Mahamudra: meditazione sulla natura convenzionale della mente

Mahamudra nei sutra e nei tantra 

Esistono varie tradizioni di mahamudra: c'è la tradizione del sutra e quella del tantra. Le tradizioni dei sutra spiegano vari metodi per meditare sulla vacuità, l'assenza di tutti i modi di esistenza immaginari e impossibili. La tradizione tantrica comprende le meditazioni sulla chiara luce. "Il primo" nel testo si rifererisce ai modi di meditare su mahamudra secondo il sutra:

Il primo si riferisce ai modi di meditare sulla vacuità come indicato direttamente nei (Sutra della prajnaparamita) brevi, intermedi, e vasti. Il sommamente realizzato Arya Nagarjuna disse “A parte questo, non c’è nessun altro percorso della mente che porta alla liberazione”. Qui darò istruzioni rilevanti sulla mahamudra secondo queste sue intenzioni e discuterò i metodi che ti portano a conoscere la mente, faccia a faccia, in linea con l'esposizione dei maestri del lignaggio.
Dal punto di vista dei nomi attribuiti individualmente, ci sono numerose tradizioni, come quelle del sorgere simultaneo come fusione, la scatola dell’amuleto, il possedere i cinque, le sei sfere di uguale sapore, le quattro sillabe, il pacificatore, l’oggetto da tagliare, lo dzogchen, la visione madhyamaka discorsiva, eccetera. Ciononostante, quando esaminato da uno yogi, erudito nelle scritture e la logica ed esperto (nella meditazione), i loro significati definitivi convergono tutti nella stessa direzione prevista.
E pertanto per questa (tradizione sutra della mahamudra), tra i due metodi, ovvero il ricercare uno stato meditativo dopo aver ottenuto una visione corretta (della vacuità) e ricercare una visione corretta dopo lo stato meditativo, (la mia spiegazione) qui si baserà sul secondo metodo.

Anche in questo caso il testo fa riferimento ai metodi del sutra e del tantra. Il metodo del sutra consiste nel meditare sulla vacuità, l'assenza di esistenza trovabile, mentre nel metodo tantrico la meditazione è sulla chiara luce. In entrambi i casi si giunge allo stesso punto. Esistono vari metodi nelle diverse tradizioni Nyingma, Kagyu, Sakya e Gelug; viene usata una terminologia diversa e metodi leggermente differenti, ma mirano tutte allo stesso obiettivo.

In termini del metodo del sutra, dice il testo, si può prima acquisire una visione corretta della realtà e poi meditare sulla natura della mente in termini di essa, oppure meditare prima sulla mente e poi cercare una visione corretta della realtà in termini di essa. Qui si riferisce a quest'ultima tecnica, alcuni dei cui metodi sono stati discussi in precedenza.

La vera pratica meditativa

Qui si descrivono due metodi: il primo è meditare sulla mente dopo aver già acquisito una visione corretta della realtà, il secondo è meditare prima sulla mente e poi acquisire una visione corretta. Con il secondo metodo, prima si raggiunge shamatha, uno stato mentale calmo e stabile, e poi si ottiene uno stato mentale eccezionalmente percettivo, vipashyana, sulla base della calma e della stabilità mentale di shamatha. I metodi per farlo includono il trovarsi in un luogo adatto per l’ottenimento della concentrazione: un luogo isolato, estremamente tranquillo, dove non si è disturbati dal frastuono degli uccelli o dall'abbaiare dei cani, un luogo molto quieto dove è facile ottenere tutto il necessario per sostenere la meditazione.

Il testo spiega:

Su un sedile favorevole alla stabilità mentale, assumi la postura del corpo in sette punti e liberati puramente con un giro di nove assaggi del respiro. Avendo separato accuratamente stati offuscati della consapevolezza da quelli lucidi, allora, con una mente puramente costruttiva, indirizza (verso il tuo guru radice) la tua presa di una direzione sicura e la riaffermazione del tuo obiettivo di bodhichitta. Medita in seguito su un sentiero profondo di guru-yoga e, dopo aver fatto centinaia di richieste molto forti e sentite, dissolvi il tuo guru (visualizzato) in te stesso.

