Sviluppare il bodhichitta più profondo e la perfezione della generosità

Versi da 26 a 31

Ora continueremo a parlare delle sei perfezioni, o sei atteggiamenti lungimiranti. Potreste aver notato che c’è un ordine: prima la generosità, poi l’autodisciplina etica, e poi la pazienza. Questo perché il focus della nostra pratica dovrebbe anche seguire questo ordine. Prima ho parlato della generosità. Come bodhisattva, dovremmo dare via la nostra ricchezza. In aggiunta a questo, se abbiamo un nome e siamo famosi, perché non dare via anche questo offrendolo agli altri, e usandolo per aiutarli? Shantideva diceva di fare questo.

La domanda che fanno molte persone è, se facciamo questo, possiamo portare il merito o potenziale positivo con noi nella prossima vita? Il Buddhismo dice di sì, che possiamo portare con noi il merito nella vita seguente. Le impronte rimangono nelle nostre menti. Le varie scuole filosofiche discutono su dove si trovino le impronte. La scuola Chittamatra dice che le impronte rimangono nella mente, nella coscienza. Altre scuole, come la Prasangika, dicono che le impronte rimangono solo sull’imputazione “io”. C’è un grande dibattito su questo. In ogni caso, tutte le scuole buddhiste credono che qualunque azione facciamo, costruttiva o distruttiva, si trasformi in impronte. Queste impronte vengono lasciate sulla coscienza, o “io”. Queste continuano nelle nostre vite future. Il fatto che le azioni costruttive creino impronte che portiamo con noi nelle vite future è in effetti una causa di grande speranza. Dobbiamo tenere al sicuro le nostre impronte. Per proteggerle, abbiamo bisogno di praticare l’autodisciplina etica. Il verso 26 parla di questo.

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