Separarsi dall’attaccamento al proprio beneficio o ai quattro estremi

Quando ti sei separato dall’attaccamento al tuo beneficio, hai fatto sì che le menti abbiano eliminato la confusione

A proposito della terza [separazione]: “Quando ti sei separato dall’attaccamento al tuo beneficio personale, hai fatto in modo che i percorsi mentali abbiano eliminato la confusione”, 

In generale, quando hai sviluppato la rinuncia, la determinazione di essere libero dalla rinascita samsarica nei tre piani dell’esistenza compulsiva, hai eliminato completamente l’attaccamento a questa vita. Sebbene praticare per realizzare la propria liberazione, pace e felicità come massimo risultato provvisorio sia una buona cosa, tuttavia, essere interessati solo alla propria liberazione è un sentiero mentale completamente confuso. La mente sentiero priva di questa confusione è quella mahayana che vuole realizzare lo stato totalmente liberato di un Buddha completamente illuminato. Le radici della mente sentiero Mahayana che faranno sì che le menti sentiero eliminino la loro confusione sul massimo risultato sono amore, compassione e bodhicitta. Pertanto,

medita sull’amore, sulla compassione, e sulla bodhicitta.

In breve, desiderare che tutti gli esseri limitati abbiano la felicità è amore e desiderare che siano separati dalla sofferenza è compassione. Una volta che li hai sviluppati, allora per realizzare la bodhicitta d’aspirazione che desidera raggiungere il massimo risultato, lo stato totalmente liberato di un Buddha per il bene di tutti gli esseri limitati e la bodhicitta dell’impegno, contempla la bodhicitta attraverso l’eguagliare e lo scambiare te stesso con gli altri. 

Amore

Per quanto riguarda il primo di questi [l’amore], contempla, pensando: “La liberazione dalle sofferenze della rinascita samsarica per me solo non è sufficiente. Tutti gli esseri limitati sui tre piani [dell’esistenza compulsiva] hanno posseduto esclusivamente la gentilezza di essere stati mia madre e mio padre una moltitudine di volte. 

Si dice che, in tutto lo spazio illimitato, ci siano un numero illimitato di esseri limitati, e ogni essere in infinite rinascite samsariche ricorrenti è stato nostro genitore un numero illimitato di volte. Anche noi, in infinite rinascite samsariche, siamo rinati un numero illimitato di volte. Tuttavia, per meditare sull’amore e sulla compassione si dice che, poiché è più facile generarli, dovresti prima meditare sulla tua madre attuale che ti ha dato il corpo e la mente di questa vita. Perciò, medita, immaginando tua madre davanti a te in qualsiasi forma e aspetto abbia.

Ma, in particolare, questa madre radice [della mia vita attuale] mi ha portato prima nel suo grembo e, quando sono nato al di fuori di esso, si è presa cura della vita di questo essere che assomigliava a un insetto emaciato. Poi, mi ha cresciuto con cibo, vestiti e così via”. 
Dopo aver ricordato la misura della gentilezza che ti ha mostrato contempla, pensando: “Devo stabilirla in uno stato di felicità, dato che questa mia madre è stata così gentile”.

Dopo aver riflettuto su quanto sarebbe meraviglioso se lei raggiungesse la felicità, allora rifletti su questo ripetutamente fino a che sorge un grande amore che desidera che sperimenti molta felicità,

Poi, ricorda la gentilezza che ti hanno dimostrato gli altri parenti, i nemici che ti hanno fatto del male, e persino gli esseri sofferenti come quelli nei tre stati peggiori di rinascita e così via, nel corso delle rinascite samsariche senza inizio. Medita su questo finché nel tuo continuum mentale non sorga l’amore, il desiderio di stabilire anche tutti loro in uno stato di felicità.

Una volta che hai sviluppato un grande amore verso la tua attuale madre, continua meditando su tutti i tuoi parenti: tuo padre, i tuoi fratelli, le tue sorelle e così via. Quando hai sviluppato un buon livello di amore verso di loro allora medita - come se fossero il tuo gentile genitore - sui nemici che, in questa vita, ti hanno arrecato danni fisici, alla tua ricchezza, ai tuoi beni, alla tua reputazione, sebbene sia difficile sviluppare anche solo un po’di amore nei loro confronti. Quindi, medita in questo modo, a tappe, sugli esseri infernali, sugli spiriti famelici, sugli animali e così via.

