori della Luce e i Signori della Forma Materiale, le Forze Oscure”. Al giorno d’oggi, continuò- riferendosi al periodo tra le due guerre mondiali- si sta manifestando come forza per distruggere ciò che è indesiderabile e d’ostacolo nelle attuali forme mondiali di governo, religione e società.

Doreal e la Fratellanza del Tempio Bianco

Gli insegnamenti della Bailey hanno generato diversi altri movimenti occulti che hanno associato Shambhala a idee ancora più esoteriche. Un esempio è la Fratellanza del Tempio Bianco, fondata nel 1930 dallo spiritualista americano Morris Doreal (1902-1963). In Maitreya, Lord of the World (Maitreya, Signore del Mondo), Doreal scrisse che Shamballa (Shambhala) è il Grande Tempio Bianco del Tibet, situato a 75 miglia sotto l’Himalaya. Il suo ingresso è sotterraneo, con lo spazio circostante piegato in un ordito che conduce a un altro universo. Ha descritto Shambhala come se avesse due metà. La metà meridionale è la sezione dove vivono gli adepti e i grandi guru. La metà settentrionale è la terra dove vive l’avatar o maestro del mondo Maitreya. In futuro, Maitreya arriverà con i guerrieri di Shambhala, che sono i “portatori di luce dell’Età dell’Acquario”, per sconfiggere le forze oscure del male nel mondo.

L’opera principale di Doreal fu The Emerald Tablets of Thoth the Atlantean (Le Tavole di Smeraldo di Thoth l’Atlantideo), che egli sosteneva di aver recuperato sotto la Grande Piramide in Egitto e di aver tradotto dalla lingua atlantidea. Sosteneva inoltre di aver ricevuto iniziazioni segrete da monaci tibetani.

Haushofer, La Società Thule e la Germania Nazista

Dopo la Seconda Guerra Mondiale, Bailey spiegò le politiche naziste affermando che Hitler si era appropriato della Forza di Shambhala e, come  “strumento delle Forze Oscure”, ne aveva fatto un uso improprio per combattere “l’Energia della Luce”.

Analogamente alle affermazioni della Bailey sul legame tra Hitler e la Forza di Shambhala, diversi studi del dopoguerra sul nazismo e l’occulto hanno affermato che i nazisti inviarono spedizioni in Tibet per cercare l’aiuto delle forze di Shambhala e Agharti per realizzare il loro Piano Generale. Bailey, tuttavia, ha menzionato solo Shambhala a questo proposito e non ha detto nulla di Agharti. Questi resoconti, invece, sostengono che i maestri di Shambhala si rifiutarono di assistere le spedizioni naziste, ma gli adepti di Agharti accettarono e tornarono con loro in Germania. Inoltre, attribuiscono la ricerca nazista di supporto occulto in Tibet alle convinzioni di Karl Haushofer e della Società Thule. Haushofer fu il fondatore della Società Vril in associazione con la Società Thule, e fu un’influenza importante sul pensiero occulto di Hitler. Le Società Thule e Vril combinarono credenze provenienti da varie fonti. Tracciamo brevemente alcune di queste credenze, in ordine cronologico, prima di esaminare questi studi del dopoguerra.

Gli antichi greci scrissero non solo dell’isola sommersa di Atlantide, ma anche di Iperborea, una terra settentrionale il cui popolo migrò verso sud prima che i ghiacci la distruggessero. Lo scrittore svedese Olaf Rudbeck, alla fine del XVII secolo, la localizzò al Polo Nord e molti altri resoconti riportano che prima della sua distruzione, si era divisa nelle isole di Thule e Ultima Thule.

L’astronomo britannico Sir Edmund Halley, sempre alla fine del XVII secolo, avanzò la teoria che la terra fosse cava. Il romanziere francese Jules Verne rese popolare l’idea in Voyage to the Centre of the Earth (Viaggio al Centro della Terra) (1864). Nel 1871, il romanziere britannico Edward Bulwer-Lytton in The Coming Race (La Razza Che Verrà) (1864), descrisse una razza superiore, i Vril-ya, che vivevano sotto la terra e progettavano di conquistare il mondo con il vril , un’energia psicocinetica. In Les Fils de Dieu (I Figli di Dio) (1873), l’autore francese Louis Jacolliot collegò il vril al popolo sotterraneo di Thule. Il sostenitore della libertà indiana, Bal Gangadhar Tilak, in The Artic Home of the Vedas (La Casa Artica dei Veda) (1903), identificò la migrazione meridionale dei Thuleani con l’origine della razza ariana. Nel 1908, lo scrittore americano Willis George Emerson pubblicò il romanzo The Smokey God, or a Voyage to the Inner World, (Il Dio Fumoso: Viaggio nella Terra Cava), che descriveva il viaggio di un marinaio norvegese attraverso un’apertura al Polo Nord verso un mondo nascosto all’interno della terra.

La Società Thule fu fondata nel 1910 da Felix Niedner, il traduttore tedesco dell’antica Edda norrena. Identificava il popolo germanico come la razza ariana, i discendenti di Thule, e cercava di trasformarlo in una razza superiore attraverso lo sfruttamento del potere del vril. Come parte del suo emblema, adottò la svastica, simbolo tradizionale di Thor, il dio norreno del tuono. In questo modo, la Società Thule seguì il precedente di Guido von List che, alla fine del XIX secolo, aveva fatto  della svastica un emblema del movimento neopagano in Germania.

