Cause ulteriori della volubilità, e stabilizzare il bodhichitta

Versi da 4 a 6

 Verso 4: ridurre la volubilità mentale avendo pochi desideri

Fa’ che io mi liberi dal (desiderio per) guadagni materiali ed onore e che io mi liberi sempre dal (desiderio per) il profitto e la celebrità. Quindi fa’ che io abbia pochi desideri, sia contento, e mostri apprezzamento per gli atti gentili che sono stati fatti.

Non preoccuparti del guadagno materiale, dell'onore, del profitto o della fama

Uno dei maggiori ostacoli nella meditazione è la volubilità della mente, che è dovuta non solo all’attaccamento agli oggetti desiderabili dei sensi, ma anche alla ricerca di guadagno materiale, l'onore, il profitto e la celebrità. È molto importante, in generale, liberarci di questi forti desideri, ma è particolarmente importante farlo quando facciamo meditazione. Non saremo mai in grado di andare in isolamento e semplicemente meditare se stiamo ancora pensando a questo tipo di cose.
 
In generale, quando pensiamo a cosa studiare e in cosa sforzarci, ciò che viene sottolineato è l'importanza di dare la massima priorità allo studio e alla pratica di ciò che andrà a beneficio della nostra mente, non di ciò che andrà a beneficio dei nostri conti bancari. Il conto bancario è qualcosa che non possiamo portare con noi nelle vite future; le abitudini benefiche che costruiamo nelle nostre menti, tuttavia, continueranno nelle vite future. Quindi, le priorità che diamo alle cose sono molto importanti.

La pace della mente che deriva dall'accontentarsi

Ovviamente dobbiamo essere in grado di vivere; dobbiamo essere in grado di sostenerci. Ma a quel punto, la riga successiva dice: Fa’ che io abbia pochi desideri e sia contento; altrimenti, ciò che abbiamo non sarà mai abbastanza – non saremo contenti. D'altra parte, se abbiamo ricchezza materiale, possiamo fare molte cose positive nel mondo. Se il denaro è qualcosa che ci viene facilmente, o se siamo nati in [una famiglia benestante], possiamo usarlo a beneficio degli altri; tuttavia, acquisire ricchezza e beni non è il nostro obiettivo principale.

Ad esempio, come ha sottolineato uno dei miei amici, quando Tsongkhapa scrisse le sue grandi opere, non stava pensando a quante copie sarebbero state vendute, che tipo di diritti d’autore avrebbe ricevuto o quante persone avrebbero letto i suoi libri. Solo la storia può giudicare se le opere sono di beneficio o meno. Quindi, uno scrive semplicemente a beneficio degli altri. Se gli altri leggono le nostre opere e le trovano di beneficio, tanto meglio.
 
È come quando dai da mangiare agli uccelli nel tuo giardino. Se arrivano gli uccelli e ne prendono parte – molto bene. Non metti un grande cartello pubblicizzando il tuo mangime per uccelli. Trovo che questi consigli siano molto utili. Offri le tue cose positive al mondo. Se la gente ne prende parte – molto bene. In caso contrario, almeno ci hai provato. Buddha non pubblicò sul giornale le pubblicità delle sue lezioni.

Cose come avere denaro e molti beni materiali possono essere grandi, grandi ostacoli. Spesso, più possediamo, più possessivi e avari siamo. Ci preoccupiamo che le nostre cose vengano rubate. Inoltre, diventa molto difficile spostarsi ovunque perché abbiamo troppi possedimenti. Come sottolineato nei voti dei monaci, è importante avere pochissime cose. Non dobbiamo andare all'estremo dei monaci; tuttavia, è come diceva Milarepa: “Non c'è niente nella mia caverna da rubare. Non ho niente, quindi non sono preoccupato per i ladri”.

È la stessa cosa con la celebrità e l’onore. Più siamo famosi, più siamo disturbati dalle persone. Non possiamo camminare da nessuna parte senza che la gente ci chieda il nostro autografo; dobbiamo andare sotto mentite spoglie. Le persone ci inviano costantemente e-mail, ci fanno domande o chiedono che facciamo questo e quello. Quindi siamo nella posizione molto imbarazzante di dover dire "no". È molto difficile per qualcuno che si sforza di essere Avalokiteshvara e di aiutare tutti. Devi assumere un segretario che dica "no" per te.

