Mahamudra: trovare la mente e ottenere shamatha

Chiarimento dei punti degli insegnamenti kagyu e sakya

Tra le molte tradizioni diverse quella Kagyu, per esempio, parla di due correnti fuse insieme e ciò si riferisce alla combinazione di sutra e tantra all'interno degli insegnamenti mahamudra. Milarepa, discepolo del grande traduttore Marpa, a sua volta aveva due discepoli che furono paragonati al sole e alla luna. Rechungpa era il discepolo simile al sole e l’impareggiabile medico Gampopa era quello simile alla luna. Gampopa parlò di quattro misure o temi specifici: il Dharma come misura preventiva, il Dharma come sentiero della mente, le menti-sentiero per eliminare tutta la confusione, la confusione che sorge come consapevolezza profonda.

Nella tradizione Sakya si parla del separarsi dai quattro attaccamenti, tema elaborato dal grande maestro sakya Dragpa Gyaltsen che afferma che se sei completamente attaccato solo alle cose di questo mondo e di questa vita, allora la tua mente non si dirige completamente verso le questioni spirituali del Dharma. Il secondo dice che se la mente è completamente presa da vari tipi di situazioni ricorrenti e incontrollabili del samsara, se per esempio vuoi rinascere come un dio, molto ricco o potente o qualcosa del genere, allora non svilupperai mai una vera rinuncia, una determinazione dall’essere libero da tutti i problemi Tuttavia, questo è molto diverso dal cercare di ottenere gli otto diversi tipi di qualità di maturazione che renderanno la propria rinascita umana più significativa e con la quale potrai meglio aiutare gli altri. In altre parole, se sei una persona molto potente e influente puoi aiutare gli altri al meglio, ma questo insegnamento dice che se nutri grande desiderio e attaccamento per queste cose, non svilupperai mai una vera determinazione ad essere libero da tutti i tuoi problemi e difficoltà. Quindi si tratta di due situazioni abbastanza diverse e non dovresti confonderle.

Siete usciti e avete trovato la vostra mente?

Vi ho chiesto cosa intendete con la parola samsara e, durante l'ultima sessione, vi ho chiesto anche di uscire e cercare di scoprire cos'è la mente. Cosa avete trovato?

Il samsara è una forma di vita che è limitata dal karma, dai potenziali negativi.

Ma sei uscito e hai trovato la tua mente?

Ho trovato la mia mente?

Hai cercato la tua mente, letteralmente? Sei andato a cercarla?

Non sono riuscito a trovarla.

Voi altri siete usciti e avete cercato di trovare la vostra mente?

Ho trovato una luminosità, ma poi non so cosa vede la luminosità.

Ma sei davvero uscito per trovare la tua mente?

No, sono andato dentro.

Riesci a trovare la mente se esci?

Penso che mi confonderei.

Come ti confonderesti?

Ci sono molte cose che distraggono. Non so se sono cose della mente o se sono semplici distrazioni?

Dove vedi il vagare della mente fuori? Come hai interpretato effettivamente la frase “dovresti uscire e cercare la mente”?

Se la cerco, dove potrei trovarla?

Intendevo letteralmente andare a fare una passeggiata e cercare di trovare la mente. Qualcuno è andato a fare una passeggiata?

Sono andato a camminare.

Sei andato a fare una passeggiata, cosa hai trovato?

Se si considera il tantra, in uno stato illuminato si cerca che la mente sia uguale all’oggetto della mente, allora ciò che ho percepito era un riflesso della mia mente.

Non ti ho detto di intellettualizzare su cosa sia la mente, in realtà ho detto: "Esci a fare una passeggiata e cerca la mente". Quindi l'hai fatto e cosa hai trovato?

Ho fatto una passeggiata e con i miei sensi non sono stato in grado di vedere la mente, ma quello che ho visto era un riflesso delle mie impressioni che ho pensato fossero….