Compassione

In secondo luogo, per quanto riguarda la meditazione sulla compassione, dopo aver ricordato la gentilezza di questa tua madre radice,

Dopo aver pensato “Quella mia gentile madre mi ha, prima di tutto, dato il mio corpo e il sostegno materiale da allora in poi, finché non sono stato pronto per entrare nel sacro Dharma, e così via. È stata davvero estremamente gentile. Deve essere felice. Ma cosa è che le causa del male? È danneggiata dalla sofferenza. Deve essere separata dalla sofferenza”.

medita: “Sebbene questa mia gentile madre debba separarsi dalla sofferenza, è terribile che ora stia vivendo una vita nella natura della sofferenza. Come sarebbe meraviglioso se si separasse dalla sofferenza. La stabilirò in uno stato separato dalla sofferenza”.

Come per la meditazione sull’amore, applicala a tutti gli altri: ai tuoi parenti, ai nemici che ti hanno creato difficoltà nella vita, a coloro che si trovano nei tre stati peggiori di rinascita e così via. 

Allo stesso modo, ricordando la gentilezza, come prima di [tutti gli altri] esseri erranti, medita sulla compassione desiderando che anche loro si separino dalla sofferenza. Poiché, se non sviluppi l’amore e la compassione nel tuo continuum mentale, non sarai in grado di sviluppare un autentico obiettivo di bodhicitta, è molto importante impegnarsi in questi due aspetti. Sono le radici dell’intero Dharma Mahayana.

Bodhicitta

In terzo luogo, per quanto riguarda la meditazione sulla bodhicitta ci sono tre punti: (1) bodhicitta dell’aspirazione, (2) bodhicitta che egualizza sé con gli altri e (3 bodhicitta che scambia sé con gli altri.

Bodhicitta d’aspirazione

Per quanto riguarda il primo di questi [la bodhicitta dell’aspirazione], medita: “Sebbene i miei gentili genitori nelle rinascite samsariche nei tre piani dell’esistenza compulsiva debbano essere dotati di felicità e debbano essere separati anche dalla sofferenza, non ho la capacità di farlo in questo momento. Non solo, ma anche i grandi esseri mondani, come Brahma, Indra e così via, e coloro che sono al di là dell’essere mondano- gli uditori shravaka e i realizzatori solitari pratyekabuddha – non ce l’hanno nemmeno.

Medita pensando “Come posso avere la capacità di separare tutti gli esseri limitati dalla sofferenza facendoli diventare dei Buddha? Non ce l’hanno nemmeno coloro che sono considerati grandi in questo mondo, come Brahma e Indra che possiedono tutte le catene dell’essere ordinari. Nemmeno gli shravaka e i pratyekabuddha ce l’hanno. Nessuno di loro ha completamente realizzato le buone qualità di tutti gli abbandoni e le realizzazioni, e non conosce i metodi per domare coloro che hanno bisogno di essere domati, che sono necessari per il bene degli altri. Chi ha la capacità di liberare tutti gli esseri limitati dalle loro sofferenze e stabilirli in uno stato di beatitudine? Solo un Buddha, qualcuno che ha il comando sulle buone qualità inimmaginabili. Anche un raggio di luce emanato dal loro corpo, o una breve frase di Dharma pronunciata dalla loro bocca, ha la capacità di stabilire un numero insondabile di esseri limitati nello stato di un Buddha”.

Chi ce l’ha? Poiché solo un Buddha pienamente e perfettamente illuminato ha tale capacità, devo conseguire la massima realizzazione, diventando un Buddha pienamente illuminato, al fine di essere di beneficio a tutti gli esseri limitati. E allora libererò dall’oceano della rinascita samsarica ricorrente e incontrollabile le mie gentili madri e i miei gentili padri”. 

Questo è chiamato “impegno (per raggiungere) il risultato (’bras-bu-la dam-bca’-ba). Come dice Acharya Shantideva in Impegnarsi nella condotta del bodhisattva (I.16), “Come si comprende dalla distinzione tra aspirare ad andare e (effettivamente) andare, così i dotti comprendono che la distinzione tra questi due è in fasi”. 

Pensare per la prima volta che devi andare in India è come la promessa della bodhicitta d’aspirazione (smon-sems). Una volta che hai effettivamente sviluppato il pensiero di volerci andare e ti impegni a percorrere il sentiero per arrivarci, questo è come la “bodhicitta dell’impegno” (’jug-sems). Il verso di Shantideva dice di applicare quell’esempio. 

