L'importanza della rinascita nel contesto del lam rim
La rinascita è un argomento centrale nel Buddhismo e penso sia molto importante riconoscerlo. Perché è importante? Esaminiamo alcuni dei motivi.
Il lam rim, il sentiero graduale verso l'illuminazione o, più specificamente, le menti del sentiero graduale che portano all'illuminazione – descrive le menti del sentiero delle persone con i tre livelli di motivazione. La motivazione di primo livello è puntare a una rinascita fortunata. Se non crediamo che la rinascita sia possibile, allora perché dovremmo volerne una più fortunata? Non avrebbe alcun senso. Il secondo livello è mirare alla liberazione. Liberazione da cosa? Dalla rinascita incontrollabilmente ricorrente, a cui si riferisce il samsara. Quindi, se non crediamo che la rinascita esista, perché dovremmo voler liberarcene? Non sarebbe affatto un problema. Nel livello avanzato di motivazione aspiriamo a diventare un Buddha e puntiamo a questo per poter aiutare tutti gli altri a superare e liberarsi dalla rinascita incontrollabile e ricorrente. Questo è il modo in cui vengono presentate le fasi del sentiero nel lam rim e, ancora una volta, non vorremmo essere in grado di aiutare tutti a superare la rinascita se non vi credessimo.
Ora, alcuni insegnanti buddhisti non tradizionali tendono a offrire una versione leggera, light, del Dharma, come fosse "Coca-Cola light" invece della versione reale. Con la versione diluita annacquiamo questi livelli di motivazione e, invece di puntare a una rinascita più fortunata, miriamo a migliorare le cose in questa vita. Invece di mirare a liberarci dalla rinascita incontrollabile e ricorrente, miriamo a liberarci da tutti i problemi e le difficoltà che potremmo avere in questa vita. E diventare illuminato non è per essere in grado di liberare tutti gli altri dalla rinascita incontrollabile e ricorrente, ma per liberare tutti gli altri dai loro problemi in questa vita. Questa è la versione “Dharma-Lite” dei tre livelli graduali di motivazione nel lam rim.
Alcuni ovviamente preferiscono il "Dharma-Lite", e non "quello vero". Sebbene quello leggero possa essere utile, poiché certamente otteniamo benefici dalla pratica del Buddhismo in questo modo senza prendere in considerazione la rinascita, i livelli iniziale e intermedio di motivazione tendono ad assomigliare a una terapia, che cerca di migliorare le cose senza avere problemi in questa vita. Quindi il livello avanzato di motivazione "Dharma-Lite" tende ad assomigliare a un lavoro sociale: "Ho intenzione di uscire e aiutare gli altri a liberarsi dei loro problemi in questa vita". Tutto ciò è molto bello e il Buddhismo ha molti suggerimenti molto utili che possono essere di beneficio in un processo di terapia e formazione per il lavoro sociale, ma penso che questo sia davvero un Buddhismo di cambiamenti ridotti: il Buddhismo offre molto di più di questo. Così, dobbiamo apprezzare perché è così importante lavorare su sé stessi nel contesto della rinascita.
L'importanza della rinascita per apprezzare la preziosa vita umana
Prima di tutto, perché dovremmo voler sforzarci per una rinascita più fortunata? Il Buddhismo non parla del mirare a rinascere in cielo come nostro obiettivo finale, che lì tutto sarà veramente bello e meraviglioso e che avremo la felicità eterna. Non è questo il motivo per cui si vuole ottenere una rinascita più fortunata nel Buddhismo, non è questo l'obiettivo finale. Piuttosto lavoriamo per svilupparci fino al punto in cui superiamo i nostri problemi e le nostre carenze – non solo quelli di questa vita – e realizziamo i nostri pieni potenziali, in modo che alla fine possiamo beneficiare tutti al massimo grado possibile. Questo sarà un processo molto lungo.
È probabile che non lo finiremo in questa vita. Quindi, il percorso spirituale è qualcosa che vorremmo naturalmente continuare oltre questa vita. Non è che stiamo correndo una gara e vogliamo solo vedere quanto lontano arriviamo prima di cadere morti; vogliamo raggiungere il traguardo. Ma se non pensiamo in termini di rinascita, allora è molto facile scoraggiarci man mano che invecchiamo e affrontiamo la nostra morte, se non abbiamo compiuto progressi notevoli. Questo perché, onestamente parlando, la maggior parte di noi non farà grandi progressi nella vita, perché siamo molto impegnati in altro e pochissimi possono dedicare ventiquattro ore al giorno per il resto della vita alla pratica del Dharma. Inoltre, quando osserviamo come facciamo progressi, non sono mai lineari: non è che la situazione migliorerà ogni giorno. Piuttosto, andrà sempre su e giù. Questo è naturale; è così che va la vita, alcuni giorni va bene e altri giorni siamo di cattivo umore e non va affatto bene. Succederà fino a quando non saremo liberi dal samsara.
