Quando ci occupiamo di varie cose nella nostra vita è importante essere in grado di mettere in relazione tra loro i vari elementi che incontriamo o sperimentiamo. Quindi, come sono correlati? Come gestiamo le informazioni, in pratica? Esaminiamo alcuni dei tipi di relazioni tra elementi che vengono discussi nel Buddhismo. Scopriremo, studiando più a fondo, che tutto questo è molto utilizzato nella logica e nel dibattito. Questo è uno degli strumenti principali che utilizziamo per l'analisi.
Diamo un'occhiata ad alcuni termini.
Stessa natura essenziale
Il primo è la stessa natura essenziale (ngo-bo gcig). Due cose sono della stessa natura essenziale se sono due fatti sullo stesso attributo di un fenomeno. Un esempio è "essere un essere samsarico" e "qualcuno che ha problemi". Sto cercando di usare esempi rilevanti per noi, piuttosto che esempi classici.
Tutti gli esseri che incontriamo, a parte gli arhat e i Buddha, sono esseri samsarici. Sono praticamente tutti coloro che incontriamo e, essendo esseri samsarici, hanno problemi. Non saranno ideali e non saranno perfetti. Quindi, cosa ci aspettiamo da loro? Cosa ci aspettiamo da noi stessi? Questo si riduce a un'affermazione molto utile "Cosa ti aspetti dal samsara"? Che tutto andrà bene? Ovviamente no. Non importa in quale relazione ci imbarchiamo e con chi, ci saranno problemi, quindi non dovremmo illuderci.
Questi due fatti (essere un essere samsarico ed essere qualcuno con problemi) sono due fatti sullo stesso attributo degli altri. Stanno entrambi parlando della loro natura, non che uno riguardi la loro natura e l'altro un altro loro attributo, come il loro aspetto. Descrivono quell'attributo, la loro natura, da due validi punti di vista: il loro essere un essere samsarico e il loro avere problemi. Questi due fatti sullo stesso attributo condividono la stessa natura essenziale e sono sempre inseparabili.
Fenomeni inseparabili
Quindi, inseparabile (dbyer-med) – quel tipo di relazione significa che uno non può essere senza che anche l'altro sia vero, o uno non può esistere senza l'altro. In alcuni casi, hanno la stessa natura essenziale – come essere un essere samsarico e qualcuno che ha problemi – e quindi sono due fatti sullo stesso attributo, la natura della persona. In altri casi, ci possono essere due fatti inseparabili che non condividono la stessa natura essenziale, come l'aspetto di qualcuno e la sua personalità. Ognuno ha sia un aspetto (come appare) che una personalità. Non possiamo avere l'uno senza l'altro. Entrambi si verificano insieme, inseparabilmente, ma non si riferiscono allo stesso attributo della persona. Si riferiscono a due attributi diversi.
Perché questo è importante? A volte pensiamo che l'aspetto e la personalità debbano in qualche modo corrispondere, non è vero? Qualcuno potrebbe essere molto bello e avere una personalità terribile, e qualcuno potrebbe essere molto brutto e avere una personalità meravigliosa. Sono cose piuttosto separate. Sebbene non possiamo avere l'uno senza l'altro, è importante non giudicare l'uno in base all'altro.
Fenomeni mutuamente esclusivi e fenomeni totalmente pervasivi
Due fatti inseparabili su qualcosa possono essere reciprocamente esclusivi (’gal-ba) oppure totalmente pervasivi (don-gcig). L'aspetto e la personalità sono reciprocamente esclusivi; non hanno alcun denominatore comune (gzhi-mthun) – non c'è nulla che sia entrambi. In altre parole, non c'è davvero una correlazione tra aspetto e personalità. Di nuovo, questa è una cosa che la maggior parte di noi non realizza veramente. Molto spesso, basiamo le nostre relazioni con gli altri su come appare la persona, non è vero? Almeno, inizialmente. Dobbiamo capire che questi sono entrambi fatti piuttosto diversi su qualcuno che non sono necessariamente correlati tra loro. Dobbiamo tenerne conto in ogni relazione che abbiamo.
