Mahamudra: diverse presentazioni della vacuità

La visione della vacuità nei quattro sistemi filosofici buddhisti

I maestri delle diverse tradizioni - Nyingma, Kagyu, Sakya e Gelug - hanno discusso e presentato vari metodi per riconoscere la natura della mente e, se si giunge davvero all’essenza di ciò di cui tutti parlano, si arriva al punto in cui la natura della mente è vacuità. In altre parole, per natura c'è una totale assenza di esistenza trovabile, che è un modo di esistere fantasioso e impossibile e, quindi, è necessario acquisire la consapevolezza discriminante che comprende che non esiste un'esistenza rintracciabile.

In generale vi sono molte prospettive diverse per presentare questi modi fantasiosi e impossibili – la vacuità. Tutte le quattro scuole filosofiche buddhiste affermano l'assenza di modi di esistenza impossibili tuttavia, sebbene tutti affermino una qualche forma di vacuità, è solo nelle scuole più sofisticate, Chittamatra e Madhyamaka, che si afferma un'assenza di modi di esistere immaginati e impossibili rispetto ai fenomeni in generale a differenza delle scuole inferiori.

Sebbene la scuola Chittamatra affermi che esiste, rispetto ai fenomeni, un certo tipo di modo di esistere impossibile e fantasioso, afferma comunque che le cose esistono veramente e senza designazioni. Il ramo Svatantrika dei Madhyamika afferma che uno di questi modi è che le cose esistono veramente e senza imputazioni; dicono che questo è impossibile, che nulla esiste in tal modo. Affermano altresì che le cose esistono intrinsecamente e sono trovabili, quindi affermano l'esistenza trovabile ma confutano l'esistenza non designata. Quando nella scuola Prasangika si afferma l’assenza di modi di esistenza impossibili, si sostiene che anche l’esistenza intrinseca e trovabile è un modo di esistere fantasioso che non esiste. Vi è solo la vacuità di ciò, una totale assenza di esso. Ma Svatantrika e Prasangika sono entrambe scuole Madhyamika nel senso che entrambe condividono l'affermazione che non esiste la vera esistenza non designata: entrambe affermano che questo è un modo d’esistenza fantasioso e impossibile e che ne esiste una totale assenza.

Potrebbe spiegare il termine"non designato"?

Lo farò, ma prima è necessario stabilire le basi e la struttura della discussione.

Sebbene i due tipi di scuole Madhyamika, Svatantrika e Prasangika, concordino sul fatto che non esiste la vera esistenza non designata, tutte le scuole inferiori da quella Chittamatra in giù dicono che esiste, che non è un modo d’esistenza impossibile e fantasioso e che le cose effettivamente esistono veramente e senza designazione. Pertanto, le scuole Chittamatra e inferiori sono conosciute come le scuole che asseriscono i veri fenomeni, in quanto sono tutte d'accordo sul fatto che le cose esistono veramente e senza imputazioni. Ma anche se tutte queste scuole inferiori e meno sofisticate affermano la vera esistenza non imputata, sono abbastanza diversi il modo in cui l’affermano e la comprendono.

Bisogna capire come ciascuna scuola asserisce la vera esistenza delle cose a livello convenzionale –o relativo - e ultimo. La scuola Vaibhashika, che sostiene una visione più grossolana, direbbe che le cose vere a livello relativo sono cose che, una volta rotte, non possono essere considerate dalla mente che le percepisce come quelle che erano originariamente. Lo ripeto, se quando distruggi un oggetto la mente non riesce più ad afferrarlo nel modo in cui era originariamente, allora quella cosa è solo un fenomeno relativamente vero. Ad esempio, se rompessimo questo bicchiere, si frantumerebbe in tanti piccoli pezzi e la mente non percepirebbe più il bicchiere, perché non può più percepirlo come bicchiere. Se strappassi un pezzo di stoffa la mente non potrebbe più vederlo come il tessuto che era originariamente ma ne vedrebbe solo i filamenti. Queste sono tutte cose relativamente vere che, se rotte o fatte a pezzi, non possono più essere percepite dalla mente come erano in origine.

