La rinuncia e lo sviluppo di un obiettivo di bodhichitta

Versi da 9 a 12

Lavorare per la liberazione

(9) La pratica di un bodhisattva è di avere un profondo interesse nello stato supremo e immutabile della liberazione, poiché i piaceri dei tre piani dell’esistenza compulsiva sono fenomeni che periscono in un mero istante, come rugiada sulle punte dell’erba.

Ascoltiamo i nostri guru e leggiamo moltissimi libri e, sebbene ne siamo molto ispirati, penso che spesso, in un certo senso, ci sentiamo un po’ bloccati. Penso che questo verso parli di questo. Alla fine, siamo un po’ come degli insetti. Sto solo facendo un esempio; non sto dicendo che siamo degli insetti! Accendete una candela e vedete come gli insetti ne sono attratti, come volano attorno alla fiamma, e come muoiono attratti dalla fiamma. Tutti gli sforzi del samsara, ogni cosa che facciamo e in cui ci sforziamo, è così. Attratti dalla fiamma, proviamo piacere in quello che facciamo ma alla fine, quando abbiamo fatto tutto, quello che rimane è solo una memoria.

Immaginate che il vostro capo vi dia una vacanza di un anno: potete fare quello che volete durante tutto questo tempo. Potreste visitare molti luoghi, mangiare piatti meravigliosi, incontrare gente bellissima. Vi godreste tutto quest’anno e quanto tornereste, tutti vi chiederebbero: “Com’è andata? Cosa ti è piaciuto di più?”. “Sono andato qui e lì”. Tutto quello che condividereste sarebbe solo una memoria. Ci rimangono solo memorie.

Il grande maestro Shantideva disse che tutto è come un’esperienza onirica: ogni cosa che sperimentiamo diventerà una memoria. Facciamo così tante fotografie di noi stessi e le pubblichiamo online per ottenere dei “mi piace”. Ma cosa ci dà questo? Tutto quello che otteniamo è un po’ di “mi piace” e magari un commento che dice “Bellissimo!”. È tutto qui. 

Quando do da mangiare al mio cane, vedo che gli altri cani lo osservano. Lo ammirano, o forse sono gelosi! Ma il mio cane mi guarda sempre mentre mangio, pensando probabilmente “Fantastico! Che fortuna!”. Vedo tutti questi miliardari che mangiano cibo fantastico ogni giorno e possono comprare senza nessuno sforzo tutto quello che vogliono, quando lo vogliono. A loro, molte delle cose che vogliamo e di cui abbiamo bisogno gli vengono offerte gratis!

Poi ci sono quelle persone ricchissime, come Bill Gates, che potrebbero sentire che noi qui giù siamo più felici anche se non abbiamo molti soldi. Probabilmente si sentono in trappola a causa del loro successo e della loro ricchezza. Qualunque cosa possano fare diventa pubblica, ne parlano sui giornali. Anche i loro figli e le figlie non possono fare nulla liberamente a causa dei paparazzi. Quando facciamo cose buone o cattive, a chi importa veramente? Abbiamo più libertà. È questo ciò che vedono i ricchi quando ci osservano.

Quando un grande praticante ottiene lo shamatha, la loro mente diventa così controllata, così sottile che raggiunge uno stato in cui non c’è eccitazione e preoccupazione, solo pace. Possiamo raggiungere anche noi questo stato. Una volta raggiunta questa fase, sentiamo davvero di essere i più felici. Ma c’è una data di scadenza. Devi tornare indietro. Questo stato mentale dura soltanto quando siamo in meditazione.

Una volta vidi un insegnamento del precedente Serkong Rinpoche, la mia vita passata, su YouTube. A un certo punto pose questa domanda ai suoi studenti: “Per quanto continuerete nel samsara?”. Dobbiamo sempre tornare indietro. Una volta quando si trovava in Francia alcune persone lo invitarono a salire sulla torre Eiffel. Lui rispose: “Io rimango qui sotto, voi salite e godetevi la visita”. Indirettamente gli stava dando un insegnamento. Loro salirono per godersi il panorama di Parigi. Quando scesero, lui gli chiese: “Cosa vi è piaciuto di più?”. E loro dissero: “Potevamo vedere tutta la città!”. Lui replicò: “Quello che vi è piaciuto di più l’avete lasciato lì e poi siete scesi. Non voglio fare questo genere di cose”.

