Addestramento mentale per l’ambito iniziale del Lam-rim

Versi da 1 a 7

Trarre vantaggio dal trovarsi in un luogo sacro

Come ho spiegato ieri, ci troviamo in un posto speciale dove il Buddha manifestò la sua illuminazione e dove sono stati molti esseri illuminati. Nagarjuna e i suoi due figli spirituali, ad esempio, e anche molti tibetani, hanno vissuto qui a Bodh Gaya. Ad esempio, Sanggye Yeshe venne qui molto tempo fa dal Kham e divenne l’abbate del suo monastero. Molti altri arrivarono anche da posti differenti e, grazie all’ispirazione di questo posto, ricevettero molte intuizioni. Questa è una caratteristica speciale di questo luogo sacro. Quindi se noi, trovandoci qui, abbiamo una motivazione forte e appropriata, e se preghiamo molto, allora con tanta pratica adatta e molta perseveranza gioiosa, possiamo anche accumulare molta forza positiva.
 
Specialmente per quelli tra di voi che sono venuti qui dal Tibet, sebbene le condizioni lì siano molto difficili, avete bisogno di trarre tutto il vantaggio possibile dall’essere ora in questo posto sacro, al fine di ottenere molta forza positiva. Tutti noi qui siamo molto fortunati. In un tempo del genere, con illusioni così dilaganti nel mondo e così tanto desiderio e odio, è estremamente prezioso avere l’opportunità di seguire gli insegnamenti del Buddha sulla compassione, l’amore, eccetera. Sebbene ci sia così tanta ricchezza nel mondo, in nessun modo i soldi possono comprarci la libertà dalla morte, dalla vecchiaia, e da altri problemi fondamentali. Siccome le sofferenze provengono dal lato della mente, allora le circostanze esterne, come la ricchezza, non possono eliminare tale sofferenza mentale. Pertanto è molto importante seguire metodi spirituali, e tra tutte le varie tradizioni, è davvero meraviglioso che avete questo interesse nel Buddhismo.
 
Osservate i molti occidentali che sono qui tra noi. Sono venuti grazie al loro interesse sincero nel Buddhismo. Meditano, recitano preghiere, praticano, e sanno molto. Il loro interesse nel Buddhismo deriva dal fatto che ci hanno riflettuto con la logica e il ragionamento. Per accettare gli insegnamenti buddhisti, li hanno prima di tutto analizzati. Vedendo i loro esempi, possiamo notare come questa opportunità di trovarci in un luogo così sacro come Bodh Gaya sia molto preziosa e importante. Qui diventiamo consapevoli di tutte le grandi azioni, atti e qualità degli Esseri Illuminati. Siccome trovarsi in un posto simile, un posto così favorevole per il comportamento e il pensiero costruttivo, è davvero molto raro, dobbiamo cercare di accumulare il più possibile forza positiva. Più facciamo cose costruttive in questo posto, più forza positiva accumuleremo, anche di più che altrove, semplicemente perché ci troviamo in questo posto speciale. Capite?

Consigli pratici per visitatori del Tibet

Mentre vi trovate qui, nonostante vendere cose non sia proibito, dovete essere onesti. Sebbene non sia un problema ricevere un po’ di profitto dalle vostre vendite, non siate avari o disonesti. Inoltre, quando fate le circumambulazioni, non perdetevi in chiacchiere, non fantasticate, ma siate attenti e rispettosi. E non gettate carte per terra e non andate in gabinetto in qualunque posto. Capisco che se siete in coda per usare il gabinetto, potreste dover aspettare per ore, e quindi dovete andare altrove; ma siate il più possibile puliti. Il Tibet è un paese freddo, mentre qui in India, a bassa quota, le condizioni sono differenti. Quindi semplicemente non sporcate dappertutto. Siate attenti e responsabili.

Inoltre, è positivo fare prostrazioni, piegati o distesi, ma fatele correttamente. Tenete le mani piatte per terra con i palmi rivolti verso il basso. Offrite candele, fate cose del genere. Questo è molto positivo, è eccellente. Dite preghiere, meditate, e anche se non avete una concentrazione esclusiva, ciò crea istinti molto buoni. La cosa più importante è avere una motivazione pura. Pertanto, abbiamo bisogno di esaminare le nostre menti e la nostra motivazione per ogni cosa che facciamo. Questo è molto importante. Dobbiamo cercare di diminuire il più possibile il potere delle nostre emozioni e atteggiamenti disturbanti.