Insieme a Jörg Lanz von Liebefels e Phillip Stauff, von List aveva avuto un ruolo di primo piano nella fondazione del movimento dell’Ariosofia, popolare prima e durante la Prima Guerra Mondiale. L’Ariosofia fondeva il concetto di razza della Teosofia con il nazionalismo tedesco per affermare la superiorità della razza ariana come motivazione per la  Germania a conquistare gli imperi coloniali globali degli inglesi e dei francesi in quanto legittima dominatrice delle razze inferiori. La Società Thule abbracciò le convinzioni dell’Ariosofia. Va sottolineato, tuttavia, che il movimento teosofico non ha mai inteso i suoi insegnamenti sulle razze come una giustificazione per affermare la superiorità di una razza su un’altra, o il diritto destinato di una razza a governare le altre.

Quando Rudolf Freiherr von Sebottendorf fondò una filiale della Società Thule a Monaco di Baviera nel 1918, aggiunse l’antisemitismo e l’uso sanzionato dell’assassinio al credo della Società. Aveva acquisito questi elementi durante gli anni trascorsi in Turchia e la sua conoscenza in quel luogo dell’Ordine degli Assassini. Questo ordine segreto risale alla setta Nazari dell’Islam Ismaelita, contro cui avevano combattuto i crociati.

Più tardi nel 1918, dopo la rivoluzione comunista bavarese, anche l’anticomunismo si aggiunse alla lista di obiettivi della Società Thule. Nel 1919, la Società Thule di Monaco diede vita al Partito Tedesco dei Lavoratori. Hitler vi aderì lo stesso anno e, diventandone il capo nel 1920, lo ribattezzò Partito Nazista e adottò la svastica come bandiera.

Karl Haushofer fu consigliere militare tedesco per il Giappone dopo la guerra russo-giapponese del 1904-1905. Rimase estremamente colpito dalla cultura giapponese, ne studiò la lingua, e in seguito fu determinante nel forgiare l’alleanza tra la Germania nazista e il Giappone imperiale. Imparò anche il sanscrito e, a quanto pare, studiò per un anno in Tibet. Nel 1918 fondò a Berlino la Società Vril, che oltre ai principi  della Società Thule, sosteneva anche la ricerca del vril tra gli esseri soprannaturali sotto la terra. Il luogo più probabile sarebbe il Tibet, che egli considerava la patria dei migranti ariani di Thule.

Haushofer sviluppò anche la Geopolitica, secondo la quale una razza guadagna potere espandendo il suo spazio vitale (ted. Lebensraum) attraverso la conquista delle terre vicine. All’inizio degli Anni Venti, Haushofer diresse l’Istituto di Geopolitica di Monaco e, a partire dal 1923, iniziò ad insegnare a Hitler le sue idee. Haushofer fu determinante nel convincere Hitler a istituire l’Ahnenerbe (Ufficio per lo Studio dell’Eredità Ancestrale) nel 1935. Il suo compito principale era quello di individuare le origini della razza ariana, soprattutto in Asia Centrale. Nel 1937, Himmler incorporò questo ufficio nelle SS (ted. Schutzstaffel, Squadra di Protezione).

Nel 1938-1939, l’Ahnenerbe sponsorizzò la terza spedizione di Ernst Schäffer in Tibet. Durante il suo breve soggiorno, l’antropologo Bruno Beger misurò i crani di numerosi tibetani e concluse che si trattava di una razza intermedia tra gli ariani e i mongoli e che poteva servire da collegamento per l’alleanza tedesco-giapponese.

La Ricerca Nazista di Shambhala e Agharti secondo Pauwels, Bergier, e Frére

Alcuni studiosi hanno messo in dubbio l’accuratezza degli studi postbellici sul nazismo e l’occulto. Che rappresentino o meno accuratamente il pensiero nazista durante il Terzo Reich, rappresentano comunque un’ulteriore distorsione divulgativa della leggenda di Shambhala. Esaminiamo due versioni leggermente diverse tra loro.

Secondo la versione presente in Le Matin des Magiciens (Il Mattino dei Maghi) (1962) dei ricercatori francesi Louis Pauwels e Jacques Bergier e in Nazisme et Sociétes Secrètes (Nazismo e Società Segrete) (1974) di Jean-Claude Frére, Haushofer riteneva che due gruppi di ariani fossero migrati a Sud da Iperborea-Thule. Uno andò ad Atlantide, dove si mescolò con i Lemuriani che erano anch’essi emigrati lì. Ricordiamo che Blavatsky aveva associato i Lemuriani ad Atlantide e a Shambhala, e  Bailey aveva associato sia i Lemuriani che gli Atlantidei  alla Forza di Shambhala. I discendenti di questi ariani impuri si dedicarono alla magia nera e alla conquista. L’altro ramo di ariani migrò verso sud, passando per il Nord America e l’Eurasia settentrionale, raggiungendo infine il deserto del Gobi. Lì fondarono Agharti, il cui mito era diventato popolare grazie agli scritti di Saint-Yves d’Alveidre.

Secondo Frére, la Società Thule equiparava Agharti alla corrispettiva Asgaard, la dimora degli dei nella mitologia norrena. Altri sostengono, in modo meno convincente, che Agharti sia correlata ad Ariana, un antico nome persiano conosciuto dagli antichi greci per la regione che si estende dall’Iran orientale attraverso l’Afghanistan fino all’Uzbekistan, la patria degli ariani.

In seguito a un cataclisma mondiale, Agharti sprofondò sotto la terra. Ciò corrisponde al racconto di Ossendowski. Gli ariani si divisero poi in due gruppi. Uno andò a sud e fondò un centro segreto di apprendimento sotto l’Himalaya, anch’esso chiamato Agharti. Lì conservarono gli insegnamenti della virtù e del vril. L’altro gruppo ariano cercò di tornare a Iperborea-Thule, ma fondò invece Shambhala, una città di violenza, male e materialismo. Agharti era la detentrice del sentiero della mano destra e del vril positivo, mentre Shambhala era la detentrice del sentiero degenerato della mano sinistra e dell’energia negativa.

