I Primi Resoconti su Shambhala
Quando sentiamo la parola Shambhala, per molte persone evoca immagini e associazioni romantiche di ogni tipo. La parola deriva originariamente da fonti sia induiste che buddiste. La troviamo per la prima volta in un antico testo induista, il Vishnu Purana, del IV secolo dC. In esso si parla delle diverse età, le quattro età del sistema mondiale, che finiscono con il Kaliyuga (“età delle dispute”). Si legge che l’ottavo avatar, o incarnazione, di Vishnu nascerà in una città chiamata Shambhala. Si chiama Kalki e annienterà un gruppo di invasori intenzionati a distruggere. Dopo averli sterminati, ci sarà una nuova età d’oro, e questa sarà la fine del kaliyuga.
Alcuni secoli dopo, ritroviamo Shambhala, nella letteratura buddista, in particolare in un gruppo di materiale noto come testi Kalachakra. Kalachakra significa “ruota del tempo” o “cicli del tempo” e qui troviamo una variante di ciò che avevamo nella fonte induista. In essa Shambhala è un’intera terra, non solo un villaggio, e ci sarà un re che verrà in India da lì e riceverà gli insegnamenti di Kalachakra dal Buddha e li riporterà a Shambhala. Dopo sette generazioni di re, ci sarà un nuovo re che unificherà tutte le caste -il sistema indiano delle caste- e prenderà il titolo di Kalki, il nome dell’avatar di Vishnu. Egli predice che ci sarà un’invasione in futuro, alcuni secoli dopo, e che tutti devono riunirsi per essere in grado di combattere questa invasione. Poi, c’è una successione di questi governanti kalki, e il venticinquesimo è il momento in cui si verifica questa invasione delle forze che vogliono distruggere tutte le pratiche spirituali; le forze di Shambhala, sotto la guida di questo Kalki, sconfiggeranno gli invasori e ancora una volta ci sarà una nuova età dell’oro. Quindi, simile, solo una variante del tema.
Shambhala negli Insegnamenti della Società Teosofica
Approfondiremo un pò di più, più avanti nel nostro discorso, gli ulteriori livelli di significato di Shambhala negli insegnamenti buddisti. Ma ora dobbiamo iniziare a pensare a come è stato per i primi europei che venivano in India e incontravano piccoli pezzi o venivano introdotti a piccoli pezzi di letteratura induista e buddista. Come potevano capire tutto questo? Non avevano il vantaggio che abbiamo oggi di tanta di quella letteratura disponibile in traduzione. In effetti, sono queste le persone che hanno realizzato i primi dizionari di sanscrito e tibetano. Quindi, sono davvero i grandi pionieri. Hanno cercato di dare un senso ai piccoli pezzi di cui sono venuti a conoscenza e che sono stati finalmente in grado di tradurre, ma non avevano il quadro completo.
La prima volta che abbiamo qualcosa di scritto in una lingua europea su Shambhala è stato nel 1833. Si tratta del grande studioso ungherese Csoma de Körös. È lui che ha messo insieme il primo dizionario tibetano-inglese, e ha scritto un articolo sul Kalachakra; in esso, menziona Shambhala. È la prima volta che qualcuno in Europa sente parlare di Shambhala. Nei decenni successivi, si scopre che sono disponibili un po’ di cose in più. Negli anni sessanta del XIX secolo, abbiamo un libro scritto da un tedesco, Schlagintweit, intitolato Buddismo in Tibet, che parla anche di Shambhala. Anche il Vishnu Purana- la versione indù- viene tradotto in inglese.
È in questo periodo che Madame Blavatsky si reca in India, e questa era l’unica fonte d’informazioni che aveva su Shambhala da fonti europee. Occorre ancora una volta cercare di capire o apprezzare la situazione in cui Blavatsky si trovò in India. C’era il problema delle lingue, e non era molto chiara la divisione tra induismo e buddismo. Lei fu una grande pioniera, e cercò di spiegare alcune delle cose di cui era venuta a conoscenza con termini e concetti che erano più familiari al pubblico europeo. A quel tempo, c’era un grande interesse per varie cose occulte, e così tradusse le cose che trovava nella letteratura buddista e induista usando queste caratteristiche occulte. Si trattava in realtà di un modo molto intelligente di introdurre tale materiale in Europa; si cerca di introdurlo in modi e concetti che le persone conoscono già un po’.