Quando si medita, bisognerebe sedersi su un sedile adeguato e assumere la postura corretta, la postura di Vairochana in sette o otto punti, come visto in precedenza. Ci sono vari metodi per calmare e stabilizzare la mente.

Seduti nella postura di Vairochana in sette o otto punti, si inizia prendendo rifugio, riaffermando la direzione sana e sicura che si prende nella vita, dedicando il proprio cuore agli altri e all'illuminazione o, in altre parole, sviluppando bodhichitta. Successivamente, si eseguono le varie pratiche del guru yoga per unirsi al proprio impareggiabile maestro spirituale. Dopo aver eseguito queste pratiche e fatto richieste, si ammettono apertamente tutti gli errori commessi in passato, per purificarsi e così via. Poi si immagina il proprio maestro spirituale visualizzato di fronte che si dissolve in noi, che tutte le apparenze scompaiano e così si rimane molto tranquillamente in uno stato di totale assorbimento, uno stato in cui tutto è in un certo senso scomparso, e si rimane molto quieti.

In questo stato tranquillo, si procede:

Assorbiti per un po’ senza vacillare in quello stato che è senza il gorgoglio della creazione di apparenze e delle apparenze (di “questo” e “non quello”). Non creare nulla con pensieri, ad esempio, di aspettative o preoccupazioni. Questo non significa, tuttavia, che interrompi tutta l’attenzione come se fossi svenuto o ti fossi addormentato. Piuttosto, devi legare (la tua attenzione) al palo della presenza mentale affinché non vaghi, e usare la vigilanza per essere consapevole di ciascun movimento mentale.

Non si dovrebbero nutrire pensieri o speranze di ottenere qualcosa di speciale a livello temporaneo o definitivo. Non si dovrebbero avere aspettative nè preoccupazioni come "Spero di non essere infelice, che le cose funzionino a livello temporaneo e a livello definitivo". In altre parole, ci si siede senza preoccupazioni, pregiudizi, speranze o aspettative.

Seduti in questo stato, ci si dovrebbe concentrare sull'oggetto prescelto per ottenere uno stato mentale calmo e stabile mediante il quale si sta cercando di ottenere una concentrazione univoca, e non essere come svenuti o privi di sensi: non dovresti diventare completamente incosciente mentre ti concentri, ma piuttosto mantenere una consapevolezza molto stabile di quello che sta accadendo, essere estremamente vigile e cosciente. Quando guidi un'auto devi essere molto attento a ciò che stai facendo, tenere d'occhio le auto che arrivano nella direzione opposta o dalle strade laterali, e così via; se mentre guidi sei inconsapevole corri il pericolo di fare un incidente o di investire qualcuno. Se quando cammini sei distratto puoi facilmente inciampare e cadere. Così quando mediti ti concentri sull'oggetto e rimani molto attento e cosciente di ciò che stai facendo, come se stessi guidando un'auto.

Mantieni questa consapevolezza in modo da rimanere concentrato su ciò che stai facendo e la tua mente non vagherà nell’inconsapevolezza, nella dimenticanza o in divagazioni mentali. Allo stesso modo mantieni l'attenzione che è la funzione che vigila su ciò che stai facendo e nota quando hai ottusità o volubilità mentale e la tua mente va dappertutto, riportandola poi all'oggetto di meditazione. Quindi usi queste due funzioni, la consapevolezza per continuare ciò che stai facendo, e la vigilanza per controllare di non cadere in alcuno dei difetti della concentrazione.

Come affrontare i pensieri che sorgono?

Stringi con fermezza (la presa della tua presenza mentale) su ciò che ha la natura essenziale di chiarezza e consapevolezza, e osservala con decisione. Qualunque pensiero possa sorgere, riconoscili come quello e quello. In alternativa, come un duellante, tronca i pensieri completamente, bang-bang, non appena sorgono.

