Introduzione generale e ripasso
Le varie tradizioni tibetane provenienti dal Buddha – Kadam, Sakya, Kagyu e Nyingma – seguono tutte una presentazione dei modi per addestrare i nostri atteggiamenti che proviene da una fonte comune: Impegnarsi nella condotta del bodhisattva di Shantideva, che a sua volta racchiude tutti i punti trovati negli insegnamenti di lam-rim del sentiero graduale, il che significa che tutte le menti del sentiero graduale conducono all'illuminazione. Non c'è alcunché in questi sentieri graduali che non possa essere considerato un allenamento dei nostri atteggiamenti. Tuttavia, i punti particolari di cui stiamo discutendo si applicano a una specifica linea di insegnamenti chiamata "lojong", "allenamento mentale", "allenamento dell'atteggiamento". Sono condensati nell’Allenamento mentale in sette punti, come presentati nel testo di Geshe Chekawa e nel commento chiamato I raggi del sole di Namkapel, discepolo di Tsongkhapa.
I sette punti per l'allenamento dell’attitudine sono:
- i preliminari,
- il metodo per allenarsi a sviluppare bodhichitta relativa e quella più profonda,
- trasformare le circostanze avverse nel sentiero verso l'illuminazione,
- condensazione della pratica in una vita,
- la misura dell’aver allenato i propri atteggiamenti,
- le pratiche strettamente connesse all'allenamento mentale,
- i punti in cui allenarsi per l'allenamento mentale.
La morte e l’impermanenza
Ora che tutti abbiamo la base per lavorare – un prezioso corpo umano – desideriamo essere felici: nessuno di noi desidera avere sofferenze o problemi. La felicità che desideriamo non proviene dal nulla, ma da cause. Quindi dobbiamo riflettere molto profondamente sulle cause che portano alla felicità e eliminano i problemi. Per poter perseguire il cammino spirituale dobbiamo approfittare della preziosa vita umana che abbiamo. Certo, per sopravvivere dobbiamo guadagnarci da vivere e fare tutto ciò che è necessario per la nostra vita quotidiana ma non possiamo porre l'accento principale sull'acquisizione di denaro e oggetti materiali; inoltre, il denaro e gli oggetti non sono la sola causa della felicità, non tutti coloro che sono ricchi sono felici. Quando ci rendiamo conto che esistono molte persone veramente benestanti che sono infelici e soffrono mentalmente allora possiamo concludere che i beni materiali non solo l’unica causa della felicità.
Affinché la nostra felicità possa sorgere, ci deve essere una causa precedente. La felicità dipende principalmente dallo stato mentale. Se la mente di una persona è felice, allora qualunque sia la sua situazione esterna, questa persona continua ad essere felice. Se qualcuno è fondamentalmente felice, educato, premuroso verso gli altri, buono, allora non fa alcuna differenza se crede in una religione o nel Dharma. Se siamo attenti e rispettosi degli altri costruiamo comunque forza positiva (merito); se, oltre a ciò, dovessimo studiare e praticare, allenandoci nei vari metodi del Dharma, ci sarebbe un beneficio ancora più potente e l'accumulo di forza positiva dall'essere una persona gentile e disponibile. Ciò andrà a beneficio non solo di questa vita, ma anche delle vite future.
La ricerca sull'uso migliore della base di lavoro che abbiamo è molto utile; dobbiamo renderci conto che questo prezioso corpo umano non durerà per sempre e che, per quanto possano essere perfette le nostre circostanze, questa vita è qualcosa che passerà in quanto tutti sono soggetti all'impermanenza e alla morte. Il punto principale è non perdere tempo, così è estremamente importante pensare all'impermanenza e al modo in cui tutte le situazioni passano.
Esistono vari modi di presentare l'impermanenza: come uno dei sedici aspetti delle quattro nobili verità, oppure in termini di impermanenza generale e dei suoi livelli: grossolano e sottile. Qui ci riferiamo all'aspetto più grossolano dell'impermanenza, come la morte.
Gli svantaggi del non essere consapevoli della morte e dell'impermanenza
Faremmo bene a considerare i benefici della meditazione, dello sviluppare una consapevolezza dell'impermanenza e gli svantaggi del non esserne consapevoli. Il testo parla prima di questi svantaggi e poi dell'estrema importanza dell’essere consapevoli dell'impermanenza e della morte. È importante perché, che ci crediamo o no, esistono le rinascite future: potremmo cadere in uno degli stati peggiori o in uno dei migliori. Quindi è molto importante essere consapevoli dei nostri potenziali negativi che possono portare a una rinascita peggiore e prenderci cura delle nostre azioni e di ciò che facciamo ora, poiché queste influenzeranno il nostro futuro.
Se non siamo veramente consapevoli della morte sempre – anche se pratichiamo il Dharma – non ci coinvolgeremo completamente nel Dharma né lo prenderemo sul serio. Se siamo veramente consapevoli della morte, dell'impermanenza e di come ciò che accadrà in futuro dipenderà da ciò che compiamo ora, non è necessario che la polizia ci controlli: la nostra consapevolezza di causa ed effetto fungerà da guardia e ci impedirà di agire in modo inappropriato.
Chiunque siamo, il guardare le cose alla luce del fatto che moriremo tutti ci farà capire che non ha senso ingannare gli altri o agire in modo indifferente. Almeno vedremo che è assurdo ingannarci agendo in modo autodistruttivo, poiché in futuro dovremo affrontare le conseguenze di ciò che abbiamo commesso. Quindi è estremamente importante essere sempre consapevoli dell'impermanenza e della morte.
Come ci alleniamo per acquisire questa consapevolezza? Lo facciamo prima essendo consapevoli del fatto che nessuno dei nostri beni, i nostri amici, parenti e così via, sarà di alcun aiuto al momento della morte. Quindi dobbiamo riflettere su tutte le circostanze che si verificheranno al momento della morte: tutti gli oggetti che abbiamo acquisito – forse con l'inganno, imbrogliando, cacciandoci nei guai per averli – non saranno affatto utili quando moriremo. Ciononostante dovremo sopportare le conseguenze di qualsiasi inganno potremmo aver usato.