Quindi pensare alla rinascita ci aiuterà ad avere una prospettiva più lungimirante e a non essere così tesi che "Non sto facendo progressi fantastici adesso". Se possiamo continuare ad avere ciò che il Buddhismo chiama "preziose rinascite umane", alla fine con un duro lavoro raggiungeremo i nostri obiettivi finali di liberazione e illuminazione. Una preziosa rinascita umana è quella in cui abbiamo una tregua da tutte le situazioni prive della libertà di praticare il Dharma e quella in cui abbiamo tutti i fattori arricchenti che ci danno la più ampia opportunità di praticare. Pertanto, l'obiettivo provvisorio a cui dobbiamo prima puntare è garantirci che continueremo a ottenere preziose rinascite umane in tutte le nostre vite fino a quando non diventiamo esseri liberati.
Inoltre, se guardiamo agli insegnamenti sui "quattro pensieri che rivolgono la mente al Dharma", il primo di questi, l’apprezzare la preziosa vita umana, enfatizza l’apprezzare la difficoltà e la rarità di ottenere una tale nascita. Ciò non implica solo che, in futuro, possiamo prendere molti altri tipi di rinascita oltre a quella umana e preziosa e che dobbiamo porre le cause per tale rinascita; implica anche l'esistenza di vite passate. Dopo la nostra vita immediatamente precedente, avremmo potuto prendere molti altri tipi di rinascita, ad esempio come un piccolo insetto. Così dobbiamo apprezzare la meravigliosa opportunità che abbiamo ora. È significativo, quindi, che la rinascita sia completamente essenziale per questo punto sull'apprezzare la preziosa vita umana, e che sia considerato il primo pensiero che rivolge la mente nel Dharma.
Inoltre, pensare di continuare ad assumere ulteriori preziose vite umane in futuro è molto importante anche per il tantra; altrimenti, c'è il pericolo di autoinganno mentre lo si pratica. La più alta classe di tantra, anuttarayoga tantra, insegna che è possibile ottenere l'illuminazione in questa vita. Molte persone sono molto attratte da questo perché pensano: “Ora non devo nemmeno considerare la rinascita perché questo è irrilevante nel tantra: c'è l'illuminazione in una vita. Grandioso!" Questo è un grosso errore perché, anche seguendo le pratiche più avanzate del tantra, è probabile che non raggiungeremo l'illuminazione in questa vita. È molto, molto raro – possibile, ma incredibilmente raro.
Quindi, come nella pratica del sutra, se abbiamo la comprensione della rinascita non ci scoraggiamo e pensiamo invece: “Cercherò l'illuminazione in questa vita. Ma se non la raggiungerò in questa vita, non sarà la fine del mondo, c'è la rinascita. Continuerò a provare la prossima volta”. Come dice il proverbio che in realtà viene dal pensiero upanishadico indiano antecedente al Buddhismo: "Non c'è perdita di un inizio compiuto in precedenza". Capite? Se abbiamo iniziato qualcosa non lo perderemo, perché saremo in grado di continuarlo nelle vite future. Questo è il pensiero indiano generale, non solo buddhista ed è piuttosto rilevante qui.
Inoltre, una delle caratteristiche principali del tantra anuttarayoga è la purificazione, nel senso di liberazione della morte samsarica, del bardo e della rinascita. Bardo è lo stato intermedio tra morte e rinascita. L’anuttarayoga fornisce un'analisi molto dettagliata di come funziona questo processo e fornisce pratiche che simulano la morte, il bardo e la rinascita. Se in realtà non crediamo che la rinascita abbia luogo, perché dovremmo praticare la purificazione della morte, del bardo e della rinascita? Cosa stiamo facendo? Senza convinzione nella rinascita, l'intera pratica del tantra anuttarayoga diventa un gioco. Questo è un punto.
