Dettagli dei modi del conoscere: prefazione

Ampia spiegazione di Compendio dei modi del conoscere

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La necessità di una mappa della mente e dei suoi modi di conoscere

Negli insegnamenti del Buddha, alla mente viene data un'importanza fondamentale perché tutte le azioni fisiche, verbali e mentali derivano dalla sua influenza motivante. Tali azioni possono essere motivate dall'inconsapevolezza (ignoranza) e dalle emozioni disturbanti, nel qual caso provocheranno sofferenza e infelicità sia per se stessi che per gli altri. Oppure, con una consapevolezza discriminante e una motivazione adeguata, possono portare alla liberazione dalla sofferenza e alla possibilità di condurre gli altri a tale liberazione. Pertanto, è fondamentale comprendere il funzionamento della mente e distinguere i suoi modi di conoscere per capire cosa deve essere evitato e cosa deve essere coltivato. Per fare ciò, è necessaria una mappa dettagliata di tutti i possibili modi del conoscere e degli stati mentali, in modo da poter sempre identificare dove ci si trova mentalmente, per così dire, e cosa sta accadendo nel proprio continuum mentale. Solo allora si può guidare se stessi verso qualsiasi obiettivo costruttivo. 

Gli insegnamenti del Buddha forniscono molti modelli della mente e schemi per riconoscerne i vari stati. Ad esempio, ci sono gli insegnamenti mahamudra riguardanti la natura della mente in movimento e quiete, con particolare attenzione alla natura dei pensieri, delle apparenze e così via. Il sistema dzogcen discute la mente dal punto di vista della sua purezza primordiale. Il sistema lamdre del sentiero e dei suoi risultati parla del riconoscimento della natura beata della mente e della sua relazione con le apparenze. Il tantra generale anuttarayoga insegna i livelli grossolani, sottili e sottilissimi di coscienza, la loro relazione con il sistema sottile dei venti energetici, gli 80 tipi universali di menti concettuali sottili e così via. Tutti questi schemi tendono verso la parte della presentazione dei tantra del Buddha, i suoi metodi più avanzati e sofisticati per raggiungere l'illuminazione. Ognuno di essi presenta mappe della mente coerenti e non conflittuali, ciascuna adatta alla pratica di specifici gruppi di discepoli che condividono un tipo comune di configurazione energetica fisica e mentale. Poiché gli individui possono avere tipi di energia diversi, nel tantra, l'insieme di insegnamenti che si occupa specificamente degli schemi energetici del corpo e della mente, sono necessarie mappe e modalità di pratica diverse.

Il contesto delle mappe buddiste della mente

Il Buddhismo praticato tra i tibetani segue un percorso combinato di insegnamenti sutra e tantra. Il primo fornisce il contesto e lo sfondo per il secondo e gli conferisce la sua "forza vitale" in termini di delineazione di pratiche per coltivare la propria motivazione, acquisire autodisciplina etica, concentrazione, consapevolezza discriminante (shes-rab, sanscr. prajñā, saggezza) e aiutare gli altri. Le quattro principali tradizioni del Buddhismo tibetano possono differire nell'aspetto e nell'approccio specializzato rispetto alle pratiche tantra più avanzate, ma condividono tutte un retaggio comune e imprescindibile di insegnamenti di sutra. Pertanto, in generale, si può affermare che la tradizione Kagyu trasmette la linea mahamudra, quella Nyingma lo dzogcen, quella Ghelug l'anuttarayoga generale e la Sakya la linea lamdre degli insegnamenti di tantra. Ma queste specialità non sono esclusive di ciascuna, poiché ci sono linee mahamudra in Ghelug e Sakya, dzogcen in Kagyu e così via. Tuttavia, tutte le tradizioni seguono un percorso di formazione simile per quanto riguarda i sutra. 

