Ascoltare insegnamenti sulla preziosa vita umana prima di meditarvici sopra
Quando cerchiamo di praticare la meditazione, se non siamo calmi e le nostra mente è agitata e vaga qua e là, non limitiamoci semplicemente a sederci e iniziare la pratica poiché, se non proviamo prima a calmarci un po’, solitamente trascorreremo l’intera sessione a divagare mentalmente su ciò che ci preoccupa o pensando alle cose che dobbiamo fare, come desiderare che finisca il prima possibile perché magari abbiamo un appuntamento, i bimbi da portare a scuola o che potrebbero svegliarsi da un momento all’altro, o qualunque altro tipo di tensione che potrebbe esserci: per prima cosa dobbiamo dunque calmarci e il metodo usuale per farlo è concentrandoci sul respiro. L'effettivo processo di meditazione dipenderà dall'aver svolto in anticipo un lavoro di preparazione: prima dobbiamo aver ascoltato gli insegnamenti su ciò su cui vogliamo meditare e averci pensato prima.
Esistono molti diversi tipi di meditazione. Meditazione significa abituare o familiarizzare la nostra mente con qualcosa di costruttivo, un certo modo benefico di pensare, sentire, comprendere e così via, e per costruire una realizzazione positiva come un'abitudine, dobbiamo prima sentirne parlare, ascoltarne una corretta spiegazione, comprendere in fondo l'informazione, per così dire, e impararla: in questo modo otteniamo quella che viene chiamata la consapevolezza discriminante che nasce dall'ascolto e con essa siamo in grado di distinguere che ciò che abbiamo sentito è l'informazione corretta e che l'abbiamo ascoltata correttamente.
Prendiamo come esempio qualcosa di molto basilare dagli insegnamenti buddhisti del lam-rim, le fasi graduali del sentiero: la preziosa vita umana.
Che cos'è una preziosa vita umana?
Per meditare sulla nostra preziosa vita umana, dobbiamo prima impararne le caratteristiche distintive e quale sia la definizione. È una vita che è libera da situazioni davvero difficili, in cui potremmo essere ma in cui invece non ci troviamo, ed è arricchita da molte opportunità: ne vengono elencate diciotto che sono le caratteristiche distintive di una preziosa vita umana.
Una tregua è una libertà temporanea da qualcosa di terribile, una sorta di pausa da esso: non siamo liberi dalle situazioni difficili per sempre, ma ora abbiamo questa tregua dal trovarci in alcune delle situazioni più terribili in cui non avremmo la possibilità di studiare e praticare; le situazioni descritte dai vari regni del samsara, come i regni infernali: prenderli o meno alla lettera è un’altra questione, ma per illustrare questi stati possiamo ad esempio immaginare di trovarci a Baghdad durante l'attuale guerra in Iraq e quanto siamo fortunati che Baghdad non sia la nostra città natale o il luogo dove ci troviamo attualmente.
Vivo a Berlino e alcuni degli studenti più anziani mi hanno raccontato com'era essere un bambino durante la seconda guerra mondiale, nascosti nei rifugi antiaerei sotto le case, dormendo in cantine umide o bagnate con altre venti o trenta persone, che non dormivano realmente, terrorizzate come erano dalla situazione e sentendo il rumore delle bombe e degli aeroplani che sorvolavano la città; ricordano anche com'era dopo la guerra, come quelle foto che possiamo oggi vedere che raccontano di queste città che ricordano Hiroshima dopo la bomba atomica, completamente bruciate e distrutte dai bombardamenti. Una mia studentessa mi ha raccontato che da bambina per anni la sua famiglia ha dovuto vivere in uno di questi campi profughi in una stanza affollata con una ventina di altre persone, in cui la gente si rubava il cibo a vicenda, il bagno non funzionava e mancava l'acqua: è davvero difficile immaginare quanto sia orribile tali mancanze fondamentali.