È certo che moriremo perché siamo tutti sotto l'influenza degli atteggiamenti disturbanti e dei vari impulsi del karma sul nostro continuum mentale. Anche i re devono morire e alcuni vengono persino giustiziati. Se trascorriamo il nostro tempo ignorando totalmente questo fatto, ingannando noi stessi, mentendo, facendo ogni sorta di cose ingannevoli, avremo una sorpresa al momento della morte: un grande rimpianto e rimorso. Se fossimo consapevoli e consci del fatto che moriremo, agiremmo in modo di gran lunga migliore mentre siamo vivi così da non morire con rimpianto e rimorso.
Sebbene sia impossibile non morire, possiamo prepararci in modo che al momento della morte non ci troveremo in uno stato di terrore. È solo questione di tempo prima che arrivi la morte, quindi vale la pena prepararci per questo adesso.
Questi punti sono presentati nel testo come segue:
- la morte è certa,
- il momento della nostra morte è incerto,
- a parte il Dharma, nulla ci può aiutare al momento della morte.
Questi sono i tre punti da considerare.
La certezza della morte
Riguardo al fatto che la morte è certa si dice che, se anche gli innumerevoli Buddha e gli arhat devono morire, che dire delle persone comuni come noi? Non importa chi siamo, una volta nati è sicuro al cento per cento che moriremo. Non c'è nessuno che non muoia, quindi non c'è dubbio che non lo possiamo evitare. Se consideriamo i vari Buddha che, prima di essere illuminati, hanno raggiunto lo stato di un corpo illusorio e successivamente hanno raggiunto l'illuminazione in quello stato senza realmente morire, ce ne sono davvero pochi. La maggior parte ha dimostrato di morire nel parinirvana. Se prendiamo esempi nella storia – re ed imperatori e così via – non possiamo trovare nessuno che abbia effettivamente raggiunto l'immortalità.
Non c'è luogo in cui possiamo andare per sfuggire alla morte e, sebbene possiamo avere un corpo molto forte, non esiste un corpo abbastanza forte da resistere alla morte. Proprio come in un luogo circondato da montagne su tutti i lati intrappolati senza poter scappare, allo stesso modo, quando si tratta della morte, non c'è alcun luogo in cui possiamo scappare.
Non ci fa bene immaginare situazioni che potrebbero accadere da cui non ci sarebbe modo di scappare, come una guerra nucleare. In ogni caso, la morte è inevitabile. Non possiamo dare la colpa a fatti esterni che potrebbero causare la nostra morte, vivendo sempre nella paura di eventi come le guerre nucleari. Le cause della morte si accumulano nel nostro continuum mentale – gli atteggiamenti disturbanti, il karma e così via sono le cause interne che causeranno la nostra morte, insieme al contributo di circostanze esterne. Il punto principale è che, essendo nati in un corpo con atteggiamenti disturbanti e karma nel nostro continuum mentale, è certo che moriremo. Questo perché nel momento in cui il corpo viene attualizzato, si attualizzano anche le cause della morte.
Parlando dell'impermanenza e della sofferenza di tutti gli esseri, che saranno discussi più approfonditamente in seguito, una delle sofferenze che tutti possiamo constatare è la vecchiaia. Invecchiando iniziamo, per esempio, a perdere il potere dei nostri sensi, il che è un'indicazione della certezza della morte che sta arrivando.
Ci sono ragioni per cui la morte arriverà di sicuro. Innanzitutto, ci sono varie situazioni che possono accaderci, cause dentro di noi: invecchiamo e tutto degenera, il potere della medicina di curarci si indebolisce e moriamo. In secondo luogo, non c'è aggiunta alla nostra durata di vita che è in costante calo. Certo, ci sono preghiere, puje e pratiche di lunga vita, ma è difficile prolungare davvero la vita.
La durata di vita di base che abbiamo deriva dalla forza positiva, dal karma e così via che abbiamo accumulato nelle vite precedenti. Proprio come i giorni passano costantemente, se l'anno scorso avessimo avuto ancora cento anni di vita, quest'anno ne rimarrebbero solo novantanove. Indipendentemente dalla durata che possiamo immaginare, possiamo vedere che tra questa mattina e ora una parte è trascorsa. La durata della vita trascorre ad ogni respiro, in ogni momento; il tempo scorre continuamente. Non aspetta. Non possiamo sederci e fermare la nostra vita anche solo per un istante. Non c'è luogo dove possiamo andare, niente che possiamo fare per evitare il costante esaurimento del tempo che ci resta da vivere.
Ci sono molte metafore per la vita che trascorre, come quella dell'acqua di una cascata che, una volta che inizia a oltrepassare il bordo, non c'è modo che si fermi e continuerà a cadere. Oppure, come un ruscello che scorre costantemente, pensa a quanto velocemente passa la vita. Come un lampo nel cielo, non si ferma per un momento. Scorre e basta.
Per quanto riguarda il punto successivo, prendiamo una vita di un centinaio di anni, la metà di questa è probabilmente trascorsa a dormire, soprattutto se consideriamo quanto abbiamo dormito quest'anno. Certo, il caso dell’insonnia è diverso, ma generalmente la maggior parte di noi consuma una quantità enorme di tempo dormendo. Se prendiamo un periodo di sessant'anni, i primi venti sono sprecati andando in giro. Pensa al tempo che si riesce effettivamente a mettere a frutto: se aggiungiamo tutto il tempo trascorso in questi sessant'anni a dormire, mangiare e ammalarsi, se togliamo tutto quel tempo, probabilmente rimane un periodo di soli sei anni. Pensa in realtà a quanto tempo sprecato nel corso della giornata in ogni sorta di attività banale per prenderci cura del nostro corpo.