Due fatti, d'altro canto, possono essere totalmente pervasivi se hanno lo stesso significato. "Essere un essere samsarico" e "avere problemi" hanno lo stesso significato, quindi sono totalmente pervasivi. Fondamentalmente, abbiamo due insiemi qui, e i due insiemi parlano dello stesso insieme. Tutto in un insieme è anche nell'altro insieme. Anche se potremmo conoscere uno di questi fatti totalmente pervasivi potremmo non conoscere realmente l'altro. Ad esempio, potrei sapere che sei un essere samsarico perché lo dicono i testi, ma non mi ero reso conto che, ovviamente, hai dei problemi. Quindi, la relazione non può essere ideale. Ecco perché dobbiamo pensare sempre più profondamente a cosa significhi realmente essere un essere samsarico, specialmente quando siamo molto critici nei confronti di noi stessi.
Quando lavoriamo su noi stessi per cercare di superare vari problemi emotivi - rabbia, egoismo, o cose del genere - dobbiamo ricordare che, fino a quando non saremo esseri liberati, arhat, non saremo completamente liberi da tutti i nostri problemi emotivi. Naturalmente, per quanto lavoriamo su noi stessi per superare questo o quel problema emotivo, si ripresenterà magari meno frequentemente o intensamente ma, finché non saremo un essere liberato, si ripresenterà.
Quindi, non siate sorpresi e scoraggiati soprattutto se state seguendo un sentiero spirituale. "Ho lavorato così duramente per così tanto tempo e meditato così a lungo e, dopo 40 anni, ho perso la calma". Non scoraggiatevi. Non importa se stiamo seguendo un percorso spirituale, di psicoterapia, o qualsiasi altra cosa, dobbiamo capire questo punto. O se stiamo gestendo un'attività e pensiamo di aver sistemato tutto. Beh, non è l'ideale. Ovviamente, ci saranno altri problemi che emergeranno.
L'altro punto è in termini di progresso. Ricordate, abbiamo questo concetto occidentale di tempo lineare. L'implicazione del tempo lineare è che tutto andrà meglio, il cosiddetto "progresso", andando sempre meglio con il passare del tempo. Da un punto di vista buddhista, una delle caratteristiche del samsara è che va su e giù. Se è una relazione samsarica, andrà su e giù. Siamo un essere samsarico, andremo su e giù. A volte agiremo in modo più positivo, ma a volte sarà più negativo. Andrà sempre su e giù.
Ciò non significa che non ci possa essere progresso. Penso che dobbiamo combinare queste due visioni, che ci può essere un progresso graduale, ma non è in linea retta. Andrà su e giù, su e giù, su e giù mentre procede. Penso che questo sia molto importante in termini di gestione di qualsiasi tipo di situazione samsarica. Quindi, una situazione che è samsarica e che va su e giù, questi due fatti hanno la stessa natura essenziale e sono totalmente pervasivi.
Fenomeni identici e fenomeni diversi
In questi tipi di relazioni abbiamo visto queste due possibilità note come "identico e diverso". Ciò può essere tradotto in molti modi, a volte troviamo nella letteratura "uno e molti". "Uno" può avere molti significati nelle nostre lingue. Potrebbe significare che siamo tutti "uno", un "uno" indifferenziato. Non si tratta di questo, il significato qui è "identico". Identico o diverso.
Due fatti sullo stesso attributo di un fenomeno, anche se sono totalmente pervasivi – essere samsarici e andare su e giù, o essere samsarici e avere problemi – anche se sono totalmente pervasivi in questo modo, non devono essere identici (gcig). Devono sempre essere fatti diversi (tha-dad), altrimenti sono lo stesso fatto, non due. Parlerò della rilevanza di questo tra un minuto.