Cosa intendi con la parola “impressione”?

L'ambiente nel quale ho camminato, i panorami, gli odori, le sensazioni.

Li hai visti attraverso i tuoi sensi?

Li ho sentiti, visti e annusati.

Ma davvero sei andato a cercare la mente? Sì o no?

Non l'ho trovata, no. Sì, sì, l'ho cercata, ma non l'ho trovata.

A che ora sei andato?

Sono appena tornato.

A che ora sei andato?

A che ora sono andato? Sono andato all'una e mezza e sono tornato alle tre meno un quarto.

Dove sei andato?

Sono andato nel bosco là dietro.

Non l'hai trovata lì?

Non l'ho trovata lì.

Ma c'è qualcosa là fuori a cui afferrarsi per trovare la mente?

Sono tutte quelle cose che lasciano un'impressione nella mente?

Quindi non sei riuscito a trovare la mente, ma avresti potuto trovarla andando a cercarla nei boschi?

Se si parte dal presupposto che quelle impressioni siano un modo per trovare la mente, allora forse, ma non lo so.

Quindi non c'è modo di trovare la mente uscendo all'aperto? Significa che non riesci a trovare la mente?

Immagino che devo dire che l'ho trovata.

Quindi hai trovato la mente! Era qualcosa che potevi prendere e portare qui?

Niente che io possa raccogliere e portare qui.

Allora cosa significa che hai trovato la tua mente? È qualcosa che puoi raccogliere da terra e portare qui? Forse solo non l'hai vista?

No, non l’ho vista in questi termini.

Quindi non c'è nulla che sia mente che puoi trovare, raccogliere e riportare?

A meno che non sia qui?

Quindi non è qualcosa che puoi cogliere dall'esterno?

No, ho cercato un loto in tutta la palude, ma non l’ho visto.

È tipico in un insegnamento su mahamudra uscire e cercare di trovare la mente. Io stesso ho avuto un insegnante molto abile che, quando spiegava questo argomento di mahamudra, il grande sigillo della realtà, concedeva agli studenti un giorno di pausa in cui loro andavano ovunque per l'intera giornata cercando di trovare la mente, poi si ritrovavano la sera dopo e riferire quello che avevano fatto.

Quel giorno c'erano due ghesce molto intelligenti ed eruditi che partecipavano agli insegnamenti con me. I due andarono in un posto molto bello, si rilassarono e si presero il giorno libero in cui avrebbero dovuto cercare la mente come una vacanza, perché sentivano che la mente era dentro e che quindi potevano semplicemente prendersela comoda per quel giorno. Questi due ghesce erano molto intelligenti e sapevano spiegare la mente: dissero che non c'era modo di cercarla fuori e così rimasero a oziare per l’intera giornata.

Un’altra persona che era lì con noi era davvero un ottimo discepolo con una grande fede negli insegnanti e trascorse l'intera giornata a setacciare il bosco camminando avanti e indietro cercando di trovare la mente. Quando tornò alla fine della giornata dopo tutto questo girovagare pensò "Ah, la mente non è qualcosa fuori ma dentro".

Poi i ghesce, che avevano semplicemente oziato per la giornata e sapevano spiegare con parole molto eleganti che la mente era dentro, spiegarono all'insegnante cosa avevano fatto e ma lui non fu affatto contento perché non avevano effettivamente seguito le sue istruzioni uscendo a cercare la mente. L'altro discepolo disse "Ho trascorso l'intera giornata camminando avanti e indietro, sono tornato la notte completamente esausto e ho scoperto che la mente non è fuori ma dentro". Il lama ne fu estremamente compiaciuto perché il discepolo aveva effettivamente ascoltato ciò che gli era stato detto ed era andato a cercare la mente senza trovarla.