Le cose che non sono così sono vere a livello definitivo; ad esempio se pensi alla forma in generale, quando smonti una forma, i pezzi sono ancora forme. Non importa quanto li si scomponga, la mente le vedrà comunque come forme, proprio come le vedeva originariamente come forma. La stessa cosa, ad esempio, con le sensazioni in generale: non importa quanto le si analizzi, anche nei loro momenti più brevi, sono sempre sensazioni e la mente le sperimenta sempre come tali. Queste sono cose vere a livello definitivo secondo la scuola Vaibhasika, mentre le cose vere a livello relativo sono per esempio il vetro o il pezzo di stoffa che, quando distrutti, non sono più visti dalla mente nella stessa categoria di prima.

La visione della scuola Sautrantika è più sofisticata: si afferma che i regolari fenomeni impermanenti, o fenomeni mutevoli e non statici, sono fenomeni oggettivamente reali e sono detti essere fenomeni veri a livello ultimo; queste cose oggettive che cambiano continuamente sono il vero livello ultimo della realtà. Ciò che è relativamente o convenzionalmente reale sono le entità metafisiche o le astrazioni statiche. In altre parole, quando si pensa a cose astratte in generale o a qualcosa nel regno metafisico, tutte queste sono vere solo relativamente o convenzionalmente; mentre le cose oggettive e concrete sono in definitiva vere. Quindi questa posizione è il livello di sofisticazione superiore della scuola Sautrantika.

La scuola Chittamatra, la scuola della ‘Solo mente,’ ha un ulteriore livello di sofisticazione: divide i fenomeni in tre categorie. Innanzitutto ci sono fenomeni potenziati da altro o dipendenti, che sono influenzati da altre forze. Quindi queste sono le cose impermanenti, non statiche e mutevoli. Poi ci sono i fenomeni completamente stabiliti, che si riferiscono alla vacuità stessa. Infine, ci sono i fenomeni totalmente immaginari, che sono tutte le altre astrazioni statiche che sono totalmente immaginarie. Quindi ci sono fenomeni potenziati da altro che sono cose che cambiano, fenomeni completamente stabiliti che si riferiscono alla vacuità, e fenomeni totalmente immaginari o totalmente concettuali che sono tutte le altre astrazioni statiche. Secondo questa scuola, tutti i fenomeni dipendenti e completamente stabiliti esistono veramente e senza designazioni e, quindi, sono in definitiva reali, sono cioè il livello ultimo di verità, i veri fenomeni ultimi. Mentre i fenomeni totalmente concettuali mancano di vera esistenza non designata, cioè esistono solo per imputazione, sono totalmente concettuali, sono solo una designazione mentale e, quindi, queste non sono cose vere a livello definitivo. Non sono la realtà ultima ma sono solo verità relative.

È più sicuro dire che questo è il modo in cui lo affermano. Poiché ci sono molte suddivisioni all'interno di Chittamatra è meglio limtarsi all'affermazione secondo cui i fenomeni dipendenti e completamente stabiliti hanno una vera esistenza non designata, mentre i fenomeni totalmente concettuali sono privi di una vera esistenza non designata, sono solo concettuali e imputati. Se poi si vuole creare l’equivalenza per cui i primi sono veri fenomeni a livello definitivo e gli altri sono solo convenzionalità, o relativamente veri, allora diventa piuttosto complicato, perché alcune sotto-scuole affermano questo punto in modo diverso. Quindi questa è solo un’affermazione generale in termini di quest'ultimo livello di equivalenza, mentre la prima affermazione copre tutte le suddivisioni.