"Madre" e "madre" sono identiche. "Madre" e "mamma" sono diverse. "Madre" e "mamma" sono due parole diverse. Potrebbero avere lo stesso significato: se qualcuno è una madre, è una mamma; se è una mamma, è una madre, ma non sono identiche. Sono chiamate sinonimi (ming-gi rnam-grangs). Qui, di nuovo, stiamo parlando di un fenomeno. Potrebbero esserci madri diverse: molte persone diverse potrebbero essere madri, questo non significa che siano identiche, vero? Tuttavia, "madre" e "madre "qui sono la stessa cosa.
L'applicazione di questo nell'analisi buddhista è molto significativa. C’è la relazione tra il sé, "me", e la base per "me", il corpo. Sono identici? O "me" e "la mia mente". Perché ciò che accade è, ad esempio, che posso pensare all'esempio di mia madre quando aveva l'Alzheimer. Quando era nel profondo della malattia non riconosceva nessuno e non sapeva come fare nulla - la mettevi su un letto, e non aveva idea di come sdraiarsi, o cose del genere - mia sorella disse: "Quella non è più nostra madre". Quindi, questo è pensare che nostra madre sia identica alla sua mente, alla sua memoria, alla sua personalità. O se diventiamo tetraplegici in un incidente e non possiamo più muoverci, allora non siamo più noi perché siamo identici al nostro corpo com'era prima dell'incidente? Niente affatto. Ci sono molti esempi a cui possiamo pensare.
Quindi l'altra possibilità è, sono diverse? Quanto diverse? Se quella lì nel reparto Alzheimer non è mia madre, allora chi è? Se quella persona è diversa da mia madre - mia madre è identica a quella che, prima di ammalarsi, aveva la sua mente e la sua memoria - allora devono essere persone completamente diverse, non correlate. Qui stiamo parlando di categorie concettuali che sono un po' come scatole. "Mia madre" è o nella scatola dell'essere la stessa con il corpo o nella scatola di qualcosa di totalmente diverso dal corpo. Non c'è altra possibilità. Questa è la nostra vera dicotomia, reciprocamente esclusiva.
Ci sono sempre queste due possibilità, non è vero? Sono uguali o sono diverse, se pensiamo in termini di scatole. "Uno o molti" è un argomento che viene analizzato molto. Questa idea di "identico o diverso" è importante da capire quando leggiamo o sentiamo parlare di questi argomenti di "uno o molti", che è come vengono solitamente chiamati. "Madre" e "madre" sono la stessa cosa. "Madre" e "Mutter" (la parola tedesca per madre) sono diverse.
Tutti questi hanno grandi applicazioni. Questo è solo un elenco completo di possibilità, un piccolo assaggio di ciò che è coinvolto. Tuttavia, man mano che lo studio si approfondisce questi sono gli strumenti che useremo per l'analisi, per capire le cose.
Diversi fenomeni concettualmente isolati che hanno la stessa natura essenziale
Due cose possono avere la stessa natura essenziale ma essere diversi elementi concettualmente isolati (ldog-pa). Questo è un termine molto difficile. Abbiamo due cose che condividono la stessa natura essenziale ma sono diverse, non identiche. Come descriviamo questa differenza? Le chiamiamo "elementi concettualmente isolati diversi". Cosa significa essere un elemento concettualmente isolato? Isolare concettualmente qualcosa significa escluderlo da tutto ciò che non è se stesso. In parole povere, "Questo non è altro che (ma-yin-pa-las log-pa)". Madre non è altro che madre. Mutter non è altro che Mutter. Quando escludiamo tutto ciò che non è madre, stiamo anche escludendo Mutter perché Mutter è diverso. Quando isoliamo concettualmente qualcosa da tutto ciò che non è essa, ci rimane solo quell'elemento. È così che specifichiamo le cose.
Un esempio interessante è un esame medico. Abbiamo tutte le possibilità di cosa potrebbe essere la malattia, e un modo per identificarla o specificarla è testare tutte le cose che potrebbe essere. Quando abbiamo escluso tutte queste altre possibilità, ci rimane quello che è. Troviamo che questo metodo è usato parecchio in medicina quando ci danno tanti test per cose diverse e, attraverso questi, escludono tutti i tipi di possibilità e alla fine sono in grado di isolare la malattia effettiva, si spera.