La divisione dei sentieri della mano destra e della mano sinistra era già apparsa nella Dottrina Segreta della Blavatsky. Lì scriveva che all’epoca degli atlantidei, l’umanità si divise nei sentieri di conoscenza della mano destra e della mano sinistra, che divennero i germi della magia bianca e nera. Non associava però i due sentieri ad Agharti e Shambhala. In effetti, non menzionò affatto Agharti nei suoi scritti. I termini “via della mano destra” e “via della mano sinistra” derivano da una divisione all’interno del tantra indù. I primi scrittori occidentali spesso caratterizzavano il tantra della mano sinistra come una forma degenerata e lo identificavano erroneamente con il buddismo tibetano e i suoi insegnamenti di anuttarayoga tantra.

Secondo Pauwels e Bergier, la Società Thule cercò di contattare e stringere un patto con Shambhala, ma solo Agharti accettò di offrire aiuto. Nel 1926, spiegarono gli autori francesi, esistevano già colonie di indù e tibetani a Monaco e a Berlino, chiamate Società degli Uomini Verdi, in collegamento astrale con la Società del Drago Verde in Giappone. L’adesione a quest’ultima società richiedeva il suicidio rituale giapponese (giapp. hara-kiri, seppuku) se si perdeva l’onore. Haushofer si era presumibilmente unito alla società durante i suoi primi anni in Giappone. Il leader della Società degli Uomini Verdi era un monaco tibetano, noto come “l’uomo dai guanti verdi”, che avrebbe fatto visita a Hitler di frequente e che possedeva le chiavi di Agharti. Le spedizioni in Tibet si susseguirono annualmente, dal 1926 al 1943. Quando i russi entrarono a Berlino alla fine della guerra, trovarono quasi un migliaio di cadaveri di soldati della razza himalayana, vestiti con uniformi naziste ma senza documenti di riconoscimento, che si erano suicidati. Lo stesso Haushofer fece harakiri prima di poter essere processato a Norimberga nel 1946.

La Ricerca Nazista di Shambhala e Agharti secondo Ravenscroft

Un resoconto leggermente diverso della ricerca nazista di Shambhala e Agharti è apparso in The Spear of Destiny (La Lancia del Destino) (1973) del ricercatore britannico Trevor Ravenscroft. Secondo questa versione, la Società Thule riteneva che due gruppi di ariani si fossero convertiti al culto di due forze maligne. La loro conversione al male portò al declino di Atlantide e, di conseguenza, i due gruppi stabilirono comunità di caverne nelle montagne sommerse sotto l’Oceano Atlantico vicino all’Islanda. Da qui è nata la leggenda di Thule. Un gruppo di ariani seguiva l’oracolo luciferico, chiamato Agarthi (Agharti), e praticava il sentiero della mano sinistra. L’altro gruppo seguiva l’oracolo ahrimanico, chiamato Schamballah (Shambhala), e praticava il sentiero della mano destra. Si noti che Ravenscroft riporta il contrario di quanto affermato da Pauwels, Bergier, e Frére, ovvero che Agharti seguiva il sentiero della mano destra e Shambhala quello di sinistra.

Ravenscroft ha poi spiegato che secondo la “Dottrina Segreta” alludendo all’omonimo libro della Blavatsky –  apparsa in Tibet diecimila anni fa, Lucifero e Ahriman sono le due forze del Male, i due grandi avversari dell’evoluzione umana. Lucifero induce le persone ad erigersi a divinità ed è associato alla brama di potere. Seguire Lucifero può portare all’egoismo, al falso orgoglio e all’abuso di poteri magici. Arhiman cerca di stabilire un regno puramente materiale sulla terra e utilizza il perverso desiderio sessuale delle persone nei riti di magia nera.

Ricordiamo che, sebbene Blavatsky abbia scritto di Lucifero e Ahriman, non ha fatto dei due una coppia e non ha associato nessuno dei due a Shambhala o ad Agharti. Inoltre, Blavatsky spiegò che, sebbene gli scolastici latini avessero trasformato Lucifero in un Satana puramente malvagio, Lucifero aveva il potere sia di distruggere che di creare. Egli rappresentava la presenza portatrice di luce nelle menti di tutti, in grado di elevare le persone dall’animalismo e di portare a una trasformazione positiva verso un piano di esistenza superiore.

Era stato Steiner a sottolineare come Lucifero e Arhiman rappresentassero i due poli del potere distruttivo. Tuttavia, Steiner descrisse Lucifero come  la forza distruttiva in definitiva benevola per la rigenerazione e Arhiman come puramente malevola. Inoltre, Steiner associò Lucifero a Shambhala, non ad Agharti e, in effetti, come Blavatsky e Bailey, non menzionò affatto Agharti. Inoltre, nessuno dei tre autori occultisti descriveva Shambhala come un luogo sotterraneo. Soltanto i Roerich avevano associato Shambhala alla città sotterranea di Agharti, ma avevano chiarito che le due cose erano diverse e non avevano mai affermato che Shambhala fosse sotterranea.

Ravenscroft, come Pauwels, Bergier, e Frére, ha anche affermato che, per iniziativa di Haushofer e di altri membri della Società Thule, dal 1926, al 1942, furono inviate annualmente in Tibet squadre di esplorazione per stabilire contatti con le comunità sotterranee delle caverne. Dovevano convincere i maestri del luogo ad arruolare l’aiuto dei poteri luciferici e ahrimanici per promuovere la causa nazista, in particolare per creare una super razza ariana.