Nel metodo mahamudra qui descritto, la tecnica consiste semplicemente nell'usare la mente stessa come oggetto focale per ottenere la concentrazione. Le tecniche sono esattamente le stesse sia che si segua questo metodo sia che ci si concentri sulla visualizzazione di un oggetto - la forma di un Buddha di fronte a sè. Bisognerebbe avere una mente simile a quando si pratica un'arte marziale quando si vigila con attenzione su qualsiasi divagazione mentale o pensiero discorsivo che potrebbe emergere; se qualcuno dovesse avvicinarsi con un’arma, te ne accorgeresti subito e, non appena vedi l'arma avvicinarsi, la afferreresti immediatamente per fermarla e impedire di colpirti. Dovresti avere lo stesso tipo di attenzione verso tutti quei pensieri selvaggi che potrebbero sorgere nella tua mente distraendoti dalla concentrazione e, non appena si presentano, come in un duello o in un incontro di arti marziali, dovresti affrontarli immediatamente, sbarazzartene e tornare alla tua concentrazione.

Come procedere e mantenere il giusto equilibrio nella meditazione?

Una volta che li hai troncati completamente e hai stabilizzato (la tua mente), allora, senza perdere la presenza mentale, rilassati e sciogliti. Come è stato detto “Rilassati e sciogli la sua tensione ferma e lì c’è lo stato stabilito della mente”. E altrove “Quando la mente stessa, intrappolata in un groviglio, si scioglie, non c’è alcun dubbio che si libererà da sola”. Come queste affermazioni, sciogliti, ma senza nessuna divagazione.

Quando cerchi di concentrarti e di stabilizzare la tua mente, se spingi troppo e la forzi c'è il pericolo di diventare piuttosto nervoso e teso, la tua mente tenderà ad agitarsi e a essere incostante e a divagare perché la stai spingendo troppo. In tal caso dovrai allentare la presa e la tensione sulla mente mentre mediti. D'altra parte però, se sei troppo rilassato in quello che stai facendo, allora rischi di diventere ottuso e sprofondare in tutti i tipi di torpore mentale che possono sorgere, distrazione e così via. Bisognerebbe quindi avere un attento equilibrio tra l’essere troppo tesi da un lato e l’essere troppo rilassati e distratti dall’altro, in modo da meditare perfettamente in equilibrio.

Se avessi un uccellino in mano e lo tenessi troppo stretto lui morirebbe e se aprissi troppo la mano volerebbe via: dovresti calibrare la forza nella presa in modo da non perderlo né danneggiarlo. Così per mantenere l’oggetto di concentrazione non dovresti stringerlo troppo forte, essere troppo teso o forzare, né dovresti essere così rilassato o disinvolto da perderlo nel torpore. È molto importante mantenere un equilibrio e meditare in modo uniforme, né troppo stretto né troppo allentato.

Quando osservi la natura di qualunque pensiero che sorge, esso scompare da solo e spunta una totale nudità. In maniera simile, quando fai un’ispezione nel momento in cui sei stabilizzato, tu vedi una chiarezza e una nudità non ostruttiva e vivida. (Questo è) ben noto come “le (menti) stabilizzate e in movimento mischiate insieme”.

C'è anche un metodo per affrontare i vari pensieri spontanei che emergono, che consiste nel guardare la natura dei pensieri e osservarli: così facendo scoprirai che i pensieri scompariranno naturalmente da soli quando li guardi. In alternativa, se emergono, puoi effettivamente concentrarti sul pensiero stesso: concentrarti su di esso, affrontarlo direttamente ed esaminarlo eviterà che ulteriori pensieri emergano disturbando la meditazione.