In generale, gli insegnamenti dei sutra del Buddha possono essere suddivisi in Hinayana (il piccolo veicolo) e Mahayana (il veicolo vasto), entrambi seguiti dai tibetani. Infatti, Sua Santità il quattordicesimo Dalai Lama ha definito il Buddhismo tibetano come "buddhismo completo", poiché tutte le sue tradizioni trasmettono la pratica combinata dei suoi tre aspetti principali, ovvero Hinayana e Paramitayana (il veicolo della perfezione) e Vajrayana all'interno del Mahayana. Gli insegnamenti su argomenti come etica, disciplina monastica, logica e concentrazione sono condivisi tra Hinayana e Mahayana. Le pratiche specifiche per sviluppare compassione, bodhicitta e i dettagli più dettagliati riguardanti la consapevolezza discriminante si trovano nel Paramitayana. Con le quattro classi di tantra, sei nella presentazione nyingma, si trovano i metodi per il raggiungimento più efficiente e simultaneo sia del corpo che della mente di un Buddha. Pertanto, tutti e tre i sistemi presi insieme sono essenziali per raggiungere l'illuminazione. 

Per quanto riguarda la parte degli insegnamenti basata sui sutra, il Buddha introdusse quattro sistemi filosofici indiani. Due appartengono all' Hinayana - Vaibhashika e Sautrantika -, e due al Mahayana - Cittamatra e Madhyamaka, quest'ultimo suddiviso in Tibet in Svatantrika e Prasanghika. A differenza dei vari sistemi tantrici più elevati, destinati alla pratica di persone con diversi tipi di energia, i sistemi del sutra formano un percorso graduale di spiegazioni sempre più precise, tutte volte a sviluppare progressivamente la comprensione. Il Madhyamaka è comunemente accettato come il più preciso da tutte le tradizioni tibetane ed è la struttura entro cui vengono praticati i tantra. Ogni sistema indiano, tuttavia, come quelli tantrici, presenta una mappa coerente e completa della mente, ad esempio, e costituisce un sistema totale a sé stante. Lo studio di ciascuno di essi ha a sua volta molteplici scopi in termini di tecniche pedagogiche e costituisce parte integrante dell'educazione monastica standard di tutte le tradizioni buddiste del Tibet. 

La tradizione Ghelug

L'opera qui presentata proviene specificamente dal lignaggio Ghelug. Sebbene molti aspetti del suo sistema educativo monastico riguardanti i sutra siano comuni ad altre tradizioni tibetane, ad esempio l'argomento, i principali testi indiani, l'uso del dibattito e così via, tuttavia, presentare uno studio comparativo esula dallo scopo di questo lavoro. Il lignaggio Ghelug fu fondato alla fine del XIV secolo da Tsongkhapa (rJe Tsong-kha-pa Blo-bzang grags-pa) (1357–1419). Studiò con maestri di tutte le tradizioni buddiste esistenti al suo tempo in Tibet e riportò insieme i tre lignaggi Kadam che erano derivati dal maestro indiano Atisha (Jo-bo rJe dPal-ldan A-ti-sha) (982–1054). Quest'ultima figura visitò il Tibet nell'XI secolo, enfatizzando l'armoniosa combinazione di sutra e tantra. Anche Tsongkhapa sottolineò questo punto e si impegnò a rivitalizzare le istituzioni monastiche. Lo fece insegnando che la natura dei voti monastici, di bodhicitta e tantrici è diversa. Prima di lui, la maggior parte dei maestri insegnava che queste nature erano la stessa. L'implicazione dell'affermazione di Tsongkhapa è che, ad esempio, mantenere semplicemente i voti tantrici non è sufficiente a costituire anche i voti monastici o laici. I tre gruppi devono essere mantenuti singolarmente. 