Gli adepti di Shambhala rifiutarono di aiutarli. In quanto seguaci dell’Oracolo Ahrimanico, erano interessati solo a promuovere il materialismo. Inoltre, Shambhala si era già affiliata ad alcune logge in Gran Bretagna e negli Stati Uniti. Si trattava forse di un riferimento a Doreal, la cui Fratellanza del Tempio Bianco in America fu il primo grande movimento occulto ad affermare  Shambhala come città sotterranea. Inoltre, questo resoconto si adatta bene anche al disprezzo di Haushofer per la scienza materialistica occidentale, che egli chiamava “scienza ebraico-marxista liberale”, a favore della “scienza nordico-nazionalista”.

Ravenscroft prosegue dicendo che i maestri di Agharti accettarono di aiutare la causa nazista e, a partire dal 1929, gruppi di tibetani vennero in Germania, dove divennero noti come la Società degli Uomini Verdi. Insieme a membri della Società del Drago Verde in Giappone, crearono scuole dell’occulto a Berlino e altrove. Si noti che Pauwels e Bergier affermano che colonie non solo di tibetani, ma anche di indù erano presenti a Berlino e a Monaco dal 1926, non dal 1929.

Himmler fu attratto da questi gruppi di adepti tibeto-Agharti e, grazie alla loro influenza, venne istituita l’Ahnenerbe nel 1935. Ricordiamo che Himmler non fondò l’Ahnenerbe, piuttosto la incorporò nelle SS nel 1937.

Una Teoria per Spiegare il Sentimento Anti-Shambhala e la Tendenza Pro-Agharti nei Movimenti Occulti Tedeschi

È difficile accertare se Haushofer e la Società Thule abbiano effettivamente affermato qualcuno dei punti sopra citati, che mescolano le descrizioni occulte di Shambhala con la rappresentazione di Ossendowski di Agharti e le leggende di Thule e del vril. È anche difficile accertare se Haushofer abbia cercato e sia riuscito ad influenzare Hitler e le istituzioni ufficiali naziste, come l’Ahnenerbe, a inviare spedizioni in Tibet per ottenere aiuti dalle due presunte terre sotterranee – o anche se la stessa Società Thule abbia inviato tali spedizioni. L’unica missione in Tibet ufficialmente sanzionata dall’Ahnenerbe- la Terza spedizione tibetana (1938-1939) di Ernst Schäffer- aveva chiaramente un programma diverso, anche se altrettanto occulto. Il suo scopo principale era quello di misurare i crani dei tibetani per determinare se fossero la fonte degli ariani e una razza intermedia tra gli ariani e i giapponesi.

A parte alcune imprecisioni di fatto e contraddizioni tra i due suddetti resoconti di Haushofer e le credenze della Società Thule, due punti di accordo sembrano significativi. In primo luogo, Steiner e Bailey associarono a Shambhala il potere rigenerativo di distruggere gli ordini obsoleti e di stabilirne di nuovi riformati. Essi rappresentavano questo potere, in ultima analisi benevolo, con Lucifero. Haushofer e la Società Thule, invece, avrebbero associato Lucifero e questo potere benevolo ad Agharti. Per loro, Shambhala divenne una terra di potere distruttivo puramente malevolo, rappresentato da Ahriman e dal materialismo sfrenato. In secondo luogo, sebbene la Società Thule e i nazisti abbiano inizialmente cercato l’aiuto di Shambhala, che rappresenta la via malvagia del materialismo, venne loro rifiutato. Ricevettero invece il sostegno di Agharti, che rappresenta il sentiero, in definitiva positivo, della distruzione dei deboli e della creazione della Razza Maestra come prossimo passo avanti nell’evoluzione umana.

Lasciamo da parte, per il momento, la questione se la Società Thule e l’Ahnenerbe abbiano effettivamente inviato missioni in Tibet alla ricerca di aiuti da Shambhala e Agharti. Tuttavia, supponiamo, sempre per il momento, che Haushofer abbia effettivamente combinato le leggende di Shambhala e Agharti con le credenze della Società Thule e che il melange risultante rappresenti la posizione occulta nazista. Se così fosse, una possibile teoria per spiegare l’affermazione che Shambhala rifiutò l’approccio nazista, mentre Agharti lo accettò, sarebbe la seguente.

Attraverso Dorjiev, Shambhala fu associata alla Russia e in seguito anche al comunismo, mentre attraverso Ossendowski, Agharti fu associata alle forze anticomuniste e antisemite del barone tedesco von Ungern- Sternberg. A partire dalla rivoluzione comunista bavarese del 1918, la Società Thule e Hitler furono fortemente anticomunisti. Prima di ciò,   entrambi erano già antisemiti. Pertanto, ai loro occhi,  Shambhala era una forza oscura e negativa, che sosteneva la “scienza ebraico-marxista-liberale” puramente materialista. Con la sua inclinazione anticomunista, Hitler firmò il Patto Anticomintern con il Giappone nel novembre 1936, in cui entrambi i paesi dichiaravano la loro reciproca ostilità verso la diffusione del comunismo internazionale. Entrambi concordarono che non avrebbero firmato alcun trattato politico con l’Unione Sovietica. Tuttavia, per evitare una guerra europea su due fronti, Hitler firmò il patto nazi-sovietico con Stalin nell’agosto 1939. Egli ruppe, però, questo patto nel giugno 1941, quando le forze naziste invasero l’Unione Sovietica.

