L'importanza di avere un'idea precisa dell'illuminazione
In merito a bodhicitta relativa è molto importante avere un'accurata rappresentazione mentale di cosa sia l'illuminazione, altrimenti è come se volessimo andare in Lituania ma andassimo in Estonia, saremmo sulla direzione sbagliata. Quindi, a meno che non abbiamo un quadro accurato di cosa sia l'illuminazione, miriamo a qualcosa di fantasioso che è impossibile da realizzare. Ovviamente, in questo esempio potremmo arrivare sia in Lituania sia in Estonia, ma se abbiamo un’idea non precisa rispetto alll'illuminazione, questa può essere solo qualcosa di possibile o di impossibile: se è possibile, non la raggiungeremo e quindi inganniamo noi stessi se la raggiungiamo; se è impossibile, non potremo mai realizzarla. È molto importante che la nostra idea sia accurata e ciò richiede studio, ascolto, comprensione e così via.
Come essere convinti della propria illuminazione personale
Per raggiungere l’illuminazione – quella futura che non è ancora avvenuta – dobbiamo avere la forte intenzione di realizzarla e perché questa sia davvero sincera deve basarsi sulla convinzione che sia effettivamente possibile raggiungerla, e non solo perché potremmo essere convinti che sia possibile realizzare qualcosa di impossibile. Quindi bisogna essere convinti che sia effettivamente valida; non è facile convincersi che la mia illuminazione personale sia possibile. Ciò richiede davvero molta analisi, studio e riflessione. Non dovremmo banalizzare questo punto. Se miriamo alla liberazione o all’illuminazione ma non siamo convinti di poterla raggiungere, allora tutto il nostro cammino spirituale sarà molto instabile.
Come possiamo convincercene? “Ebbene, il mio insegnante ha detto che è possibile, Buddha disse che è possibile e quindi ci credo perché sono valide fonti di informazione. Non c’è motivo per cui dovrebbero mentire, soprattutto Buddha”. Su questa base potremmo accettarla e credere che sia vera. Certamente credere a questa base affidandosi a una valida fonte di informazioni, Buddha, può farci iniziare il percorso verso la liberazione e l’illuminazione, senza pensare che sia una follia. Ma quando la nostra convinzione viene messa in discussione da amici e parenti che non sono buddhisti “Oh andiamo, questa è solo propaganda, ti hanno fatto il lavaggio del cervello per fartelo credere” allora iniziamo a diventare un po' instabili perché come risponderemmo “Io credo in Buddha e lui non mi mentirebbe”. Non è poi così stabile.
Ma se seguiamo il percorso spirituale del Buddhismo solo per imparare ad essere brave persone, ad andare più d'accordo con gli altri e ad avere meno difficoltà nell'affrontare le situazioni della nostra vita, allora non c’è bisogno di essere buddhisti per farlo. Molte religioni e filosofie ce lo insegnano. Forse il modo buddhista è attraente, ma non è proprio Buddhismo perchè questo è incentrato sul raggiungimento della liberazione e dell'illuminazione. Questo è ciò che è specificamente buddhista.
Che cos’è la liberazione? È la liberazione dalle rinascite ricorrenti e incontrollabili, dal samsara. Ma se non crediamo nella rinascita, come possiamo aspirare a liberarcene? E come possiamo mirare all'illuminazione in cui saremo in grado di aiutare tutti gli altri a liberarsi dalla rinascita? Quasi tutte le religioni e le filosofie indiane – Induismo, Giainismo e così via – mirano alla liberazione dal samsara, quindi questo di per sé non è un tratto particolarmente buddhista. È buddhista capire quali sono le cause del samsara, la rinascita incontrollabile e ricorrente, e cosa significa in realtà la liberazione da essa. Quindi se puntiamo solo alla liberazione deve essere accurato ciò che Buddha ha insegnato a riguardo e la convinzione che ciò sia possibile, altrimenti puntiamo a un diverso tipo di liberazione.
Questo è il motivo per cui Sua Santità il Dalai Lama e tanti grandi maestri sottolineano la necessità di studiare, apprendere e comprendere i vari insegnamenti. Altrimenti non sarà stabile il nostro seguire il percorso spirituale semplicemente a un livello emotivo e devozionale. D'altra parte, anche senza il lato emotivo o devozionale non funziona perché manca l'energia. Abbiamo bisogno di un equilibrio tra tutti questi aspetti; nessuno può essere tralasciato.
