La Morte, il Guru e la Preziosa Esistenza Umana

L’ importanza di Meditare sull’Impermanenza e sulla Morte

Sua Santità il Dalai Lama darà fra breve degli insegnamenti molto preziosi. Per questo, io e il mio amico italiano abbiamo avuto una conversazione al riguardo e siamo giunti alla conclusione che, prima degli insegnamenti, potremmo tenere una discussione per aiutare le persone a prepararsi. Io posso condividere alcune delle mie conoscenze, e voi anche potete contribuire con quello che pensate. Discuteremo dell’impermanenza. Meditare sull’impermanenza è molto importante; ma molti buddisti specialmente nell’ambito del buddismo tibetano, fanno la corsa agli insegnamenti più alti – la vacuità così come la bodhicitta. Ci dimentichiamo di andare un per gradi.

Dimentichiamo anche l’esempio della vita di Buddha Shakyamuni. Tra le dodici azioni illuminanti attuate dal Buddha, una è che egli rinunciò alla sua vita nel palazzo e divenne un monaco. Arrivò a comprendere che tutto è impermanente e che non possiamo aggrapparci e trattenere le cose per sempre. Come essere ordinario, Siddharta Gotama fu scioccato dallo scoprire questo, e divenne timoroso. Pensò: “ Io ho questo bellissimo palazzo con tutto ciò che potrei mai desiderare. Tuttavia, un uomo che una volta sembrava stare bene ora è morto, lasciandosi alle spalle tutti i suoi averi. Anch’io finirò come lui. Come posso essere soddisfatto e vivere felicemente? Tutto ciò che chiamo ‘felicità’ non la posso portare con me, ma di sicuro me ne devo separare.”

Tutti noi vogliamo godere dei piaceri della vita, e sentiamo che sono molto importanti per noi. Ad un livello fondamentale, il nostro desiderio è di avere una vita lunga e felice. Se fosse possibile vivere per sempre, immaginiamo, tutte le cose che ci piacciono sarebbero lì per noi sempre. Il corpo fisico che abbiamo è fatto di carne ed ossa, ma queste non durano per sempre, e un giorno dovremo dir loro addio. Che crediamo o meno in vite future, dobbiamo accettare il fatto che una volta morti, siamo morti. Se esista o meno una seconda possibilità alla vita è il dominio della religione. Se guardiamo alla storia di Buddha Shakyamuni, la sua motivazione iniziale a raggiungere la liberazione era “Non voglio morire”. Quindi possiamo vedere quanto sia centrale questo pensiero. Tutti noi sentiamo: “Non voglio morire” e anche                                                                            il Buddha sentiva questo. Indagò ed esplorò così tanti metodi, concludendo infine “ È sciocco innaffiare questo corpo come una pianta. Non durerà per sempre.”

Ora, esiste quello che potremmo chiamare un “Piano B?” Attraverso la meditazione il Buddha ha trovato un metodo per lavorare con la nostra coscienza, che ci consente di coltivare un tipo di forza che durerà anche dopo la fine di questa vita. Il nostro corpo fisico è come una locanda; noi viaggiamo qui e lì, e poi il corpo se ne va. Ma la nostra coscienza è qualcosa che continua dopo questa vita. Quando parlo della coscienza e di come viaggia, non dovremmo confonderla con l’idea di anima. La coscienza non è permanente. È impermanente, perchè cambia ogni momento.

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