A Baghdad le persone stanno vivendo qualcosa del genere, anche in Bosnia e in Ruanda lo hanno provato, e purtroppo nel nostro mondo succede periodicamente e a un certo punto toccherà a noi. Quanto è meraviglioso avere una tregua temporanea da questo. Forse lo abbiamo sperimentato in parte durante l'11 settembre, ma non era niente in confronto alla Seconda Guerra Mondiale: non abbiamo visto la nostra città natale bombardata e bruciata. Questa che viviamo è una tregua: rendiamoci conto di quanto sia fantastico avere la libertà di dedicarci a qualunque cosa desideriamo perseguire e delle numerose opportunità a nostra disposizione per lo studio e alla pratica del Dharma.
Contemplare la definizione di una vita umana preziosa
Anche se sentiamo parlare delle caratteristiche distintive di una preziosa vita umana, potremmo non sapere veramente cosa significano e questo introduce il tema dei modi di conoscere. Con l'ascolto ci facciamo un'idea delle parole, ma non necessariamente associamo ad esse un qualche significato profondo: potremmo presumere che le caratteristiche distintive di una preziosa vita umana che abbiamo sentito siano corrette e che una vita umana che le presenti sia davvero preziosa, ma senza capirne davvero il perché; supponiamo che sia vero perché lo ha detto il nostro maestro per il quale abbiamo rispetto, per cui crediamo a quanto dice, ma non possiamo fare affidamento solo sulla supposizione, bensì abbiamo bisogno di una comprensione corretta e risoluta. Ottenere informazioni corrette è dunque solo il primo passo.
Il secondo passo è pensare a quanto abbiamo sentito, contemplando o meditando sul significato, e questo significa pensare in modo logico alla definizione di una preziosa vita umana e all’intero processo del ragionamento del perché è preziosa. Ad esempio: siamo nati come esseri umani e viviamo in un ambiente pacifico e non in una zona di guerra; possiamo affermare che ciò è qualcosa di prezioso, perché ciò ci dà una tregua, libertà o tempo libero per praticare e realizzare il Dharma. Se fossimo in una zona di guerra saremmo terrorizzati e, vivendo in un rifugio antiaereo o in un qualche campo profughi, in condizioni di scarsa igiene e dove tutti si derubano a vicenda, come potremmo imparare a conoscere il Dharma e iniziare a praticare?
Dobbiamo quindi convincerci e capire perché sia prezioso essere liberi da tali situazioni e cioè per poter studiare, imparare e praticare. Un tale ragionamento dimostra logicamente la nostra tesi: essere liberi da situazioni orribili e avere molte opportunità di studio e pratica dimostra che la nostra vita umana è preziosa.
Dobbiamo davvero pensarci a fondo, riflettendo e contemplando come sarebbe se ci trovassimo in una di queste zone di guerra, se sapessimo che qualche forza nemica stesse per bombardare la nostra città nei prossimi giorni e probabilmente l'acqua verrebbe a mancare, e vivessimo magari nel deserto, con il caldo, senza sapere se torneremo ad avere l’acqua... e allora iniziamo a riempire la vasca da bagno - dimentichiamoci di lavarci d’oggi in poi - riempiamo tutte le pentole e le padelle fino all’orlo perché potremmo non avere più l’acqua, e scordiamoci anche di uscire a comprare quella in bottiglia perché potrebbero spararci.
Proviamo a immaginare come sarebbe, a quante candele dovremmo comprare, perché di sicuro l'elettricità verrà interrotta, e ora le candele costeranno venti volte il prezzo che avevano, forse anche cento e ce ne saranno poche. Immaginiamo le file e i litigi per le file, e alcuni ricchi che verranno e vorranno comprarsi tutte le candele, e immaginiamo a come ci potremmo sentire in quella situazione, immaginiamo di vivere tutto questo come se stesse accadendo davvero a noi.