(Pertanto,) non importa che pensiero sorga, quando, senza bloccarlo, tu riconosci (che è) un movimento (della mente) e ti sei stabilizzato sulla sua natura essenziale, (tu scopri) che è come l’esempio del volo di un uccello confinato in una barca. Come si dice “Proprio come un corvo che è volato via da una nave dopo aver girato nelle direzioni deve ritornare sulla nave…”

Un uccello in una grande gabbia di uno zoo può volare solo entro i confini della gabbia e atterrare solo all'interno di questo spazio ristretto dove normalmente si appollaia. Lo stesso vale quando i pensieri prendono il volo: non c'è alcun luogo dove possano andare, infatti, una volta che il pensiero si è esaurito, l'unica cosa a cui può tornare è, ancora una volta, la mente stessa. Se guardi semplicemente cosa fanno i pensieri quando sorgono scoprirai che si calmeranno e sarai di nuovo concentrato sulla mente stessa. Il commento dice di non considerare i vari pensieri che affiorano come errori terribili, di non meditare in modo teso cercando di raggiungere uno stato senza pensieri discorsivi, sii solo vigile per vedere la natura della mente e la meditazione si pacificherà naturalmente nello stato calmo e stabile di shamatha.

Il commentario descrive inoltre sei metodi per calmare la mente. Il primo consiste nello stabilizzare la mente in modo che sia come il sole che splende nel cielo, non oscurato da alcuna nuvola. Questo si riferisce ad avere una mente che brilla come lo splendore del sole, non oscurata da nuvole di ottusità o agitazione o da qualsiasi altro deterrente alla concentrazione, ma semplicemente splendente in uno stato limpido.

Il primo metodo è come il sole libero da qualsiasi nuvola. Il sole è estremamente chiaro e lucido e, proprio come il sole è così, la natura della mente è qualcosa che di per sé è molto chiaro. Pertanto, si cerca di evitare che venga oscurata dall’ottusità, dall’agitazione o da vari pensieri e la si lascia semplicemente come il sole senza nuvole.

Il secondo metodo è come un'aquila che vola nel cielo. Un'aquila può volare nel cielo senza alcuno sforzo, si libra semplicemente aprendo le ali, non deve sbatterle. Anche un aereo attraversa il cielo senza dover sbattere le ali ma va semplicemente dritto. Così con la mente stessa, lasci semplicemente che la mente si libri come un'aquila nel suo stato naturale di chiarezza senza spingerla troppo forte e senza lasciarla troppo allentata, semplicemente lasciandola volare come un'aquila che non sbatte le ali.

Il terzo metodo è come una grande barca nell'oceano che rimane relativamente stabile anche se è spinta dalle onde, va avanti senza essere disturbata dalle onde lievi dell'oceano. Così la mente non è distratta da grandi turbolenze anche se i vari pensieri sottili potrebbero emergere come piccole increspature; continua semplicemente la sua rotta come una grande nave.

Il quarto metodo è come un bambino che guarda gli affreschi sul muro di un tempio. Il bambino entra, si guarda intorno in modo molto approssimativo, senza focalizzare tutti i minuziosi dettagli del dipinto, li vede solo nell’insieme e passa oltre. Allo stesso modo, non si presta troppa attenzione ai vari pensieri di desiderio, rabbia e così via che emergono, non ci si concentra su di loro, separandoli dal resto e guardandone ogni straziante dettaglio ma, come un bambino che guarda un affresco, li si nota e si continua senza prestare molta attenzione e rimanere bloccati su di loro.

Il quinto modo è come un uccello che vola nel cielo senza lasciare traccia o impronta.  Allo stesso modo quando si medita, indipendentemente dal tipo di sensazione provata - felicità, tristezza, indifferenza o qualsiasi altra cosa - si procede senza che lasci tracce nella mente. In altre parole, non permetti alla mente di diventare appiccicosa, di infettarsi e di aggrapparsi a qualsiasi sensazione, stato d'animo o così via che emerge, ma come un uccello che vola nel cielo vai avanti senza lasciare alcuna traccia.