Quando è così, allora per prima cosa pensa “Raggiungerò il massimo risultato, diventare un Buddha, per il bene di tutti gli esseri limitati”. Questa è la promessa di raggiungere il risultato che non deriva da nessuna causa e nessuna condizione. Come può arrivare senza alcuna causa? Non deriva da cause che sono contraddittorie ad esso, né da cause incomplete. Pertanto, devi allenarti nel sentiero senza errori del Mahayana, completo di tutte le cause, vale a dire, gli atteggiamenti di vasta portata (le perfezioni) della generosità e così via. Quando pensi: “Mi allenerò in quelli" e ti applichi effettivamente in questo, hai sviluppato la bodhicitta d’impegno nel tuo continuum mentale.

Questa è la causa indispensabile per realizzare l’idea di diventare un Buddha.

Per beneficiare tutti gli esseri limitati, devi prima avere il pensiero che vuoi diventare un Buddha. Se non ce l’hai allora puoi mettere da parte la capacità di beneficiare tutti gli esseri limitati. Pertanto, questo intento di conseguire la Buddità è detto, qui, essere indispensabile.

Quando si ha questo stato mentale, qualsiasi radice di potenziale costruttivo si sia costruita diventa una causa per diventare un Buddha pienamente illuminato. Ci sono molti lodi a tal riguardo, menzionate nel Canestro dei Sutra Mahayana.

Tutti i benefici di questo sono menzionati in Canestro dei sutra mahayana. Allo stesso modo, si dice molto su questo in Impegnarsi nella condotta del bodhisattva.

Eguagliare sé stessi e gli altri

Per quanto riguarda la meditazione dell’equalizzare se stessi e gli altri, medita pensando: “Poiché, cosí come io desidero essere felice, anche tutti gli esseri limitati desiderano essere felici; quindi, così come lavoro per ottenere la mia felicità, devo anche lavorare per ottenere la felicità di tutti gli esseri limitati. E così come io non desidero soffrire, anche tutti gli esseri limitati desiderano non soffrire; quindi, così come lavoro per eliminare la mia sofferenza, devo anche lavorare per eliminare le sofferenze di tutti gli esseri limitati”.

In termini di eguagliare se stessi con gli altri, quindi, tu e gli altri esseri limitati siete uguali nel desiderare la felicità e nel desiderare di essere separati dalla sofferenza. 

Scambiare sé stessi con gli altri

Per quanto riguarda la meditazione dello scambiare se stessi con gli altri, immagina davanti a te questa tua madre radice e medita pensando: “Questa madre è stata così gentile ma, ohimè, vive [una vita] nella natura della sofferenza. Che tutta la sua sofferenza e il suo comportamento distruttivo maturino su di me, e che io possa arrivare a sperimentare [i loro risultati]. Che tutta la mia felicità e il mio comportamento costruttivo maturino su di lei, e che questa madre possa raggiungere la Buddità”.

Medita pensando “Possa il potenziale negativo accumulato dalla rinascita samsarica senza inizio di quella madre e la sua conseguente sofferenza di ulteriore rinascita samsarica negli stati peggiori di esistenza giungere a maturare su di me”. Quindi pensa “Darò a questa madre tutto il potenziale costruttivo che ho accumulato nei tre tempi”. Quindi, con il tong-len, dare e prendere, immagina in accordo con gli insegnamenti della quintessenza del tuo lama che, mentre inspiri, i potenziali negativi e le sofferenze di quella madre sotto forma di raggi di oscurità si dissolvano in te. Quando espiri, immagina che i potenziali costruttivi e la felicità che tu stesso hai accumulato nei tre tempi si dissolvano in quella madre come raggi di luce brillante come il sole che è sorto e pensa che lei ha ottenuto la beatitudine dello stato ultimo. Gorampa dice che, praticando in questo modo, bisogna meditare su tonglen più e più volte. 

Una volta che sarai in grado di padroneggiare il tonglen verso quella madre e poi verso tuo padre e i tuoi parenti, dovrai meditare su coloro con cui hai difficoltà a generarlo, come i tuoi nemici, proprio come hai fatto sopra.