Questo è il samsara. La vita va su e giù. A volte dobbiamo impararlo dalle altre persone o dall’ambiente in cui ci troviamo. A volte siamo in salute, a volte ci ammaliamo. Il bodhisattva Gyalse Togme Zangpo dice nel testo che tutte le esperienze dei tre regni durano solo per un momento. All’età in cui ci troviamo – io ho passato i trent’anni – abbiamo già affrontato molti problemi nelle nostre vite. A volte abbiamo pianto, e abbiamo gridato eccetera. Ma ora tutto questo è finito. Era solo un momento. Sia che abbiamo preso rifugio o meno, sia che siamo buddhisti o meno, noi tutti possiamo capire queste cose. Tutto quello che abbiamo provato ora è passato; sono solo dei momenti passati. E poi c’è il futuro, quello che viene. Continueremo ad affrontare cose belle e cose brutte nella nostra vita. All’ora della nostra morte, diremo che tutto è passato come se fosse stato un momento, un flash. Questo è certo. Ecco perché Gyalse Togme Zangpo dice che tutta la felicità dei tre regni dura solo per un momento e scompare velocemente come fosse rugiada sull’erba.

Ora la domanda è: “C’è qualcosa di meglio di questo?”. Gyalse Togme Zangpo dice di sì. È lo stato supremo, immutabile, della liberazione.

Dobbiamo ricordare il primo insegnamento del Buddha, sulle quattro nobili verità. In quell’occasione il Buddha parlò della sofferenza e disse che dovremmo conoscerla. Per conoscerla bene, abbiamo bisogno di capire le cause della sofferenza. Poi non dobbiamo perdere la speranza, perché la terza verità afferma che c’è la cessazione. Questa è la liberazione, una liberazione che dura per sempre. Una volta che hai ottenuto la cessazione, e non importa che tipo di sofferenza sia, non tornerà. Nessuna emozione negativa potrà mai tornare. Abbiamo questa mente intelligente, e dunque se davvero vogliamo impegnarci in qualcosa, dovremmo indirizzare i nostri sforzi verso lo sviluppo della mente.

Per ottenere la liberazione, abbiamo bisogno di studiare e realizzare la vacuità. Solo questo può aiutarci ad ottenere la liberazione. Fisicamente e mentalmente, direi che le nostre azioni mediamente sono al 50% negative e al 50% positive. A volte ci comportiamo in maniera distruttiva, e a volte in maniera positiva. Quando otteniamo la liberazione e ci liberiamo di tutte le qualità negative, qual è la garanzia che le cose negative non si ripresenteranno più? Mi sono chiesto questo quando ero giovane. Non sono sicuro quale sia la garanzia! Quando estirpi tutte le emozioni negative e l’attaccamento al sé, qual è la garanzia che un piccolo germe non continui a vivere dentro di noi spuntando di nuovo fuori un giorno?

Fortunatamente, il grande maestro Dharmakirti ci diede molti esempi. Grazie alla pratica, quando realizziamo l’assenza del sé e la vacuità, questi agiscono da antidoti a tutte le nostre emozioni negative e all’afferrarsi al sé. Non è come l’acqua che bolle: quando raggiunge il punto di ebollizione e spegni la fiamma, l’acqua infine torna ad essere fredda. Qui, la vacuità non ha limiti.

Sua Santità il Dalai Lama è di grande ispirazione per me. Parla molto con gli scienziati. Durante uno di questi incontri, una signora presentò delle ricerche fatte con i neonati. Ad alcuni neonati furono mostrati dei personaggi in un’animazione. Quando un personaggio teneva per mano un altro, la reazione automatica del bambino era di sorridere, e le aree del cervello associate all’amore si accendevano. Ma quando gli scienziati mostravano ai neonati un personaggio che faceva del male all’altro, questi mostravano automaticamente delle reazioni infelici, stressate. Da questo possiamo capire che la natura innata dei neonati è “innocente”. Oppure almeno hanno un modo di pensare innocente, imparziale. Non gli è stato insegnato che prendersi cura degli altri è una cosa buona e fare del male agli altri è qualcosa di negativo, ma le loro reazioni naturali nel vedere le animazioni mostrano che la nostra natura è essenzialmente buona.

Questo ci dà grandi speranze. Sua Santità disse che quando imparò questo dagli scienziati, sentì che “Ora posso fare qualcosa”. Divenne la base per tutto. Sua Santità ricevette un insegnamento diretto nella forma della ricerca di questi scienziati e da persone con nessuna fede nel Buddhismo, e questo insegnamento era che l’umanità è essenzialmente e naturalmente buona. C’è grande speranza nel fatto che la natura degli esseri senzienti è positiva. Possiamo chiamare questa positività naturale “Natura del Buddha”. Questo è un grande insegnamento degli scienziati e di Sua Santità il Dalai Lama.

