La cognizione concettuale della vacuità simile allo spazio deve indurre un vigore vivace
Tsenshap Serkong Rinpoce II: Lama Tzong Khapa afferma che qualsiasi cosa dicano i nyingma è totalmente sbagliata. È troppo presto per noi.
Dott. Berzin: Cosa intende con “troppo presto per noi”?
Bene, ora arriva il punto. Quando Lama Tzong Khapa dice "troppo presto", cosa intende? Quando cerchiamo di confutare tutto nella nostra mente e poi emergiamo in seguito nella fase di meditazione dell’ottenimento susseguente (rjes-thob), non c'è vigore vivace (spro-ba); è troppo presto per averlo. La fase di ottenimento susseguente deve essere fortemente influenzata dalla fase di assorbimento totale. Per questo, Lama Tzong Khapa e tutti i grandi maestri che hanno realizzato la vacuità hanno affermato che avere una intensa conoscenza della vacuità fornisce automaticamente una sorta di vigore vivace per fare più tipi di pratiche. Se confuti troppo presto, ovvero se qualcosa non ti dà alcuna comprensione della vacuità che ti dia una sorta di sapore di origine interdipendente, allora questa non è una vacuità sana. Questo è ciò che Lama Tzong Khapa ha affermato molte volte.
Supplemento del dott. Berzin per completare la discussione
Sia ghelugpa che nyingma affermano in comune la compatibilità tra vacuità e origine interdipendente. A causa della vacuità funziona l’origine interdipendente e, a causa dell’origine interdipendente, tutto è vuoto. Entrambi concordano anche sul fatto che, analizzando la verità convenzionale o la verità più profonda, gli oggetti convenzionali non possono essere trovati. Ciononostante, l’origine interdipendente di causa ed effetto karmici funziona sulla base dell'esistenza di:
- Secondo i ghelugpa, le mere convenzionalità
- Secondo i nyingma, nessun oggetto convenzionale.
Una delle critiche mosse dai ghelugpa allo stile nyingma di cognizione concettuale della vacuità è che il non avere alcuna apparenza di oggetti convenzionali già durante la meditazione è prematuro sul sentiero per ottenere la cognizione non concettuale della vacuità, in cui non ci sono nemmeno tali apparenze. Quando si procede nella meditazione concettuale sulla vacuità dalla fase di assorbimento totale sulla vacuità simile allo spazio alla fase di ottenimento susseguente sulla vacuità simile all'illusione, è necessario avere un vigore vivace per lavorare ulteriormente verso l'illuminazione, accumulando sempre più forza positiva (bsod-nams, merito). Ciò si costruisce avendo fiducia nel lavorare con i fenomeni convenzionali – tra cui bodhicitta, compassione, comportamento costruttivo ed esseri limitati (esseri senzienti) – e fiducia nell'origine interdipendente di causa ed effetto karmici.
Il vigore necessario per meditare e lavorare con i fenomeni convenzionali durante le fasi di ottenimento susseguente dovrebbe provenire dai periodi di assorbimento totale immediatamente precedenti. Se la cognizione concettuale della vacuità viene svolta nello stile nyingma, senza la presenza di oggetti convenzionali, con o senza forma grafica, il pericolo è che il meditatore perda fiducia nell'affrontare i fenomeni convenzionali, perché sono tutti invenzioni concettuali e "non reali". Di conseguenza, il meditatore diventerà pigro e non avrà la gioiosa perseveranza (brtson-’grus), il vigore e l'entusiasmo necessari per sviluppare la bodhicitta, impegnarsi in comportamenti costruttivi e aiutare gli esseri limitati, e quindi costruire la forza positiva per raggiungere l'illuminazione attraverso l'origine interdipendente. Shantideva spiega il vigore nel settimo capitolo,"Perseveranza gioiosa", di Impegnarsi nella condotta del bodhisattva (sPyod-’jug, Bodhisattvacaryāvatāra):
(VII.1) Paziente in questo modo, ho bisogno di abbracciare la gioiosa perseveranza, poiché (sulla base) della perseveranza, avviene l'illuminazione. Dopotutto, senza gioiosa perseveranza, non c'è sorgere di forza positiva proprio come, senza vento, non c'è movimento.