Con questa maggiore enfasi sulla disciplina etica monastica, Tsongkhapa combinò la tradizione del dibattito presente nei monasteri Sakya con l'enfasi Kadam sulla duplice pratica di sutra e tantra. Lui e i suoi discepoli fondarono molti grandi centri monastici nel Tibet centrale, i più degni di nota sono i monasteri di Ganden (dGa’-ldan dGon-pa), Sera (Se-ra dGon-pa) e Drepung (’Bras-dpung dGon-pa) vicino a Lhasa, così come Tashilhunpo (bKra-shis lhun-po) vicino a Shigatse. Ognuno di essi fu successivamente suddiviso in diverse scuole, ognuna delle quali contava diverse migliaia di monaci. Le università monastiche furono modellate sulle precedenti controparti indiane di Nalanda, Vikramascila e Odantipuri. 

Il sistema educativo ghelug e l’importanza dello studio dei modi del conoscere in esso

Non tutti i giovani di queste scuole, come novizi, ricevono la stessa istruzione e formazione. A seconda delle loro attitudini e inclinazioni, iniziano a specializzarsi in giovane età. Ma coloro che dimostrano sufficiente interesse e intelligenza, dopo l'istruzione primaria generale nella lettura e nei rituali, vengono guidati attraverso un corso abbastanza standard di formazione superiore sui sutra. Ci sono otto classi generali, alcune delle quali durano diversi anni. 

Nelle prime tre classi, solitamente iniziate intorno ai nove anni, si apprendono i fondamenti del dibattito, della teoria degli insiemi, della logica e così via. I nomi e gli argomenti di queste classi sono: 

  • Argomenti raccolti (bsdus-grva, “dura”)
  • Modi del conoscere (blo-rigs, “lorig”) 
  • Modi del ragionamento (btags-rigs, “tarig”). 

Le cinque classi successive riguardano i seguenti argomenti generali: 

  • La perfezione della consapevolezza discriminante (phar-phyin, sanscr. prajñāpāramitā)
  • La filosofia della via di mezzo (dbu-ma, sanscr. mādhyamaka)
  • Cognizione valida (tshad-ma, sanscr. pramāṇa)
  • Argomenti speciali di conoscenza (mdzod, sanscr. abhidharma
  • Regole della disciplina monastica (’dul-ba, sanscr. vinaya). 

Ciascuno di questi cinque argomenti viene affrontato principalmente attraverso un importante testo indiano, scritto dal punto di vista di una particolare scuola filosofica di sutra. Studiando l'argomento del testo si apprendono anche le affermazioni di quella particolare scuola riguardo ad alcuni degli argomenti trattati negli altri testi principali. Inoltre, diversi testi principali possono essere incorporati nello studio di uno specifico testo principale:

  • La perfezione della consapevolezza discriminante tratta degli insegnamenti nascosti sulla consapevolezza discriminante contenuti in quelli più diffusi sul metodo. In particolare, copre le fasi e i sentieri verso i vari obiettivi buddhisti: quelli hinayana della liberazione e quelli mahayana dell'illuminazione. È organizzato secondo Filigrana per le realizzazioni  (mNgon-rtogs-rgyan, sanscr. Abhisamayālaṃkāra) di Maitreya (rGyal-ba Byams-pa) ed è presentato dal punto di vista madhyamaka-svatantrika. 
  • La filosofia della via di mezzo è lo studio degli insegnamenti della consapevolezza discriminante della vacuità e dei sei atteggiamenti di vasta portata (sei paramita, sei perfezioni). Si basa su Impegnarsi nella via di mezzo" (dBu-ma-la ’jug-pa, sanscr. Madhyamakāvatāra) di Chandrakirti (Zla-ba grags-pa, dPal-ldan grags-pa). Presenta la visione madhyamaka-prasanghika.
  • La cognizione valida è lo studio più dettagliato della logica e dei modi del conoscere, iniziato nelle tre classi inferiori. Copre le prove della validità di punti essenziali come i Tre Gioielli, la rinascita, l'onniscienza e così via. È incentrata sullo studio del Commentario al "Compendio delle menti che conoscono validamente (Tshad-ma rnam-’grel, sanscr. Pramāṇavārttika) di Dharmakirti (Chos-kyi grags-pa), diversi capitoli del quale sono dal punto di vista sautrantika e altri cittamatra. 
  • Gli argomenti speciali di conoscenza riguardano i costituenti fisici e mentali degli esseri viventi, la visione buddista dell'universo e di tutti gli esseri in esso contenuti, il karma, le emozioni disturbanti e i sentieri verso la liberazione. Segue Un tesoro di argomenti speciali di conoscenza (Chos mngon-pa’i mdzod, sanscr. Abhidharmakośa) di Vasubandhu (dByigs-gnyen) ed è presentato dal punto di vista vaibhashika. 
  • Le regole della disciplina monastica consistono nello studio dei voti monastici, basati sul Vinaya Sutra (Dul-ba’i mdo, sanscr. Vinayasūtra) di Gunaprabha (Yon-tan ’od). I voti sono conformi al lignaggio di ordinazione Mulasarvastivada e sono spiegati secondo la visione vaibhashika.

