Un chiarimento dei vari aspetti cruciali del tantra

Ripasso

La pratica del tantra è una pratica completa che comporta l’assemblare un numero enorme di aspetti ed è qualcosa a cui ci avviciniamo lentamente e gradualmente. Non possiamo aspettarci all'inizio di essere in grado di farlo in modo completo, ovviamente no. Quindi dobbiamo essere pazienti con noi stessi, sia che pratichiamo il dharma-light sia la versione reale. Come ha sottolineato Sakya Pandita, la base principale per una pratica tantrica di successo è il mantenere i voti e la disciplina etica. Abbiamo bisogno dei tre addestramenti superiori: autodisciplina etica, concentrazione e consapevolezza discriminante della corretta visione della vacuità, non solo nei sutra ma anche nei tantra. Questi, con la forza della rinuncia e di bodhicitta integrata ai sei atteggiamenti di vasta portata o paramita, ci porteranno al nostro obiettivo, sia nel modo dei sutra che nel modo dei sutra integrati ai tantra. 

Il Mahayana 

Non dovremmo pensare al Vajrayana come a un veicolo separato diverso dal Mahayana. È sbagliato pensare in questo modo. All'interno del Mahayana, abbiamo percorsi di sutra e di tantra, ma entrambi sono ugualmente pratiche mahayana, come lo è lo dzogchen, che non è qualcosa di separato. È sicuramente una pratica mahayana destinata a portarci all'illuminazione e destinata al beneficio di tutti gli esseri: questo è ciò che lo rende una pratica mahayana. Non sminuite il Mahayana come qualcosa di separato e non avanzato come il Vajrayana o lo Dzogchen.

Il tantra è considerato come un sentiero più efficiente e più veloce dei sutra ed è noto come tale. Questo deve essere compreso correttamente altrimenti potremmo considerarlo come un affare, pensando di cavarcela a buon mercato con esso perché ci permette di raggiungere l'illuminazione rapidamente. Questo è particolarmente vero quando sentiamo che è un percorso facile ma ciò è fuorviante, il tantra non è affatto facile. È in generale più veloce del sentiero dei sutra perché ci impegniamo in metodi che sono simili al risultato che vogliamo ottenere.

Vogliamo raggiungere il corpo e la mente di un Buddha - la parola è parte del corpo. Il corpo e la mente di un Buddha sono simultanei, sono sempre inseparabili. Praticando i sutra non è possibile avere le cause di un corpo e di una mente contemporaneamente in un momento di attività mentale in quanto questa può impegnarsi in un solo oggetto alla volta. Il tantra, tuttavia, fornisce un metodo per praticare le cause per raggiungere entrambi contemporaneamente.

La cognizione non concettuale della vacuità: la causa della mente di un Buddha

La vacuità è l'assenza totale di un modo impossibile di esistenza. Proiettiamo e crediamo in modi impossibili di esistenza, ma che non corrispondono alla realtà. Ciò che non esiste è un modo impossibile di esistere - o più precisamente, un metodo non valido, impossibile per stabilire l'esistenza di qualcosa: un modo di esistere che corrisponde al modo di apparire che proiettiamo per ignoranza.

Un esempio semplice è pensare "Io sono il centro dell'universo, la persona più importante, si deve sempre fare a modo mio e tutti dovrebbero prestarmi attenzione". Se pensiamo di esistere in quel modo e che il solo pensarlo lo rende tale, ciò non corrisponde alla realtà. Un "io" che è il centro dell'universo e il più importante è totalmente assente. Non è mai esistito e non può esistere, non importa quanto pensiamo che sia vero. Chiudere gli occhi e sperimentare ogni cosa che scompare e rimane solo "io" non stabilisce o dimostra che siamo il centro dell'universo, anche se sembra così. Questo modo di stabilire l'essere il centro dell'universo non funziona. È falso. 

Ci sono molti livelli di modi impossibili che stabiliscono che le cose esistono, i modi impossibili di esistenza che proiettiamo. Dobbiamo andare sempre più in profondità. Quando ci concentriamo sulla vacuità, ci stiamo concentrando sul fatto che non esistono questi modi impossibili di esistere. La cognizione non concettuale di quella vacuità rimuove tutti gli oscuramenti dalla nostra mente, in modo che la nostra mente diventi la mente di un Buddha.

Bodhicitta: la causa del corpo di un Buddha

La causa di un corpo della forma di un Buddha è bodhicitta, che si concentra sulla propria illuminazione individuale che non è ancora avvenuta e lo fa con l'intenzione di raggiungerla, sostenuta da amore e compassione. Questa non è solo l'intenzione di raggiungerla, ma anche l'intenzione di beneficiare tutti. Questo e la cognizione della vacuità sono due modi diversi di concentrarsi su un oggetto. Uno si concentra sul fatto che non c'è nulla di simile, mentre l'altro si concentra su ciò che vogliamo raggiungere per beneficiare tutti gli esseri. In un momento di attività mentale, non possiamo mettere insieme i due contemporaneamente. Tuttavia, uno può essere la forza dell'altro sostenendosi a vicenda ed è così che funziona nei sutra. 