Il motivo per cui i Cittamatrin affermano che i fenomeni dipendenti hanno vera esistenza non designata è che questi nascono da cause e circostanze e, poiché sorgono effettivamente, non sono mere imputazioni mentali, ma veri fenomeni non imputati. Questa è la ragione per cui i fenomeni dipendenti esistono veramente e senza designaazioni. Il motivo per cui fenomeni completamente stabiliti, la vacuità, hanno un'esistenza vera e non imputata è perché sono ciò che è percepito da un essere altamente realizzato, un arya, in uno stato di totale assorbimento. Quando un arya si trova in tale stato o concentrazione univoca, percepisce la vacuità, la totale assenza di modi di esistere immaginari e impossibili. Poiché questa è un oggetto che per quella coscienza è vero, non è solo qualcosa che viene imputato. E' un fenomeno vero e non designato: questo è il motivo per cui affermano ciò.

Se ci si vuole addentrare qui un po' nella complicazione, le ragioni che sono state appena esposte ovvero che i fenomeni dipendenti esistono veramente e senza designazione perché sorgono da cause e circostanze, che i fenomeni completamente stabiliti esistono veramente e senza designazione perché sono percepiti dal totale assorbimento di un essere realizzato – queste sono spiegazioni nella prospettiva del dire che queste cose esistono come qualcosa; è un'affermazione positiva. Tuttavia in altri testi si trovano descrizioni di questi dal punto di vista opposto in cui si dice che, poiché i fenomeni dipendenti non nascono da se stessi, ma piuttosto sulla base d’altro, o sulla base di cause e condizioni, non sono quindi cose vere di per sé. Ecco un'affermazione negativa in termini del loro essere verità o meno; qui si parla da un punto di vista completamente diverso. Si afferma che i fenomeni non sono veri di per sé, nel senso che provengono da altre cose, non sorgono da soli. Inoltre, poiché i fenomeni completamente stabiliti sono vacuità e la vacuità non è stabilita come natura concreta di alcunchè perché non è qualcosa di concreto, quindi, esiste anche un'affermazione negativa rispetto alla vacuità, che dice che non è un vero nulla concreto.

In testi diversi si incontrano diversi tipi di affermazioni su questi diversi tipi di fenomeni; non dovreste lasciarvi confondere, perché parlano da diversi punti di vista e sottolineano aspetti diversi nella discussione. Ecco perché è una questione molto complicata nella scuola della Sola mente, la scuola Chittamatra.

Nella scuola Svatantrika di Madhyamika, che è il livello successivo, la vera esistenza non imputata viene definita con una serie di aspetti negativi nella frase, quindi non avremo un italiano scorrevole e semplice. Dice che qualcosa che esiste veramente e senza designazione non sorge per una mente che non è influenzata o intatta. Ora analizziamo perché non è chiaro in italiano. C’è un tipo di mente che può essere influenzata da diversi difetti, come vedere le cose di colore giallo a causa dell'itterizia e altri tipi di difetti. Bisogna che le cose sorgano per una mente che non sia influenzata da alcun difetto, una mente intatta. I Madhyamika-Svatantrika affermano che ciò che non sorge per una mente non influenzata è qualcosa che esiste veramente e senza designazioni.

Purtroppo è espresso così, con circa due o tre negazioni nella frase e se dovessi spiegarlo in senso positivo non soddisferebbe la definizione, quindi va detto così. In questo modo dicono che non esiste un'esistenza non designata perché queste cose non possonno sorgere per una mente non affetta da difetti. Pertanto tali cose non esistono affatto, sebbene esistano in modo reperibile e intrinseco.

Dicono non si verifica rispetto ad una mente difettosa, se lo esprimiamo così eliminiamo almeno una negazione nella frase. Le cose che non sorgono a una mente non difettosa sarebbero la vera esistenza non imputata, esisterebbero veramente e senza imputazioni. Solo affermano che non sorgono per una mente non difettosa, ma non vanno oltre dicendo che anche le cose intrinsecamente riscontrabili non sorgono per una mente non difettosa. Questo conduce al passo successivo di sofisticazione fino ai Prasangika che lo affermarono.