Sto pensando a un esempio divertente: smarriamo le chiavi. Cerchiamo in ogni posto in cui potrebbero essere e non siamo così fortunati da trovarle in fretta, quindi escludiamo ogni possibilità (non sono lì), e poi cerchiamo di pensare: cosa resta? Dove potrebbero essere? Devono essere da qualche parte. Quando abbiamo escluso assolutamente ogni possibilità, e c'è solo una possibilità rimasta di dove potrebbero essere, allora le troviamo lì. Tuttavia, a volte non prendiamo nemmeno in considerazione tutte le possibilità.
Ricordo un incidente in cui ho perso la mia rubrica e ho passato ore a cercarla ovunque in casa. Non sono riuscito a trovarla, quindi ho rinunciato. Poi, poco dopo, sono andata al frigorifero e ho trovato la rubrica lì dentro. È stato un po' spaventoso. "Un momento di Alzheimer ", lo chiamiamo.
Mi è successa la stessa cosa con le chiavi della macchina.
Giusto. Ero andato al frigorifero prima. Avevo la mia rubrica in mano. L'ho messa giù nel frigorifero quando ho preso qualcosa, e devo averla lasciata lì. È una spiegazione logica.
In ogni caso, per isolare concettualmente ogni genere di possibilità – quindi non è questo, non è quello – abbiamo qualcosa in più, ed è così che troviamo le cose. In ogni caso, qui abbiamo questo schema, questa categoria che è usata parecchio nell'analisi buddhista: due cose che hanno la stessa natura essenziale ma sono elementi concettualmente isolati diversi.
Fenomeni reciprocamente esclusivi che costituiscono una dicotomia
Stiamo parlando di teoria degli insiemi. Con la teoria degli insiemi abbiamo "identico" - quando due insiemi sono identici - per esempio, l'insieme di "amici" e l'insieme di "amici", sono totalmente pervasivi. Tutto ciò che è in un insieme è anche nell'altro. "Amici" e "amici" sono identici, ma possono anche esserci due insiemi che sono reciprocamente pervasivi, ma non identici - l'insieme di "esseri samsarici" e l'insieme di "coloro che hanno problemi". Tutto ciò che è in uno dei due insiemi è anche nell'altro, ma non sono identici.
Quando abbiamo due serie di cose che non sono identiche o reciprocamente pervasive, allora abbiamo altre possibilità di come sono correlate. Una possibilità in termini di essere diverse è che potrebbero essere fenomeni reciprocamente esclusivi (contraddittori) (phan-tshun spangs-’gal; ’gal-ba). I fenomeni contraddittori possono essere opposti o meno. Due cose sono contraddittorie se non c'è nulla che possa essere entrambe. Alcuni fenomeni contraddittori sono opposti, come "a casa" e "non a casa", e alcuni non sono opposti, come "gatto" e "cane". "Opposto" è in realtà una sottocategoria di contraddittorio.
Una variante dei fenomeni contraddittori è, letteralmente, "fenomeni contraddittori reciprocamente esclusivi che costituiscono una vera e propria dicotomia (phan-tshun spangs-’gal-gyi dngos-’gal; dngos-’gal)" o "fenomeni dicotomici reciprocamente esclusivi". Nella terminologia che hai qui in tedesco è "contraddizione logica diretta". Indipendentemente da come traduciamo il termine tecnico, si riferisce al fatto che tutti i fenomeni sono divisi in queste due categorie. In altre parole, formano una dicotomia di tutto e ci sono solo due possibilità che qualcosa possa essere.
Ad esempio, "un amico" o "non un amico". Possiamo dividere tutti i fenomeni in due insiemi, "amico" e "non un amico". Non c'è nulla che non sia in uno o nell'altro di questi insiemi. Il tavolo, ad esempio, e persino l'impermanenza sono nell'insieme di "non un amico". L'esempio classico sarebbe fenomeni statici e fenomeni non statici: tutto ciò che esiste deve essere statico o non statico.