La cosa migliore da fare consiste nello sviluppare un atteggiamento di considerare gli altri più importanti di noi, e di considerare noi stessi come non importanti. Questa è l’essenza del Mahayana. Abbiate un cuore affettuoso e gentile. Essere costruttivi nelle nostre azioni ed essere gentili, affettuosi ed amorevoli nel nostro cuore sono i punti reali. Se ci impegniamo in pratiche di Dharma esterne a causa di orgoglio, competizione, o invidia, ciò porta soltanto a forze karmiche negative. Pertanto, ciò che facciamo e perché lo facciamo è importante e cruciale. Abbiamo sempre bisogno di esaminare e correggere la nostra motivazione.

Stabilire la motivazione

Siccome ci troviamo in questo posto così sacro e speciale, dobbiamo cercare di avere una motivazione il più illuminata possibile. Rimanendo sempre consapevoli degli esempi del Buddha di sviluppare una determinazione di bodhichitta, dobbiamo cercare il più possibile di emularli. Se sviluppiamo un cuore gentile e una motivazione nobile in un posto simile, è di grande beneficio. Capite?

Come si dice nel testo Impegnarsi nel comportamento dei bodhisattva, cercate di non arrabbiarvi mai. Com’è spiegato in tale testo, nulla distrugge la forza positiva quanto la rabbia. Quindi cercate di non perdere mai la pazienza o non arrabbiatevi con nessuno. Cercate di domare e disciplinare le vostre menti affinché non siano rozze o violente. Invece di essere invidiosi delle azioni e dei risultati degli altri, gioite nella forza positiva di tutti quelli che sono qui. Recitate la Preghiera in Sette Rami e riflettete bene su tutti i suoi punti. Cercate di accumulare il più possibile forza positiva. Capite? E se possiamo accumularne un po’ qui insieme, le nostre vite diventeranno migliori, giusto?

Ora stabilite una motivazione di bodhichitta per ascoltare questi insegnamenti. Sono le 37 pratiche dei bodhisattva di Togme Zangpo e questo testo si suddivide in tre parti: l’inizio, la discussione effettiva, e la conclusione. La discussione effettiva si suddivide nei tre livelli di motivazione, come spiegati nel lam-rim, lo “stadio graduale”. Per prima cosa abbiamo il livello iniziale di motivazione.

La preziosa vita umana

(1) La pratica di un bodhisattva è, in questo momento in cui abbiamo ottenuto la grande nave (di una rinascita umana) con tregue e arricchimenti, difficile da trovare, di ascoltare, pensare, e meditare risolutamente, giorno e notte, per liberare noi stessi e gli altri dall’oceano del samsara che si ripete in modo incontrollabile.

Il Dharma è un sistema di metodi che rendono pacifica una mente turbolenta e che domano una mente non domata. Tutti noi siamo uguali nel volere la felicità e nel non desiderare nessuna sofferenza, e il Dharma è ciò che determina questo. Ma le persone non sanno come praticarlo. Se esaminiamo i nostri corpi umani, sebbene potremmo pensare a loro semplicemente al loro essere nella categoria o il lignaggio dei nostri genitori, se esaminiamo più in profondità, possiamo notare che si trovano nella categoria di avere tregue e arricchimenti. Tregue significa avere la libertà di praticare il Dharma, e osserviamo noi stessi qui. Noi abbiamo la libertà di venire qui e di praticare il Dharma, giusto? Non siamo sordi: non ci mancano varie facoltà che ci impedirebbero di ascoltare gli insegnamenti eccetera. Abbiamo tutte le condizioni favorevoli per la pratica, e ciò che non è favorevole non si trova qui. Abbiamo effettivamente otto tregue e dieci fattori arricchenti.

Molte persone nel mondo hanno una nascita umana, ma poche hanno l’indipendenza e la libertà di praticare il Dharma. Siamo molto fortunati, quindi, ad avere un’opportunità così rara. Inoltre ci sono maestri spirituali disponibili e presenti nel mondo, che seguono l’esempio del Buddha e portano avanti le sue azioni. Questi effetti benefici che stiamo sperimentando ora derivano da cause simili ad essi in passato. In altre parole, la nostra buona fortuna ora deve provenire da cause costruttive che abbiamo attuato in precedenza. Pertanto, per ottenere tali opportunità e una simile base di lavoro in futuro, abbiamo bisogno di accumulare le cause costruttive per tale base in questo momento.