Allo stesso modo, devi meditare, individualmente, nei confronti degli altri parenti, degli esseri limitati che hai visto o di cui hai sentito parlare, dei nemici che ti hanno fatto del male, e degli esseri sofferenti come quelli che si trovano negli stati peggiori di rinascita. Infine, dopo aver riunito in te, raccolte tutte insieme, le sofferenze di tutti gli esseri limitati, medita affinché la tua felicità e il tuo potenziale costruttivo diventino le cause, provvisorie, di qualsiasi risorsa essi desiderino e, infine, del loro raggiungimento della Buddità.

C’è un passaggio che accompagna questa pratica: “Possano le sofferenze degli esseri erranti, che sono stati tutti mia madre, maturare su di me. Possano tutta la mia felicità e i miei potenziali costruttivi portare appagamento a ogni essere errante”. Recitare questo a parole e pensarlo mentalmente è una forma di allenamento mentale e un metodo impareggiabile.

Poiché questa è l’essenza della pratica Mahayana, le parole segrete di tutti i Buddha dei tre tempi, allora, anche se potrebbe essere utile fornire le ragioni della necessità di meditare in questo modo, le citazioni scritturali che lo rendono noto e [un’analisi] per dissipare i dubbi sul metodo di meditazione, non spiegherò oltre perché diventerebbe troppo lungo.

Gorampa afferma che per approfondimenti dovremmo leggere Impegnarsi nella condotta del bodhisattva, Filigrana dei sutra mahayana e simili.

Dalla bodhicitta dell’aspirazione fino a qui, come spiegato in precedenza, è assolutamente necessario come passo preliminare prendere la direzione sicura del rifugio e rafforzare il proprio obiettivo di bodhicitta. Inoltre, meditare anche sul guru-yoga sarebbe eccellente.

Gorampa dice che, se sei entrato nel sentiero del mantra segreto e hai ricevuto un’iniziazione allora puoi visualizzare il tuo guru radice e gli altri lama da cui hai ricevuto insegnamenti di Dharma come Vajradhara - che rappresentano la natura essenziale di tutti loro in uno - e fare loro richieste per essere in grado di sviluppare queste menti sentiero nel tuo continuum mentale. Ciò sarebbe estremamente eccellente.

Al termine delle sessioni di meditazione su tutti questi punti su cui concentrarsi, sigillale con preghiere di dedica e, inoltre, conservane la consapevolezza durante tutte le tue attività- mentre ti muovi, cammini, dormi o siedi.

Ogni volta che pratichi devi completarla con pratiche preparatorie, una parte fondamentale effettiva e una conclusiva. Come pratiche preparatorie, prendi la direzione sicura del rifugio e fai richieste di ispirazione. Come parte fondamentale effettiva, medita al meglio delle tue capacità; alla fine dedica le radici dei tuoi atti costruttivi affinché non diminuiscano, ma aumentino sempre di più e agiscano come causa per diventare un Buddha. 

Per questo, devi fare una dedica che abbia la purezza dei tre cerchi: la cognizione non concettuale della vacuità di te stessa che fai la dedica, dell’obiettivo a cui è dedicata e dell’atto di dedicare. Fallo mentre reciti “Con questo atto costruttivo, possano tutti gli esseri completare le loro due reti  e quindi ottenere i due puri corpi di Buddha che sorgono da forza positiva e profonda consapevolezza. Proprio come l’eroico Vira Manjushri ha ottenuto la consapevolezza onnisciente e Samantabhadra allo stesso modo, io dedico tutti questi atti costruttivi in modo da potermi allenare sulle orme di tutti loro”. Sebbene tu non possa ottenere quell’onniscienza ora come un essere ordinario, tuttavia, dedica per essere in grado di praticare in un modo simile a quello dell’eroico Vira Manjushri e Samantabhadra, con la purezza dei tre cerchi.

Fino a qui, Gorampa ha spiegato “Se ti aggrappi a questa vita, non sei un praticante del Dharma. Se ti aggrappi alla rinascita samsarica, non hai rinuncia, la determinazione a essere libero. Se ti aggrappi al tuo beneficio, non hai un obiettivo di bodhicitta”. Ora:

Quando ti sei separato dall'attaccamento ai quattro estremi, hai fatto sorgere la confusione come profonda consapevolezza

Per quanto riguarda la quarta [separazione]: “Quando ti sei separato dall’aggrapparti ai quattro estremi, hai fatto sorgere la confusione come consapevolezza profonda”,

La natura permanente di tutti i fenomeni è separata dai quattro estremi: essi non sono esistenti, né inesistenti, non sono sia esistenti che inesistenti e né sono né esistenti né inesistenti.

nella tradizione di un altro insegnamento quintessenziale, ci sono le due cose: sia uno stato mentale tranquillo e stabile di shamata che uno stato mentale eccezionalmente percettivo di vipashyana.