Fenomeni reciprocamente esclusivi che non costituiscono una dicotomia
C'è un secondo tipo di fenomeno contraddittorio mutuamente esclusivo, i fenomeni mutuamente esclusivi non dicotomici (phan-tshun spangs-’gal-gyi rgyud-’gal). Che è chiamato nel tuo opuscolo tedesco "contraddizione logica indiretta". Questo è quando ci sono due possibilità mutuamente esclusive, ma c'è anche una terza possibilità. Quindi, non divide assolutamente tutto. Un esempio potrebbe essere: "il mio amico mi ha chiamato" o "ha chiamato qualcun altro". Questi sono contraddittori e l'opposto l'uno dell'altro; non c'è alcuna possibilità che siano entrambi. O mi ha chiamato, o non mi ha chiamato, ha chiamato qualcun altro. C'è una terza possibilità?
Non ha chiamato nessuno.
Non ha chiamato nessuno. Giusto. Voglio dire, immagina la situazione: stiamo aspettando che il nostro amico ci chiami, e non chiama. Beh, o ha chiamato, o non ha chiamato. Forse ha chiamato qualcun altro. Stiamo cercando di analizzare. Come possiamo capire questa situazione?
Nel secondo tipo di fenomeno contraddittorio mutuamente esclusivo queste due cose potrebbero essere opposte o non opposte. "Chiamare me" e "chiamare qualcun altro" sono opposti l'uno dell'altro come caldo e freddo. Ma chiamare me o chiamare Corinna, non sono opposti, giusto? Il mio amico ha chiamato me o ha chiamato Corinna o ha chiamato qualcun altro. Se sono io o Corinna, non sono opposti. Se sono io o non sono io, sono opposti. Di nuovo, quando siamo gelosi, possono essere coinvolte queste cose: "Beh, non mi ha chiamato! Ha chiamato lei! Sono geloso di lei!". Mentre se ha chiamato qualcun altro è un po' più vago, non è vero? Potremmo comunque essere gelosi.
Trilemma
Considera il caso di "non mi chiama" e "la mia linea telefonica è interrotta". Ci sono tre possibilità (mu-gsum, trilemma) qui. Se la mia linea telefonica fosse stata interrotta, allora non avrebbe potuto chiamarmi. Mettiamo da parte il fatto che ci ha provato, ma non è riuscita a parlarmi; non ho ricevuto la chiamata. Stiamo parlando della situazione in cui si cerca di capire perché non mi ha chiamato. Se la mia linea telefonica è interrotta, allora non mi ha chiamata. Quindi, se è in quell'insieme di "la linea telefonica è interrotta", è anche nell'insieme di "non ho ricevuto la chiamata". Ma se non mi hanno chiamato, non è necessariamente che la mia linea telefonica fosse interrotta; potrebbe essere per qualche altro motivo. Naturalmente, la terza possibilità è che mi abbia chiamata. Qui, la mia linea era interrotta, quindi ovviamente non ho ricevuto la chiamata; non ci preoccupiamo nemmeno di altre possibilità. Ma se non c'era niente che non andava con il mio telefono, allora ci deve essere qualche altro motivo per cui non ha chiamato, giusto?
Esempi più classici sono "animale" e "cane". Se è un cane, è necessariamente un animale; se è un animale, non è necessariamente un cane. E ci sono cose che non sono né l'uno né l'altro, come il tavolo. I trilemmi sono più facili da capire in quell'esempio dell'animale e del cane, ma è utile vedere come applicheremmo questo in una situazione di vita reale: che ci sentiamo davvero male perché il nostro amico non ha chiamato.