Sembra che, forse, alcuni di voi abbiano semplicemente pensato di essere molto intelligenti, sapendo che la mente non è qualcosa di esterno ma di interno, avete preso come una scusa per sedervi a oziare. È molto importante indagare attivamente, provare a riconoscere e cercare di identificare cos'è la mente perché è sulla base di ciò che è la mente che nella pratica di mahamudra si cerca di concentrarsi e di ottenere uno stato mentale calmo e stabile, shamatha in sanscrito.

Acquisire uno stato mentale calmo e stabile

Si possono prendere molti oggetti diversi per concentrarsi per ottenere uno stato mentale calmo e stabile in cui si ha una concentrazione perfetta. Alcune persone potrebbero concentrarsi su un orologio, su un piccolo pezzo di legno o qualcosa di simile e riuscire, in effetti, a raggiungere una concentrazione perfetta. Tuttavia ci sono oggetti molto più profondi da usare; normalmente, quando si cerca di sviluppare uno stato mentale calmo e stabile, lo si fa visualizzando la forma corporea di un Buddha, non utilizzando la mente come oggetto di osservazione poiché è molto difficile identificare l'oggetto in modo corretto e preciso. Lo spiegherò.

Per coltivare la concentrazione puoi stabilire la visualizzazione di un Buddha guardando dapprima un suo dipinto, anche se non è esattamente ciò che dovresti visualizzare. Sarebbe meglio prendere due specchi e fare in modo che uno rifletta il dipinto del Buddha e poi posizionare l'altro specchio in modo da avere un riflesso del riflesso, in questo modo otterrai un'immagine tridimensionale di un Buddha. Non dovresti visualizzare un’immagine piatta, ma qualcosa di vivo e tridimensionale.

Quindi visualizzi quella forma di Buddha di fronte a te; è meglio che sia di piccole dimensioni, grande come il tuo pollice, e mantienila di quella dimesione. A volte quando ti concentri su di essa, sarà piccola e poi all'improvviso diventa più grande, poi diventa di nuovo più piccola, oppure a volte affonda più in basso e a volte va in alto. Non dovresti farla muovere ovunque, ma mantenerla ferma. Scegli una posizione e una dimensione che ti siano comode quando inizi per la prima volta, e attieniti ad esse usandole come oggetti su cui concentrarti per ottenere uno stato mentale calmo e stabile.

Scegliamo un'immagine del Buddha piuttosto che visualizzare un pezzettino di legno, una pietra o qualcosa del genere perché, oltre a permetterti di ottenere la concentrazione e uno stato mentale calmo e stabile, ti consente anche di costruire un potenziale positivo molto forte, poiché pensi sempre al Buddha e lo tieni nella tua mente. Questo è il modo abituale in cui si pratica, ma qui ciò su cui ci viene chiesto di concentrarci per ottenere questo stato mentale calmo e stabile è concentrarci sulla mente stessa e questo è abbastanza difficile da fare. Quindi, se vuoi concentrarti su quella, prima devi trovare effettivamente l'oggetto.

Il difetto della pigrizia

Nel tentativo di ottenere una concentrazione univoca e una mente calma e stabile devi fare attenzione a tutti i possibili difetti che possono sorgere, alle cose di cui vuoi sbarazzarti che ti impedirebbero di ottenere la concentrazione perfetta. Il primo difetto è la pigrizia. Come te ne liberi, come la superi? Prima di tutto devi avere fiducia: fiducia in quello che stai facendo, hai poi bisogno di una forte intenzione; in terzo luogo, hai bisogno di entusiasmo positivo e, quarto, hai bisogno di flessibilità.

Quindi per prima cosa devi avere fiducia nel metodo che stai applicando; devi essere sicuro che quello che stai facendo sia corretto. In altre parole, devi avere una forte fiducia in questi metodi per acquisire concentrazione e applicarli effettivamente.