Il sesto consiste nel meditare come un batuffolo di morbido cotone che non diventa ruvido ma rimane morbido e soffice mentre attraversa l'aria e così via. Così quando mediti non dovresti lasciare che la tua mente rimanga intrappolata e aggrovigliata, ma dovrebbe essere sciolta e soffice come un batuffolo di cotone. Non significa che diventi così lenta da perdere tutto, ma solo che deve essere elastica e dinamica, procedendo senza impigliarsi e appesantirsi.

Queste sono le sei analogie dei diversi modi in cui si può calmare la mente: come il sole libero dalle nuvole, come un'aquila che si libra in volo, come una barca che attraversa l'oceano senza rovesciarsi, come un bambino che guarda un dipinto in un tempio, come un uccello che vola nel cielo senza lasciare traccia e come un batuffolo di cotone.

Quali sono i risultati del coltivare questi metodi?

Dalla coltivazione di (metodi come questi, tu realizzi che) siccome la natura essenziale della mente totalmente assorbita è lucidità e chiarezza, non ostruita da nulla, e non stabilita come nessuna forma di fenomeno fisico, essa è, come lo spazio, una totale nudità che consente a qualunque cosa di spuntare ed essere vivida. Ciononostante, sebbene la natura effettiva della mente possa essere vista in maniera diretta, con una percezione eccezionale, proprio così, non può essere considerata come un “questo” ed essere indicata (verbalmente).

Il commento a questo si limita a ripeterlo e parafrasarlo. Dice:

Coltivando questo, vedrai che la natura della mente stabile e univoca è chiara, lucida e non oscurata da nulla. Non è una forma di un fenomeno materiale, è una nudità senza ostacoli come lo spazio e non importa quale tipo di cinque oggetti sensoriali sorgano, vista, suono, olfatto, gusto e tatto, e non importa quale tipo di qualità dell'oggetto sorge, che la riflette. La rende chiaro come uno specchio rende chiara un'immagine e tutto può emergere su di esso in modo molto vivido.

Pertanto, dovresti rimanere in questo stato mentale e non bloccato in elaborazioni intellettuali volte a cercare di dire che la mente è questo o quello; dovresti semplicemente rimanere in quello stato mentale chiaro, lucido e concentrato. Anche se tale stato è molto fermo come uno stato di samadhi - concentrazione univoca - se non è accompagnato o mantenuto da uno stato di beatitudine o estasi fisica e mentale, ovvero se la tua mente è fissata in una concentrazione univoca ma non provi una sensazione di beatitudine ed euforia allo stesso tempo, allora è semplicemente uno stato mentale univoco nel regno degli oggetti sensoriali desiderabili. Ma non appena la concentrazione univoca è accompagnata da questa sensazione di beatitudine, diventa uno stato reale di calma e stabilità mentale o shamatha.

Questo stato ha molte grandi qualità, come tutti i vari tipi di ESP, i diversi poteri e così via. Sono conseguite sulla base dell'acquisizione di un tale stato mentale calmo e stabile tutte le realizzazioni dei vari sentieri degli esseri altamente realizzati, gli arya, in uno qualsiasi dei tre veicoli: gli uditori, gli esseri autorealizzati, gli esseri dediti agli altri. È qualcosa in più della perfetta concentrazione, deve anche avere un senso di euforia e beatitudine. Quando lo si possiede si avranno tutte le qualità per poter ottenere l’ESP e così via, e tutte le realizzazioni più elevate dei sentieri della mente si basano sul raggiungimento di ciò.

Il testo continua:

I grandi meditatori delle Montagne Innevate sono praticamente di una sola opinione nel proclamare che questa impostazione (della mente) a proprio agio, che non considera (come un “questo”) qualunque cosa sorga, è un’istruzione per mettere a portata di mano la forgiatura della Buddhità. Comunque sia, io, Chokyi Gyaltsen, dico che questo metodo è un meraviglioso mezzo abile affinché i principianti conseguano la stabilizzazione della loro mente ed è un modo per conoscere, faccia a faccia, (meramente) la natura superficiale della mente che nasconde qualcosa di più profondo.