Congiungere le due cause in un momento della mente

Nel tantra naturalmente sono sempre presenti bodhicitta e la comprensione della vacuità. Qui, mentre la nostra mente ha un assorbimento totale sulla vacuità, siamo consapevoli di avere anche un corpo. Non è che ci appaia nella meditazione; tuttavia quando la mente si concentra sulla vacuità è consapevole che c'è un corpo. Questo è solitamente descritto come "la mente che comprende la vacuità appare come la divinità".

Alla meditazione di assorbimento totale segue ciò che viene spesso tradotto in modo ingannevole come "post-meditazione"; letteralmente significa "ottenimento successivo". Cosa otteniamo dopo l'assorbimento totale sulla vacuità? Abbiamo ancora una completa concentrazione e stiamo ancora meditando tuttavia ora, piuttosto che concentrarci sull'assenza del modo impossibile di esistere, meditiamo sulla cosiddetta "vacuità simile a un’illusione". Il nostro corpo appare come uno yidam, ma, poiché abbiamo compreso la vacuità, ci rendiamo conto che il modo in cui appare è come un'illusione. Il modo in cui sembra esistere non corrisponde alla realtà, ma non ne siamo ingannati. Questa è la successiva realizzazione, l’ottenimento susseguente. Naturalmente possiamo mantenerlo fuori della meditazione, ma la concentrazione principale si svolge durante essa. 

Praticare queste due fasi di meditazione ci avvicina al risultato grazie all’avere le cause per il corpo e la mente di un Buddha simultaneamente in un momento di attività mentale manifesta. Questo è ciò che rende il tantra più veloce.

Le presentazioni tantriche sui tempi per raggiungere l'illuminazione

In un tantra - non ricordo quale ma è ripetuto abbastanza spesso – si dice che se manteniamo i nostri voti tantrici puramente, anche senza meditazione e che credo significhi senza fare una pratica intensa degli stadi di generazione e completamento - raggiungeremo l'illuminazione in sette o quattordici vite. Questa è in realtà una dichiarazione piuttosto forte, quindi dobbiamo analizzare e pensare a cosa significhi in realtà. 

Considerate i voti tantrici e cosa dovremmo fare puramente per tutte le vite: non rinunciare a bodhicitta, quella vera, e meditare sulla vacuità sei volte al giorno. Raggiungere l'illuminazione semplicemente mantenendo questi voti ovviamente non significa poterla raggiungere non meditando su bodhicitta e vacuità. Questo sottende l'importanza del mantenere i voti. Penso che questa sia una delle basi per cui Sakya Pandita affermò che senza voti non c’è iniziazione e tantra.

In un'altra presentazione, nel Kalachakra tantra, si dice che praticando l’anuttarayoga tantra, la classe più alta di tantra, possiamo raggiungere l'illuminazione in soli tre anni e tre fasi della luna. Una fase della luna è quindici giorni. In questo tantra c'è una spiegazione molto elaborata dei respiri: il respiro si sposta dal passare principalmente attraverso una narice all'altra dodici volte al giorno. Ci sono dodici turni simili ai dodici segni dello zodiaco e ai dodici mesi dell'anno. Ci sono tutti questi parallelismi negli insegnamenti del Kalachakra e possiamo facilmente essere sedotti dalla bellezza della simmetria. 

Mentre il respiro si sposta da una narice all'altra dodici volte al giorno, c'è un certo numero di respiri chiamati "respiri di consapevolezza profonda" che entrano nel canale centrale. Questo è spiegato unicamente nel Kalachakra. Ci sono cinquantasei respiri e un quarto che entrano nel canale centrale ogni volta che il respiro si sposta, principalmente provenendo da una narice all'altra. Se osserviamo il respiro scopriamo che è vero che passa principalmente attraverso una narice e non attraverso entrambe in modo assolutamente uguale. Tuttavia, quando è assolutamente uguale, va nel canale centrale. 

Il Kalachakra menziona frequentemente il numero 21,600 e questo ha a che fare con una certa misura in astronomia e astrologia e anche con il numero di respiri in un giorno. Per raggiungere l'illuminazione abbiamo bisogno di avere 21.600 momenti di concentrazione sulla vacuità con una chiara cognizione non concettuale di chiara luce con immutabile beatitudine. 

Se dovessimo calcolare quanti di questi respiri di consapevolezza profonda vanno nel canale centrale durante 100 anni di vita, dove ogni anno ha 360 giorni e lo dividiamo per 21,600 respiri al giorno, allora il numero di giorni di respiri di consapevolezza profonda consecutivi che ci vorrebbe per compensare quel numero, è di tre anni e tre fasi della luna. Dal momento che abbiamo bisogno di ottenere in meditazione tutti questi respiri di consapevolezza profonda nel canale centrale per raggiungere l'illuminazione, allora si dice che l'illuminazione può essere ottenuta in tre anni e tre fasi della luna. Da qui deriva il numero. 