L'importanza della rinascita per comprendere il karma
Il secondo punto che riguarda il motivo per cui è così importante pensare in termini di rinascita è quello di acquisire una corretta comprensione del karma, in quanto i risultati delle nostre azioni per lo più non maturano in questa vita. Ad esempio, potremmo praticare molto duramente e meditare ogni giorno, fare centinaia di migliaia di prostrazioni e tutto questo genere di cose, e poi prendiamo il cancro e moriamo in una morte lenta e dolorosa. Ovviamente, possiamo scoraggiarci molto se ci aspettiamo che i risultati delle nostre azioni maturino in questa vita.
Poi guardiamo un funzionario corrotto che sta imbrogliando tutti diventando favolosamente ricco. Una persona del genere potrebbe non essere mai catturata e vivere tutta la sua vita in estrema ricchezza e potere, quindi dov'è il karma? Non deve essere necessariamente un funzionario del governo, può essere anche un uomo d'affari.
Naturalmente alcune delle nostre azioni possono maturare in questa vita, specialmente quando sono compiute con una motivazione estremamente forte, positiva o negativa, ma la maggior parte di esse matura nelle vite future. In effetti, la maggior parte di ciò che sperimentiamo in questa vita non è il risultato di ciò che abbiamo compiuto in questa vita, bensì di ciò che abbiamo compiuto nelle vite passate.
Tuttavia devo qualificarlo: ci sono alcune cose che compiamo in questa vita, come colpire con la punta del piede un tavolo al buio e poi sperimentare che il nostro dito diventa viola e di conseguenza proviamo un dolore intenso. Non dovremmo pensare che il Buddhismo neghi che questo tipo di causa ed effetto fisico non funzioni in vita. Tuttavia possiamo lavorare molto duramente per ottenere una buona istruzione universitaria e poi non trovare un lavoro ben pagato o finire per guidare un taxi. Non segue la semplice causa ed effetto: anche se abbiamo una buona istruzione non abbiamo un buon lavoro. Se lo otteniamo o meno dipende da molti altri fattori karmici delle vite precedenti. Quindi, è molto importante per la comprensione del karma di causa ed effetto pensare in termini di rinascita. Non solo è utile, è assolutamente necessario. Altrimenti, l'intera discussione su causa e effetto comportamentali non ha alcun senso.
Senza introdurre il karma, ci rimane una visione molto diversa di ciò che ci accade nella vita. Siamo andati all'università e poi abbiamo trovato un lavoro o forse no. Bene, da cosa è dipeso? Potremmo pensare che sia dipeso dalla fortuna, dal destino, forse dalla volontà di Dio. Il Buddhismo afferma che ci sono molti problemi con ciascuna di queste proposte. La presentazione buddhista della rinascita e delle vite passate, d'altra parte, è un modo per spiegare ciò che ci sta accadendo ora che non solo ha senso, ma ci fornisce anche un modo per influenzare ciò che ci accadrà in futuro.
Potremmo infatti vivere pensando che tutto ciò che accade è solo sulla base della fortuna, del destino o della volontà di Dio. Ci sono certamente molte società che la pensano così. Ma credere così non lascia molto spazio per influenzare ciò che ci accade. Indossare un portafortuna intorno al collo cambierà davvero la nostra fortuna? Se tutto è nelle mani di Dio, allora anche se seguiamo i comandamenti, il disastro potrebbe ancora colpirci. Se ciò accade, è soddisfacente solo confidare nella saggezza di Dio e accettare la Sua volontà? E se ciò che ci accade è predeterminato dal destino, non c'è niente che possiamo fare per cambiarlo? D'altro canto, il Buddhismo afferma che dobbiamo assumerci la responsabilità per ciò che ci accade, sebbene i risultati delle nostre azioni potrebbero non essere visibili in questa vita.
L'importanza della rinascita per aprire il nostro cuore a tutti gli esseri
Il punto seguente relativo all’importanza della rinascita riguarda le meditazioni per lo sviluppo dell'amore e della compassione, a partire dal riconoscere tutti come nostre madri. La versione del Dharma "reale" riconosce che tutti gli esseri sono stati nostre madri nelle vite precedenti. La versione "Dharma-Lite" è che chiunque potrebbe portarci a casa, essere gentile con noi e darci un posto dove stare, da mangiare proprio come farebbe una madre. Chiunque in questa stanza, chiunque per strada, chiunque potrebbe essere così per noi.