Trovo che questo esempio che sto usando sia molto commovente: sul mio sito web c’è molto materiale sul dialogo buddhista-islamico in cui sono stato impegnato ed ho ricevuto un'email da un tale che mi disse che proviene da un paese musulmano ed è diventato buddhista, probabilmente l'unico buddhista nel suo paese, e che questo era molto pericoloso perché nella sua società la conversione religiosa non è accettata; ciononostante ha trovato questo materiale sul mio sito web molto stimolante e meraviglioso, in particolare la spiegazione del Buddhismo da un punto di vista islamico, e si è offerto di aiutare a tradurre questi articoli in arabo: ero felice e gli chiesi dove vivesse e lui mi rispose che viveva a Baghdad!
Questo avvenne forse due o tre settimane prima che iniziasse la guerra in Iraq: ero in contatto email con lui e mi scrisse circa due ore prima che le bombe iniziassero a cadere, nel bel mezzo della notte per lui, prima che fosse dichiarata guerra, dicendo solo che non dovevo preoccuparmi, che loro erano abituati a questo genere di cose. Deve essere rimasto sveglio tutta la notte, con tutta la gente certamente terrorizzata a chiedersi quando le bombe avrebbero cominciato a cadere.
Riusciamo a immaginare di provare ad addormentarci sapendo che da un momento all'altro le sirene stanno per suonare e probabilmente non abbiamo nemmeno un rifugio antiaereo in casa nostra? Cosa abbiamo intenzione di fare, nasconderci sotto il letto? Sul serio, cosa abbiamo intenzione di fare? La vasca è davvero piena, c’è forse qualche altra pentola che possiamo riempire d’acqua? Davvero spaventoso, e per me è stato tutto molto più reale perché ora conoscevo qualcuno che era lì, che stava davvero vivendo questa orribile esperienza, solo un povero ragazzo innocente, uno studente, in realtà: finirà gli esami, si laureerà e andrà avanti con la vita?
Dobbiamo pensare in questo modo a una situazione reale come questa nella nostra contemplazione in modo che diventi un po’ più reale per noi. Pensiamo quanto siamo fortunati a essere liberi da quel tipo di situazione, ad avere una tregua da quella, a non averla ora: nessuno sa cosa potrebbe accadere in futuro, ma ora grazie a Dio non ce l'abbiamo, siamo liberi dall’avere un tale peso sulle spalle, e allora pensiamo a quale tipo di opportunità di studio e pratica potremmo avere in una simile situazione. Di sicuro se fossimo dei praticanti molto avanzati forse saremmo in grado di praticare, ma non come principianti, e certamente non con venti persone terrorizzate ammassate in una stanza: non ci sarebbe nessuna opportunità.
Facciamo affidamento su questo processo di ragionamento: la nostra vita umana è preziosa perché è libera da situazioni orribili come questa. In questo modo, otteniamo una comprensione inferenziale della preziosità di una vita umana basata su un processo di ragionamento: non si tratta solo di pensare che una vita umana sia preziosa, ma capire che è preziosa perché è libera da questi tipi orribili di situazioni. Basandoci sul pensiero razionale, ora abbiamo un'idea precisa e decisiva di cosa significhi una vita umana preziosa, ed essere precisa e decisiva rende la nostra comprensione un valido modo di conoscere.
La conclusione, quindi, di questo passaggio di contemplazione o riflessione sulla preziosa vita umana è che al contempo comprendiamo correttamente e siamo convinti che una tale vita sia preziosa: siamo giunti a questa conclusione basandoci sull'inferenza attraverso un valido processo di ragionamento.
La meditazione discernente e stabilizzante
Il passo successivo è quello che realmente chiamiamo "meditazione", in cui assimiliamo e ci familiarizziamo con la nostra comprensione e la integriamo nelle nostre vite. Ci sono due tipi di meditazione coinvolti, la prima delle quali solitamente è chiamata "meditazione analitica", anche se ritengo non sia una traduzione adeguata, perché anche il passaggio del pensiero è, in un certo senso, analitico; preferisco invece meditazione discernente: cerchiamo di discernere attivamente qualcosa che abbiamo capito correttamente e siamo convinti che sia vero. Il secondo tipo di meditazione è quella che chiamo "meditazione stabilizzante", anche se in precedenza l'ho tradotta come meditazione formale o fissante, in cui stabilizziamo ciò che discerniamo focalizzandoci su di esso univocamente.