Quindi, per sviluppare bodhicitta relativa dobbiamo essere convinti che sia possibile ottenere non solo la liberazione ma anche l'illuminazione. Dobbiamo avere un'idea chiara di cosa siano, che è possibile ottenerle e che io sono in grado di ottenerle. Ci sono molte cose che dobbiamo capire ed essere convinti che siano vere, basandoci non solo sul credere che siano vere perchè qualcun altro ce lo dice, ma anche perchè hanno senso per noi attraverso la ragione, la logica. Non possiamo conoscerle attraverso la pura percezione finché non le sperimentiamo realmente.
La continuità dell'attività mentale
Una delle prime cose che dobbiamo capire e di cui dovremmo essere convinti è che il continuum mentale individuale, ciò che chiamiamo “mente”, non ha né inizio né fine e ciò ovviamente implica la rinascita. Non è facile, per niente. Anche se si dice che il raggiungimento dell'illuminazione possa avvenire in una vita, non accade quasi mai, mai, mai, mai, mai, c’è un'ultima vita in cui accade, ma a meno che non abbiamo accumulato un'enorme quantità di cause dalle vite precedenti, non accadrà in questa vita. Dobbiamo quindi essere in grado di puntare al raggiungimento di qualcosa che accadrà in un futuro molto lontano, capire davvero e convincerci che ci sarà continuità, altrimenti saremo senza speranza: non posso davvero riuscire a farlo in questa vita, sono troppo occupato e devo lavorare e ho tutte queste altre responsabilità, quindi perché preoccuparsi? Ma se siamo convinti di una mente senza inizio e senza fine, allora come si dice in generale nella filosofia indiana – in realtà in una delle Upanishad, una delle prime scritture pre-induiste – non si perde l'inizio una volta compiuto. Anche se siamo molto vecchi, se si iniziano delle abitudini – studiare, praticare – gli istinti di ciò si porteranno nelle vite future.
Questo non è il luogo, il momento o l'occasione per entrare in una discussione dettagliata sulla mente senza inizio e senza fine, ma l'argomento di base che dobbiamo indagare è capire cos'è la continuità di qualcosa. Qui parliamo di una continuità di ciò che spiegavamo prima, di questa attività mentale soggettiva individuale, e di comprendere che non ha assolutamente senso in termini di causa ed effetto: come può iniziare proprio dal nulla o solo da un essere onnipotente che dice "Lascia che sia così". Questo è completamente illogico. E se c'è una continuità che non degenera, che non diventa sempre più debole in ogni momento, ma continua ad un livello uniforme... Questo richiede ovviamente la comprensione di cosa si intende per attività mentale. Il continuum mentale non si esaurisce, non è come il corpo che si consuma. Allora se c'è una continuità di qualcosa che non si consuma, è assolutamente illogico che finisca, perché è sempre influenzato dalle cose. Allora come può qualcosa all'improvviso influenzarlo e provocarne la fine? Questo richiede molto lavoro per capirlo. Qui parliamo della continuità di questa attività mentale, quindi dobbiamo capire veramente cos'è quell'attività mentale come l'abbiamo descritta, e osservare le sue qualità e ciò che l'accompagna.
L’inconsapevolezza della realtà
Cosa impedisce la nostra liberazione? Ciò che causa tutte le nostre emozioni disturbanti è l’inconsapevolezza della realtà, la nostra ignoranza. A seconda del testo indiano che consideriamo, significa che semplicemente non conosciamo oppure conosciamo in modo errato. Ciò che impedisce l’onniscienza, l’illuminazione – una delle caratteristiche principali di questa è l’onniscienza, il conoscere tutto contemporaneamente –sono le abitudini di questa inconsapevolezza che causano il sorgere di apparenze di cose che esistono in modi impossibili, come se fossero cose validamente conoscibili dalla loro parte, come se ci fosse qualcosa dal lato dell'oggetto, come una grande linea continua attorno ad esso, o se pensiamo tridimensionalmente, un solido incapsulamento plastico, che lo separa da tutto il resto e lo rende un oggetto individuale, validamente conoscibile. A causa di questa creazione di apparenze percepiamo i fenomeni come attraverso un periscopio di un sottomarino, guardiamo solo attraverso una piccola lente e vediamo solo ciò che è davanti ai nostri nasi. Non siamo in grado di vedere l'interconnessione di tutto perché incapsuliamo e vediamo tutto come questo elemento conoscibile e quell'elemento conoscibile da soli, isolati e di portata molto limitata.