Non c'è dubbio che questa versione di "Dharma-Lite" sia molto utile. Ci consente di vedere che tutti hanno la possibilità di essere gentili con noi e che anche noi possiamo essere gentili con chiunque. Potremmo portare qualcuno a casa nostra e dargli da mangiare, come se fossimo sua madre. Questo tipo di meditazione apre i nostri cuori ad altre persone tuttavia nella pratica è limitato agli adulti. Non pensiamo davvero che un bambino possa portarci a casa, prendersi cura di noi e darci da mangiare, o che possa comportarsi come nostra madre. Potremmo rispondere: "Va bene, forse non ora, ma quando il bambino crescerà potrebbe comportarsi come una madre nei miei confronti, e ora potrei certamente prendermi cura di qualsiasi bambino come se fosse mio figlio". Ma che dire di scarafaggi o zanzare? È molto difficile applicare questo tipo di meditazione ai non umani. Possiamo sinceramente sentire che lo scarafaggio potrebbe essere come una madre per noi, portarci a casa, darci da mangiare, o che noi potremmo essere come una madre per lo scarafaggio e portarlo a casa, dargli un bel posto per dormire e da mangiare? Qualsiasi cane potrebbe essere il nostro animale domestico, ma non è abbastanza strano pensare che scarafaggi o zanzare possano diventare i nostri animali domestici?
Questo è lo svantaggio della versione "Dharma-Lite". Sebbene non sia necessario scartarla, ha dei seri limiti e non può davvero portarci, da sola, alla piena portata dell'obiettivo buddhista di aprire i nostri cuori a tutti gli esseri, non solo agli umani adulti.
L'importanza della rinascita per relazionarsi ugualmente a tutti gli altri
Il punto successivo è che se pensiamo solo in termini di questa vita, tendiamo a identificarci abbastanza intensamente con la nostra situazione attuale – che siamo, qualunque sia l'età, giovani, anziani, uomo, donna, messicani, tedeschi, africani e così via. Identificandoci con la nostra situazione in questo modo, troveremo che non è così facile entrare in empatia con le persone in altre situazioni. Tendiamo a sentirci veramente in grado di relazionarci solo ad altri messicani o con altre persone della nostra appartenenza religiosa. Oppure riteniamo di poter veramente relazionarci solo a persone della nostra età, del nostro genere o del nostro orientamento sessuale. È assolutamente normale che le persone la pensino così.
Tuttavia, se pensiamo in termini di rinascita allora siamo stati di ogni età. A volte siamo stati giovani, altre anziani. Siamo stati sia maschi che femmine, di nazionalità diverse. Inoltre, cosa molto importante, siamo stati forme di vita diverse, non sempre umane. Pensare in questo modo ci consente un concetto molto più ampio di noi stessi, permette molto più facilmente di sviluppare compassione per gli altri in situazioni diverse da ciò che stiamo vivendo in questo momento. Non tendiamo così tanto a identificarci solidamente con ciò che siamo ora come la nostra identità concreta, permanente, assoluta, perché ci rendiamo conto che siamo stati così tante diverse forme di vita, ecc. Questo ci aiuta a capire più facilmente gli insegnamenti sul vuoto (vacuità), che non abbiamo una solida identità permanente.
L'importanza della rinascita nella comprensione della natura della mente
Ancora più significativo, la rinascita è davvero essenziale per poter comprendere la natura della nostra mente, che è così cruciale per il nostro sviluppo buddhista. Dobbiamo capire che la mente non ha né inizio né fine e ciò fa emergere necessariamente il tema della rinascita. Se pensiamo che la nostra mente esista solo in questa vita, allora abbiamo un grosso problema riguardo a quale sia la causa di essa. La confusione su tale questione influisce negativamente sulla nostra comprensione del vuoto, su come esiste la mente. Quindi, la comprensione della rinascita è essenziale per essere in grado di ottenere la comprensione del vuoto in termini di cause per cui la mente continua, ecc. e come funzionano causa ed effetto. È tutto interconnesso. Discuteremo tutto questo in dettaglio più avanti in questa lezione.
Per tutte queste numerose ragioni, quindi, la comprensione della spiegazione buddhista della rinascita è davvero centrale e importante per una pratica più completa del Buddhismo. È così nonostante alcuni insegnanti occidentali insegnino il "Dharma-Lite" e alcuni studenti di Dharma in occidente lo preferiscano come loro bevanda spirituale.
L'importanza della comprensione specifica della spiegazione buddhista della rinascita
Come abbiamo visto, anche il primo passo per rivolgere la nostra mente al Dharma – l’apprezzare la preziosa vita umana – presuppone l'accettazione della rinascita. Naturalmente, questo significa accettare la spiegazione specificamente buddhista della rinascita, non semplicemente un'altra spiegazione di essa. Molti sistemi di pensiero non buddhisti affermano la rinascita: Induismo, Giainismo, Teosofia, alcuni filosofi greci antichi e persino alcune prime sette cristiane. Le spiegazioni in ciascuno di essi sono diverse.