Ciascuno dei monasteri ghelug segue in generale i commentari su questi cinque argomenti composti da Tsongkhapa e dai suoi due discepoli Gyaltsab Je (rGyal-tshab rJe Dar-ma rin-chen) (1364-1432) e Kedrub Je (mKhas-grub rJe dGe-legs dpal-bzang) (1385-1438). Inoltre, tutti accettano il commentario a Un tesoro di argomenti speciali di conoscenza scritto dal primo Dalai Lama (rGyal-ba Ge-’dun grub) (1391-1474), un altro discepolo diretto di Tsongkhapa. I vari monasteri, tuttavia, hanno ciascuno la propria serie di libri di testo (yig-cha) scritti da autori successivi, che fungono da sotto commentarii a queste opere principali e presentano punti di vista leggermente diversi su numerosi dettagli. 

  • I libri di testo più antichi furono scritti da Jetsunpa Chokyi Gyaltsen (rJe-btsun Chos-kyi rgyal-mtshan) (1469–1544), e sono seguiti dai monasteri di Ganden Jangtse (dGa’-ldan Byang-rtse Grva-tshang), Sera Je (Se-ra Byes Grva-tshang) e Sera Ngagpa (Se-ra sNgags-pa Grva-tshang). 
  • I successivi più antichi sono opera del discepolo di Jetsunpa Chokyi Gyaltsen, Kedrub Tendarwa (mKhas-grub dGe-’dun bstan-pa dar-rgyas) (1493–1568), utilizzati dal monastero di Sera Me (Se-ra sMad Grva-tshang). 
  • I monasteri di Ganden Shartse (dGa’-ldan Shar-rtse Grva-tshang), Drepung Loseling (’Bras-spungs Blo-gsal gling Grva-tshang) e Drepung Ngagpa (’Bras-spungs sNgags-pa Grva-tshang) seguono i libri di testo di Pancen Sonam Dragpa (Pan-chen bSod-nams grags-pa) (1478–1554).
  • I più recenti sono di Kunkyen Jamyang Zhepa (il Primo), Ngawang Tsondru (Kun-mkhyen ’Jam-dbyangs bzhad-pa Ngag-dbang brtson-’grus) (1648–1721). Questi sono usati dai monasteri di Drepung Gomang (’Bras-spungs sGo-mang Grva-tshang) e Drepung Deyang (’Bras-spungs bDe-dyangs Grva-tshang). 

Questo comprende i tre principali centri monastici ghelug che, a partire dalle riforme di Sua Santità il tredicesimo Dalai Lama, hanno l'autorità esclusiva di conferire il grado più alto di ghesce in questo sistema educativo. Per ricevere questo grado, è necessario avere almeno 25 anni. I monaci degli altri monasteri ghelug come Tashilhunpo, che ha una propria serie di libri di testo scritti da Sua Santità il primo Dalai Lama (rGyal-ba dge-’dun grub) (1391-1474), devono quindi completare gli studi e sostenere gli esami presso uno di questi tre centri. I libri di testo scritti da Sua Santità il quinto Dalai Lama (rGyal-dbang Ngag-dbang blo-bzang rgya-mtsho) (1617-1682) non sono più seguiti da alcun monastero specifico.