Una spiegazione e una giustificazione occulta del voltafaccia di Hitler potrebbe essere data da un’allegoria. Shambhala (l’Unione Sovietica, il comunismo e gli ebrei) era fondamentalmente malvagia (come riconosciuto dal patto Anticomintern). Tuttavia, Hitler cercò prima di tutto un’alleanza con essa (il patto sovietico-nazista). Shambhala rifiutò (Hitler diede la colpa all’Unione Sovietica per aver rotto il patto). Hitler si rivolse allora ad Agharti, ricevendone il sostegno. (Anche Ungern, un tedesco antisemita e antibolscevico, aveva cercato aiuto da Agharti, ma non era riuscito a localizzare la mitica terra. Ungern aveva quindi  fallito la sua missione. Poiché le spedizioni di Hitler avevano trovato Agharti-Asgaard e ricevuto il suo aiuto, i nazisti avrebbero sicuramente avuto successo).

Prove a Sostegno della Teoria

I seguenti fatti supporterebbero la teoria di cui sopra che spiega la  rappresentazione occulta tedesca di Shambhala come terra di forze maligne. In Der Weg Nach Shambhala (La Via per Shambhala) (1915), l’esploratore tedesco dell’Asia Centrale, Albert Grünwedel, riferì che Dorjiev aveva identificato la dinastia dei Romanov come discendenti dei sovrani di Shambhala.

In Sturm über Asien (Tempesta sull’Asia) (1924), la spia tedesca Wilhelm Filchner collegò la spinta sovietica a conquistare l’Asia centrale con l’interesse dei Romanov per il Tibet fin dall’inizio del secolo. Nel 1926, i Roerich consegnarono al ministro degli Esteri sovietico Chicherin del  terriccio che si diceva proveniente dai mahatma del Tibet, da porre sulla tomba di Lenin. Helena Roerich si riferiva sia a Marx che a Lenin come a dei mahatma e sosteneva che gli emissari dei mahatma dell’Himalaya avevano persino incontrato Marx in Inghilterrra e Lenin in Svizzera. I mahatma sostenevano gli ideali comunisti di fratellanza universale. 

In Aus den letzen Jahrzehnten des Lamaismus in Russland (A proposito degli Ultimi Decenni del Lamaismo in Russia) (1926), lo studioso tedesco W.A. Unkrig citò il libro di Filchner e ripeté la relazione di Grünwedel su Dorjiev, i Romanov e Shambhala. Ha anche riferito della cerimonia al tempio buddista di San Pietroburgo per commemorare il 300° anniversario dell’Impero Romanov. Mettendo in guardia dall’influenza di questo tempio e da un’alleanza dell’Unione Sovietica, Mongolia e Tibet, Unkrig concludeva il suo articolo con la citazione latina “Domine, libera nos a Tartaris (Dio ci salvi dai Tartari)”. Questo era perfettamente in linea con la Geopolitica di Haushofer e con la sua raccomandazione alla  Germania di conquistare spazio vitale in Asia centrale, la patria della razza ariana.

Già nel 1910, Steiner teneva conferenze a Berlino e a Monaco su Shambhala come sede di Maitreya, l’Anticristo che libererà il mondo dagli insegnamenti spirituali perversi. Tiere, Menschen und Götter (Bestie, Uomini e Dei), la popolare traduzione tedesca del libro di Ossendowski, apparve nel 1923. Il libro presentava Agharti come una fonte di potere che il barone von Ungern-Sternberg cercava come sostegno nella sua battaglia contro il leader comunista mongolo Sukhe Batur, che stava radunando le sue truppe con storie di Shambhala. Ricordiamo che la Società Thule identificava Agharti con Asgaard, la dimora degli dei norreni ariani.

Durante la prima metà degli anni Venti, in Germania si svolse una cosiddetta “guerra occulta” tra le società occulte e le logge segrete. Per esempio, in un articolo del giornale Völkischer Beobachter (Osservatore Nazionalista), Hitler accusò Steiner di essere un ebreo; e altri estremisti di destra chiesero “una guerra contro Steiner”. Molti sospettarono che la Società Thule fosse responsabile di questi attacchi. Negli anni successivi, Hitler continuò a perseguitare antroposofi, teosofi, massoni e rosacroce. Diversi studiosi  attribuiscono questa politica al desiderio di Hitler di eliminare qualsiasi rivale occulto al suo dominio. Steiner, ad esempio, aveva commissionato la traduzione tedesca del romanzo di Bulwer-Lytton sul vril, The Coming Race (La Razza Che Verrà), sotto il titolo tedesco più esplicito Vril, oder eine Menscheit der Zukunft (Vril, o la Razza che Verrà). Inoltre, poiché Steiner e l’Antroposofia parlavano di Shambhala come della terra del futuro Messia e della benevolenza, è logico che la Società Thule e Hitler la descrivessero in modo opposto, come una terra di malevolenza.

Tra il 1929 e il 1935, cinque libri dell’avventuriera francese Alexandra David-Neel apparvero in traduzione tedesca, come Heilige und Hexen (Mystiques et Magicians du Thibet, Mistici e Maghi del Tibet). David-Neel aveva trascorso molti anni a studiare e viaggiare in Tibet e riferiva che gli adepti di quel paese avevano poteri extrafisici che permettevano loro di sfidare la gravità e di correre a velocità sovrumane. Di conseguenza, la fantasia sul Tibet come terra di misteriosi poteri magici crebbe a dismisura.