Inoltre, come occidentali, non proveniamo da un tradizionale retaggio buddhista. Se lo fossimo, come la maggior parte dei tibetani, accetteremmo naturalmente che c'è rinascita, come se accettassimo che la terra è rotonda. Ciò non significa che avremmo necessariamente una comprensione sofisticata della rinascita. La maggior parte dei tibetani non ce l’ha, ma almeno accettano che esista qualcosa come la rinascita e, se studieranno il Dharma, saranno interessati a impararne la spiegazione buddhista.
Questo punto è molto importante per noi occidentali. Sarebbe abbastanza ingiusto e forzato o artificiale insistere sul fatto che prima di poter davvero iniziare a studiare il Dharma "reale", abbiamo bisogno di capire e accettare la rinascita. È irragionevole aspettarselo. Ma penso che per studiare “il vero Dharma” e non solo “il Dharma versione leggera”, dobbiamo riconoscere il posto centrale della rinascita nel Buddhismo, senza negarlo e dire: “Beh, posso farne a meno”; dobbiamo avere interesse e l'intenzione di conoscere e comprendere la vera spiegazione buddhista di ciò.
Per questo, dobbiamo escludere tutte le spiegazioni non buddhiste sulla rinascita. In altre parole, dobbiamo riconoscere che la spiegazione buddhista non parla di un'anima statica che vola da un corpo all'altro e non tratta di come ci vengono impartite le lezioni da imparare da una vita all'altra e, finché non impariamo ogni lezione, non possiamo passare a quella successiva – questo non è Buddhismo. Nemmeno parla di come miglioriamo sempre – che la nostra situazione di rinascita migliora sempre e che siamo diretti a rinascite sempre più elevate. Questo non è Buddhismo. Né afferma che gli umani possano rinascere solo come umani e gli animali come animali; nemmeno asserisce che esiste solo un aldilà ed è eterno: vai all’inferno o in paradiso – anche se ci potrebbe essere il purgatorio nel mezzo – e questo sarà per sempre così.
Fin dall'inizio dobbiamo capire che il Buddhismo non afferma alcuna di queste spiegazioni. È qualcos'altro. Così l'atteggiamento che dobbiamo sviluppare è: “Vorrei capire cosa insegna realmente il Buddhismo sulla rinascita, sono interessato e mi rendo conto che è molto importante". Penso che con questa base, possiamo iniziare a bere il "vero" Dharma, senza doverci accontentare del "Dharma-Lite". Così avanziamo pensando: “Accetterò provvisoriamente la spiegazione buddhista della rinascita e lavorerò con essa, anche se non la capisco ancora del tutto e, mentre avanzo lungo il cammino, cercherò di capirla di più profondamente".
Il continuum come successione di momenti di qualche cosa
Qual è allora la comprensione buddhista della rinascita? Come molti argomenti del Buddhismo, non è estremamente semplice ma ciò non significa che sia impossibile da capire. La questione della rinascita nel Buddhismo è fondamentalmente una questione di continuità. Ma cosa intendiamo per "continuità"? Intendiamo "una successione ininterrotta di momenti di qualcosa". Non è come la continuità di una strada, che è un continuum spaziale ma piuttosto il Buddhismo si riferisce a un continuum temporale – la continua successione di momenti di qualcosa nel tempo.
Un'analogia utile qui potrebbe forse essere la continuità di un film. Con rinascita, non stiamo parlando del continuum del vero e proprio film plastico su cui è stampato il film. Ma piuttosto del continuum del film mentre viene riprodotto – la successione di un momento dopo l'altro, con un solo istante alla volta. È possibile vedere un intero flusso d'acqua – o almeno una parte di esso – non si tratta di questo. Tuttavia è impossibile sperimentare più di un momento alla volta.
Una successione di momenti deve essere una successione di momenti di qualcosa. Qui, nel caso della rinascita, di che cosa la rinascita implica una successione di momenti? È una successione di momenti della mente, il che significa una successione di momenti di attività mentale che chiamiamo "continuum mentale" o, talvolta, "flusso mentale" ma questa immagine è troppo spaziale. Vogliamo un'immagine più orientata al tempo.
I quattro tipi di continua temporali
In generale, ci sono quattro tipi di continua temporali.