Con la meditazione discernente usiamo due principali fattori mentali, l’individuazione grossolana e il discernimento più sottile, che in alcuni contesti possiamo anche tradurre con indagare e analizzare. Un esempio di individuazione grossolana è scorrere rapidamente una pagina quando la si sta correggendo e verificare se ci siano errori; se ne individuiamo qualcuno allora con sottile discernimento analizziamo la pagina, esaminandola punto per punto per correggerla: nella meditazione discernente seguiamo la stessa duplice procedura.
Quando abbiamo contemplato e riflettuto sulla preziosa vita umana, abbiamo cercato di capire cosa significa per essa essere preziosa e perché lo sia così tanto; adesso, dopo aver appreso la definizione e averla compresa, indaghiamo in modo approssimativo e analizziamo in dettaglio: "Davvero ho questa preziosa vita umana?" "In che modo?" "Quali sono gli aspetti?" "Questo vale realmente per me?" Indaghiamo in modo approssimativo e analizziamo in dettaglio la nostra libertà dal trovarci in una zona di guerra, dall'essere completamente sopraffatti dalla paura, dalla fame, dal dolore e da questo genere di cose orribili e, anche se a volte possiamo provare dolore e paura, domandiamocene la gravità e a che punto le metteremo su una scala della negatività. Alla fine di questo processo, discerniamo che siamo davvero liberi dai tipi più terribili di situazioni e comprendiamo che abbiamo davvero questa libertà.
Dopo questo primo passo, quello successivo è di esaminare il processo del ragionamento non per ottenere la comprensione, ma per essere ora in grado di generare ancora una volta una valida comprensione inferenziale: abbiamo capito che abbiamo la libertà dal trovarci in una zona di guerra e quindi ora andiamo fino in fondo al ragionamento: "Se uno è libero dall'essere in una zona di guerra, la sua vita umana è preziosa; noi siamo liberi dall'essere in una zona di guerra e quindi la nostra vita umana è preziosa”. Questo dovrebbe essere il processo che ci diciamo mentalmente, tuttavia questa è solo una parte.
Ciò a cui miriamo nella nostra meditazione discernente è qualcosa di non verbale, vogliamo discernere attivamente la nostra vita umana come preziosa: discerniamo, comprendiamo e discriminiamo questo fatto e questa è la consapevolezza discriminante che nasce dalla meditazione.
Una volta che abbiamo lo percepito attivamente in questo modo, con la meditazione stabilizzante ci concentriamo sulla nostra vita umana con la comprensione e la convinzione che sia preziosa, ma senza discernere attivamente le ragioni e i dettagli del perché lo sia, un po’ come sentire che la nostra vita umana è preziosa e lasciare che tale sensazione penetri davvero e sentirla con concentrazione univoca: questa è la meditazione stabilizzante. Naturalmente ci vorrà un po’ di tempo prima che si realizzi questa sensazione di assimilazione e prima che sia in grado di fare la differenza nelle nostre vite.
Quello che faccio sempre notare alle persone è che tale progresso non è lineare, non migliorerà ogni volta che meditiamo: il samsara è caratterizzato da alti e bassi, e continuerà così fino a quando non otteniamo la liberazione da esso e diventiamo un arhat, un essere liberato. È un obiettivo molto lontano e, prima di raggiungerlo, nella vita continueranno ancora a esserci alti e bassi: a volte abbiamo voglia di meditare mentre altre no, a volte andrà bene mentre altre no.
Come direbbe il giovane Serkong Rinpoce: "Niente di speciale". Non c'è niente di speciale in questo, nulla che ci debba sorprendere e nessuno motivo di arrabbiarsi: oggi non abbiamo voglia di meditare o non va bene, è naturale che alcuni giorni le cose vadano bene mentre altri peggio, è la natura del samsara e non possiamo aspettarci altrimenti, possiamo cercare di applicare la cosiddetta perseveranza simile a un’armatura e meditare in ogni caso, facendolo e basta.