È un po' fuorviante, quindi, avere la grande speranza che dopo aver fatto un ritiro di tre anni, diventeremo illuminati. Forse, ma non contarci.

C'è un'altra presentazione che appare molto spesso anche nei testi dzogcen: ci sono "quelli per i quali accade tutto in un istante". Potremmo pensare che siamo una di quelle persone per le quali accadrà tutto in un istante. Tuttavia, c'è un numero così esiguo di esseri che hanno accumulato l'incredibile quantità di forza positiva nelle vite precedenti perché accada tutto in un attimo che è altamente improbabile che accadrà a noi. 

Inoltre, non si riferiscono a coloro che non hanno mai sentito parlare di Buddhismo, che non hanno mai fatto alcuna pratica, si siedono e voilà, si illuminano in un istante. I testi di dzogcen intendono un istante dal raggiungimento del sentiero della visione, attraverso i dieci bhumi, fino all'illuminazione. Tuttavia, la stragrande maggioranza dei praticanti, una volta che ha la cognizione non concettuale della vacuità e ha avuto accesso a rigpa manifestandola, ha ancora bisogno di progredire gradualmente attraverso i bhumi. C'è solo un esiguo numero di persone a cui tutte le oscurazioni svaniscono all’istante.

Alcuni consigli

È molto importante, quando si pratica il tantra, avere un atteggiamento realistico nei suoi confronti. Uno dei consigli più utili nei testi di meditazione è quello di meditare senza aspettative, senza speranze o delusioni. Se non abbiamo aspettative, non avremo delusioni. Questo è molto utile anche nella vita, specialmente quando abbiamo a che fare con altre persone. Non aspettatevi nulla, né da loro né dalla vita in generale. Se le cose vanno bene, è meraviglioso e ne gioiamo. Ma ricordate gli otto dharma mondani e non esagerate pensando "E’ fantastico!" e se le cose non vanno bene e ci deprimiamo, non aiuta; è un ostacolo. 

Come dice sempre il giovane Serkong Rinpoce: qualunque cosa accada non è "niente di speciale". Questo non è l'atteggiamento per cui non ci importa di nulla, ma quello in cui semplicemente non esageriamo. Pratichiamo costantemente con impegno, cercando di mantenere i voti al meglio. Piano piano, come dice Sua Santità il Dalai Lama; non aspettatevi progressi molto rapidi. Per dei confronti, si guardi un periodo di cinque anni confrontando come abbiamo affrontato le situazioni difficili nella vita allora e ora. Questa è la prova. Abbiamo fatto progressi se siamo in grado di affrontare meglio le sfide della vita senza essere così sconvolti ma con un po' più di pazienza e saggezza. Andiamo più d'accordo con le persone, specialmente con quelle difficili? Allora abbiamo fatto dei progressi. 

Si tratta di questo, vero? La pratica del Dharma consiste nel lavorare su noi stessi cercando di minimizzare e alla fine eliminare i nostri difetti e realizzando sempre di più i nostri potenziali. Il sutra è utile per questo, e una combinazione di sutra e tantra è ancora più efficace. Ma mantenete sempre una pratica mahayana a beneficio di tutti. Ora alcune domande finali.

Dove si inserisce ngondro?

Grazie per questa panoramica molto elaborata e d’ispirazione sul tantra. A proposito dell'importanza dell’essere pronti per il vajrayana, dove si colloca il ngondro in questo quadro generale? È sul sentiero dei sutra o è sul sentiero vajrayana?

Come ho spiegato all'inizio, ci sono le pratiche di preparazione ngondro condivise, che sono solo del sutra: i quattro pensieri che rivolgono la mente al Dharma, più rifugio, rinuncia, bodhicitta e le paramita. Ci sono anche quelli non condivisi: prostrazioni, Vajrasattva, offerte di mandala e guru-yoga. Vorrei anche ricordare che, sebbene questi siano i quattro standard che troviamo in alcune tradizioni, si possono aggiungere le offerte di 100.000 ciotole d'acqua, 100.000 tavolette d'argilla e molte altre. 100.000 non è una cifra fissa. In alcune tradizioni, sono 110.000, in altre 108.000 e in altre ancora 130.000. Non c'è niente di speciale in un determinato numero, seguiamo il nostro lignaggio. 

Ci possono essere anche molti altri punti su ngondro. C'è il ngondro standard e ngondro specifico dato dal proprio maestro. Questi potrebbero essere molto diversi. Ho sempre considerato come parte del mio ngondro il correre in giro per i visti per Serkong Rinpoce e i suoi assistenti con diversi passaporti, lo scrivere lettere, il prendere accordi per tutte le conferenze e i viaggi, ecc., e tradurre per lui. 