Tetralemma
Quindi, potrebbero esserci quattro possibilità. Questo è chiamato tetralemma (mu-bzhi) in greco. Nella teoria degli insiemi è rappresentato da due insiemi che si intersecano. Quali sono le pervasioni logiche tra questi due insiemi: "il mio amico non mi chiama" e "il mio amico non mi ama più"? Ci pensiamo. C'è quello che viene chiamato denominatore comune (gzhi-mthun), il che significa che potrebbe essere entrambi. Un'area di questi due insiemi in cui i due insiemi si intersecano potrebbe essere che il nostro amico non ci ama più e non ci ha chiamato. Tuttavia, potrebbe essere in un insieme e non nell'altro: il nostro amico non ci ama più, ma ci ha chiamato comunque per dirci, "Non voglio più essere tuo amico", per esempio. Oppure potrebbe essere che non ci ha chiamato, ma ci ama ancora, o la nostra linea telefonica era interrotta, o era occupato, o malato, o se n'è dimenticato. Oppure potrebbe essere qualcos'altro, il tavolo, qualcosa che non è nessuna delle due cose.
Questo è molto importante per analizzare i nostri problemi perché molto spesso pensiamo che "non mi chiama" e "non mi ama più" siano totalmente pervasivi, non è vero? O il genitore che aspetta che il figlio torni a casa: è in ritardo quindi deve aver avuto un incidente. Un classico. Quindi, cerchiamo di applicare questi tipi di possibili relazioni logiche all'analisi dei problemi. È molto utile.
Fenomeni contraddittori incompatibili
C'è un altro tipo di relazione di fenomeni contraddittori. "Contraddizioni incompatibili (lhan-cig mi-gnas ’gal)", le chiamo letteralmente. Il fatto è che non possono verificarsi nella stessa cosa simultaneamente. I fenomeni contraddittori non possono esistere simultaneamente in un continuum mentale, quindi uno prevale sull'altro o lo esclude. L'esempio è "inconsapevolezza della realtà (confusione)" e "corretta consapevolezza discriminante della realtà". Quando abbiamo la comprensione corretta, ci liberiamo della comprensione errata. Sono reciprocamente contraddittorie nel senso che una esclude l'altra, quindi non possiamo averle contemporaneamente. O capiamo o non capiamo. Questo deve essere qualificato.
Quando diciamo "capire", significa completamente, al 100%. O è al 100% o non è al 100%. O non sappiamo perché nostra figlia è in ritardo nel tornare a casa, o lo sappiamo. Se lo sappiamo, questo escluderà il non sapere, non è vero? Se vogliamo liberarci del non sapere dove lei si trova, dobbiamo saperlo. Altrimenti, abbiamo un tentennamento indeciso (the-tshoms). Potrebbe aver avuto un incidente? Potrebbe aver dimenticato che ore sono? O chi sa cosa è successo?
Tutte queste cose sono molto utili man mano che ci abituiamo a questo modo di pensare. Nostra figlia è irresponsabile. È sempre irresponsabile. Se è nostra figlia, è irresponsabile. Sono reciprocamente pervasive? Bene, significa "sempre irresponsabile"? Ci sono momenti in cui non è irresponsabile? È questa l'unica caratteristica di nostra figlia? Dobbiamo pensarci, perché spesso siamo molto critici: "È sempre in ritardo; non torna mai a casa in orario!". Problemi. Sofferenza.
Dobbiamo quindi analizzare questi due punti: una categoria con un solo elemento, "mia figlia" e quella di "persona irresponsabile". Ci potrebbero essere molti elementi in quella categoria. Qual è la pervasione tra questi due? Sono identici? Sono la stessa categoria? Sono inseparabili? Ci sono tre possibilità? Ci sono quattro possibilità? Ci sono persone irresponsabili, oltre a nostra figlia, ma se è nostra figlia, è irresponsabile. Quindi, tre possibilità, o cosa? Molto utile.
Fenomeni correlati dall'avere la stessa identità
Ora, ci resta quello che qui si chiama "relazioni (’brel-ba)". Bene, tutto ciò di cui abbiamo parlato sono relazioni, ma questo è un termine particolare in tibetano che può essere tradotto come "relazione". Qui le divisioni principali sono quelle che chiamo "fenomeni correlati dall'avere la stessa identità (bdag-gcig-tu ’brel)", e l'altra è quella che chiamo "fenomeni correlati derivati (de-byung ’brel)" (uno deriva dall'altro). Questa è una traduzione letterale. Qui è tradotto come "causale". Lo sto solo traducendo più letteralmente.