Il dibattito come metodo di studio dei modi del conoscere

Due sono le caratteristiche principali di questo sistema educativo: la memorizzazione e il dibattito. Fin da piccolissimi, i novizi iniziano a memorizzare i testi di base per ciascuna delle loro lezioni. Non ricevono alcuna istruzione o spiegazione finché non li impano a memoria. Il metodo per raggiungere questo obiettivo è che un folto gruppo di studenti si sieda o cammini avanti e indietro in un cortile, spesso di notte o al mattino presto, gridando ognuno il proprio testo a squarciagola. Questo grande dispendio di energia fa sì che i giovani non si addormentino e l'atmosfera rumorosa li costringe a concentrarsi. Inoltre, li abitua fin da piccoli a non aver bisogno di dormire molto, il che è molto utile per il loro sviluppo mentale. 

Una volta che riescono a recitare i testi e ad avere tutte le definizioni e i punti in essi contenuti a portata di mano per un uso immediato nei dibattiti, ricevono lezioni progressivamente su ogni punto. Dopo aver ricevuto la spiegazione di un argomento, si recano sul campo di dibattito. Lì si dividono in coppie e si impegnano in dibattiti simultanei ad alta voce, accompagnati da gesti rituali, al fine di esplorare le implicazioni di ciò che è stato appena insegnato e integrarlo con le conoscenze acquisite in precedenza. Questo garantisce che ogni studente sviluppi una solida comprensione dell'argomento, senza limitarsi a un'impressione superficiale e facilmente dimenticabile di un argomento basata solo sull'ascolto di una lezione. La tecnica del dibattito affina le loro facoltà discriminanti per un successivo utilizzo nella meditazione e li prepara a rispondere alle domande con competenza quando diventeranno essi stessi insegnanti. Inoltre, a un livello più pratico e pedagogico, fornisce – con i suoi gesti vigorosi, i forti applausi e l'atmosfera altamente energica e spesso scherzosa – la stimolazione e l'entusiasmo necessari per catturare l'interesse degli studenti adolescenti e allenarli a godere dell'uso lucido della mente.

Lo scopo del dibattito non è semplicemente quello di ottenere informazioni accurate e rapide come in un quiz. Si vince facendo sì che l'avversario si contraddica, e i giovani partecipanti si correggono a vicenda sottolineando le assurde conclusioni logiche che deriverebbero dalle loro affermazioni errate. Spesso un'intera classe si trova a contrapporre a un membro. Questo è molto utile per sviluppare fiducia in se stessi e convinzione nella propria comprensione corretta, e umiltà per frenare qualsiasi orgoglio intellettuale. 

Inoltre, ai livelli più avanzati, gli studenti di tutti i monasteri si riuniscono in determinate occasioni annuali per dibattere argomenti specifici. In questa occasione, e anche durante gli esami orali finali, i dibattenti devono difendere le posizioni dei propri libri di testo contro quelle degli altri monasteri. Con quattro serie principali di testi, ciascuna con affermazioni e spiegazioni leggermente diverse, i partecipanti devono pensare con la propria testa in modo creativo per non essere sconfitti nel dibattito. Si può quindi comprendere che non esiste un unico insieme di dottrine ortodosse e corrette, sostenute dogmaticamente in questo sistema. Il punto è allenare la mente per raggiungere uno stato onnisciente di Buddha. 