Se agiamo senza attaccamento, avversione, o ingenuità, non sarà difficile accumulare cause costruttive per una preziosa rinascita umana in futuro. Ma in effetti, siccome raramente agiamo in questo modo, dobbiamo sfruttare al massimo l’opportunità che abbiamo ora. Non siate mai scoraggiati o non sentitevi mai inadeguati. Cercate di agire nel modo più costruttivo possibile.

Una mente costruttiva o domata non è qualcosa che possiamo comprare in un negozio, piantare in un campo, oppure ottenere da una banca. Essa proviene dalla pratica effettiva di domare le nostre menti. Dobbiamo praticare per ottenere esperienze meditative e realizzazioni stabili. Pertanto dobbiamo seguire gli esempi dei grandi maestri del passato.

In Tibet innanzitutto c’erano i grandi lama Nyingma; poi in seguito abbiamo avuto Atisha e il lignaggio Kadam, i lama Sakya, e Marpa, Milarepa e Gampopa del lignaggio Kagyu eccetera. Tutti loro patirono grandi difficoltà e grazie a sforzi tremendi, diventarono illuminati. Semplicemente dipende da noi seguire i loro esempi. Dobbiamo cercare di esaminarci e chiedere a noi stessi: “Quali progressi ho fatto nel domare la mia mente negli ultimi cinque anni, negli ultimi dieci, negli ultimi quindici anni?”. Se possiamo vedere che siamo migliorati un poco, allora questo può incoraggiarci. Non siate orgogliosi, o nulla del genere, ma se capiamo che nel corso di cinque o dieci anni possiamo progredire un poco, allora non saremo scoraggiati nei brevi periodi di tempo.

La pratica effettiva consiste nell’ascoltare, pensare, e meditare sugli insegnamenti. Tuttavia, quando ascoltiamo gli insegnamenti o li studiamo, abbiamo sempre bisogno di controllare i nostri atteggiamenti nei loro riguardi. Qualunque cosa che ascoltiamo, dobbiamo immediatamente metterla in pratica. Dobbiamo fare in modo che le nostre pratiche di ascoltare, pensare, e meditare non siano mai separate le une dalle altre e fare in modo che non manchi nessuno di questi [tre] aspetti.

Le circostanze più favorevoli per trarre vantaggio da una preziosa vita umana

(2) La pratica di un bodhisattva consiste nel lasciare la nostra madrepatria, dove l’attaccamento al lato degli amici ci fa agitare come l’acqua; la collera verso il lato dei nemici ci brucia come il fuoco; e l’ingenuità per cui ci dimentichiamo cosa debba essere adottato e abbandonato ci copre di oscurità.

La cosa migliore è lasciare la nostra madrepatria. Ma anche se non lo facciamo o non possiamo farlo, dobbiamo evitare l’attaccamento o l’avversione che derivano dall’essere nella nostra patria. Non pensate: “Questa è la mia nazione, la mia famiglia”, come se fosse un paese trovabile, intrinsecamente esistente verso il quale potremmo avere attaccamento o per il quale potremmo avere odio verso i suoi nemici. L’attaccamento e l’avversione generano comportamenti distruttivi e creano molta forza negativa e sofferenza. Questi due piantagrane sono quelli principali tra tutte le nostre emozioni e atteggiamenti disturbanti, ed entrambi provengono dalla nostra inconsapevolezza (ignoranza).

Anche se lasciamo i nostri paesi e andiamo in un altro posto, facciamo nuovi amici e poi sviluppiamo attaccamenti e avversioni in questo nuovo luogo – questo non va bene. Non va bene. Il punto principale consiste nel liberarci da attaccamento e avversione, rimpiazzandoli con un atteggiamento di desiderare il beneficio degli altri. Se ci sono persone verso le quali ci sentiamo attratti e per le quali abbiamo attaccamento, allora soltanto con un piccolo cambiamento nel loro comportamento all’improvviso le odiamo. Ma se invece abbiamo un atteggiamento di amore e compassione per aiutare queste persone, allora anche se si comportano male, ancora desideriamo che siano felici. Pertanto abbiamo bisogno di soppiantare il nostro attaccamento con un atteggiamento di desiderare il beneficio degli altri.