Per quanto riguarda lo sviluppo di queste idee europee su Shambhala troviamo due correnti principali. Una è quella di enfatizzare Shambhala come un tipo di paradiso, un paradiso spirituale. L’altra deriva dall’idea che le forze di Shambhala abbiano distrutto o si siano sbarazzate dei dannosi invasori che cercavano di eliminare tutte le pratiche spirituali, per cui abbiamo un aspetto più distruttivo di Shambhala. In altre parole, sta purificando con forza il mondo dal cosiddetto male.
La Blavatsky ha enfatizzato il primo aspetto, di Shambhala come una grande terra spirituale. Il modo in cui lo presentò fu in termini di geografia comune che troviamo nel buddismo e nell’induismo – con il Monte Meru al centro e i quattro continenti intorno- e mise insieme questo aspetto con la descrizione di quattro diversi tipi di nascita che abbiamo nel buddismo: nato da un grembo, nato da un uovo, nato dal calore e dall’umidità, e nato da una sorta di emanazione. Prese questa idea- non era molto chiara nella letteratura a cui lei fu esposta – e la mise insieme a questi quattro continenti, dando loro i nomi di vari luoghi che erano più familiari nella letteratura occulta dell’Occidente. Disse che quando uno di questi continenti-Lemuria, si chiamava- affondò, i suoi abitanti si trasferirono in un altro continente, che chiamò Atlantide, ma i più evoluti spiritualmente andarono in un altro luogo chiamato Shambhala. Quindi, è qui che ha collocato Shambhala, e ha detto che era un’isola sacra, e si trovava nel deserto del Gobi. Non affermò che Shambhala fosse la fonte dei suoi insegnamenti, La Dottrina Segreta, ma i suoi seguaci, in particolare Alice Bailey e Helena Roerich, dissero che le dottrine segrete provenivano dai maestri di Shambhala. Si tenga presente che all’epoca non disponevano di altre informazioni provenienti da fonti buddiste o induiste, per cui naturalmente svilupparono ulteriormente l’idea di Shambhala nel contesto della propria formazione.
Shambhala Identificata con la Russia
Da parte tibetana, ovviamente, conoscevano Shambhala dalla letteratura Kalachakra. Nella letteratura Kalachakra si parla di dove si trova Shambhala, e che si tratta di una terra a nord. Il Tredicesimo Dalai Lama avava un consigliere buriato – il suo nome era Agvan Dorjiev – e questo era all’epoca (all’inizio del XX secolo) in cui i russi, gli inglesi e i cinesi erano tutti in lotta per il controllo dell’Asia centrale, compreso il Tibet. Dorjiev cercò di convincere il Tredicesimo Dalai Lama che la sua migliore fonte di protezione sarebbe stata la Russia, così disse al precedente Dalai Lama- quello attuale è il Quattordicesimo, quindi questo era il Tredicesimo – che in realtà, la Russia era Shambhala e che lo zar Nicola II era la reincarnazione di Tsong Khapa, che era il grande maestro buddista tibetano, e che la dinastia Romanov era la discendente dei governatori di Shambhala. Sebbene il Tredicesimo Dalai Lama nutrisse grandi speranze che la Russia li avrebbe protetti, lo zar non acconsentì mai. Tuttavia, come risultato di tutti gli sforzi di Dorijev, fu costruito un tempio a San Pietroburgo.
Shambhala e Agharti
Ora andiamo un po’ più avanti nella storia, al periodo tra le due guerre mondiali, e un’altra caratteristica occulta si aggiunge alla storia. In due romanzi francesi del XIX secolo si parla di un luogo chiamato Agharti. Si trattava di un regno sotterraneo che conservava la conoscenza occulta, e che sarebbe venuto dal sottosuolo per aiutare il mondo in una guerra per superare il materialismo e la distruttività.