(2) Cos'è la perseveranza gioiosa? È il vigore vivace per essere costruttivi. I suoi fattori opposti sono spiegati come letargia, afferrarsi a ciò che è negativo (o meschino) e, a causa dello scoraggiamento, denigrare se stessi.
(VII.18)"Anche coloro che sono diventati moscerini, zanzare, calabroni e vermi, raggiungeranno l'insuperabile illuminazione, così difficile da ottenere, generando la forza del vigore.”
(VII.76) Proprio come il vento, andando e venendo, prende il controllo di una palla di cotone, così prenderò il controllo di me stesso, con entusiasmo e vigore e otterrò, in questo modo, il successo spirituale.
L'origine interdipendente del raggiungimento dell'illuminazione attraverso la cessazione della fabbricazione concettuale: spiegazione ghelugpa
Tsenshap Serkong Rinpoce II: Quindi non è solo Lama Tzong Khapa a dirlo, ma se si considera la citazione dal testo di Nagarjuna: "Provengono da una fabbricazione concettuale. Ma la fabbricazione concettuale è interrotta dalla vacuità", ci sono due "fabbricazioni concettuali".
Il nostro protettore Nagarjuna dice:
Dall'esaurimento degli impulsi karmici e delle emozioni disturbanti (c'è) la liberazione,
Queste sono le parole chiave. Questo è il risultato, la liberazione, ok? Il modo per arrivarci è questo:
Gli impulsi karmici e le emozioni disturbanti derivano dalla concettualizzazione. Derivano dalla fabbricazione concettuale. Ma la fabbricazione concettuale cessa con la vacuità.
Questa è una delle citazioni preferite di Sua Santità. Di solito ne dà una spiegazione generale, più o meno così: "concettualizzazione" (rnam-rtog) – si riferisce a una considerazione errata. "Derivano da una fabbricazione concettuale". Quella prima fabbricazione concettuale è questa considerazione errata che deriva dall'afferrarsi all'esistenza veramente stabilita. Conoscendo la vacuità di questo afferrarsi all'esistenza veramente stabilita, questo afferrarsi all'esistenza veramente stabilita cesserà.
In altre parole, fabbricazione concettuale significa considerazione errata, e questa deriva dall'afferrarsi all'esistenza veramente stabilita. Sia la considerazione errata che l'afferrarsi all'esistenza veramente stabilita possono essere cessate dalla vacuità.
Dott. Berzin: Quindi, qual è la differenza tra le due elaborazioni concettuali?
La prima è la concettualizzazione che è una considerazione errata. Prima dell'attaccamento manifesto, si ottiene la concettualizzazione che è una considerazione errata come considerare questo oggetto come buono. Si ha la sensazione che sia buono. Ma non è poi così buono, come quando vi si proiettano troppe informazioni. Quindi, ci sono troppe informazioni proiettate lì e quindi questa è la concettualizzazione che è una considerazione errata.
Quindi, esagerare le qualità positive di un oggetto, come nel caso del desiderio e dell'attaccamento? Interpolazione (sgro-’dogs), proiezione di qualità inesistenti o esagerazione di qualità presenti.
Sì, proiettare troppe informazioni, esagerare. Non è sempre un male. Ma il problema è che si sta proiettando su qualcosa a cui ci si afferra come se avesse un'esistenza realmente stabilita: una brocca realmente stabilita o una donna realmente stabilita come attraente e di bell'aspetto.
Ora, la prima fabbricazione concettuale è una considerazione errata e la seconda è l'attaccamento a un'esistenza realmente stabilita. Questo è normalmente il modo in cui viene spiegato nella tradizione Ghelugpa.
Supplemento del dott. Berzin per completare la discussione
Il verso di Nagarjuna indica che, per raggiungere la liberazione e l'illuminazione, è necessario esaurire gli impulsi karmici e le emozioni disturbanti. Gli impulsi karmici e le emozioni disturbanti che li innescano provengono da due livelli di concettualizzazione. Pertanto, per raggiungere la liberazione e l'illuminazione è necessario cessare i due livelli di fabbricazione concettuale. È sulla base di citazioni come queste che Tsongkhapa afferma la necessità del vigore per lavorare e accumulare la forza positiva necessaria per raggiungere questo obiettivo.