- Il primo tipo è un continuum che ha sia un inizio che una fine. Ad esempio, questo corpo che abbiamo ora ha un inizio, quando siamo stati concepiti e una fine, quando moriremo. Continua di momento in momento mentre siamo vivi, senza alcuna pausa. È facile da capire.
- Il secondo tipo non ha inizio, ma ha una fine. Questo è più difficile da capire. Esempi sono la rinascita incontrollabile e ricorrente – in altre parole, il samsara – e l'ignoranza o l'inconsapevolezza di come noi esistiamo e di come tutto esista. Per semplicità, chiamiamo ciò "confusione rispetto alla realtà". Il samsara e la confusione rispetto alla realtà, che alimenta il samsara, non hanno inizio tuttavia possono avere una fine. Quando quella mancanza di consapevolezza che perpetua la nostra esistenza samsarica è rimpiazzata dalla consapevolezza – in altre parole, quando quella confusione è sostituita dalla corretta comprensione – e la perfetta concentrazione viene mantenuta senza alcuna deviazione su quella corretta comprensione, allora la nostra confusione giunge a una vera fine, e così anche la nostra rinascita incontrollabilmente ricorrente.
- Il terzo tipo di continuum temporale è quello che ha un inizio, ma non una fine. Un esempio potrebbe essere la disintegrazione di un bicchiere. Quando rompo un bicchiere la disintegrazione, la fine del bicchiere ha un inizio. Inizia quando il vetro si rompe, ma non ha fine: continuerà per sempre, quel bicchiere sarà sempre rotto. Anche dopo un milione di anni quel vetro sarà sempre rotto. Non tornerà. La disintegrazione del vetro, quindi, ha un inizio ma non una fine.
- Il quarto tipo è qualcosa che non ha né inizio né fine. Un continuum mentale è un esempio di qualcosa senza inizio e senza fine: questo è ciò che dobbiamo capire quando cerchiamo di comprendere l'insegnamento buddhista sulla rinascita; abbiamo a che fare con un continuum di attività mentale che non ha né inizio né fine.
Dobbiamo stare attenti, qui e fare una chiara distinzione. Ogni continuum mentale individuale non ha né inizio né fine. Ma ogni continuum mentale può avere due fasi. Una fase è la fase samsarica, quando quel continuum mentale subisce rinascite incontrollate e ricorrenti sotto l'influenza della confusione rispetto alla realtà e, quindi, è colmo delle varie forme di sofferenza. Questa prima fase non ha inizio, ma può avere una fine. La seconda fase è la fase nirvanica o liberata, quando quel continuum mentale continua a manifestare nascita e morte, tuttavia è totalmente privo di confusione rispetto alla realtà, così non contiene alcuna sofferenza.
Questa seconda fase avrà un inizio, ma non una fine. Diverse scuole buddhiste offrono diverse interpretazioni di questa seconda fase. Semplifichiamo la discussione qui e presentiamo solo un punto di vista. La fase nirvanica può continuare per un periodo limitato poiché viene semplicemente liberata dal samsara. Durante questo periodo semplicemente liberato, l'attività mentale sarà ancora limitata; non sarà ancora onnisciente. Ma, alla fine, il periodo semplicemente liberato terminerà con il raggiungimento dell'illuminazione e la fase nirvanica avrà quindi un periodo senza fine come un buddha onnisciente. Così, se consideriamo queste fasi e questi periodi tutti insieme, allora ogni continuum individuale di attività mentale non ha inizio né fine.
Per comprendere l'insegnamento buddhista sulla rinascita, quindi, è necessario comprendere ciò che sta alla base della rinascita: la spiegazione buddhista della mente.
La mente
Il significato nel Buddhismo di "mente" è molto specifico, è un continuum di attività mentale, un "continuum mentale". Non entriamo in una spiegazione dettagliata della mente qui, ma la semplifichiamo: un continuum mentale è una successione ininterrotta di momenti di esperienza. C'è un momento di esperienza, seguito da un altro momento di esperienza, da un altro e così via. Si tratta di questo. È un'esperienza delle cose, un'esperienza di qualcosa. Non si può sperimentare senza che si tratti dell'esperienza di qualcosa, proprio come non si può pensare senza pensare a qualcosa.
