Pratiche meditative sulle leggi del Karma
Ieri abbiamo parlato delle leggi del karma, le leggi di causa ed effetto del comportamento. In termini del karma in generale, la pratica principale consiste nello specifico nell’astenersi dal compiere una qualunque delle dieci azioni distruttive, o non virtuose, e di sforzarsi di compiere le varie azioni costruttive, o virtuose. Abbiamo anche discusso varie caratteristiche delle leggi del comportamento e dei suoi risultati, in particolare, innanzitutto, il fattore della certezza: se si compie un’azione positiva o costruttiva, è certo che il risultato di questo sarà la felicità. Abbiamo anche discusso il fattore dell’incremento, che da un’azione molto piccola possono scaturire molti grandi risultati. Il modo per meditare su tutto questo, o per accumulare abitudini benefiche della mente rispetto a questo, consiste nel pensare alla certezza del comportamento e dei suoi risultati, nel pensare che la felicità è ciò che arriva come risultato delle azioni costruttive, mentre l’infelicità, la sofferenza e i problemi sono i risultati di azioni distruttive.
Cominciate a pensare a tutte le tipologie differenti di felicità che vorreste provare e chiedetevi, “Beh, quali sono le loro cause?”. Poi pensate alle varie azioni costruttive e a come matureranno, considerando che hanno un risultato di maturazione, hanno un risultato che corrisponde alla sua causa in termini della vostra esperienza e anche in termini del vostro comportamento istintivo, e hanno risultati comprensivi. Pensate a tutti questi risultati e alla felicità che vorreste raggiungere, e a come deriverebbero da queste cause, ovvero, agire in modo positivo e costruttivo. Poi pensate che “Voglio essere in grado di ottenere questa felicità”. Pertanto, prendete con fermezza la decisione di cercare di ottenere questa felicità.
Poi pensate che ciò che crea problemi e vi impedisce di ottenere questa felicità consiste nell’agire in modo distruttivo. Poi pensate alle varie azioni distruttive e ai loro risultati, i risultati di maturazione, i risultati che corrispondono alle loro cause nella vostra esperienza risultante e nel vostro comportamento istintivo, e i risultati comprensivi. Infine, pensate, “Non voglio sperimentare affatto nessuno tipo di questi problemi e sofferenze”, e pertanto, prendete una decisione molto ferma di abbandonare tutte queste dieci azioni distruttive.
Poi, considerate il fattore d’incremento, come da una piccola azione possono derivare grandi risultati, e prendete la ferma decisione di “Cercherò di compiere persino la più piccola azione costruttiva e eviterò di commettere persino la più piccola azione distruttiva”.
Poi pensate ai due fattori successivi: il primo è che se non avete commesso un’azione, non ne sperimenterete i risultati, e se avete fatto una certa azione, non sarà invano e i suoi risultati matureranno. In termini di questo pensate ad esempio che se avete agito in maniera distruttiva, accumulando un potenziale negativo, ci sono solo due possibilità. Potete purificarvi dal fatto di dover sperimentare tale potenziale applicando le quattro forze opponenti come, ad esempio, il rimorso e così via; altrimenti, sicuramente dovrete sperimentare i risultati della vostra azione. In maniera simile, avendo compiuto certe azioni positive e costruttive, è solo una questione di tempo affinché maturi della felicità da tali azioni oppure, avendo agito distruttivamente, che ne deriveranno problemi e infelicità. Queste cose sicuramente matureranno e potete essere sicuri che non è mai il caso che, avendo accumulato il potenziale per qualcosa, questo non maturerà a un certo punto.
Tuttavia, se non avete accumulato alcun potenziale per qualcosa, non c'è mai una causa per cui ciò accada. Ad esempio, se pensate ai vari tipi di felicità che potreste desiderare, non c’è alcun modo in cui potreste provare questi tipi di felicità a meno che non abbiate accumulato le cause che li produrranno. Dunque, in tal modo, pensate a come, se non avete accumulato le cause, non sperimenterete i risultati, e avendo accumulato le cause, i vostri [sforzi] non saranno vani.
Vari racconti che illustrano le leggi della causa e l’effetto del comportamento
Se hai compiuto una certa azione, non sarà stato invano
Per spiegare questo, c’è il caso di un figlio che chiuse sua madre in casa senza darle nulla da mangiare. La madre lo implorò per avere qualcosa da mangiare e il figlio semplicemente prese della cenere dal fuoco, la mischiò con un po’ d’acqua e diede questo alla madre da mangiare. Infine, la madre morì di fame.