  • Per prima cosa hai quella convinzione fiduciosa; poi stabilisci la forte intenzione di sederti e farlo davvero. Questo è molto importante altrimenti non supererai la tua pigrizia.
  • La seconda è l'intenzione.
  • Il terzo è avere un entusiasmo positivo per quello che stai facendo perché questo ti stimolerà.
  • Il quarto è acquisire una certa flessibilità in modo da poterti effettivamente applicare e raggiungere uno stato in cui la tua mente e il tuo corpo diventano molto flessibili ed è molto facile concentrarti. È uno stato in cui la tua mente diventa leggera come una piuma e il tuo corpo si sente allo stesso modo, e sei in grado di concentrarti semplicemente su qualsiasi cosa positiva di cui hai bisogno senza alcuna difficoltà.

Dovresti quindi pensare a questo e a come vuoi raggiungere quello stato. Si vince la pigrizia avendo fiducia in ciò che si sta facendo, una forte intenzione di farlo, un forte entusiasmo positivo e il desiderio di acquisire grande flessibilità e tranquillità mentale.

Ciò si oppone alla pigrizia. Esistono tre diversi tipi di pigrizia:

  • la pigrizia di sentirsi incapaci di fare qualsiasi cosa, in un certo senso non si crede nelle proprie capacità;
  • la pigrizia dell’arrendersi, si evita di fare ciò che si sta cercando di fare e ci si distrae;
  • la terza è la procrastinazione, rimandare le cose all’indomani.

La prima, la pigrizia con cui ti senti sempre scoraggiato e ti abbatti, è per esempio quando guardi un testo voluminoso e pensi "Oh, è davvero troppo per me, non posso impararlo tutto”. In un certo senso ti abbatti e non fai alcunchè, o anche se vedi un libro più piccolo, dici "Oh, è troppo per me, non posso farlo". In questo modo non sarai mai in grado di imparare alcunchè. Questo è il primo tipo di pigrizia, la pigrizia con cui ti senti incapace a fare qualunque cosa.

Il secondo tipo di pigrizia consiste nell’arrendersi: all'inizio lavori molto duramente a qualcosa, lo fai per qualche giorno ma dopo un po', ti stanchi, ti spegni in un certo senso, come quando spegni una candela, ti arrendi, ti rilassi, vai a dormire o fai qualcosa di banale.

La terza pigrizia consiste nel procrastinare, nel rimandare sempre le cose all’indomani.

Anche se potrebbe sembrare un piccolo difetto, in realtà è ciò che più ci fa male. Sakya Pandita disse che là dove c'è pigrizia non c’è alcuna pratica spirituale effettiva, quindi quando si cerca di ottenere una concentrazione univoca è molto importante sbarazzarsi di tutti questi tipi di pigrizia affidandosi a questi quattro aspetti:

  • innanzitutto avendo grande fede e convinzione nei vantaggi e nei benefici derivanti dall'acquisizione della concentrazione,
  • poi stabilendo un'intenzione molto forte per farlo,
  • terzo, avendo un grande entusiasmo per quello che si sta facendo, un entusiasmo molto positivo.
  • quarto pensando “Se riesco a ottenere questa concentrazione sarò in grado di applicare la mia mente e me stesso a qualsiasi tipo di cosa positiva che desidero. La mia mente sarà come un aeroplano che, una volta presa una direzione, sarà in grado di librarsi e andare in quella direzione con grande facilità”. Quindi pensi alla tranquillità mentale che otterrai una volta che avrai acquisito una certa concentrazione.

Questi quattro aspetti ti permetteranno di superare la pigrizia.

Il difetto di dimenticare l’oggetto di osservazione

Il secondo difetto che può influenzare il tuo processo di acquisizione della concentrazione è dimenticare l’oggetto di osservazione su cui hai ricevuto le istruzioni. Sarebbe come concentrarsi su qualcosa e poi perderlo, dimentichi tutto e la tua mente va altrove. Il fattore opponente è lo sviluppo della consapevolezza per aderire all’oggetto. Ecco perché, quando inizi a cercare di focalizzare la mente e ad acquisire concentrazione, lo fai con periodi di pratica molto brevi, perché se subito provi a sederti per un lungo periodo lo troverai molto difficile e si presenteranno molti errori e difetti. Sarà molto meglio eseguire numerose sessioni molto brevi, circa diciotto al giorno, per periodi di tempo molto corti.