Secondo i ghelugpa:
- La prima fabbricazione concettuale si riferisce alla concettualizzazione, ovvero alla considerazione errata degli attributi della verità superficiale del suo oggetto, come la purezza e la bellezza del corpo di qualcuno. L'impurità è considerata purezza e la bruttezza bellezza. Sulla base di questa considerazione errata, sorgono emozioni disturbanti come il desiderio bramoso che può innescare e accompagnare dapprima l'impulso karmico impellente di una spinta mentale che induce la mente a pensare di commettere un comportamento sessuale inappropriato con questa persona e a decidere di farlo. Questo può essere seguito da un impulso karmico compulsivo del corpo – secondo Nagarjuna, il movimento compulsivo del corpo come metodo attuato per commettere quell'azione distruttiva.
- La considerazione errata degli attributi deriva dalla considerazione errata della verità più profonda del suo oggetto, e questa considerazione errata deriva dalla seconda fabbricazione concettuale, l'afferrarsi all'esistenza auto stabilita. L'abitudine di afferrarsi all'esistenza auto stabilita dà origine a un'apparenza di esistenza auto stabilita al corpo della persona e alla sua pulizia e bellezza. L'"afferrarsi"assume tale apparenza come oggetto di cognizione e la considera corrispondente alla sua effettiva esistenza auto stabilita, e quindi la considerazione errata considera questi attributi in modo invertito, come la sua impurità come pulizia, e così via.
Secondo Nyingma:
- La prima fabbricazione concettuale si riferisce alle concettualizzazioni che sono oggetti convenzionali, come il corpo di qualcuno. L'oggetto convenzionale sembra avere sia un'esistenza auto stabilita che attributi autodeterminati, come essere pulito e bello.
- Gli oggetti convenzionali provengono dalla seconda fabbricazione concettuale, l'afferrarsi agli oggetti convenzionali. L'abitudine di afferrarsi agli oggetti convenzionali dà origine all'apparenza di oggetti convenzionali dotati di esistenza auto stabilita e attributi auto stabiliti. Come nell'interpretazione ghelugpa, l'"afferrarsi"riconosce quell'apparenza e la considera corrispondente alla loro effettiva esistenza auto stabilita. Sulla base di questa apparenza, sorgono emozioni disturbanti come il desiderio bramoso, dirette all'apparenza, e le emozioni disturbanti portano a impulsi karmici.
Un'interpolazione è qualcosa di estraneo aggiunto che o non esiste (come l'esistenza auto stabilita per i ghelugpa o, per i nyingma, gli oggetti convenzionali) o che esagera ciò che è presente (come gli attributi). Non tutte le interpolazioni sono dannose, tuttavia. Ad esempio, esagerare le buone qualità dell'illuminazione e l'attrattiva del loro raggiungimento può essere utile per lo sviluppo della bodhicitta.
La fabbricazione concettuale cessa mediante la vacuità o nella vacuità
Tsenshap Serkong Rinpoce II: Ci sono due interpretazioni. Sua Santità ha detto molte volte che questo è il modo in cui viene normalmente spiegato ["la fabbricazione concettuale è cessata dalla vacuità"], ma poi c'è il modo di Khunu Lama Rinpoche di leggere il verso come se dicesse:"cessa nella vacuità (stong-pa-nyid-du ’gag-par ’gyur)”. Ma c'è anche la lettura "cessato dalla vacuità (stong-pa-nyid kyis ’gag-par ’gyur)”. In ogni caso, questa è la vera cessazione (’gog-bden). Quindi, questo è il modo in cui Sua Santità spiega.
Dott. Berzin: Quindi le due interpretazioni si basano sulla grammatica, giusto?