Essere grati per la gentilezza che abbiamo ricevuto come un modo per alleggerire e aprire i nostri cuori

L'ultima riga di questo versetto è, e mostra apprezzamento per gli atti gentili che sono stati fatti. Se siamo stati in grado di praticare il Dharma – e qui stiamo parlando di meditare sul bodhichitta, sia il bodhichitta convenzionale che quello più profondo – è molto importante avere un apprezzamento per le gentilezze che abbiamo ricevuto. Abbiamo ricevuto molta gentilezza per poter ricevere istruzioni e avere le condizioni di cui abbiamo bisogno per meditare e praticare. Potrebbero esserci persone che ci supportano finanziariamente, ci forniscono cibo o altro.

Se abbiamo questo tipo di opportunità, non le rifiutiamo. In altre parole, dobbiamo utilizzarle al meglio senza sfruttarle. Il modo in cui possiamo utilizzarle al meglio senza sfruttarle è mostrare il nostro apprezzamento per tutta la gentilezza che abbiamo ricevuto – essere grati. Inoltre, se siamo in grado di aiutare gli altri in cambio, lo facciamo senza sentirci indebitati o obbligati – “Ora sono obbligato a rimborsarlo. Se non lo faccio, sono colpevole” e così via. Piuttosto, lo facciamo per un senso di grande gioia, apprezzamento e rispetto per coloro che ci hanno aiutato così tanto.

Inoltre, sentirci molto positivi per tutta la gentilezza che abbiamo ricevuto rende i nostri cuori molto più leggeri quando stiamo cercando di meditare. In effetti, se non ci sentissimo in questo modo, non potremmo avere le circostanze per meditare e praticare. Quindi, apprezziamo la gentilezza e non ci sentiamo in colpa o in conflitto a riguardo. E se possiamo, la contraccambiamo in qualche modo, anche se tutto ciò che possiamo fare per ripagare è meditare e praticare davvero bene. Come Milarepa disse a Marpa, “Non ho nulla con cui rimborsarti, tranne la mia pratica. Non ho beni materiali”.

Questo è anche molto utile per essere in grado di meditare con un cuore leggero e uno stato d'animo libero e gioioso. È molto importante per il bodhichitta e la meditazione compassionevole provare gioia verso gli altri. Quando pensiamo a coloro che ci hanno aiutato, proviamo gioia e apprezzamento, non colpa o indebitamento. Quando si tratta di coloro che soffrono, immaginiamo che diventino felici – dopo tutto, stiamo cercando di portare loro la felicità. Quindi, facciamo sempre la meditazione con uno stato mentale felice.

Come possiamo meditare sull'amore – desiderando che gli altri siano felici – se siamo infelici? La meditazione deve essere sulla base di uno stato mentale felice, che vogliamo condividere. Questa è l'intera base per il tonglen, la meditazione di dare e prendere. Per dare, dobbiamo avere qualcosa da dare. Per dare felicità agli altri, dobbiamo essere in grado di richiamare alla mente la fondamentale natura beata della mente – osservandola cioè al livello più profondo. Questo si collega con il verso successivo, di cui la prima parte è:

Verso 5: stabilizzare il nostro obiettivo di bodhichitta

Stabilizzare il nostro obiettivo di bodhichitta con amore e compassione, senza scoraggiarsi

Fa’ che io mediti sull’amore e sulla compassione e stabilizzi il mio obiettivo di bodhichitta.

Come dicevo, come possiamo avere amore per gli altri e desiderare che siano felici se noi stessi non abbiamo stati mentali felici? Anche guardandolo da un punto di vista egoistico: come possiamo aspettarci che gli altri ci amino se non li amiamo?

Quindi dobbiamo stabilizzare il nostro obiettivo di bodhichitta – ciò che stabilizza tale obiettivo è avere un amore molto forte, che è il desiderio che gli altri siano felici e abbiano le cause della felicità e la compassione, ovvero il desiderio che gli altri siano liberi dalla sofferenza e le cause della sofferenza. Meditiamo di avere entrambi allo stesso livello con grande compassione. Entrambi sono rivolti a tutti gli esseri limitati.

Poi c'è l'eccezionale determinazione, che non è semplicemente voler portare felicità a tutti e aiutarli a liberarsi della sofferenza e portarli all'illuminazione, ma è la decisione incrollabile di farlo certamente. Ci assumiamo la piena responsabilità e decidiamo di fare tutto da soli, se necessario. Questo è ciò che stabilizzerà il nostro obiettivo di bodhichitta.