Sviluppare un obiettivo di bodhichitta

(10) La pratica di un bodhisattva è di sviluppare un obiettivo di bodhichitta per liberare un numero infinito di esseri, perché se le nostre madri, che sono state gentili con noi da tempo senza inizio, stanno soffrendo, cosa possiamo fare (soltanto) con la nostra felicità?

La pratica di tutti i bodhisattva è di dare origine al bodhichitta. L’obiettivo è di dare libertà a un numero infinito di esseri senzienti. Come potremmo trovare la vera felicità quando le nostre madri, che si sono prese cura di noi nel corso dei secoli, provano tutto questo dolore? 

Questo non riguarda soltanto questa vita, ma tutte le nostre vite. In tutte le vite, abbiamo avuto una madre che si è presa cura di noi ed è stata incredibilmente gentile con noi. Se abbiamo difficoltà a riconoscere la purezza dell’amore di nostra madre in questa vita e a pensare a vite ed eoni infiniti, allora sarebbe meglio dimenticarsi di questo verso e passare al prossimo.

Ma riflettiamo ora sulla gentilezza di nostra madre in questa vita. In effetti, la gentilezza di nostra madre è una delle cose più meravigliose che abbiamo mai provato. Prima di essere nati, durante la gravidanza, non ha mai chiesto chi fosse questa persona dentro di lei o non ha mai pensato “Non voglio questo sconosciuto in me”. La gran parte delle mamme, anche gli animali, non si chiedono mai chi sia dentro di loro. Non hanno nessuna domanda. Eppure, la madre farebbe di tutto per proteggere il bambino, anche prima di essersi incontrati. Per nove mesi, le madri sono molto attente in quello che fanno, quello che mangiano e bevono. Anche a proprio discapito, la madre farà tutto il possibile purché aiuti il bambino. Pensateci ora e provate la gentilezza di vostra madre. Questo tipo di gentilezza non può essere ripagata dandole del buon cibo, bei vestiti, o una bella casa. Anche se tu diventassi un miliardario e le regalassi una casa di dieci milioni di dollari, questo non sarebbe minimamente paragonabile alla gentilezza di tua madre. Per nove mesi, ci ha tenuto dentro di lei senza nessun dubbio. E dopo essere nati, si è presa cura di noi quando non potevamo camminare o parlare e ci ha educati. Ovviamente, anche il padre aiuta in questo, ma in generale, siamo più fisicamente connessi alla madre a quell’età. E possiamo anche dire che, in generale, la madre prova più affetto e amore per il bambino.

Se meditiamo su questo, non ci saranno domande sulla gentilezza di nostra madre. Dopo la nascita, la mamma si preoccupa incessantemente di noi. Fino a quando non muore, la preoccupazione della mamma non riguarda soltanto noi, ma tutto ciò che è connesso a noi. Vuole prendersi cura anche dei nostri partner e dei nostri figli. La mamma vuole prendersene cura come se fossero figli loro. Se riesci a immaginare questo tipo di gentilezza di tua madre, puoi immaginare di provare questa gentilezza verso tutti gli esseri senzienti? È difficilissimo. Alcune persone che ho incontrato in occidente sembrano avere problemi con le loro madri. È qualcosa di individuale. Ma, in generale, possiamo dire che veramente le nostre madri sono state incredibilmente gentili con noi. 

Di questi tempi, spesso dico ai giovani che prendere rifugio nel Buddha, nel Dharma, e nel Sangha possa essere qualcosa di secondario. La gran parte di loro non è interessata alle vite future. Vogliono soltanto avere una vita normale e felice. E quindi a volte sembra essere una perdita di tempo parlare del Buddha, del Dharma, e del Sangha, perché non sono minimamente interessati.

Ecco perché il Buddha disse: “Non insegnare a coloro che non hanno fede”. E invece, io gli dico sempre che se vogliono avere una vita perfetta nel samsara, non devono dimenticarsi della gentilezza che hanno ricevuto in questa vita, che è l’amore delle loro madri. Dovrebbero concentrarsi su questo e cominciare ogni giorno riflettendoci sopra. Per noi buddhisti, che abbiamo preso rifugio, la madre e il padre sono soltanto per questa vita. Il guru, il Buddha, il Dharma, e il Sangha sono presenti fino a quando non otteniamo l’illuminazione. Questa è la nostra priorità.

