Shambhala: Miti e Realtà

I Primi Resoconti su Shambhala

Quando sentiamo la parola Shambhala, per molte persone evoca  immagini e associazioni romantiche di ogni tipo. La parola deriva originariamente da fonti sia induiste che buddiste. La troviamo per la prima volta in un antico testo induista, il Vishnu Purana, del IV secolo dC. In esso si parla delle diverse età, le quattro età del sistema mondiale, che finiscono con il Kaliyuga (“età delle dispute”). Si legge che l’ottavo avatar, o incarnazione, di Vishnu nascerà in una città chiamata Shambhala. Si chiama Kalki e annienterà un gruppo di invasori intenzionati a distruggere. Dopo averli sterminati, ci sarà una nuova età d’oro, e questa sarà la fine del kaliyuga.

Alcuni secoli dopo, ritroviamo Shambhala, nella letteratura buddista, in particolare in un gruppo di materiale noto come testi Kalachakra. Kalachakra significa “ruota del tempo” o “cicli del tempo” e qui troviamo una variante di ciò che avevamo nella fonte induista. In essa Shambhala è un’intera terra, non solo un villaggio, e ci sarà un re che verrà in India da lì e riceverà gli insegnamenti di Kalachakra dal Buddha e li riporterà a Shambhala. Dopo sette generazioni di re, ci sarà un nuovo re che unificherà tutte le caste -il sistema indiano delle caste- e prenderà il titolo di Kalki, il nome dell’avatar di Vishnu. Egli predice che ci sarà un’invasione in futuro, alcuni secoli dopo, e che tutti devono riunirsi per essere in grado di combattere questa invasione. Poi, c’è una successione di questi governanti kalki, e il venticinquesimo è il momento in cui si verifica questa invasione delle forze che vogliono distruggere tutte le pratiche spirituali; le forze di Shambhala, sotto la guida di questo Kalki, sconfiggeranno gli invasori e ancora una volta ci sarà una nuova età dell’oro. Quindi, simile, solo una variante del tema.

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