È anche importante riaffermare e rafforzare l'obiettivo di bodhichitta in ogni momento, perché è molto facile scoraggiarsi. C'è l'esempio di Shariputra, un discepolo del Buddha: qualcuno, una specie di Mara, venne e chiese a Shariputra di dargli la mano destra. Quindi si tagliò la mano destra e la offrì con la mano sinistra, che è considerata sporca e scortese nella cultura indiana. La persona la rifiutò perché l'aveva offerta con la mano sinistra. Questo fece sì che Shariputra si scoraggiasse molto del bodhichitta e del cercare di aiutare gli altri. Per evitare questo tipo di scoraggiamento, dobbiamo costantemente riaffermare la nostra motivazione, questo amore e compassione.

Un altro esempio meraviglioso è un resoconto della vita di Dignaga. Dignaga era il grande maestro buddhista che scrisse sulla logica. Era andato a vivere in una grotta per scrivere il suo testo, Un Compendio di menti che conoscono validamente (scr. Pramana-samuccaya). Mentre era uscito dalla caverna, per chissà quale motivo – raccogliere cibo o altro – qualcuno entrò e cancellò ciò che aveva scritto. Questo accadde due volte. Quindi dovette scrivere la stessa cosa ancora e ancora.

Questo successe anche a Marpa. Fece tutte queste traduzioni in India. Mentre stava attraversando il fiume Gange mentre tornava in Tibet, la barca si ribaltò e perse tutte le sue traduzioni nel fiume. Quindi dovette tornare in India e ricominciare da capo. Pertanto, quando i nostri file vengono eliminati per errore o altro, non dobbiamo scoraggiarci.

Quello che accadde con Dignaga è che aveva lasciato un messaggio alla persona che aveva cancellato tutto, dicendo: “Per favore, se non ti piace quello che sto scrivendo e vuoi discutere con me, vieni ad affrontarmi di persona”. Quindi la persona venne e cominciarono a discutere. Ma era il tipo di persona che si rifiutava di accettare la logica: qualunque fosse l'argomentazione logica fornita da Dignaga, non l'avrebbe accettata. Invece, poiché aveva il potere di respirare il fuoco dalla sua bocca, respirò il fuoco nella grotta di Dignaga e distrusse tutto. Dignaga si sentì molto scoraggiato e lanciò la lavagna su cui stava scrivendo in aria. Disse: “Se cade a terra, rinuncerò al bodhichitta”. Mentre lanciava la lavagna, Manjushri l’afferrò in modo che non cadesse a terra. Quindi disse: “Dignaga, stai facendo un grosso errore. Non mollare mai il bodhichitta e non mollare mai di scrivere queste cose a beneficio degli altri”. Quindi, Dignaga completò questo fantastico testo.

Dicono che, in Tibet, hanno la lavagna che Dignaga usò per scrivere questo testo. Fu conservata in un luogo fuori Lhasa, e ogni anno i monaci dei principali monasteri Gelug andavano in questo luogo per due mesi in inverno per studiare questo testo, Un compendio di menti che conoscono validamente, e per dibattere su di esso.

È molto importante, quindi, non scoraggiarsi quando, ad esempio, perdiamo i nostri file o quando trascorriamo un'enorme quantità di tempo facendo qualcosa che qualcuno ci ha chiesto di fare perché vogliamo davvero aiutarli, e poi, alla fine, dicono: “Non lo voglio. Non mi piace quello che hai fatto”. La cosa principale è il desiderio di aiutare gli altri. Il fatto che ciò che facciamo effettivamente aiuti molto gli altri dipende dal loro karma. Perfino Buddha non poteva aiutare tutti, anche se aveva il desiderio e l'intenzione di aiutare tutti gli esseri.

È molto facile scoraggiarsi sul percorso del bodhisattva. Ecco perché dobbiamo stabilizzare il nostro obiettivo di bodhichitta riaffermando sempre la nostra motivazione. Ricordo un consiglio. Penso sia stato Geshe Ngawang Dhargyey a dire che quando chiediamo a un lama di dire preghiere per noi, non chiediamo loro di pregare: "Per favore, che il mio studente sia in grado di trovare un lavoro" o di ottenere questa o quella cosa mondana. Chiediamo al lama di pregare per poter sviluppare il bodhichitta. Questa è la migliore richiesta che possiamo fare.

Stabilizzare il nostro obiettivo accumulando forza positiva

Quindi fa’ che io mi liberi dalle dieci azioni distruttive e diventi stabile, sempre, con la convinzione nei fatti.