Alcuni ghesce sottolineano che, a un livello più profondo, l'atmosfera emotivamente carica del campo di dibattito offre molte opportunità per l'emergere del falso "io". Questo è il "me" che sembra esistere sostanzialmente per conto proprio, intrinsecamente riscontrabile come la persona che, ad esempio, è appena stata "veramente" umiliata o "veramente" vittoriosa. L'esistenza di un tale "io" emerge in modo più drammatico in situazioni emotive, in momenti in cui la mente è solitamente annebbiata e poco chiara, come se fosse intossicata dall'emozione. In un dibattito acceso, tuttavia, il falso "io" emerge in una situazione unica di chiarezza mentale e acuta consapevolezza discriminante. Pertanto, vi è un'opportunità perfetta per riconoscerlo, distinguerlo da quello convenzionalmente esistente e confutarlo in modo solido e deciso. Questa è la testimonianza di coloro che hanno percorso con successo il sentiero della ragione e del dibattito tracciato da questo sistema educativo.

Il testo

Nel 1976, la Biblioteca delle opere e degli archivi tibetani pubblicò Un compendio dei modi del conoscere, un chiaro specchio di ciò che deve essere accettato e rifiutato di Akya Yongdzin (A-kya Yongs-’dzin dByangs-can dga’-ga’i blo-gros, noto anche come A-kya Yongs-’dzin Blo-bzang don-grub) (1740–1827), con un commento orale di Ghesce Nauang Dhargye e tradotto da Sherpa Tulku e dall'attuale compilatore, il dott. Alexander Berzin, con l'assistenza di Khamlung Tulku e Jonathan Landaw. Quel libro è una traduzione del testo della fine del XVIII secolo Blo-rigs-kyi sdom-tsig blang-dor gsal-ba’i me-lon g, che è uno dei testi brevi sui modi del conoscere più comunemente memorizzati e utilizzato nella seconda classe del sistema educativo ghelug. Si trova in Raccolta di lavori di A-kya Yongs-’dzin, vol. 1. (Nuova Delhi, Guru Deva, 1971), pagine 515-526 ed è sotto forma di motivetti musicali facilmente memorizzabili per le principali classificazioni e definizioni coinvolte in questo argomento. 

Nel processo di revisione di quella traduzione e di preparazione di una seconda edizione, ci è sembrato che un testo più avanzato e completo in inglese su questo argomento potesse essere utile come complemento a quest'opera introduttiva. Il modello di questo si trova nel fatto che i modi del conoscere vengono studiati inizialmente nella seconda classe principalmente come mezzo per apprendere il dibattito e la teoria degli insiemi, ma poi nelle classi successive la cognizione valida viene trattata ancora una volta in modo più approfondito. Pertanto, proprio come esistono diverse raccolte di testi graduali su questo argomento nella letteratura tibetana, anche questa opera utilizza e ripete la struttura del testo radice di Akya Yongdzin e tratta ogni argomento in modo più dettagliato. La tradizione dei libri di testo di Jetsunpa Chokyi Gyaltsen è stata seguita in tutto il suo svolgimento. 

Il metodo di compilazione non è stato né una traduzione diretta di un insegnamento orale sull'argomento, né una revisione di diversi insegnamenti di questo tipo. Piuttosto, il compilatore ha lavorato a stretto contatto con Ghesce Sonam Rincen del monastero di Sera Je, ponendo centinaia di domande specifiche su punti minuti emersi nel processo di elaborazione e completamento delle implicazioni logiche dell'argomento. Domande sono state poste in numerose occasioni anche a Ghesce Daua e Yeshe Lodro Rinpoce, e diverse volte a Ghesce Nauang Dhargye. Il commentario è stato poi scritto in inglese sulla base della traduzione di queste risposte e di ulteriori domande di conferma poste a Ghesce Sonam Rincen. 