Questo figlio morì e in una vita successiva rinacque al tempo in cui il Buddha Shakyamuni era vivo e illuminava la terra. Divenne monaco, studiò, e raggiunse lo stato di un arhat, un essere liberato. Tuttavia, anche dopo aver raggiunto lo stato di un essere liberato, di un arhat, si ammalò gravemente. A quei tempi, i monaci che seguivano il Buddha erano soliti al mattino andare in giro per le elemosine con le loro ciotole per la questua, ma questo arhat non poteva andare. Il Buddha suggerì ad alcuni monaci che avevano poteri miracolosi di prendere la ciotola di questo monaco ammalato per il loro giro di elemosine e di portargli un po’ di cibo. Dunque, uno dei monaci prese la ciotola di questo arhat ammalato e andò così a chiedere l’elemosina, ma quando riportò la ciotola al monaco ammalato, venne un uccello che si prese la ciotola e tutto quello che c’era dentro, e non ci fu modo di portargli del cibo.
Questo avvenne ancora e ancora per sei o sette giorni, e non c’era alcun modo di portare del cibo a questo arhat ammalato. Poi un giorno, lo stesso Shariputra cercò di prendere la ciotola per la questua e di portarla al monaco con del cibo. Mentre portava la ciotola verso la casa, le porte della casa scomparirono e senza un ingresso non c’era modo di entrare. Tutto questo avvenne come risultato del potenziale karmico negativo accumulato da questo monaco.
Shariputra usò i suoi vari poteri miracolosi per creare una porta per entrare e portare la ciotola dentro casa; la posò per terra davanti al monaco ammalato e la ciotola scomparve nella terra, anche come risultato del precedente karma di questo monaco. Sebbene fosse sprofondata sottoterra, Shariputra di nuovo usò i suoi poteri miracolosi per affondare la sua mano nella terra e riportare sopra la ciotola. Il monaco cercò di mangiare il cibo, ma mentre lo portava di fronte al suo viso, la sua bocca scomparì e non aveva una bocca per mangiare.
Beh, anche se potrebbe sembrare molto strano, queste sono le cose straordinarie che accadono come risultato di potenziali karmici accumulati da vite passate. Dopo questo evento, il monaco spiegò a Shariputra che tutto questo era il risultato che stava maturando dal passato: “Ho negato il cibo a mia madre, e come risultato di questo, è per me impossibile mangiare qualunque cosa, di ricevere qualunque cibo. Sebbene io abbia raggiunto lo stato di un essere liberato, di un arhat, ciononostante, i risultati del karma precedente sono certi. Ma in quella vita precedente diedi a mia madre del cibo preparato con la cenere, e quindi se me lo prepari, sarò in grado di mangiarlo”. Mangiò questo cibo fatto di cenere e poi dimostrò tutti i poteri miracolosi che aveva ottenuto da arhat, un essere liberato, come volare nell’aria, e fare in modo che il fuoco e l’acqua e ogni genere di elementi fuoriescano dal suo corpo. Dopo aver dimostrato tutti questi poteri, morì nel rilascio finale del parinirvana.
Questa storia mostra che se avete accumulato un certo potenziale karmico, l’azione non sarà stata invano; e anche se avete raggiunto lo stato di un essere liberato, di un arhat, queste cose matureranno.
Se non avete purificato tutti i potenziali karmici, certamente matureranno
Per favore posso fare una domanda?
Sì.
Da un lato si dice che i semi karmici possono essere bruciati, purificati, dai quattro poteri opponenti ma, d’altro canto, sembra che persino questi grandi maestri che sono arhat debbano sicuramente patire i risultati delle loro azioni? Com’è possibile?
Come hai detto, se ammetti apertamente, confessi, gli sbagli che hai fatto e applichi le varie forze opponenti per purificarti, allora non c’è alcun bisogno di dover sperimentare i risultati delle varie azioni che hai fatto in passato. Tuttavia, le varie azioni degli esseri liberati sono davvero inconcepibili e ci sono esempi come questo, in cui non avevano ammesso apertamente i loro errori passati e non si erano purificati, e come risultato dovettero sperimentarne le conseguenze.
Un altro esempio di questo tipo proviene dalla vita del grande Nagarjuna. C’era un re che aveva una relazione speciale con Nagarjuna. A meno che Nagarjuna non morisse, il re non sarebbe morto e suo figlio, il principe, non avrebbe potuto diventare re fino a quando suo padre non moriva. Questo principe voleva proprio diventare re e quindi andò da Nagarjuna chiedendogli per favore di morire. Nagarjuna disse che aveva accettato di morire, ma che aveva ottenuto un tipo di corpo che non poteva essere ucciso, un tipo di corpo senza morte. Questo principe usò ogni genere di arma e mezzi per cercare di uccidere Nagarjuna, ma non ci riuscì; nessuno di questi funzionava. Nagarjuna disse, “Dovresti smettere di fare questo, stai sprecando il tuo tempo. Non mi puoi uccidere in quel modo. C’è una certa azione che ho fatto in passato, in una vita specifica ero un tagliatore d’erba e una volta tagliai la testa di una formica mentre tagliavo l’erba. Il potenziale per questo è ancora presente e se prendi un filo d’erba e lo passi attraverso il mio collo, sarai in grado di uccidermi in questo modo”. Quindi il principe uscì, prese un filo d’erba e lo mise attorno al collo di Nagarjuna, e così fu in grado di tagliargli la testa con un filo d’erba. Questo perché c’era un potenziale specifico che Nagarjuna non aveva purificato, che non aveva ammesso apertamente e non aveva purificato dal suo continuum mentale.