In un altro insegnamento fondamentale, oltre a quello sull’addestramento mentale, c’è prima la meditazione su shamatha e poi su vipashyana.

Inoltre, per la vipashyana, c’è la meditazione sulla mancanza di sé delle persone e sulla mancanza di sé dei fenomeni.

Nella tradizione di addestramento mentale sakya del Separarsi dai quattro attaccamenti, le pratiche per raggiungere shamatha sono quelle comuni, condivise con gli altri. Dopo aver imparato bene cosa sono la concentrazione assorbita e così via, per incontrarle faccia a faccia devi praticare le loro cause, che sono note come i nove stadi per pacificare la mente. Devi ascoltarle e impararle da un lama che è il tuo maestro spirituale. 

Ci sono molte pratiche: shamatha sulla base di un oggetto e senza una base. Il metodo, quindi, per pacificare la mente in modo univoco in concentrazione assorta è shamatha. Dopo di che, vipashyana si concentra sulla conoscenza della natura permanente di tutti i fenomeni, così com’è.

Tuttavia, in questa tradizione, durante il periodo di assorbimento totale, si medita su tre punti: (1) si stabilisce che le apparenze sono della mente, (2) si stabilisce che la mente è illusoria. (3) si stabilisce che ciò che è illusorio è privo di natura autos tabilita.
Durante il periodo di ottenimento successivo, si pratica la visione che tutto è come un’illusione e un sogno, senza aggrapparsi a nulla.

Per quanto riguarda ciò che viene chiamato “periodo di assorbimento totale” (mnyam-bzhag) e “il periodo dell’ottenimento successivo” (rjes-thob) – la sessione in cui ti siedi per meditare con concentrazione assorta è chiamato “periodo di assorbimento totale”, mentre ciò che successivamente realizzi mentre cammini, mangi, dormi, parli e così via, dopo essere emersa dalla concentrazione assorbita è detto “ottenimento successivo”. Durante queste occasioni c’è la pratica di riconoscere, senza alcun vagabondaggio mentale, che tutte le tue azioni delle tre porte di corpo, parola e mente sono un sogno e un’illusione. 

Per queste devi meditare, avendo fatto affidamento sugli insegnamenti della quintessenza del tuo lama, altrimenti crei una grande base per confusione ed errori. Coloro che sono fortunati e hanno un potenziale karmico per questa visione saranno in grado di incontrarla faccia a faccia. Ma per coloro che non hanno la buona sorte o il potenziale karmico, allora come ha detto Manjushri Sakya Pandita, “La meditazione degli stolti su mahamudra serve principalmente come causa per la rinascita come animale. Nella migliore delle ipotesi, otterranno un assorbimento di un ascoltatore shravaka sulla cessazione e, nella peggiore, una rinascita sul piano degli esseri senza forma”. Pertanto, su questo punto possono esserci grande confusione ed errori.

Se mediti su qualsiasi cosa tu voglia, senza affidarti agli insegnamenti quintessenziali del tuo lama, allora è una grande base per la confusione e gli errori. Dal momento che non sei in grado di conoscere questo aspetto attraverso le sole parole, non mi dilungherò su di esso.
Tuttavia, ciò che è di beneficio a breve termine è che 

Finché non ci sono errori, sviste e deviazioni rispetto al sentiero

qualsiasi radice di forza costruttiva tu abbia stabilito, è molto importante non avere l’arroganza di pensare: “Io sono l’agente di questo atto costruttivo, l’atto costruttivo è questo, e quindi ho fatto questo atto costruttivo”.

Non importa quali radici di forza costruttiva hai accumulato meditando sugli stadi di generazione e di completamento del tantra - come, attraverso la porta del corpo, eseguendo le pratiche purificatorie di prostrazione e circumambulazione o, attraverso la parola, con atti costruttivi come il canto e la recitazione di testi o, attraverso la mente, meditando su una divinità con forma di Buddha - Gorampa afferma che il punto principale è la comprensione che questi mancano totalmente dell’esistenza concreta che si afferra a un’esistenza veramente stabilita e sono come un sogno e un’illusione.