Ora, ricordandoci della gentilezza di nostra madre in questa vita, cercate di sentire che tutti gli esseri senzienti sono stati nostra madre nelle vite passate. E pensate che possono diventare nostra madre in una vita futura. Sebbene non siano nostra madre in questa vita, cercate di provare questo stesso amore verso gli altri esseri senzienti come se fossero vostra madre.

Le persone che ricordano le loro vite passate hanno genitori in questa vita, ma si ricordano anche della madre e del padre della loro vita passata. Se glielo chiedete, risponderanno dicendo che i genitori della loro vita attuale e quelli della vita passata sono uguali. Biologicamente, non sono i genitori di questa vita, ma c’è questa sensazione di “conoscerli”, e per loro non è difficile dire “Mamma” alla madre della loro vita precedente, perché se la ricordano.

Ma non è importante se ce lo ricordiamo o meno. A volte è meglio non ricordare tutto! Abbiamo compiuto tante azioni negative, che è meglio non ricordare. Ma tutti questi altri esseri senzienti ci hanno dato così tante cose, e ora abbiamo molte cose da ripagare. Non solo soldi, vestiti, un’educazione. Anche un sorriso e mostrare pazienza è un dono migliore di queste cose materiali. Ma quello che davvero abbiamo bisogno di fare è cominciare a lavorare per la loro liberazione dall’esistenza che si ripete in modo incontrollabile. 

Il Buddha disse che quando abbiamo una forte avversione verso qualcuno, tutte le buone connessioni che abbiamo avuto in precedenza con quella persona in molte vite precedenti saranno automaticamente distrutte. Non ne sono sicuro, perché non riesco a vedere se questo sia vero. Ma c’è una logica dietro a questo. Lo sento fortemente. Quando scoppia un litigio con qualcuno, questo può rovinare una vita intera di amicizia. Dopo un forte litigio, ci vuole molto sforzo anche per sorridere alla persona. Anche se esternamente sorridiamo, ciò che succede interiormente è indescrivibile. Possiamo vedere come in questa vita le connessioni possano essere troncate completamente. Il nostro amato amico di una volta ora diventa totalmente orribile generando dentro di noi un odio incontrollabile. Malediciamo il giorno in cui l’abbiamo incontrato. Tutte queste cose brutte fuoriescono non solo dalla nostra bocca, ma anche dalla nostra mente. Vedo come queste forti emozioni negative possano tagliare le connessioni non solo in questa vita ma anche nelle seguenti. Quello che abbiamo accumulato viene perso totalmente. È questo ciò che dice il Buddha: forti emozioni negative come la rabbia distruggeranno le connessioni che abbiamo creato insieme. Distruggeranno il merito che abbiamo accumulato in cento eoni.

Scambiare sé stessi con gli altri

(11) La pratica di un bodhisattva è di scambiare puramente la nostra felicità personale con la sofferenza degli altri, poiché (tutte) le nostre sofferenze, senza eccezioni, provengono dal desiderare la nostra felicità personale, mentre un Buddha pienamente illuminato nasce dall’atteggiamento di desiderare il bene degli altri.

Quando ci sentiamo molto felici, non dimentichiamoci quello che il Buddha ci ha insegnato sulla felicità e sulla legge di causalità. La felicità e il piacere che proviamo passando del tempo con i nostri amici condividendo qualunque cosa, e con cui chiacchieriamo, beviamo e danziamo, è una felicità reale, autentica? Non sto affatto dicendo che queste cose non facciano parte della felicità. Potrebbero farne parte. Ma facciamo un passo indietro e pensiamo al motivo per cui ci piacciono i nostri amici. Diciamo che sono importanti per noi, ma non è del tutto corretto. Diciamo che sono importanti, ma solo perché ci rendono felici. Dunque, se ci rendono felici, allora li trattiamo come amici.

Allora possiamo fare un altro passo indietro e chiederci: “Perché sono importante? Perché voglio sempre essere felice?”. È perché ci sentiamo importanti. Alla fine, tutto gira attorno a “io, io, io”. Non lo diciamo ad alta voce, ma è dentro di noi. Vero, siamo importanti. Tuttavia, ogni cosa, tutte le decisioni che prendiamo, le persone che amiamo, si basano attorno a questo “io”.