Penso che possiamo considerare qualsiasi tipo di attività di Dharma ripetitiva come un ngondro, in quanto si accumula forza positiva e si indebolisce quella negativa di non voler, per esempio, andare all'ambasciata e guidare fino a Delhi per affrontare la burocrazia. Avrei potuto dire che non volevo farlo. Possiamo fare ngondro come un evento, tutto in una volta, o farne ogni parte quando si adatta ed è conveniente. Possiamo farlo durante tutto il giorno, o fare una sessione al mattino e una di sera o solo una sessione al giorno. L'importante è la continuità.

Quindi, ci sono molti modi di fare ngondro e possiamo discutere se è parte del sutra o parte del tantra. Tuttavia, non ci sono dubbi che il ngondro comune viene prima di quello non comune. Se non sappiamo cos'è il rifugio e non ha per noi significato, allora anche recitando 100.000 volte "Mi rifugio in Buddha, Dharma e Sangha" non avranno molto effetto. Prima abbiamo bisogno di quelli comuni. 

Possiamo ricevere un'iniziazione prima di finirli ed è quello che accade alla maggior parte delle volte. Poi, ci limitiamo a mantenere l'impegno di base dall'iniziazione. Potrebbe essere quello di recitare una mala, OM MANI PADME HUM, per 108 volte. Si può fare ma c’è bisogno di maggiore preparazione per una pratica più sofisticata.

Le iniziazioni e le connessioni strette

Gli yidam e le iniziazioni non sono archetipi ma chiaramente molto di più. Durante una trasmissione viene trasmesso qualcosa e, inoltre, le persone possono avere connessione con certi yidam o maestri. Che cosa permette che ciò accada attraverso le vite? Dovrebbe essere facile da capire, ma cos'è che connette? 

Questa è un'ottima domanda. Primo, cosa non è. Una trasmissione non è come lanciare a voi un pallone: ecco la trasmissione, io te la lancio e tu la prendi. Certamente non è così concreto. Per comprendere una trasmissione, dobbiamo comprendere l'origine interdipendente e la vacuità. Qualcosa sorgerà in base a molti fattori, molte cause e condizioni. Da vite, esperienze passate o qualsiasi altra cosa, abbiamo avuto una serie di interazioni con un insegnante specifico o pratica di un yidam, per esempio. Una tendenza o vicinanza ad essa nasce, quindi, come fenomeno di imputazione sulla base di quelle esperienze, come una memoria inconscia di esse.

Cos'è un ricordo di qualcosa? È successo qualcosa e poi ricordiamo qualcosa che concettualmente rappresenta ciò che è accaduto. Questo è un ricordo. Allo stesso modo, la sensazione di vicinanza o connessione con qualcosa si basa su una connessione precedente e forse non solo di una volta. Pertanto, ci sono circostanze come l'iniziazione, l’andare in India o in un centro buddhista dove incontriamo un insegnante o vediamo un dipinto di qualche yidam, in cui un sentimento di vicinanza sorge automaticamente. Non è che ci sia una connessione all'interno del nostro continuum mentale come una "cosa" trovabile, in attesa di saltar fuori, e ora eccola qui. Non è qualcosa del genere. La sensazione di vicinanza nasce in base a tutte le cause e condizioni. Non c'è niente di solido ma, tuttavia, funziona.

Un modo semplice per iniziare a familiarizzare con il sorgere interdipendente è considerare questa sedia, per esempio. È composta da atomi che sono fatti di sub-particelle, ci sono campi di energia e cose del genere. È la stessa cosa con il nostro corpo. È per lo più spazio vuoto. Tuttavia - questa è la parola importante - tuttavia, non cadiamo attraverso una sedia quando ci sediamo su di essa. È il "fattore tuttavia" che, nonostante la sedia non sia solida, concreta e trovabile, funziona. È la stessa cosa con una trasmissione o una connessione. Funziona. Non c'è nulla che vi viene lanciato. Non c'è nessun "me" che lo prende e nessun insegnante che lo lancia.

Confondere gli archetipi con gli yidam

Grazie per gli insegnamenti, sono stati fantastici e c'è molto da assimilare. Il Buddihsmo è diventato molto popolare tra gli psicologi in generale che hanno delineato un paragone tra gli yidam e gli archetipi junghiani. Che ne pensa?  

Secondo Jung, gli archetipi fanno parte dell'inconscio collettivo. Non c'è tale concetto nel Buddhismo. Non è che c’è un solo grande naso nel cielo di cui tutti siamo parte. Tutti abbiamo nasi individuali. Allo stesso modo, non esiste una sola mente collettiva di cui tutti siamo parte. Questo non è Buddhismo. Per quanto riguarda gli archetipi, ci sono alcuni miti e certe cose comuni a molte società tuttavia ci sono anche gli archetipi della strega cattiva e immagini mitologiche. Non abbiamo lo yidam della strega cattiva, della vecchia saggia, del vecchio saggio e così via. 

Come dicevo, gli yidam sono metodi specifici per integrare, infograficamente, tutti i diversi insegnamenti lungo il percorso per raggiungere il corpo della forma di un Buddha così da aiutare maggiormente gli altri. Gli archetipi non sono così. Gli scopi dei due sono molto diversi. 