Nel 1936, Theodor Illion, un esploratore tedesco che viaggiò in Tibet all’inizio degli anni Trenta, pubblicò Rätselhaftes Tibet (Nel Tibet Segreto) con lo pseudonimo di Theodor Burang. In esso, anche lui descriveva i poteri soprannaturali posseduti dagli adepti tibetani. Nel suo secondo libro, Finsternis über Tibet (Buio sul Tibet) (1937), descrive di essere stato guidato in una città sotterranea nella “Valle del Mistero”, dove una “Fraternità Occulta” incanalava l’energia spirituale per ottenere potere. Il suo capo era il principe stregone Mani Rimpotsche. Sebbene questo “Principe della Luce” fingesse di essere un sovrano benevolo, in realtà era il capo di un culto malevolo, un “Principe delle Tenebre”. Illion non ha mai menzionato Shambhala, ma le sue opere popolari avrebbero anche aggiunto peso all’affermazione occultista nazista di Shambhala come terra di magia malevola.

Prove che Contrastano l’Affermazione del Sostegno Ufficiale Nazista alle Credenze Occulte Tedesche su Shambhala

Supponiamo che il movimento occulto nazista, come rappresentato dalla Società Thule, abbia usato l’allegoria Shambhala-Agharti per giustificare il cambiamento di politica di Hitler nei confronti dell’Unione Sovietica. Tuttavia, sembra altamente improbabile che le istituzioni ufficiali naziste, come l’Ahnenerbe, avessero Shambhala e Agharti nelle loro agende, anche se nascoste. Esaminiamo le prove a sostegno di questa conclusione.   

Hitler divenne Cancelliere della Germania nel 1933. Nello stesso anno, Sebottendorf il fondatore della sezione di Monaco della Società Thule, pubblicò Bevor Hitler kam (Prima che Hitler Venisse), in cui descriveva il debito di Hitler nei confronti del “Thulismo”. Hitler bandì subito il libro e costrinse Sebottendorf a ritirarsi. Sebbene Hitler sostenesse chiaramente le credenze della Società Thule, egli negava qualsiasi legame con i movimenti occulti affermati. Non voleva lasciare aperta alcuna possibilità di rivalità da nessuna parte.

Haushofer e la Società Thule, tuttavia, non furono le uniche influenze dietro le quinte sull’Ahnenerbe. Anche Sven Hedin, esploratore svedese del Tibet e beniamino dei nazisti, svolse un ruolo significativo. Tra il 1922 e il 1944, scrisse diversi libri popolari in tedesco sui suoi viaggi in Tibet, come Tsangpo Lamas Wallfahrt (Il Pellegrinaggio degli Zangpo Lamas) (1922). Diversi altri furono tradotti in tedesco dall’inglese, come My Life as an Explorer (1926) (ted. Mein Leben als Entdecker, 1928) (La Mia Vita da Esploratore)e  A Conquest of Tibet (1934) (ted. Eroberungszüge in Tibet, 1941) (Una Conquista del Tibet). Inoltre in Ossendowski und die Wahrheit (Ossendowski e la Verità) (1925), Hedin sfatò l‘affermazione di Ossendowski secondo cui i lama mongoli gli avevano parlato di Agharti. In questo libro, smascherò Agharti come una fantasia tratta dal romanzo di Saint-Ives d’Alveidre del 1886.

Frederick Hielscher, che Hitler autorizzò a fondare l’Ahnenerbe nel 1935, era un amico di Sven Hedin. Inoltre, Hitler invitò Hedin a tenere il discorso di apertura alle Olimpiadi di Berlino del 1936 e nel 1937, Hedin pubblicò Germany and World Peace (Germania e la Pace nel Mondo). Dal 1939 al 1943, Hedin compì diverse missioni diplomatiche in Germania e continuò la sua attività editoriale filonazista. La prova più evidente della sua influenza sull’Ahnenerbe è il fatto che, nel 1943, il suo Tibet Institut (Istituto per il Tibet) fu rinominato Sven Hedin Institut für Innerasien und Expeditionen (Istituto Sven Hedin per l’Asia interna e le Spedizioni).

Haushofer è stato in effetti determinante nell’avviare l’Ahnenerbe e nel far sì che il suo programma si basasse su molte delle credenze della Società Thule. Tuttavia, a causa di Hedin, è improbabile che l’Ahnenerbe abbia cercato e ricevuto il sostegno di Agharti in Tibet. Hedin riconosceva che il Tibet era un deposito di antiche conoscenze nascoste, ma non vi attribuiva un significato occulto. Né associò questa conoscenza a Shambhala o ad Agharti.

Inoltre, sembra altamente improbabile che gruppi di tibetani fossero presenti a Berlino e a Monaco dal 1926 o dal 1929, sotto gli auspici della Società Thule. Se così fosse, dato che l’Ahnenerbe era ufficiosamente associata alla Società Thule, non ci sarebbe stato bisogno di inviare una spedizione in Tibet per misurare i crani dei tibetani. Avrebbero potuto effettuare queste misurazioni in Germania. Cosí, anche l’affermazione secondo cui la Società Thule avrebbe sponsorizzato viaggi annuali in Tibet dal 1926 al 1942 sembra molto discutibile.

La Connessione Calmucca

Anche il resoconto di Pauwels e Berger secondo cui, alla fine della guerra, i russi trovarono a Berlino un gran numero di cadaveri di soldati di razza himalayana, vestiti con uniformi naziste, che si erano suicidati, deve essere esaminato. L’implicazione sottintesa è che i russi trovarono i cadaveri degli adepti tibeto-Agharti che assistevano la causa nazista e che, come Haushofer, commisero un suicidio rituale.