Sì, possono esserci due modi di intendere,"nella vacuità"o"attraverso la vacuità". Khunu Lama Rinpoce afferma che il sanscrito ha entrambe le connotazioni. Entrambe le interpretazioni sono plausibili, perché è davvero flessibile. Questo è ciò che dice Khunu Lama Rinpoce. "Cessa nella vacuità" crea una comprensione completa, come il luogo in cui può essere cessato.
Supplemento del dott. Berzin per completare la discussione
Per comprendere questo punto, diamo un'occhiata all'evoluzione storica dei commentari al verso di Nagarjuna.
Il sanscrito originale dei versi rilevanti della strofe:
Gli impulsi karmici e le emozioni disturbanti derivano dalla concettualizzazione. Derivano dalla fabbricazione mentale. Ma la fabbricazione mentale cessa nella vacuità.
La traduzione tibetana:
Gli impulsi karmici e le emozioni disturbanti derivano dalla concettualizzazione. Derivano dalla fabbricazione mentale. La fabbricazione mentale cessa con la vacuità.
In sanscrito,"vacuità" è nel caso locativo "in", mentre in tibetano la si trova nel caso strumentale "per mezzo". Questa discrepanza potrebbe essere dovuta a manoscritti sanscriti leggermente discordanti. La vacuità, śūnyatā, nel caso locativo è śūnyātāyām e nel caso strumentale è śūnyātāyā. Entrambe hanno lo stesso numero di sillabe ed entrambe terminano con una sillaba lunga. Pertanto, entrambe le varianti rientrano nel metro śloka utilizzato. Nelle scritture indiane, l'unica differenza tra le due è un anusvāra, una desinenza nasale di una sillaba scritta con un punto. Quel punto potrebbe essere stato presente in un manoscritto e mancante in un altro.
La vacuità appare in entrambi i casi nel commento al verso attribuito a Nagarjuna, Commentario sulle "Strofe radice sulla via di mezzo", (chiamato) Senza paura alcuna (dBu-ma rtsa-ba’i ’grel-pa ga-las ’jigs-med, sanscr. Mūlamadhyamakavṛtti-akutobhayā), esistente solo nella traduzione tibetana:
Gli impulsi karmici e le emozioni disturbanti hanno origine dalla concettualizzazione, perché sorgono quando queste sono presenti. Tali concettualizzazioni hanno origine dalla fabbricazione concettuale, perché nascono dalla fabbricazione concettuale che ha il segno definitorio individuale dell’afferrarsi alla verità convenzionale. La fabbricazione concettuale cessa con la vacuità, perché cessa con l'apprendimento di ciò che ha il segno definitorio individuale dell’assenza di identità dei fenomeni. Ciò indica che gli aggregati entrano nella sfera del nirvana senza residuo.
Qui, la vacuità è prima nel caso strumentale: "la fabbricazione concettuale è cessata per mezzo della vacuità". Secondo i prasanghika, "l'assenza di identità dei fenomeni" si riferisce alla vacuità e "la sfera del nirvana senza residuo" si riferisce al totale assorbimento di un arya nella vacuità. Il caso locativo è usato per l'assorbimento totale nella vacuità.
Il commentario di Buddhapalita, Commentario di Buddhapalita sulle "Strofe radice sulla via di mezzo"(dBu-ma rtsa-ba’i ’grel-pa buddha-pā-li-ta, sanscr. Buddhapālita Mūlamadhyama-vṛtti), anch'esso esistente solo in traduzione tibetana, elabora e riformula la presentazione di Nagarjuna. Recita:
Allo stesso modo, gli impulsi karmici e le emozioni disturbanti sono ciò che sorge da una concettualizzazione errata come loro causa. Tale concettualizzazione errata è qualcosa che è prodotto dalla fabbricazione concettuale; è prodotto dalla fabbricazione concettuale delle persone mondane. Poiché coloro che hanno una mente che si afferra, pensando che fenomeni come il guadagno, la perdita mondani e così via, siano veri, concettualizzano questo e quello – per questo motivo, le concettualizzazioni sono prodotte dalla fabbricazione concettuale. La fabbricazione concettuale è cessata dalla vacuità – in altre parole, queste fabbricazioni concettuali di guadagno e perdita e così via delle persone mondane sono cessate dalla vacuità. Si cessa di apprenderle nella vacuità della natura auto stabilita dei fenomeni – in altre parole, cessano avendo compreso la vacuità.