Le prime quattro fasi

La prima fase consiste nel fissare la mente su un oggetto.

La seconda consiste nel riuscire a ottenere un po’ di continuità nel fissare la mente su un oggetto, consapevolmente rimanendo su di esso ovvero concentrandosi un po’ più a lungo. Scoprirai che mentre provi a farlo sorgerà ogni tipo di pensieri, sul tuo lavoro e a ogni genere di cose, ma questo non è un brutto segno, anzi.

La fase successiva di questo processo è chiamata reimpostare la mente ripetutamente; è la fase in cui la mente si allontana dall'oggetto e poi è riportata indietro, poi si allontana di nuovo e la si riporta indietro, e ancora e ancora. È come mettere una toppa su qualcosa, devi tornare nello stesso punto e rimetterla di nuovo, e poi di nuovo, e continui a fare così. È come con un bambino che corre fuori e tu vai a dirgli che torni in casa, così il ragazzino rientra e poi, dopo poco, scappa di nuovo e tu lo riporti dentro; e poi il bambino esce ancora e ancora lo riporti dentro. Lo stesso avviene con l’attenzione: riporti la tua attenzione ripetutamente sull'oggetto. Questa è la terza fase di questo processo in cui fissi ripetutamente la tua mente su un oggetto.

Quindi raggiungi la fase successiva chiamata "piazzamento ravvicinato", in cui hai un piazzamento ravvicinato della tua mente su un oggetto. In questa fase arrivi finalmente a un punto in cui non hai quasi alcun tipo di divagazione mentale, di mente incontrollata, e sei in grado di mantenerla fissa sull'oggetto su cui stai cercando di concentrarti. Usi tutti i vari poteri - ascoltare le istruzioni e rimanerne consapevole, mantenere l'attenzione e così via - per aiutarti a non perdere l'oggetto di concentrazione e a non dimenticartene.

Il difetto dell'ottusità mentale

Il successivo tipo di difetto che emerge è l'avere ottusità e agitazione mentale, la volubilità della mente. Per superare l'ottusità mentale si cerca di ottenere tre cose; in primo luogo di ottenere una certa chiarezza dell'oggetto, nel senso che emerge nella meditazione luminoso e chiaro in modo che tu possa vederlo. In secondo luogo, dovrebbe essere molto chiaro e preciso, non torbido ma lucido, chiaro nel senso che puoi vederlo brillantemente e lucido, nel senso che non è per nulla torbido, che è preciso. La terza cosa di cui hai bisogno è avere una buona e acuta concentrazione su di esso.

Ad esempio, puoi avere un'idea molto chiara e lucida di voler andare in quel fienile laggiù. Potrebbe essere chiaro nella tua mente che vuoi andare lì e la tua mente potrebbe essere molto lucida al riguardo, per niente torbida. Ma se non riesci a concentrarti su di esso mentre cammini, potresti passargli accanto senza accorgertene. Anche se la tua mente è chiara e lucida su dove vuoi andare, nondimeno, se non sei molto concentrato, ti puoi distrarre e passare oltre. Lo stesso può accadere, ad esempio, quando guidi e, distratto, oltrepassi il punto in cui dovresti svoltare e poi devi fare tutto il giro dell'isolato per poter ritornare indietro. Similmente, tutte queste qualità sono coinvolte nel tentativo di imparare a concentrarsi; devi liberarti della tua ottusità mentale in modo da poter avere tutti questi tre elementi: chiarezza, uno stato mentale lucido e una concentrazione acuta e vigile.