Ciò significa che devi essere consapevole di ogni azione che hai fatto e di purificarla una ad una, o c’è uno stato che puoi raggiungere in cui tutte le tue azioni vengono purificate?
Il modo per gestire questa situazione è di considerare il fatto che la rinascita è qualcosa che non ha alcun inizio e, pertanto, non c’è una singola azione negativa che ciascun di noi non abbia fatto una volta o un’altra. Pertanto, quando ammettete gli sbagli che avete fatto in passato e vi purificate da essi, ciò che fate è pensare a ogni cosa assolutamente orribile, cattiva, che possa essere fatta, e ammettete di averle commesse tutte. Potete ragionare su questo in modo tale che diventi un processo razionale pensando a tutte le cose negative che avete fatto in questa vita, e considerando che se doveste ricordarvele tutte, sfornereste una lista incredibile di cose negative che avete fatto. Considerando che nelle vite precedenti avete agito in maniera simile, è ragionevole assumere che, siccome avete avuto rinascite da un tempo senza inizio, in un momento o in un altro, avete commesso qualunque azione distruttiva possibile. Dunque, quando vi purificate, ammettete di aver commesso ogni possibile azione negativa e immaginate vari nettari che fluiscono verso di voi dai Buddha e vi purificano mentre applicate le quattro forze opponenti.
La stessa cosa è vera in termini del gioire delle cose positive e costruttive che avete fatto in passato. Si basa anche sulla ragione, perché se pensate alla preziosa vita umana che avete ora e a tutte le opportunità, alleviamenti, e libertà che avete, questo deve provenire dall’aver compiuto una quantità enorme di cose positive nelle vite passate. Dunque, quando gioite di tutte le cose positive che avete fatto in passato, dovreste gioire in un modo molto vasto. Senza ombra di dubbio, avete anche fatto tantissime cose positive.
Atti non intenzionali
Posso fare una domanda? Ieri avevo capito che affinché un’azione sia completa, ha bisogno di essere compiuta intenzionalmente e non per sbaglio. Eppure, Nagarjuna uccise la formica per sbaglio. Quindi qual è il punto?
In quella vita passata, l’azione di tagliare la testa della formica in effetti fu intenzionale. Nel racconto non si dice che Nagarjuna aveva accidentalmente tagliato la testa della formica. Stava tagliando l’erba, vide questa formica e tagliò la sua testa.
Il processo del karma, del comportamento e dei suoi risultati, coinvolto nel pestare accidentalmente una formica non è quello di aver accumulato un potenziale pieno con tutte le sue ramificazioni, tale per cui rinascerete come una creatura infernale se in modo accidentale pestate una formica. Tuttavia, anche se non ci sono le conseguenze piene, ci sono tuttavia alcune conseguenze. Ad esempio, ci sarebbe la conseguenza che la stessa cosa potrà accadervi in un momento futuro. Le formiche, ad esempio, fanno esperienza di persone che le schiacciano; e quindi la stessa cosa vi accadrebbe come risultato del fatto che avete schiacciato una formica. In un momento quando sarete una formica, qualcuno vi pesterà.
Abbiamo bisogno di capire cosa significa dire che le conseguenze delle vostre azioni ritornano a voi. Pestare accidentalmente una formica non avrebbe come maturazione il rinascere in un inferno, o avere una vita breve e cose del genere, ma ci sarebbe qualche conseguenza. L’azione ritorna a voi in qualche forma. Ecco perché nei monasteri c’è la consuetudine di prendere i precetti della stagione estiva delle piogge di rimanere in ritiro. Per tre mesi durante il monsone indiano, i monaci e le monache devono rimanere entro i confini del terreno dei loro monasteri e conventi e non uscire fuori. La ragione per cui fu istituito questo [precetto] per i tre mesi del monsone in India era perché durante il monsone c’è una quantità enorme di insetti dovunque. Per evitare che i monaci e le monache schiacciassero gli insetti mentre camminavano per i loro giri di elemosina, il Buddha decretò che durante quel periodo avrebbero dovuto rimanere dentro i confini [del monastero] e dedicarsi principalmente alla meditazione.