Poco dopo la rivoluzione, un capitano polacco di nome Ossendowski, che si trovava in Mongolia, convinse il barone von Ungern-Sternberg, che si trovava in Mongolia e cercava di causare lì ogni sorta di difficoltà, a cercare Agharti in Mongolia. Ricordate che Madame Blavatsky aveva detto che Shambhala era in Mongolia, nel Gobi. Questo fu l’inizio delle spedizioni per cercare di trovare Shambhala o Agharti – in qualche modo le due cose si confondevano, in Mongolia o da qualche parte in Asia Centrale.
I Roerichs, Shambhala e l’Agni Yoga
Il successivo a partire per una spedizione fu un russo, Nikolai Roerich, (sua moglie, Helena Roerich, era la traduttrice de La Dottrina Segreta di Blavatsky in russo). Tra il 1925-28, guidò una spedizione sui Monti Altai per trovare Shambhala. Creò un sistema spirituale chiamato Agni Yoga (agni è la parola sanscrita per fuoco). Disse che Shambhala era la fonte di tutti gli insegnamenti indiani, gli insegnamenti spirituali indiani, e si concentrò in particolare, nei Veda (la prima tradizione spirituale induista, tradizione indiana), sul potere del fuoco (agni) di purificare. Fondò questo sistema spirituale ed enfatizzò la preghiera per la purificazione e la pace, in cui si sceglie Gesù o Maometto o il Buddha come guida spirituale. All’interno di tutto questo, Shambhala rappresenta la perfetta incarnazione di una terra di pace e di pratica spirituale.
Steiner, l’Antroposofia e Shambhala
Poi c’è una persona chiamata Rudolf Steiner, un tedesco, che lasciò il movimento teosofico perché non era d’accordo con loro sul fatto che Krishnamurti fosse il nuovo messia. Egli disse che Cristo rivelerà la terra di “Shamballa” (Shambhala) con la sua Seconda Venuta, e Maitreya sarà lì come leader spirituale di Shamballa. Nel buddismo, Maitreya è il futuro Buddha, egli chiama Maitreya l’Anticristo e lo associa con Lucifero. Lucifero, uno dei nomi del Diavolo, e lui [Maitreya] purificherà il mondo dall’incomprensione degli insegnamenti cristiani ed insegnerà il vero messaggio di Cristo. I suoi seguaci [di Steiner] fondarono la cosiddetta Società Antroposofica.
Ora vediamo un leggero cambiamento nell’altro aspetto di come si è sviluppata l’idea di Shambhala, nel senso che è stata associata alla distruzione – in questo caso addirittura a Lucifero, che distruggerà le opinioni errate e riporterà i veri insegnamenti. Ancora una volta, bisogna ricordare che tutti questi movimenti si sono sviluppati in un periodo in cui non disponevano davvero di ulteriori informazioni, e quindi cercavano di adattare ciò che avevano appreso dai piccoli frammenti della tradizione induista e buddista, cercando di adattarli per aiutare le persone di quel tempo ad affrontare tutte le difficoltà che avevano, soprattutto tra le guerre mondiali.
Alice Bailey e la “Forza di Shamballa”
Poi c’è Alice Bailey. Era stata una delle persone che avevano cercato di diventare leader del movimento teosofico, ma aveva perso contro Annie Besant, e fondò quello che chiamò il Lucifer Trust in America. Ricordate che, a partire da Steiner, Lucifero era associato a Shamballa (Shambhala). Quindi, lei aveva il Lucifer Trust, e diceva che Shamballa era la fonte del fuoco cosmico, e ne parlava come della forza di Shamballa, e la associava a Lucifero e diceva che era la fonte del potere distruttivo per poter superare e distruggere gli insegnamenti degenerati e stabilire la Nuova Era. È da lei che deriva l’intera idea della Nuova Era (la chiamava l’Età dell’Acquario), e tutto il movimento New Age è nato dalle sue idee. La cosa interessante è che lei disse che la forza di Shamballa poteva essere usata sia per il bene che per il male, e così si comincia a pensare al nostro film Guerre Stellari, con la Forza e il lato oscuro. La Forza può essere usata per il bene, o può passare al lato oscuro, quindi quest’idea ha origine con Alice Bailey. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, Alice Bailey disse che Hitler aveva preso la forza di Shamballa come strumento delle tenebre e lo aveva usato per il lato oscuro.