Nella scuola Svatantrika si dice che nulla può esistere veramente e senza imputazione, che c'è una totale assenza, o vacuità, di ciò. I Prasangika sono d’accordo ma fanno un ulteriore passo avanti e confutano più degli Svatantrika. Gli Svatantrika, come appena detto, asseriscono che nulla esiste veramente e senza designazione, tuttavia dicono che tutto è trovabile anche se non esiste veramente e senza designazione. I Prasangika affermano che, oltre a non esistere veramente e senza designazione, non esistono nemmeno intrinsecamente nè sono trovabili. Quindi c'è una totale assenza di quel tipo di esistenza ed è ciò che asseriscono come vacuità rispetto sia alle persone sia a qualsiasi fenomeno. Affermano che le persone non hanno alcuna identità intrinseca e rintracciabile e, allo stesso modo, anche tutti i fenomeni ne sono privi: nulla ha un’identità intrinsecamente rintracciabile.

Se qualcosa dovesse esistere veramente e senza designazioni per i Prasangika, esisterebbe anche intrinsecamente e sarebbe trovabile. Pertanto, affermando che le cose sono prive di vera esistenza non imputata, intendono che mancano anche di esistenza intrinseca trovabile. Chiedevi cosa significa vera esistenza non imputata, ebbene, per i Prasangika significa non solo esistenza vera e non imputata in generale nel modo in cui la accettano gli Svatantrika, ma anche intrinsecamente trovabile. Come puoi vedere, l’accezione del termine è diversa dagli Svatantrika perché includono nel termine "vera esistenza non imputata" l’implicazione di ciò, ovvero che se qualcosa esistesse veramente e in modo non designato, allora dovrebbe essere anche trovabile. Questo risponde alla tua domanda?

Cosa significa designare?

Designare: la mente nomina qualcosa. Ad esempio, hai questa raccolta di pezzi di carta e linee nere e vi attribuisci, o etichetti su di essa, la parola "libro", "è un libro". "Imputare" è un'azione della mente che chiama qualcosa "qualcosa".

Non ho capito bene se la scuola Chittamatra afferma che i fenomeni totalmente concettuali esistono intrinsecamente per loro stessa creazione e non attraverso cause e condizioni?

Stai confondendo due cose che si escludono a vicenda. Le cose possono essere inesistenti oppure esistenti. Se esistono, allora sono statiche o non statiche, talora si usa la traduzione permanenti o impermanenti che però è fuorviante - quindi statico o non statico. Ora, all'interno di queste due categorie, statiche e non statiche, i fenomeni dipendenti sono tutti non statici, sono tutti fenomeni mutevoli. I fenomeni totalmente stabiliti sono statici e sono vacuità; la vacuità è un'astrazione statica. I fenomeni totalmente concettuali sono tutti quei fenomeni statici diversi dalla vacuità; quindi i fenomeni totalmente stabiliti e totalmente concettuali rientrano entrambi in questa categoria: sono statici e incondizionati; non sono influenzati da cause e circostanze.

All'interno di questo schema di divisioni affermano in primis che tutte le cose esistenti hanno un'esistenza intrinseca e trovabile; se qualcosa è totalmente inesistente, allora non ha un'esistenza intrinseca trovabile. Quindi, sia i fenomeni statici che quelli non statici hanno un'esistenza intrinseca e trovabile; esistono, si possono trovare, si possono indicare. I fenomeni dipendenti e i fenomeni completamente stabiliti – fenomeni mutevoli non statici e vacuità statiche – hanno una vera esistenza non designata mentre i fenomeni statici totalmente concettuali ne sono privi. Sono solo designati, quindi tutti i fenomeni totalmente concettuali mancano di vera esistenza non designata.

La categoria dei fenomeni totalmente concettuali si divide in due: i fenomeni totalmente concettuali esistenti e non esistenti. Quelli esistenti sono intrinsecamente trovabili, ma non sono realmente esistenti e non designati. Invece i fenomeni totalmente concettuali che sono totalmente inesistenti non sono affatto trovabili perché non esistono. È chiaro?