Un grande lama ha detto nella sua biografia: "Ho trascorso i miei primi vent'anni a non dedicarmi mai veramente alla pratica, per i successivi vent'anni ho detto: "Un giorno lo farò" e ho trascorso gli ultimi dieci anni dicendo: "Oh! Avrei voluto praticare prima! È così che ho sprecato una vita umana perfetta".
Naturalmente ci sono le eccezioni, persone che fin dalla prima infanzia sono interessate a studiare e migliorare sé stesse. Ma la maggior parte di noi non è così e, nei primi venti anni, non si dedica quasi mai ad alcun lavoro serio di auto-miglioramento. Nei prossimi vent'anni della nostra vita siamo coinvolti nel sistemarci, nel guadagnarci da vivere e poi procrastiniamo sempre, dicendo: "Prima devo sistemarmi e fare tutte queste cose". Quindi passano dieci anni, poi trenta e poi quaranta. Quindi iniziamo a pensare: "Ora sto invecchiando, non posso fare nulla: non riesco più a vedere bene, quindi non posso sforzare gli occhi. Non riesco a sentire molto bene ed è difficile capire quello che si dice" e così rinunciamo alle nostre aspirazioni a imparare.
Ciò dimostra quanto sia difficile realizzare effettivamente una vita spirituale, è molto più semplice viverne semplicemente una mondana. Se vogliamo davvero condurre una vita spirituale, non possiamo sempre rimandare o rimandare a quando saremo più grandi. Scopriremo che non saremo in grado di fare ciò che speravamo e avremo solo un grande rimorso, desiderando di esserci allenati prima. Se vogliamo condurre una vita spirituale, religiosa, dobbiamo farlo fin d’ora con grande determinazione.
Dobbiamo pensare: "In questa vita ho incontrato sia gli insegnamenti hinayana che mahayana e, all'interno di quelli mahayana, ho incontrato sia il sutra che il tantra". Dobbiamo capire che la responsabilità è in ognuno di noi. Il Buddha ci ha mostrato cosa fare, quale percorso seguire e non possiamo affidare la responsabilità a qualcun altro. Se lo seguiamo o no dipende completamente da ognuno di noi.
La natura della vita è l'instabilità, il cambiamento momento per momento. La forza della vita è piuttosto debole e non vi ci si può affidare. Come esseri erranti la cui durata della vita passa e si disintegra continuamente, quando realizziamo la nostra situazione ci rendiamo conto di essere sul punto di terminare questa vita. È veramente patetico se viviamo ignorando completamente questa realtà.
Tutto ciò indica il fatto che la morte arriverà di sicuro. Nessuno in questo mondo, non importa quanti miliardi di persone ci possono essere, nessuno di loro esisterà tra qualche secolo, anche se la popolazione della terra potrebbe aumentare notevolmente. Se consideriamo le persone di questo pubblico tra cento anni, forse alcuni dei bambini potrebbero essere ancora in giro, ma il resto di noi sarà sicuramente morto allora! Se pensiamo che cosa accadrà a questo edificio e al resto degli edifici qui intorno tra qualche secolo, probabilmente anche questi non ci saranno più, come un albero deciduo potrebbe essere pieno di foglie, ma quando arriva l'inverno cadono a terra. Il mondo è in continua evoluzione. Se ci svegliamo molto presto la mattina poco prima dell'alba, è molto fresco, poi il sole sorge muovendosi attraverso il cielo senza fermarsi per un momento. La nostra vita è così: il giorno e la notte continuano a trascorrere senza mai fermarsi.
L’incertezza del momento della morte
Nella storia ci sono leggende di esseri immortali in un lontano passato che hanno vissuto una vita incommensurabile, ma oggigiorno di certo non esiste più nessuno del genere. Moriremo tutti ma non c'è certezza del tempo in cui arriverà la morte e questo è il secondo punto. È molto chiaro che, non importa dove andiamo nel mondo, non c'è certezza su quando finirà esattamente la nostra vita. Non ci riferiamo qui ad altri continenti, come presentato nella Tesoreria della conoscenza. La realtà è che, proprio qui su questa terra, la durata della vita è non definita.
Pensiamo che molte persone in questo mondo non sono disposte ad affrontare la realtà della morte. Molti anziani in pensione sono completamente riluttanti ad accettare il fatto che stanno per morire, trascorrono il loro tempo come turisti in viaggio per il mondo, vestendosi in modo molto fantasioso, truccandosi molto e cercando di sembrare giovani, nel tentativo di fuggire dalla realtà delle loro vite. Tuttavia dovrebbero preparare le loro menti su quando e dove giungerà la morte.
Una volta dopo un esame medico il dottore mi disse: "Al cento per cento è garantito che vivrai fino all'età di sessant'anni". Ma ho restituito la garanzia; ciò che è certo è che nessuno potrà mai garantire ciò che accadrà o non accadrà in un determinato periodo di tempo.
Un punto importante è che ci sono molte più circostanze che causano la morte rispetto a quelle che sostengono la vita, come le malattie e così via. In realtà non dobbiamo cercare all’esterno le cause della morte: sono tutte presenti nel nostro continuum mentale; anche le circostanze che normalmente sostengono la vita possono causare la morte. Ad esempio, mangiamo per vivere ma mangiare può causare difficoltà allo stomaco, alla digestione, al fegato e così via. Mangiando qualcosa per mantenerci in vita potremmo causare la nostra morte.
Il punto successivo riguarda il nostro corpo, la sua debolezza e fragilità, come potrebbe rompersi in qualsiasi momento: non è forte né in grado di resistere a tutto. Se consideriamo varie strutture costituite da diversi elementi – edifici, montagne, ecc. – anche se ci sembrano molto forti, si consumano a causa del lavorio di vento e acqua; non c'è quindi bisogno di dire che il nostro corpo si consuma e muore. Il cuore batte continuamente, ma se si fermasse per un minuto moriremmo. Lo scheletro ricoperto di pelle sembra bello, ma sotto la pelle è molto delicato e fragile. Se osserviamo e ci immergiamo nella delicatezza e la complessità del corpo umano, è abbastanza comprensibile pensare che sia così incredibile che solo Dio avrebbe potuto crearlo. Se guardiamo davvero il corpo umano, è davvero fragile e delicato e, poiché la vita può passare davvero rapidamente – e sicuramente così sarà – dobbiamo applicarci alla pratica del Dharma.