Poiché questo argomento è tradizionalmente studiato tramite dibattito e i dettagli completati come risultato di tale esplorazione basata su domande e risposte, si è ritenuto che questo metodo di compilazione potesse suggerire questo tipo di approccio. Sono state aggiunte informazioni anche dai discorsi tenuti presso la Biblioteca delle opere e degli archivi tibetani da Ghesce Nauang Dhargyey sul Commentario (di Dharmakirti) al Compendio delle menti che conoscono validamente (di Dignaga), tradotto da Losang Gyaltsen, e sull'Antologia di argomenti speciali di conoscenza (mNgon-pa kun-btus, sanscr. Abhidharmasamuccaya) di Asanga, tradotta da Losang Gyaltsen e Losang Cioepel, nonché da un discorso di Ghesce Sonam Rincen sul Tesoreria di argomenti speciali di conoscenza di Vasubandhu, tradotto da Losang Daua. Inoltre, si chiede la pazienza e il perdono degli studiosi eruditi per qualsiasi errore lasciato a causa di esperienza e dibattito insufficienti.

Ciò che viene presentato qui, quindi, è una mappa analitica della mente e dei suoi modi di conoscere, così come presentati dalla scuola hinayana Sautrantika, interpretati dalla tradizione dei libri di testo Jetsunpa dei monasteri Sera Je e Ganden Jangtse. Sebbene il Buddha abbia insegnato, a livello di sutra, mappature leggermente diverse rispetto agli altri sistemi filosofici, il Sautrantika è quello che è stato esposto in modo più dettagliato e che costituisce la base per gli altri sistemi. Poiché da qualche parte bisogna pur iniziare, ed è sempre meglio iniziare con un sistema relativamente meno complicato, il Sautrantika viene tradizionalmente utilizzato come base. Una volta padroneggiato, le modifiche degli altri sistemi possono essere affrontate più facilmente.

Inoltre, poiché questa presentazione del funzionamento della mente è in gran parte condivisa con le tradizioni theravada dell'Hinayana, il suo studio offre allo studente una preziosa comprensione dei loro approcci meditativi e dottrinali. Solo comprendendo appieno le varie tradizioni e i sistemi buddhisti, singolarmente e in base alla loro logica interna, si può iniziare a discutere le virtù e i difetti comparativi di ciascuno e ad apprezzare la tecnica di insegnamento dei mezzi abili del Buddha. Lo stesso vale per lo studio comparativo dei diversi libri di testo delle quattro tradizioni buddhiste tibetane. Pertanto, nella speranza di non confondere le varie tradizioni, ma di preservare e trasmettere la pura integrità di ciascuna, ciò che viene presentato qui è solo una delle tante possibili mappe della mente.

Il materiale presente in questo libro è certamente molto complesso e forse confuso. Ciononostante, grafici e altri sussidi sono stati volutamente omessi. Il motivo è che questo argomento è tradizionalmente studiato attraverso il dibattito. Poiché la maggior parte dei lettori di quest'opera probabilmente non avrà l'opportunità di affrontarlo in questo modo, l'omissione dei grafici potrebbe stimolarli a disegnarli da soli. In questo modo, fungendo da manuale di esercizi, questo testo può auspicabilmente introdurre il lettore non solo all'argomento, ma anche attivamente alla tecnica che insegna per allenare la mente. Che possa essere di qualche piccolo beneficio e utilità.

Alexander Berzin, Dharamsala, India, 1979

Post scriptum

Per varie ragioni, questo manoscritto non fu mai completato e quindi mai pubblicato. Rimase negli Archivi Berzin per oltre 40 anni. Durante questo periodo, Sua Santità il Dalai Lama ha incontrato regolarmente scienziati per discutere, tra gli altri argomenti, della natura della mente. Più recentemente, Sua Santità ha sottolineato la necessità di spiegazioni dettagliate della presentazione buddista del funzionamento della mente, che potrebbero essere di beneficio sia per gli scienziati che per il pubblico in generale. Ispirato dal suo appello, ho rivisto e pubblicato sul sito web Study Buddhism la traduzione di Compendio dei modi del conoscere, così come il commentario di Ghesce Nauang Dhargyey. Nonostante questo commentario più dettagliato sia incompleto, mi è sembrato utile rivederlo e pubblicarlo, al fine di aggiungerlo alla crescente letteratura sull'argomento. Possa essere di beneficio.

Alexander Berzin, Berlino, Germania, marzo 2021.

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