Una delle più grandi intuizioni di Tsongkhapa fu la comprensione della vacuità come origine interdipendente e dell’origine interdipendente come vacuità. La vacuità è la totale assenza di modi impossibili per stabilire o dimostrare l’esistenza di qualcosa. Nello specifico, nel contesto del sistema di principi Madhyamaka Prasangika, la vacuità è la totale assenza dell’esistenza di qualcosa che è stabilito in virtù di qualcosa dalla sua parte. L’esistenza di qualcosa può essere stabilita solo in virtù dell’origine interdipendente.
Da un punto di vista superficiale, i fenomeni non statici (impermanenti) sorgono in dipendenza da cause e condizioni e producono effetti: questi due fatti stabiliscono o provano che tali fenomeni esistono. Dal punto di vista più profondo l’unica cosa che stabilisce che qualcosa – statico o non statico – esiste è l’essere semplicemente ciò a cui si riferiscono le parole e i concetti che lo definiscono. Non si può trovare alcunché dalla parte di qualcosa che stabilisca o dimostri la sua esistenza.
Il fatto che tutto sia dipendente in questo modo elimina l’estremo “eternalista” in cui, nei termini della verità più profonda, l’esistenza di qualcosa può essere stabilita indipendentemente, dalla sua parte, per suo potere. Il fatto che tutto comunque sorga elimina l’estremo “nichilista” secondo cui, in termini di verità superficiale e convenzionale su qualsiasi cosa, nulla esiste o funziona.
Pertanto, insegnando l’origine interdipendente, il “re dei ragionamenti”, Buddha eliminò le due visioni estreme errate riguardanti la vacuità stabilendo le due verità su ogni cosa. Buddha ha riassunto anche le quattro nobili verità nel suo insegnamento dell’origine interdipendente. Il samsara e la sua sofferenza (la prima nobile verità) sorgono in dipendenza dall’inconsapevolezza della vacuità (l’ignoranza, la seconda nobile verità), come elaborato nei “dodici anelli dell’origine interdipendente”. Il raggiungimento di un vero arresto del samsara (la terza nobile verità) sorge in dipendenza dalla comprensione della vacuità (la quarta nobile verità).
In “Lode all’origine interdipendente” Tsongkhapa dà espressione poetica al suo enorme apprezzamento per la gentilezza del Buddha nell’insegnare l’origine interdipendente che ha tutte queste caratteristiche eccezionali.