Se vuoi aggiungere un’ulteriore complicazione allora puoi chiedere “Cosa intendono per vacuità e cosa intendono per totalmente concettuali che non esistono?” Nel sistema Chittamatra ci sono due tipi di vacuità o modi di esistere fantasiosi e impossibili che non esistono affatto. Il primo è qualcosa che può essere stabilito da una percezione sensoriale non concettuale e cioè la vacuità dei fenomeni dipendenti. Secondo la scuola Chittamatra la coscienza che conosce gli oggetti e gli oggetti conosciuti da quella provengono dalla stessa origine, cioè provengono entrambi dallo stesso seme o tendenza. È il seme karmico sia per l'oggetto sia per la coscienza di quell'oggetto nello stesso momento della cognizione. Immaginare che non provengano dalla stessa origine è un modo di esistenza fantasioso e impossibile, e i fenomeni non statici, i fenomeni mutevoli, sono totalmente privi di tale esistenza.

Fenomeni non statici?

Cose che cambiano: l'oggetto e la coscienza di quello sono privi di esistenza, in quanto non provengono dalla stessa origine immediata, pertanto diventa complicato. Questo è un tipo di vacuità che è un fenomeno completamente stabilito ed è trovabile.

La vacuità è qualcosa che confuta qualcosa, e dovrebbe confutare qualcosa che è un modo di esistere immaginario, fantasioso e impossibile. Un modo immaginario e fantasoso sarebbe se provenissero da diverse origini immediate e questo sarebbe un esempio di un fenomeno totalmente concettuale che non esiste affatto.

Perché in realtà provengono dalla stessa origine?

Sì, perché in realtà provengono dalla stessa origine. Quindi l’esistere come provenienti da diverse origini non solo sarebbe totalmente immaginario, totalmente concettuale, ma non esiste affatto e quindi quello sarebbe un esempio di fenomeno totalmente concettuale inesistente, a cui manca sia la vera esistenza sia un’esistenza intrinseca e trovabile.

Questo primo tipo di vacuità affermato nel sistema Chittamatra che abbiamo appena descritto, è la visione che si basa sulla percezione sensoriale non concettuale; si può vedere che l'oggetto e la coscienza di quell'oggetto provengono dalla stessa origine e non da origini diverse. Questo è il primo tipo di vacuità.

Il secondo tipo di vacuità è descritto in termini di visione della realtà che si basa sulla cognizione concettuale, o in termini di coscienza mentale concettuale, perché la percezione sensoriale è non concettuale. Quindi il primo si riferisce alle percezioni sensoriali delle cose, della coscienza e dell'oggetto percepito, entrambi privi di origini immediate diverse. Il secondo si riferisce alla coscienza mentale concettuale in termini di varie forme e nomi delle cose.

Per quanto riguarda i nomi delle cose, diciamo che chiamiamo questo luogo “centro Milarepa” o “sala di meditazione”. Ci sono le parole, “sala di meditazione”, e c'è ciò a cui si riferiscono, vale a dire la base su cui si appongono le parole “sala di meditazione” e che viene chiamata con quelle parole, con quel nome. Ora, quella base o fondamento è privo di esistenza vera e non designata. In altre parole, se la base per chiamare qualcosa con un nome esistesse veramente e senza designazione, allora quando si chiama questo edificio “sala di meditazione”, “edificio” e “fienile”, questi tre nomi si riferirebbero a tre cose diverse. Se ci fossero due persone chiamate John, allora il nome John in entrambi i casi dovrebbe riferirsi alla stessa persona, lo stesso nome non potrebbe riferirsi a due persone diverse.

Il fatto che si possano avere tre nomi per questo edificio e che si riferiscano tutti alla stessa cosa, e il fatto che si possano avere due persone chiamate con lo stesso nome che non si riferisce alla stessa persona ma a persone diverse, significa che le cose a cui si riferiscono i nomi non esistono veramente e senza designazione. Questo è il secondo tipo di vacuità, la vacuità dei nome delle cose, o la vacuità della cognizione mentale concettuale. La base per i nomi delle cose veramente esistenti e senza designazione sarebbe un fenomeno totalmente concettuale che non esiste affatto.

Dr. Berzin: Rinpoche sta ridendo perché mentre traducevo la sua spiegazione, voi tutti annuivate con la testa come se aveste davvero capito di cosa stava parlando. [risata]
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