Non c’è colpa, tuttavia, se per incoraggiare gli altri, a impegnarsi in atti costruttivi, si rende noto che: “ho fatto un atto costruttivo come questo”, purché non si nascondano gli errori commessi.
Pertanto, ogni volta che si stabilisce una radice di forza positiva o si compie un’attività banale di tutti i giorni, se si rimane consapevoli, pensando: “È come un sogno o come un’illusione”, fungerà da causa per realizzare la visione. Dato che questo è il caso, è importante mantenere tale consapevolezza in questo modo.

Condensazione dei punti essenziali in versi

Per rendere in versi ancora una volta i punti essenziali condensati:

Comprendendo, appieno, la difficoltà di trovare una base corporea per realizzare il Dharma puro e che è impermanente, nella natura di qualcosa che perisce rapidamente, accettare prontamente di essere sempre vigili per adottare ciò che è positivo e scartare ciò che è negativo – questo è il primo passo.

Questa è una linea guida per abbandonare l’attaccamento a questa vita, perché “se ti aggrappi a questa vita non sei un praticante di Dharma”.

Vedendo un numero infinito di essere erranti nel mare del samsara, catturati dalle fauci dei mostri della sofferenza, sviluppare la rinuncia, essere fortemente interessati alla terraferma della liberazione, al di là di ogni sofferenza- questo è il secondo passo.

In altre parole, “se ti aggrappi al samsara non hai la rinuncia, la determinazione ad essere libero”.

Ricordando la gentilezza degli esseri erranti, uguali allo spazio, che sono stati più volte tuo padre e tua madre e ti hanno aiutato così tanto, realizzare gli obiettivi degli altri con amore, compassione e suprema bodhicitta- questo è il terzo passo.

“Se ti aggrappi al tuo beneficio personale non hai bodhicitta”: se abbandoni questo attaccamento realizzi il sentiero del bodhisattva.

Comprendendo che tutte queste cose, così come appaiono, provengono dalla tua mente e che la mente stessa, essendo solo una rete di cause e connessioni, è come un’illusione, e che questa illusione è separata dalla fabbricazione mentale, meditare sulla natura dimorante della realtà- questo è il quarto passo.

Tutte queste apparenze sono create dalla mente, sono emanazioni magiche della nostra stessa mente. La mente in sé è come un’illusione o un sogno in quanto non esiste veramente ed è solo imputata su una rete di fattori mentali che sono sorti interdipendentemente da cause e condizioni. E anche tale illusione è supportata solo da fabbricazioni mentali; una volta compreso, ci si assorba totalmente nel significato della natura della realtà, priva di fabbricazioni mentali – “se sorge l’afferrarsi non si ha la visione”.

Dopo aver fatto offerte, in tutte le occasioni, alla Triplice Gemma e aver abbandonato, per gradi, le tue parti distruttive, e aver soddisfatto con la tua generosa donazione, i poveri e gli oppressi che non hanno un protettore, se le unirai con una preghiera di dedica, avendo la purezza dei tre cerchi coinvolti, è certo che arriverai a realizzare i tuoi scopi provvisori e ultimi.
Avendo condensato, con questo, i punti essenziali del sentiero Mahayana, ora, con il desiderio di essere di qualche aiuto, ti presento questo, o patrono degli insegnamenti, come un dono da tenere caro al tuo cuore. Mettendo in pratica tutto questo, possa tu raggiungere tutti gli obiettivi.

Colophon

Il bodhisattva laico, Ralö Dorje, che, attraverso una fede salda e indivisibile nei preziosi insegnamenti, è diventato un pio mecenate di coloro che sostengono gli insegnamenti, mi ha sollecitato, dicendo: “Ho bisogno di una linea guida dal tuo discorso illuminante che sia un addestramento dettagliato che sarà di beneficio al sacro Dharma”. Di fronte a questo, io, il monaco buddista, Sonam Sengge, ho scritto questo al sacro ritiro di Dokhar (mDo-mkhar) nel terzo giorno della luna crescente nella costellazione delle Pleiadi. In seguito, vi offrirò i punti essenziali riguardanti la causa e l’effetto karmico, insieme alle citazioni dai sutra che ne sono la fonte. Che tutto sia di auspicio; che tutto sia costruttivo.
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