Inoltre, ogni yidam rappresenta tutta l'illuminazione oltre a incarnarne anche un aspetto più specifico. Per esempio, c'è Avalokiteshvara, Cenresig, per la compassione, Manjushri per la saggezza e chiarezza della mente che sono molto diversi dagli archetipi, poiché tutti gli yidam, anche quelli energici, incarnano qualità positive per aiutare gli altri, mentre ci sono alcuni archetipi che incarnano qualità negative. Pertanto, sono molto diversi dagli yidam. Inoltre, gli yidam non possono essere trovati come auto-stabiliti e inerenti nelle nostre menti, mentre gli archetipi presumibilmente lo sono.

Non conosco psicologi junghiani, ma il termine "archetipo" è talvolta usato da loro in connessione con il Buddhismo.

Sì, è così. Jung ha avuto un po' di contatto con il Buddhismo, ma ha anche frainteso molto, per esempio, l'immaginario della coppia tantrica. Le parole per coppia "yab-yum" significano padre e madre e non maschio e femmina. Proprio come abbiamo bisogno di un padre e di una madre per dare alla luce un bambino, allo stesso modo abbiamo bisogno di metodo e saggezza per dare origine alla buddhità. Questo è il simbolismo corretto, ma lui lo ha inteso come rappresentante del principio maschile e femminile e del fatto che abbiamo bisogno di unirli e scoprire l'uno o l'altro dentro di noi. Questo non è Buddhismo che certamente non parla di principio femminile o maschile. 

Questo non significa che tali principi non siano importanti o inutili. Lo sono, ma il Buddhismo non ne parla e non dovremmo pensare che lo faccia. Che sia chiaro. Ci sono molte nozioni diverse di psicologia che sono molto utili ma non si considerino insegnamenti buddhisti. E non pensate che il Buddhismo sia solo un'altra forma di psicologia o di meditazione: è riduttivo, è molto di più.

Gli yidam sono semplicemente buone qualità antropomorfizzate?

Ho avuto difficoltà ad entrare nel vajrayana o nella pratica delle divinità e il modo in cui ho capito è che, per poter sviluppare qualità astratte come compassione e saggezza, queste sono state antropomorfizzate in una divinità su cui possiamo proiettare o vedere quelle qualità. È un metodo per vedere, sia fuori che dentro di noi, come sviluppare queste qualità incarnate da uno yidam.  

Come ho detto, uno yidam può essere visto come una forma di infografica, una rappresentazione grafica che trasmette informazioni. Ad esempio, quattro braccia trasmettono le informazioni dei quattro incommensurabili; i quattro volti, i quattro corpi di un Buddha; le sei braccia, le sei paramita, i sei atteggiamenti di vasta portata. Sono una rappresentazione che rende più facile tenere tutti i punti in mente in una sola volta. Non è come di antropomorfizzare un dio creatore come un vecchio con la barba bianca seduto su un trono. È diverso da uno yidam. Quali sono le differenze? Inoltre, uno yidam non è un dio personale che adoriamo: non è che adoriamo Cenresig o Tara nel senso di "Tara, Tara, salvami", non è Santa Tara.

La corretta comprensione e la motivazione per la pratica del ngondro

Alcune persone sono affascinate dal vajrayana - per esempio, le persone della vecchia generazione che hanno letto i primi libri sul Tibet, Alexandra David Neel e così via.

La generazione degli hippie.

Esatto. Penso che ci sia una tendenza a vedere il Buddhismo tibetano come qualcosa di magico. Tuttavia, sento anche che c'è una certa riluttanza tra alcuni praticanti ad abbracciare il vajrayana, per esempio, fraintendendo gli yidam o i voti da prendere. Dobbiamo sviluppare un rapporto personale con l'insegnante e forse è come perdere la libertà personale. C'è la grande montagna chiamata ngondro che dovremmo scalare dopo aver fatto un po' di meditazione e cose del genere. Alcune persone vogliono aggirarlo, credo, con il vajrayana. Dzogcen e mahamudra sembrano belli perché abbiamo solo bisogno di rilassarci nello stato puro della mente. Sembra bello. Tuttavia, a volte penso che si nutra un po' la propria pigrizia. Potrebbe dare qualche consiglio a noi organizzatori su come introdurre il vajrayana nel curriculum, come presentarlo, quanto aspettare? Qual è il modo migliore per offrire alle persone alla possibilità di praticare il vajrayana?

Come ho detto, è potenzialmente molto pericoloso farsi coinvolgere con il tantra prematuramente. Le persone possono fare ogni sorta di viaggi strani e all'estremo della schizofrenia, figuriamoci rinascere come fantasma e cose del genere. Non c'è bisogno di parlarne a quel livello, ma c'è il pericolo che le persone vadano in qualche mondo di fantasia e pensino di essere davvero questo o quello yidam. Pertanto, penso che l'enfasi principale dovrebbe essere sempre sugli insegnamenti di base, l'allenamento mentale, lojong, e questi tipi di pratica. 