Buddhapalita riprende l'uso di Nagarjuna della vacuità nel caso strumentale: "la fabbricazione concettuale è cessata dalla vacuità". Egli elabora l'uso locativo affermando che la fabbricazione concettuale cessa sia nella vacuità che nell'averla appresa (nel totale assorbimento di un arya).
Segue il commentario di Bhavaviveka "Lampada per la consapevolezza discriminante: un commentario sulle "Strofe radice della via di mezzo" (dBu-ma rtsa-ba’i ’grel-pa shes-rab sgron-ma, sanscr. Prajñapradīpa Mūlamadhyama-vṛtti), che abbrevia leggermente Buddhapalita ed è anch'esso esistente solo in traduzione tibetana.
Poiché le concettualizzazioni che sono la causa degli impulsi karmici e delle emozioni disturbanti hanno origine dalla fabbricazione concettuale, allora affermando che provengono dalla fabbricazione concettuale, (significa che) sono prodotte dalla fabbricazione concettuale che ha il segno definitorio individuale dell’afferrarsi alla verità convenzionale. Se vi chiedete da cosa possa cessare quella fabbricazione concettuale, la fabbricazione concettuale cessa per mezzo della vacuità. Affermando ciò, le parole omesse sono"apprendendo (la vacuità)".
Bhavaviveka ripete: "La fabbricazione concettuale cessa con la vacuità". Abbrevia l'uso del locativo indicando le parole omesse: "con l’apprendere (la vacuità nel totale assorbimento di un arya)".
Il commentario di Chandrakirti, composto dopo tutto quanto sopra, è leggermente diverso nell'originale sanscrito e nella traduzione tibetana. L'originale sanscrito:
Allo stesso modo, gli impulsi karmici e le emozioni disturbanti derivano dalla concettualizzazione. E a causa dell'abitudine derivante dall'esistenza samsarica senza inizio, queste concettualizzazioni sorgono da varie fabbricazioni concettuali che hanno il segno definitorio individuale di menti, oggetti cognitivi e così via. In realtà, alla vista della vacuità delle nature auto stabilite di tutti (i fenomeni), questa o quella fabbricazione concettuale delle persone mondane cessa nella vacuità.
La traduzione tibetana:
Allo stesso modo, gli impulsi karmici e le emozioni disturbanti, così numerosi, hanno origine dalla concettualizzazione. E queste concettualizzazioni sono, in realtà, varie fabbricazioni concettuali a cui ci si è abituati fin dal samsara senza inizio. Esse nascono da ciò che possiede il segno definitorio individuale di una mente cognitiva e di un oggetto conosciuto... e così via. Inoltre, queste fabbricazioni concettuali delle persone mondane, senza eccezioni, cessano per mezzo della vacuità – in altre parole, nella vacuità di tutti i fenomeni per mezzo della visione.
In sanscrito la vacuità non compare nel caso strumentale, sebbene sia aggiunta nella traduzione tibetana. Il sanscrito conserva il duplice uso del locativo di Buddhapalita: "alla vista della vacuità" (nel totale assorbimento di un arya) e "questa e quella fabbricazione concettuale delle persone mondane cessano nella vacuità". La traduzione tibetana implica entrambi i significati dicendo "si cessa di vedere (le fabbricazioni concettuali) nella vacuità di tutti i fenomeni".
La posizione nyingma non è quella del Falso aspetto
Dott. Berzin: L'affermazione nyingma secondo cui gli oggetti convenzionali sono fabbricazioni concettuali della concettualizzazione è una visione del Falso aspetto, secondo cui gli oggetti convenzionali sono mere fabbricazioni concettuali sintetizzate dalla cognizione concettuale?
Tsenshap Serkong Rinpoce II: Potremmo dire "Falso aspetto", ma qui credo che non si debba parlare di "Vero aspetto" e "Falso aspetto". Dobbiamo andare più in profondità del punto di vista cittamatra e arrivare a quello prasanghika. Quindi, diciamo semplicemente "concettualizzazione".