Non stiamo parlando di un oggetto fisico o immateriale che fa l'esperienza e nemmeno di una sorta di "strumento" che qualcuno usa per sperimentare, come una macchina fotografica per scattare una foto o come "Sto usando la mia mente per sperimentare questo". Non è che la mente sia una sorta di cosa che sta vivendo qualcosa. Per questo motivo, quindi, per comprendere la presentazione buddhista, forse è meglio usare la parola mente il meno possibile, perché può essere fonte di confusione. Tutto ciò di cui stiamo parlando è l'attività da sola, l'attività di sperimentare qualcosa. Se vogliamo specificarlo di più, dovremmo dire che è la "semplice, individuale, soggettiva esperienza delle cose".
Dovrei aggiungere qui che non stiamo parlando di una continuità di esperienze che si accumulano, in modo che una persona possa "avere più esperienze" di un'altra. Si tratta della mera esperienza delle cose. "Mera" significa che è solo la semplice attività mentale di, per esempio, vedere, ascoltare o pensare qualcosa – queste sono tutte esperienze di qualcosa. "Mera" implica anche che l'esperienza di quelle non ha bisogno di essere deliberata, come in "Sono andato deliberatamente in India per fare un'esperienza", e non deve essere emozionalmente commovente. Alcune persone pensano "Se non ti sei commosso, non l'hai davvero vissuto." Non è di quel tipo.
Semplicemente esperire qualcosa non deve nemmeno essere cosciente, ad esempio, sperimentare l'ostilità inconscia, sperimentare il sonno o persino la morte. È solo pura esperienza. Per il Buddhismo, la differenza tra ciò che la psicologia occidentale chiama sperimentare "consciamente" e "inconsciamente" qualcosa è semplicemente una differenza nella quantità di attenzione che accompagna l'esperienza. Va specificato tutto questo chiaramente, perché non abbiamo alcuna parola nella nostra lingua occidentale che corrisponda esattamente al concetto buddhista di "mente".
Inoltre, l'esperienza di qualcosa è sempre individuale e soggettiva. Due persone potrebbero provare a vedere lo stesso film, ma la loro esperienza non sarebbe la stessa: a una potrebbe piacere, all'altra no. Il modo in cui vivono il film dipende da molti fattori correlati: l'umore, la loro salute, le persone con cui si trovano, persino dai loro posti a sedere, stanno seduti nella parte posteriore o vicini, la testa di qualcuno copre parte dello schermo, sono comodi e così via. Quindi tutti sperimenteranno il vedere il film in modo diverso. È individuale.
Sentire un livello di felicità
Inoltre, sperimentare qualcosa è soggettivo perché ad accompagnare ogni momento dell'esperienza di qualcosa è il fattore mentale della sensazione di un livello di felicità o infelicità. Questo fattore mentale del sentire un livello di felicità o infelicità è definito come il modo in cui sperimentiamo la maturazione del nostro karma. In ogni momento ci sentiamo un po' felici, infelici o neutri. Anche quando dormiamo, proviamo una sensazione neutra che non è né felice né infelice.
In che modo la sensazione si collega alla maturazione del karma? Il Buddhismo spiega che, come risultato delle nostre azioni costruttive precedentemente compiute, sperimentiamo qualcosa con felicità. Come risultato delle nostre azioni distruttive precedentemente commesse, sperimentiamo qualcosa con infelicità. Come risultato delle nostre azioni eticamente neutre precedentemente compiute, sperimentiamo qualcosa con un sentimento neutro che non è né felicità né infelicità.
Di solito, abbiamo compiuto queste azioni in una vita precedente, come abbiamo già visto. Non sono necessariamente le azioni che abbiamo compiuto nel momento immediatamente precedente o le azioni in cui siamo attualmente impegnati. Potremmo essere seduti alla nostra scrivania e guardare il muro o guardare una foto di una persona cara e provare felicità, infelicità o una sensazione neutra, a seconda di un numero enorme di fattori, non tutti i quali possono essere spiegati da ciò che abbiamo sperimentato di recente.
Gli esseri individuali
Quando nel Buddhismo si parla di un "essere individuale", una "persona" (gang-zag, scr. pudgala), si riferisce a qualcuno con un continuum mentale, indipendentemente dalla sua forma di vita attuale. In ogni momento dell’esistenza, sperimenta qualcosa individualmente e soggettivamente, con un certo livello di felicità o infelicità. Per questo motivo, un individuo è diverso da una roccia o da un computer. Una pietra “sperimenta” l’essere sotto la pioggia? Può essere erosa dalla pioggia, ma questo significa che la roccia "sperimenta" la pioggia? No, non l’ha sperimentata con un livello di felicità o infelicità. È lo stesso con un computer che elabora i dati. Il computer non sperimenta i dati, vero? Un computer è felice quando esegue un programma che funziona in modo efficiente e infelice quando esegue un programma pieno di virus?