Non presentate il ngondro come il dover pagare l’iscrizione per entrare nel club. Abbiamo una tale abitudine di pensare e agire negativamente che abbiamo bisogno di costruire ripetutamente qualcosa di positivo, forza positiva. Altrimenti il negativo di solito riemerge. Ecco perché dobbiamo ripetere le cose così tante volte. È come forgiare nuovi percorsi neurali.

Se le persone capiscono perché fare il ngondro, saranno più felici di iniziarne uno. Questa è in realtà la presentazione classica in tutti i testi buddhisti per intraprendere qualsiasi cosa nel Dharma. Guardate il Bodhicharyavatara, Impegnarsi nella condotta del bodhisattva, di Shantideva. Qual è il primo capitolo? Sono i benefici di bodhicitta. Dopo aver ricevuto la spiegazione dei benefici di bodhicitta saremo motivati a provare realmente a generarla. Allo stesso modo, se le persone capiscono i benefici e ottengono la giusta preparazione per il ngondro, allora saranno felici di farlo. In caso contrario, l'atteggiamento è "Non vedo l'ora che sia finita e di sperimentarne i risultati".

Inoltre lo dzogcen, come dice Sua Santità, è presentato spesso sotto forma di propaganda buddhista. È abbastanza chiaro da Longcenpa e dal mio maestro nyingma, il precedente Dudjom Rinpoce, che mahayoga, anuyoga e atiyoga o dzogchen sono pratiche complete che si contengono a vicenda. Potremmo accedere a rigpa, ma non manifesteremo il corpo di un Buddha a meno che non abbiamo precedentemente praticato il mahayoga che enfatizza lo stadio di generazione. Se non ci siamo visualizzati come Buddha, perché rigpa dovrebbe manifestarsi come l'apparenza di un Buddha? Se non abbiamo oliato i sentieri del canale centrale con la pratica dello tsa-lung con i canali e i venti energetici nell’anuyoga, non avverrà da sola la dissoluzione dei nostri livelli grossolani di mente e vento. I sentieri devono essere oliati in modo che quando ci concentriamo su rigpa, automaticamente si dissolveranno i livelli grossolani di mente e di energia-vento. 

Pertanto, la differenza tra mahayoga, anuyoga e atiyoga è solo una questione di ciò che enfatizzano. Non possiamo fare a meno dello stadio di generazione per avere la causa di un corpo della forma di un Buddha, o della pratica tsa-lung per avere la mente beata di un Buddha, o la pratica dzogchen per arrivare a rigpa.

Il metodo dzogcen non è solo rilassarsi e in un istante siamo un Buddha. Il metodo deve essere capito correttamente, perché è facile che sia frainteso. La gente potrebbe considerare lo dzogcen come un affare, una cosa semplice. Se è presentato correttamente è fantastico. Il vero dzogcen non è certamente per principianti. 

Ecco perché mantenerne la segretezza è così importante. Lo dzogcen è privato e non dovrebbe essere pubblicizzato. Una volta fu chiesto Sua Santità il Dalai Lama se in futuro ci saranno ancora terma e visioni pure e lui rispose che ce ne saranno altri. Perché? Perché quando le pratiche diventano troppo diffuse e pubbliche senza più un senso di sacralità - quando ci sono magliette e posacenere di Kalachakra - quando le persone non avranno più alcun rispetto per esse, a quel punto, nel modo buddhista di esprimerle, Vajradhara rivelerà un'altra visione pura. 

Questo è importante: le pratiche dovrebbero essere tenute private ma questo è stato veramente abusato da noi occidentali. Almeno non dovremmo ostentare la nostra pratica, dovrebbe essere sacra per noi e dovremmo rispettarla. Non vogliamo che altre persone chiedano cosa stiamo facendo e perché lo stiamo facendo, quando diamo il vajra o la campana al bambino per giocare. Non è quello che vogliamo.

Quando studiare la teoria del tantra?

Grazie. Ci sono così tante cose che non capisco del vajrayana, soprattutto quando si tratta di canali e venti. La mia comprensione è scarsa, ma forse non ho cercato di capirlo. Attualmente, sto facendo il ngondro, ci sto mettendo molto tempo ma sono circa a metà strada. La mia domanda è se è utile in questa fase cercare di immergersi nella teoria per capire il tantra più profondamente o si consiglia un processo più graduale?

Tutto dipende dalla singola persona, alcuni hanno una grande capacità di studiare molto mentre altri si confondono. È individuale decidere la nostra capacità e cosa ci aiuterà. Possiamo consultare un maestro che però potrebbe non conoscerci personalmente. Non aspettatevi che il maestro sia un Buddha onnisciente. Il vedere il maestro come un Buddha non deve essere preso alla lettera. Se guardiamo le qualità di un maestro, mai si dice che debba essere illuminato. Come ho detto, se il maestro è un essere illuminato, onnisciente, allora dovrebbe conoscere il numero di telefono di ogni essere sul pianeta. Ovviamente, non va inteso letteralmente.