Sarebbe bello se le nostre vite andassero sempre lisce, e fossimo sempre felici. Ma non è così. Anche se pensiamo soltanto a noi stessi e alla nostra felicità, c’è sempre sofferenza. Ecco perché Gyalse Togme Zangpo dice che tutte le sofferenze che abbiamo provengono dal cercare felicità solo per noi stessi. Questa è la chiave.

Dall’altro lato ci sono i bodhisattva. Invece di pensare solo a loro stessi, pensano soltanto al benessere di tutti gli esseri senzienti. In un’elezione, tutti i candidati dicono “Sono un semplice servitore, sono qui per tutti voi”. Ecco come vincono le elezioni! Ma una volta vinte, agiscono in modo molto differente. Non sono sinceri. I bodhisattva praticano sempre con sincerità. Hanno realizzato come la sofferenza provenga dal pensare soltanto a sé stessi. I bodhisattva danno la priorità agli altri e mai a loro stessi.

Qualche giorno fa vidi un combattimento per strada. Non un combattimento fisico, ma uno con molte grida e parole pesanti. Stavo ascoltando e mi annoiai, perché sembrava che non si sarebbero mai dati un cazzotto. Sto scherzando! Dunque, li stavo ascoltando e uno disse: “Dì solo ‘mi spiace’ e il problema è risolto”. L’altra persona era molto testarda e disse: “No, non ti chiederò ‘scusa’”. Fondamentalmente stavano litigando sulla parola “scusa”. Questo è l’ego. Se avesse semplicemente detto ‘scusa’, avrebbe risolto tutto, ma uno dei due non era pronto a mollare.

Se qualcuno si arrabbia con un bodhisattva, chiederanno scusa automaticamente, non importa. Se dai la priorità agli altri, allora automaticamente penserai: “Potrei aver fatto qualcosa di sbagliato”, e chiederai scusa. Ma se dai la priorità a te stesso, quando qualcuno si arrabbia con te, non te ne importerà, oppure vorrai soltanto contrattaccare. È ora di cambiare questo modo di pensare.

Dare la priorità agli altri non significa che diventeranno il nostro capo e noi invece saremo dei piccoli servitori da calpestare. Non è affatto così. In effetti, pensare come un bodhisattva richiede molto coraggio e molta forza. Sua Santità il Dalai Lama dice sempre che i bodhisattva sono molto intelligenti perché sanno amarsi. Noi dipendiamo dagli altri. Se possiamo rendere gli altri felici, anche noi saremo felici. “Io” è incluso in “noi”. Ecco perché scambiare noi stessi con gli altri è molto importante.

Il comportamento dei bodhisattva: fronteggiare il male

(12) La pratica di un bodhisattva consiste nel, anche se qualcuno sotto il potere di grande desiderio ruba o fa in modo che altri rubino tutta la nostra ricchezza, dedicare a lui i nostri corpi, risorse, e azioni costruttive dei tre tempi.

Dimentichiamoci per un momento di tutti gli altri versi e immaginiamo qualcuno che non crede nel Buddhismo che legga questo verso. Penseranno che questa sia la cosa più matta che abbiano mai letto! Ci sono dei limiti, e non dovremmo tollerare questo tipo di comportamento, diranno. Mi hanno derubato, hanno detto cose brutte sul mio conto, mi hanno ferito. Ecco perché dobbiamo citare in giudizio queste persone. Dobbiamo vendicarci di loro! È così che pensano le persone normali. Ma i bodhisattva danno via tutto con facilità. Perché? Per loro è facile e naturale; non è affatto una pazzia. Per noi sarebbe una follia. Non siamo pronti a farlo. Io non sono pronto a farlo.

Sicuramente ci piacerebbe seguire le orme dei bodhisattva, perché li ammiriamo così profondamente. Ma sentiamo di non essere pronti – non possiamo semplicemente dare via tutto. Dunque, dobbiamo chiederci perché non siamo pronti. La ragione è molto semplice. È perché non vediamo che tutti gli esseri senzienti sono preziosissimi. Per i bodhisattva, tutti gli esseri senzienti sono preziosi. È simile a quello che scrive Geshe Langri Tangpa negli Otto versi dell’addestramento mentale: “Gli esseri senzienti sono molto preziosi per me, come fossero un tesoro. Grazie a loro, ottengo l’illuminazione. Sono come un tesoro molto prezioso”.