Nulla è utile al momento della morte tranne il Dharma
La linea guida seguente è che nulla sarà utile al momento della morte, tranne il Dharma. Dobbiamo essere molto certi rispetto al fatto che, al momento della morte, nulla sarà di aiuto tranne l'allenamento spirituale nel Dharma. Nessuno degli oggetti materiali e delle varie cose che potremmo aver accumulato sarà di alcun aiuto al momento della morte: dovremo lasciare tutto. Anche se fossimo state le persone più ricche del mondo, non ha importanza quanti soldi abbiamo in banca o in investimenti, al momento della morte non potremmo certo portarli con noi. Non c'è assolutamente alcuna speranza.
Lo stesso vale per parenti e amici, i quali non potranno essere di alcun aiuto al momento della morte. Ci potrebbero essere persone che sembrano così devote, disposte a sacrificare la loro vita per noi, ma in realtà non possono farlo. Se tutti devono morire, loro a che servono? Quando arriverà la fine della mia vita, se dico "Sono un monaco" o "Sono il Dalai Lama" ciò non terrà la morte lontano da me. Dovrò affrontare la mia morte da solo. In quanto si nasce non si può non morire, da soli, quando giungerà il momento. Con tutte le persone che Mao Zedong aveva attorno a sé, l'enorme esercito che aveva radunato, tutto il potere che aveva, al momento della sua morte nessuno dei suoi soldati fu in grado di aiutarlo o di andare con lui, e dovette affrontare la morte completamente solo.
Questo corpo con cui ognuno di noi è così intimamente connesso sperimentando calore, freddo, fame e sete, alla fine dovrà separarsi dalla mente. Consideriamo il nostro corpo così importante, eppure si trasformerà in un cadavere. Un cadavere di solito ci fa sentire abbastanza nauseati, lo consideriamo sporco e contaminante, ma da dove viene un cadavere? Viene dal nostro stesso corpo. Da dove pensi che venga la sporcizia di un cadavere? Il corpo che si trasforma in un cadavere non ci sarà di alcun aiuto al momento della nostra morte. Quindi è molto chiaro che né corpo né ricchezza, amici e parenti, niente di tutto ciò ci sarà di alcun aiuto al momento della morte.
Senza pensare alla morte, le persone continuano ad accumulare cose, custodendole in scatole di plastica vuote o di legno. Quando vedono una bella scatola vuota la raccolgono e continuano a collezionare cose, senza motivo, solo per lasciarsi poi tutto alle spalle.
Abbiamo stabilito che il nostro continuum mentale continua dal passato alle vite future, ed è su questa base che etichettiamo "me" e così via. Quindi il continuum mentale è qualcosa che continua, incapace di trasportare qualsiasi tipo di oggetto materiale. Tutto ciò che può continuare su quel continuum mentale sono le varie potenzialità accumulate in questa vita. Se costruiamo potenzialità costruttive e vari tipi di forza positiva, ciò andrà a beneficio delle vite future. I potenziali sono qualcosa che possiamo costruire attraverso la pratica del Dharma.
Consideriamo le varie circostanze che possono verificarsi al momento della morte. Potremmo avere qualche malattia e che i dottori dicano: "Non c'è nulla da fare, sarà una lunga malattia". Quanto potremmo sentirci a disagio e come diventeremo sempre più disperati quando ci rendiamo conto che moriremo. L'ultimo giorno della nostra vita saremo sdraiati sul letto, terrorizzati, mentre i segni si raccolgono, guardando la vita che scorre via. Non c'è niente che possiamo fare: non abbiamo alcun controllo sul processo. Mangiamo il nostro ultimo pasto e le medicine non hanno alcuna capacità di aiutarci. Tutto diventa sempre più patetico, vogliamo parlare ma non possiamo, le nostre labbra sono tutte secche. La nostra capacità di vedere, sentire e annusare viene meno, quindi la nostra capacità di respirare e poi semplicemente moriamo. Qualunque bel nome avremmo potuto avere in vita, diventerà il fu Tashi, il povero Kunzang, ecc.
Quindi, se pensiamo alle circostanze della nostra morte imminente e al modo in cui accadrà, dobbiamo avere la ferma convinzione che solo un qualche tipo di pratica spirituale potrà essere di aiuto allora. La pratica spirituale più efficace consiste nello sviluppare i due tipi di bodhichitta: quella relativa e quella più profonda. Pensando così a come arriveranno morte e impermanenza, dovremmo risolverci fortemente a sviluppare bodhichitta.
Il karma: causa ed effetto comportamentale
Il punto seguente nei preliminari è relativo al karma, causa ed effetto comportamentale. Dopo la morte, ci sono solo due direzioni in cui possiamo andare: in alto o in basso – verso stati di rinascita migliori o peggiori. Poiché il continuum mentale ha continuità, sicuramente prenderà rinascita e per quale potere lo farà? Per l'influenza del karma, ovvero le cause che sono state accumulate.
Le leggi del karma
Ci sono varie citazioni nella Ghirlanda preziosa di Nagarjuna sulla certezza del karma. Se abbiamo accumulato forza positiva con atti costruttivi, l'unico risultato che può derivarne è la felicità. Se abbiamo compiuto atti distruttivi e costruito forza negativa, l'unica possibilità che può derivarne è l'infelicità e i problemi. Questo è qualcosa di definito e sicuro. Qualunque sia il tipo di forza karmica che abbiamo accumulato, i risultati saranno conformi a quello.