Questo si riferisce alle tre sfere di attività di spiegazione e pratica, una lista di attività e pratiche che fu messa per iscritto per i monaci e le monache. La prima di queste è la sfera dell’abbandono delle cose e dell’ottenimento di stabilità mentale; la seconda è la sfera delle azioni tramite il lavoro; e la terza è la sfera del leggere e studiare mediante l’ascolto e la riflessione. Le pratiche del ritiro della stagione delle piogge rientrerebbero nella prima sfera, la sfera di abbandonare le azioni mediante l’ottenimento di stabilità mentale e la meditazione. Pertanto, i tre mesi del monsone, quando gli insetti sono più numerosi, è il momento di mettere in pratica questa sfera dell’abbandonare le cose tramite l’ottenimento di stabilità mentale.
La morte di un Buddha
A volte ho sentito dire che i grandi lama, come il Dalai Lama e Ling Rinpoche e anche il Buddha Shakyamuni quando morì, non sono soggetti al karma ma lo stanno solamente dimostrando. È così o è il caso che prendendo un corpo, anche se è per aiutare altri esseri, sono effettivamente soggetti all’effetto delle loro azioni che hanno compiuto in passato?
Stai ponendo la domanda dal punto di vista del sutra o del tantra?
Suppongo [dal punto di vista del] sutra.
Il Sutra della luce d’oro, il Suvarnaprabha Sutra, afferma che il Buddha non ha una morte finale o parinirvana e il Dharma non tramonta come il calare del sole. Tuttavia, quando il karma e i potenziali dei discepoli che saranno in grado di incontrare il Buddha si esauriscono, allora [i lama e il Buddha] dimostrano la morte. [Questo sutra] dice anche che sebbene il corpo di un Buddha non sia fatto di carne, ossa, e sangue, e pertanto non può produrre affatto delle reali reliquie fisiche, ciononostante, grazie al potere della fede dei discepoli, i Buddha dimostrano e creano queste reliquie per loro.
Se avete fede e convinzione rispettosa, allora vedrete l’apparenza di vari esseri illuminati, come il vedere la luna riflessa in un lago limpido. Ma se non avete la convinzione rispettosa e vi manca la fede, non li vedrete. Ad esempio, Sua Santità il Dalai Lama potrebbe sedersi su un trono e le persone potrebbero avvicinarsi per incontrarlo e ricevere le sue benedizioni, ma ci sono molti esempi di persone che semplicemente gli camminerebbero vicino senza nemmeno vederlo.
Ora, parlando dei Nirmanakaya – la parola in tibetano è tulku – ce ne sono tipologie differenti. C’è il tipo supremo del Nirmanakaya o Corpo di Emanazione, come ad esempio il Buddha Shakyamuni che appare nella forma piena completa dei 32 segni maggiori e degli 80 segni secondari. Ha dimostrato una maniera di morire secondo i modi in cui possiamo percepire e vedere le cose. Nel Sutra dell’eone fortunato, che descrive le storie di vita dei 1002 Buddha di questo eone fortunato, sono menzionati due modi differenti in cui i Buddha muoiono e cosa succede con i loro corpi. Alcuni, come il Buddha Shakyamuni, muoiono come lui morì a Kushinagar, e i loro corpi vengono cremati. Per altri, quando muoiono, i loro corpi vengono lasciati lì. Ciò non significa che il corpo fu necessariamente sepolto, ma potrebbe essere che sia stato lasciato in una caverna o su una montagna, e in quel modo fu lasciato rimanendo in quello stato.
Ci sono due modi di vedere l’evento della morte del Buddha Shakyamuni a Kushinagar. Uno è dal punto di vista degli shravaka, gli ascoltatori degli insegnamenti, e l’altro è dal punto di vista dei praticanti Mahayana dalla mente vasta. Gli ascoltatori, i praticanti Hinayana, interpretano una morte finale in cui non rimane nulla degli aggregati, proprio come una candela che si spegne. Il sistema Mahayana descrive quello che succede dopo la morte di un Buddha in modo piuttosto differente. Tuttavia, in entrambi i casi c’è una presentazione della morte del Buddha, un parinirvana. Nel Mahayana, dicono che il Buddha dimostra solamente la morte e non ha davvero una morte finale come quella del sistema Hinayana. Ma il modo in cui dimostra una morte è nella maniera ordinaria a cui siamo abituati.