L’ “ottusità mentale grossolana” ha luogo quando hai chiarezza dell’oggetto, ovvero appare nella tua meditazione, ma la mente non è affatto lucida; l’ “ottusità mentale sottile” si verifica quando l'oggetto è chiaro e la tua mente è lucida, ma non hai una concentrazione precisa e sei un po' distratto. Il fattore che si oppone a questo è l’esaminare con attenzione per vedere se la mente è ottusa o meno e con quale intensità. Se non stai attento a ciò che stai facendo, è possibile che la tua mente sia chiara e molto lucida, ma ti manca una concentrazione acuta e rimani seduto lì completamente distratto. È possibile arrivare al punto in cui il respiro si ferma, ma non vi è comunque alcun beneficio se si rimane seduti completamente distratti, anche se con una mente chiara e lucida. In questo processo è quindi molto importante rimanere vigili in ogni momento e non distrarsi, intendendo con l’essere vigili l’avere un angolo della mente che controlla che si è ancora lucidi e vigili.

Potreste ora domandarvi: se bisogna avere una concentrazione completa e un piazzamento perfetto della mente su un piccolo oggetto visualizzato di fronte a sè, e se c’è un angolo della mente che rimane vigile e controlla la meditazione per vedere come sta andando, allora si tratta di due cose che accadono allo stesso tempo, due menti? Come puoi essere completamente concentrato se una parte di te deve sempre vigilare su te stesso? C'è un esempio che lo spiega: se stai camminando in un sentiero di montagna estremamente stretto, proprio sul bordo di un burrone, allora sarai estremamente concentrato su come cammini altrimenti è molto probabile che tu cada nel dirupo. Se non si è completamente concentrati sul percorso, c'è il pericolo di cadere. Se mentre percorri questo stretto sentiero pericoloso c'è il tuo nemico che cammina dietro di te e hai paura che questa persona ti pugnali alle spalle allora mentre cammini e ti concentri sul percorso dovresti anche avere un angolo della tua mente che osserva che la persona dietro di te non inizi a fare qualcosa di strano. È così che funziona la vigilanza.

Quindi devi avere questo atteggiamento quando avverti uno di questi tipi di ottusità che si verificano mentre stai cercando di concentrarti; questa vigilanza è consapevole del fatto che la tua mente è diventata ottusa.

Non bisognerebbe non fare alcunchè quando si riconosce che la mente è ottusa ma si dovrebbero applicare i fattori opponenti per ravvivarla. Hai bisogno della forza di applicare i fattori opponenti, non farlo sarebbe come avere un pezzo di carne sulla tavola e vigilare che il gatto o il cane non lo mangino: se stai semplicemente seduto lì a fare la guardia e noti che il gatto sta arrivando e non fai nulla al riguardo, allora è inutile restare lì perché il gatto prenderà la carne. Quindi, una volta che grazie all’attenzione diventi consapevole che la tua mente è ottusa, dovresti effettivamente applicare i fattori opponenti.

Se è un errore non applicare i fattori opponenti, allora quali sono i passi concreti da compiere per eliminare questa ottusità? Una volta che ne diventi consapevole puoi semplicemente rendere la tua mente più chiara, lucida e più focalizzata senza dover fare nient'altro così dovresti modificare la tua concentrazione in questo modo. Quando sperimenti solo l’ottusità grossolana è sufficiente fare semplicemente questo per rendere la tua mente più lucida, ma se scopri che la tua mente è chiara e lucida ma sei distratta, senza alcuna concentrazione precisa, e diventi consapevole attraverso la tua vigilanza che sei distratta e che hai questa sottile ottusità, allora devi capire qual è il difetto, cosa sta succedendo. È successo che la tua mente si è distratta e a quel punto dovresti smettere di cercare di concentrarti e provare a ravvivare la tua mente, a rinfrescarla in modo che possa meditare di nuovo correttamente. Puoi farlo innanzitutto ricordando a te stessa i benefici derivanti dall'acquisizione di uno stato mentale adeguatamente calmo e stabile.