Il prossimo punto riguarda l'aumento degli effetti karmici. Con una piccola azione, possiamo ottenere un risultato eccezionale. Da atti positivi possono derivare grandi risultati positivi e da atti distruttivi possono derivare risultati estremamente negativi. È anche possibile che, a seguito di una piccolissima azione negativa, seguirà un grande disastro. Lo abbiamo visto nei vari resoconti nei testi, in cui qualcuno chiamò un monaco in un brutto modo “scimmia” o “idiota”, rinascendo così per centinaia di vite come quell’animale con cui aveva chiamato il monaco. Questi sono esempi del fattore dell’aumento.
Per esempio, se abbiamo il seme di un albero o di una pianta medicinale, il seme stesso avrà quelle qualità medicinali. Se è il seme di una pianta velenosa, il seme stesso sarà velenoso. Quindi, da un seme velenoso crescerà una pianta velenosa, e da un seme medicinale crescerà una pianta medicinale. Allo stesso modo, qualcosa di grande come una quercia, cresce da un piccolo seme come una ghianda. Questi sono esempi adatti per le caratteristiche del karma.
Come disse Shantideva nel Compendio degli addestramenti “Se qualcosa è utile a lungo termine ma dannoso nell’immediato, vale la pena farlo perché dobbiamo pensare in termini di effetti a lungo termine. Ma se qualcosa è utile solo a breve termine e dannoso a lungo termine, allora potremmo non farlo". Naturalmente, non è necessario dirlo per qualcosa che è dannoso sia a lungo che a breve termine.
Pensa all'esempio dell’uccidere un animale per desiderio della sua carne, o un nemico per rabbia. A breve termine, proveremo sollievo e potremmo sentire una fugace felicità. Ma a lungo termine, potremmo dover affrontare le conseguenze dell'omicidio che porteranno sicuramente molta infelicità e sofferenza. D'altra parte, se proteggiamo e salviamo la vita di qualche creatura che sta per essere uccisa, ciò porterà solo felicità come conseguenza – nel lungo e nel breve termine. Da un piccolo seme cresce un grande albero e, allo stesso modo, da una piccola azione possono derivare grandi risultati. Quindi è vero che una grande felicità o sofferenza può provenire da piccole cause.
Ecco una citazione che mostra come il karma e i vari potenziali sono con noi: “Come l'ombra di un uccello lo accompagna ovunque vada, sebbene questo possa volare molto in alto e la sua ombra potrebbe non essere chiara sul terreno, è sempre con l'uccello. Quando l'uccello atterra, la sua ombra diventa chiara". Allo stesso modo i potenziali del karma che abbiamo accumulato vanno e vengono con noi ovunque andiamo, lungo la continuità delle nostre vite. Anche se potrebbe non essere chiaro ora come maturano tuttavia, a un certo punto, man mano che andiamo avanti, questi potenziali diventeranno di nuovo chiari.
Consideriamo vari tipi di azioni che potremmo intraprendere – come chiamare qualcuno con un brutto nome – che recano infelicità agli altri. A nessuno piace essere chiamato con un brutto appellativo, ciò provoca infelicità e crea in noi un potenziale negativo per ulteriori azioni distruttive che non scomparirà. Il punto è che il karma non viene perduto: è solo una questione di tempo, fino a quando non matura.
Esistono diverse forze opponenti che possiamo applicare e diversi metodi per evitare di dover sperimentare le conseguenze negative delle nostre azioni. Possiamo compiere azioni costruttive per contrastarle, azioni che costruiamo gradualmente, non solo atti spettacolari come sacrificare il nostro corpo e cose del genere. Come si dice in Impegnarsi nella condotta del bodhisattva, dobbiamo iniziare dal piccolo fino a arrivare ad atti più vasti. Non dobbiamo scoraggiarci quando leggiamo le azioni dei grandi eroi spirituali, i bodhisattva che hanno sacrificato i loro corpi e così via. Possiamo pensare a come hanno iniziato, proprio come noi, compiendo piccolo gesti positivi. La stessa cosa vale per l’abbandono delle azioni distruttive e abitudini distorte: iniziamo dal piccolo impegnandoci a eliminare le cattive abitudini, lentamente. Questo conclude il punto su come i risultati aumentano in relazione alle nostre azioni.
Il punto successivo è che, se abbiamo compiuto una determinata azione ne sperimenteremo il risultato e, se non abbiamo compiuto una determinata azione, non ne sperimenteremo il risultato. Se non abbiamo compiuto un'azione non ne sperimenteremo le conseguenze, indipendentemente dal fatto che il risultato possa essere felicità o infelicità. Se non abbiamo posto le cause, non sperimenteremo il risultato e, se abbiamo compiuto un'azione, non sarà invano. Che si tratti di un potenziale positivo o negativo che abbiamo sviluppato, non maturerà fino a quando non incontreremo le circostanze che lo faranno maturare e nel frattempo non scomparirà. È solo questione di tempo, fino a quando non matura.
Il prossimo punto ci dice come, se abbiamo accumulato potenziale positivo da azioni costruttive e poi ci siamo arrabbiati molto, ciò devasterebbe e indebolirebbe estremamente il potere di quella forza positiva. Quindi, a meno che non accada qualcosa che distrugga completamente la forza di ciò che abbiamo costruito, quando sono presenti le circostanze il potenziale che abbiamo accumulato maturerà come lo abbiamo accumulato.
Le attuali circostanze esterne dei tibetani che hanno perso il loro paese corrispondono a cause interne. Un lungo accumulo di azioni distruttive ci ha fatto perdere il nostro paese, vivere in esilio e sperimentare difficoltà. Pensate alla situazione in Africa, tremende siccità e carestie o milioni di persone infettate e morte per un virus. Ciò ha a che fare con le dinamiche karmiche mondiali, che provengono dalle varie forze nei continua mentali dei vari umani. Ovviamente, potremmo includere gli animali anche se tutto dipende principalmente dai potenziali nei continua mentali umani che appartengono alla categoria del karma condiviso, o karma generale. Questi provocano cambiamenti nel karma mondiale e causano eventi come le tremende siccità e carestie in Africa.