Quando il Buddha stava ancora praticando sui sentieri, avendo ancora bisogno di addestrarsi, rinacque molte volte, e c’è una descrizione di 500 rinascite in forme pure e 500 rinascite in forme impure. Queste 500 rinascite impure erano in forme non umane, e una di loro fu una rinascita come una grandissima scimmia. A quel tempo, c’erano cacciatori che erano alla ricerca di tutti gli animali della foresta. Mentre tutti gli animali fuggivano dai cacciatori, questa grande scimmia, che era una vita precedente del Buddha, vide un ruscello. Mise i suoi piedi da un lato del ruscello allungandosi sopra il ruscello e mettendo le sue braccia sull’altro margine, formando un ponte in modo tale che i cervi e le altre creature della foresta potessero superare il ruscello e scappare dai cacciatori. Dopo che passarono tutti gli animali, la scimmia guardò indietro e vide che c’era ancora un cucciolo che stava ancora saltellando, e dunque aspettò fino a quando anche quest’ultimo animale non attraversò il ruscello. Tutto questo traffico di animali con zoccoli molto appuntiti, come i cervi e gli altri che correvano sopra di lui, avevano distrutto la schiena della scimmia, causando grandi danni. Il suo corpo era in uno stato terribile e non era più utile, e quindi si lasciò andare, cadde nel ruscello e morì.
In seguito, quando il Buddha rinacque come Shakyamuni, ebbe moltissimi discepoli che condusse a vari stati di realizzazione e conseguimento. Quando il Buddha stava per morire, notò che era rimasto un non buddhista che aveva ancora il karma di essere un suo discepolo e di ottenere realizzazioni. Così il Buddha benedisse la sua vita affinché potesse durare un mese in più per essere in grado di insegnare a quest’ultimo discepolo. Dopo questa estensione di un mese della sua vita, andò a Kushinagar e morì. La ragione era che quest’ultimo discepolo era quel cucciolo della foresta che era stato lasciato indietro dopo che tutti gli altri animali ebbero attraversato il ruscello, e che aveva ancora il karma di attraversare il ponte del Buddha, da scimmia. Quindi aveva ancora il karma di essere un discepolo del Buddha e questa storia proveniva da quell’evento.
I corpi di un Buddha
Questo tipo di Corpo di Emanazione o Nirmanakaya di un Buddha si chiama un Nirmanakaya Supremo, uno che ha 32 segni eccellenti principali e 80 caratteristiche esemplari minori, come il Buddha Shakyamuni. Se abbiamo accumulato i potenziali per incontrare un tale Corpo di Suprema Emanazione di un Buddha, allora persino come un essere ordinario saremo in grado di incontrare una figura del genere; ma in caso contrario, non saremo in grado di incontrarla. Quanto ai Sambhogakaya o Corpi di un Buddha che Fanno Pieno Uso del Mahayana, questi dimorano nel regno di Wo-min, o Akanishta, il regno in cui nulla è più elevato, e questi possono essere visti solo da arya bodhisattva. Gli arya bodhisattva sono esseri dedicati che hanno realmente conosciuto la vacuità in maniera non concettuale tramite la cognizione diretta. A parte questi arya bodhisattva, nessun altro è in grado di vedere i Sambhogakaya. Quanto ai Dharmakaya, i Corpi del Buddha che Racchiudono Tutto, fatta eccezione per i Buddha stessi, nessun altro essere, nemmeno gli arya bodhisattva, possono veramente percepirli.
Tra i vari tipi di Corpi di un Buddha, noi come esseri ordinari non possiamo vedere un Dharmakaya, non possiamo vedere un Sambhogakaya, un Corpo di Pieno Uso, e la gran parte di noi non può vedere nemmeno un Corpo di Emanazione Suprema, un Nirmanakaya Supremo. Tuttavia, ci sono tre tipologie di Nirmanakaya, c’è:
- Un Corpo di Emanazione Suprema
- Un Corpo di Emanazione come un Artista
- Un Corpo di Emanazione come un Personaggio.
Esseri ordinari come noi hanno la capacità di vedere un Corpo di Emanazione, un Nirmanakaya, come un artista o come un personaggio comune. Esempi di Nirmanakaya o Corpi di Emanazione che sono personaggi, coloro che effettivamente sono nati, sarebbero il precettore senior, Yongdzin Ling Rinpoche, e Sua Santità il Dalai Lama.
Riguardo al Sangha, la parola sanscrita ha la connotazione di “comunità suprema” e il tibetano ha la connotazione di “intenzione” e “obiettivo positivo”. Dunque, mettendo questi insieme come “la comunità suprema intenzionata a un obiettivo positivo” o “comunità d’intenti” si trasmette l’intero significato sia del tibetano che del sanscrito.
È utile, particolarmente nelle cerimonie in cui prendete i voti Mahayana, fare le recitazioni sia in tibetano che in inglese, e adottare una terminologia nelle traduzioni che effettivamente trasmetta le connotazioni delle parole originali, invece di avere semplicemente delle parole comunemente utilizzate che avete ereditato da traduttori precedenti.
