Sto scrivendo questo riassunto dopo aver completato il testo. Mi ci sono voluti molti mesi per scrivere questa autobiografia, durante i quali ho avuto l’opportunità, dopo molti anni, di pensare agli eventi della mia vita. Normalmente non penso al mio passato. È una prospettiva interessante farlo ora all’età di ottant’anni, quando le questioni importanti a quest’età vertono su quello che lascerò e come vorrei che le persone mi ricordassero. Fatemi condividere alcuni dei miei pensieri.
Per natura sono una persona molto riservata. Ad esempio, non ho mai voluto avere una presenza personale sui social media. Ma quando presi la decisione di scrivere sulla mia vita, mostrai una bozza preliminare ad una cara amica, che offrì dei commenti molto utili. Mi disse che avevo bisogno di considerare la mia relazione con i lettori. Avrei dovuto riscriverla come se fosse una lettera per un nuovo amico, e non come un articolo in un libro di storia. Mi consigliò di farmi conoscere come una persona, qualcuno che ha avuto difficoltà durante la gioventù e che si è rivolto al Buddhismo per superarle. “Fai conoscere alle persone le passioni che ti hanno guidato, e i maestri e gli amici che ti hanno sostenuto e aiutato lungo la strada. Vai oltre la tua zona di comfort e apriti ai tuoi studenti e ai tuoi lettori”.
All’inizio resistetti. Tradizionalmente, i maestri buddhisti non lo fanno. Un proverbio tibetano dice che il miglior maestro è colui che vive dall’altro lato della montagna. Dovrebbe esserci un’aria di mistero attorno la persona. Le tradizionali biografie tibetane dei maestri buddhisti sono chiamate “namthar” (rnam-thar), che significa “racconto che libera”. Sono scritte per ispirare il lettore ad impegnarsi nella liberazione seguendo il sentiero buddhista come ha fatto il protagonista del namthar; includono tutto ciò che ha studiato e insegnato, ma offrono molto poco della sua vita personale o del suo carattere.
Ora che c’è stata una prima generazione di maestri buddhisti occidentali e le persone sono interessate a conoscere le loro vite, la domanda è se lo stile tradizionale dei namthar sia appropriato per il compito. Forse un altro approccio potrebbe essere più adatto e di maggiore beneficio per il pubblico occidentale? Riflettendoci sopra, pensai che la mia amica avesse ragione, e così rettificai e ampliai il testo.
Nel farlo, la domanda principale che mi sono posto era: “Qual è il motivo di condividere la storia della mia vita con gli altri?” Derek Kolleeny, un maestro anziano del Buddhismo tibetano che mi chiese di scriverla, pensò che sarebbe stata di beneficio per aspiranti traduttori e maestri buddhisti in occidente; così avrebbero compreso il duro lavoro che ha svolto la nostra generazione in questa formazione. Sentiva che un testo del genere li avrebbe ispirati a lavorare duramente. Tutto bello e buono, ma il pubblico potenziale del sito studybuddhism.com è molto più ampio. E quindi ho riflettuto sui potenziali benefici che il pubblico generale avrebbe potuto trarre dalla lettura della mia autobiografia.
Semplicemente offrire al pubblico una storia interessante per il loro divertimento non è una ragione molto profonda per scrivere questo testo. Scriverla in modo tale che la gente mi conosca e mi apprezzi in quanto persona mi sembra una motivazione abbastanza narcisistica, e non è questo il mio scopo. Né è il mio scopo mettermi in mostra e impressionare gli altri in modo tale che siano sbalorditi da me e ciò che ho fatto. Quando chiesi a mio nipote di leggere il manoscritto revisionato, mi disse dopo averlo completato: “Sei un unicorno. La tua vita è stata unica e non è qualcosa che altri potrebbero replicare”. Aggiungerei, come disse mia sorella, “Non è una vita facilmente comprensibile dagli altri”. Quindi perché ho passato tutto questo tempo a scrivere la mia storia?
Non sono affatto vicino al livello dei protagonisti dei vari namthar tibetani, ma spero che, come con un namthar, i lettori impareranno qualcosa di utile. La lezione principale credo sia che è possibile trasformare e migliorare la propria personalità se ha caratteristiche problematiche, che generano infelicità. Inoltre, quando sorge un’opportunità unica di fare qualcosa che sei capace di fare e, analizzandola, concludi che sarà di beneficio per te stesso e per gli altri, bisogna rischiare e coglierla al volo. Ci sono rischi in ogni cosa della vita, ma con il duro lavoro e una buona motivazione, avrai più possibilità di avere successo.
Che la lettura di questa autobiografia possa esserti di beneficio.