La gran parte di noi qui ha lasciato i loro paesi, ma non c’è nulla di meraviglioso o straordinario su questo se ancora abbiamo attaccamento e avversione. Dobbiamo sbarazzarcene.

(3) La pratica di un bodhisattva consiste nell’affidarsi all’isolamento dove, essendoci liberati da oggetti dannosi, le nostre emozioni e atteggiamenti disturbanti gradualmente vengono ostacolate; senza distrazioni, le nostre pratiche costruttive aumentano naturalmente; e chiarendo la nostra consapevolezza, la nostra certezza nel Dharma cresce.

Se siamo lontani da coloro che ci disturbano e le nostre teste non sono piene di lavoro, allora automaticamente ci rivolgeremo ad attività costruttive più facilmente. Pertanto è di grande aiuto vivere nella solitudine e nella quiete. Ma per essere in grado di meditare in solitudine, abbiamo bisogno di tutta la potenza che proviene dall’aver ascoltato e aver riflettuto sugli insegnamenti e questo senza nessun attaccamento o avversione.

Quindi abbiamo ottenuto una preziosa rinascita umana e ora dobbiamo usarla appropriatamente e non perdere questa opportunità, perché è impermanente. Dobbiamo abbandonare, allora, la nostra preoccupazione ossessiva principalmente per questa vita, come si afferma nei Tre aspetti principali del sentiero. Se ci concentriamo principalmente sulle vite future, allora le cose andranno bene anche in questa vita. Ma se tutta la nostra enfasi è su questa vita, ciò non aiuterà affatto le nostre vite future. Pertanto abbiamo bisogno di evitare di essere coinvolti solo negli affari di questa vita e di lavorare per migliorare le nostre vite future. Per fare questo, abbiamo bisogno di pensare all’impermanenza.

Impermanenza 

(4) La pratica di un bodhisattva consiste nello smettere di essere totalmente interessato a questa vita, in cui gli amici e le relazioni [che durano] insieme per molto tempo devono separarsi e [ciascuno va] per la sua strada; ricchezze e possedimenti raccolti con sforzo devono essere lasciati indietro; e la nostra coscienza, l’ospite, deve lasciare il nostro corpo, la sua casa per gli ospiti.

Se esaminiamo la storia mondiale, nessuno nei tre regni di rinascita compulsiva ha vissuto per sempre. Esaminate i grandi luoghi del passato, Nalanda, dove il grande Atisha e gli altri hanno prosperato. Ora rimangono solo delle rovine. Questo ci aiuta a mostrarci l’impermanenza. Esaminate le tradizioni tibetane del passato e così via. Queste circostanze sono passate; sono impermanenti e sono finite. Fra cent’anni è certo che nessuno di noi qui sarà vivo. I nostri continua mentali di mera consapevolezza e lucidità saranno proseguiti; l’esistenza di vite passate e future è certa. Ma ciò che sperimentiamo ora non prosegue – la nostra ricchezza, la prosperità, tutte queste cose che sono provenute da cause in vite passate. Non importa quanto siamo vicini con gli altri, le nostre famiglie eccetera, noi tutti dovremo separarci e andare per la nostra strada. Quelli che hanno accumulato forza positiva sperimenteranno felicità; quelli che non ne hanno accumulata non saranno felici. La continuità del mero “io” etichettato sull’energia sottile e la coscienza sicuramente proseguiranno, pertanto sperimenteremo i frutti delle azioni che commettiamo ora. Pertanto, quello che facciamo ora è di importanza cruciale.

Quando moriamo, noi tutti ce ne andiamo da soli. Anche il Dalai Lama, quando muore, deve andarsene da solo. Quando Mao Zedong morì, se ne andò da solo. Sua moglie, Jiang Qing, non lo accompagnò, e neanche le sue masse lo accompagnarono. Tutta la sua fama da vivo non lo aiutò affatto. Possiamo capire cosa successe in seguito. Persino un grand’uomo come Mahatma Gandhi se ne andò da solo. Dovette lasciare il suo staff, i suoi sandali, i suoi occhiali tondi. Possiamo vedere questo nel suo memoriale; non portò nulla con sé. I beni materiali esterni, gli amici, i parenti, nulla è di aiuto, nemmeno il corpo che abbiamo ricevuto dai nostri genitori. Come spiegò Gungtang Rinpoche, dobbiamo andarcene tutti da soli.