In primo luogo, l’harakiri era un’usanza dei samurai giapponesi, che molti soldati giapponesi nella seconda guerra mondiale mettevano in atto per evitare la cattura. I seguaci del buddismo tibetano, invece, consideravano il suicidio un atto estremamente negativo con conseguenze disastrose nelle vite future. Non è mai giustificabile. Il rapporto attribuisce inappropriamente le usanze giapponesi ai tibetani. In secondo luogo, qualsiasi soldato di origine himalayana trovato in uniforme nazista sarebbe stato molto probabilmente un mongolo calmucco, non un tibetano. Inoltre, il fatto che i calmucchi abbiano combattuto nell’esercito tedesco non prova il loro sostegno all’ideologia nazista o l’appoggio ad essa da parte delle loro credenze buddiste tibetane. Esaminiamo i fatti storici, integrandoli con informazioni ottenute da interviste a calmucchi che vivono a Monaco di Baviera e che avevano partecipato a molti degli eventi descritti in seguito.

I mongoli calmucchi sono praticanti della forma tibetana del buddismo e hanno una lunga storia di associazione con i tedeschi. Un gruppo numeroso di loro migrò verso ovest dalla regione della Zungaria, nel Turkestan orientale tra il 1609 e il 1632. Si stabilirono in Russia lungo il basso Volga, dove questo sfocia nel Mar Caspio. Lì continuarono il loro stile di vita di pastori nomadi.

Nel 1763, la zarina Caterina II la Grande invitò quasi trentamila tedeschi a stabilirsi nella regione del Volga, a nord dei calmucchi. Voleva che coltivassero la terra fertile e la mettessero al sicuro dai “Tartari”. Cercò di imporre ai calmucchi il cristianesimo e l’agricoltura, costringendo molti a fuggire di nuovo in Zungaria nel 1771. Alla fine, però, quelli che rimasero in Russia furono accettati, soprattutto perché erano ottimi soldati. Durante le guerre napoleoniche (1812-1815), ad esempio, l’esercito russo aveva un reggimento calmucco. Nel corso del secolo successivo, i soldati calmucchi  ebbero un ruolo di primo piano nei reparti dell’esercito zarista.

Sebbene gli stili di vita e i costumi dei tedeschi del Volga, dediti all’agricoltura, e dei pastori nomadi calmucchi fossero notevolmente diversi, i vicini arrivarono gradualmente a rispettarsi reciprocamente. I tedeschi, infatti, si interessano ai calmucchi. Già nel 1804, Benjamin Bergmann pubblicò un’opera in quattro volumi sulla loro lingua e religione, intitolata Nomadische Streiferein unter den Kalmücken in den Jahren 1802 und 1804 (Migrazioni Nomadi tra i Calmucchi negli anni 1802 e 1804). Sven Hedin passò per la Calmucchia in una delle sue prime spedizioni in Zungaria ed espresse grande ammirazione per i suoi abitanti.

Dopo la Rivoluzione comunista del 1917, molti calmucchi rimasero fedeli alle forze zariste e continuarono a combattere dalla parte della Russia Bianca, specialmente sotto i generali Vrangel e Deniken. Prima che l’Armata Rossa sfondasse nella penisola di Crimea alla fine del 1920, una ventina di famiglie calmucche fuggirono attraverso il Mar Nero con Vrangel e si trasferirono a Varsavia in Polonia e a Praga in Cecoslovacchia. Un numero molto maggiore partì con Deniken, e la maggior parte si stabilì a Belgrado in Serbia e un numero minore a Sofia in Bulgaria e a Parigi e Lione in Francia. I rifugiati calmucchi a Belgrado  costruirono un tempio buddista nel 1929. I comunisti punirono severamente i calmucchi rimasti, decapitandone diecimila.

Nel 1931, Stalin collettivizzò i calmucchi, chiuse i monasteri buddisti e bruciò i testi religiosi. Deportò in Siberia tutti i pastori che possedevano più di cinquecento  pecore e tutti i monaci. In parte a causa delle politiche di collettivizzazione, dal 1932 al 1933 si verificò una grande carestia. Morirono circa sessantamila calmucchi.

Dopo l’invasione dell’Unione Sovietica da parte di Hitler nel settembre 1941, Goebbels invitò a Berlino alcuni importanti calmucchi di Belgrado, Parigi e Praga, a collaborare in una campagna di propaganda. I nazisti volevano conquistare i calmucchi alla parte tedesca contro i russi e non avevano mai mandato nessuno di quelli sotto il loro dominio nei campi di concentramento. Così, Goebbels organizzò questo nucleo in un comitato per liberare i calmucchi dal regime comunista. A questo proposito, li aiutò a stampare un giornale in lingua calmucca e li utilizzò per diffondere notiziari radiofonici in calmucco diretti alla Calmucchia.

Quando la sedicesima divisione Panzer nazista sotto il comando del maresciallo di campo Manstein prese la Calmucchia all’inizio del 1942, tre membri di questo comitato li accompagnarono. Anche alcuni calmucchi di Belgrado parteciparono all’invasione, essendosi uniti all’esercito tedesco dopo l’occupazione nazista della Serbia nell’aprile 1941. La popolazione della Calmucchia accolse l’esercito tedesco con burro e latte, l’offerta tradizionale per accogliere gli ospiti, come liberatori dal regime oppressivo di Stalin. I tedeschi dissero che avrebbero smantellato i collettivi e che avrebbero diviso e privatizzato la terra. Permisero ai calmucchi di praticare nuovamente il buddismo. In risposta, i calmucchi riesumarono i testi religiosi che avevano seppellito per custodirli e costruirono un tempio provvisorio di fortuna. Nel novembre e dicembre 1942, tuttavia, l’Armata Rossa riprese la Calmucchia e distrusse tutto ciò che la popolazione aveva ricostruito.