Puoi consultare il maestro ma anche usare la tua consapevolezza discriminante. Conosci te stesso e la tua capacità. Sei confuso ed è troppo? In definitiva, se volete beneficiare tutti gli esseri, dovete sapere tutto. C’è un passaggio famoso che dice "Non c'è nulla in cui un bodhisattva non si alleni". 

Uno dei prerequisiti per ricevere un'iniziazione è che dovremmo avere fede nel metodo del tantra; nel Buddhismo non è mai richiesta la fede cieca bensì una fede sicura basata sulla conoscenza e sulla ragione. Per ottenerla dobbiamo aver ricevuto una spiegazione corretta del metodo tantrico e averlo capito. Il metodo deve avere senso per noi ed essere valido, altrimenti dopo un po' potremmo abbandonarlo sentendoci pazzi. 

La teoria di base, quindi, è molto importante da conoscere prima di praticare il tantra per nutrirvi poi fiducia. Non dobbiamo diventare grandi studiosi ma solo avere un'idea generale di ciò che è coinvolto, in modo da non avere strane superstizioni che il tantra sia un trucco magico o qualcosa del genere.

Beneficiare noi stessi e gli altri

Ha detto che i corpi della forma soddisfano gli scopi degli altri e che il dharmakaya realizza il proprio scopo. Potrebbe spiegarlo un po' di più?

Perché un Buddha dovrebbe apparire? Per aiutare le persone. Qualsiasi apparenza in cui un Buddha si manifesta - e un Buddha può apparire in qualsiasi forma, come in "possa io essere un ponte" come appare in alcune preghiere – è funzionale ad aiutare gli altri: questi sono i corpi della forma. Un tipo speciale di corpo della forma aiuta gli arya bodhisattva, il sambhogakaya, e diversi tipi di emanazioni di questo, i nirmanakaya, beneficiano altri tipi di esseri. I corpi della forma beneficiano gli altri manifestandosi come ponti, bodhisattva o yidam, servendo come metodo di pratica.

Qual è lo scopo di un Buddha? Avere una mente onnisciente – un dharmakaya di profonda consapevolezza - con l'insieme completo delle vere cessazioni di tutte le oscurazioni, sia di quelle emotive che impediscono la liberazione che di quelle cognitive che impediscono l'onniscienza. 

Ci sono molte diverse spiegazioni dell'altro aspetto del dharmakaya, il corpo di natura essenziale, svabhavakaya; una di queste è che si tratta della vacuità della mente di un Buddha e delle vere cessazioni di quella mente. La scomparsa definitiva delle due oscurazioni soddisfa lo scopo del Buddha di raggiungere l'illuminazione, di diventare un essere illuminato per aiutare gli altri. 

Lo svabhavakaya può anche essere spiegato come l'inseparabilità di tutti gli altri corpi di Buddha e anche questo soddisfa gli scopi propri di un Buddha. Poiché lo scopo di un Buddha è quello di beneficiare tutti gli esseri, ciò può essere fatto solo avendo i corpi della forma e un dharmakaya inseparabili simultaneamente.  

Ha anche detto che lo scopo di visualizzarci in queste forme yidam è di beneficiare gli altri. Avviene intrecciando i vari aspetti e così via?

Sì, essi sono anche di beneficio agli altri, fornendo un metodo di pratica più vicino al risultato che desiderano ottenere, un corpo della forma simultaneo a un dharmakaya.

Come la visualizzazione di noi stessi come un yidam è di beneficio agli altri?

Questo metodo visualizza gli yidam? Sono un simbolo delle forme kaya, non è vero? Sono confuso e forse può chiarirlo. Ha chiesto perché avremmo voluto visualizzare noi stessi in questo modo e ho avuto l'impressione che la motivazione dovrebbe essere quella di essere in grado di beneficiare gli altri. In che modo visualizzare noi stessi in queste forme giova agli altri?

Prima di tutto, nel tantra in termini di sambhogakaya e nirmanakaya, il sambhogakaya è identificato con il discorso illuminato di un Buddha e il nirmanakaya con il suo corpo fisico illuminato. Li incorporiamo entrambi con la visualizzazione dello yidam e con il mantra. 

Come possiamo beneficiare gli altri? In primo luogo nella meditazione dove possiamo immaginare di apparire in queste forme aiutando gli altri, ma poi abbiamo bisogno di lavorare realmente per aiutarli. Se, per esempio, qualcuno viene da noi con un problema difficile e ce lo spiega, se pensiamo a noi stessi nella nostra forma ordinaria con il nostro sé ordinario, potremmo non sentire nulla e non voler essere disturbati. O potremmo sentire che il loro problema è troppo difficile o che in realtà non lo capiamo e così via. 