La comprensione concettuale e non concettuale
Notiamo a questo punto che quando in questa fase parliamo di meditazione discernente e stabilizzante ci riferiamo ad esse da un punto di vista concettuale, entrambe vengono realizzate attraverso un'idea di cosa significhi una preziosa vita umana, qualcosa che la rappresenta nei nostri pensieri, sia che ciò avvenga verbalmente “una preziosa vita umana", che con una sensazione di essa: detto in termini semplici, conoscere qualcosa concettualmente significa conoscerla attraverso un'idea di essa - un'idea verbale, una sensazione, un'immagine mentale o qualcosa del genere. Tecnicamente, è conoscere qualcosa attraverso una categoria in cui inseriamo quel qualcosa.
Ora potremmo forse chiederci come una tale spiegazione delle comprensioni concettuali e non concettuali si adatti con le nostre nozioni occidentali di comprensioni intellettuali e intuitive, ma in realtà si adatta: quella che chiameremmo una comprensione intellettuale sarebbe il concentrarsi su qualcosa attraverso un'idea verbale, e una comprensione intuitiva sarebbe il concentrarsi su qualcosa attraverso una sensazione o un'immagine che lo rappresenta, non un'idea verbale di esso. Ciononostante il punto è che entrambe sono concettuali e possono essere accurate o imprecise: una comprensione intellettuale potrebbe essere corretta o errata e anche la sensazione di qualcosa potrebbe essere una sensazione accurata o potrebbe essere totalmente strana e bizzarra.
È essenziale che entrambi questi tipi di cognizione concettuale siano accompagnati da una corretta e decisa comprensione del significato delle parole oppure della sensazione o dell'immagine; inoltre per essere in grado di assimilare quella comprensione dobbiamo crederci e concentrarci su di essa con l’assoluta convinzione che sia vera: se siamo in grado di farlo allora la chiameremmo una comprensione viscerale, una comprensione di pancia seconda la nostra terminologia occidentale. Quando una tale comprensione viscerale è accompagnata da emozioni costruttive - come l'apprezzamento di questa preziosa vita umana - allora diremmo che siamo emotivamente commossi dalla nostra comprensione: solo questo porta alla trasformazione.
Ci sono due fasi di comprensione concettuale di qualcosa: in primo luogo dobbiamo potenziare il concentrarci sulla preziosità della nostra vita umana facendo affidamento su un processo di ragionamento; poi però ci familiarizziamo a tal punto con questa comprensione che non abbiamo più bisogno di fare affidamento sul ragionamento per generarla, e possiamo semplicemente richiamare immediatamente alla mente la nostra idea verbale o la sensazione e concentrarci su di essa. La nostra meditazione, tuttavia, è ancora concettuale.
Se vogliamo passare da una comprensione concettuale a una non concettuale, dobbiamo sapere cosa significa non concettuale, perché molte persone identificano semplicemente concettuale con intellettuale, il che non è affatto il caso. Possiamo avere una sensazione che rappresenta qualcosa, ma solo perché una comprensione è non verbale non significa che sia non concettuale: una comprensione non concettuale si concentra su qualcosa ma non attraverso il mezzo di un'idea di esso, è solo più immediata.
Sappiamo che è immediata valutando la differenza di quanto sia vivida la nostra comprensione, di quanto sia vivido questa sensazione questo discernimento della preziosità della nostra vita umana. Per distinguerlo dobbiamo sapere cosa significa essere vivido e cosa significa non esserlo e dobbiamo essere in grado di riconoscerlo nella nostra esperienza. Per questo motivo, lo studio dei fattori mentali e dei modi di conoscere è molto rilevante per il nostro progresso sul sentiero e anche per la comprensione della nostra esperienza di vita quotidiana. Grazie.