Questo significa che devi realmente sperimentare la natura della mente raggiungendo questo stato mentale calmo e stabile e che non è qualcosa che può essere descritto a parole, ma devi effettivamente sperimentarlo direttamente e poi rimanere in quello stato mentale senza afferrarti ad esso.

Alcune persone affermano che si può creare la buddhità semplicemente raggiungendo quello stato mentale, ma l'autore dice che questo significa semplicemente riconoscere la natura convenzionale della mente e che vi è qualcosa di più profondo.

La discussione vera e propria sulla natura della mente viene presentata nel testo dapprima in generale, per poi arrivare alla sua essenza. Alcuni dicono che con la mente stessa puoi creare la buddhità, stato che non devi cercare fuori, ma nella mente. È simile alla ricerca che dovevate fare ieri, uscire, cercare la mente nella foresta e con l'esperienza comprendere che non è qualcosa di esterno ma è di interno. Allo stesso modo si scopre che anche la buddhità non è qualcosa che può essere trovato esternamente, ma che si realizza internamente quando si realizza la natura della mente.

Come spiegato dal maestro Saraha, la mente è il seme di ogni cosa, nel senso che tutto dipende dalla mente; è la fonte da cui nascono tutti i fenomeni ricorrenti e incontrollati, tutti i fenomeni del samsara, sia l'ambiente che il proprio essere. La situazione incontrollata e ricorrente dipende dallo stato della mente e dalle varie cose che essa costruisce. Allo stesso modo, anche i fenomeni naturalmente liberati o fenomeni del nirvana che vengono liberati da tale sindrome incontrollata e ricorrente - come lo stato di liberazione, di buddhità e così via - si verificano facendo affidamento sulla propria mente, rimuovendo tutti i vari ostacoli e così via. In questo senso la mente è fondamentale, perché tutto dipende da essa.

Domande

Gli insegnamenti sembrano chiari, ma la mia mente è ottusa. Quanto più intensi diventano gli insegnamenti, tanto più vaga diventa la mia mente.

Dovresti aprire un negozio in cui vendere la tua ottusità mentale se hai una grande scorta di cui devi sbarazzarti. Produrla a buon mercato e venderlo.

Sto scherzando. Puoi essere chiamato il mercante di ottusità, vieni e annoi tutti da morire e vendi la tua ottusità mentale. Ma Rinpoche ovviamente sta scherzando con te.

Ogni volta che provo a pensare alla mia mente che si è calmata, tendo a pensarla come uno specchio nel senso che è stata pacificata e calmata. Quali sono gli esempi utilizzati da Rinpoche che differiscono dallo specchio?

Quali esempi?

Esempi che differiscono dall'immagine di uno specchio, che è piuttosto passivo.

Sì, ma a quali esempi che ritieni diversi ti riferisci, l'uccello in volo e questo tipo di analogie?

La mente in qualsiasi stato è come uno specchio, riflette semplicemente le cose. Lo stato mentale calmo e stabile è molto fermo e qualunque sia il punto su cui lo stabilisci, la mente rimane così, come qualcosa che si libra in una direzione e continua ad andare in quella direzione. Che la mente si stabilizzi o meno, è sempre come uno specchio, riflette tutto.

Dal modo in cui l'hai detto sembra che dopo aver calmato la mente si può vedere che è come uno specchio. Ma il testo dice che l’esempio dello specchio si applica indipendentemente dal fatto che la mente si stabilizzi o meno, è sempre come uno specchio. Quando è stabilizzata diventa ferma, rimane dove si vuole, ferma o nella direzione desiderata.

La differenza per me è che, ad esempio, quando si va in giro nella vita quotidiana si sente di avere uno scopo: ci si dirige a compiere azioni e le si compie. Quindi, in questo senso, la mente non è come uno specchio. Ma quando penso alla meditazione, dico “Renderò la mia mente passiva come uno specchio e in un certo senso sarò lì passivo”.