Quindi, due fenomeni che hanno la stessa identità: pensavo all'esempio, in me stesso, di una persona che può essere sia mia amica che mia studentessa. Ora, naturalmente, possiamo analizzare più attentamente, più da vicino, qual è in realtà la relazione. Ho studenti che non sono miei amici. Ho amici che non sono miei studenti. Se sono miei studenti, devono necessariamente essere miei amici? Se sono miei amici, devono necessariamente essere miei studenti? Bene, la maggior parte delle persone che mi incontrano e sanno che sono un insegnante vogliono imparare da me, quindi come posso tenere separate "amicizia" e "persona che è uno studente"?
L'esempio a cui sto pensando è una persona in particolare che è mio studente e mio amico, e che lavora per me (lo pago), e io ho 40 anni più di lui, quindi sono anche una figura paterna. Ecco fenomeni correlati tra loro perché hanno la stessa identità. Ora, sono davvero identici? Come possiamo gestirlo? Non è molto facile. Studente, amico, dipendente e qualcuno che mi vede come una figura paterna si riferiscono tutti alla stessa persona, ma non sono identici. A volte come capo, dobbiamo parlare molto duramente in un modo in cui non parleremmo a un amico. Non possiamo essere solo amici, magari arrivano tardi e parlano solo con la fidanzata al telefono mentre dovrebbero lavorare.
Queste sono situazioni piuttosto pratiche, almeno quelle che affronto io. Sono sicuro che molti di noi hanno relazioni multidimensionali con gli altri. In realtà, il modo in cui gestisco la cosa è "Ora ti parlo come un capo" o "Ora ti parlo come un padre. Fuori fa freddo, quindi dovresti vestirti più pesantemente. Mettiti un maglione!" Questo genere di cose.
Fenomeni correlati ai derivati
Questo è un tipo di relazione, avere la stessa identità. Poi, c'è un fenomeno di correlazione derivata. Una cosa deriva dall'altra. Questo è interessante. L'esempio che ho scelto è il mio amico durante il primo mese della nostra amicizia e il mio amico dieci anni dopo che ci siamo incontrati. O il mio compagno di matrimonio durante la luna di miele e il mio compagno di matrimonio 20 anni dopo. Quindi, che tipo di relazione c'è? Abbiamo ancora un'amicizia? Abbiamo ancora un matrimonio? Come deriva l'uno dall'altro e come si relazionano effettivamente? È una domanda molto interessante. O mio figlio quando ha 12 anni e mio figlio quando ne ha 25. Trattiamo ancora il venticinquenne come se ne avesse 12? Molti genitori lo fanno.
Come sono correlate? Sono identiche? No. Sono completamente diverse, in scatole totalmente diverse? No. Bisogna davvero scavare a fondo nel modo in cui ci relazioniamo a queste due cose derivate. Il venticinquenne deriva dal dodicenne. Il partner 20 anni dopo il matrimonio deriva dal partner di quando ci siamo sposati. Spesso dimentichiamo che questo partner con cui ora (20 anni dopo, o dieci anni dopo) abbiamo una relazione così terribile che vogliamo divorziare, deriva da quello di cui eravamo innamorati quando ci siamo sposati. Ce ne dimentichiamo, non è vero? Succede a molti di divorziare in modo ostile.
Riepilogo
Sebbene potremmo guardare a tutti questi diversi tipi di relazioni tra oggetti che abbiamo trattato oggi (e ci sono anche distinzioni più sottili) in un modo molto matematico e astratto, in realtà sono molto utili in termini di analisi dei problemi che affrontiamo e questo è lo scopo dell'apprenderle. Ricordate che tutto ciò che Buddha ha insegnato, che l'abbia inventato lui stesso o, in questo caso, che appartengano alla logica indiana, era inteso per aiutarci a eliminare i problemi e la sofferenza.