C’è una storia che mostra un esempio di un Corpo di Emanazione come un Artista o un artigiano. Una volta c’era un re dei gandharva. I gandharva sono i musicisti celestiali; il loro nome letteralmente significa “coloro che si sostengono con le fragranze”. Questo re dei musicisti celestiali era estremamente orgoglioso e arrogante per essere un suonatore davvero eccezionale del vina, uno strumento a corde indiano. Per domare questo re orgoglioso, il Buddha si manifestò come un artigiano, questa volta come un musicista. Fu organizzata una competizione musicale sul vina, che ha mille corde. Ad ogni giro tagliavano alcune corde e continuavano a suonare con sempre meno corde, fino a quando arrivarono ad una corda sola. Il re fu ancora in grado di tenere il passo con il Buddha, ma poi il Buddha tagliò l’ultima corda e continuò a suonare della musica stupenda senza nessuna corda, e il re dovette accettare la sconfitta. In questo modo, il Buddha riuscì ad umiliare il suo orgoglio e alla fine lo aiutò a domare la sua mente. Questo è un esempio di un Corpo di Emanazione come un Artista.
Gli effettivi Corpi della Forma che possiamo incontrare prima di diventare dei Buddha noi stessi sarebbero allora il Corpo di Emanazione Suprema, il Corpo di Emanazione come un Artista, il Corpo di Emanazione come un personaggio – questi sono i vari Nirmanakaya – e anche il Sambhogakaya o Corpo di Pieno Uso. Tra questi Corpi della Forma, un Corpo che Fa Pieno Uso, o un Sambhogakaya, è uno che non muore mai. Mentre i vari Corpi di emanazione, i Nirmanakaya – quello supremo, l’artista o il personaggio – sono quelli in cui un Buddha dimostra la morte.
Dunque, com’era sorta la domanda, in quale punto del discorso? Qual era l’occasione?
Penso che stessi parlando dei quattro poteri opponenti e che possiamo purificare le azioni. Dopo di questo, c’era la storia dell’arhat che ancora doveva patire il risultato delle sue azioni.
La domanda era sorta da questa storia di Nagarjuna, in cui Nagarjuna disse, “L’unico modo in cui puoi uccidermi è perché ho questo potenziale karmico che mi è rimasto e che non avevo ammesso apertamente. Non mi ero purificato per l’uccisione di questa formica, e pertanto l’unico modo che hai per uccidermi è di togliermi la vita nello stesso modo in cui avevo ucciso la formica”. La domanda allora è, parlando dei Buddha, quando i Buddha dimostrano la morte, è un caso simile? Si basa su un potenziale karmico che non avevano purificato?
I Buddha spiegano che è così ma, in realtà, stanno solamente dimostrando le leggi del comportamento e dei suoi risultati. I Buddha si sono purificati da tutti i potenziali negativi, e quindi non c’è alcuna ragione per loro di dover sperimentare i risultati di qualunque azione negativa che possano aver compiuto in passato. Tuttavia, per dimostrare la certezza delle leggi del karma, a volte dimostrano che gli accadono cose differenti, sebbene sia solo una dimostrazione che creano per insegnare una lezione specifica.
Altri esempi riguardanti il fatto che se avete commesso una certa azione, ne sperimenterete il risultato
C’è il resoconto storico del Buddha che una volta si prese una spina nel piede. Le persone chiesero, “Qual è la ragione per cui hai preso questa spina?”. Lui rispose: “In una vita passata ero il capitano di una nave mercantile carica di cinquecento mercanti. La nave era salpata per recuperare dei tesori dagli abissi e, tornando alla riva, era piena di gioielli e varie ricchezze.
“C’era un criminale a bordo che si chiamava Minag Dungdung, che voleva appropriarsi della nave, uccidere tutti, e rubare il tesoro. A quel tempo capii che se non si fosse fatto nulla per fermare questo criminale, avrebbe ucciso tutti. Quindi a quel tempo scambiai me stesso con gli altri e, invece di lasciare che questo criminale accumulasse l’enorme potenziale negativo di uccidere tutti, facendo soffrire tutti questi mercanti che sarebbero stati uccisi da lui, presi tutte le conseguenze della sofferenza su me stesso uccidendolo e impedendogli di compiere questo atto. Quindi a quel tempo quando lo uccisi, lo feci con la piena consapevolezza di accettare tutti i risultati disastrosi che sarebbero derivati dalla mia azione. Questa spina nel piede che ho è il risultato di questo”.
Ovviamente, il Buddha si era purificato da questo karma negativo, ma poi si concesse di prendere questa spina per insegnare una lezione ai suoi discepoli. Dunque, ci sono esempi del genere, anche con i Buddha. Questi sono esempi del fatto che, se avete commesso una certa azione, ne sperimenterete i risultati, e se non l’avete commessa, invece no.
Un altro esempio che avevo tralasciato era quello di Devadatta che colpì o cercò di colpire il Buddha; anche questo può insegnare alle persone lo stesso tipo di lezione sul karma.