Anche in siffatte situazioni in cui vi è un disastro su vasta scala, scopriamo che ci sono alcuni individui che sopravvivono e non sperimentano molte difficoltà: questo proviene dai loro potenziali individuali e dal karma. Quando viviamo situazioni terribili dobbiamo pensare che è per via di ciò che abbiamo commesso in passato, ai potenziali che abbiamo accumulato. Quando pensiamo così la nostra mente può essere un po' più rilassata, meno tesa e disturbata dalla difficile situazione in cui potremmo trovarci.
Sviluppare la disciplina interiore
Possiamo quindi riflettere: “Proprio come ora nel presente voglio felicità e non voglio sofferenza e problemi, anche in futuro continuerò ad avere questa stessa natura – non vorrò problemi. Vorrei anche essere felice in futuro, quindi dovrò fare qualcosa a riguardo ora”. Pensando così non ci sarà bisogno di prigioni, leggi civili e polizia per impedirci di essere ribelli. Scopriremo che il nostro senso di responsabilità, sapendo che dovremo subire le conseguenze delle nostre azioni, ci impedirà di derubare, imbrogliare, uccidere e intraprendere quelle azioni che ci porteranno solo grandi sofferenze in futuro.
Se abbiamo una disciplina interiore, non sono necessarie restrizioni esterne. Ci sono ancora molti luoghi in India dove le persone non hanno bisogno di chiudere a chiave le porte e, in caso di furto, sentono che è una vergogna per l'intera comunità perché la disciplina interiore dell’astenersi da tali attività illegali significa molto per loro. Il modo migliore è avere una propria autodisciplina senza dover dipendere da qualcun altro che controlli le nostre azioni. Se osserviamo in Occidente le sofisticate forze di polizia con walkie-talkie e ogni sorta di attrezzatura elettronica, sembra che più forte è polizia in tali luoghi, maggiore è il tasso di criminalità. Le persone prive di disciplina interiore possono commettere reati, quindi è chiaro che le restrizioni e le forza esterne non impediscono di commettere reati, sono infatti le forze interne che causano azioni contrarie alla collettività.
I cinesi hanno dovuto rafforzare le leggi e il controllo delle attività delle persone. Tuttavia, senza l’entusiasmo e la cooperazione interiore, è molto difficile portare la legge e l'ordine in una società. Sembra che il tentativo di ottenere il controllo attraverso le forze di polizia e simili diventi causa di ulteriori abusi del sistema. Questo perché la polizia e gli stessi carcerieri commettono più crimini. Pertanto, è estremamente importante porre l'accento sul nostro senso interiore di responsabilità per le nostre azioni, nonché sui risultati finali di tali azioni.
Le suddivisioni del karma: le dieci azioni distruttive
Nella Tesoreria della conoscenza ci sono varie divisioni del karma: karma che deriva dalle azioni di corpo, parola e mente; azioni i cui risultati sono certamente sperimentati e quelli che non hanno tale certezza. Ci sono risultati che sono sicuramente sperimentati in questa vita, o nella nostra prossima o in quella successiva, o nelle vite seguenti. Queste sono alcune delle molte divisioni nella presentazione del karma.
Sebbene esistano molti tipi di azioni karmiche relative agli infiniti tipi di esseri, possono essere condensati in dieci principali: tre fisiche, quattro verbali e tre mentali. Quando osserviamo queste dieci dal punto di vista delle azioni negative ci sono le dieci azioni distruttive e quando ci tratteniamo dal commetterle compiamo le dieci azioni costruttive. È estremamente importante avere convinzione nelle leggi di causa ed effetto comportamentale e nel processo che ne deriva, in termini di azioni costruttive e distruttive. Questo è uno dei punti principali degli insegnamenti buddhisti.
Prendiamo l'azione distruttiva dell'uccidere. Si scompone in intenzione, riconoscimento dell'oggetto, atteggiamento disturbante coinvolto, come desiderio o rabbia e azione di completamento. Prendere una vita è una delle azioni più pesanti che possiamo commettere; anche un piccolo insetto ha a cuore la sua vita più di ogni altra cosa. La maggior parte dei tibetani, anche nella prima infanzia, afferma che uccidere un piccolo insetto è qualcosa di molto sbagliato e negativo. Anche se i bambini potrebbero non sapere cosa significano queste parole, tuttavia fin dall'infanzia conoscono la frase "Uccidere un piccolo insetto è una brutta cosa da fare". È fantastico che dei bambini piccoli dicano cose del genere.
Per quanto riguarda l'uccisione di animali per le loro carni, dobbiamo certamente evitare di mangiare carne ottenuta in modo diverso dalle maniere menzionate nei tre riconoscimenti. Secondo le regole del vinaya, la disciplina monastica, i monaci e le monache malati possono mangiare carne se serviti a loro, purché abbiano i seguenti tre riconoscimenti: riconoscono che (1) non hanno visto l'animale essere ucciso appositamente per loro, (2) non hanno sentito che l'animale è stato ucciso appositamente per loro e (3) non hanno dubbi sul fatto che la carne sia stata ottenuta da un animale che è deceduto per morte naturale o sia stata acquistata correttamente al mercato. Non ordiniamo che gli animali vengano macellati per noi, di proposito. È un conto se ci troviamo in un luogo dove c'è un'enorme quantità di carne disponibile, ma se la carne non è prontamente disponibile o se pensiamo che potrebbe essere uccisa per il nostro particolare beneficio, possiamo provare a ridurre il più possibile l'assunzione di carne. Per quanto mi riguarda, nel 1965 per due anni ho smesso di mangiare carne completamente tuttavia, per delle difficoltà causate dall'epatite, non sono riuscito a evitare il consumo di carne. È comunque meglio smettere di mangiare carne se ciò non influisce sulla nostra salute.
Anche rubare è molto negativo, così come la condotta sessuale impropria, come avere rapporti sessuali con il partner di qualcun altro. Questo è estremamente distruttivo specialmente se nascono figli, causa molte complicazioni. Dobbiamo evitare di impegnarci in questi tipi di relazioni al di fuori della coppia.