L’Interesse Nazista per Shambhala
Poi ci sono molte, molte persone (non ne ripercorrerò tutta la storia) che hanno cercato di associare il fascino nazista con l’occulto e cercavano un potere speciale, che chiamavano vril; volevano associarlo a Shambhala, e così via. Abbiamo una grande quantità di letteratura del genere. Alcuni di loro scrissero e misero insieme alcune delle idee di Agharti- che Shambhala fosse in realtà sotto terra- e alla fine, abbiamo persino l’idea di dischi volanti sotto terra a Shambhala e che venissero fuori per aiutare a combattere le forze del male. Naturalmente, i nazisti inviarono una spedizione in Tibet alla fine degli anni Trenta. In quel periodo erano interessati a misurare la taglia delle teste delle varie popolazioni dell’ Asia centrale per cercare di dimostrare che esisteva una sorta di origine comune della razza ariana, e che in qualche modo un ramo era andato in Germania e un ramo in Giappone, mantenendo così in qualche modo l’alleanza tra tedeschi e giapponesi. Ovviamente, alcuni speculano che questa spedizione avesse segretamente la missione di cercare Shambhala in Tibet.
Vediamo che intorno alla storia di Shambhala si sono sviluppate tante idee diverse nella letteratura occidentale, nella letteratura europea. Molte tradizioni spirituali occulte occidentali hanno usato Shambhala quasi come una giustificazione della purezza dei loro insegnamenti, dicendo che i loro insegnamenti provenivano da Shambhala. Come ho detto, alcune di loro hanno sottolineato che si trattava di un grande paradiso spirituale, mentre altri enfatizzavano la natura distruttiva di Shambhala, che avrebbe distrutto le idee degenerate e portato alla nuova Età dell’Oro. Si sviluppa così quello che chiamiamo il Mito di Shambhala. Ora, credo sia molto importante rendersi conto che, solo perché usiamo la parola mito qui in associazione all’immagine di Shambhala che abbiamo in questi vari movimenti occulti occidentali, l’uso di questa parola mito non implica che le tradizioni spirituali che la rivendicano come loro fonte non siano tradizioni utili. Sono utili, ma se cerchiamo di isolare, in un certo senso, questa idea di Shambhala, scopriamo che l’immagine che ne ricaviamo - che è molto diversa in tutti questi movimenti occulti occidentali- è piuttosto...Sebbene abbia alcune cose che sono simili alle idee originali induiste e buddiste, è diversa.
Racconti Buddisti su Shambala
Vorrei spiegare un po’ come appare Shambhala e il suo posto nella letteratura buddista. La letteratura in cui compare proviene da questo sistema, come ho detto, chiamato Kalachakra (“cicli del tempo”). Questo sistema è emerso in India piuttosto tardi, dal punto di vista della storia buddista. È difficile datarlo con esattezza, ma direi probabilmente nel IX o X secolo, in quel periodo. Anche se è molto difficile dire dove sia emersa, la mia teoria personale è che sia emersa nell’area che è oggi la parte orientale dell’Afghanistan, il Pakistan Settentrionale, fino al Kashmir, questa regione.
Quando guardiamo alla storia, naturalmente c’è la versione buddista della storia e c’è -come dire?- una visione più scientifica e buddista della storia. Naturalmente, nella storia buddista, si parla del Buddha stesso che ha insegnato il testo del Kalachackra, e questo molto tempo fa. La datazione del Buddha nel sistema di Kalachakra è diversa da quella che troviamo altrove: quando la calcoliamo, si arriva all’880 a.C.. Quindi, è molto tempo fa. A quel tempo, Shambala era una terra del nord ed il re di Shambala, come ho detto, venne in India dove il Buddha insegnò, e riportò questi insegnamenti a Shambala, dove fiorirono.
