Tutte le tradizioni buddhiste tibetane concordano sul fatto che, nel contesto dei sutra, la visione prasanghika della vacuità sia la più profonda tra quelle dei quattro sistemi filosofici indiani. Le tradizioni Ghelugpa e Nyingma, tuttavia, hanno interpretazioni diverse dell'oggetto di confutazione (dgag-bya) della vacuità secondo il Prasanghika. Sebbene i singoli maestri di ciascuna tradizione possano avere posizioni diverse su dettagli specifici, in generale, Ghelugpa afferma che la vacuità confuta l'esistenza auto stabilita (rang-bzhin-gyis grub-pa, esistenza intrinseca) degli oggetti convenzionali. Nyingma afferma che gli oggetti convenzionali (tha-snyad-pa) stessi sono l'oggetto da confutare dalla vacuità. In accordo con questa differenza, le due tradizioni insegnano stili diversi di meditazione concettuale sulla vacuità. Tuttavia, per quanto riguarda l'assorbimento totale non concettuale di un arya (mnyam-bzhag) sulla vacuità, le meditazioni di entrambe le tradizioni raggiungono lo stesso punto.