Se dissolviamo quell'immagine negativa e ordinaria di noi stessi con la nostra comprensione della vacuità, ci rendiamo conto che non corrisponde alla realtà ed è sorta a causa di molte cause e condizioni, pigrizia o qualsiasi altra cosa, ma non è qualcosa di intrinseco e di auto-stabilito dentro di noi, solido ed eterno. Possiamo dissolvere questa immagine negativa di noi stessi - idealmente, istantaneamente - e immaginarci che sorgiamo invece come Cenresig, con compassione, o come Manjushri, con la chiarezza mentale per capire il problema. Ricordare a noi stessi di essere questi yidam e, mantenendone la consapevolezza, aiutare qualcuno ci permette di avere una base molto più stabile per farlo. Non lo facciamo nostro malgrado ma perché è nostro dovere essere dei bravi buddhisti.

Questo è come applichiamo la pratica dello yidam nella vita quotidiana che è dove conta davvero. Naturalmente, nella meditazione, immaginiamo che si irradino luci che vanno a beneficio di tutti gli esseri e cose del genere, ma questa è una prova di ciò che vogliamo fare. Non è solo un trucco di magia dove qualcuno sta male e noi semplicemente immaginiamo di irradiare luci, ma in realtà non facciamo nulla pur potendo, o stiamo lì con un grande sorriso beato. Dobbiamo essere attivi. Ma, naturalmente, ci sono persone e animali che non siamo in grado di aiutare quindi non dovremmo ignorare questa pratica di immaginare le luci che rimuovono la loro sofferenza, ma farlo con pura compassione e la preghiera di essere un giorno in grado di alleviare la loro sofferenza.

La pratica dello yidam nella vita quotidiana ci aiuta ad accedere alle buone qualità di cui abbiamo il potenziale dandoci il coraggio di usarlo effettivamente. Per esempio, se io non capisco qualcosa che sto traducendo o se sto cercando di capire come esprimere chiaramente qualcosa, mi fermo e faccio molte recitazioni del mantra Manjushri con varie visualizzazioni. Aiuta molto quando voglio avere chiarezza di mente e a non identificarmi solo con la confusione di ciò che non capisco e la sensazione che non lo capirò mai. Farlo è molto utile "Voglio avere chiarezza, voglio avere chiarezza: ho chiarezza": cambia l’atteggiamento e di solito siamo più in grado di capire.

È la stessa cosa con la compassione in una situazione difficile in famiglia o al lavoro. Possiamo pensare che sia orribile e scoraggiarci. Ma se immaginiamo Cenresig e recitiamo il mantra OM MANI PADME HUM pensando alla compassione, ci riempiamo di ispirazione. Iniziamo a sentire qualcosa, e poi possiamo sviluppare un sentimento più compassionevole verso la situazione e le persone. Può essere usato molto efficacemente.

Il lojong e l’addestramento mentale

La mia domanda riguarda come nella comunità imparare gli uni dagli altri: possiamo imparare dagli altri ma anche confonderci a vicenda. Può dire qualcosa su questo sulla base della sua personale esperienza e conoscenza, come imparare dalla nostra ispirazione ad essere nobile sangha?

Guardate il lojong, gli insegnamenti di addestramento della mente, è una perfetta istruzione su come farlo. Se qualcuno ci denigra e insulta, lo vediamo come nostro maestro di pazienza e così via. Ci sono tutti questi passaggi, sia nelle Otto strofe di allenamento mentale che nelle Trentasette pratiche del bodhisattva. Le informazioni degli altri potrebbero essere completamente folli. Non è quello che vuoi imparare da loro, è necessario accertare che la persona sia o meno una fonte valida di informazioni. Se non lo è, non credere a quello che dice e verificalo. Anche se ciò che dice è sbagliato, può comunque essere un maestro meraviglioso non solo di pazienza, ma anche della necessità di analizzare tutto noi stessi.

Nel Dharma si dice che ognuno può essere il nostro maestro. Possiamo imparare anche da un cane. Il cane, non importa dove sia, può sdraiarsi e dormire; non è esigente e non ha bisogno di qualcosa di speciale; non importa quanto urliamo al cane, lui ci ama ancora e ci segue e così via, è leale. Un cane può insegnarci molto. 

Come spiegato nelle istruzioni di una relazione sana con un maestro spirituale, dobbiamo concentrarci sulle buone qualità di qualcuno e non quelle cattive. Lamentarsi e criticare i difetti di qualcuno ci deprimerà e non avrà alcun beneficio. Non significa che li neghiamo, ma semplicemente non ci concentriamo su di loro. Vedere le qualità positive degli altri può ispirarci a svilupparle noi stessi; se osserviamo bene ognuno ha alcune qualità positive, ed è su questo che dovremmo concentrarci.

Con questo terminiamo. Grazie mille per questa opportunità di condividere alcuni pensieri con voi. Se c'è qualcosa di utile, come dice sempre Sua Santità, siete invitati a praticarlo altrimenti potete dimenticarlo.

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