Le truppe tedesche invitarono i calmucchi a ritirarsi e a continuare la lotta con loro. Circa cinquemila si unirono all’esercito nazista, formando il Corpo calmucco di cavalleria volontaria. Solo poche donne e bambini li accompagnarono. Le truppe calmucche combatterono con l’esercito nazista dietro le linee, specialmente intorno al Mar d’Azov. La maggior parte della popolazione calmucca, tuttavia, rimase in Calmucchia. Nel dicembre 1943, Stalin li dichiarò tutti collaborazionisti dei tedeschi e li deportò in Siberia. Tornarono solo durante l’era Kruschev, tra il 1957 e il 1960.

All’inizio dell’autunno del 1944, di fronte all’imminente invasione russa della Serbia, molti calmucchi di Belgrado fuggirono a Monaco in Germania per evitare la persecuzione comunista. Un dotto maestro buddista e alcuni monaci li accompagnarono. Alla fine del 1944, le truppe di cavalleria calmucca sopravvissute in Russia, insieme alle loro famiglie, si ritirarono con l’esercito tedesco. Circa duemila andarono a Selesia, in Polonia, e millecinquecento a Zagabria, in Croazia, dove furono riorganizzati per combattere contro i partigiani.

Così, sebbene un certo numero di calmucchi si trovasse in Germania e nei territori controllati dai nazisti negli ultimi mesi della guerra, solo pochi si trovavano nell’area di Berlino, ancora impegnati nel lavoro di propaganda. I soldati calmucchi in uniforme nazista erano in Polonia e in Croazia, non in Germania. Sebbene diversi monaci calmucchi eseguissero rituali buddisti nelle caserme e nelle case calmucche in territorio nazista, pregavano per la pace e il benessere di tutti gli esseri. Non c’erano tibetani tra loro e non condussero cerimonie “occulte” per una vittoria nazista, come riportano alcuni resoconti occultisti del dopoguerra.

Dopo la guerra, i calmucchi rimasti nei paesi dell’Europa Occidentale furono rinchiusi nei campi per sfollati in Austria e in Germania, soprattutto nell’area di Monaco. Rilasciati nel 1951, si stabilirono innanzitutto a Monaco. Più tardi nello stesso anno, la Fondazione Anna Tolstoy reinsediò la maggior parte di loro nel New Jersey, negli Stati Uniti. Tito consegnò quelli rimasti in Serbia ai sovietici, che li deportarono prontamente in Siberia.

Affermazioni Postbelliche su Shambhala e Dischi Volanti

Dopo la guerra sono apparse anche altre interpretazioni occulte di altre attività naziste, associandole a Shambhala. Ad esempio, una spedizione  in Antartide del 1939, guidata dal capitano Alfred Ritscher, mappò un quinto del continente, lo rivendicò per la Germania, e lo chiamò Neu-Schwabenland (Nuova Svevia). Altre spedizioni naziste in Antartide e attività navali nel sud dell’Atlantico meridionale continuarono fino alla fine della guerra.

Alla fine degli anni Cinquanta, separatamente da questo, Henrique Jose de Souza, all’epoca presidente della Società Teosofica Brasiliana, propose una nuova teoria della terra cava. All’interno della terra si trova Agharti, con la sua capitale Shambhala, come fonte di dischi volanti che emergono in superficie attraverso tunnel dal Polo Nord al Polo Sud. Di conseguenza, la Società Teosofica Brasiliana ha costruito come propria sede a San Lorenzo, nel Minas Gerais, un tempio in stile greco dedicato ad Agharti. L’allievo di De Souza, O.C. Hugenin, divulgò la teoria del suo mentore in From the Subterranean World to the Sky: Flying Saucers (Dal Mondo Sotterraneo al Cielo: Dischi Volanti) (1957). R.W. Bernard, nel suo libro del 1964 The Hollow Earth (La Terra Cava), ha fatto uscire i dischi volanti provenienti da Shambhala ad Agharti sotto la Terra attraverso tunnel segreti sotto l’Himalaya in Tibet.

Sulla base delle spedizioni antartiche naziste e dei resoconti di cui sopra, l’occultista tedesco Ernst Zündel scrisse diversi libri negli anni70, tra cui UFO’s: Nazi Secret Weapons? (UFO: Armi Naziste Segrete?), sostenendo che i nazisti avevano una base segreta in una zona di laghi d’acqua calda che avevano trovato in Antartide. Lì nascondevano, la loro arma segreta, gli UFO. Zündel è anche tristemente famoso per essere il più esplicito sostenitore dell’idea che l’Olocausto non sia mai avvenuto.

L’associazione dei dischi volanti con Shambhala deriva dal racconto dell’allegorica guerra apocalittica futura che si trova nel commentario The Stainless Light (La Luce Immacolata) al Kalachakra Tantra Abbreviato. In questo racconto, Raudrachakrin, il 25° sovrano Kalki di Shambhala, arriverà dalla sua terra montato su un cavallo di pietra con il potere del vento e sconfiggerà il Mahdi, il capo delle orde non indiane. Sebbene Raudhachakrin rappresenti la profonda consapevolezza del vuoto con il livello più sottile di attività mentale e il cavallo di pietra rappresenti il livello più sottile di energia-vento su cui cavalca questa coscienza, alcuni hanno interpretato l’immagine come un disco volante proveniente da Shambhala.

Osservazioni Conclusive

Il racconto del Kalachakra di Shambhala ha suscitato l’immaginazione di molte figure politiche e autori occulti stranieri. Distorcendo la leggenda originale e interpolando idee di fantasia, hanno incorporato il mito nei loro scritti per servire i loro programmi. È un’ingiustizia nei confronti del buddismo attribuire queste distorsioni all’intento originale degli insegnamenti del Kalachakra. La continua ricerca sull’argomento chiarirà la verità.

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