Poi ci sono le azioni negative della parola: mentire, usare parole che dividono, offensive e parlare a vanvera, come spettegolare. Quest'ultima non sembra così negativa, tuttavia rovina la reputazione ed è una grande perdita di tempo. Poi ci sono le azioni negative della mente, che includono l'essere bramosi, l’avere pensieri malevoli e il pensare in modo scorretto.
La brama è molto difficile da controllare. Il vicino di una persona aveva una bella radio e un registratore. Gli fu chiesto, "Fammele vedere per un po' " e poi questa persona sviluppò un'enorme voglia di possederle. Pensare male degli altri è un pensiero malevolo, come quando non ci piace qualcuno e così, mentre passa, desideriamo che inciampi e cada. Pensare scorrettamente significa ripudiare ciò che esiste nella realtà e accettare ciò che non esiste.
Ad esempio, i cinesi non accettano varie cose che realmente esistono e hanno una visione completamente materialistica. Alcune persone non accettano la coscienza e, anche se la accettano, non accettano che la coscienza abbia continuità nelle vite precedenti e future. Sulla base di ciò, negano il valore delle azioni positive e negano l'esistenza della liberazione e così via.
Per quanto riguarda le azioni costruttive, ad esempio, quando sorge la situazione reale in cui stiamo per uccidere, e in quel momento pensiamo agli svantaggi e ci tratteniamo dal farlo effettivamente, questa è l'azione costruttiva effettiva di astenersi dall'uccidere. L'azione costruttiva di fermarsi dall'uccidere non si verifica solo in generale quando non c'è una situazione in cui potremmo uccidere. Deve avvenire in un momento in cui potremmo effettivamente uccidere qualcosa e sorge il pensiero che ci impedisce di farlo. Le dieci azioni costruttive sono tali tipi di atti.
Per quanto riguarda la calunnia e la menzogna, ci sono alcune persone a cui piace sempre dire bugie o semplicemente aggiungere qualche parola. Ma anche se non ci preoccupiamo della pratica del Dharma, dobbiamo occuparci della nostra reputazione. Inoltre, è importante non ingannare gli altri, quindi è molto negativo sviluppare l'abitudine di mentire. In quel caso, indipendentemente da ciò che facciamo, è estremamente importante stare attenti al nostro comportamento, essere moderati e calmi, essere gentili e disponibili con gli altri. Guardate l'esempio di formiche e api, in inglese vengono chiamate "insetti sociali" perché vivono in grandi comunità. Dobbiamo dire che anche gli esseri umani sono animali sociali. Viviamo nella società e quindi è necessario essere premurosi verso gli altri.
Gli animali e gli insetti sociali, di fronte a un nemico esterno, si difendono. Litigano poco tra loro e, quando lo fanno, risolvono immediatamente. Dobbiamo cercare di praticare la tolleranza dall'interno e quindi di estenderla alle altre comunità. Se tutti dobbiamo lavorare e vivere insieme, ingannarci a vicenda non è di alcun aiuto, vero? Se fossimo totalmente indipendenti, se potessimo vivere come capre di montagna che non devono dipendere l'una dall'altra per sopravvivere, allora sarebbe un'ottima cosa da fare. Ma finché dovremo dipendere da altri esseri umani per aiuto e gentilezza, dovremo imparare a convivere con loro. Dobbiamo imparare i mezzi per una convivenza pacifica.
Dato che viviamo in questa società e tutti vogliono la felicità, l'unico modo per ottenerla è cooperare tutti insieme, in modo che ci siano stretti legami e armonia tra tutti. Dove ciò non esiste, anche all'interno di una famiglia, quando non c'è un legame stretto e armonia, semplicemente non funziona e causa molta infelicità e discordia. Se tutti sono armoniosi, allora c'è una buona possibilità che la felicità arrivi a tutto il gruppo.
Questo è l'errore peggiore che i comunisti cinesi hanno commesso diffondendo dubbi e sospetti tra parenti, tra bambini e genitori, tra le persone. Qui è dove non sono riusciti a diffondere gli obiettivi ideali del socialismo e del comunismo. I cinesi sono davvero piuttosto pietosi, negano la religione e altre cose interamente per ignoranza e non sanno cosa stanno facendo. Non c'è nessuno in questo mondo che non si preoccupi di sé, ma quando i governi comunisti cercano di portare il socialismo con le pistole, mostrano che non hanno alcun rispetto o considerazione per l'individuo e scarsa preoccupazione sincera per gli altri. Come possono raggiungere i loro obiettivi?
È importante fare davvero uno studio attento e un'indagine su causa e effetto comportamentale. Ci sono molte persone istruite qui, ghesce e altri, che sono coinvolti in questo e che potrebbero essere molto interessati a studiare qual è la connessione tra elementi esterni e interni, processi esterni e interni di causa ed effetto. Tutti questi devono essere investigati con molta attenzione. Questo completa la nostra discussione su causa e effetto comportamentale.
I difetti del samsara
Il quarto preliminare riguarda le sofferenze e i problemi del samsara, la rinascita incontrollata e ricorrente; dei due tipi di sofferenza, quello delle singole classi di forme di vita e della sofferenza generale, che si riferisce all'esperienza generale della sofferenza. Può essere diviso in sei tipi di sofferenza e problemi.
Il primo punto è che non c'è certezza nel samsara. Il nostro stato può sempre cambiare. Abbiamo avuto infinite vite e così gli amici delle vite precedenti diventeranno nemici in questa e i nemici delle vite passate sono nostri amici in questa. Possiamo vedere accadere la stessa cosa anche in una sola vita; così dobbiamo pensare a quelli che sono gentili e cattivi con noi e guardare come li etichettiamo come amici e nemici su tale base. Non c'è certezza che qualcuno agirà bene o male nei nostri confronti – può cambiare. Questo è molto facile da vedere quando qualcuno che chiamiamo il nostro più caro amico ci dice qualcosa e, sulla base di ciò, i nostri sentimenti per quella persona cambiano rapidamente. In primis, abbiamo dei dubbi su quali siano realmente i suoi sentimenti e poi iniziamo ad avere ogni sorta di pregiudizi su di lei: molto rapidamente questa persona si trasforma in un nemico che potremmo odiare. Dobbiamo così renderci conto che nessuno è un amico o un nemico assoluto che rimarrà sempre in quella categoria.