Esaminiamo noi stessi, i tibetani, guardate voi stessi. Anche se ci troviamo in tempi molto difficili, siamo ancora esseri umani e quando moriamo non c’è nessuna certezza che saremo ancora degli esseri umani. Se non facciamo qualche progresso ora che siamo degli esseri umani, cosa possiamo fare dopo in un'altra vita se non siamo umani? Ora ovviamente dobbiamo mangiare. Ad eccezioni dei grandi esseri che vivono grazie alla concentrazione esclusiva, tutti noi dobbiamo mangiare cibi solidi. Quindi ovviamente dobbiamo piantare il cibo e fare cose per questa vita. Ma dobbiamo fare in modo che questa non sia la nostra totale ossessione. Dobbiamo dedicare forse il 30% del nostro tempo a questa vita e il 70% al futuro, o meglio 50/50. Il punto principale è di non coinvolgersi totalmente solo in questa vita.

L’importanza di avere amici adatti

(5) La pratica di un bodhisattva consiste nel liberarci da amici cattivi con cui, quando siamo associati, le nostre tre emozioni velenose diventano più intense; le nostre azioni di ascoltare, pensare e meditare diminuiscono; e il nostro amore e compassione si riducono a nulla.

Abbiamo bisogno di pensare allora alle nostre vite future e per farlo abbiamo bisogno di buoni amici. Sono importanti perché ci influenzano molto. Anche se non ascoltiamo molto gli insegnamenti e non ci riflettiamo molto, gli esempi di buoni amici possono influenzarci a fare di più.

È importante allora avere amici che abbiano le nostre stesse disposizioni. Perché? Perché come si dice nel verso, cattivi amici o amici che ci inducono in errore possono danneggiarci con la loro compagnia, e pertanto abbiamo bisogno di dissociarci da loro. Ma ovviamente, questo significa che abbiamo ancora bisogno di amarli – il desiderio che siano felici; semplicemente state lontani dalla loro influenza negativa.

(6) La pratica di un bodhisattva consiste nell’onorare i nostri consacrati mentori spirituali più dei nostri corpi, ai quali, affidando noi stessi, i nostri difetti arrivano ad esaurirsi e le nostre buone qualità arrivano ad espandersi come la luna crescente.

Se abbiamo amici che hanno una mentalità positiva e manteniamo la buona compagnia di guru o di mentori spirituali, questi ci influenzano nel modo migliore. Ovviamente abbiamo bisogno di un guru adatto, ma anche se questa persona è piacevole per le nostre menti, lui o lei deve essere pienamente qualificato. Noi tibetani abbiamo tulku o lama reincarnati con nomi famosi, ma devono essere pienamente qualificati, altrimenti non ha senso. Pertanto abbiamo bisogno di mettere da parte il titolo della persona come tulku e controllare le sue qualifiche personali. Se lui o lei è pienamente qualificato, solo allora lui o lei è un guru o un lama.

Ma in effetti molti tulku non sono dei lama. Non hanno qualifiche, sebbene possano avere grandi proprietà e molta ricchezza. I soldi, un gran nome e la fama, tuttavia, non creano un lama. Pertanto abbiamo bisogno di controllare le loro qualifiche effettive, i loro studi e così via. Un esame così attento è estremamente importante. Il Buddha lo ha sottolineato, come ha fatto Tsongkhapa.

Una relazione salutare tra discepoli e i loro mentori spirituali è estremamente cruciale. Se i guru sono pienamente qualificati, possiamo affidarci pienamente a loro e fare qualunque cosa dicono, come nel caso di Naropa e Tilopa. Se Tilopa gli diceva di saltare, Naropa lo faceva senza esitazione. Ma, se i nostri guru non sono al livello di qualcuno come Tilopa, non dobbiamo semplicemente andare a fare qualunque cosa che chiunque ci dice di fare. Non usciamo fuori e ci buttiamo da questo stupa semplicemente perché qualche idiota ci dice di fare così, giusto?