I bodhisattva vedono immense buone qualità in tutti gli esseri senzienti. Il precedente Serkong Rinpoche disse in uno dei suoi insegnamenti che la gentilezza del Buddha, dei bodhisattva, dei nostri guru, e degli esseri senzienti è la stessa. La gentilezza di tutti gli esseri senzienti è pari a quella dei Buddha e dei bodhisattva. La gentilezza degli esseri senzienti è incommensurabile. Se non riusciamo a notare la gentilezza di tutti gli esseri senzienti, può essere molto difficile vedere le loro buone qualità.

Per abituarci all’idea di dare via tutto, è anche importante l’idea di pensare all’impermanenza. Potremmo avere miliardi di dollari nel nostro conto, ma quando arriva il momento di lasciare questo mondo, questi soldi non verranno con noi. Andranno ai bambini e a varie organizzazioni di beneficenza. E i bambini potrebbero venire quando ci troviamo in ospedale, forse con un po’ di tristezza ma probabilmente con altre motivazioni. Cercheranno di prendersi tutti i soldi! Magari è tutto già indicato nel testamento. Che ci piaccia o no, dobbiamo dare via tutto. Non possiamo dire ai nostri figli: “Per favore mandatemi tutti i soldi in paradiso”. 

Dunque, qualunque cosa abbiano i bodhisattva, sono pronti a darla via a chiunque ne abbia bisogno. C’è un geshe, un mio amico e un grande praticante, che era un mio studente nella mia vita precedente. Quando il mio maestro attuale era giovane, andò a trovare questo geshe e gli chiese consigli per meditare sull’impermanenza. Il geshe disse “Non lo so”. Era molto umile. Il mio maestro insistette molte volte, ma tutto ciò che disse il geshe fu: “Non mi viene in mente nulla”. Il mio maestro pensò di andarsene e chiese il permesso per farlo. Ma il geshe gli chiese di rimanere e finì per offrirgli del tè, pranzo e cena. Infine, il mio maestro disse: “Dovrei andarmene, sta diventando buio ed è tardi”. Questo geshe viveva in una caverna nella collina. E infine il geshe disse, “Ok, ora dovresti andartene”. E poi tirò fuori qualcosa da sotto il letto e lo diede al mio maestro. Erano 200 rupie, un bel po’ di soldi a quel tempo. Diede anche un paio di calze al mio maestro. Il geshe disse, “Pensa a come, che ti piaccia o meno, dovrai lasciare tutto. Cosa puoi fare prima che accada? Preparati”. Questo fu, per il mio maestro, un insegnamento meraviglioso. 

Quando moriamo, dobbiamo lasciare tutto. Non abbiamo scelta. In un certo senso, allora non sarebbe meglio cominciare a dare via tutto ora? Potete mettervi tutti in fila ora e vi posso dare cose uno ad uno. Così vedrò la vostra felicità con i miei occhi. Questo sarebbe un atto eroico, vero? E allo stesso modo, possiamo desiderare che tutti i potenziali positivi che abbiamo, li offriamo agli altri. È come aprire un conto in banca a nome di tutti, dove darò a tutti mille dollari in questa vita. Ma nella vita successiva, prenderò tremila dollari da voi! Ah ah, sto scherzando, questo non va affatto bene.

Dedica

Il mio scopo principale è di offrivi il mio modo di pensare e di mostrarvi quanto sia importante questa pratica. Se posso trasmettervi alcune cose che ho imparato dai miei maestri ed esprimere le grandi qualità che ho visto nei miei guru, allora bene. Se ciò vi aiuta, ancora meglio. Ma anche se non è di aiuto, mi dà la grande sensazione di stare servendo i miei maestri. Ciò che hanno condiviso con me non verrà sprecato. La mia pratica è solo l'1% su 100%, ma se posso condividere questi grandi insegnamenti con voi, sento che sto facendo un ottimo lavoro per loro. Mi sento molto grato.

Per favore dedicate tutti i potenziali positivi che abbiamo creato oggi alla lunga vita e alla buona salute di Sua Santità il Dalai Lama. Non dovremmo perdere tempo con Sua Santità, perché sta invecchiando. È venuto nella forma di essere umano. Ora ha più di ottant’anni e presto ne avrà novanta. Non possiamo ignorare la realtà. Non sarà in grado di insegnare per molto tempo. Eravamo abituati a ricevere due sessioni d’insegnamento al giorno, ma ora ne abbiamo solo una. Pertanto, non possiamo essere pigri. Quando ascoltiamo Sua Santità, di sicuro troveremo molta più ispirazione dentro di noi.

Top