Come ho detto prima, ci fu una linea di re, sette re in seguito; il primo, si chiama Kalki. Kalki significa “l’unificatore” (o il detentore) delle caste”. Visse in un regno in cui c’erano persone che seguivano molte religioni diverse – incluso l’induismo e il buddismo, e c’erano anche dei musulmani – ed è per questo che da un punto di vista buddista, lo si identifica con quest’area che ho menzionato, dell’Afghanistan/ Pakistan/ Kashmir, perché è così che la popolazione era lì, ed è anche a nord dell’India centrale.
A quel tempo, il re avvertì questo primo Kalki: “In futuro, ci sarà un’invasione, e se l’intera società sarà divisa in caste, le persone non mangeranno nemmeno tra loro, figuriamoci se collaborano tra loro; perderemo a causa di queste forze distruttive. Per avere pace nella nostra terra, tutti devono riunirsi in un’unica casta”. Li riunì tutti in quella che viene chiamata iniziazione, o potenziamento, nel sistema di meditazione del Kalachakra, perché tutti coloro che ricevono un potenziamento (o iniziazione) diventano insieme ciò che è noto come fratelli e sorelle vajra, quindi sono tutti una famiglia. Allora gli insegnamenti fiorirono perché questa guerra e questa invasione sarebbero avvenute solo 25 generazioni dopo, nel futuro. Quindi, tutto questo è proiettato molto, molto indietro nel passato, sette generazioni dopo il Buddha, e siamo ancora nel periodo precedente l’Era Comune. Abbiamo questa continuazione delle linee di questi re, i re Kalki; c’è una linea di 25 di loro.
In qualche modo i maestri buddisti in India sentirono parlare di Shambala e degli insegnamenti di Kalachakra e due famosi maestri indiani partirono alla ricerca di Shambala. Quindi, tutta questa tradizione di Roerich e di queste persone che vanno a cercare Shambhala non è qualcosa di nuovo, ma ciò che è molto interessante è che queste due spedizioni dall’India di questi maestri buddisti non sono mai arrivate a Shambhala. La prima raggiunse le montagne dell’Himalaya, e uno dei Kalki, uno di questi governanti, inviò un’emanazione di Manjushri-un’altra figura buddista che incarna la saggezza, la consapevolezza discriminante del Buddha- a questo maestro buddista; questo Manjushri rivelò gli insegnamenti del Kalachakra a questo maestro indiano chiamato Chilupa. Poi, due generazioni dopo, ci fu un altro maestro indiano chiamato Kalachakra – pada, il Vecchio, e anche lui partì alla ricerca di Shambala. Di nuovo, nella regione dell’Himalaya, ricevette una visione inviata da un altro di questi re Kalki; in questa visione, gli insegnamenti di Kalachakra furono nuovamente rivelati. Da quel primo maestro, Chilupa -che l’aveva dato al suo discepolo, che si chiamava Pindo, e questo Kalachakra-pada il Vecchio ricevette anche quel lignaggio, così questi furono combinati, e i lignaggi in India si svilupparono da lì. Alla fine, gli insegnamenti giunsero in Tibet, e dal Tibet, andarono in Mongolia, Buriazia, Calmucchia, ecc. Quindi, quando leggiamo che alla Blavatsky furono rivelati insegnamenti segreti, non si tratta di una novità nelle tradizioni indiane.
Tuttavia, questa è la spiegazione tradizionale buddista della storia. I buddologi la mettono in dubbio, ovviamente. In ogni caso, sembrano concordare sul periodo storico in cui questa letteratura appare per la prima volta in forma scritta. Quindi, ci sono due diversi modi di spiegare, e uno si limita a questo: spiegare la storia.