Il punto principale per noi principianti consiste nell’avere delle solide fondamenta nell’autodisciplina etica su cui possiamo costruire. Il modo in cui noi tibetani pratichiamo è eccellente. Abbiamo una base di disciplina etica, e in base a tale etica abbiamo la pratica Mahayana di amore e compassione. Poi in cima abbiamo la pratica del tantra, in tutte le sue quattro classi. In effetti noi tibetani siamo gli unici buddhisti che praticano tutto il sentiero degli insegnamenti del Buddha e questo sulla base di una persona che lo pratica tutto.

In Tailandia, Birmania, e Sri Lanka, ad esempio, hanno soltanto la parte della disciplina etica e non hanno il Mahayana né i tantra. In Giappone, Corea, e in qualche altro luogo dove c’è il Mahayana, loro hanno i tantra, ma soltanto le prime tre classi: kriya, charya e yoga. Non hanno nulla della quarta classe: anuttarayoga tantra. Alcuni posti hanno una visione della vacuità, ma soltanto quella del sistema Chittamatra o quella del sistema Yogachara-Svatantrika del Madhyamaka e non la visione Prasangika-Madhyamaka. Alcuni posti sembrano avere il Mahayana senza nessuna base di disciplina ed altri cercano persino di avere il Tantrayana senza gli altri due. È solo tra noi tibetani che abbiamo il sentiero e la pratica intera e completa integrata in una persona. E questa persona deve essere ciascuno di noi.

La direzione sicura (il rifugio)

(7) La pratica di un bodhisattva è di prendere una direzione sicura dalle Gemme Supreme, cercando protezione da coloro che non ci ingannano mai – poiché chi può essere protetto dagli dèi mondani quando loro stessi sono tuttora incatenati nella prigione del samsara?

Questo ci porta a prendere una direzione sicura o rifugio, e quando lo facciamo, dobbiamo conoscere le buone qualità delle Tre Gemme. La parola per Buddha in tibetano è Sanggye (sangs-rgyas). “Sang” significa eliminare ogni cosa che c’è da rimuovere, rimuovere tutti i difetti, e “gye” significa realizzare e ottenere tutte le buone qualità. La parola sanscrita “Dharma” significa trattenere, trattenere qualcuno dal [fare] ciò che non è appropriato. In altre parole, seguire il Dharma ci evita la sofferenza.

In effetti, la Gemma del Dharma si riferisce alle nobili verità dei veri arresti e vere menti-sentiero. Il vero arresto delle macchie passeggere nelle nostre menti, la loro dissoluzione nella pura sfera della vacuità, è un vero arresto. Le menti-sentiero che hanno una diretta cognizione non concettuale della vacuità sono vere menti-sentiero che portano alla liberazione e all’illuminazione. Queste due sono la Gemma del Dharma.

La Gemma del Sangha si riferisce agli Arya o Nobili, coloro che hanno una diretta cognizione non concettuale della vacuità. Pertanto queste sono le Tre Gemme della Direzione Sicura. Il Buddha è come un dottore; il Dharma è come la medicina, o più precisamente, il sentiero della cura e lo stato di essere curato sono come le vere menti-sentiero e veri arresti; e il Sangha sono come infermieri che aiutano.

Noi tutti non apprezziamo la sofferenza, dal più piccolo disagio in su, e desideriamo liberarcene. Il suo stato di eliminazione e i metodi per eliminarla per sempre sono come la Gemma del Dharma. Abbiamo bisogno di un maestro di questo processo e questa è la Gemma del Buddha, e di amici che aiutano, che è la Gemma del Sangha. Inoltre, dobbiamo avere fiducia nell’abilità degli oggetti – i quali ci mostrano una direzione sicura – nel darci protezione; in più dobbiamo temere la sofferenza e desiderare che finisca. Questi agiscono da cause per dare una direzione sicura del rifugio nelle nostre vite.

Poiché il Buddha ha insegnato modi per eliminare la vera causa della vera sofferenza tale per cui il suo vero arresto si verificherà, è degno di essere un oggetto di direzione sicura. Abbiamo incontrato gli insegnamenti di questo Buddha e pertanto abbiamo bisogno di seguire la sua direzione sicura nella vita. Prendiamo una direzione sicura nel nostro futuro stato risultante del nostro raggiungimento di un vero arresto di tutta la nostra sofferenza e nel nostro futuro ottenimento dell’illuminazione. Prendiamo anche una direzione sicura causale in ciò che è offerto ora dalle Tre Gemme che ci porterà a questo stato. Pertanto voi tutti prendete per favore una direzione sicura nella vita.

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