Altri esempi riguardanti il fatto che se avete commesso una certa azione, non sarà invano
Ma c’è ancora un altro tipo differente di esempio. Molto tempo fa c’erano sedici ladri che rubarono una mucca e la portarono da una signora in paese che aveva una locanda. Poi macellarono la mucca e se la mangiarono. Al tempo del Buddha, c’era la moglie di un ministro che aveva sedici figli. Questi sedici figli erano estremamente abili, istruiti, e intelligenti, e il re mostrava molte preferenze per loro. A quel tempo, la mucca che era stata rubata in quella vita precedente rinacque come un altro ministro dello stesso re, e questi non gradiva affatto questi figli. In un’occasione, questi sedici figli, che erano dei giovani piuttosto atletici e indisciplinati, stavano attraversando un ponte e giravano con i loro cavalli sul ponte, spingendosi a vicenda e azzuffandosi. L’altro ministro che era stato la mucca allora disse al re, “A voi piacciono quei ragazzi laggiù, ma davvero non sono nulla di buono e fingono semplicemente di essere molto gentili e innocenti alla vostra presenza”.
Un giorno questo altro ministro diede a ciascuno dei sedici figli una canna vuota fatta da una sorta di cristallo, la quale nascondeva dentro un coltello affilato. Dall’esterno non si poteva vedere che c’era un coltello nascosto dentro, e semplicemente sembravano dei meravigliosi bastoni di cristallo. Allora il ministro andò dal re e disse, “Voi pensate che questi ragazzi siano così belli e innocenti ma, in realtà, un giorno verranno qui con delle canne di cristallo dove avranno nascosto delle armi, e vi uccideranno”. Il re vide i ragazzi che giocavano fuori con queste canne e, anche se non aveva creduto al ministro, chiese ad uno di loro di portargliene una e di romperla per vedere cosa c’era dentro.
Ora il Buddha, che era consapevole di questo orribile tranello, andò di notte alla casa della madre dei ragazzi per darle un insegnamento, e lei raggiunse la cognizione nuda della realtà, della vacuità, ottenendo lo stato di un essere liberato, un arhat. Alla corte, il re si fece rompere una di queste canne e vide che in effetti conteneva un’arma nascosta. Si infuriò moltissimo con i ragazzi e senza nessun processo o ulteriore indagine, fece tagliare a tutti la loro testa, mettendole in una grande scatola che inviò alla casa della madre. Ma, come ho spiegato, la madre era stata visitata durante la notte dal Buddha e aveva ottenuto la nuda cognizione non concettuale della realtà e quindi, quando aprì la scatola contenente le teste dei sedici figli, fu in grado di rimanere calma senza agitarsi.
In questa storia, i sedici figli erano i sedici ladri della mucca di questa vita precedente, e la madre era la proprietaria della locanda, la signora che aveva aiutato a preparare il pasto e che aveva servito la mucca ai ladri. Questo mostra come, se avete compiuto certe azioni in passato, il loro potenziale karmico che si è accumulato non si perderà ma, in effetti, maturerà.
Ulteriori esempi della maturazione del karma
Al tempo del Buddha, c’era un mercante di legno che fece un’offerta di monete d’oro al Buddha e alla comunità del Sangha. Come risultato, questa persona rinacque con degli orecchini d’oro. Ci fu anche un’altra persona che fece un’offerta di oro al Buddha e quando questa persona rinacque, ogni volta che chiudeva ed apriva le mani, cadeva una moneta d’oro.
In un altro posto, qualcuno stava costruendo un enorme stupa, un monumento che ospita reliquie, e c’era un lavoratore che si lamentava sempre di tutto il lavoro necessario: “Ma perché mai state costruendo una mostruosità così enorme? C’è troppo lavoro!”. Si lamentava di continuo. Quindi continuava a lamentarsi che era troppo grande e che era una mostruosità, ma infine fu completato. Quando vide il monumento finito ne gioì e pensò che dopotutto ne valeva la pena. Usò il suo stipendio per comprare una campana d’oro che poi offrì e fu posta in cima allo stupa. Come risultato, rinacque al tempo del Buddha Shakyamuni come un monaco che fu chiamato “colui dalla voce dolce” per via della sua voce estremamente dolce. Il suo corpo, tuttavia, era assolutamente mostruoso, un completo disastro. Era un nano molto deformato e chiunque lo vedeva ne era rivoltato e nauseato. Ma la sua voce era così dolce che chiunque lo incontrava si fermava per ascoltarlo. Persino gli animali alzavano le loro orecchie quando cantava.