Anche se sappiamo che le cose non esistono realmente nel modo in cui la mente limitata le fa apparire, tuttavia sorge quel tipo di apparenza limitata che ci impedisce di vedere l'interconnessione del karma di tutti e di tutto. Per questo non possiamo davvero aiutare tutti completamente, perché non conosciamo tutte le possibili cause da tempo senza inizio di tutti coloro che hanno interagito per spiegare perché una persona è così come è adesso; non sappiamo quali saranno gli effetti dei nostri insegnamenti in ogni vita futura di questo essere, e su tutti gli altri esseri con cui è in contatto e in relazione, influenzat da ciò che abbiamo insegnato. Questo è ciò che sa un Buddha. Ma poiché vediamo le cose incapsulate e attraverso il periscopio, siamo molto limitati, non possiamo vedere tutto questo.
Sono queste abitudini di confusione, questa inconsapevolezza che causano tali limiti; dobbiamo allora convincerci che l’inconsapevolezza che causa tutte le emozioni disturbanti e le abitudini all'inconsapevolezza non hanno inizio ma possono avere una fine. Capire che è possibile rimuoverle nutre la convinzione che è possibile raggiungere la liberazione e l'illuminazione.
Liberarsi dell'inconsapevolezza
Se ci liberiamo di questa inconsapevolezza ci liberiamo delle emozioni disturbanti. L'inconsapevolezza non può verificarsi contemporaneamente alla consapevolezza; o si capisce o non si capisce. Se potessimo sviluppare consapevolezza e comprensione e averle costantemente non ci sarebbe più inconsapevolezza.
È pù forte la consapevolezza e la comprensione o la non comprensione? La consapevolezza è più forte, può prevalere sull'inconsapevolezza perché è basata sulla ragione e può essere corroborata e così via, e inoltre con la consapevolezza creiamo felicità mentre l'inconsapevolezza produce sofferenza. Più analizziamo l’inconsapevolezza più vediamo che non è affatto vera: non c'è niente che la supporti, non fa parte della natura dell'attività mentale. Anche se possiamo fermare e sbarazzarci di quell’inconsapevolezza perché c'è qualcosa che è l'esatto opposto, che la esclude mutuamente, non c'è nulla che escluda mutuamente, che sia opposto a questa attività mentale, perché abbiamo già visto che la mente è senza inizio e fine, che non c’è un momento nella continuità in cui quell'attività mentale non esiste più. Quindi non si può opporre all'attività mentale l'assenza di attività mentale e liberarsene in questo modo; non si può fermare l’attività mentale che andrà avanti per sempre, ma si può fermare l’inconsapevolezza.
Quindi possiamo eliminare le qualità negative, disturbanti e così via. Le qualità positive, come l'amore, la compassione e così via, non possono essere contrapposte al loro contrario. L'amore è il desiderio che gli altri siano felici e così via e il suo opposto sarebbe l’odio, desiderare che qualcuno soffra, ma questo si basa sull'inconsapevolezza, sul non comprendere veramente la natura delle persone e il modo in cui siamo correlati, che tutti vogliono essere felici e così via. Più indaghiamo le qualità positive più vediamo che sono supportate dalla consapevolezza mentre le qualità negative si fondano solo sull’inconsapevolezza, non hanno alcuna base solida. Quindi le qualità positive possono essere incrementate sempre di più, mentre le qualità negative possono essere eliminate: dovremmo impegnarci per capire questo. È così possibile ottenere la liberazione ora se si riesce a rimanere concentrati su questa consapevolezza, sulla comprensione della vacuità.
Le abitudini dell’inconsapevolezza che causano questa ingannevole apparenza di “vera esistenza”, come se i fenomneni avessero delle linee intorno, funzionano perchè in questo momento abbiamo un apparato limitato, un hardware limitato. Il livello della mente è grossolano, e anche quello che viene chiamato sottile non è ancora il livello più sottile, e quindi è limitato. Anche il livello del corpo è limitato: dipendiamo dagli occhi, dal cervello e così via. È limitato. Ma se guardiamo solo alla natura di quell’attività mentale che dà origine alle apparenze e alla conoscenza, questo non ha bisogno di essere limitato dall'hardware. È qui che entriamo nella classe più alta del tantra: c'è un livello di chiara luce di attività mentale, ed è in realtà ciò che va di vita in vita, ciò che non ha interruzione di continuità. Il corpo e la coscienza grossolani di un essere umano, di una mosca, o qualunque altro essere, cessano al momento della morte; ma questo livello più sottile, che è pura attività mentale, continua e non è necessariamente limitato. Non deve essere limitato e pertanto non crea apparenze incapsulate con linee attorno ad esso. È più sottile di così.