Se vogliamo essere stabili nel nostro obiettivo di bodhichitta per aiutare tutti gli esseri, abbiamo bisogno di accumulare un'enorme quantità di forza positiva aiutando realmente gli altri. Per fare ciò, dobbiamo astenerci dall'agire negativamente, in modo distruttivo. Quindi, per assicurarci che il nostro obiettivo di bodhichitta rimanga stabile e che abbiamo una forza sempre più positiva, ci liberiamo dalle dieci azioni distruttive.
 
Senza entrare in tanti dettagli, questi sono:

  • Le tre azioni distruttive del corpo
    • Uccidere
    • Impossessarsi di ciò che non ci è stato dato
    • Impegnarsi in comportamenti sessuali inappropriati.
  • Le quattro azioni distruttive del linguaggio
    • Dire bugie
    • Parlare in un modo che crea divisioni – dire cose cattive sugli altri per indurli a separarsi
    • Parlare duramente – dire cose che feriscono i sentimenti degli altri
    • Chiacchierare senza senso – sprecare il nostro tempo e quello delle altre persone con chiacchiere insignificanti e interrompere gli altri con le nostre chiacchiere insignificanti quando fanno qualcosa di positivo. 
  • I tre modi distruttivi di pensare
    • Pensare con brama – “bramoso” significa desiderare fortemente, a causa della gelosia, ciò che gli altri hanno. Non è solo desiderare di ottenere qualcosa di simile a ciò che l'altra persona ha; vuole ottenere qualcosa migliore di quello che hanno. Quindi c'è anche competizione. L'azione distruttiva ci sta pensando tutto il tempo: stiamo costantemente pensando di ottenere qualche cosa o qualche qualità e tramando come farlo.
    • Pensare con cattiveria – pensare e pianificare come ferire qualcun altro o come ricambiare per qualcosa che hanno fatto.
    • Pensare in modo distorto e antagonista – non solo pensare a qualcosa di contrario a ciò che è vero e corretto, come dire: “Non serve a nulla seguire un percorso spirituale. Non serve a niente cercare di aiutare gli altri” e così via, ma creare problemi. In altre parole, litigare con gli altri e criticarli in un modo molto aggressivo. Ecco perché lo chiamo pensiero distorto e antagonista.

Tutte queste azioni distruttive della mente trattano di modi di pensare. Stiamo parlando di un’azione – ci sediamo e complottiamo: "Come posso ottenere un'auto migliore dell'altra persona", oppure "Questa persona mi ha fatto del male. Cosa dirò la prossima volta che la vedrò per ferirla davvero?” Oppure: “Quest'altra persona insegna il Dharma quando voglio che stia a casa con me. Cosa voglio dire per farle capire che quello che sta facendo è così ridicolo e che dovrebbe stare invece con me?” Ci soffermiamo su ciò che l'altra persona sta facendo, pensiamo a quanto sia terribile, e ci arrabbiamo molto – così tanto che se la persona dovesse tornare, avremmo voglia di prenderla a pugni per avermi abbandonato per andare agli insegnamenti del Dharma.

Questi sono i dieci tipi di azioni distruttive che dobbiamo evitare per poter costruire sempre più forza positiva. Quella forza positiva ci aiuterà non solo a ottenere la liberazione, ma anche a raggiungere l'illuminazione.

Per astenerci dall'agire in modo distruttivo, dobbiamo diventare stabili, sempre, con la convinzione nei fatti, vale a dire la convinzione che le leggi della causa e dell'effetto karmici siano vere, in modo da mantenere la nostra disciplina etica.

Verso 6: evitare di allontanare gli altri quando si desidera essere d'aiuto

Evitare di spegnere gli altri diventando arrabbiati o arroganti

Fa’ che io superi la collera e l’orgoglio e giunga ad avere un atteggiamento di umiltà.

Per poter effettivamente aiutare gli altri sulla base del bodhichitta, dobbiamo evitare di allontanare gli altri. Se siamo sempre arrabbiati, sempre pieni di collera, gli altri avranno paura di stare con noi; avranno paura che faremo una grande scena e ci arrabbieremo con loro. Inoltre, se siamo molto orgogliosi e arroganti, le persone non vorranno stare con noi. Se insultiamo sempre gli altri, perché siamo arrabbiati e li trattiamo male, perché dovrebbero voler stare con noi?