Ancora una volta, le nostre parole occidentali potrebbero confondere qui. Come definiamo i singoli esseri? Come definiamo gli esseri che sperimentano le cose? Il Buddhismo afferma che sono esseri che agiscono con intenzione, anche se le loro azioni non sono pianificate concettualmente. Un verme non deve pianificare concettualmente che striscerà laggiù, lo fa semplicemente – e sperimenta soggettivamente e individualmente gli effetti immediati e a lungo termine di ciò che fa. Il verme è un "essere individuale".
Potremmo discutere a lungo se le piante e il fungo delle dita dei piedi sono o meno esseri individuali. Questo è difficile da comprendere per molti di noi, perché la scienza classifica piante e funghi come esseri viventi secondo la definizione biologica della vita; ma poi di nuovo, la scienza non considera i fantasmi come esseri viventi. Il Buddhismo dice il contrario: le piante non sono esseri individuali con attività mentale, mentre i fantasmi lo sono. La linea di fondo è questa: un essere individuale agisce con intenzione e sperimenta i risultati di ciò che fa attraverso le leggi karmiche di causa ed effetto comportamentale.
Questo è importante perché chi è sottoposto alla rinascita? Gli esseri individuali, quelli con intenzione. Sperimentano sulla base di intenzione e sperimentano i risultati di ciò che fanno. Poiché la loro esperienza delle cose – il loro agire – è diverso da un momento all'altro e poiché l'universo funziona secondo causa ed effetto, i singoli esseri sperimentano i risultati di ciò che fanno.
Sono individuali. Gli esseri individuali e quindi i continuum mentali, interagiscono tra loro ma rimangono distinti, anche nello stato di buddha. Ricorda, il Buddhismo afferma che questi continuum mentali non hanno né inizio né fine. Ognuno consiste in una successione ininterrotta di momenti di esperienza per sempre. Durante la fase di un continuum mentale individuale prima che si illumini, l'essere individuale è un "essere senziente", qualcuno con una consapevolezza limitata perché la sua esperienza delle cose è mescolata ad oscurazioni sia emotive che cognitive, o con oscurazioni solo cognitive se è già liberato. Durante la fase di un continuum mentale individuale dopo che entrambe le serie di oscurazioni sono rimosse per sempre e diventa illuminato, l'essere individuale non è più un essere senziente.
Per quanto riguarda il modo in cui esiste un essere individuale e la relazione tra un essere individuale e un continuum mentale, questo porta in primo piano l'intero argomento del vuoto e dell'etichettatura mentale, ma lo tralasciamo per il momento.
Il Buddhismo non afferma una mente collettiva
Il Buddhismo non afferma una mente collettiva, nemmeno nello stato di Buddha. Non c’è alcun concetto, come esiste in alcune forme di Induismo, che alla fine tutti i flussi scorrono nell'oceano e diventano "Uno". Secondo il Buddhismo i singoli esseri e i continuum mentali, ognuno senza inizio e senza fine, rimangono sempre distinti, anche nello stato di buddha, sebbene interagiscano tra loro.
Molte persone hanno problemi con questo punto riguardo al fatto che i Buddha siano esseri distinti, quindi spiegherò un po' di più. Buddha Shakyamuni e Buddha Maitreya, sebbene equivalenti nei loro risultati di illuminazione, non sono la stessa persona. Ognuno ha connessioni uniche con esseri diversi. Ciò spiega il fatto che alcuni individui possono incontrare e ottenere benefici da questo buddha e non da quello. Questo perché ogni buddha è una persona diversa: Shakyamuni non è Maitreya. Prima di diventare illuminati, ognuno interagiva con esseri diversi e faceva cose diverse sulla via dell'illuminazione. Questo è il motivo per cui alcuni esseri hanno una connessione karmica con questo buddha e alcuni con quel buddha. Alcune persone possono essere aiutate da questo buddha, altre da quel buddha. Se tutti i Buddha fossero la stessa persona, non ci sarebbe differenza.
In breve, abbiamo tutti continuum mentali individuali e soggettivi – film diversi. Questa è l'immagine più semplice a cui pensare: film diversi. Il film Shakyamuni è diverso dal film Maitreya. Ognuno di loro ha una storia diversa; ognuno sta beneficiando esseri diversi. Ma interagiscono, tutti possono interagire. Essere individuali e distinti non significa essere isolati ed esistere da soli, non essere collegati a nulla.