La forma è vacuità, la vacuità è forma

Altre lingue

La consapevolezza discriminante di vasta portata

Ieri abbiamo iniziato la nostra discussione sul Sutra del cuore e abbiamo visto che questo sutra presenta, in una forma molto condensata, gli insegnamenti sulla consapevolezza discriminante di vasta portata. La consapevolezza discriminante, solitamente tradotta come “saggezza”, è un fattore mentale e si basa sul fattore chiamato “distinzione”, spesso tradotto non precisamente come “riconoscimento”. In generale, quando distinguiamo qualcosa, distinguiamo ciò che è da ciò che non è e questo è un fattore mentale che funziona in ogni momento della nostra vita. Ad esempio, quando guardo questa persona di fronte a me, distinguo le forme colorate del suo viso dalle forme colorate del muro. La forma visibile del viso è un mosaico di forme colorate, e non include quelle che sono proprio accanto ad esso nel mio campo visivo. Non saremmo in grado di gestire la nostra percezione se non avessimo questo fattore mentale della distinzione, non potremmo distinguere un oggetto dallo sfondo o un oggetto da un altro oggetto.

Quando leggiamo nella letteratura mahamudra, ad esempio, che la realtà è al di là di “questo” e “quello”, significa al di là della differenziazione di un “questo” solidamente stabilito da un “quello” solidamente stabilito. Ciò si riferisce a un “questo” che è incapsulato e isolato, esistente tutto da solo e non stabilito come “questo” in relazione a “quello”. “Questo” e “quello” sono stabiliti in modo interdipendente l’uno in relazione all’altro. 

L’affermazione non si riferisce al nostro fattore mentale generale della distinzione. Come ho detto, senza distinzione non sarei in grado di distinguere il tuo viso dal muro dietro di te. Il fattore mentale della consapevolezza discriminante aggiunge certezza a quella distinzione. “Certezza” significa che siamo decisamente convinti che sia questo e non quello; naturalmente, potremmo essere decisamente convinti che sia questo e non quello, ed essere corretti o non corretti. 

Tuttavia, la consapevolezza discriminante di vasta portata è in termini di realtà - come esistono le cose: è così e non è così - ed è corretta perché è basata sulla logica e anche sull’esperienza che, se comprendiamo e vediamo le cose in termini di questa corretta comprensione, ciò riduce al minimo o elimina la sofferenza. Dopo tutto, perché abbiamo bisogno di comprendere la realtà e comprenderla correttamente? Perché, quando non siamo consapevoli di come noi e tutto esistiamo o lo comprendiamo in modo errato, allora, come ha sottolineato Buddha con le quattro nobili verità, questa è la causa più profonda della sofferenza - non solo nostra ma di tutti. La comprensione della realtà ci consente di liberarci di questa confusione così da eliminare la nostra sofferenza e da essere in grado di aiutare anche gli altri a superare la loro.

Quando traduciamo questo termine consapevolezza discriminante con “saggezza”, come nell’espressione “perfezione della saggezza”, non ne cogliamo il significato più completo e profondo. Come ho spiegato ieri, qui viene aggiunto “di vasta portata”, solitamente tradotto come “perfezione” perché, quando abbiamo questa comprensione della realtà - questa consapevolezza discriminante con rinuncia che è la determinazione a essere liberi dalla sofferenza e dalle sue cause, allora quella comprensione ci porterà alla liberazione; è di vasta portata e ci porta all’altra sponda del samsara. Se abbiamo quella comprensione con bodhicitta - in altre parole, miriamo alla nostra illuminazione non ancora raggiunta mossi dalla compassione e dall’amore per gli altri, con l’intenzione di raggiungerla per il beneficio di tutti - se la comprensione è con la forza di quel tipo di mente, allora ci porterà all’illuminazione. Quindi, possiamo avere una corretta consapevolezza discriminante della realtà senza rinuncia o sia rinuncia che bodhicitta; è possibile, ma non sarà di vasta portata, non ci condurrà fuori dal samsara e dal regno dell’essere un essere limitato (qualcuno che non è un Buddha). Non può condurci né alla liberazione né all'illuminazione, quindi non sarà di vasta portata.

Tradurre questo termine come “perfezione” non dà affatto un significato corretto o profondo, poiché potremmo pensare che perfezione significhi che abbiamo una comprensione perfetta, il che significa una comprensione corretta. Qui “prajnaparamita” non si riferisce solo a una comprensione corretta ma accompagnata anche a una motivazione di rinuncia, o di entrambe - rinuncia e bodhicitta. Questa consapevolezza discriminante di vasta portata è qualcosa che dobbiamo applicare nel nostro comportamento nella vita quotidiana; ecco perché in questo sutra si parla di come condurre il nostro comportamento, “in profonda e vasta consapevolezza discriminante”. Profonda in quanto la più profonda comprensione della realtà è corretta, e di vasta portata in termini di motivazione. Questo sutra, questa discussione, è ispirato dal Buddha che è in concentrazione, ed è nella forma di Shariputra che chiede ad Avalokiteshvara di spiegare.

Top