Inoltre, come potremmo aiutare gli altri se agiamo sempre per rabbia e orgoglio? È importante superare queste cose se vogliamo essere in grado di aiutare gli altri – non importa la sofferenza che questi stati mentali negativi ci causano – e, come abbiamo già discusso, avere un atteggiamento di umiltà, che in sostanza vuol dire mostrare rispetto per gli altri e trattarli bene. È la stessa cosa di lamentarsi continuamente: chi vorrebbe stare con noi? È spiacevole, vero? Ad esempio, quando invecchiamo, ovviamente abbiamo dolori e non siamo in grado di fare ciò che facevamo prima. Tuttavia, se restiamo umili al riguardo e non ci lamentiamo continuamente, non allontaneremo le persone.

L'intero aspetto dell'addestramento alla sensibilità è anche importante in questo contesto. Ad esempio, se siamo eccessivamente sensibili e i nostri sentimenti sono molto facilmente feriti da qualsiasi cosa qualcuno dica, ancora una volta, nessuno vorrà stare con noi. Avranno paura che ci arrabbiamo e piangiamo, facciamo una scena e così via. Pertanto, quando stiamo davvero pensando in termini di bodhichitta, volendo aiutare gli altri, è importante essere consapevoli di come il nostro comportamento e le nostre attitudini potrebbero respingere gli altri e renderli non ricettivi alla nostra volontà di aiutarli.

Questo tipo di sensibilità ha a che fare anche con il nostro aspetto. Cerchiamo di evitare di essere sporchi, spettinati o qualunque cosa possa respingere le persone che ci circondano o con cui ci stiamo associando. Ci sono altre istruzioni – che non sono stabilite qui, ma che fanno parte dei voti secondari del bodhisattva – che dicono che fintanto che un'usanza non è distruttiva o negativa, dobbiamo seguirla. Seguiamo le usanze che seguono le persone di quella società. Quindi, se le donne in India non camminano in minigonna, quando siamo in India, non camminiamo in minigonna; altrimenti, nessuno vorrà avvicinarsi a noi – e quelli che vorrebbero avvicinarsi a noi non sarebbero necessariamente venuti per ottenere insegnamenti di Dharma!

Evitare di dare consigli impraticabili o essere disonesti

Quindi fa’ che io mi liberi da modi disonesti di vivere e guadagni da vivere in un modo che sia in sintonia con il Dharma.

Questo a volte viene tradotto come "modo di vivere errato". Questo ha due aspetti.

Il primo consiste nell’utilizzare mezzi disonesti per guadagnarsi da vivere. È molto interessante – stavo traducendo per un grande lama, Ugyen Tseten Rinpoche, che a volte viene qui a Berlino. È l'ex abate del Collegio Tantrico Inferiore e uno dei principali insegnanti del mio maestro Geshe Ngawang Dhargyey. Stavo traducendo per lui in Australia e una persona lì gli chiese questo punto riguardo a come liberarsi da mezzi di sussistenza sbagliati. La persona chiese: "Vivo in campagna in Australia, dove l'unica industria è allevare pecore per la carne. Cosa posso fare: non c'è altro lavoro disponibile. È un sostentamento sbagliato? È un sostentamento disonesto?”

Ugyen Tseten Rinpoche spiegò che il punto principale è non ingannare gli altri. Non possiamo dire di per sé che l'allevamento di pecore è una cosa totalmente negativa. Se li massacriamo, questo è qualcos'altro. Tuttavia, se le stiamo solo allevando, allora la cosa importante è essere gentili con le pecore, rendere la loro vita il più confortevole possibile e non ingannare le persone che acquistano le pecore facendo false dichiarazioni pubblicitarie e cose del genere. Ovviamente è meglio cercare di trovare altri mezzi di sostentamento, ma se ciò è assolutamente impossibile, la cosa principale è avere una buona motivazione ed essere onesti. Questo, ha detto, era il punto principale per evitare questi cosiddetti mezzi di sussistenza sbagliati – motivo per cui traduco quel termine come un modo disonesto di guadagnarsi da vivere.

Penso sia stata una cosa saggia da dire. Inoltre, era un mezzo abile –non proponi le alternative più estreme che le persone non possono seguire e che le farebbero sentire in colpa. In questo caso, penserebbero che ciò che stavano facendo fosse sbagliato, il che ovviamente avrebbe fatto sentire in colpa tutti gli allevatori di pecore e probabilmente li avrebbe resi molto poco ricettivi nei confronti del Dharma. Come mezzo abile, quindi, si inizia dicendo: "Bene, il punto principale non è essere disonesti".