Il punto successivo è che non c'è soddisfazione nel samsara. Uno dei frutti più meravigliosi che potremmo avere è la soddisfazione o la contentezza. Ma è molto raro. Qualcuno potrebbe avere enormi somme di denaro o ricchezza materiale, ma se nella loro mente non si accontentano di ciò, sperimentano lo stesso tipo di sofferenza dell’indigenza. Non importa quanto hanno, nella loro mente sono poveri e soffrono.
Dobbiamo anche pensare a tutte le varie vite e corpi che abbiamo avuto. Se avessimo avuto vite umane sempre, dal tempo del Buddha fino ad ora, quanti corpi avremmo preso? Se ci pensiamo: nasciamo, proviamo ad accumulare un'enorme quantità di beni, moriamo; allora nasciamo di nuovo, accumuliamo più cose, moriamo di nuovo; nasciamo, accumuliamo altre cose, moriamo di nuovo. Si ripete sempre. Se pensiamo a tutto il latte che abbiamo bevuto, l'oceano non è abbastanza grande da contenerlo tutto. Se avessimo cinquant'anni, proviamo a immaginare tutto il cibo che abbiamo mangiato in questi cinquant'anni, probabilmente abbastanza per riempire questo tempio. E è stato tutto evacuato sotto forma di feci. Quante feci hai evacuato in questa vita?
Se non siamo stati in grado di approfittare di questa esistenza, allora è come sprecare la nostra energia e i nostri denti: abbiamo inutilmente causato molto dolore alle nostre mascelle masticando cibo. Quindi vedete che è abbastanza importante provare a vedere la realtà della situazione in cui viviamo, perché il non essere consapevoli della realtà provoca molti problemi. Se siamo nati in questa vita come un maiale, quali buone qualità abbiamo? Dicono che i maiali nascono per essere macellati e questo è abbastanza vero. Anche senza macellarli, potrebbero essere tenuti per avere un po' di piacere, ma cosa farsene di maiali o maialini? Non c'è bellezza nella loro forma, sono sporchi, solo patetici e pietosi. Quando le persone vedono un cucciolo o un gattino, dicono: “Oh, che carino!" Ma quando vedono piccoli maialini che mangiano immondizia e feci, non dicono: "Che carini!" ma solo si tappano il naso. Quindi se non abbiamo fatto uso della nostra vita e abbiamo trascorso la nostra vita mangiando un'enorme quantità di immondizia come i maiali, a che pro? Lo facciamo da vite senza inizio.
Consideriamo tutte le volte in cui i tibetani hanno combattuto contro i cinesi: a volte i tibetani hanno catturato i cinesi, legandoli per i capelli e sedendovici sopra; hanno usato anche molti altri modi brutali di tortura. Questo è nei libri di storia; se guardiamo alcuni resoconti del passato possiamo trovare alcuni fatti sorprendenti e orribili che si sono verificati.
Nelle opere raccolte del Quinto Dalai Lama, troviamo il racconto di un attendente del Primo Dalai Lama che rinacque come un uccello. Se riusciamo a credere a queste storie, questa persona rinacque in seguito come il grandissimo guru Suchicho attraverso diverse rinascite. Da questo esempio possiamo vedere che siamo nati qui e poi lì, in tutte le situazioni, proprio come in un gioco per bambini, atterrando in luoghi diversi su una tavola. Oppure, come nel gioco d'azzardo del lancio dei dadi, prendiamo costantemente nascita per la forza delle nostre afflizioni e del nostro karma.
Se questa situazione fosse proprio come una pianta o un albero in un campo – la tagliamo e cresce, la tagliamo e cresce – non avrebbe senso. Non c'è niente che l'albero possa fare se non crescere ed essere abbattuto costantemente, crescere ed essere abbattuto. Ma nel nostro caso si può fare qualcosa a riguardo perché le nostre mutevoli situazioni di rinascita sono sotto l'influenza del nostro continuum mentale e il continuum mentale è sotto l'influenza dei vari impulsi e potenziali karmici che vi si formano. Quindi possiamo effettivamente fare qualcosa per cambiare i potenziali al fine di rompere la dinamica, non siamo semplici marionette.
Abbiamo preso molti diversi tipi di rinascita, ma quante volte siamo stati effettivamente in grado di cogliere l'essenza di una rinascita rendendola significativa e quante vite abbiamo sprecato? I milioni e i miliardi di rinascite che abbiamo vissuto senza trarne vantaggio – è davvero patetico. Dobbiamo pensare a come abbiamo preso innumerevoli corpi, ma finora non ne abbiamo mai tratto vantaggio, e in questo modo dobbiamo sviluppare un senso di disgusto con noi stessi.
Essere nati più e più volte, senza tregua, prendendo innumerevoli corpi, buoni e cattivi, ancora e ancora – cercare di comprendere questo infinito ciclo di nascite, contemplarlo, può essere una base per sviluppare la rinuncia, una determinazione a essere liberi dall'incontrollabile ciclo ricorrente di nascita e morte.
Il punto successivo riguarda il modo in cui le persone possono perdere il proprio status e passare da un livello alto a un basso o da un livello basso a uno elevato. Gli esseri nati come umani possono essere grandi sovrani, alti funzionari e così via ma poi, a causa delle circostanze, diventare schiavi o gli esseri nati come dèi possono cadere nei regni inferiori. Possiamo vedere molto chiaramente dagli esempi di persone che ci circondano come si può cadere dall'alto al basso o passare dal basso all'alto. Quindi abbiamo bisogno di guardarci e considerare la nostra situazione: abbiamo una base operativa di un corpo con una rinascita superiore e, tra le rinascite superiori di umani e dèi, abbiamo una rinascita umana che è la migliore.