Se questo non funziona quando provi a concentrarti nuovamente allora non dovresti esagerare; piuttosto è meglio interrompere la sessione e alzarti, uscire, fare una passeggiata, guardare in lontananza, provare a calmare la mente e riprenderti. Puoi anche immaginare che la tua coscienza esca dalla tua testa, salga nel cielo e diventi tutt'uno con tutto lo spazio: in questo modo sollevi la tua mente e il tuo spirito. Immagina di poter vedere molto chiaramente tutto intorno e in questo modo ravvivarti. Non dovresti insistere durante la sessione se scopri che non funziona, che sei semplicemente troppo distratto.

Ci sono anche altri problemi che possono insorgere quando si cerca di acquisire la concentrazione. Sonnolenza e stanchezza fanno addormentare e quando si verificano dovresti spruzzarti il viso con dell’acqua fredda per svegliarti. C'è anche la sensazione di avere la mente completamente annebbiata o offuscata, come essere in una nuvola o nella nebbia, e sei completamente sopraffatto da questa sensazione di pesantezza. Sono questi i diversi difetti che possono emergere quando stai cercando di imparare a concentrarti e che devi affrontare.

Quando mediti in questo modo attraversi le varie fasi di cui abbiamo parlato: il piazzamento iniziale della tua mente, il piazzamento continuo, il piazzamento ravvicinato; poi raggiungi lo stadio in cui la mente è controllata nel suo divagare, dove hai pacificato questi diversi difetti. In tutte queste diverse fasi hai a che fare con i diversi difetti che possono insorgere nella meditazione.

I difetti dell'agitazione mentale e della volubilità della mente

Ci sono altri due difetti a cui si dovrebbe prestare attenzione: l’agitazione e la volubilità della mente. La prima si verifica quando sei agitato a causa della rabbia e dell'ostilità e così la tua mente va in una direzione diversa da quella in cui stai cercando di porla. La volubilità della mente ha luogo quando desideri ardentemente qualcosa e, a causa di ciò, la tua mente divaga. Ci sono queste due varietà di discorsivtà mentale.

All'interno della volubilità ci sono due divisioni: volubilità grossolana e volubilità sottile. La prima si verifica quando la mente brama qualcosa a causa del desiderio e dell'infatuazione e così perde completamente l'oggetto. Quella sottile è paragonata a un ruscello ghiacciato, sopra c'è il ghiaccio ma sotto l'acqua si muove lentamente: una parte della tua mente rimane su ciò su cui stai cercando di concentrarti, ma un'altra parte lentamente divaga pensando qualcos'altro.

Con la volubilità grossolana si cerca semplicemente di riportare la mente all'oggetto attraverso la consapevolezza e così via, senza abbandonare ciò su cui ci si sta concentrando; tuttavia se questo non funziona ed è presente la volubiltà sottile in cui una parte della mente divaga mentre si rimane focalizzati sull'oggetto, allora il problema è l’eccitazione che deve essere calmata. Come? Mettendo da parte ciò su cui ti stavi concentrando e pensando a qualcosa che potrebbe calmarti, ad esempio, le sofferenze e i problemi dei regni inferiori, la morte, l'impermanenza e simili. Se non funziona, ancora una volta, non insistere, esci e fai una passeggiata.

In tutte queste situazioni, che tu abbia a che fare con ottusità, volubilità o qualunque altro difetto, in primo luogo dovresti avere sufficiente prontezza per individuare il sorgere di questi difetti. È un grave errore non applicare i fattori opponenti per riuscire a gestirli.