Vogliamo arrivare a quel livello e mantenerlo costantemente senza avere i livelli più grossolani in funzione. Se potessimo arrivare a quel livello di chiara luce e mantenerlo senza che si verifichino i livelli grossolani allora non ci sarebbe più l’abitudine all'inconsapevolezza che dà origine alle apparenze ingannevoli. L’abitudine esiste ancora solo se è possibile che si ripeta in futuro un risultato di questa – la creazione di apparenze ingannevoli – altrimenti è un'abitudine passata. Non si può dire che sia un'abitudine presente perché abitudine significa che può generare un'altra istanza di ciò di cui è un'abitudine. Pensando in questo modo possiamo convincerci che è possibile liberarsi anche delle abitudini di questa inconsapevolezza.
Allora sorge la domanda: anche se il livello di chiara luce dell'attività mentale è illimitato e non appare in ogni cosa come se fosse autostabilito, come è possibile l'onniscienza? A questo proposito è molto utile un’analogia utilizzata dal grande fisico Richard Feynman. Nello spazio della stanza in cui sei seduto c'è ogni possibile segnale elettromagnetico che risale a tempo senza inizio. Onde elettromagnetiche di ogni stella sono in ogni sito web, ogni messaggio di testo, ogni possibile stazione radio e televisione. Per questo motivo se conosciamo l'URL, il canale o la frequenza corretti, il nostro computer, cellulare, TV, radio o dispositivo astronomico possono sintonizzarsi su qualsiasi di essi. Ciò dimostra che i segnali di queste informazioni sono presenti e accessibili.
I nostri cervelli sono come questi dispositivi limitati. Anch’esso è limitato a causa dell’hardware limitato dei nostri corpi limitati. Tutte le informazioni dell'intero universo nel corso del tempo sono disponibili, ma abbiamo un dispositivo limitato, il nostro cervello, che può isolare e sintonizzarsi solo su una cosa alla volta, come se ciò su cui ci sintonizziamo esistesse separatamente da tutto il resto. Quindi, le nostre menti sono limitate dal nostro cervello e dall’apparato sensoriale del nostro corpo.
Il livello di chiara luce dell’attività mentale funziona invece sulla base dell’energia più sottile che sostiene la vita. Sebbene questo livello più sottile di attività mentale possa essere designato sui livelli più grossolani di coscienza e sugli altri aggregati durante una rinascita samsarica o quando siamo arhat, non è necessario affidarsi a queste basi limitate, ci si può basare solo sulla più sottile energia di supporto vitale. Per questo motivo, per diventare onniscienti dobbiamo superare i limiti della biologia e dell'assunzione compulsiva di un corpo; dobbiamo andare oltre la mera liberazione di arhat e accedere al livello di chiara luce dell'attività mentale rimuovendo da esso le abitudini che danno origine alle apparenze ingannevoli di un'esistenza autostabilita. Con un vero arresto di tutte queste abitudini – le oscurazioni cognitive – le nostre menti di chiara luce raggiungeranno l’onniscienza. Questa onniscienza è possibile, perché tutti i segnali di tutta l'informazione dell'universo sono presenti e accessibili ovunque.
Poiché quell'attività mentale di chiara luce non deve essere associata a un corpo o a una mente grossolana limitata, può fungere da base per tutti i diversi aspetti di un Buddha e avrà i tre corpi: il dharmakaya, il corpo che comprende tutto o mente onnisciente. Non c'è limite per questo apparato – il corpo e così via – se non c'è nulla che gli impedisca di creare apparenze di tutto: è onnisciente. Inoltre le qualità di compassione e amore sono uguali per assolutamente tutti; non ci sono limitazioni, non è solo con questo o solo con quello.
Una delle caratteristiche distintive dell'attività mentale di chiara luce è quella di dare origine ad apparenze –non solo di ciò che conosce, ma anche di se stessa. Così dà origine ad apparenze sottili e più grossolane – il sambhogakaya e il nirmanakaya, dal punto di vista del sutra. Dal punto di vista del tantra più elevato il Sambhogakaya dà origine alla comunicazione, a vibrazioni sottili che comunicano e, poiché non è associato a un corpo o a qualcosa di limitato, può comunicare a tutti in un modo che possano comprendere e può apparire in milioni di forme simultaneamente.Tutti hanno una continuità individuale di consapevolezza di chiara luce, coscienza di chiara luce, mente di chiara luce.
Conclusione
Su questa base bodhicitta può essere molto stabile perché siamo convinti che sia possibile raggiungere la liberazione e l'illuminazione e che sia anche possibile per noi. È possibile solo se ci impegniamo, quindi dobbiamo sapere qual è il percorso, le fasi da seguire, i vantaggi e i motivi del raggiungere questo obiettivo. Quindi possiamo sviluppare bodhicitta attraverso le varie fasi fino a mirare effettivamente a farlo. Questi sono i passi che dobbiamo compiere se vogliamo farlo in modo molto approfondito e avere un livello stabile di bodhicitta relativa.