Minaccia di Invasione da Parte dei Fatimidi
L’aspetto interessante, in termini di periodo storico in cui ciò si sviluppò, è che l’Afghanistan... faceva parte di un grande impero musulmano, un impero arabo musulmano chiamato Impero Abbaside, che era il leader del mondo islamico. A quel tempo, c’era un’altra dinastia sviluppatasi in Egitto, chiamata i Fatimidi, che aveva uno stato vassallo che li seguiva dall’altra parte degli Abbasidi, in Pakistan (la zona chiamata Multan). Volevano assumere la guida del mondo islamico. Erano su entrambi i lati dell’impero Abbaside e tutti erano davvero spaventati da un’invasione.
Questa è la situazione storica in cui tale letteratura fiorì o si sviluppò in quest’area. L’idea delle invasioni, e del fatto che tutti che si riunissero, e così via, per combatterle-che abbiamo persino prima nella letteratura induista, e che troviamo anche nella letteratura del Kalachakra- era un ottimo insegnamento adatto a quell’epoca. Se le persone devono essere in grado di affrontare un’ invasione e combatterla, devono cooperare tra loro; non possono avere caste diverse, idee diverse che impediscono loro di cooperare. Non significa che tutti devono diventare buddisti; ma solo che tutti devono unirsi. L’idea che si è sviluppata in Europa di Shambhala come un’area che sarà una terra di pace e che potrà portare la pace nel mondo prende le sue origini da qui, anche storicamente, nel X secolo in questa zona dell’Asia.
Shambhala a Livello Esterno, Interno e Spirituale
Il modo in cui gli insegnamenti di Kalachakra sono organizzati è secondo tre aree. Kalachakra, come ho detto, significa “cicli del tempo”, e parla di cicli esterni, cicli interni e cicli alternativi (che sono i cicli spirituali). Tutto ciò che viene descritto nel sistema del Kalachakra avrà degli equivalenti su ciascuno di questi tre livelli. Questo include anche Shambhala. Quindi, abbiamo il livello esterno di Shambhala, e questo è un luogo – che abbiamo appena descritto- dove gli insegnamenti di Kalachakra sono stati conservati e sono fioriti, che si trova nel nord. Questo luogo è...ha una posizione specifica negli insegnamenti di geografia perché i cicli esterni trattano i cicli del tempo in termini di astronomia, il movimento dei pianeti, e quindi abbiamo molti insegnamenti su come calcolare il calendario, come calcolare la posizione dei pianeti, e come tutto passi attraverso dei cicli, e anche la storia passa attraverso cicli. Quindi, c’è l’idea di un kaliyuga e una guerra per superare queste forze distruttive, e l’inizio di una nuova età dell’oro- tutto questo è presente.
Shambhala è il luogo in cui sono custoditi speciali insegnamenti spirituali e dove emergeranno le forze che sconfiggeranno questi invasori. In un certo senso, è un regno puro, ma un regno puro all’interno del regno umano. Le persone che ci vivono sono esseri umani; non sono qualcosa che va oltre il livello umano. La domanda è: è effettivamente un luogo fisico in cui possiamo recarci? Se guardiamo alla versione buddista della storia, nessuno che ci abbia provato vi è mai arrivato, per cui la conclusione a cui giunge la maggior parte delle persone è che si tratti di una sorta di regno spirituale piuttosto che di un vero luogo fisico su questo pianeta.
Tuttavia, alcune persone ci sono andate davvero, e questo non è molto facile da capire. Il mio maestro era uno degli insegnanti di Sua Santità il Dalai Lama – si chiamava Tshenshap Serkong Rinpoche-e suo padre [Serkong Dorjechang] era il più famoso yogi buddista del suo tempo e apparteneva al lignaggio degli insegnamenti del Kalachakra; era una delle sue specialità. Serkong Rinpoche ha detto: “Mio padre andò a Shambhala, e riportò un frutto da Shambhala, che era lì nella nostra casa sull’altare”. Cosa si può pensare di questo? Anche se dice – e non immagino che mentirebbe- che suo padre ha riportato un frutto da Shambhala, questo non prova necessariamente che Shambhala sia un luogo fisico dove possiamo effettivamente andare, perché non credo che suo padre sia partito davvero con una carovana dal Tibet per andare a Shambala, ma ovviamente vi ha viaggiato nella sua meditazione.