Ciò rimanda anche al punto di non indurre altre persone a rifiutarci totalmente. Se vogliamo aiutare gli altri a vivere in accordo con gli insegnamenti del Dharma, dobbiamo suggerire modi che possono effettivamente seguire. Se presentiamo qualcosa che è quasi impossibile per loro seguire, non ci proveranno nemmeno. Penseranno solo che siamo idealisti e totalmente estranei alla realtà. È un consiglio molto importante da ricordare, specialmente quando siamo giovani nel Dharma. Quando abbiamo appena cominciato ad avvicinarci al Dharma, tendiamo ad essere moralisti e dare consigli alle persone come se fossimo dei santi e dare loro le più alte regole di comportamento etico da seguire. Ancora una volta, abbiamo bisogno di essere umili e pratici.

Modi disonesti di ottenere qualcosa dagli altri

L'altro aspetto dei modi inappropriati o disonesti per guadagnarsi da vivere consiste in un elenco di cinque modi disonesti:

  • Adulazione – l'esempio che di solito viene usato sono monaci o monache che chiedono l'elemosina, ma possiamo anche usare l'esempio di cercare donazioni per dare da mangiare ai monaci e alle monache. Dici: "Oh, sei così meraviglioso e così gentile", per convincerli a darti qualcosa.
  • Pressioni: essere invadenti e disturbare costantemente gli altri, “Perché non doni? Perché non doni?"
  • Estorsione: ottenere qualcosa attraverso la forza o le minacce o facendo sentire gli altri in colpa: “Bene, hai donato l'ultima volta. Guarda tutti i monaci che stanno ancora morendo di fame”.
  • Corruzione – “Se doni una certa somma di denaro, ti daremo un tostapane" o qualcosa del genere. Dai loro qualcosa di piccolo per ottenere qualcosa di grosso in cambio.
  • Fingere – fingere di essere così santo e cercare di impressionare gli altri con le tue meravigliose qualità in modo che ti diano qualcosa.

Si dice che se viviamo con le donazioni e le offerte ottenute in uno di questi modi, qualsiasi intuizione che abbiamo avuto nella nostra pratica del Dharma si deteriorerà.

È molto interessante notare che, nella discussione buddhista sui modi inappropriati o disonesti di guadagnarsi da vivere, in nessun posto si cita uccidere gli altri, costruire armi, cacciare eccetera. Sebbene possano essere esempi di mezzi di sussistenza inappropriati, non hanno a che fare con il punto principale che viene discusso qui. Il punto principale è non essere disonesti. Quindi, se coltiviamo o produciamo una sorta di prodotto – che siamo agricoltori, scultori o altro – il punto non è venderlo in questi modi disonesti, facendo pressione su qualcuno per comprarlo, facendo finta che siamo così fantastici, usando false pubblicità o adulazione, e così via. "Se vuoi essere davvero intelligente, comprerai il mio prodotto" o, "Se vuoi attrarre tutte le donne o tutti gli uomini, comprerai il mio prodotto" – la maggior parte della pubblicità è così. E, come ho detto, le elezioni in occidente si basano spesso su "Sono così meraviglioso, e l'altra persona è così cattiva, quindi vota per me!"

Tre tipi di credenze nel karma

Tutto ciò si basa sulla convinzione nei fatti in termini di causa ed effetto comportamentale, in altre parole causa ed effetto karmico. La convinzione in realtà è credere in qualcosa che esiste ed è validamente conoscibile o considerare un fatto su una cosa del genere come vero. La convinzione nei fatti in effetti è di tre tipi:

  • Convinzione chiara in un dato di fatto: consideriamo il fatto della causa ed effetto karmico come vero e, nel farlo, ciò dissolve le emozioni disturbanti come sentirsi in colpa, avidi e così via dalle nostre teste e dai nostri cuori. Tali emozioni disturbanti ci farebbero commettere una delle dieci azioni distruttive o impegnarsi in un modo inappropriato di guadagnarsi da vivere. Pensare alle cause e agli effetti dissipa questo tipo di avidità per cui "Devo guadagnare sempre di più, anche se ciò significa guadagnarsi da vivere in modo disonesto".
  • Convinzione nei fatti basata sulla ragione: se crediamo che la causa e l'effetto del comportamento siano veri, ha senso imbrogliare gli altri per fare più soldi se la nostra motivazione è di aiutarli? Ovviamente, non ha alcun senso.
  • Credere in un fatto con un'aspirazione – sulla base della convinzione nel fatto di causa ed effetto comportamentale, abbiamo quindi l'aspirazione di agire sempre in modi costruttivi ed evitare modi inappropriati di guadagnarsi da vivere.
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