Il difetto dell’applicazone eccessiva dei fattori opponenti

Siamo avanzati attraverso le varie fasi delineate: piazzamento iniziale, piazzamento continuo, reimpostazione, piazzamento ravvicinato, controllo e pacificazione. Alla fine si raggiunge lo stato mentale di completa quiete dove non si sperimenteranno più problemi di ottusità o volubilità e non sarà più necessario tenere sotto stretto controllo la vigilanza.

Quando hai ancora problemi di ottusità e volubilità è un errore non applicare i fattori opponenti, tuttavia, una volta raggiunto il punto in cui te ne sei liberato completamente, non è più necessario continuare ad applicarli per essere vigile. Continuare ad applicare i fattori opponenti in quella fase è un errore da evitare.

Come capirlo? Se hai della carne sul tavolo e hai paura che il gatto venga a prenderla, se il gatto va in giro per casa dirai "Sciò, sciò" per tenerlo lontano. Ma una volta che il gatto è uscito non c'è più pericolo che sia in giro ed è del tutto inutile che tu faccia la guardia al tavolo e continui a dire "Sciò, sciò". Farlo sarebbe ridicolo. Lo stesso vale per i difetti di ottusità e volubilità: una volta che te ne sei liberato non è più necessario eliminarli, devi smettere di farlo. Quindi, applicarli e non applicarli qui diventano l'opposto: nel caso precedente è un errore non applicare i fattori opponenti, mentre ora diventa un errore continuare ad applicarli quando non sono più necessari, come dipende dalla situazione suonare o meno il clacson in macchina.

Univocità, samadhi e shamatha

Si raggiunge poi il punto in cui la mente realizza lo stadio successivo, l'ottavo, lo stato di concentrazione univoca. In questa fase non è più necessario usare il potere di vigilare attentamente o applicare forte perseveranza per mantenerlo, e si è in grado di procedere grazie al potere della familiarità. Poi si raggiunge lo stato in cui la mente può concentrarsi con facilità e questo è il nono stadio chiamato “assorbimento”. Hai raggiunto il samadhi, l’assorbimento concentrativo.

Dopo il nono stadio si può continuare per raggiungere un vero e proprio stato di shamatha, calmo e stabile. A questo punto si avrà la sensazione di una mano calda sulla sommità della testa, il corpo si sentità estremamente leggero, come una piuma, come se potesse volare nell'aria, la tua mente è molto felice e beata, puoi sederti con facilità e continuare a concentrare la tua mente univocamente su ciò che è positivo senza alcun problema o difficoltà. È una sorta di ESP, potresti essere seduto qui e la tua mente è così chiara e concentrata che puoi essere consapevole delle persone che si muovono lungo la strada laggiù.

È con questi tipi di risultati che ti avvicini gradualmente agli stati di concentrazione mentale univoca, samadhi e shamatha. Allora la mente diventerà così ferma e stabile, che quando la porrai su un oggetto positivo resterà lì ferma come una montagna, o come un aeroplano fermo a terra: resta lì ed è molto difficile spostarla. Qualunque sia il tipo di oggetto positivo su cui vuoi fissare la tua mente, sarai in grado di raggiungerlo con facilità e immediatamente, proprio come un aereo può essere inviato a qualsiasi destinazione e lì volare.

I sei poteri mentali e le quattro attenzioni

In tutto ciò abbiamo utilizzato i sei poteri mentali: ascolto, riflessione - che non è stato menzionato prima - consapevolezza, vigilanza, entusiasmo positivo e completa familiarità.

Ci sono anche quattro tipi di attenzione che usi nel processo del calmare la tua mente: l’attenzione meticolosa, l'attenzione ripristinata con la quale resetti la tua mente, l'attenzione ininterrotta e l'attenzione spontanea.

Non c'è bisogno di una vera e propria meditazione speciale per ottenere questi diversi tipi di attenzione o poteri mentali, sono risultati che emergono e si sviluppano man mano che affronti i cinque ostacoli alla concentrazione come la pigrizia, la dimenticanza e così via.

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