La spiegazione abituale che troviamo dei luoghi fisici di Shambhala è che Shambhala stessa sia un regno umano puro che non si trova nella nostra dimensione, ma ci possono essere luoghi sulla nostra Terra, un luogo che potrebbe rappresentarlo. Perché, per esempio, ci sono molti altri luoghi sacri buddisti, come la montagna sacra in cui vive Manjushri, la Montagna dei Cinque Picchi, e c’è una vera Montagna dei Cinque Picchi [Wutai Shan] in Cina che la rappresenta. È questo il luogo reale dove vive Manjushri? No, ma lo rappresenta, ed è un luogo molto speciale.
Se guardiamo agli insegnamenti di geografia nel Kalachakra, si parla di diverse regioni, andando più a nord, nel contesto di come si misura il giorno più corto in inverno in questi luoghi, e si danno le misure per questo; fa parte dell’astrologia e dell’astronomia. Se facciamo i calcoli, si scopre che la latitudine a cui si trova Shambhala, secondo i testi, corrisponderebbe alla latitudine in cui si trova il monte Kailash, una montagna sacra sia per gli induisti che per i buddisti, e questo avrebbe senso. Inoltre, nel testo abbiamo una descrizione dell’aspetto geografico di Shambhala; è una valle circondata da montagne su tutti i lati, e ci sono due piccoli laghi uniti da un pezzo di terra nel mezzo, ed è lì che il re aveva il suo palazzo.
È interessante notare che, se guardiamo le mappe del Kashmir, la valle di Srinagar assomiglia molto a questa descrizione, quindi forse era il modello. Srinagar è la capitale del Kashmir. Sembra che siano stati messi insieme diversi pezzi dalla geografia, dalle idee sul Monte Meru e sul Monte Kailash, e così via, e tutto è stato messo insieme in questa immagine che abbiamo di Shambhala. Inoltre, gli insegnamenti secondo cui tutti dovrebbero riunirsi in una sola casta sono molto appropriati per quell’area in quel momento, perché, di fatto, stavano affrontando la possibilità di un’invasione e di una guerra.
Il nome Shambhala ha il significato di “terra della beatitudine”, e talvolta viene anche associato al Monte Kailash, che è la casa di Shiva; Shiva rappresenta la beatitudine. Se facciamo un parallelo a livello interno, Shambhala rappresenta il chakra del cuore, che anche in alcuni sistemi è associato al luogo della beatitudine. Negli insegnamenti interni, si parla dei cicli del tempo in termini di cicli del respiro, del movimento dei venti o delle energie all’interno del corpo, e così via; abbiamo tutta una grande descrizione dei chakra e dei canali e dei venti, e così via. Il chakra più importante è, ovviamente, il chakra del cuore ed è rappresentato da Shambhala; questa è la rappresentazione del livello interno di Shambhala.
Poi abbiamo un livello alternativo, e il livello alternativo è, come ho detto, il livello della pratica spirituale, in particolare della pratica buddista. Perché se guardiamo ai cicli interni ed esterni, questi sono guidati dalle forze del karma, si chiama così; sono guidati dalle abitudini, dagli istinti, e dalle consuetudini che vengono costruite dalle persone che vivono con una grande confusione sulla realtà. Poiché sono confuse su come loro stesse esistono, su come esistono gli altri, su come esiste il mondo, quindi hanno molte emozioni disturbanti- avidità, attaccamento, rabbia, gelosia, ecc.- poichè non vedono l’interconnessione di tutti, e quindi sono molto egoiste, “Devo ottenere tutto per me” e “Allontanare da me” con rabbia e odio, “tutto ciò che mi minaccia”.