Supplemento del dott. Berzin per completare la discussione
Nel contesto dei sistemi Sautrantika e Cittamatra, esistono due interpretazioni: il Vero aspetto (rnam-pa bden-pa) e il Falso aspetto (rnam-pa rdzun-pa).
Secondo la posizione del Vero aspetto:
- La cognizione sensoriale non concettuale conosce non solo i sensibilia (come la forma colorata di una mela) di una specifica facoltà sensoriale (come la vista) insieme ai suoi elementi costitutivi (terra, acqua, fuoco e vento), ma anche, simultaneamente, oggetti di senso comune, come una mela, che si estendono su tutti i loro sensibilia (vista, udito, olfatto, gusto e sensazione fisica) e nel tempo.
- I sensibilia, i loro elementi costitutivi e gli oggetti di senso comune sono fenomeni non statici, hanno un'esistenza vera e non imputata, nonché un'esistenza auto stabilita, e hanno la capacità di svolgere funzioni (don-byed nus-pa).
Secondo la posizione del Falso aspetto:
- La cognizione sensoriale non concettuale conosce solo i sensibilia e i loro elementi costitutivi di una specifica facoltà sensoriale e solo un momento di essi insieme ai loro elementi costitutivi. Ad esempio, la cognizione visiva conosce solo un momento delle forme colorate e dei loro elementi costitutivi.
- I sensibilia e i loro elementi costitutivi sono fenomeni non statici e hanno un'esistenza vera e non imputata. I loro elementi costitutivi hanno la capacità di svolgere funzioni.
- Gli oggetti di senso comune che si estendono su tutti i loro sensibilia e nel tempo sono fabbricazioni concettuali, sintetizzate come sintesi di collezioni statiche (tshogs-spyi) – una sintesi concettuale di una collezione di sensibilia e momenti. Non sono conosciuti dalla cognizione sensoriale non concettuale, solo dalla cognizione concettuale. Sono privi di esistenza vera e non imputata e, invece, hanno solo esistenza imputata.
- I sensibilia, i loro elementi costitutivi e gli oggetti di senso comune hanno tutti un'esistenza autonoma.
- Sautrantika sostiene che i sensibilia e i loro elementi costitutivi hanno un'esistenza esterna, il che significa che esistono prima di essere conosciuti, indipendentemente dal fatto di essere conosciuti.
- Cittamatra afferma che i sensibilia e i loro elementi costitutivi sono privi di esistenza esterna. Prima di essere conosciuti, essi, il momento di coscienza e i fattori mentali che li conosceranno, esistono come un'unica tendenza (sa- bon, seme), che è un fenomeno di imputazione sulla base della coscienza fondamentale (kun-gzhi rnam-shes, sanscr. ālayavijñāna) della persona che li conoscerà.
Da un certo punto di vista, il sistema Nyingma Prasanghika è del Falso aspetto, in quanto gli oggetti di senso comune sono invenzioni concettuali. Tuttavia:
- Gli oggetti di senso comune non sono sintetizzati concettualmente da una raccolta di sensibilia e momenti.
- Gli oggetti di senso comune sono non statici, non sono statici.
- Non solo gli oggetti di senso comune, ma anche i sensibilia e i loro elementi costitutivi sono tutte invenzioni concettuali.
- Gli oggetti di senso comune, i sensibilia e gli elementi costitutivi sono privi sia di esistenza vera e non imputata, sia di esistenza auto stabilita. Pertanto, non possono essere stabiliti, a partire da sé stessi, come esistenti né esternamente, prima di essere conosciuti, né internamente, come tendenza nel continuum mentale.
- Sebbene gli oggetti di senso comune, i sensibilia e gli elementi costitutivi non possano essere stabiliti come esistenti né in ultima analisi né convenzionalmente, ciononostante le menti degli esseri ordinari e mondani riconoscono validamente, tramite la cognizione sensoriale non concettuale, l'apparenza ingannevole della loro capacità di svolgere funzioni.