A meno che non ti metta una borsa in testa, la tua mente funziona sempre come uno specchio. Uno specchio riflette le cose sia che venga portato in giro sia che vengo posizionata fermo in un posto. Vedi e senti le cose anche quando vai in giro immerso nel lavoro frenetico della tua vita quotidiana e tutto ciò si riflette chiaramente come su uno specchio. È la stessa cosa quando ti siedi e mediti, quindi, a meno che tu non metta una copertura sullo specchio, esso rifletterà sempre le cose. Finché funzioni e i tuoi occhi sono aperti la mente riflette le cose come uno specchio.

L’analogia dello specchio, tuttavia, non è in termini del raggiungimento di uno stato mentale calmo e stabile, shamatha, ma si riferisce a due tipi di immagini: una nel senso che la mente riflette qualunque cosa accada, allo stesso modo in cui lo specchio riflette qualunque cosa accada; l’altra è che l’immagine nello specchio non è qualcosa che puoi effettivamente trovare, non è l'oggetto reale in sé, anche se gli somiglia, e ciò conduce all'argomento della vacuità, che le cose non hanno un'esistenza concreta e riscontrabile. Quindi l'analogia dello specchio viene utilizzata per questi due punti ma non con particolare riferimento al fatto che la mente sia calma o meno, perché in ogni momento la tua mente riflette le cose come uno specchio a meno che tu non abbia una borsa sopra la testa.

La mente è uno specchio nel senso che riflette chiaramente le cose così come sono: non capisco bene l'analogia e che noi non vediamo veramente le cose come sono. Le cose hanno un'apparenza illusoria?

Bene, questa è la seconda immagine: le cose non sono reali come l'immagine allo specchio, la mente funziona allo stesso modo.

Ma sembra che in realtà non rifletta alcunchè al di fuori della mente, ciò che vediamo è in realtà una proiezione della mente. Quindi in questo senso non riesco a vedere cosa riflette? So che l'analogia dell'immagine riflessa nello specchio è comunemente usata per questo, ma...

Allora bisogna stabilire secondo quale sistema filosofico stiamo parlando. Non è vero che tutto è solo dentro la propria testa, ci sono gli oggetti esterni e vi è una discussione sull’esistenza degli oggetti esterni. In accordo a quale sistema filosofico parli quando poni la tua domanda?

Anche nel sistema Prasangika, le cose che vediamo all'esterno non esistono nel modo in cui le vediamo. In altre parole, supponiamo che ci siano molecole e che la mente astragga un oggetto concreto, quindi anche in questo senso non sta realmente riflettendo...

Non è possibile rispondere con leggerezza alla tua domanda perché causerebbe solo molta confusione; è necessario affrontare l'intero tema dei fenomeni esterni in uno studio dei modi progressivamente più sofisticati del descrivere la realtà delle diverse scuole o posizioni filosofiche. Si inizia con il comprendere la posizione Sautrantika, che accetta i fenomeni esterni, poi comprendere il perfezionamento del sistema Chittamatra che non asserisce i fenomeni esterni e cosa comporta. Poi le due scuole del Madhyamaka, Svatantrika e Prasangika; quella Svatantrika si divide in due scuole diverse, una delle quali asserisce i fenomeni esterni e l'altra no, bisognerebbe capire cosa intendono con quelle posizioni. Fino ad arrivare finalmente al modo Prasangika di affermare l’esistenza dei fenomeni esterni ed esaminare cosa intendono con ciò, che è diverso dall’affermazione Sautrantika dell’esistenza dei fenomeni esterni. Senza conoscere questo e senza una comprensione sempre più sofisticata e raffinata dell’argomento, una risposta semplice alla tua domanda sarebbe (A) molto difficile e (B) probabilmente fuorviante.

Top