Un ricco mecenate una volta venne a trovare il Buddha e sentì questa voce bellissima che cantava. Disse, “Vorrei davvero incontrare il monaco che sta cantando così”. Il Buddha disse, “No, meglio di no, sarebbe molto meglio se non lo vedessi”. Ma il mecenate insisteva di voler vedere questo monaco e, quando lo vide, ne fu totalmente nauseato. Chiese quale fosse la causa di questo e il Buddha spiegò che, in una vita precedente, il monaco aveva lavorato a questo stupa e continuava a lamentarsi che lo stupa era una mostruosità, e che non dovevano costruirlo così grande. Come risultato, rinacque come un nano molto piccolo e deformato, una mostruosità. Ma siccome al termine della costruzione aveva offerto una campana allo stupa, come risultato aveva una voce bellissima.
C’è un’altra storia di una terra in cui c’erano sette regine che andarono a fare un picnic con la loro domestica. Durante il picnic, vollero creare un falò e c’era un cespuglio contenente il nido di un fagiano. Mentre la domestica andò a prendere dell’acqua, le sette regine accesero un fuoco da questo cespuglio e il fagiano morì bruciato vivo. Queste regine rinacquero al tempo del Buddha, diventarono tutte delle monache raggiungendo tutte lo stato di arhat, di un essere liberato. Come esseri liberati, avevano tutte dei poteri miracolosi, erano in grado di volare e potevano far uscire vari elementi dal loro corpo, come il fuoco e l’acqua, eccetera. La domestica rinacque anche a quel tempo e si trovava pure in questo gruppo di monache, ma non aveva raggiunto lo stato di un arhat liberato.
Un giorno, quando erano tutte insieme, la casa prese fuoco e, sebbene le sette monache che avevano raggiunto la liberazione avessero il potere miracoloso di poter volare nell’aria, non furono in grado di usarlo e morirono tutte bruciate vive. Questo è, nuovamente, un esempio che se avete accumulato un certo potenziale karmico, allora dovrete sperimentarne i risultati, perché non andrà sprecato. Di nuovo, in questo esempio, non avevano apertamente ammesso il loro sbaglio e non si erano purificate dal potenziale che avevano accumulato. La domestica, che non era stata coinvolta in questo atto di bruciare il cespuglio con il fagiano dentro, fu anche coinvolta nell’incendio, ma fu in grado di scappare strisciando fuori da una fognatura della casa. Questo esempio mostra inoltre che quando non avete accumulato un certo potenziale, non dovrete sperimentarne il risultato.
Sviluppare una fiducia sicura negli insegnamenti sul karma
Tutti i sottili dettagli intricati ed esatti delle leggi del comportamento e dei suoi risultati sono qualcosa di cui solo un Buddha pienamente illuminato può essere totalmente consapevole. È molto importante studiare queste leggi e studiare questi argomenti. I testi che le spiegano si trovano nelle parole tradotte del Buddha, il Kangyur, in molti dei suoi volumi e specialmente nel Sutra del saggio e dello stupido. Tutti questi parlano del karma e dovreste provare a studiarli.
Quanto alla presentazione effettiva del comportamento e dei suoi risultati, il fatto di rinascere nei regni inferiori e cose del genere sono cose che non possiamo vedere con la semplice percezione, con i nostri occhi. L’unico modo per convincersi di questo consiste nell’affidarsi all’autorità scritturale del Buddha, affidarsi alla parola del Buddha. Come sviluppiamo realmente la fiducia sicura che ciò che il Buddha disse riguardo al karma e queste cose sia corretto? Accettarlo semplicemente perché il Buddha è un essere molto prezioso e sacro è qualcosa che non va bene per tutti, e non è una ragione molto stabile e costante per credere in ciò che disse il Buddha, perché è molto probabile che infine potreste pensare che il Buddha in un certo senso si sia inventato tutto.
Come sviluppiamo una fiducia sicura in ciò che disse il Buddha riguardo al karma e queste leggi? Beh, consideriamo tutte le cose che il Buddha disse riguardo alla vacuità, riguardo alla realtà. Il Buddha offrì molte ragioni logiche per stabilire come non ci sono cose come tutti questi vari modi impossibili e fantastici di esistere. Se usiamo la forza del nostro ragionamento seguendo la logica di questi punti, allora anche noi ci convinceremo che ciò che il Buddha disse riguardo la realtà era vero. In maniera simile, il Buddha offrì ogni genere di metodi per poter ottenere uno stato mentale calmo e posato, per sviluppare lo shamatha, la quiescenza mentale, e se li pratichiamo, in effetti saremo in grado di raggiungere uno stato mentale calmo e posato. Quando avete provato tutto questo a voi stessi, allora svilupperete la fiducia sicura che ciò che il Buddha disse era vero e, pertanto, per estensione, acquisirete una fiducia sicura in ciò che disse il Buddha riguardo le leggi del comportamento e dei suoi risultati.
Tutto questo è nato dalla discussione delle dieci azioni distruttive e costruttive. Queste sono cose molto importanti da sapere e da mettere in pratica.