Sulla base di ciò, le persone agiscono in modo distruttivo; litigano tra loro, si fanno del male a vicenda, e questo costruisce quello che si chiama karma. Si formano abitudini e tendenze, e così via, per continuare tutto questo in un ciclo. Tutto continua incessantemente e va avanti, sia all’esterno (nel mondo) che all’interno (con le malattie e così via all’interno del corpo)- tutto è sbilanciato, non c’è armonia. Tutte le sofferenze e i problemi che abbiamo sia all’esterno (nel mondo) che all’interno (nel nostro corpo) sono guidati da quelli che vengono chiamati i venti del karma, le energie del karma, che sono tutte basate sulla confusione, provenienti dalla confusione e dalla rabbia, dall’odio e dall’avidità, ecc. Lo scopo della pratica buddista, la pratica del Kalachakra, è quello di superare tutto questo, quelle energie del karma. Giusto? Questa è la vera battaglia, e gli invasori sono questi venti del karma, queste energie del karma. Il modo per ottenere la liberazione da tutto questo- la pace- è quello di farlo prima internamente, e questo si diffonderà all’esterno. Come si fa?
Per poter superare queste forze del karma – questi venti, queste energie, che si scatenano nel corpo, dobbiamo riunirle tutte insieme. Attraverso vari tipi di pratiche yoga, che vengono eseguite nella cosiddetta pratica del tantra, si lavora per riunire tutti questi venti ed energie nel chakra del cuore, sulla base della corretta comprensione della realtà, e della giusta motivazione, della perfetta concentrazione, della disciplina etica, e così via. Si tratta di una pratica molto avanzata. Tuttavia, è la stessa immagine che avevamo in termini di Kalki, il detentore (o unificatore) delle caste. Tutti questi diversi venti del karma, energie del karma, che corrono selvaggiamente attraverso il corpo sono come le diverse caste che non cooperano tra loro, e a Shambhala, dobbiamo riunirle tutte in un’unica casta. Nel chakra del cuore, dobbiamo riunire tutti questi venti e renderli uno, in questo caso, dissolverli. Quando si fa questo e si ha successo, si arriva a quello che è conosciuto come il livello più sottile della mente. È noto come la mente di chiara luce, e questa mente di chiara luce è il significato ultimo e più profondo di Shambhala perché è con questa mente che si può ottenere la perfetta comprensione non concettuale della realtà e ottenere la liberazione e l’illuminazione. Questo è il livello ultimo di ciò che Shambhala rappresenta; è, infatti, la “terra della pace”.
Conclusione
Da questa breve discussione si evince, che negli insegnamenti attuali su Shambhala in ambito buddista, ci sono molti, molti tasselli, che danno aspetti diversi di questi insegnamenti di Kalachakra e Shambhala. Ci sono molti livelli diversi. I primi pionieri europei che giunsero in India furono in grado di raccoglierne solo piccoli pezzi. All’epoca non avevano a disposizione – non era colpa loro- ma non avevano a disposizione le traduzioni del quadro completo. Così si sono fatti un’idea generale, con questa idea di Shambhala che rappresenta come un paradiso spirituale, una terra di pace, che da un lato, ha portato all’idea di Shangrila che troviamo in questo romanzo, Orizzonte Perduto, di James Hilton; e anche l’idea di Shambhala come fonte di superamento, in una sorta di guerra distruttiva, delle forze dell’ignoranza, della non spiritualità, e l’associazione di questo con un’intera nuova età dell’oro, sia che a livello spirituale si parli di illuminazione, sia che si parli della fine del kaliyuga, o altro. Ma questo lo abbiamo nelle versioni occidentali che si sono evolute. In questo modo, possiamo capire che Shambhala come simbolo è stato molto utile e di beneficio, certamente nel suo contesto indiano originale, sia induista che buddista, ed è stato utile nelle varie tradizioni occulte occidentali che l’hanno utilizzato sulla base di queste prime informazioni che avevano. Quindi, è stato utile in entrambi gli ambiti, ma se poniamo la domanda: “Che cos’è veramente Shambhala?” La risposta buddista sarebbe: “Tutte loro”, il che per alcuni modi occidentali di pensare non è così facile da accettare, ma tutte hanno una certa validità.